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Dal mio diario di “Ieri”.
Mi ricordo che …
Ho dormito poco e male.
Continuavo a ripensare a quello che Bean Dane Hel mi aveva rivelato.
Mi vedevo, in quell’angusta stanza, dormire profondamente, o forse era una sensazione. Ogni volta che mi svegliavo vedevo il mio profilo contro la parete e ogni volta era, esattamente, nella stessa posizione. Avrei voluto alzarmi per dirle di venire dentro al tepore del fuoco. Il vento freddo segnava le lacrime quasi gelandole,
mentre l’oceano, racchiuso nel suo letto nero, frugava nelle profondità con gran fragore. Il fuoco, al centro della stanza, languiva e si agitava, tra i soffi sottili del mare. Solo all’alba l’ho sentita aprire la copertura in legno di quercia ed entrare. Ho avuto la tentazione di stendere una mano quando è passata e di chiederle cos’era che la preoccupava, anche se ero sicuro che non fosse il tipo da farsi consolare, o che ne avesse bisogno. C’è gente che è fatta così. Anch’io sono tra quelli. Quando mi sono svegliato la volta successiva, era tutto diverso e la notte avrebbe anche potuto essere un sogno. Il sole splendeva attraverso la grande apertura sul tetto. Era dall’ultimo Lùnasa che, il giorno, si era ormai allungato di due ombre e si notava.
Bean era in piedi davanti al forno di pietra e c’era la fragranza dell’aràn che riempiva l’aria con un buon profumo. Era bello poter rimanere sdraiato, senza fretta o preoccupazioni immediate. In ogni caso non potevamo partire prima che la marea girasse. Sapevo che stava giungendo il nuovo anno, ma come sempre,
soltanto Bean ne conosceva “il momento”!
Iniziarlo con un viaggio tra le braccia della Grande Madre, distese sul mare, sarebbe stato di buon auspicio: qualche giorno forse e poi saremmo tornati a casa. Ero uno dei pochi fortunati ad avere una barca: Il mio rango lo richiedeva. Loch na Droma Buidhe. Quanto distava? Avrei chiesto più tardi. Questa forte pigrizia era, probabilmente, una reazione alla giornata precedente e alla notte insonne.
I fuochi sulle scogliere e i tamburi al ritmo dei battiti del cuore mi avevano colmato di curiosità e disagio. Stava accadendo di nuovo. Niente, però, mi sembrava più urgente dal gustare del buon aràn e osservare, con gioia, quel fazzoletto azzurro che scorgevo dal mio letto. Sembrava che la traversata sarebbe stata piacevole, qualunque fosse stata la nostra meta.
Quando Bean ed io abbiamo levato l’ancora, il vento soffiava sempre da ovest. Il rombo del Chanmerrigan si era sopito lasciando, dietro di se, un silenzio innaturale.
All’inizio sentivamo la corrente contraria che si crea vicino alla terra, ma non appena siamo arrivati in mezzo al Chanmerrigan, la corrente di marea ci ha spinti verso Kilclogher. Vedevamo, ancora, i resti dell’inferno la notte prima: Vortici, onde come colline che sorgevano dal nulla, le une sulle altre come lastroni di ghiaccio, cerchi in cui l’acqua ribolliva e gorgogliava come in un vulcano.
Bean, in silenzio, osservava l’orizzonte con lo sguardo perso.
Il tempo iniziava a mutare il suo volto, mentre le nuvole, scure e vaporose, si inseguivano in una corsa folle senza fine. L’assoluta convinzione di Bean che quel purgatorio, da noi attraversato in terra, avrebbe dovuto concludersi in qualche forma di contropartita celeste, non poteva non aver lasciato tracce. Quando in seguito ho cercato di capire cosa le fosse successo, sono arrivato alla conclusione che quell’esperienza, la convinzione che la sua vita fosse giunta al termine, l’aveva scossa alle fondamenta e aveva aperto i sui sensi e sentimenti a forze di cui, altrimenti, non sarebbe mai caduta preda.
