Grande Guerra!

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.0 Grande Guerra

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La prima guerra mondiale, sotto molti aspetti, fu una guerra di logoramento. Le trincee e le linee di difesa, assodate dai governi e dagli strateghi, rappresentavano quei baluardi a tutela dell’integrità della patria invalicabili e inscindibili. Molti registi cinematografici, dunque, si trovarono a molti ostacoli. Le pellicole, che raccontavano quel periodo storico, erano meno “spettacolari” e per questo di difficile collocazione. Questi problemi furono risolti dalla genialità, appunto, dei relativi registi che, in epoche diverse, usarono accorgimenti, effetti speciali o altro. Fin qui la parte tecnica. Quale fu, però, la molla che spinse grandissimi artisti quali Mario Monicelli, Stanley Kubrick, Georg Wilhelm Pabst, ecc.? Il realismo descrittivo, di una condizione assolutamente aliena e avulsa all’essere umano: la guerra. La guerra, questo mattatoio dove l’intelligenza dell’uomo è messa a serio rischio. La parola al fuoco, alle armi, per l’affermazione di un principio o di una filosofia di vita. L’intelletto, però, rifugge la casistica del più forte. L’uomo e il suo ingegno sociale non può affidarsi alla legge del più forte. Una legge strana, quella del più forte. Una legge che parla di prevaricazione dettata dai migliori armamenti e forza, dall’errata concretezza che, chi vince, ha sempre ragione.
Molti di quei film furono ispirati da famosissimi romanzi che, nell’intenzione dei loro autori, descrivevano l’amore per la vita, la semplicità dell’essere e la forza del divenire.
I migliori film di genere (guerra di trincea e comunque un conflitto di posizione dettata dagli istinti conservativi di una nazione) sperimentarono, dunque, le migliori tecniche cinematografiche ideate nel 1895 dai fratelli Lumière.
Si raccontò, quindi, attraverso i primi documentari le fasi “umane” della Grande Guerra. Eccovi una carrellata tra quelli che, a nostro parere, espressero la migliore cinematografia mondiale di genere.
Foto descrittive tratte dal web. Manipolazione grafica eseguita, dall’autore, con Adobe Photoshop CS5, 64 bit.
Grazie.

1 West Front

2 All'Ovest niente di nuovo

3 Addio alle armi

4 La grande illusione

5 Orizzonti di gloria

6 La grande guerra

7 La caduta delle acquile

8 Uomini contro

9 Gli anni spezzati - Gallipoli

10 Capitan Conan

11 Una_lunga_domenica_di_passioni

12 Joieux noel Una storia dimenticata

13 Giovani acquile

14 War Horse

39 pensieri su “Grande Guerra!

    • Lady Patrizia M.
      La Vostra confidenza ci rese “sereni”. Non tutti, infatti, videro quelle pellicole. Quasi a voler sottolineare che, la vita, è un oscuro passaggio tra la nascita e la morte.
      Vi lasciammo un abbraccio sincero.
      Grazie e cordialità

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  1. Inutile dire che la mia ammirazione più totale va a Stanley Kubrick con il suo “Orizzonti di gloria”, con un grande Kirk Douglas. Ma non posso dimenticare Addio alle armi, anche se, a mio avviso, c’è un abisso fra il Capolavoro dell’immenso Hemingway e la trasposizione cinematografica: e con ciò non voglio significare che il film sia brutto, tutt’altro, è un buon lavoro; è solo che portare Hemingway sul grando schermo è una impresa titanica, forse impossibile per chiunque. Forse solo Kubrick avrebbe potuto.

    Un forte abbraccio, caro Lord Ninni

    beppe

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    • Il più grande Iannozzi Giuseppe, detto Beppe Iannozzi, o King Lear

      Amico mio,
      Stanley Kubrick ha rappresentato una pietra miliare per la letteratura mondiale. Accolgo, infatti, la tua lucidissima analisi, che mi trova perfettamente d’accordo.
      Hemingway, e le sue trasposizioni cinematografiche, non ebbe vita facile nella comprensione del proprio modus.
      Noi brancoliamo nel buio, cercando di comprendere i “motivi” della vita.
      Quella vita che, da te descritta in “L’ultimo segreto di Nietzsche. un libro sostanzioso e solo per pochi. Un libro che urla cultura e che di cultura intellettuale vive.

