L’antica Dama IV

L'antica Dama.

Il cielo era magnifico, libero da nuvole e velato appena, nella parte inferiore, da uno strato sottile di polvere Il Milord nel 1920luccicante. Stelle a grappoli e onde lievi a levigare il grande cristallo: la luna si cullava tra gli scogli e foglie s’agitavano e tentennavano, percorse da refoli di vento sottile. Luce lieve, onde, piccole e schiumose, suoni ignoti si liberavano nell’aria colma di profumi e la spiaggia appariva desolata e silenziosa. Solo il dolore. Lo sentii scorrere come una sensazione nuova e la consapevolezza che avrei perduto la mia essenza. Io smarrito, io follìa, io straniero in un mondo nuovo, amico e ostile. Ricordai, con nitore, gli ultimi istanti della conversazione; il viso di lei, quegli occhi sinceri e profondi; il suo passo leggiadro; le mani piccole e ben curate. Sentii il suo profumo e agonizzai nel respiro del mio cuore. Il cielo era ancora magnifico e il vespro si perdeva nelle pozzanghere subito dopo la pioggia; quella pioggia lenta che sedava le rocce e mi feriva l’anima, se ancora ne avevo una. I pensieri oscillavano nei vuoti degli istanti dell’ addio, racchiusi dentro i suoi occhi verdi, profondi e nelle sue parole intrise di sentimento e cattivi presagi. Le labbra si muovevano ritmicamente; sembravano fuochi fatui che io non volevo ascoltare. Inseguivo, invece, il volo dei gabbiani oltre le scogliere, dentro quell’aria umida e malata. Avevo passato quella giornata come avevo passato le altre, lungo la spiaggia e nel bosco, tenendo un libro sulle ginocchia e gli occhi socchiusi rivolti verso il sole.
Avevo un solo pensiero, ed era questo: che loro sarebbero tornati e avrebbero ballatoElla nella sala, come aveva promesso la mia “Antica Dama”. Non facevo che provar gioia per questo. Una gioia dolce e ansiosa, mai provata in tutti questi anni lunghi e morti che erano passati. Il pranzo si consumò prima del solito, e così pure la cena  che venne servita nella stanza del pianoforte, perché nella sala centrale stavano facendo i preparativi per il ballo: tutto era preparato in modo festoso. Poi, calato il buio, quando fui nella mia stanza, la vita riprese nella strada e in tutto il circondario. I gitanti rientrarono; altri ne arrivavano, in bicicletta e in carrozza. Al piano di sotto, lungo il giardino, si sentiva già accordare un violino e i suoni nasali di un clarinetto che si esercitava. Tutto prometteva che sarebbe stata una festa brillante. Poi l’orchestra attaccò una nuova marcia e i suoni arrivarono fino a me, smorzati e pieni di ritmo: il ballo si aprì con una “polonaise”. Rimasi seduto in silenzio, ascoltando. Ma quando sentii che il tempo di marcia si trasformava nel ritmo di un valzer, mi alzai ed uscii senza far rumore. Dal corridoio dov’ero, si poteva arrivare anche ad una sala secondaria d’ingresso laterale della villa e da lì, senza attraversare nessuna altra stanza, alla veranda a vetri. Presi quella strada e senza far rumore, come se mi trovassi su sentieri proibiti, avanzai cautamente a tentoni, nel buio, irresistibilmente attratto dal ritmo ingenuo e dolcemente ondeggiante della musica le  cui note ora mi avvolgevano, chiare e pure.
La veranda era vuota e buia, ma la porta a vetri che dava sulla sala, dove coi loro lucenti riflettori le due grandi lampade a petrolio diffondevano una luce chiara, era aperta. E là, entrai, a passi silenziosi, e il piacere furtivo di stare nel buio e di poter spiare, non visto, quelli che ballavano nella luce, mi scorreva come un brivido lungo la pelle. Impaziente e avido lo sguardo si diresse, subito, verso quello che cercavo. La festa sembrava già dispiegarsi L'antica damain tutta la sua allegria nonostante fosse iniziata da appena mezz’ora, ma tutti erano arrivati già accaldati e pieni di animazione, dopo aver passato tutti insieme la giornata, sereni, felici e uniti. Nella sala del pianoforte, da dove potevo dominare con lo sguardo sporgendomi un po’, si erano raccolti i più vecchi per giocare a carte, fumando e bevendo; altri, invece, erano seduti sulle sedie di velluto, in prima fila, accanto alle loro mogli e lungo le pareti del salone e assistevano al ballo. Appoggiavano le mani sulle ginocchia divaricate e gonfiavano le guance con aria di profondo benessere, mentre le madri, il cappellino in testa, le mani incrociate sotto il petto e la testa inclinata da un lato osservavano l’agitarsi, tumultuoso, dei giovani. Lungo la parete maggiore della sala era stato eretto un palco, e lì i musicanti facevano del loro meglio.
C’era perfino una tromba che suonava cauta e quasi esitando, come se avesse paura della propria voce che  si spezzava e cadeva nei toni del falsetto. Le coppie si muovevano le une intorno alle altre, ondeggiavano e volteggiavano, altre invece camminavano, per la sala, tenendosi a braccetto. E d’un tratto la vidi. Volse da un lato la testa, con un gesto molto particolare, ridendo, mentre con aria spavalda sollevava la mano, una mano da ragazzina che non era né molto sottile, né molto delicata, ma con grazia,Il Milord portandola alla nuca. La manica, leggerissima, scivolò indietro e le scoprì il gomito e di colpo la nostalgia mi sconvolse il petto con tale dolorosa violenza che, quasi istintivamente, mi ritirai ancora più nel buio, perché nessuno vedesse la contrazione del mio volto. “Vi siete dimenticato di me, Milord?”, mi chiese sorridendo. No, mai! Uscii in fretta da quella sala, da quel rumore, da quei fantasmi. Cosa importa del re se piange perché è solo? E compresi che ero  nel mio, ennesimo, incubo. Io stavo, come sto, tra due mondi, di cui nessuno è mio e nessuno mi appartiene. Profondo per gioia e per destino, che nessun Oltre lo specchiodesiderio sembra più dolce e più degno di essere sentito come la gioia che porta alla normalità entro questa bufera che ho in cuore. Lievemente, col dorso della mano, mi soffermai a percepire la liscia superficie di quello specchio. La scorsi nella sua lunghezza e ne saggiai la lucentezza. Avevo, nuovamente, pianto. Un fruscio, leggero alle mie spalle mi sviò da quei pensieri. Voltandomi, velocemente, percepii come un movimento repentino, ma non vidi alcunché. Il profumo, però, oh sì quello era presente e forte. Inspirai con serenità e socchiusi gli occhi. Quando li riaprii mi accorsi che la stanza aveva modificato la sua dimensione: una specola di se stessa. Ecco, ero di nuovo imprigionato dentro quello specchio e dal Mondo Accanto osservavo il Mondo Questo che, ormai, non mi apparteneva più. Allungai una mano verso la grande sala da ballo e d’improvviso fu il buio e il silenzio.
Ero, nuovamente solo, tra le ombre dei ricordi e i sussurri dei miei anni. Chiusi gli occhi e mi  addormentai.
Addio Milord.
Cordialità

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96 pensieri su “L’antica Dama IV

  1. E ti stringerò, tra le mie braccia, per non perderti.
    Romperò tutti gli specchi e chiederò al mondo di restare uniti oltre
    Il Mondo Accanto,
    oltre quel tempo che,
    nemico,
    ci separò
    coprendo le nostre vite
    di attesa
    e di specchi.
    Bentornata Antica Dama,
    madre d’amore
    e d’onore.

    Un caro abbraccio mio Signore.

    Isabella

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  2. Grazie Ninni… Questo dono mi fa rammentare qualcosa che mai si è assopito nella mia mente.
    Qualcosa che ancor nei pensieri ha il vorticare dolce di un valzer…

    Ricordo la notte del “Galà d’Inverno” come fosse oggi.
    Quella notte avrebbe dato inizio al periodo delle celebrazioni e dei festeggiamenti per il Natale, e come ogni anno, ci sarebbero state una moltitudine di cene, di gran galà, che avrebbero immerso me e la mia famiglia nella demonìa del consumismo sfrenato di festività pseudo religiose. All’epoca ero una ragazzetta ribelle, che a stento comprendeva le regole ferree di una società fatta di dogmi e di imposizioni.
    I miei genitori, mi trascinavano a cene noiose e a feste danzanti, non comprendevano che per me quei giorni, erano magici. La notte del solstizio d’inverno era una notte di magia, che mi avrebbe riportata ad antiche tradizioni di origine celtica. Yule, quando la notte diviene padrona e il buio totale ammanta il mondo ed è necessario mantenere accesa la fiamma della rinascita.