Quella mattina, però, avevo iniziato a intuire.
Girò il suo sguardo, ancora lontano e disse: “Non è come gli altri“.
“Quali altri?“.
“Le altre persone. Non ho mai incontrato nessuno come lei. Non so spiegarti in che senso.”
Le sue parole sembravano dirette a se stessa più che a me. Le ho chiesto di cosa avessero parlato.
“A dire la verità non so, esattamente, di cosa abbiamo parlato”, ha risposto.
“Cosa vuoi dire?“.
“Che abbiamo parlato di qualcosa di diverso da quello di cui sembrava parlassimo. Abbiamo discusso del nostro popolo. Ma non era di quello che si trattava in realtà. Almeno non per me“.
“E allora? Cos’era?“.
“Non ti è mai capitato che le parole, improvvisamente, sembrino perdere il loro significato? Si continua a parlare, ma quello che si dice non significa niente. L’unica cosa che conta davvero è quello che non si dice; un tono di voce; uno sguardo“.
“Più o meno come quando ci si innamora“, ho detto sorridendo.
Quando, però, ho guardato Bean, mi è passata la voglia di scherzare. Stava evitando di guardarmi, quasi come se avesse avuto paura di quello che potevo scoprire.
“Si“, ha detto alla fine, “suppongo di si“.
Non ha detto altro e non so a cosa stesse pensando. Non credevo a una sola parola e non volevo crederci. Ma se
Bean era stata, davvero, sedotta e catturata dalla figura di Inìon, era la cosa più strana che potesse capitare, tenuto conto di quanto ci aveva raccontato il Druido locale.
“Avrete, senz’altro parlato di sacrifici umani“, ho detto a Bean per riportare il discorso su un terreno più solido.
“Sì, è così“, rispose con voce sollevata, come se fosse felice che la aiutassi ad andare avanti.
“Ha una strana concezione della storia“.
“In che senso“? Mi osservò con i suoi occhi profondi verde smeraldo e aggiunse:
“Tutto è presente“.
“Cioè“?
“Per Inìon tutto è presente. A volte non riuscivo a capire se stava parlando di qualcosa che era accaduto migliaia di anni fa o ieri. C’è un’isola, nell’oceano davanti a noi, in cui la storia non esiste. Lì, tutto quello che è
successo è altrettanto attuale ora di quando è successo. Si racconta che un abitante di quell’isola, sia corso dal Druido della cittadina dicendo che era stato commesso un omicidio e che si doveva fare giustizia. Quando, però, il Sacro Collegio ha indagato più a fondo, si è scoperto che era davvero stato commesso un omicidio ma centocinquant’anni prima! Quando si legge una storia del genere non sembra, poi, così strano. Si capisce quello che si legge. Ma quando questo accade nella realtà, com’è successo a me ieri, ci si rende conto di quanto sia enorme la differenza. Per un bel po’ non sapevo come comportarmi“. S’interruppe, osservandomi con i suoi grandi occhi, per poi proseguire.
“Vorrei sapere cosa si prova a vivere senza passato. In un certo senso coincide con l’idea dei Druidi che tutta la conoscenza deve restare viva nella memoria. Tutto quello che viene scritto muore! Ma come si può vivere senza
scritti? Sarebbe la mia morte“. Aveva un’aria così preoccupata che si sarebbe detto che tutti gli scritti del mondo fossero, già, andati perduti.
“A volte mi chiedo se non avessero ragione“, ha continuato. “Forse era perché tenevano tutte le parole vive nella loro mente che potevano dare, alla parola, una tale forza. Comunque, è cosa certa che i Druidi conoscevano il vero valore delle parole. Potevano opporsi alla violenza, con le parole. Era questo che sentivo mentre parlavo con Inìon. Ogni parola significava qualcosa per lei“. Cominciavo a intuire quel che poteva avere affascinato Bean in Inìon. Quello che credeva di rappresentare e per cui era convinta di vivere. Erano il convincimento dei Druidi sulla parola e la conoscenza come scopo e significato ultimo della vita.
