La follia!

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La follia.

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maschera1Piace, all’occhio che conosce la sagoma della follia, indugiare più in basso di se stesso, fermarsi prima del proprio traguardo, dilatare all’infinito il compimento di un ciclo.
La forza è un tipo di bellezza
silenziosa e quasi inerte,
difensiva:
Ama risaltare per contrasto,
e definirsi inadeguatezza.

 

imagesUXMLCOW8Per cui l’istante che precede un qualsiasi esito è benedetto dalla propria immensa ininfluenza, e si rivela straordinario per la profondità insita nella sua scarsa importanza.
E’ di solito la strettoia preferita da cui sceglie di passare ogni intuizione.
Per questo edificherò la mia arte
in questo lembo di terra sconsacrato,
tendendo agguati all’alienazione
senza badare a spese.

 

337-OKCi sono parti della mente umana che hanno imparato a memoria la strada più veloce per perdersi.
Come dire di no alla fuga, e alle sue cento maschere?
Lei, alternativa ad una guerra, lei che incarna in verità molte altre guerre, lei la via difficile, eroica, monastica.
L’eroismo?
Accettare l’immagine di se stessi che fugge da ogni telecamera;
da ogni sguardo.
Vedere l’odio,
seminatore di silenzi,
coincidere sempre col mettersi alla prova.

 

maschera1Odio, di mille conoscitori conoscente, principe della guerra e di tutte le sue figlie, anima dell’energia impiegata contro l’energia, istante che regala un veicolo a ciò che veicolo non ha.
Si nutre con gemiti un istante,
e un istante con gemiti ci nutre,
mentre a capo chino
rechiamo i nostri incensi
all’anima del tutto che è uno
e tutto ancora,
e che, madre e padre insieme,
mi alleva e mi abbandona.
Voler bene, mia cara,
non è cosa da poco:
ha a che fare col conoscere;
è droga senza piacere.
Pura assuefazione.
Ode ai volti inespressivi:
Omaggio ai messaggi
che nessun poeta sa decifrare.
Godere del non conoscere una cosa
nello stesso modo in cui si gode
del conoscere una cosa:
qui l’equilibrio
mentre restituisco le vite
da me rubate per vivere!
Un grazie a Voi che leggete;
grazie a Voi che Vi fermate.
In realta’ non conto molto.
Sarà facile dimenticarmi.
E il Sole oscurò,
con i suoi raggi,
il cimitero sconsacrato
di questa vita.
Buona notte a te,
che dopo aver letto,
mi risponderai!
Cordialità

..

39 pensieri su “La follia!

  1. E’ un Capolavoro!
    Ho stampato tutto. Lo voglio leggere e rileggere e rileggere.
    Che immagini e che sensazioni profondissime.

    Un bacione grande dolce Milord.
    Torno, torno, torno, torno, tornoooo.

    Ho i brividi.

    Eleonora

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    • Miss Eleonora Bisi

      Un cuore e una vita, senza uno sguardo che, vagando, s’infonde oltre le mura del pianto.
      Ultime piazze di una città deserta, sommersa dai rivoli di un temporale e deserta entro i confini del nostro cuore.
      Grazie per esserci

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  2. Ecco avvicinarsi, con il passo leggero e inudibile, il destino.
    Il destino, quell’oscurità che ci travolge ogni volta che “Il male”, o la vita, si interpondono nel nostro cammino creando ostacoli.
    L’ostacolo: cpsa sarà questo “paletto di frassino” che tutto distrugge e tutto modifica nella sua azione semplice di penetrazione?
    Si sono colpita e forse un po’ indifferente.
    Già, l’imdifferenza. Ecco quello che, forse, è più pericoloso di un avviso oppure dell’oscurità stessa.
    Quell’indifferenza che rubiamo agli altri per vestircene noi stessi.
    La usiamo come vaccino contro il dolore antico.

    Un pensiero, mon trésor.
    Bisousss

    Annelise

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    • Lady Annelise baum

      Esiste, forse, una idea che possa “accarezzare” il cuore, senza ferirci la mente?
      Forse siamo schiavi del tempo e amici della solitudine se, il nostro cuore, continua a camminare lungo i marciapiedi delle esistenze.

