Dodici piccole bare!

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.Dodici bare – alcune più piccole, altre più grandi – seguite da centinaia di persone in una atmosfera di strazio e di collera: così, sfidando gli allarmi e il volteggiare minaccioso degli F-16 in cielo, Gaza ha accompagnato oggi l’ultimo viaggio dei 10 componenti della famiglia al-Dulou e di due vicini morti ieri sotto le macerie della loro casa, distrutta dai raid israeliani nel giorno più sanguinoso per la Striscia dall’inizio delle ostilità funestato dalla morte di almeno 11 bambini.
 
Giunto alla sesta giornata di violenze, il conflitto fra Israele e Hamas, visto dal fronte, stenta ancora a offrire spiragli visibili di speranza nella direzione di quella tregua che si prova a negoziare al Cairo. Mentre la Striscia di Gaza assomiglia ormai a una “giungla di fuoco”, dove la morte sembra in agguato ovunque: negli edifici governativi come nelle basi delle milizie; nello stadio di calcio come nel Media Center al-Shoruq; nei campi agricoli vicini al confine, sulle strade dove chi cavalca una motocicletta desta immediato sospetto e rischia di diventare un obiettivo di droni o aerei israeliani. Le statistiche delle vittime vengono aggiornate di ora in ora. Di prima mattina i morti accertati erano 84. In serata, secondo stime provvisorie, è stata superata quota 100. I feriti sono oltre 700. Chi esce per strada, rischia la vita. Ma anche chi sta in casa non può dirsi sicuro: come dimostrano le rovine della palazzina della famiglia al-Dalu, nel rione Nasser di Gaza City, polverizzata ieri da un bombardamento israeliano.
“Siamo civili, non siamo armati, stiamo chiusi in casa… e guardate cosa è successo”, piange una vicina, indicando il cratere rimasto nel posto dove ieri si elevava una edificio di 3 piani. Da qui ha preso oggi le mosse uno dei cortei funebri più strazianti che Gaza abbia visto negli ultimi tempi. Lo aprivano i feretri della madre degli al-Dilou e di quattro dei suoi figli.
 
Altri quattro componenti della famiglia sono rimasti uccisi con loro, fra cui un anziano di 82 anni. E anche due vicini. Dodici bare, condotte in dolorosa processione fino al cimitero di Sheikh Radwan, mentre in cielo l’aviazione israeliana restava a caccia di nuovi “obiettivi terroristici” (finora ne sono stati colpiti 1350, secondo Israele) e da terra miliziani palestinesi continuavano a sparare razzi verso lo Stato ebraico.
Per quale ragione la famiglia degli al-Dalu ha perso la vita? Due giornali israeliani hanno scritto che potrebbe essersi trattato di un errore d’intelligence: si voleva colpire un responsabile militare di Hamas, nelle vicinanze, ma il missile sarebbe andato fuori bersaglio. Un altro giornale ha ipotizzato che un membro degli al-Dalu fosse il reale obiettivo. Finora i portavoce militari rispondono evasivi che si sta indagando l’accaduto. Intanto, nel bollettino dei bombardamenti, oggi è stata la volta dello stadio di calcio di Gaza. Secondo Israele, da quell’impianto erano partiti venerdì missili indirizzati verso Tel Aviv e Gerusalemme. Le mura dello stadio erano ancora fumanti quando l’aviazione è poi tornata a colpire, per la seconda volta in due giorni, la Torre Shoruq, un Media center che ospita uffici di tv internazionali (Sky News, al-Arabya) e locali, fra cui due emittenti vicine a Hamas. Ieri le bombe avevano distrutto l’antenna principale sul tetto.
Oggi almeno tre missili si sono abbattuti fra il secondo e terzo piano del palazzo, provocando una gigantesca fiammata ed una densa colonna di fumo che ha avvolto il grattacielo per due ore.
In questo attacco sono morte due persone, e altre tre sono state ferite. Uno degli uccisi si chiamava Ramez Hareb e – secondo Israele – era un responsabile del braccio armato della Jihad islamica.
Il secondo, Saad Sueilen, era un commerciante di computer.
A Tel Aviv un portavoce militare ha aggiunto che al momento dell’attacco nell’edificio si nascondevano fra i civili e i giornalisti altri tre dirigenti del braccio armato della Jihad (Baha Abu al-Ata, Tayassir Jabari e Halil Batini). Ma sono spiegazioni che non fanno breccia a Gaza, dove – di ora in ora, di attacco in attacco – l’ira della gente verso Israele non fa che crescere, in una spirale di odio che sembra non finire mai.
 