Dal mio diario di “oggi“.
Sono, nuovamente, su una barca e osservo che, a ovest, le scogliere precipitano in acqua da un bassopiano
attraversato da una cresta montuosa. Leggo, su questa antica pergamena stretta, delicatamente, fra le dita che quel promontorio è, ormai, disabitato e senza alcuna traccia di civilizzazione moderna. “Già nel 542 dopo Cristo, san Brendano – lo stesso monaco irlandese che, secondo la leggenda, era partito dall’Irlanda su una barca di pelle per raggiungere l’America del Nord – aveva fondato la prima colonia cristiana su Eileach an Naoimh. Vent’anni dopo, il monaco Colombano, si era stabilito a Jona ed Eileach an Naomih che era il luogo dove si ritirava a pregare e meditare. Verso la parte più settentrionale, in uno scoglio di non più di qualche centinaio di metri di circonferenza, si ergevano i resti di una fortezza inespugnabile, ancora oggi pressoché irraggiungibile. Perfino con il bel tempo. Si racconta che il fortilizio fosse appartenuto all’eroe irlandese Conall Cearnach, una delle figure più leggendarie delle saghe irlandesi, vissuto
subito dopo la nascita di Gesù. Nel tredicesimo secolo la fortezza era stata ricostruita dal clan McAff”. Ho riletto incredulo l’ultima frase. Com’era possibile? Il clan McAff aveva posseduto un castello sulle Garvellachs? Un’altra tessera del rompicapo andava al suo posto. Quando, poi, ho letto che Eileach an Naoimh, dai tempi dei tempi, veniva chiamata Holy Island, l’isola sacra, ho capito quanto fosse importante.
Ath Bhliain Faoi Mhaise!
All’improvviso mi sono sentito trascinare sempre più a fondo in uno di quei labirinti circolari che simbolizzano le innumerevoli tombe celtiche. Il cerchio si stava chiudendo, inesorabilmente, attorno a me: qualsiasi cosa facessi. Il profumo di aràn era fragrante e un leggero soffio, sui capelli, mi distolse da quei pensieri.
Aprii gli occhi. Il mare rosseggiante del tramonto, con il suo sussurrare calmo, annunciava la notte. L’ultima
di quell’anno che ci vide cresciuti e insieme.
Deireadh Fòmhair terminava per annunciare Samhain e con esso il nuovo anno.
Il rintocco dei tamburi e i nuovi fuochi iniziarono a riapparire nei cuori e nelle menti, come l’anno precedente.
Bean e Inìon mi presero la mano, stringendola.
“Hai dormito milis athair“, urlò la piccola sgambettando.
“Hai dormito e sognato, amore“, disse Bean.
“Ath bhliain faoi mhaise, mo ghrà Krenneg, ath bhliain faoi mhaise“!
Oggi, dopo 830 anni da quel giorno, (secondo il vostro tempo) nulla è cambiato. Il sole sorge e il mare ombreggia su quei fondali pieni di un mondo, che come questo, è vivo e vive.
..
Exultation is the going
of an inland soul to sea,
paste the houses – past the headlands –
into Deep Eternity.
Bred as we, among the mountains,
can the sailor understand
the divine intoxication,
of the first league out from land?
(Emily Dickinson, 1890)
Per l’anima cresciuta in terra ferma
esaltazione è andare
di là dalle dimore e i promontori
immergendosi nell’Eternità!
Più di noi, che crescemmo fra montagne,
può, forse, il navigatore godere
la Divina ebbrezza
del primo miglio lontano dalla terra?
(Krenneg McAff)
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A voi che vivete;
a voi che non vivete;
a voi che soffrite;
a voi che gioite:
Il Vostro cuore abbellite,
e l’anima di chi v’ama accudite.
Festosità sian parole ambite,
d’antiche gioie e felicità ardite.
Quel che qui oggi succede,
sia pel cuor sì gran mercede.
Grande augurio Vi fìa fede,
ché, in bontà, la Dea intercede.