    Per me quella sera sarebbe stata speciale ed unica.
    Sarei rinata una seconda volta a ventun anni. Quella notte avrei dismesso il panni di bimba e indossato i panni di donna avrei rivissuto le tre tappe di un viaggio alchemico: dove le tenebre s’infittiscono, l’alba s’imbianca e la fiamma risplende.

    Il protocollo consigliava un abbigliamento consono alla serata. Le donne vestite con tenui colori; gli uomini in smoking. Contro il volere di mia madre, quella sera, indossai una toilette molto elegante dalle nuance verde smeraldo. La serata fu un tripudio di danze e di brindisi, di chiacchiere e di musica. La mia tristezza era celata dalla maschera della felicità. Mi sentivo sola, nonostante fossi accerchiata da molte persone. Fu allora che mi avvicinai a una delle grandi finestre.

    Nevicava.

    Aprii uno spiraglio e il freddo mi colpì. Il vento gelido, dalla tempestosa mano, picchiava contro gli scuri implorando la mia compagnia. Uscii e raggiunsi il cuore della notte. Respirai a fondo, fino a quando non udii un gemito. Forse era il reiterato sospiro del vento, mio strano accompagnatore e inopportuno amico, o il richiamo antico di una voce millenaria sorta dalle tenebre per non darmi pace. Girai la testa di scatto, e fu allora che ti vidi. Eri affacciato ad una portafinestra adiacente a quella dal salone. Le luci di quella stanza erano spente. Vi era solo la luce fioca di poche candele ad illuminarti il volto. Mi avvicinai a te. In quel momento il suono di un valzer riempì di musica l’aria gelida. Mi prendesti le mani ed iniziò il ballo. Quel valzer era il legame nascosto e insondabile che mi era stato donato da qualcuno che veniva per me, da un “mondo accanto”.
    Ancora adesso ricordo il profumo di neve ed eterno, e sento il tuo calore avvolgermi come un mantello caldo e sicuro.
    Quei ricordi e quelle immagini di noi, si susseguono in maniera perfetta, che a guardarle, forse, un’altra volta potremmo svelarne il segreto. Il vento gelido portò nella stanza grossi fiocchi di neve e ce li gettava addosso come fossero stati coriandoli.
    La mia guancia appoggiata alla tua. Una lacrima divisa in due e l’eco della tua voce che mi sussurrava: “Il Sole ritorna sempre, e con lui la vita. Soffia sulla brace ed il fuoco rinascerà”.

    Per il resto della mia vita, soffiai sulle braci dell’amore.
    Quello che da sempre unisce due mondi, due esistenze, due anime.

    … e il valzer va sempre avanti…

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    • Donna Emilia di Roccabruna

      Tra le dita
      serbo un ricordo.
      Una forza maestosa
      che scivola,
      come il vento.

      Sale dai lembi,
      ora aperti
      e scoscesi,
      di cascate d’acqua
      e ruggiti del mare.

      Una forza dannata
      e sorridente;
      una forza impetuosa
      e accecante.

      La forza di un ricordo,
      oltre le viscere
      di una terra amara
      e secca.

      Piange, fra i gradini
      d’una chiesa abbandonata,
      quel bimbo solitario
      e nel freddo racchiuso.

      Tace la madre,
      al desco nudo
      e geme e guarda,
      la vita dal futuro
      rifugiarsi nel passato.

      Ride il passante,
      davanti a quel pagliaccio,
      al mimo dai colori sì sgargianti,
      di maschere bianche e gialle.

      Ride il mondo,
      racchiuso in una sfera,
      senza libertà
      e senza fantasia.

      Triste la vita,
      soddisfatta nella morte,
      che tanto chiede,
      e nulla prende.

      Quel sogno nel cielo,
      che fu sì maestro,
      mi diede la forza
      e grande coraggio.

      Salva te stesso
      e cura il tuo sguardo,
      da me e come adesso
      nel cuore quel dardo.

      Fu facile amare,
      di fuoco parole e sentire,
      per l’ultima onta, a sfamare,
      fu caro quel dolce dormire.
      (n.r.)

      Grazie

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  3. Il Vostro racconto, My Lord, ha la capacità di far entrare il lettore nel vostro animo tormentato con sincera e reale partecipazione. Si respira per arrivare al cuore. Una bellezza arcana circonda sentimenti che entrano ed escono da un mondo reale al mondo accanto ( come dolcemente lo chiamate voi ).
    Lo percepisco come un vivere… non vivere in ricordi che mai scompariranno. Compagni fedeli di vita.
    Chi ha veramente amato, sono convinta, ne resta avvolto.
    Ammirata vi mando un abbraccio di profonda amicizia.
    Vostra Giovanna Scaglione Orofiorentino

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  4. .

    Vetri di specchio, spigoli di silenzio
    pungono abissi: i Tuoi.
    Pittore divelto da schemi,
    ridipingi cieli imperfetti,
    nel peso del tuo stare.

    Sospeso, imprimi la tua pace,
    mentre neghi la voce
    nell’eco del tuo amare.
    Nascondi il senso, si quieti il canto
    nell’ora buia che copre il vento.

    E nel tempo indeciso
    fra inferno e paradiso,
    mentre gocciola pece
    e cristallizza la brace,
    covai l’immenso ardere
    del non dimenticare.

    Come eterno fulgore,
    rimane l’amore,
    nell’ora triste,
    ma migliore,
    mi affacciai, dentro Te.

    Cordialità, Lord Ninni.

    Bentornata Antica Dama.

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    • Lady Emma Vittoria F. Dall’Armellina

      Tale ne fu la voce
      che sorse dalle viscere
      di una terra infuocata:
      Serba intatta, donna,
      lo spirito che,
      nascendo,
      ti rese donna.
      Altro, oltre lo sguardo spento
      del tempo passato,
      sarebbe nel Fato
      che, onesto e bizzaro,
      da Dèa, ti fece Regina.
      (n.r.)

      Grazie

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  5. Caro Ninni, carissimo amico mio,

    leggo immersa nelle righe appena scorse con un’espressione distratta e un po’ confusa. Leggo lo struggente dolore che, racchiuso nel cuore, lo mantiene – protetto – dentro uno specchio. La finestra del Mondo Accanto. Quel mondo che ho imparato a leggere e a conoscere grazie a te, amico mio. Quanti siamo, rinchiusi e prigionieri di quel mondo? Prigionieri dei nostri riflessi? Credo che nessuno possa sfuggire a quel mondo che, da lontano, offre e osserva l’amenità delle nostre giornate e la futilità dei nostri gesti quotidiani.

    Dovremmo potere aggiungere, anche, un po’ di umanità a questa nostra vita.
    Forse quello specchio, quelle fredde pareti che trattengono i nostri cuori, potrebbero spezzarsi o almeno appannarsi.
    Forse potremmo tornare a vivere … una vita più pulita, più sincera, più vera.

    Sei bravo, amico mio e questo sentimento di ammirazione nei tuoi confronti, se possibile, cresce ancora.
    Sei bravo e … tanti “in bocca al lupo”.

    Un abbraccio e … ti seguirò.
    Con affetto e profonda stima.

    Marisa

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  6. Ciao Ninni.
    Questa “rievocazione” onirica ha avuto il pregio di farmi fermare a leggere; fermarmi e riflettere; riflettere su tanto. Quel tanto che dona l’unica frase che, forse, non ci poniamo mai: “Cosa faccio? Perchè ci sono? Ricordo, rammentando, i punti salienti della mia vita? Quali sono i punti salienti?”.

    Amico mio, riesci, sempre, a far riflettere pur nel momento del ricordo (o del desiderio?). E’ molto bello quello che regali e affronti per chi, come me, mi accosto, con umiltà, alle tue parole.