E’ tutto!

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Aggiornamento ore 05.29 – 21/11/2012

Nessuna tregua per Gaza. Quanto promesso si è trasformato in una notte che ha visto intensificarsi i raid aerei da parte dei caccia da combattimento israeliani. Gaza si trova sotto pesanti bombardameti, mentre la popolazione non sa più dove fuggire e le uniche difese sono rappresentate, ormai, dai razzi (tanto enfatizzati dalle fonti israeliane, ma non certo all’altezza di missili e bombe cluster – modificate – usate dai soldati della stella di Davide) simili a petardi e qualche fionda! Questa notte, poi, l’assalto è stato portato su tre fronti: Mare, Cielo e terra: Bombardamenti aerei, cannoneggimenti e missili da navi e colpi di artiglieria pesante da terra. Distrutto il Ministero per la Sicurezza, letterarlemte raso al suolo e le condutture di combustibile tra il confine di Gaza e quello egiziano. Per tante, tantissime ore, la “Striscia” è rimasta nel buio più profondo.
La paura e la tensione percepite sono che un inasprimento degli assalti israeliani, possa avvenire prima di una piccola e risicata tregua, alla quale non crede nessuno.
Qualcuno fa notare che tutto è cominciato dall’autorizzazione alla riesumazione della salma del Presidente Arafat, al fine di verificare se è ancora impregnata di Polonio 210, la sostanza radioattiva che, sembra, lo abbia ucciso. Allora venne additata proprio Israele, come possibile mandante. Comunque sia, iniziato la smantellamento del mausoleo del Padre della Palestina, per motivi legali, Israele ha aperto le “danze”.
Un caso?
Una fatalità? Difficile non pensarlo, però.
Grazie

43 pensieri su “Dodici piccole bare!

  1. E non avemmo alcuna cordialità da augurare.
    Venimmo accusati, addirittura, di non parlare più come una volta e di aver diradato le parole o l’interesse per il resto del mondo.

    Non c’é pace fra gli ulivi.
    Dormite bene, nelle Vostre case, circondati dai Vostri affetti e convinzioni.
    Buona notte.

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  2. Una grave tragedia che ci colpisce nel profondo del cuore.
    Quel bambino … quel bambino è più forte di qualsiasi cosa.
    Anche per te raccontare, cazzo, non è facile.
    Un abbraccio

    Concita DG

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    • Lady Concita DG
      Ben approdata presso queste pagine e ben venuta anche se, l’argomento trattato, di “benvenuto” ha proprio nulla.
      La morte colpisce sempre, mia Signora, siano essi bambini o adulti.
      La cosa orribile, ritenemmo, è proprio nel concetto di “dare” la morte, qualsiasi possa esserne la motivazione (se di motivazioni possiamo parlare).
      Il nostro destino, fine ultimo, comunque, è la morte. Proprio quella ed è proprio per quello che non ne dovremmo mai parlare.

      Grazie

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    • Miss Eleonora
      Come anzi detto, la morte arriva con alti e bassi.

      Oggi si festeggia per essere riusciti a rimandare un uccisione, un genocidio, ecc.
      Domani si festeggerà per il motivo inverso.
      Non credo ci possa essere illusione.
      Può esservi, senz’altro, l’impegno a costruire in quanto a distruggere, con estrema facilità, ci pensa il rimanente Zoo umano.