(Krenneg McAff, Bardo e Maestro di Spada)

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Secondo gli usi Celtici – gaelico/irlandesi -, (*)(**) Samhain (Novembre) è la festa di Fleadh nan Mairbh – la festa dei morti. Questo era il periodo più magico dell’anno – (***)Oíche Samna, cadeva nella notte tra il 31 Ottobre e il 1° Novembre: Durante la notte il grande scudo di Skathach veniva abbassato, eliminando le barriere fra i mondi e permettendo alle forze del caos di invadere i reami dell’ordine e al mondo dei morti di entrare in contatto con quello dei vivi. I morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro onore.
I clan, infatti, erano un tutt’uno col loro passato e il loro futuro. Era il momento più intenso, misterioso e solenne dell’anno druidico. Quella notte le barriere dei mondi cadevano. Si aprivano le porte dei Síde, il nostro e l’altro mondo si confondevano; gli esseri soprannaturali si manifestavano in maniera molto più intensa e reale che in qualsiasi altra notte dell’anno.
Le anime dei defunti ritornavano e si rendevano visibili tanto che, in Irlanda – sopravvivono usi anche recenti, la gente non lasciava le proprie case, quella notte, se non assolutamente costretta e in quel caso si teneva accuratamente alla larga dai cimiteri o dai luoghi misteriosi. Non bisognava guardarsi alle spalle, qualora si udissero dei passi, perché i morti seguivano le orme dei vivi.
(*) Fleadh nan Mairbh – la festa dei morti – viene onorata anche in Sicilia.
(**) Samhain rappresenta, anche, il primo mese del nuovo anno.
(***) Oíche Samna, la notte di Samhain o festa di Hallow’en.
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Che le ali della libertà non perdano mai le piume!
Slàn!
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Cordialità
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Una delicatezza che incanta il cuore e l’animo.
Un brano che colpisce per l’intelligenza e la cultura letteraria.
Perfetto, Milord.
Bellissima la (tua) poesia di Krenneg:
Quel che qui oggi succede,
sia pel cuor sì gran mercede.
Grande augurio Vi fìa fede,
ché, in bontà, la Dea intercede.
Veramente bella e toccante.
Grazie per questo angolo di bella letteratura.
Un caro saluto per tutti.
Elena
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Lady Elena Simonin
Le vostre parole e apprezzamenti riempiono, il nostro cuore, di gioie e riconoscenza. La Vostra generosità ci regala soddisfazione e serenità.
Grazie
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Ora Milord, vi leggo con attenzione. A dopo. Con gioia
Giovanna orofiorenitno
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Lady Giovanna Orofiorentino
Vi attenderemo con attenzione, mia signora.
Grazie
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Questa è letteratura, Milord!
Radiosità.
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lady Alessandra Bianchi
Siete sempre molto generosa.
Vi ringraziammo
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Una lettura intensa e affascinante, caro Milord.
(Mi sono stampato il pezzo in prosa: voglio leggerlo con calma).
Un abbraccio
F.
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Sir Spillo
Grazie, mio signore, per il Vostro appello.
(Vi ringraziammo, altresì, della “stampa”.)
Grazie
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Mon âme pleure
C’est un coin du Colorado
Montagnes sacrés du très haut
Native pleurent l’Esprit de la terre
Le gaz a tué l’eau dans son cratère.
C’est au fin fond des mers glacées
Poissons planctons sont agacés
Les sous marins carcasses irradiées
Distillent la mort invisible mais liée.
C’est chaque jour le loup qui tue
Impunément viole la vertu
Et couche l’enfant sur les épines
Explose sa tête en mortes racines.
C’est au détour d’une étreinte stupide
La maladie qui calme les intrepides
Marqués du sceau de la bête
Interdits d’amour , privés de fête.
C’est dans le coeur d’une mère qui saigne
Et empoisonne tout son soleil
Un enfant perdu et inconscient
Qui découvre son flanc au plus violent.