    Si, è vero, viviamo chiusi e racchiusi dentro un recinto dai confini così esili che non ne percepiamo la presenza. Tu che sei amico del “Tuo Mondo Accanto”, dimmi Ninni, esiste anche per me un posto dove sognare e decidere se vivere o sognare?

    Un fraterno abbraccio.
    Tornerò a trovarti per seguirti.
    Ciao.

    Spillo

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    • Sir Spillo

      Dolce il cammino
      racchiuso e prigioniero
      nella luce
      e vittima del buio.

      Solo rimane
      tra le mani
      e un bacio.

      Solo rimango,
      nel desiderio
      di un’attesa
      mai iniziata.

      Tra i passi
      di una notte umida,
      nel freddo
      di un marciapiede
      piombo rosa.

      Nessuno può….
      Nessuno più…..
      (n.r.)

      Grazie

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  7. Buon giorno Ninni.
    (Ciao Spillo)

    Vedi? Avevo ragione io. Sei riuscito, con un cannoneggiamento emotivo costante e ripetuto, a scuotere “chi” non si poteva scuotere. Spillo addirittura. Hai un cuore veramente grande Ninni e relazionarsi, parlare o semplicemente lavorare al tuo fianco è, realmente, edificante.

    Il ricordo, un po’ svanito e confuso, ci fa osservare, quasi sempre, le montagne più vicine di quanto non siano in realtà. (Non è una critica a Spillo, anzi.)
    Ma i ricordi (e soprattutto per mezzo di essi) costituiscono la summa per una confessione ed espiazione dei nostri peccati, deboli o importanti che siano.

    Vorrei tornarci su con più compiutezza, carissimo Ninni.

    Dammi due o tremila anni e forse potrò abbozzarti un commento degno. Al momento, davanti alle tue parole, mi sento un po’ non sicuro.

    Un sentito abbraccio.

    Gianluigi

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  8. “Il cielo era magnifico, libero da nuvole e velato appena, nella parte inferiore, da uno strato sottile di polvere luccicante. Stelle a grappoli e onde lievi a levigare il grande cristallo: la luna si cullava tra gli scogli e foglie s’agitavano e tentennavano, percorse da refoli di vento sottile. Luce lieve, onde, piccole e schiumose, suoni ignoti si liberavano nell’aria colma di profumi e la spiaggia appariva desolata e silenziosa. Solo il dolore. Lo sentii scorrere come una sensazione nuova e la consapevolezza che avrei perduto la mia essenza. Io smarrito, io follìa, io straniero in un mondo nuovo, amico e ostile. Ricordai, con nitore, gli ultimi istanti della conversazione; il viso di lei, quegli occhi sinceri e profondi; il suo passo leggiadro; le mani piccole e ben curate. Sentii il suo profumo e agonizzai nel respiro del mio cuore. Il cielo era ancora magnifico e il vespro si perdeva nelle pozzanghere subito dopo la pioggia; quella pioggia lenta che sedava le rocce e mi feriva l’anima, se ancora ne avevo una. I pensieri oscillavano nei vuoti degli istanti dell’ addio, racchiusi dentro i suoi occhi verdi, profondi e nelle sue parole intrise di sentimento e cattivi presagi. Le labbra si muovevano ritmicamente; sembravano fuochi fatui che io non volevo ascoltare. Inseguivo, invece, il volo dei gabbiani oltre le scogliere, dentro quell’aria umida e malata. Avevo passato quella giornata come avevo passato le altre, lungo la spiaggia e nel bosco, tenendo un libro sulle ginocchia e gli occhi socchiusi rivolti verso il sole. Avevo un solo pensiero, ed era questo: che loro sarebbero tornati e avrebbero ballato nella sala, come aveva promesso la mia “Antica Dama”.”

    Ninni! hai cambiato l’introduzione… e le foto! Mamma mia, una descrizione che sembra un dipinto.

    GRAZIE PER L’INASPETTATO DONO!
    SEI SPETTACOLARE. LA BERTA HA FATTO LO STRUDEL IN TUO ONORE

    (Lettori tutti! ma vi eravate accorti di cotanto dono?)

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    • Donna Emilia di Roccabruna


      Prima di consegnare il tuo sorriso al mondo
      cerca il mio volto.

      Prima di esser come sei,
      regalami i tuoi silenzi
      e imparerò ad ascoltare
      i tuoi sorrisi
      e i tuoi pensieri.

      Ultima rosa,
      nata senza spine,
      sbocciata dentro le nubi
      di un sogno incantato
      dei tuoi perchè,
      e delle paure

      parlami del Fato
      e delle tue paure.
      Tergerò le tue lacrime,
      con il sorriso del cuore
      (n.r.)

      Grazie

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  9. Delicatezza e amore.
    Ecco quello che ho letto. Una poesia fra le parole, un grido disperato tra il mondo reale e il sentimento.

    Sono commossa mio Signore.
    Abbiate un buon sabato e un pensiero sottile.

    (Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente. La calma è una vigliaccheria dell’anima).
    (L. N. Tolstoj)

    LMG

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    • La Maga Rossa

      Lontano, tra essenze,
      profumi inviolati
      nascondo un gioello.

      Un gioiello prezioso
      fra le dita
      del tempo e delle ore.

      Tra i sorrisi e le lacrime,
      di un’ora perduta
      dentro una preghiera
      ed oltre un addio.
      (n.r.)

      Grazie

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  10. Una lirica bella, delicata e come sempre, molto profonda, caro Dott. Raimondi.
    La sua, ormai famosissima, saga dell’antica dama, colpisce per la perfezione stilistica e per la bellezza del tratto.
    Veramente molto bella.

    Buona serata

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    • Preg.mo Sig. Furio C.

      Buon giorno a Voi
      con il sole, nel mattino,
      e la tragicità di un ricordo.

      Rosa e biancospino,
      reser cuore sordo,
      al glicine più argentino.

      Serbare tal profumi,
      per stringere tal ricchezze,
      lasciarono barlumi
      di grandi accortezze.
      (n.r.)

      Grazie

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  11. Buon giorno e buona domenica, Milord.
    Mi sento più confortata.
    E’ tornata l’Antica Dama che in questi anni mi ha tenuto compagnia con la dolcezza del sentimento e la pacatezza dei suoni.
    Un racconto avvincente e sereno. Mi ricordo che facevo le ore piccole e piccolissime per scrivere sull’Antica Dama.

    Negli occhi
    e nella luce
    lo specchio trasforma
    e innalza il cuore
    oltre i tendaggi
    delle nostre vite,
    nel ricordo
    e nei pensieri
    dietro uno specchio.

    Un caro saluto per tutti.
    Per la Signora Emilia di Roccabruna:
    Bello quello che ha scritto!

    Buona domenica

    Eleonora

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  12. “Credi davvero che io non mi sia immaginata le tue mani sopra la mia pelle? Quando fuori pioveva, quando fuori faceva freddo e quando la malinconia mi stava per entrare dentro, davvero credi che non abbia immaginato niente di noi due insieme? Davvero credi che io, tra tutti gli altri, non ti abbia scelto?”

    ⊰ Web-Senza amore non va bene, va e basta ⊱

    Mio Milord Ninni…
    Commossa dentro al desiderio.
    A Voi un pensiero bagnato d’amore.

    Un abbraccio; vostra sempre…

    HG

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    • Lady Hallison Grey


      Tristezza tra guerre
      son lacrime di fango che stringo
      e urlo la pace
      portandone guerra.

      Sì, guerra,
      su questa terra,
      su questa vita distrutta
      e bruciata
      seccata,
      offesa
      e dannata.

      Uccidimi per primo,
      risparmierò l’ultima volonta,
      prima di spirare.
      (n.r.)

      Grazie

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    • Lady Giovanna Giò di Rosaoscura


      Quanti futuri
      la nostra parola
      racchiude, immersa,
      nei cuori sottili?

      Poesia, Ella grida,
      ed ecco, l’appare
      come in un sogno
      di là dal mare.

      Duro cimento,
      saper osservare,
      in questo tormento
      che fa disarmare
      (n.r.)