      Grazie

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  3. Ecco che ti vedo, Milord, mentre alla mia indifferenza, porti la saggia bontà dell’avviso.
    Mi avvisi e ci avvisi su quanto può essere dolorosa la vita o una parte di essa. Ma forse, tutto questo, lo sappiamo già.
    Forse non conosciamo la profondità dell’abisso stesso.
    Forse l’abisso siamo noi.

    Un abbraccio Ninni Milord.

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  4. Io vi parlo della disperazione.
    Io vi parlo dell’abisso.
    Io sono l’uno e l’altro: ma voi siete con me.

    Ecco la verità che balugina dentro il nostro “io” durante una lettura affascinante, racchiusa dentro un Blog, mentre siscrive, si lavora o si naviga, in internet, da diporto.

    Ciao

    Louis

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  5. Un sussurro e un sorriso amaro, fanno indugiare fra queste righe e mentre si legge e si tenta di capire e comprendere il fine, l’ultimo porto di queste parole, delle immagini che ti bloccano, della propria fretta perduta, proprio per leggere, l’inquietudine ci assale.
    Quel sottile senso, trasversale, che porta i brividi.
    Che porta una uccisione annunciata o l’arrivo di una tragedia imminente.
    Ci accorgiamo, invece, come tutto sia legato a noi stessi.
    Ci accorgiamo come tu, caro Milord, dall’alto del ciglio di un Abisso, dentro l’impulso emotivo della Disperazione, lanci un grido: Salvatevi, salvando!
    Credo sia questo uno degli aspetti più leggeri, ma dolorosamente profondi e come tuo costume di grand’uomo d’arte e di letteratura, lanci il tuo messaggio secondo il tuo costume.

    Ti lascio un caro abbraccio.
    (Tornerò, vado di fretta …)

    Hilde

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    • Süße Dame Hilde Strauß

      Non dirò.
      Non parlerò,
      ne sorriderò.

      Attenderò soltanto
      che l’alta marea ricopra
      nei merletti di schiuma,
      il tuo viso,
      dentro questo abisso

      profondo
      e morente,
      nell’Eternità di uno sguardo
      ormai spento.
      .

      Danke

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  6. Sento il ribollor
    del sangue
    alle tempie,
    alle braccia.

    Là, dove il tempo muore,
    è tempo di lasciarti,
    da queste braccia
    di bianca pietra.

    La gioia fuggita,
    e i passi della morte,
    riempiono il cammino
    che fu nostro.

    E nostro sarà
    l’ultimo bacio,
    rosso e scarlatto
    dell’Eternità.

    Ben tornato mio Signore!

    Isabella

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  7. La pregevole fattura di quanto leggo e la sapiente combinazione tra scritto e immagini, senza alcun bisogno di firma, la contraddistinguono, caro Ninni.

    Le parole e considerazion, riportate, sono dure e spietate, ma rappresentano la verità.
    L’ambientazione e la grafica, poi, sono veramente eccelse.

    La saluto e forse sarà tempo che, qualcosa, stampi anch’io.
    Abbia una serena giornata, dottore.

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    • Don Amedeo d’A.
      Grazie, mio signore per le parole generose dedicate l”indirizzo.
      Le nostre “visuali”, molto spesso, coincidono e tutto questo è qualificante per la nostra persona.

      Abbia una serena giornata.
      Cordialità

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  8. Ninni… la follia fa parte del nostro essere.
    La follia è in noi, come le stelle sono in cielo.
    E Dunque? Potremmo star qui a scrivere trattati (come qualcuno ha fatto in passato…) sulla follia; ammucchiare pagine e pagine nel tentativo di descrivere ciò che ci alberga dentro l’anima, ma so che ci troveremo sempre allo stesso punto di partenza.
    Qui, seduti fianco a fianco a guardare lo specchio che ci sovrasta; l’infinito universo.
    Oppure potremmo perderci in “quel dipinto”, dai colori fluenti e caldi che colano dalla sterilità della tela candida, che rapisce i sensi e ci trasla nel mondo accanto. La follia è avere il coraggio di andare oltre.

    Nutrirsi di quell’armonia, stridente a volte, che delimita il nostro quotidiano.
    Follia è avere ali per volare, dolori che non feriscono, amori immortali, occhi che piangono ridendo, anni che scorrono a ritroso…
    Follia è la consapevolezza della nostra stessa follia.
    Follia è dire “Ti amo”, “Sei Tutto”, “Oltre”…
    Follia è questo.