      PS: Sapevate che le più grandi scoperte della medicina, medicina sociale e invenzioni al servizio del progresso e dell’Umanità, derivano da studi militari per nuove armi di distruzioni di massa, o comunque, di più facili uccisioni?
      Purtroppo è una verità. i Governi & Co., passano il loro tempo e denaro sociale a studiare come uccidere il prossimo nel migliore dei modi.

      Già: siamo, semplicemente, figli della morte.

      Grazie

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  3. Non è possibile assistere a tutta questa distruzione.
    Più poveri sono, più hanno guadagnato il biglietto per l’inferno!

    Non c’é giustizia.
    Ci sono lacrime e sofferenza: ma perché deve essere sempre così?
    PERCHE’?

    A fatica, Milord (oggi non riesco a muovermi) ma ti abbraccio.
    Un caro saluto per tutti.
    Un bacio a quei bambini!

    Elena

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    • Lady Elena Simonin

      Mia Signora, certo che è possibile assistere a questa distruzione. Voi ben conoscete cosa sia la sofferenza e cosa l’angoscia.
      Distruzione e distrutti vanno di pari passo con la storia contemporanea.

      Come scrivemmo: Non c’é pace fra gli Ulivi!
      Grazie

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    • Donna Emilia di Roccabruna

      Vi ringraziammo per quanto esprimeste con i Vostri “tre” puntini. A tal fine (ma i nostri cari amici di allora lo ricorderanno sicuramente) fummo soprannominati, appunto, tre puntini.
      Lasciavamo quel segno durante il nostro passaggio, proprio per esprimere l’impossibilità del commento su argomenti, di per sé, incommentabili.

      Grazie e cordialità

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    • Sir Spillo

      L’idea della riesumazione di Yasser Arafat e susseguente attacco “rabbioso” dello stato di Israele (dietro cospicue provocazioni, nei confronti del popolo palestinese, che si consumano quotidianamente) ha sfiorato in molti.
      Parecchi osservatori.
      Forse troppi.
      Le elezioni negli “States” dope, per fortuna è stato rieletto il meno peggio; la situazione mediorientale con le varie “primavere” (secondo il nostro umile parere, artatamente istituite per modificare la morfologia geopolitica della regione e allungare le mani rapaci e affamate degli Stati padroni, contro quelli sudditi); la perdita di consensi,un po’ in tutto il pianeta se si dovessero trovare quelle “tracce di Polonio 210” sui resti mortali del Padre della Palestina, sono ottimi motivi per una guerra arrogante, sionista, nazista e genocidaria come quella israeliana.

      Dite che di motivi ce ne sono?

      Grazie

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    • Preg.o Sig. Vintrix

      Ci informarono che il Rag., da Voi testé menzionato, venne sbattuto fuori anche da Marte. Mentre sul pianeta Terra e segnatamente nella “regione” Italia si continua a morire di fame, stenti, povertà e mancanza di lavoro.

      Suggerimento: Avete provato a chiedere Asilo Politico presso la Repubblica delle Banane?
      Ah, già, anche loro hanno chiuso le frontiere e ritirato i loro ambasciatori dalla nostra Repubblica delle Barzellette Tristi!

      Vedremo.
      Cordialità e grazie

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    • PER IL SIGNOR VINTRIX…
      Ho uno scoop, per lei, sul ragionier “Tale Monti”…
      Eccolo… l’ho ripreso in una discoteca di Marte mentre si dava alla pazza gioia.
      .
      Un saluto caro…

      Per il resto non si può commentare

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  4. La vita stessa è un assurdo groviglio di situazioni a volte inafferrabili e quando cio’ si rende possibile, allora sono guai seri…
    Sono senza parole di fronte a tali nefandezze!
    Auguro anche io a voi, “In bocca al lupo”…
    Ros