      Grazie

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  13. Carissimo amico mio.
    Carissimo Ninni.
    Sto partendo anch’io per una “trasferta” che certo mi terrà impegnato per un po’. Leggo queste tue righe e soffro della tua sofferenza interiore che si fa luce nella mente. Ti scrissi, già un po’ di tempo fa, tutto quello che una persona (un uomo come noi) può o non può fare. Dimenticavo, molto ingenuamente, che mi stavo rivolgendo, con l’innocenza di un bambino, ad un “Maestro di vita”.

    Sò, perfettamente che, leggendo queste parole, ti innervosirai. (credo di aver imparato a conoscere il tuo carattere aperto, ma evoluto verso gli altri)
    Non mi interessa. Non mi interessano le posizioni subordinate!

    Come spesso hai fatto notare (anche con tanta foga e rabbia) nessun uomo non si “deve inginocchiare mai al cospetto di un altro uomo”. Io, oggi, seppur con tanta tristezza, lo faccio davanti all’Umanità, chiedendo perdono per tutto quello che non dissi a mio padre e per quello che non diedi a mia madre.

    Si sacrificarono tantissimo (non navigavamo, certo, in acque floride. Anzi…); mio padre, lavoratore a cottimo presso un “guantificio” qui a Milano lavorò, in più, non so per quante notti pur di potermi pagare le tasse universitarie, mentre io continuavo a curarmi la “filarina” e piazzandomi nei gruppi di tendenza dei collettivi, facevo le mie Tavole Rotonde … in pizzeria o da Biffi in galleria.

    Facevo il fighetto con l’insonnia di mio padre che, stanco morto, tornando a casa si sfogava con mia madre.
    Io la causa; io il peccato.

    Ecco, allora, il tuo pezzo che mi colpisce talmente forte da farmi sparire il respiro. Mi hai inchiodato davanti ‘sto monitor, Ninni e non ti nascondo che, leggendo, mi sono emozionato al ricordo della mia mamma e di quel burberaccio di mio padre, quasi come fossero un’estensione dell’Antica Dama.

    Vado, adesso.
    Ho tanta strada da fare e tanto lavoro da sbrigare.
    Ti lascio un abbraccio e tanta ammirazione per quello che sai regalare pur in presenza di situazioni che di romantico hanno ben poco.

    Con tantissima stima.
    Un abbraccio

    Valerio

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    • Sir Valerio B.


      Ammaliator cortese
      di male infetto
      e nell’inetto
      sangue
      che langue
      nei bar, agli angoli della vita
      e sotto i ponti della morte.

      Ultima speranza
      tra lo sterco nelle vene
      e il ricordo antico:
      pietà,
      petà
      e ancora pietà.

      Nella sua risposta,
      sorridente,
      di pietà convenne:
      Al primo osserverai,
      al secondo ne soffrirai
      al terzo ne morirai.

      Vile pianto
      di una città morente
      tra le fiamme dell’inferno
      e un paradiso fuggente.
      (n.r.)

      Grazie

      "Mi piace"

  14. E’ Necessario percorrere in lungo e in largo questa strana esistenza, fra bagliori di una rara felicità, danzare e specchiarsi nel sole di una terrazza in primavera. Ringraziando il cielo di essere vissuta fino ad un tale Addio … silenzioso e senza ferite apparenti.

    Le ferite ci sono … e da qualsiasi parte dello specchio ci si trovi, fanno ancora Male … tanto, Troppo.
    Ed è necessario cercare, nel silenzio di questo tempo inquieto; un lembo di Terra che si possa chiamare casa, con le sue Tempeste ed il suo oceano che risuona fin dentro l’Anima.

    Una sola cosa ha importanza … ancora e per il resto dei giorni.
    Una cosa che ha la valenza stessa di una Intera Esistenza. Rubata forse ai contorni ed alle circostanze sbagliate. Magari all’Assenza di Voce. Uno sguardo che riesca a racchiudere in se stesso il bacio di quel Mondo Altro. Agognato, Respinto, Temuto, Amato.
    ___
    Milord,
    l’Antica Dama ha una nuova sfumatura che pare essere stata dipinta dalle Memorie … come quando ci si trova a passeggiare lungo i viali di antichi giardini … respirando Glicine e profondità.

    Abbiate Cura di Voi.

    I Miei Rispetti
    Ni’Ghail

    Slàn

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    • Lady Nì Ghail


      Possiamo, noi, dunque,
      rapire il cielo
      e trattenerne il soffio?

      Troveremo, oltre quella strada,
      il primo vagito
      e l’ultimo rantolo,
      che, suggello pietoso,
      alle nostre esistenze
      posero?

      Raccontami, amica mia,
      quanto duro è l’esser soli
      e ti sussurrerò
      quanta parte dolce,
      si ebbe in vita,
      dopo di noi.
      /n.r.)

      Grazie

      "Mi piace"

  15. .

    Nel silenzio ovattato di questa notte di neve,
    pochi passi mi portano nel “tuo” mondo accanto.
    Il silenzio fa un rumore assordante.
    Come quello di una lacrima che scivola sul viso, infrangendosi.

    Buonanotte

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    • Lady Emma Vittoria F. Dall’Armellina

      Il silenzio

      Nel silenzio dell’Immenso e negli anfratti del”tutto” si nasconde il sublime.
      Si tratta di quel sublime che tocca il nostro cuore e rilascia la nostra esistenza. Come parlare e generare e ascoltare quelle note, quella musica che canta al cuore e si ode nelle orecchie. Quel canto che compare e poi scompare racchiuso nei meandri della memoria, sia essa quella nostra, sia essa quella di ognuno di noi?
      Abbiamo, forse, la forza?
      Quella forza che sublima il nostro essere e che ci porta a conoscere per crescere? Chi ci fornirà quella forza, foss’anche per ricordare un “qualcosa” di passato che, forse, passato non lo è mai?
      Ecco spuntare, in un attimo, il primo raggio di sole, oltre le colline e oltre le tenebre che squarcerà quel velo di oscurità, a lungo e per lungo tempo subìto. Quel velo che, nel silenzio del nostro cuore, lascia e rilascia l’ultimo pensiero angosciante per coprirsi, o forse ammantarsi, di silenzio.

      Come le mani di una bambina, felice, racchiudono l’oggetto della gioia stessa. Come un piccolo tesoro stretto nell’incavo di una mano che rimarrà per sempre nascosto agli altri: ecco, questa è la preziosità della vita e del ricordo. Vivere e respirare, nuovamente, dentro i propri sorrisi e le proprie lacrime che, non sempre son lacrime di tristezza, ma possono divenir di gioia; quel tempo passato che il passato non riesce a cancellare e che il futuro, tornando, ricopre con la forza di un ricordo sorridendo.

      Questa magica poesia esiste.
      Esiste nei nostri cuori e esiste negli anfratti più belli e segreti della vita.
      Quella vita che, spesso, tentiamo di correggere, ma che ci corregge volentieri e spesso con i nostri sospiri, struggimenti, dolori, ma anche gioie e futuri uguali e improbabili.

      Non abbiamo che da scegliere.
      Possiamo “ancora” scegliere!

      Grazie

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  16. My Lord, spero stiate bene. Rileggo con emozione questo scritto. Spero abbiate presto possibilità di tornare qui, nelle vostre stanze.
    Con la stima e l’amicizia di sempre, vi abbraccio.
    Giovanna Scaglione

    A tutti mando un caro e sentito saluto.

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    • Lady Giovanna di Orofiorentino


      Un campo per sognare,
      tra piccole mani
      nel freddo e una moneta.

      Piccolo mondo,
      di chiaro e felice
      che osserva nel tempo.

      Il cielo, le nuvole,
      divine parole,
      tra oscuri sussurri
      e bacio di mamma.

      Sobria l’immagine
      e alto il calore,
      vuoto nel tempo
      tra sole e tempesta.
      (n.r.)

