Garthander

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1La signorina Kate Scarlets riprese il suo lavoro a maglia, un’artistica sciarpa a strisce, ottenuta con gli avanzi della lana che, di volta in volta, le era servita per i maglioni di sua nipote Ashlynn Allen, per le calze dei ragazzi Allen, e i giacchettini della piccola Bridget.
Senza abbandonare i ferri, studiò attentamente il visitatore che era stato appena introdotto e sedeva, rigido, in una poltrona. Poteva avere cinquantacinque anni, media statura, dritto, magrissimo e tutto grigio. Non che avesse l’aspetto di un ammalato, ma il grigio era il colore dominante nel vestito impeccabile, nei capelli quasi rasati, negli occhi freddi e perfino nella tinta della pelle. Kate Scarlets pensò a uno di quegli insetti filiformi e incolori che talvolta escono all’improvviso dalle pagine di un vecchio libro. Il biglietto da visita che lo aveva annunziato era sul tavolino accanto a lei:
Robert Dennon
Styles Hedingham House – Garthander
Garthander è un paese situato tra Hedingham Court e il mare. Conosceva bene la zona: Daniel Clancy, un suo ex allievo, era capo della polizia della contea. Prima di dedicarsi all’attività di investigatrice, la signorina Scarlets era stata governante e aveva sempre conservato rapporti molto cordiali con la famiglia Clancy.
Era già stata più volte nel Garth per ragioni inerenti al suo ufficio, e il nome del signor Dennon non le riusciva nuovo; ma non avrebbe saputo dire perché. Comunque non fece alcuno sforzo in tal senso, dal momento che la sua attenzione era assorbita dal signor Dennon stesso, il quale, come del resto gli altri che per la prima volta si recavano da lei, stava rimpiangendo d’esser venuto. La signorina Scarlets non riusciva a stabilire se fosse questa soltanto la ragione dei suoi modi piuttosto riservati. Si vedeva, comunque, che il nuovo venuto era imbarazzato e indeciso.
La disposizione d’animo di Robert Dennon era stata giustamente interpretata. Infatti, in quel momento, avrebbe pagato chissà quanto per trovarsi fuori di lì. Quella stanza gli ricordava le visite fatte da ragazzo alle zie Geary: le stesse sedie di noce chiaro, lo stesso tipo di tappezzeria, gli stessi quadri alle pareti, e, perfino, la stessa confusione di fotografie sparse un po’ dappertutto.
Vinto l’imbarazzo del primo momento, con un senso di superiorità maschile disse: – Ho sentito molto parlare di voi, signorina Scarlets.
Lei tossì leggermente. – Davvero, signor Dennon?
– Dai Clancy: credo che li conosciate.
– Oh, sì.

2Gli occhi dell’investigatrice non si staccavano dal volto di Dennon. Questi cominciò a sentirsi seccato di Daniel Clancy e di tutta la faccenda. Non era stato Clancy a mandarlo lì, si affrettò a spiegare.
– Lui non sa che sono venuto da voi e vi sarei grato, se non gliene parlaste. Come sapete, è il nostro capo della polizia. L’altra sera ci trovammo insieme a un pranzo e, siccome il discorso cadde sulle investigazioni private, Clancy affermò che in questo campo il miglior elemento da lui conosciuto era una donna. Non menzionò il vostro nome, ma un altro ospite lo fece. Parlarono d’un caso di cui vi eravate occupata, il delitto Sinclair, e la cosa mi interessò tanto, che ricordai il vostro nome e lo cercai nell’elenco telefonico.
Kate lo studiò attentamente.
– Così mi avete chiesto un appuntamento. Che cosa posso fare per voi, signor Dennon?
L’uomo fece un movimento brusco.
– Il mio nome non vi suggerisce nulla?
– Dovrebbe ricordarmi qualche cosa, ma per il momento…. ma sì, naturalmente! Avrei dovuto pensarci subito: la collezione Dennon!
Lui approvò con comprensibile orgoglio.
Kate aveva portato a termine la striscia color giallo limone e stava attaccandola con un filo di lana blu. Dopo qualche istante riprese:
– Come ho potuto essere così stupida? La vostra collezione è famosa. Ho pensato spesso che mi sarebbe piaciuto vederla. Gioielli ognuno dei quali ha una storia: dev’essere molto interessante!
– Certamente. Ho alcune riproduzioni di gioielli famosi, ma la collezione è limitata per la maggior parte a pezzi di gioielleria che in un modo o nell’altro si riferiscono a delitti. Fanno eccezione solo alcuni pezzi d’interesse puramente familiare.
Kate continuò a lavorare, senza tuttavia cessar di osservarlo.
– La collezione deve essere di grande valore.