    La follia è celata in uno scritto non sense, che ti lascio.

    Salutazioni folli…

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    • Donna Emilia di Roccabruna
      Come sempre, ormai non fu più un segreto per questo umile blog, ci donate delle perle di saggezza che solo e soltanto la vostra, illuminante lungimiranza, può donare. Un intervento (apporto) che soltanto Voi potevate scrivere e che, a quanto ci è dato, era atteso dai più.
      Grazie per esserci, mia signora

      Salutazioni e cordialità.

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  9. Anestesia di uno stato d’animo e considerazioni, focali, di una – tante – molte esistenze.
    Assistiamo alla conoscenza.
    La “Conoscenza”, anzi, quella con la C maiuscola. Io non credo che noi, sinceramente, possiamo dire di conoscere e riconoscerci.
    No, non lo credo.
    Siamo troppo occupati a sfornare soluzioni, ma soprattutto a darle.
    Anche questo è vanità e vuotezza.
    Viviamo, sembrando immortali, da essero mortalissimi e poi, davanti all’orrore della paura, oppure, alla “paura dell’orrore”, ci lasciamo o reagiamo secondo quanto la nostra, stoltezza, ci impone.

    Caro Milord, come si dice da noi, “avite fatt’o quarantott“.
    Tutto è così bello e … così oscuro da destare preoccupazione il fatto che, forse, sia tutto vero.
    Se questa è la vita e queste le risultanti di questa vita, io mi chiedo: ma perchè sono nato?
    Non c’è dono e non c’è gioia in una sofferenza che dura una vita e poi si trasforma, con la morte in …. e cheste nun se po’ sapè!
    mai nessuno è tornato per dircelo, ma la sensibilità, caro Milord, padrona del cuore vostro e della vostra intelligenza, ce lo fa capire, comprendere, respirare e annusare.
    Ci fa sentire il vero, discernendolo dal falso.

    Simme fatt’e ‘ccarne e simme fatte ‘pe ‘mmurì.
    Grande Milord.
    Veramente uno spettacolo.

    Dalla Partenope Capitale.

    Dudù

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    • Preg.mo Sig. Don (Dudù) Diadumeno

      La Vostra discettazione è grande assai, come grande è la cultura e estesa signorilità che Vi appartengono.

      Cordialità
      (un abbraccio, ovviamente figurato, alla vostra irripetibile partenope capitale)

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  10. @Sig.ra Emilia di Roccabrunna

    Ohi né, ie scriveva e Vuie pure!
    Vi lascio un saluto e l’assicurazione che vi leggo sempre. Siete una ragazzina nei vostri scritti.
    E sempre lo sarete per me.

    Dalla partenope capitale il vostro

    Dudù per servirvi
    (‘o terrune!)

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  11. @Dudù…
    Vede? Eravamo seduti vicini vicini a scrivere di noi, a scrivere di follia… a scrivere al nostro caro Ninni… L’età è un passaggio fallace del nostro esteriore.
    Punto.
    Mio affezionato Dudù niente e nessuno potrà mai rubare, scalfire o cambiare ciò che siamo. Shakespeare amava dire: “…siamo fatti con la stessa materia dei sogni”…. e io aggiungo: “…mettiamoci pure un pizzico di sana follia”…

    E che dobbiamo fare?

    (… e poi, o terrune, o polentune… fa lo stesso… Mi piacete per il colore che lasciate, per il profumo di caffè cortese, per la galanteria partenopea, pè il mare o il sole…. pure pè le sfogliatelle)

    Un abbraccio caro

    La vostra Emilia, che oggi si sente di 14 anni….

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  12. Io sento che il mio male è incurabile;
    il cuore mi duole come se proprio me l’avessero stretto,
    me l’avessero premuto, me l’avessero guasto per sempre;
    il dolore morale è così intenso che si cangia in dolore fisico,
    in uno spasimo atroce, insostenibile.

    Io sono esaltata, lo so;

    Io sono in preda da una specie di follia;
    e non posso vincermi, non posso contenermi,
    non posso riprendere la mia ragione;

    non posso, non posso.

    Gabriele D’Annunzio “Il Piacere”

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