C’est le dernier souffle de mon père
C’est la voix des profondeurs de ma mère
Qui me rattachent au monde du vivant
Malgré tout le dégoût ambiant.
Annelise
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M.me Annelise Baum
Merci, ma Cherie.
Salutations
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Vorrei poter essere la vostra Bean. la vostra donna e sperare in un colloquio così edificante.
Oltre la filosofia dell’essere e quella dell’esistere.
Oltre il mondo intero.
Leggervi, Milord, accresce la mia voglia di vivere.
Un bacio caro e un abbraccio ancor più caro.
(Mio padre è collegato con voi, mio cavaliere, da mezz’ora) 🙂
Con affetto la sempre vostra
Eleonora
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Miss Eleonora Bisi
Interessante quanto riferiste su Vostro padre.
Grazie, anche, a voi.
Cordiaità
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Per ora vi auguro una splendida domenica Milord, torno più tardi. Intanto ascoltate questa meraviglia che amo tanto e credo sia un pezzo sinfonico a voi piacevole.
Vostra Giovanna Orofiorenitno
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lady Giovanna Orofiorentino
Vi ringraziammo per l’augurio, con gioia e calore.
Ascoltammo, con vivo interesse e con soddisfazione l’Ouverture di Mendelssohniana memoria.
Grazie, mia signora, vi attenderemo
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Non è una novità: la Vostra bravura è conosciuta ovunque.
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Lady Alessandra Bianchi
come no, mia signora.
Grazie alle vostre parole divenimmo
famosifamigeratiGrazie
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Questo sarebbe il 17 essimo commento…no! Continuo domani. Vi ricorda nulla?
Buona notte Milord, abbiate un sonno felice.
Giovanna Orofiorenitno
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Lady Giovanna Orofiorentino
Il 17?
Al momento non ci sovvenne alcuna data da ricordare. Illuminateci, mia signora.
Grazie
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Ecco un’opera d’arte.
un lavoro che riempie il cuore solo a leggere.
D’indiscussa qualità e di pregio plastico letterario, è pieno di sfumature di pura filosofia.
va letto con proprietà.
Io l’ho letto una volta, ma mi riprometto di sistemare tutto il “rincattucciato” per parlarne e magari evolvere il Krenneg/Ninni pensiero.
Un abbraccio, amico mio e buon lavoro
Louis
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Sir Gianluigi Top
addirittura un’opera d’arte?
Vi ringraziammo per le generosissime parole.
Si trattò di uno scritto che, in verità, pubblicammo nell’era Splinder.
Altri tempi.
Grazie
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Ecco che la parola, il pensiero e quant’altro, prendono lo spirito di libertà e il volo sulle ali della letteratura pura. Condivido alcune frasi sei tuoi lettori: La tua bravura è riconosciuta ovunque!
Caro Ninni, mi piacerebbe poterti offrire il leggendario caffettino, ma al momento ti so veramente inpegnato.
Leggo questo pezzo di letteratura mondiale e rimango affascinata sia dai dialoghi, che dovrebbero far riflettere a prescindere dal contesto narrativo, sia dall’immaginifico generale.
Un abbraccio Milord.
(Appena a Roma … un caffettino?)
Buona giornata e buon lavoro
Marisa
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Marisa B
Già, un pezzo di “letteratura mondiale”.
Posso dire, tranquillamente: io c’ero.
🙂
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Lady Marisa B.
Ma come: letteratura mondiale?
Vi ringraziammo per le belle parole. Il caffettino, in alcuni momenti fa tanto male, credeteci.
Non mancheremo al vostro invito.
Abbiate una serena giornata.
Cordialità
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Molte cose non ho saputo alleggerire ed ora che vedo l’Ombra del Guardiano accarezzare i lembi della Madre Terra, mi chiedo cosa porterò oltre questo Istante e questa Paura che ormai non mi lega più i polsi alla notte.
E’ come se qualcosa mi seguisse nel ripiego del tempo ed io stessa inseguo, stremata, l’idea che mi Lega alla Battaglia che ho dentro.
una Visione, una Verità che pare un manto innevato ed impraticabile … Mai Rivelata ed al contempo con un volto di Stella, adornata e fulgida.
