Gaza City

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gaza.

G2

Fuga da Gaza

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Sessantamila il numero degli sfollati e oltre quattrocento morti.
Una domenica di sangue a Gaza City.
Bombardamenti e raid aerei, continui, dalla parte israeliana per terminare quanto iniziato giorni fa.
Dall’altra per difendersi da quei raid.
Tschal ha sfondato i confini e avanza tra le povere case della Striscia.
Sono i soldati della 336° brigata corazzata israeliana Amud ha-Esh (Pilastro di ferro) che ieri hanno invaso la Striscia di Gaza.
Invasione giustificata dalla necessità immediata di distruggere i numerosi tunnel che partono da Gaza e convergono nel territorio dello stato di Israele.
Invasione non giustificata dalle urla di terrore e dal grido di rabbia per tutte le vessazioni subite quotidianamente dal popolo palestinese.
L’acqua, giusto per avere un inizio in questo breve resoconto.
L’acqua, a Gaza, è razionata ed è nella piena disponibilità e controllo (elargizioni) dell’autorità israeliana che la apre e la chiude, ai cittadini di gaza e della “Striscia”, a proprio piacimento in spregio dei contratti stipulati. Il gas, l’elettricità e tutto quello che serve per la sopravvivenza quotidiana, sono soggette anch’esse all’autorità israeliana.
Tutto è iniziato trenta giorni fa quando, l’esercito ha ritrovato senza vita i corpi di Eyal Yifrah (19 anni) Gilad Shaar (16) e Naftali Fraenkel (16) nei pressi del villaggio di Halhul vicino Hebron in Cisgiordania.
Di fronte alla notizia Israele ha confermato la sua accusa ad Hamas che – ha detto il premier Benyamin Netanyahu – “la pagherà”. Il viceministro alla Difesa Danu Danon ha rincarato: “la fine tragica dei tre ragazzi deve essere anche la fine di Hamas”.
Il presidente Mazen, alla notizia del ritrovamento e delle minacce di Israele, ha preso, immediatamente, le distanze dall’efferato omicidio al quale ha associato le sue condoglianze.
Come un orologio, nel corso di un raid in un campo profughi a Jenin, nel nord della Cisgiordania, le truppe israeliane hanno ucciso un adolescente palestinese, Yusuf Abu Zagher, 18 anni.
Risulterà, dopo alcune indagini immediate, che il giovane è stato arso mentre era ancora vivo.
Fonti palestinesi sostengono che l’incidente sia estraneo alle operazioni lanciate da Israele nella parte meridionale del territorio dopo l’uccisione dei tre giovani coloni.
Secondo fonti locali, i cacciabombardieri israeliani hanno attaccato obiettivi militari palestinesi e del movimento islamico Hamas a cui Israele attribuisce il sequestro e l’assassinio dei tre giovani.
Ecco.
Oggi, però, Israele ha ecceduto in zelo militare dimostrandosi per quello che è.
A Sajaya, grosso e popoloso quartiere a sud di Gaza, è successo il crimine.
Un grosso bombardamento, alla cieca, è stato compiuto. Circa 87 morti e un migliaio di feriti. Esplosioni e razzi a scoppio controllato hanno creato un mattatoio di civili e di bambini.
Ecco la pax aeterna di Israele.
Una pax collaudata e consolidata in decenni.
Oggi, il vero volto della terra della stella di Davide, ha mostrato i propri connotati.
Il governo egiziano ha aperto la frontiera di Rafah per permettere, ai profughi in fuga, di poter smettere di piangere, fuggendo dalle bombe e dai carri armati.
La lega araba, nel merito di questa orribile giornata, ha condannato Israele per “crimini di guerra” esperiti in maniera consapevole e premeditata.
Gaza: povertà e fame. Più di cinquecento morti al momento della stesura.
Secoli di sfruttamento e di colonizzazione cruenta.
Gaza: l’inferno dei vivi sulla terra, dietro l’angolo italiano.
Abbiate pietà, per piacere.
Grazie

 

16 pensieri su “Gaza City

  1. Una brutta canzone triste, amico mio.
    Una gran brutta canzone.
    Israele ha il diritto alla difesa, come anche i palestinesi.
    Non quello di offendere, continuamente, tutti quelli che si mettono davanti (e anche quelli che non si mettono davanti).
    Sono peggio dei nazisti.