      Un abbraccio sincero, caro amico.

      Ninni Raimondi

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  2. Ho letto l’articolo con grande interesse. Bello, bello, bello.
    Mi sono piaciuti, moltissimo, i riassuntini per ogni film. Sei riuscito a descrivere in due righe un fil intero, dandone l’immediato impatto.
    Da quando abito qui ho imparato ad apprezzare i film francesi.

    Vorrei vederne qualcuno di quelli che hai descritto.
    Mi ha messo molta curiosità.

    Un bacio tesoro. Sei un artista.

    Annelise pour toi
    Paris, 24/3/2014

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    • Come fossimo con Voi, mia Signora.

      Abbiate i nostri bacini più sinceri. 🙂

      Perdonateci mia signora “splendida”, ma gli ultimi smile di WP provocano una “violenta” emesi.
      🙂

      Vi vogliamo bene, Milady
      The milord

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  3. Ecco un nuovo, interessantissimo, articolo.
    Il cinema e nello specifico quel cinema di guerra che ci mette davanti al fatto compiuto.
    Attenzione: non il cinema di guerra buono per tutte le stagioni, ma quello che parla dell’assurdità della guerra in tutte le sue forme.

    Un rientro alla grande, Milord.
    Ciao

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  4. Un articolo “intelligente”, direi quasi ispirato.
    I momenti che stiamo vivendo non sono, certamente, felici. Spirano venti gelidi di guerra un po’ dappertutto.
    Meglio di qualsiasi dichiarazione, caro Ninni.
    Un esempio e una carrellata fra i migliori autori e osserviamo l’inutilità della guerra arrogante.

    Ciao

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    • Lady Sonia Liverani

      Ecco, meno male. Vi siete salvata dall’oblìo dell’esistenza.
      PS: Oltre ai film, a pieno carattere romantico e/o emozionali con tante lacrime e tanti amori, provate a leggere qualche libro (ad esclusione dei romanzi della collana Harmony).

      Grazie per esserci mia signora

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  5. Buongiorno Ninni.

    Dopo aver letto il Vostro pregiabile pezzo vorrei ampliare la discussione e soffermarmi sui risvolti che portarono resoconti “nudi e crudi” sulla “Grande Guerra” e sulle altre Guerre. Ad esempio, in Italia, l’idea della guerra e la partecipazione di un’intera Nazione al conflitto sono state attuate in diverse forme. Nei giornali e sui muri delle città campeggiavano ovunque grandi manifesti che invitavano i cittadini a sostenere economicamente lo sforzo italiano attraverso la sottoscrizione del Prestito Nazionale. Moltissime pubblicità, come quelle di alcolici di largo consumo e di sigarette, non esitavano a sfruttare l’immagine dei soldati impegnati al fronte. Un altro modo fu di utilizzare il nascente fenomeno del cinema. Si trattava di un’invenzione recente (1895) ma che conquistò immediatamente tutti, sia il ceto borghese sia quello proletario e contadino. A differenza della stampa, infatti, le immagini proiettate su uno schermo avevano un significato semplice e immediato e accessibile (analfabetismo compreso).