3La risata dell’uomo suonò stridula, irritante.
– Ci ho impegnato parecchio danaro. Talvolta mi domando perché l’ho fatto. Quando io sarò scomparso, nessuno l’apprezzerà come merita.
– Questo accade spesso. Ogni generazione ha gusti e interessi propri. Immagino, però, che voi abbiate raccolto la collezione per il vostro piacere e non per quello dei vostri figli.
– Non ho figli – ribatté lui seccamente. – Non sono sposato. Attualmente il mio unico erede è un cugino, Albert Geary, che, a quanto mi è dato giudicare, si affretterà a convertire in denaro liquido gli esemplari più belli non appena ne avrà la possibilità.
– Avete delle preoccupazioni, è vero? Volete dirmi come potrei aiutarvi?
Fino a quel momento, lui non aveva preso una decisione, né si rese conto di farlo quando chiese:
– Terrete per voi tutto quello che vi dirò?
– Naturalmente, signor Dennon.
Clancy aveva assicurato che quella donna era la discrezione in persona. Aggrottò le sopracciglia.
– Non ho niente di preciso da dire. Sono preoccupato e credo di averne il motivo. Ma non c’è niente più di questo. Sarà forse meglio che, per cominciare, vi facciate un’idea della mia situazione.
Kate assentì col capo.
L’uomo cominciò a parlare, sempre rigidamente seduto, le dita della mano destra che si muovevano leggere sul bracciolo della poltrona, ora seguendo il disegno delle foglie d’acanto sulla stoffa, ora tamburellando con un movimento nervoso.
– Fino a poco tempo fa ero il proprietario di Styles Hedingham House, presso il villaggio di Styles nel Garth: un piccolo paese a circa tre miglia da Garthander. Quando la mia collezione cominciò a farsi importante, mi resi conto che non era facile custodirla. Decisi, allora, di costruire un edificio supplementare che avesse tutti i requisiti di una camera blindata. Chiamai degli esperti e in pochi anni i lavori furono portati a termine. La nuova costruzione non è adiacente alla casa, ma vi è collegata mediante un corridoio lungo nove metri circa, che resta illuminato tutta la notte. I nuovi locali vengono inoltre a trovarsi in parte costruiti nella collina che si trova da quel lato. Non vi annoierò con particolari tecnici, ma se cemento e acciaio possono rendere un posto a prova di qualsiasi tentativo di scasso, la nuova costruzione è inviolabile. Non ci sono finestre e non se ne avverte la necessità grazie al perfetto impianto di aria condizionata. Vi si accede solo attraverso il corridoio a vetri, che termina con una porta d’acciaio. Quando questa è aperta c’è ancora un piccolo ingresso con un’altra porta d’acciaio prima di poter entrare nella parte principale dell’edificio. Mi sono spiegato?
– Perfettamente, signor Dennon.
– La parte centrale della costruzione presenta una pianta molto semplice. C’è una vasta sala che contiene la collezione, nella quale, a sinistra, danno la camera da letto del mio segretario e un bagno attiguo. Di fronte a chi entra, un’altra porta immette in un corridoio sul quale danno la mia camera da letto, un secondo bagno e un laboratorio. Mi sto occupando di certi esperimenti piuttosto interessanti sulle pietre preziose, sia detto incidentalmente. L’intera costruzione è stata concepita in modo tale da renderla inespugnabile.

4Kate Scarlets non aveva smesso di sferruzzare.
– Perché mi state raccontando tutto ciò, signor Dennon?
La mano dell’altro ricominciò a seguire il disegno delle foglie di acanto.
– Perché desidero farvi notare come ogni precauzione sia stata presa.
– E nondimeno voi non siete soddisfatto.
– Durante la guerra sono stato impiegato alla censura, perché ho una certa conoscenza di lingue straniere. Quando la guerra è finita, mi sono reso conto che non avevo nessun interesse a conservare Styles Hedingham House. La casa era troppo grande, per me; richiedeva un notevole impiego di personale e, di conseguenza, spese rilevanti. Poiché si sarebbe potuta adattare benissimo a club, si è costituita una società per acquistarla e io mi sono trasferito nei locali nuovi. Ora posseggo una parte delle azioni e ho conservato il mio vecchio studio che si trova a destra della porta che immette nel corridoio a vetri. Per concludere, io e il mio segretario consumiamo i nostri pasti al club; sono ancora in possesso del mio studio, ma la collezione si trova nel nuovo edificio, dove dormo col segretario. C’è una donna che viene dal club per le pulizie, ma non rimane mai sola. Il mio segretario è incaricato di sorvegliarla.
Kate era abituata ai clienti che indugiavano in particolari non essenziali per differire il momento di parlare di cose spiacevoli.
– Siete stato molto chiaro, signor Dennon. Avete preso tutte queste precauzioni, ma rimane l’elemento umano. L’edificio nel quale vivete con la vostra collezione non è appartato: è addirittura isolato per tutte le precauzioni che avete preso. In questo isolamento voi vivete con un altro: parliamo dunque di lui. Chi è il vostro segretario? Quali sono i suoi precedenti e da quanto tempo si trova con voi?
Robert Dennon si appoggiò allo schienale della poltrona e accavallò le gambe. Un impercettibile sorriso gli aleggiava sulle labbra.
– Questo è il punto. Il suo nome è George Barret e ha trentanove anni. Di origini modeste, ottenne una borsa di studio e si dedicò a studi di chimica sperimentale; infine, fu coinvolto in faccende non molto pulite.
Kate esclamò: – Povera me! – e continuò a sferruzzare.