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  2. c’è che sono triste quando penso o assisto a un sopruso o a una cattiveria.
    C’è che mi arrabbio tanto anche con me stessa, perchè non mi impegno, a fondo, nel mio piccolo.

    Palestina ai palestinesi.

    Eleonora

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  3. Ok.
    Non capisco perché Israele non abbia il diritto di difendersi da chi vuole distruggerla nel suo territorio e nella sua vita sociale.
    Non capisco perché vogliono distruggerla.
    Anzi, lo capisco

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  4. “Chi salva una vita, salva il mondo intero”

    Fuori dalla porta di casa nostra, oltre i nostri giardini curati, dietro alle facciate pulite e opulente della nostra vita esistono realtà scomode e che spesso, egoisticamente, non vogliamo vedere. Ci sono storie che, distrattamente, conosciamo tramite brevi comunicati stampa o da drammatici reportage provenienti da dimenticate zone di guerra, sparse per il globo. Nei giorni scorsi “la bomba Gaza” è scoppiata un’altra volta, trascinando con sé vittime incolpevoli e seminando devastazione e morte.
    Gaza.
    La striscia di Gaza. Ma che cos’è? Con un linguaggio geograficamente correct si indica una regione costiera palestinese confinante con Israele ed Egitto e sotto la tutela della autorità Palestinese. Di fatto è una trappola mortale di forma rettangolare, di circa quaranta chilometri di lunghezza per una decina di chilometri di larghezza con un totale di circa quattrocento km quadrati, trasformata in luogo di massacro, dove, in queste terribili ore d’agonia il popolo palestinese sta soccombendo alla forza bruta di Israele. A seguito della dichiarazione di guerra da parte di Israele e dopo l’invasione dei territori palestinesi, la situazione si sta aggravando di minuto in minuto e le notizie che ci arrivano, da quei luoghi martoriati dalla guerra, dovrebbero far capire che non ci sarà tregua che tenga, tantomeno punti di ritorno. Quasi fosse stato aperto il vaso di Pandora. A Gaza, però, i morti e la rovina sono reali e documentati. Voglio ricordare che nella Striscia stiamo assistendo ad un vero proprio sterminio. Le bombe israeliane non fanno distinzione tra milizie di Hamas e bambini inermi, non fanno distinzione tra pseudo-caserme, rifugi di esponenti di Hamas e scuole, moschee ed ospedali. Le bombe sono bombe.
    Punto. […]

    CONTINUA QUI http://emiliadiroccabruna.wordpress.com/2014/07/20/gli-occhi-di-gaza/

    Grazie Ninni…

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  5. Qual’è il limite al nostro senso umano e di umanità? Sappiamo scindere le due cose? Io credo che Ninni ci urli l’amore per la vita che, comunque, non è mai facile.
    Un abbraccio milord. Un abbraccio col calore di donna e che solo una donna sa regalare.

    Brava Emilia.

    Un bacio
    Hilde

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  6. Il Coraggio delle parole e dei pensieri, pur con la morte accanto e nel cuore. Dire Basta può servire solo se alla volontà e al suono delle voci; si unisce la Tenacia delle Azioni di chi “Deve” adoperarsi per porre Fine a tutta questa scia di morte.
    Nella mia ignoranza e ingenuità, mi piacerebbe vedere un lieto fine al di là di quello che sembra sempre più un Inferno; eppure i miei restano solo suoni vuoti di chi resta al sicuro.

    L’impatto di ciò che hai scritto, Milord, è paragonabile solo alla deflagrazione delle armi che spazzano via quello che resta della Speranza.

    Con un Nodo serrato in gola.
    I Miei Rispetti
    Ni’Ghail

    Slàn

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  7. Ovviamente il mio non è un discorso razzista.
    Sotto quel profilo sono corazzatissimo.
    Quindi veniamo a noi.
    Lo stato di Israele, questa volta l’ha fatta fuori dal vasetto. La cacca intendo. Ma dico: nessun uomo con le palle è in grado di prenderli a calci nelle palle?

    Che schifo, cazzo.
    (Perdona la coloritura).

    Ciao.
    Gab

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