      Grazie

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  17. Eccomi di ritorno e pronta per “ripartire”. Leggo e rileggo queste righe da te lasciate Ninni e rimango fortemente colpita dalla profonda carica umana che lasci nel cuore (per chi ce l’ha) di chi ti legge. Chiedo scusa se, leggendomi tra le righe, può sembrare che le mia parole siano venate di “sarcasmo”.
    Vero è che nessuno, sottintendendo proprio “nessuno”, è in grado di poter misurare il proprio grado di umanità. Non almeno come viene inteso nella cultura occidentale; non almeno come, nella comune accezione, può esserinteso. Perplessità? Superficialità? Sono perplessa, decisamente, per la staticità emotiva lasciata “dall’Uomo” in quanto tale e dalla immobilità di chi potendo rivelarsi e/o parlare e/o esprimere quello che, realmente, passa per l’altare del cuore, si rivela poi essere l’altare della convenienza o del vuoto parolaio.

    La tua assenza si nota, Ninni.
    Si nota tantissimo nelle risposte interrotte; nei discorsi a mezz’aria e nella “poetica” che, solitaria, viaggia su binari inesplorati, ma insondabili.

    Ho imparato a leggere e leggerti. Mi basta per il giudizio che mi sono fatta delle parole e dei suoni che emette il cuore quando esprime o scrive.
    Rimarrò, rimarremo, in attesa e nel frattempo, stà tranquillo, le voci ed i pensiero degli amici, estimatori e amanti dell’analisi introspetiva non si faranno mancare.

    Ciao con profondissima stima.

    Melissa

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  18. Scorro con gli occhi e con le dita queste righe che mi parlano di un mondo lontano e tanto vicino. Assaporo il gusto e il profumo delle tue frasi e sono un po’ più serena e a contatto con quella parte nascosta che chiamiamo anima. Leggere queste frasi, carissimo Ninni, in questo piccolo lembo di terra, quasi come guardiane di un mondo perduto, mi portano a considerare e riconsiderare tutti i passi, tutti quei piccoli passi, che ho fatto percorrendo “l’infinito”.

    Ti ringrazio per questi momenti muti e forti che hai saputo lasciare nascosti tra tue impronte e lungo i viali di questo incantevole giardino.
    Leggo e rileggo mentre, il mondo con la sua presenza arrogante, mi risveglia da questo letargo che dura una vita e non supera il secondo. Sento, stancamente, la voce dell’esistenza che, parlandomi in un sussurro, sembra rimproverarmi questa vita trascorsa a raccontare delle “opere finite” ad un “prossimo” che non vuole ascoltare.

    Caro Ninni riesci e sei riuscito ad indicare tutto quello che le nostre parole, alcune volte, cercano ma … non trovano!

    Leggo e a quanto pare, leggiamo in tanti ….

    Un saluto pieno di amicizia e tanta stima. Spero tu possa sentire il calore di questo abbraccio.
    Ovunque tu sia!

    Con ammirazione,
    Non resistevo più … e intanto rileggo …

    Melissa

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  19. Buon giorno Milord.
    Leggere e rileggere queste parole, mi commuovono e riempiono l’animo di dolcezza.
    Sprattutto la frase, saggiamente sottolineata dalla Signora Emilia di Roccabruna:

    “Il cielo era magnifico, libero da nuvole e velato appena, nella parte inferiore, da uno strato sottile di polvere luccicante. Stelle a grappoli e onde lievi a levigare il grande cristallo: la luna si cullava tra gli scogli e foglie s’agitavano e tentennavano, percorse da refoli di vento sottile. Luce lieve, onde, piccole e schiumose, suoni ignoti si liberavano nell’aria colma di profumi e la spiaggia appariva desolata e silenziosa. Solo il dolore. Lo sentii scorrere come una sensazione nuova e la consapevolezza che avrei perduto la mia essenza. ”

    Questa è poesia Lord Ninni.
    Poesia pura.

    Buona giornata e un caro saluto per tutti.

    Eleonora

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    • Tovarish Nikolaij Kuznetsov


      La stretta di mano
      non per salutare,
      ma per amare.

      Come amare
      queste labbra,
      nel lungo cielo
      di una disperazione,
      mai finita.

      Stringere la mano
      è carità:
      è ricevere, in un giorno,
      tutto quel che ti venne dato.
      (n.r.)

      Grazie

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  20. Prepotente sensazione di esser proiettati in quel groviglio di emozioni, sortendo un effetto onirico e realistico allo stesso tempo: gli specchi dei ricordi riflettono immagini mai sopite e fragranze ancor pregnanti di lontani echi…
    Lady Rosemary3

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    • Lady Rosemary 3


      Ferma il tuo sguardo,
      tra il cielo e la terra.
      Fermati adesso.
      L’ultima alba
      sta per fiorire
      e la vita reclama amore.

      Abbi la forza,
      tra queste ciglia,
      di piangere la gioia
      e non più il dolore.
      (n.r.)

      Grazie

      "Mi piace"

  21. Esiste quel posto in fondo al cuore che si chiama sentimento.
    Una parola per ricordare e una per amare.
    Un caro antico ricordo e un dolce bentornata “Antica Dama”.
    Parole che regalano poesia e lasciano in silenzio gli occhi. Come sempre, mon Milord.

    Questa sera è freddo. Molto. ma un ricordo può riaccendere il calore, come fosse un camonetto.
    Lascio un caro saluto per tutti e buona notte.

    Au revoir mon trésor.

    Annelise
    Paris, 16/12/2012

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    • Madame Annelise Baum


      Mi siederò sulle sponde del fiume,
      parlerò di te al cielo.
      Ascolterò il suono delle acque
      e lo sciabordìo lungo argini.
      Tra le nuvole, inseguirò quel sorriso
      e lo sguardo,
      gioviale
      e incantato,
      dopo il ponte
      e oltre il mare.

      Ascolterò il sussurro dei gabbiani
      e i passi lungo la riva.
      Ti coprirò di vento
      e suonerò i tamburi del silenzio.

      Ritratti infiniti,
      lungo le sedici porte
      e la nebbia circolare,
      oltre il tempo
      e lo spazio
      in un ritorno,
      dentro la dolcezza del silenzio.
      (n.r.)

      Grazie

      "Mi piace"

  22. .

    RITORNO ALLE ORIGINI

    Scrissi nostalgica il tuo nome
    su altari di nuda pietra.
    Coesa nel bianco candore del marmo
    e avvinta in catene d’acciaio,
    quando ancora l’anima mundi vagava eterna
    nel richiamo del tempo, cercai chi ero.

    Dimenticai parte del vento e parte di noi,
    tra sacrari di juta e sensi velati di sale,
    come gli occhi stanchi,
    che divennero tigre nel lampo di uno sguardo.

    Ritorno all’origine; carne nella carne,
    anima nell’anima,
    sangue del prima velato d’antico.
    Blu d’onda vitale nel ventre.

    Essenza strappata all’azzurro cielo,
    nel girovagare profugo del divenire.
    Costante, come goccia che cade,
    lo schioccar di frusta in centro al petto.

    Si spenga il tempo, si fermi il senso.
    Nei sussulti e negli spasimi rochi,
    si specchi il fato tra onde e s’ acquieti il cuore.
    La fame di te e d’anima incide questa lettera.

    Siamo perimetri fumosi,
    in una notte che scende rapida.
    Lenta, terribile… vuota.
    Senza te, dentro me .

    Buona giornata

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    • lady Emma Vittoria F. Dall’Armellina


      Oramai, giorno per giorno,
      il dio delle guance di fuoco
      guidava nudo,
      negli spazi celesti,
      la rutilante quadriglia
      e la sua bionda chioma
      ondeggiava al libeccio,
      improvviso e calato.

      Bianca e serica lucentezza
      indugiava sulle distese acque
      pigramente ondose.
      La sabbia bruciava.
      Sotto l’azzurro etere,
      sfavillante e argenteo,
      ruvidi teli,
      color ruggine,
      eran distesi sulla rena.

      Pur deliziosa
      la sera, quando le piante
      esalavano balsamici profumi.
      le stelle eseguivano,
      lassù,
      la loro danza
      e il mormorio sommesso
      del mare,
      avvolto nella notte,
      parlava d’anima e silenzio.
      (n.r.)

      Grazie

      "Mi piace"

  23. .

    Presto … il Nodo di questo Tempo, scioglierà ciò che resta di Noi. Avremo mani e lacrime, come ne avevamo quando ancora si combatteva per ciò che si Amava … con Lealtà ed in Silenzio.