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    • Lady Rosemary

      Mia Signora, riternemmo che le “cose inafferrabili” siano la conseguenza, inafferrabile, delle azioni dell’uomo sull’uomo (inteso come Umanità).
      Quindi in piena dolosità, si commettono atti delittuosi per il proprio tornaconto: economici, d’interesse e/o supremazia. Quando questo è manifesto ecco che iniziano i guai seri.
      Nella libertà di pensiero ed espressione, quale condizione prima e insostituibile dell’Umanità, non sono previste la compassione e il sentimento.
      Ad onor del vero non sarebbero previsti, nemmeno, il muro della vergogna eretto da Israele, intorno a Gaza; il dirottamento delle acque di approvigionamento aldilà delle Mura (Mura, che ricordiamo, sono in cemento armato e alte 15 metri); il sub trattamento, al livello di bestie, della popolazione ivi residente.

      Curiosità: Sapete che Israele ha largamente battuto la Germania di Hitler, con Gaza? Hanno creato il più grande campo di concentramento dell’universo.
      In esso (la Striscia di Gaza) per adesso (a seconda di quanti missili, a guida GPS o a intercettazione molecolare, gli pombano sulla testa) sopravvivono 1.645.500 abitanti circa, in 360Kmq di territorio (come un enorme quadrato di 36Km di lato), con una densita di circa 4.900 ab. per Kmq (come un quadrato di 100mt di lato) e circondati dal “Muro” in cemento armato, fornito gentilmente, graziosamente e gratuitamente dai Sigg. della Stella di Davide. La metà della “Striscia” è rocce, pietre e deserto; l’acquedotto è israeliano (infatti quando vogliono provocare una reazione immediata chiudono l’acqua e non fanno più passare né gas, né corrente. Facile no? Poi si lamentano se arrivano i “razzi”).
      Approvigionamenti per medicine, e generi di necessità e conforto, passano dal confine della Repubblica d’Egitto.

      Allo stato attuale e con questa attualità, non c’é speranza, mia Signora.
      E pensare che il popolo palestinese, in Palestina, chiede soltanto di vivere in casa loro.
      Cordialità

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  5. Non una Lacrima … solamente un fiume, che straripa di Rabbia e Silenzio e Singhiozzi.
    … e quei bambini … Dio!!! é come soffocare.

    Ninni … Senza parole, un Abbraccio e tanta Paura. per questo Inferno.

    I Miei Rispetti
    Ni’Ghail

    Slàn

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  6. Siglata la tregua .
    Hamas ha festeggiato la notte scorsa, sostenendo che tutte le sue richieste sono state accolte, nonostante l’enorme costo in termini di vite umane e i danni al suo arsenale e alle infrastrutture.
    Lo scrittore israeliano Uri Avnery, fondatore del movimento pacifista Gush Shalom, a Euronews ha detto che il cessate il fuoco ha accresciuto la considerazione di Hamas nel mondo arabo.
    Io dico che non ci dovrebbero più essere guerre, massacri , infanticidi.
    La vita è breve dovrebbe essere vissuta semplicemente senza tante pretese, ma dovrebbe essere interamente vissuta.
    Bonjour Milord.
    ♥ vany

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    • Lady Romanticavany
      Una cosa è certa: Qualcosa è stata siglata, ma non certo una tregua. per quello che riguarda tutto il “panorama” stanno prendendosi un po’ d’aria.
      L’egemonia, sul territorio, di Israele; l’obiettivo palestinese del proprio ingresso all’ONU (come non membro osservatore); le tensioni al di fuori della Palestina, ma che da lì e lì condicono danno tanta carne al fuoco. E non si può sperare, credeteci sulla parola, che si tratti di fumo.
      Purtroppo.
      Grazie

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  7. Oddio…

    Tutto ciò è terribile.

    P.S: Caro Ninni,
    colgo l’occasione per ringraziarti della tua assidua e graditissima presenza nel mio blog.
    Ancora grazie (come dimenticare il “vecchio” avatar…).