    Fu così che l’industria cinematografica intuì come la guerra fosse un soggetto perfetto per dei nuovi film. Parallelamente, i sostenitori del conflitto compresero come la proiezione potesse essere un ottimo modo per diffondere solidarietà e sostegno alla causa italiana. Così come oggi il giornalismo televisivo, allo stesso modo, durante il primo conflitto mondiale e soprattutto negli anni successivi, con l’avvento del sonoro, il cinema dei pionieri del grande schermo ha permesso alla moltitudine di conoscere i diversi aspetti della guerra. Proprio in quel periodo, infatti, le proiezioni cinematografiche conoscono la loro prima diffusione di massa. Durante la guerra, la maggior parte dei film realizzati ebbe chiari intenti propagandistici, e soltanto dagli anni ’20, i temi ispirati alla prima guerra mondiale iniziarono a essere molto più variegati. Oggi come allora, il Cinema di Guerra, da qualsiasi stato esso provenga, secondo mio modesto parere, è pura propaganda mascherata e traslata in film. Generalmente, due ore di ” war filmography correct” (scritto in corretto “broccolino”) inculcano all’ignaro osservatore tutta una serie di messaggi subliminali che dovrebbero portarci a parteggiare per una Nazione piuttosto che per un’altra, o per il suo contrario. In poche parole: i film di Guerra diventarono un’arma a doppio taglio. La propaganda di uno Stato “Contro i Cattivi” di turno, si trasformò in propaganda contro i “Regnanti guerrafondai” che si succedettero nel tempo.

    L’altra parte della medaglia, filmograficamente parlando, la potrei descrivere citando un film su un grande Pilota di aerei.
    Film: “Der Rote Baron”, regia di Nikolai Müllerschön.
    Cast: Matthias Schweighöfer, Joseph Fiennes, Lena Headey. Anno: 2008.
    In questo caso, “Il Barone Rosso” racconta il “bene” della guerra.

    Il giovane barone Manfred Von Richthofen è descritto e ricordato come un asso dell’aviazione, più precisamente come l’asso degli assi, avendo ufficialmente accreditate ottanta vittorie. Eroe dei tedeschi e rispettato dai suoi nemici, Manfred von Richthofen fu una delle principali figure della prima guerra mondiale, ricordato con l’appellativo di Barone Rosso. Il giovane pilota ne esce come un eroe romantico, amante dell’avventura e del duello cavalleresco nei cieli con gli avversari alleati. Alla fine della fiera, come dite Voi, la guerra è guerra. Venga essa descritta e filmata esaltando i lati negativi, o positivi dalle varie comparse. Non ci si deve dimenticare delle “vere comparse”; quelle che la guerra l’hanno vissuta sul serio. O quelle che, la guerra, la stanno vivendo tuttora (… e di conflitti ce ne sono un bel po’…). I morti “di Guerra” sono milioni sono tutti uguali, e spesso sono dimenticati.
    Tra le righe di questo post, traggo lo spunto per una riflessione.
    Dalle immagini al ricordo.
    Il ricordo di chi in guerra è morto sia per gli ideali di unità e pace, sia per una ottusa imposizione di comodo.

    In questo periodo di disfatta e disgregazione il post deve essere un monito a ciò che si potrebbe tornare a vivere?
    Cordialmente Saluto e ringrazio.

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    • Lady Emma Vittoria

      Il vostro apporto, di sicuro interesse e qualità, ha portato coinvolgimento e quaificazione a questo articolo che voleva essere, nelle intenzioni, un remember.
      Il vostro apporto opinionistico e illustrativo è, certamente, degno di figurare in solido.
      Congratulazioni per la scorrevolezza

      Vi ringraziammo

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  6. Caro Ninni, riesci sempre, con la tua signorilità a darci la misura della nostra dimensione.
    Registro la pienezza e la forza di quest’articolo nella misura in cui ci colpisce e ci regala la conoscenza emozionale.
    Un abbraccio, ti voglio bene.

    Marisa

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    • Lady Marisa B.

      Vi ringraziammo per le parole, sempre indulgenti, che dedicate alla nostra persona.
      Noi credemmo che il meglio arriva, sempre, tra le persone migliori.
      Voi lo siete a ben diritto, mia signora.

      Grazie

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  7. Un grande plauso al Nostro Lord Ninni che con somma maestria ci ha regalato un’eccellente visione: la guerra in tutte le sfaccettature dell’animo umano
    Grazie Milord, un abbraccio da
    Mistral di Ombreflessuose

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