    Tra il Grigio e la Nebbia, a piccoli passi dentro ad un Giardino che conserva intatte, le Parole … quelle carezze di un verde acceso e di un blu quasi primaverile.
    A tratti riappare l’Antica Fiamma, Inestinguibile come le memorie di coloro che lasciarono un’impronta in ogni esistenza possibile.

    L’Anima non riesce a darsi Pace, si dimena; scalciando dentro ad una bolla di vetro … e poco lontano, il Fuoco restituisce le ombre di un Luogo Mai realmente dimenticato.

    Mi chiedo il Senso e la Forma.
    Il sentimento senza la cornice di un volto che si possa sfiorare … anche solo con il Pensiero.
    ___
    Di questa Antica Dama, Amo lo sguardo, che immagino perso verso l’orizzonte scuro, come un velo insopportabile … sospeso fra due mondi. Una Lucida superficie di specchio a cui non si appartiene e che Avvolge, come una prigione di Sogni e dormiveglia.

    I Miei Rispetti Milord,
    un Caro saluto per Tutti

    Ni’Ghail

    Slàn

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    • Lady Nì Ghail


      Nasce nel senso,
      e nei profondi sguardi,
      l’assenzio
      e il profumo
      che da libertà lontane,
      riversa negli abissi.

      Come ascoltare,
      oscura notte,
      il pianto e il grido,
      che, aria immota,
      raccolse.

      Mirare,
      profumare i tramonti,
      lungo le parole ora tristi
      e in parte accese.

      L’ultimo grido
      alla luna,
      morì in un singulto
      fra le mani,
      antiche,
      di questa esistenza.
      (n.r.)

      Grazie

      "Mi piace"

    • Lady Lilly Simonetta


      Uragani nel cuore,
      sorrisi senza tempo,
      e passi delicati.

      Eco di sussurri,
      sogni tra ciglia
      colorate d’azzurro.

      Ultimi sentieri
      d’un mondo perduto
      tra i silenzi
      e una lacrima.
      (n.r.)

      Grazie

      "Mi piace"

  24. Complimenti Milord
    Un racconto delicato e raffinato che nasce dalla Vostra sensibilità e bravura
    Le storie del vivere, vengono spesso trattate con una filosofica saggezza. Ma io credo che sia esattamente l’opposto.
    Quello che viene fuori dalla lettura di questa pagina, non è tanto un senso di angoscia e delle incertezze nei confronti della vita, ma al contrario, una esaltazione nel sentirsi padroni della vita stessa. Siamo noi, a crearci o a distruggerci la nostra vita.

    .

    Bonsoir Milord Bisousssss
    ♥ vany

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    • Lady Romantica Vany


      Sentire l’anelito del silenzio,
      l’urlo straziato della voce,
      che s’espande nel vuoto,
      d’una camera a sbarre.

      Una mano si tende,
      alla proiezione d’un’ombra,
      che profuma di miele,
      dolce e amara insieme.

      Cadute libere e rendenzione,
      preghiere volte al pianto,
      denso e opaco collante,
      di falangi su occhi.

      Pacato il malessere,
      frapposto a cuore di gesso,
      concezioni che sfumano,
      semplici languori abortiti.

      Ancora taciturna lingua,
      a mieter fredde parole,
      e nel buio del tramonto,
      lento e insensibile perire.
      (n.r.)

      Grazie

      "Mi piace"

  25. Credo sia quasi superfluo, caro Lord Ninni, che ti omaggi dicendoti a chiare lettere che il tuo è uno splendido scritto, per una perfetta armonia di sostanza e di stle. Ciò non ostante lo dico e ben forte, a costo di scadere nella mera retorica, che però mai e in nessun caso è atto di piaggeria.

    L’incantamento in un crescente divenire, come in un sogno – perché d’un sogno di redenzione si tratta -, presto cangia in una situazione statica, di solitudine, a sol favore d’un limbo da cui impossibile è fuggire o anche sol tentare di evadere: dal Mondo Accanto al Mondo Questo c’è un “Niente”, ma proprio questo “Niente” è muro, un muro che si può attraversare soltanto con l’azzardo, rischiando di metter a repentaglio la propria integrità mentale e spirituale. Passare al Mondo Accanto è azzardo per temerari, un azzardo che, come ben evidenzi nel corpo del tuo racconto, porta sì piacere, ma mai in maniera durevole e mai in una foggia che possa esser tradotta all’interno del Mondo Questo.

    In bilico tra quel decadentismo sì tanto caro ad Arthur Schnitzler e alla aristocraticità di Francis Scott Fitzgerald, L’Antica Dama IV, fuor di dubbio, rivela una immensa solitudine interiore, dalla quale par impossibile fuggire anche e solo con i mezzi del sogno. Non sarà certo motivo di conforto per te né per chiunque altro, caro Lord Ninni, specificare che a questo mondo la maggior parte di noi vive “di solitudine” passando di solitudine in solitudine, e sol di rado un vago accenno, forse l’illusione, d’esser nel mondo con una speranza di comunione elettiva.

    Un forte abbraccio con tanta ammirazione e stima, caro Amico

    beppe

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    • Preg.mo Giuseppe Iannozzi

      E’ in questo calore, profumato, di musiche oltre la neve e oltre l’inverno, che ho ritrovato una ragione per esistere.
      Ricordi bianchi come il vento che urlava, incessantemente, alla ricerca di un mondo inesistente oltre le luci di un mondo fatuo. Ecco, oltre le porte del paradiso, si aprono ai cuori quelle lacrime davanti “l’ultima lastra di ghiaccio” dell’Eternità distrutta.

      Negli occhi e nel tempo,
      oltre il tempo e negli occhi,
      vidi una lacrima,
      sopita sotto la neve.
      Il vento e il silenzio
      apparvero oltre il cielo,
      incantato
      e ingioiellato.

      Nulla visse
      e nulla fu perduto.
      Vasto, tra le dita
      e forte nei capelli,
      oggi,
      il vento sussurra
      le parole divine
      che oltre il cielo,
      lasciarono solitari
      i cuori,
      dentro la tormenta,
      e oltre il paradiso.

      Così vissi il ricordo, racchiuso negli occhi di bambino, tra le mani fredde, alla ricerca di un perchè. Nessuna stella rubò mai la luce; nessun cammino rimase buio troppo a lungo; nessuna parola fu detta oltre la vita.
      Ritrovai quella strada, tracciata dai solchi dei miei passi, per morire là, dove iniziò la vita nella gioia del primo sorriso.

      Caldo come una stella e nel freddo della mia esistenza.

      Grazie

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  26. Apri, un passo dopo l’altro, l’occhio e l’orecchio della gente.
    Chi può dire quando, tutto questo, finirà?
    Nessuno.
    Lo si può raccontare, tuttavia.
    Il racconto, dopo, prende la piega di una nota che viene scritta sulle rocce dell’Umanità tutta, viene da dire. Allora armiamoci di occhi per vedere e orecchie persentire (proprio come una notazione biblica), scivolando dentro la dimensione uomo, per capire, riascoltarsi e comprendere.

    Buona domenica e un caro saluto, Ninni

    L.

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    • lady Hilde Strauss


      Ad occhi chiusi
      il sole fra le mani
      il respiro lungo le braccia,
      ascolto e sento
      le parole del mare, lontano,
      e dei vicini ricordi,
      lungo i sorrisi,
      trattenuti da un pianto.
      L’ultimo.
      (n.r.)

      Grazie

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  27. Poesia triste,
    triste per me.

    Perché tutte le persone che amo vanno via?
    Non l’ho certo chiesto,
    io volevo solo un po’ d’amore,
    volevo continuare a sognare
    un futuro senza incertezze,
    e invece mi ritrovo sempre più sola.
    Poesia triste,
    triste senza di te.

    Vorrei regalarti tanti sorrisi,
    ma adesso ho solo lacrime
    ed un pensiero dolce e pieno di dolore:

    Non ti dimenticherò.
    Non voglio essere nessuno
    perché ciò di cui ho bisogno non si conquista,
    non si chiede.

    Quanti volti felici accompagnano le mie giornate!
    Colmo i miei vuoti con attimi indimenticabili
    che non mi appartengono,
    ma entrano nel mio cuore
    con un sottile sentore di speranza.
    Sono stata felice quando ero triste,
    soltanto perché potevo attenderti,
    e le parole,
    timore di una Poesia triste,
    triste senza la tua voce.