    Saluti

    Giò

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  8. No Milord… in questo post non schiaccerò il pulsantino “MI PIACE…”

    NON mi piace questo massacro gratuito verso donne e bambini…

    NON mi piace questo mondo che si autofagocita…

    NON mi piace, e lo urlo a quei porci che ci governano, gli stessi che finanziano anche le stragi travestiti da portatori di pace.

    Seguo i movimenti traballanti in Medioriente; Vi seguo. Sempre.

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    • Lady Emma Vittoria
      Una “fermissima garanzia” potemmo fornirvela: non piacque neanche a noi tutto questo. Anzi è estremamente doloroso raccontarne. Crediamo però che l’opinione pubblica vada sensibilizzata. Il dormire fra quattro guanciali non serve.
      (Rimandiamo, per ulteriori delucidazioni, alla risposta fornita a Giuseppe Iannozzi).

      Grazie

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  9. Carissimo Lord Ninni, le mie parole saranno forse pietre, pietre che non vorrei esser costretto a pronunciare né a lanciare; e però il momento storico in quel lembo di terra che è la Striscia di Gaza m’impone di dire cose, forse, un po’ sgradevoli ma, a mio avviso più che mai opinabile, necessarie, necessarie perlomeno per me, per quelle tante persone che impotenti stanno assistendo in queste ore terribili a un massacro che ha valicato qualsiasi confine di possibile tolleranza. E non si pensi che dicendo ciò stia dicendo affinché la guerra continui. Tutt’altro. Questa guerra fra Israele e Palestina, mi si perdoni il raffronto, ma troppo da vicino mi ricorda l’orrore nazista, me lo ricorda in maniera sì forte che oggi, con la morte nel cuore, mi vedo costretto a chiedermi: “Ma gli israeliani si stanno rendendo conto, sì o no, che si stanno comportando come quei mostri disumani che furono i nazisti di Hitler?”.

    Non siamo di fronte a una tragedia. Sarebbe riduttivo difatti lavarsene le mani dicendo che è stata una tragedia, un errore di intelligence, o che altro. Qui siamo, nostro malgrado, messi di fronte alla morte più dura cruda e secca, a quello che è un vero e proprio crimine contro l’Umanità. Quanti innocenti, quante giovani vite – che la vita l’hanno appena sfiorata col terrore negli occhi – dovranno ancora essere falciate, affinché ci si renda conto che è fratricidio?
    Israele fa la parte del leone. Ma non è Gesù Cristo il leone quello di Israele, è invece mostro da bestiario.
    La Palestina reagisce, come può.
    Sono anni e anni che le lotte fra palestinesi e israeliani vanno avanti, e nessuno che faccia niente, e nessuno che dica niente. Si parla e si parla a salve, ma le bombe mietono vittime: uno spietato point blank che non risparmia nessuno.

    Quel che oggi io temo è che questo attacco, che questo crimine contro l’Umanità rimanga impunito, purtroppo al pari di tanti altri crimini di ieri e di oggi.

    Ho paura, veramente paura, di quello che Israele sta diventando o che, forse, è già diventata.
    Ho la morte nel cuore per tutti gli innocenti morti ammazzati massacrati. Ho pena immensa per tutti i morti, per i morti palestinesi, per i morti israeliani. Ho paura che questa guerra, ora in stallo, possa portare a un conflitto di più larghe proporzioni. E la mia paura non serve, così come non serve il mio sdegno di fronte alle atrocità perpetrate.

    Con sempre maggiore ammirazione e stima, caro Lord Ninni, ma con la morte nel cuore perché di fronte a un crimine inaccettabile.

    beppe

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    • Giuseppe Iannozzi

      Secondo il mio modesto punto di vista il problema è, forse, un po’ più ampio.
      Mi spiego.

      SI SCRIVE Gaza, ma si pronuncia Teheran.
      Si scrive con il sangue dei bambini, come sempre, anche la nuova pagina dell’odio senza fine.
      È l’Iran, non i razzi di Hamas o la rappresaglia di Tsahal, l’esercito israeliano, l’obiettivo al quale guardano gli attori di una nuova edizione della interminabile strage.
      Si testano a vicenda, si sfidano e si misurano con il sangue, con la crudeltà insopportabile di quei corpi di bambini.
      Bambini musulmani ed ebrei, palestinesi e israeliani, ma sempre e soltanto innocenti con cui cercano di risucchiare Obama nel pozzo senza fondo del loro odio.