La Vera Vita è nel Potere di qualcuno i cui passi Ineguali ed a volte Incompresi, conducono esattamente nel Luogo Prescelto.
I Volti … le Anime … i Sentimenti conservano una memoria millenaria e saranno Sempre i Custodi di ciò che Eravamo … per condurci verso ciò che Saremo.
Oltre L’Oltre.
_________
Il Vostro scritto Milord, porta con sé le Emozioni più Profonde conducendole nell’Animo, fino alla meta cui sono destinate. Un Brano che è Vita.
I Miei Rispetti
Ni’Ghail
Slàn
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Lady Ni Ghail
Vi ringraziammo per le gentilissime parole che ci riservaste.
Dobbiamo rilevare, però, che il brano da voi depositato è superlativo.
Decisamente superlativo.
Grazie
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devo rileggere, dolce milord.
Ho la testa sulle nuvole e mi sembra di volare quando leggo uno spettacolo di letteratura così bella.
Un bacio
LMG
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La Maga Rossa
Provare ad … atterrare?
Grazie
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Caro dott. Raimondi,
ci sono momenti in cui un po’ di buona letteratura serve a farci distrarre da una realtà, ahimè, non gradevole.
Mi riferisco, ovviamente oltre, al suo articolo pubblicato su Logos, molto legato alle realtà quotidiane che stiamo vivendo.
Il suo brano, ovvero, il ritorno del bardo è denso di filosofia reale e profonda.
Noi cerchiamo, tentando, di ricostruirci una coscienza anche quando, la medesima coscienza non risponde.
Interessantissima la frase: “Non ti è mai capitato che le parole, improvvisamente, sembrino perdere il loro significato? Si continua a parlare, ma quello che si dice non significa niente. L’unica cosa che conta davvero è quello che non si dice; un tono di voce; uno sguardo”
Queste sono cose alle quali mai si riflette tanto a lungo.
Le auguro una buona giornata
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Preg.mo Sig. PickWick
Vi ringraziammo, come sempre sia delle bellissime parole che dedicaste al nostro indirizzo, sia all’apporto completo da Voi effettuato.
Vi ringraziammo di cuore.
Cordialità
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Carissimo Milord, ho letto molte volte il vostro scritto. Pieno di importanza storica che attrae nelle strade dell’antica Irlanda, nei suoi profumi, nelle sue sensazioni ed emozioni. Ci regalate stupendi passaggi carichi di significato. Ne sono rimasta affascinata, come se anch’io fossi proiettata in quel mondo fra il magico e il reale.
Vi prego continuate il vostro racconto, per la gioia di chi vi legge sempre e per la mia gioia.
Con l’affetto e rispetto di sempre attendo
Vostra
Giovanna Orofiorentino
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lady Giovanna Orofiorentino
leggeste, molte volte l’umile favella? pensare che venne scritta su base, estremamente, lineare. 🙂
Il racconto, lady Giovanna, come tutte le cose belle (bontà vostra) ha un termine: la medesima pagina. racconto a impatto unico, milady.
Grazie
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Un racconto d’impegno.
Un racconto e una storia che è forte e piena di serietà narrativo/fantastica.
Mi sono immedesimato nei sogni e nel viaggio introspettico di voi, Milord, ovvero del maestro di spada il cavaliere McAff.
Quanta presenza e realtà nel mondo reale e quanto c’é da riflettere.
Sempre bello e sempre soddisfatto.
Vi lasciamo un saluto dalla partenope Capitale
Dudù
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Don Dudù
L’impegno ci fu tutto. Soprattutto l’impegno di non annoiare. Qualora ci fossimo riusciti abbiate tutta la nostra gratitudine per la lettura, fin qui, eseguita.
Cordialità
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Un brano veramente bello, pieno. A tutto tondo.
Scorrevole e perfetto.
Buona sera
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Preg.mo Sig. Furio C.