    Eppure, il cuore continua a parlarmi di te.
    Lo sai
    Amo tutto quello che sapevo ti avrebbe portato via,
    ed è per questo che ti penso,
    perché la sofferenza
    che portiamo
    non è scelta.

    Poesa triste,
    una poesia per te.

    Poesia di C.B. (non ricordo dove l’ho presa, ma indica, esattamente, il mio stato d’animo)

    Grazie

    Un abbraccio Ninni

    Isabella

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  28. A chi ama e a chi vorrebbe saper amare;
    A chi sogna e a chi ha dimenticato come si fa;
    A chi cura le ferite e a chi le procura;
    A chi stringe al seno un figlio e a chi l’ha perso;
    A chi spera e a chi tradisce;
    A chi lotta per la giustizia e la verità;
    A chi è solo e a chi soffre;
    A chi è felice per le piccole cose e sa abbracciare con gioia;
    A chi parla e a chi sa ascolare;
    A chi è caduto e a chi ci sorregge;
    A chi abbiamo perso e ritrovato;
    A chi è morto; ma vive nei nostri cuori;
    A tutti quelli che non mollano mai;
    A Tutti Voi amici virtuali;
    A chi mi ha fatto compagnia e donato un sorriso;
    A chi mi ha amato e odiato;
    A TE MIO piccolo Ninni con tutto l’amore che posso…

    BUON NATALE; che siano giorni di speranza e rinascita.

    A TUTTI un abbraccio forte … Vostra EMILIA e Vostra Berta…

    Fate i bravi

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    • Donna Emilia di Roccabruna


      Se leggo i tuoi pensieri,
      mi rivedo com’ero, allora..
      Rete invisibile,
      di un tempo passato,
      che brilla nei tuoi occhi
      e muore nei miei.
      (n.r.)

      Ricambiammo di cuore, mia Signora.

      Grazie

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  29. My Lord, vi giungano i miei più sentiti e sinceri auguri per un Natale di Pace, Che finalmente una luce di serenità giunga. Qualunque essa sia.
    Vi abbraccio con la stima e l’affetto di sempre.
    Giovanna Scaglione.

    A tutti i vostri lettori porgo MILLE E MILLE AUGURI

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    • Lady Giovanna di Orofiorentino


      I ricordi conservano,
      nel velluto dei sogni,
      il colore del passato,
      questo.

      Regala al vento,
      questi ultimi pensieri,
      tra le foglie rosse dell’incanto
      e l’addio nero della solitudine.
      (n.r.)

      Lasciammo, tra le Vostre mani, gli auguri migliori per queste festività.

      Grazie

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  30. BUON NATALE A CHI E’ SOLO E NON HA NESSUNO…
    Buon Natale alla mia mamma ed a tutte le mamme del mondo.
    Buon Natale a chi si sveglia con il sorriso sulle labbra e a chi si sveglia con le lacrime agli occhi. Buon Natale al sole che ci scalda il corpo ed alla luna che ci scalda l’anima. Buon Natale al cielo che nonostante le nuvole e sempre azzurro. Buon Natale al mare ed al suo eterno movimento. Buon Natale alle stelle che fanno da scenografia ai nostri amori. Buon Natale a te che ho amato, a te che mi hai odiato, e a te che mi hai ignorato. Buon Natale a chi ho incontrato e a chi ho visto andare via. Buon Natale a chi se ne è andato e a chi è rimasto, a chi è ritornato. Buon Natale a chi poteva essere e non è stato, a chi potevo amare e non ho amato, a chi potevo odiare e non ho mai odiato. Buon Natale a chi mi ha dato la mano, una carezza ed un bacio. Buon Natale e chi a chi mi ha mentito, tradito ed ucciso. Buon Natale agli amici perduti, ma mai dimenticati, quindi mai veramente perduti. Buon Natale e te che sei lontano, ma che non lo sei veramente perchè abiti nel mio cuore e nella mia mente. Buon Natale alla tristezza del tuo passato ed alla gioia del tuo presente. Buon Natale alle tue parole scritte e non dette, alla tua dolcezza ed alle tue presenze. Buon Natale ai tuoi perché, ai tuoi dubbi ed alle tue certezze ed incertezze. Buon Natale al passato, al presente…ad un futuro imminente. Buon Natale ai tuoi incubi ed ai tuoi sogni, alle tue necessità ed ai tuoi bisogni. Buon Natale…..Buon Natale a Te, a me….a NOI….e Buon Natale a chi è come noi. Buon Natale a chi mi ha dato un paio di ali, ed ha guarito tutti i miei mali. Buon Natale a te che sei la vita….
    Anche se oggi hai dimenticato. Mi hai dimenticato.

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    • Lady Alessandra Bianchi


      Due note,
      e una musica, dalle nuvole,
      ricopre, dolcemente, il cielo
      sopra i cuori
      e nei silenzi,
      sempre più lontani,
      ma ancora più vicini.
      (n.r.)

      Vi lasciammo sinceri voti per le correnti festività.

      Grazie

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  31. Ti auguro serene festività, mon trésor.

    In estate come in inverno

    In estate come in inverno
    nel fango nella polvere
    sdraiato su vecchi giornali
    l’uomo che ha l’acqua nelle scarpe
    guarda le barche lontane.

    Accanto a lui un imbecille
    un signore che ne ha
    tristemente pesca con la lenza
    Egli non sa perché
    vedendo passare una chiatta
    la nostalgia lo afferra
    Anch’egli vorrebbe partire
    lontano lontano sull’acqua
    e vivere una nuova vita
    con un po’ di pancia in meno.

    In estate come in inverno
    nel fango nella polvere
    sdraiato su vecchi giornali
    l’uomo che ha l’acqua nelle scarpe
    guarda le barche lontane.

    Il bravo pescatore con la lenza
    torna a casa senza un sol pesce
    Apre una scatoletta di sardine
    e poi si mette a piangere
    Capisce che dovrà morire
    e che non ha mai amato
    Sua moglie lo compatisce
    con un sorriso ironico
    E’ una ignobile megera
    una ranocchia d’acquasantiera.

    In estate come in inverno
    nel fango nella polvere
    sdraiato su vecchi giornali
    l’uomo che ha l’acqua nelle scarpe
    guarda le barche lontane.

    Sa bene che i battelli
    son grandi topaie sul mare
    e che per i bassi salari
    le belle barcaiole
    e i loro poveri battellieri
    portano a spasso sui fìumi
    una carrettata di fìgli
    soffocati dalla miseria
    in estate come in inverno
    con non importa qual tempo.
    (Jacques Prévert)

    Meilleures salutations à mes chères amies:
    Gio, Emma Victoria Nighail, Isabella, Orofiorentino et le petit Eleanor.
    Je vous souhaite beaucoup de bien.

    À Paris, 26 Décembre, 2012

    Merci
    Annelise

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    • Madame Annelise Baum


      Mute rimasero le lacrime che, calde,
      scivolarono lungo le guance
      fuori da un mare azzurro e verde
      che generoso
      riportò i suoi figli.
      I profumi e i suoni, come d’incanto si fermarono
      e il tempo prese forma.

      Il tempo,
      vile messaggero e sembiante di pace,
      diede l’ultimo colpo ai cuori:
      il tempo, provvido, aveva cancellato tutto.
      Nessuno sguardo e nessun sorriso.

      E fuori era sangue e deportazione e morte.
      E fuori era assenza oltre le tenebre.

      Vivi, oh regina,
      nel magico canto della Dea,
      che destata, assolse la lacrima
      e la morte spaventosa.

      Tacquero le armi
      e rullarono i tamburi
      in quell’ultimo atto che confuse
      l’oro della terra,
      con il piombo del cielo.

      Poi venne l’addio!
      (n.r.)

      Grazie

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  32. Come l’immagine che vola
    fuori dal finestrino di un treno,
    mentre la corsa degli alberi
    si fonde con l’autunno,
    ecco, così giungono i miei pensieri,
    avvolti in carta stagnola
    e colorati di brina,
    nel suono del cuore
    e dentro lo spazio del mio tempo.

    Silenzio, per favore.