      Ricostruiamo i tempi, che in ogni storia sono sempre essenziali per trovare un filo di comprensione e dare un senso, se è possibile farlo, a questo abominio.
      Era trascorsa appena una settimana dalla riconferma di Barack Obama alla Casa Bianca quando i missili di Tsahal, l’esercito israeliano, sono piovuti su Gaza e hanno ucciso Ahmed al Jabary lo stratega di Hamas (una specie di Generale), insieme con altri cinque palestinesi e una bambina di 7 anni.
      Può essere stata soltanto una coincidenza cronologica, se scatta ora, improvvisamente, un’operazione che il New York Times ha definito “il più feroce e violento assalto degli ultimi quattro anni” su Gaza?

      Quattro anni sono appunto quanti ne sono trascorsi dalla prima vittoria di Barack Hussein Obama nel novembre 2008.
      Se mai la frusta e abusata espressione può essere usata a ragione, questa “feroce” recrudescenza della rappresaglia israeliana contro Hamas e Gaza, ha tutto il sapore di un azione a orologeria.
      Lanciata certamente per colpire al Jabary, ma soprattutto per mettere alla prova il vero, storico e fondamentale obbiettivo della politica estera e militare israeliana: il presidente degli Stati Uniti.
      Per vedere fino a che punto Israele possa contare su di lui, se decidesse di affrontare il vero nemico che teme, l’Iran nucleare.
      Che Bibi Netanyahu e Barack Obama non siano né amici, né siano in perfetta sintonia come Israele era con George W. Bush fino al 2008, è un fatto.
      Le accuse di indifferenza, tradimento, presa di distanza lanciate contro il presidente erano state esplicite e la simpatia della destra israeliana al potere era chiaramente riservata a Romney (adesso faccio una carneficina, vedrete!) e ai suoi consiglieri strategici, i vecchi compari “neo con” che sarebbero tornati alla Casa Bianca, al Pentagono e al Dipartimento di Stato dietro di lui.

      Nella logica brutale del Medio Oriente il solo strumento sicuro ed efficace per “testare” alleanze e solidarietà è la violenza. Gli israeliani, che dopo la guerra del 1947, sanno di dovere, e di potere, contare sugli Stati Uniti per sopravvivere, dovevano, volevano vedere come Obama avrebbe reagito di fronte alla escalation di violenze militari più furiosa dal tempo dell’Operazione Piombo Fuso del dicembre 2008. Il mese della transizione fra l’amico certo, Bush, e l’incerto amico ancora da provare.
      La risposta della Casa Bianca, secondo il classico stile di Obama, è stata più ambigua che soddisfacente, più ambivalente che rassicurante, per Netanyahu.
      In partenza per il viaggio in Birmania, dove è andato per celebrare il lento ritorno alla democrazia di quella dittatura militare, il primo Obama ha riconosciuto “il diritto di Israele alla legittima difesa“, di fronte all’aggressione quotidiana (ma, palesemente e pesantemente, provocata) di “migliaia di razzi“.
      Ma dopo avere dato l’imprimatur USA al diritto di difendersi, l’altro Obama ha condizionato le parole del primo.

      Il diritto all’autodifesa e la protezione dei civili possono essere esercitati senza un’escalation della azione militare“.

