Ga Gréine

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Senza titolo-1.

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Arpa dei Monti di Chasgair che induci
I vigili occhi al sonno incosciente,
Melodioso è il suono che produci
Limpido e fresco come acqua di fonte,
Immobile, insoluto antico arcano.
Legno di raro potere pulsante,
Fianco sinuoso e liscio, fremi piano
Sotto le ardenti, bramose mie dita,
Incanti con il seducente suono
Più profondo di questa stessa vita.
Arpa focosa, d’armonia sovrana
Fulva leonessa nel legno sopita;
Il tuo invito senza tempo allontana
L’uccello dallo stormo nelle brume.
Tu, dolce bruna, la cui voce intona
Mille canti e diversi. Tu sublime,
Tu veemente bella appassionata,
L’anima disseti. Quale alto nume
D’eroe risani ogni ferita; fata,
D’inganni e d’amori esperta, tu, guida
Solerte su guadi oscuri. O grata
Mistica musica che al cuor celeste
Le più segrete vie della dolcezza!
Tanta eccelsa virtù in te s’annida
Che presto tace, per tua bellezza,
Ogni strumento che non ti somigli.
Acqua che eterna largisci giovinezza,
Del Re d’Irlanda dimori fra i figli.
Oltre le tue Alpi, occhi celesti
sui monti Fonzas Osh
tu lontana, io lontano
All’alba io, tu al tramonto.
Albero primigenio, mente pura.
Dai sapienti sei la via prediletta,
Finemente accordata da matura,
Famosa mano. Rossa stella eletta
Illumini le alture d’aura vera,
Gemma divina. Forma benedetta,
Teneramente arcuata, arpa nera
Di diamanti. Nelle grandi feste ambita,
A Calendimaggio sino alla sera,
Voce del cuculo, tu canti! Udita
Mai non s’è un’armonia tanto intensa
Dal nobil tempo e lontano in cui in vita
traevo i tuoi baci, oltre il tuo antico uomo

e l’unico tuo figlio, che amai subito
e ti attesi, con amore e mi amasti
con sorriso e comprensione
Traeva il popol fatato la danza
Sul suolo mortale, ramo glorioso.
In tua compagnia ogni ricca mensa,
Trascorre quieta e dolce è ‘l riposo.
Suono dell’onda gentile sulla riva,
Di pura melodia albero frondoso.
Quando il cigno il suo triste canto leva,
Nel cupo crepuscolo che la luce
Dissipa, in te l’animo mio s’avviva,
Il tuo equilibrio la mente seduce.
Lamento della Figlia delle Acque,
Già risuonava il tuo suono vivace
Nell’Alba Prima, quando tutto tacque?
Dalla tua musica saggia diretta
E ci amammo tu bianca e io tuo

per sempre con Danae sui monti
e io amerò oltre i mari
La stirpe degli uomini ovunque
Vive in dolce accordo, arpa perfetta.

Anno Domini 11 maggio 2003
Cordialità

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39 pensieri su “Ga Gréine

  1. Il grande poeta irlandese (celtico) ci regala una lirica soave, dolce e profumata come i prati d’Irlanda.
    Grazie Krenneg.
    Sentivo la mancanza (Milord, ti stai preparando per il rientro del bardo e maestro di spada?)

    Ciao

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    • Sir Spillo

      Quando nulla si ha e tutto rimane solo un ricordo:
      quando anche l’ultimo amico è andato via e non ti resta, più, neanche l’ultimo ricordo;
      quando l’ultimo ricordo si è spento nelle parole, come coltelli, che ti spaccano il cuore, rimanee la poesia … in attesa di morire.
      Grazie, mio signore.

      Krenneg McAff, bardo e maestro di spada

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    • Sir Gianluigi Top

      Mio signore, cercare e trovare sono espressioni degne di un uomo. Un uomo che, comunque, ha amato tanto sente, nel profondo, quelle parole che l’istinto gli permetterà di trovare.
      Grazie

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  2. Un miracolo in versi, Milord.
    Che bello, mi è parso di leggere tra gli amici, qui, che sta tornando il Bardo e maestro di spada, Krenneg McAff?
    Mamma da quanto non leggo l’intrepido Bardo! Credo da quando era ancora viva Splinder.
    mi manca, milord.
    Mi manca e mi ricorda le serate a fare i compiti mentre tentavo di scrivere qualcosa sui brani del Bardo.

    Un abbraccio Lord Ninni.

    🙂

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    • Miss Eleonora Bisi

      Vi ringraziammo per la generosità dimostrataci.
      Chissà, forse “Il Bardo” si appresta ad un ritorno?
      Vedremo.
      Ecco che, da lontano, il suono di cornamuse irlandesi fa capolino nei nostri sentimenti.
      I più veri.