    Il grande vento
    racchiuse nei suoi sussurri,
    tutte quelle parole
    e quei sorrisi,
    dentro la piega del mare,
    dentro quel bambino.
    Correva sulle creste
    e i merletti delle onde,
    nell’ultimo mare felice.

    Silenzio, per favore.

    Lasciati andare ed entra nel mio mondo segreto
    disegno cerchi con le dita sulla tua schiena
    perdendomi nel suono quasi violento di un respiro
    mentre il tuo sangue scorre
    lungo le braccia forti che stringi
    sul mio ventre caldo.

    La felicità si paga con piccole rate di sogni a riscatto.

    Ascolto la musica che esce dal tuo corpo
    melodia mistica.. ritmo che ipnotizza
    e mi rendo sempre più conto
    che non sono capace
    di staccare la mano dai tuoi giorni
    così ti lego, con filo invisibile del destino
    al mio cielo pieno di stelle, per illuminare anche il tuo buio
    sperando che non piova mai
    sul tuo sorriso, unica dimora di ogni mia serenità.

    Silenzio, per favore.

    Brilliamo,
    accendiamo i fuochi
    veraci della follìa.
    Datemi una torcia,
    una lampada
    e sia
    stagione grande
    e piena
    e infinita:
    Fra le mani stanche,
    quel giorno
    ne stringerò un’altra.

    Silenzio, per favore.

    Come un antico veliero,
    navighiamo i nostri sogni,
    tra un saluto lontano
    e un abbraccio da regalare.
    Quel che piace
    lega il cuore
    alle cose lontane:
    quando non si stringono più.

    Rimane l’oblìo
    a ricordarci
    quanta dolcezza in un luogo,
    ora coperto
    dalle ortiche della memoria.
    Impercezione totale,
    defunta o smarrita,
    pungente è la domanda:
    Quanto sangue, ancora, da bere?

    Silenzio, per favore.

    E vento e tempesta
    oltre questo cuore
    che, tra orde e malefici
    emise l’ultimo grido.

    Basta!

    Il mondo si fermò
    e ascoltò la fine
    del vento e degli alberi
    e del sole e della luna fredda.

    E il mondo finì in una nuvola
    rosa, tra una parola
    e un sussurro.

    Silenzio, per favore.

    Cordialità

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  33. “Spegnimi gli occhi:
    ti vedrò lo stesso.
    Riempimi gli orecchi:
    posso sentirti.
    E senza piedi ti cammino
    …ancora a fianco.
    E senza bocca posso
    ancora scongiurarti.
    Spezzami le braccia:
    ti abbraccerò col cuore
    con una mano.
    Strappami il cuore:
    e mi batterà il cervello.
    E se spegni anche
    il fuoco nella mente
    allora ti porterò nel sangue.”

    Rainer Maria Rilke

    Grazie a te NINNI….

    Tu sai chi sono….

    A volte i cieli cadono e si tramutano in pioggia, in lacrime.

    Ti ho nel cuore. Sono dentro a quei pezzi argentati che racchiudi in un pugno.

    6-11-11-1-20-9-18-18-13-16-9-1

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  34. Buon giorno Milord.
    Leggo e ho letto tante poesie e visto tantissime fotografie vibranti.

    Sotto questo cielo
    l’antica Dama torna
    e passeggia dentro i cuori.
    Scrivo una pagina in questo diario
    lungo le vene della vita.
    Una vita che torna
    dal mondo dei pensieri,
    dal mondo dei deideri.

    Sono felice di poter partecipare, grazie anche a te Milord, e scrivere in questa casa di amore e delicato stile. Di cultura e gentlezza dell’arte.

    Vorrei ricambiare, in ritardo scusatemi, gli auguri per tutti, alla Signora Orofiorentino, Rosaoscura, Emma Vittoria, Emilia di Roccabruna Rosemary, Alessandra Bianchi, Romantica Vany, Marialuisa B., Nighail, Annelise Baum, Hilde Strauss e i Signori Valerio B., Kustov, Gianluigi top, Spillo, Giuseppe Iannozzi e tanti altri che mi avete permesso di crescere, insieme a Lord Ninni e capire cosa sia il sentimento, lo stile e l’amore per le arti comunque.

    Un augurio di cuore.
    Grazie per tutto questo.

    Eleonora

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  35. E quando il volo terminerà il suo cerchio d’aria, solo allora, potranno schiudersi i portali di cui le anime sono ad attendere. Gli sguardi raschieranno dal fondale, come a permearsi ancora di acqua e sogno … e più in alto, la Dèa; sfiorerà le increspature del mare per accendersi nuovamente di onde.

    Quel che le cose lontane possono ancora chiedere è un Segreto, sussurrato fra il bianco e nero dei giorni … un Nodo … che piano, slega i frantumi di quella che Tu chiami pioggia, o memoria o meglio … battito di ciglia.

    Ed è Qui,
    nel Silenzio di questo Luogo, che una voce si lascia cullare come dopo un temporale … quando ancora i suoni sembrano sull’orlo della sera … addolciti dalle gocce che scivolano dai vetri e da una cantilena che riporta indietro le lancette del cuore. Qui, dove un solo Istante vale quanto un intero Cammino._
    ___
    Ninni,
    ho atteso a lungo che il cuore cominciasse a parlare, quasi non mi appartenesse in veste di consigliere o di amico dannato e silenzioso.
    Ho atteso parti che non mi calzavano e spettacoli a prezzo ridotto.
    Ho atteso amici andati via troppo in fretta e nemici troppo sicuri delle ferite inferte.
    Ho atteso per secoli senza una risposta.
    Ho atteso un varco nel buio di strane certezze che veleggiavano lente.
    Ho atteso Anime e Luoghi che conoscevo solo nei confini, senza ricordi e senza mani per sfogliarne le pagine.
    Ho atteso rami secchi a sprofondare nelle viscere dei miei giorni.
    Ho atteso polvere e onde con cui disegnare e cancellare e disegnare per cancellare nuovamente.

    Ho Atteso fino ad un preciso giorno … in cui ogni cosa ebbe inizio e finì … entro un Cerchio di Nebbia e Sole … ancora lo ricordo, come fosse accaduto ieri o solo pochi minuti fa. Spezza io cuore e lo ricompone in un gioco Infinito.

    Ho Atteso … e ne è valsa la Pena.
    ___
    Proverò a rendere Viva ancora quella Magia, attraverso la mia Vita di oggi.
    L’Augurio per il Nuovo Anno, può solo essere legato solo all’Eternità di ciò che l’Anima rende Incancellabile.
    A Te Ninni e a Tutti gli Amici Splendidi, che questo Luogo lega alla Mia Anima, io dico … siate Preziosi con chi vi è Accanto. Ogni minuto di ogni Attimo è realmente Importante e rimarrà … rimarrà … e resterà con Voi.

    Oltre l’Oltre.
    ___
    Ciao Nì,
    Abbi Cura di Te

    Un Caro Saluto per Tutti

    Ni’Ghail

    Slàn

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  36. Bussò il vento come un uomo stanco
    Ed io garbata ‘Entra’ gli risposi
    Con ferma voce e allora egli rapido
    Entrò nella mia camera
    Ospite senza piedi
    Invitarlo a sedere era impossibile
    Tanto sarebbe valso presentare
    All’ aria una poltrona

    Ed ossa non aveva, per tenerlo
    Il suo parlare era come il fiato
    Di molti colibrì ronzanti insieme
    Da un celeste cespuglio
    Un’ onda, la sua faccia e mentre andava
    Dalle dita una musica gli usciva
    Di suoni tremuli
    Soffiati nel cristallo

    Indugiò, sempre qua e là movendo
    Poi timidamente
    Bussò di nuovo fu come una raffica
    Ed io rimasi sola
    (Emily Dickinson)

    Un grande abbraccio, Milord e tanti auguri per un sereno nuovo anno.
    Auguri a tutti.

    Elena

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  37. Caro Ninni,
    BUON 2013!

    P.S: Ho appena letto il tuo commento su ePubblica riguardo il mio Rose Rosso Sangue:
    “Bravissima. Una scrittrice di elite”.

    Grazie di cuore!
    Un dubbio sorge spontaneo: quando hai letto il mio e-book stavi bene? Avevi la febbre alta? Eri in grado di intendere e volere?

    Grandi bacioni,

    Giò

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