      Evitare la rioccupazione, o l’intervento diretto a Gaza “sarebbe preferibile, non soltanto per il popolo che vive in quella striscia, ma per le stesse truppe israeliane che sarebbero esposte al rischi di molti caduti“.
      Né semaforo verde, né semaforo rosso, è dunque il risultato del sanguinoso test che Netanyahu ha sottoposto al proprio sponsor e sostenitore.
      Come l’Egitto, che dalla pace di Camp David nel 1976 fra Sadat e Begin resta il pilastro sul quale si regge la “non guerra non pace” in Medio Oriente, non vuole incoraggiare Hamas a scatenare quel bagno di sangue “infernale” che ha promesso, così l’America di Obama non vuole trovarsi di fronte a un’altra catastrofe politica, umanitaria e propagandistica come quella creata da “Piombo Fuso” nel 2008.
      Semaforo giallo, dunque, da Washington a Tel Aviv, procedere con prudenza, con saggezza, con il coraggio del più forte davanti alle provocazioni del più debole e non fare prove generali per ben altri e ben più rischiosi attacchi militari, non ai prigionieri di Gaza, ma a una nazione come l’Iran.
      Quei civili e quei bambini morti sulla linea di demarcazione fra palestinesi e israeliani sono, orribile a dirsi, pedoni mossi e divorati su una scacchiera per muovere verso pezzi importanti.
      Bibi Netanyahu parla di Gaza, ma pensa a Teheran.

      Con stima,

      Ninni Raimondi

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  10. Pingback: Nessuna tregua per Gaza. Una riflessione – Giuseppe Iannozzi | Iannozzi Giuseppe aka King Lear

  11. Dame La Maga Rossa, alias Hellison Grey,
    dal Vostro scritto si evince che il massacro di alcuni bambini “ha il suo fascino”…
    La sua è devianza o gaffes?

    Guten Abend

    Hermann Wilhelm Göring

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  12. Queste immagini si possono commentare?

    Ma molti di voi non avranno il coraggio di guardare il video… presi come sono, al calduccio, nelle proprie case. Ninni, hai la mia stima e il mio rispetto per tutto quello che stai facendo.

    Guten Abend

    Hermann Wilhelm Göring

    ATTENZIONE, LE IMMAGINI PROPOSTE, POTREBBERO URTARE LA VOSTRA SENSIBILITA’

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  13. My Lord, in tutti questi giorni non ho avuto parole per lasciarvi un commento. Nemmeno ora le trovo. Impotente davanti all’orrore. E’ arrivata la tregua…durerà? Fino a quando?.
    Vorrei potervi essere di sostegno, nel mio nulla: La vera: profonda amicizia e rispetto credo che comunque riscaldi un poco l’animo.
    Grazie per tutto ciò che ci fate conoscere ma come sempre vi invito ad avere cura di voi. Tutti i vostri amici hanno bisogno di sapervi attento.
    Se, in un momento di pace riuscite a riposare vi lascio come augurio questi versi:

    “Perché la poesia ha questo compito sublime: di prendere tutto
    il dolore che ci spumeggia e ci rimbalza nell’anima e di placarlo,
    di trasfigurarlo nella suprema calma dell’arte,
    così come sfociano i fiumi nella celeste vastità del mare”.

    -Antonia Pozzi-

    Grazie per darmi sempre vostre notizie quando potete.
    Siete lontano: vi giunga il mio abbraccio sincero e rispettoso.

    Vostra : Giovanna Scaglione….Orofiorentino

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    • Lady Giovanna Scaglione di Orofiorentino

      Un augurio di opace che accetto e ricambio, mia Signora.
      Un augurio che possa portare tanto e tanto ancora.
      Vi ringraziammo
      Ricambiamo l’affetto e l’abbraccio

      Ninni Raimondi

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  14. Io credo che denunciare qualcosa, come queste atrocità, per esempio, sia un dovere civile da preferirsi al silenzio e indifferenza colpevoli. Bravo.

    Ti seguo.

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  15. Non credi sia arrivato il tempo di lasciare quella maschera?
    Anche le lacrime hanno valore, anche la pioggia serve, non solamente il sole.
    E’ tempo di vivere, non lasciare che il tempo passi
    senza aver almeno provato ad essere felice!
    ⊰ Anton Vanligt ⊱

    Un abbraccio con tanto tanto sentimento

    HG

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