Delos

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Titolatura

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Cordialità

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19 pensieri su “Delos

    • Patrizia M.

      certamente, mia signora. Vien da riflettere, però, sul fatto che malgrado la buona volontà siamo fermi allo stallo.
      Dall’era Berlusconi, passando per quella in loden di mr.Monti a concludere fino a mr.Renzi, siamo fermi al palo.
      Ancora più pesantemente se si considera che, oltre a tasse, tassine assassine e tassette il debito pubblico non da cenni di volersi fermare. Anzi …

      Sorge spontanea la domanda: ma con tutti i salassi che subiamo, il debito pubblico aumenta?
      Non rallenta?

      Busillis …
      Abbiate le nostre migliori cordialità, lady Patrizia e l’augurio per un sereno fine settimana.
      Cordialità

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  1. Forse meglio sarebbe preferire una solitudine il più perfetta possibile, lontano da quei mondi che ci invadono con la loro falsa umanità e civiltà. Essere un asceta che degli uomini e delle sue beghe non si cura, pensando soltanto a crescere in pensiero.

    Un forte abbraccio da questi tempi devastati, caro Lord Ninni

    beppe

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    • Iannozzi Giuseppe

      amico mio, addirittura un “asceta”?
      Mah.
      Basterebbe, forse, un po’ più di serenità esterna per poter godere di quella “interna e interiore”.
      Non trovi?
      Un abbraccio

      Ninni

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      • Caro Amico mio,

        e che altro sennò? Però bisognerebbe avercela davvero la vocazione per farsi monaco e ritirarsi dal mondo che accoglie e produce schifo. E però non ce l’ho la vocazione della santità, nemmeno una supposta, indi per cui mi tocca di lottare contro i mulini a vento, ben consapevole che alla fine saranno loro a vincermi. E nell’intanto aspettare che questo tempo buio finisca. Come ne “La peste” di Camus: la natura che falcia buoni e cattivi, con metro più giusto di quello che per qualcuno è invece castigo divino. Di divino c’è che la natura, prima o poi, si ribella per difendere la vita, anzi la Vita. Continuerò dunque a lottare contro i mulini a vento. Continuerò ad aspettare. In fondo anche la follia è una forma di santità: a suo modo lo è, imperfetta, a misura d’uomo, ché l’uomo è davvero cosa piccola nel Creato.

        Ci hanno tolto la serenità esteriore e interiore, persino l’ombra della serenità. Chi ci comanda oggi? Pochi vassalli e valvassori, e c’hanno sempre loro la ragione, perché a dirgli che non è giusto finisci male, morto stecchito in qualche buco di galera, o peggio ancora.

        Pessimista? Forse solo realista.
        Continuerò ad aspettare sperando di veder la fine di questi tempi sì bui.

        Un forte abbraccio

        beppe

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      • Caro Beppe,
        come si evince dai fatti “recenti”, ormai, siamo e rimaniamo ostaggio della “finanza internazionale”. Non ci si nasconde più: anche il presidente di Bu.Ba. ce le suona e tuona. E neanche tanto velatamente!
        Certo, in alcuni passaggi – magari – certe battute se le poteva risparmiare. Ma la sostanza non cambia: a loro si, a noi no!
        Assistiamo, proprio in queste ore, ai combattimenti dietrologici sul: “tu l’hai detto. No, l’hai detto tu!“.
        Credimi, se non fosse per il momento estremamente tragico (giusto ieri ne parlavo con un carissimo amico: la lotta tra Delrio e Padoan: l’uno guarda sereno – l’altro dice che siamo al default per settembre.) ci sarebbe da trarre, a piene mani, tanta di quella ironia e satira da far ridere l’Universo per i prossimi cent’anni.

        Hai voglia a dire che, tanto, noi non siamo l’Argentina.
        Per l’appunto, dico io.

        Almeno il bel paese sudamericano è abituato ai default (se mai ci si possa abituare al fallimento dell’intero sistema locale, con lacrime e fame), come ai colpetti di testa. Noi? Beh, noi, come italico pueblo siamo abituati a tirare a campare.
        A tirare la carretta che vada bene o male, tanto, domani è un altro giorno.
        Vedi, amico mio, assistiamo con un malefico ghigno di sottofondo, all’avverarsi delle parole del presidente Andreotti: non abbiate paura, l’uomo politico, qualunque uomo politico, più in alto sale più si allontana.
        Abbiamo assistito all’ascesa brillantemente e velocemente del “presidente del Consiglio” (anche lui, in ottemperanza alla recente tradizione italica, mai votato dal pueblo!).
        La mia paura, come ben potrai immaginare, è la paventata caduta precipitevolissimevolmente.
        E il pueblo rimarrà a guardare al suono del mandolino e davanti a un piatto di maccaroni.

        Ti stimo

        Ninni

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    • Marco

      Mah!
      Pessimistica?
      Credemmo che, almeno fino ad adesso, ci sia poco da essere ottimisti.
      (Senza voler analizzare, anche, gli ultimi fatti degli ultimi giorni).
      Uno sbando, milord.

      Cordialità

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