      Grazie

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  3. Carissimo Milord, vi chiedo scusa per l’assenza ma farò in modo di rimettermi in pari, lo prometto. Io che adoro l’ Irlanda e tutto ciò che è celtico mi sono davvero commossa nel leggere questi versi. Grazie per la condivisione. Con un abbraccio pieno di sincero affetto vi prego di accettare l’augurio per una dolce serata.
    Permetteteci un caldissimo bacio e un abbraccio..
    Sospiro
    Vostra Giovanna Orofiorentino

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  4. L’amore e la gioia di vivere “comunque” traspare da questi versi, dolce Milord. Versi che, accattivanti e belli, ci coinvolgono nei sensi comuni a tutti i mortali.
    Un caro abbraccio, Lord Ninni e l’augurio di una splendida domenica.

    Isy

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    • Grazie per esserci, mia Signora.
      Il “Bardo” dite?
      Beh, dopo tanti anni potrebbe tornare.
      Dall’antica contea di Galway, in Irlanda, le cornamuse e i tartan potrebbero confondersi con i verdi prati e in un tripudio di suoni, profumi, querce e sole, potrebbero far rinascere il sorriso nei propri cuori.
      Non disperate, mia signora.
      Grazie e cordialità

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  5. La Notte conobbe la Morte.
    S’ innamorò del suo odore di terra bagnata, di pianto.
    La morte s’addentrò in anfratti taglienti, aguzzi come denti.
    Caddero vesti dipinte di stelle,
    mentre la Notte scioglieva, di cometa, i capelli.

    La Morte, come oscuro padrone,
    le impose il dolore nel strapparle l’imene.
    La chiamò madre, figlia,
    amante, ed eterno amore.
    S’adagiò su di lei come nera nube sopra al sole.

    Zittirono le folgori,
    si fermaron le maree.
    Madre terra accolse il sangue,
    azzerando il tempo del lento mutamento.
    Il silenzio si tramutò in canto.

    La Notte e la Morte. L’Amore.
    Lontani eppur vicini,
    scivolarono insieme su tele e vessilli,
    su ombre e destini,
    Su strappi di mani, catene e castelli.

    Ed in spirali fuse,
    la Morte e la Notte,
    si dispersero come tormenta.
    Respirarono solo per svanire;
    Sparirono dagli occhi di chi voleva toccarli.

    Soli ed evanescenti,
    come sogno.
    S’amarono.
    Perfetti.
    Come cerchio.

    “Lanotte&laMorte”;©Copyright2011EVFdall’Armellina

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  6. Una poesia che viene da molto lontano e che grazie alla tua sensibilità, Milord, riusciamo a rileggere e apprezzare nella sua interezza. Una voce dal passato che parla ai cuori del presente, proiettandosi nel futuro.
    Buona serata.

    Valerio

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  7. Una scoperta, questa poesia, che riempie gli occhi di dolcezza verso il creato.
    Leggo, anche, che un Giovane Bardo la “musicò” in versi alla maniera dei versi danteschi.
    Un opera caro “Bardo e maestro di spada”, direi, titanica.
    Perfetta.

    Spero, adesso, che possa tornare “Krenneg McAff”.
    Quel dolce cavaliere che ci inebriò lungamente e per lungo tempo.
    Me lo ricordo come fosse ora.

    Un abbraccio,

    M.

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  8. Ho seguito i passi lungo gli argini del fiume, nella penombra di una stanza assolata; fragile nell’intento di nascondermi agli occhi di mille pensieri e nebbiosa sul limite della voce.
    Tentavo di superare il sipario nero e grande e famelica folla saltava alla gola per ricacciami in fondo alla sala buia.
    Subito un’ombra dietro il passo, fragile di luna nascosta … come voli che chiedono di posarsi sull’orizzonte e brividi che fanno dell’oscurità un manto per il freddo inverno.

    Siamo Legati al Cerchio di Pietre, incapaci di spiegare le ali dalla collina.
    Eppure legati ad un Nodo Infinito.

    Dall’alto il mare appare immenso ed arrabbiato, scorre nell’Eterno moto verso la riva accogliente, quasi come se la sua furia potesse mitigarsi solo nell’abbraccio della sabbia.
    Ho raccolto i frammenti nel pieno e vuoto dell’Anima, senza una parola che potessi comprendere oltre i limiti ed in sogno ho posato i miei occhi sulla roccia del Guardiano.
    Apparivo e scomparivo all’idea di ciò che era Perduto nella Deriva del mondo.
    Tentavo di cogliere quella melodia Viva … ma ogni volta la paura saliva dal ricordo e mi ricacciava nell’oblio.

    Ora i tamburi suonano di un ritmo incessante ed i fuochi ardono nel profilo delle colline striate di viola.
    Come RiTornare a Casa dopo Secoli, Milord … proprio come Tornare a Casa.
    _________
    I Miei Rispetti
    Ni’Ghail

    Slàn

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