Siete sempre gentile.
Grazie
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Un bel brano, Milord.
Sai cosa mi colpisce? la freschezza che si legge tra le righe. E’ vero quello che ho letto: i dialoghi e il racconto, sembrano reali e introspetticamente potenti.
Sei bravo sul serio, Milord del mio cuore.
Ciao (ma voglio rileggere, tutto, con più calma).
Ciao e bacetto
Lamanu
PS e OT: ma sai che ho trovato i tuo articolo (quello su Logos) su FB? Ho letto una marea di “like”. Stai spopolando da “Torino a Gela”. 🙂
Un bacio
🙂
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Lady Manuela Rovati
Vi ringraziammo, ia signora.
Il brano venne ispirato al bardo da alcuni sogni, dentro i sogni.
Sogni che, comunque, fanno parte dell’Umanità.
Ringraziammo gli amici “Facebookiani”, attraverso voi, mia sigmora.
Abbiate una buona giornata.
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Ho stampato tutto, foto comprese. Ti inserisco nella raccolta e soprattutto posso leggerti con più calma.
Questo, per me, è un dovere considerata la qualità di quanto ho letto e dei commenti.
Buona giornata e buon lavoro
Melissa
OT: anch’io ho letto quell’articolo. Bello sul serio.
M.
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<b<Lady Melissa T.
La stampa di questa storia, entra nella giornata delle persone che, leggendo – in tanti punti – si potranno riconoscere.
Salutazioni e cordialità..
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Te lo devo riconoscere, Milord: un brano bello bello.
Se tu fossi stato, oggi, a Torino ti saresti divertito tantissimo.
Letto il pezzo su “Logos”: meglio di così?
Ciao
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Sir Maxim
Dite davvero? nella Vostra bella città, Torino, probabilmente sarò a breve (speriamo).
Ci mancò un buon tè preso da Baratti & Milano.
Grazie
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Ecco che perdo la testa nel leggere tanta letteratura.
E che forza, che potere nelle parole, che sembrano magiche di poesia e stato di vita.
Un abbraccio Milord.
Buon giorno (e buon lavoro)…
🙂
Sony
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Lady Sonia Liverani
No no, mia signora. Non perdete la testa per così poco. Abbiate requiem per chi vi rispetta.
Grazie.
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“Tá tú gach rud”
Nasce il diurno tra Dolmen d’ossidiana.
Ho difficili foglie da raccattare ai piedi dell’alba.
Non hanno spessore, non hanno odore, ma stillano sangue.
Un altro malefico giorno.
La notte muore ancora una volta,
e la Luna scende dal suo trono d’ombre.
Il Nero Araldo della Notte, lo Scudiero del Buio,
si innalza tra ectoplasmiche forme.
Erede esule di notti imperfette.
Figlio di Caino, singulto che avanza,
lenta la tua oscura danza,
sul filo di antiche lame, su fiamme.
Scandagliai greve l’Abisso, oltre l’Abisso,
seguendo antichi sentieri ed ancestrali richiami,
ingoiando conoscenze perdute. Amare.
Ricoverai il pensiero che ti lega a me, tre le pieghe del ventre.
Fui culla e sacello nel porre sigilli voluti dal fato,
e morii, qui, tra Te e le parole di questi appunti.
Di Te ho tutto, di me nulla.
“Tá tú gach rud” – EmmaVittoria F. Dall’Armellina © Copyright 2013
********
Cordialità
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Lady Emma Vittoria F. dall’Armellina
” … Scandagliai greve l’Abisso, oltre l’Abisso,
seguendo antichi sentieri ed ancestrali richiami,
ingoiando conoscenze perdute. … ”
A voi, mia signora
… su quale sponda di lago o stagno
incanteranno occhi umani quando al risveglio
un giorno scoprirò che son volati via? …
(William Yeats).
I vostri versi, Milady, ci confortano di tutti gli sforzi, che subimmo, nella composizione di una prosa che possa far riflettere.
Grazie e cordialità
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Caro dott. Raimondi, navigare negli spazi web di solito produce lettura frettolosa, oppure varie e numerose prese d’atto.
Non ci si sofferma più di tanto in quanto, la nostra vita, ci porta a rilassare la mente o a occuparci di quello che soddisfa a curiosità.
Fermo restando che, ogni apporto inserito in uno spazio web è il prodotto di una particolare vetrina, le devo significare la soddisfazione nel leggerla e nel condurre ad una riflessione umana, profonda e appagante.
Ho letto con gusto questo suo racconto che, oltre gli usuali canoni sfruttati alla massima espressione, mi riporta alla primordiale essenza semplice dell’uomo.
Nasce l’uomo con i suoi perché.
Nasce la bellezza , semplice, del Creato.
Nasce l’embrione di quella scintilla che porta all’appartenenza del “bacillo” della conoscenza.
Un brano gradevole e completo.
le auguro uno splendido fine settimana.
Amedeo
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Don Amedeo d’A.
Soffermarsi per evitare di “rilassare” la mente, comporta l’uso della socializzazione. Oggi, mio signore, quest’uso è negletto. Un uso “propriamente” umano è difficile. L’uomo per sua natura tende a soggettivizzare la propria vita, con estrema indulgenza nei propri confronti.
Grazie per il vostro intervento.
Cordialità
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Incredibile: bisogna scomodare i celti e il Cavaliere bardo per poter leggere della buona letteratura.
Tutto perfetto Milord.
Piccolo appunto: mi è sembrato di cogliere fra le righe il fatto che questo racconto sia a puntata unica: non lo faccia, dottore.
Ho intravvisto dei principi che andrebbero sviluppati.
Stia bene
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Preg.mo Dott. Seamur
Alcune volte, proprio come faceste notare voi, c’è bisogno di scomodare … i cavalieri, l’arme e gli amor …
Vi ringraziammo
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Eccomi, finalmente, proprietaria di cinque minuti. Leggere in tutta tranquillità è piacere.
Ho letto, con interesse, questo tuo nuovo racconto. Le sfumature sono doti e belle.
La bellezza dell’incanto e la potenza del verbo.
Sei proprio bravo e sei riuscito a tenermi immersa per un bel po’ di tempo.
(PS: quando fai un salto qui? oggi ho provato a telefonare ma, a quanto pare, non eri raggiungibile.).
Un abbraccio e buon lavoro.
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Fräulein Hilde Strauß
Meine Dame, über Ihr Interesse gelesen, mein herz füllt es mit freude.
Sie werden an anderer stelle suchen, um unsere gute zusammenarbeit fortsetzen.
Eine umarmung mit viel liebe.
Auf Wiedersehen
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Che poi l’introspezione nasce oltre il colloquio e i colloqui dai quali si evince la bellezza del racconto stesso.
Milord, questa mattina mi sono persa nei meandri del racconto. C’é tanto tanto.
Un bacetto
Sony
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Lady Sonia Liverani
la pensammo allo stesso modo, mia signora.
Abbiate le nostre cordialità.
Salutazioni
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Viste le “migliorie” nel giornale.
Bene e a “gonfie vele”.
Ciao, buon sabato.
Quando a Torino?
Ciao
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Sir Maxim
Come anzi detto, saremo a Torino (speriamo) prossimamente su quegli schermi.
Cordialità
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La potenza della parola e del sentimento.
Rubandoti la parola: quando l’arte è leggenda.
Un abbraccio
Isy
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lady Isabella Ozieri
Quando la Classe è leggenda!
la vostra.
Cordialità
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Come è difficile essere uomini, Milord.
Un caro saluto
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preg.mo Sig. … e io pago!
Come avete ragione, io signore.
Sapeste quanta.
Grazie
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Compagno Nikolaij Kuznetsov
Grazie
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un brano che, oltre le apparenze, fa riflettere.
Cosa abbiamo perso del nostro passato?
Un abbraccio Milord
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Ops, eccoti in foto.
Ciao
🙂
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