5Dennon proseguì: – Lavorava per un uomo la cui attività era senz’altro fraudolenta. La sua organizzazione si dedicava al furto dei gioielli; poi alcune delle pietre venivano sostituite con imitazioni perfette. Dopodiché si mettevano in contatto con la società d’assicurazione e riscuotevano il compenso, ricavando così un doppio profitto. L’intera faccenda venne a galla durante la guerra. Il capo era un francese che operava da Parigi e che scomparve al momento della disfatta. Venni a conoscenza della cosa mentre ero addetto alla censura e me ne interessai. George Barret prestò servizio nell’esercito. Seguii le sue tracce e, quando fu smobilitato, gli offrii d’impiegarlo come mio segretario. Questo vi sorprende?
– Vi aspettavate che la cosa mi sorprendesse?
– Indubbiamente. E ora vi esporrò le mie ragioni. George Barret ha requisiti tecnici tutt’altro che comuni, e indispensabili per i miei esperimenti. Presi anche in considerazione il fatto che la conoscenza dei suoi precedenti, anche se non aveva subito condanne, mi avrebbe dato un certo potere su di lui.
– Mi sembra che vi siate messo in una posizione piuttosto pericolosa.
Dennon inarcò le sopracciglia ridendo.
– Non mi ucciderà. Non sono uno stupido. Se qualcosa dovesse accadermi, l’incartamento di George Barret finirebbe nelle mani di Albert Geary, mio cugino ed esecutore testamentario. E se lui non vedesse chiaro nella mia fine, l’incartamento andrebbe alla polizia. Allegata al mio testamento c’è una lettera con le istruzioni al riguardo, e George Barret ne è al corrente.
Kate Scarlets riprese a sferruzzare in silenzio: chiaro segno di disapprovazione, per chi la conosceva.
Il signor Dennon, però, non se ne rese conto: non gli era mai passato per la mente che in quel che aveva detto o fatto ci fosse qualcosa da disapprovare. Anzi, era compiaciuto di sé e del mezzo cui era ricorso per assicurarsi la fedeltà del segretario.
– Una buona idea, non vi pare? – proseguì. – Ho il coltello dalla parte del manico e lui lo sa. Finché si mantiene onesto e assolve con scrupolo il suo lavoro, lo pago bene e lui è a posto. L’interesse personale è il miglior motivo per rigare dritto, e gli conviene comportarsi bene.
Kate tacque un istante, poi disse in tono convinto: – Vi siete messo in un pasticcio, signor Dennon. Credo che anche voi ve ne rendiate conto, altrimenti non sareste qui. Perché siete venuto da me?
Dennon si accigliò.
– Non saprei. Sono ossessionato dall’idea che qualcosa stia accadendo a mia insaputa. Non sono nervoso né impressionabile, tuttavia ho questa sensazione. Se i miei sospetti hanno un qualche fondamento, vorrei sapere di che si tratta; in caso contrario, vorrei esserne sicuro, per la mia tranquillità.
– Non c’è nient’altro che la vostra sensazione?
– Non so, forse no. Mi è sembrato…
– Per favore siate franco con me, signor Dennon. Che cosa vi è sembrato?

6Lui la guardò, un momento, incerto, poi si decise.
– Mi è sembrato, qualche volta, di aver dormito troppo profondamente: e mi sono svegliato con l’impressione che ci fosse qualcosa di anormale.
– Quante volte è accaduto?
– Due o tre, ma non ne sono certo. Ho avuto l’impressione che qualcuno sia entrato nel nuovo edificio… – S’interruppe scuotendo la testa. – Ma nemmeno questo è esatto. Si tratta di una pura e semplice supposizione, senza nessun elemento positivo.
Kate tossì. – Mi scuserete, signor Dennon, se non riesco ancora a capire perché siate venuto da me.
– No?
– No. Mi pare che sospettiate vagamente del vostro segretario.
– Non ho detto questo.
Kate depose il lavoro a maglia.
– No, non lo avete detto. Ma voi e il signor Barret siete gli unici occupanti della casa che avete descritta. Immagino che, come voi, anche lui abbia una chiave.
– Infatti, ne ha una.
– Quindi, in poche parole, la situazione è questa: voi sospettate che lui introduca, o abbia introdotto, qualcuno nella casa dopo avervi somministrato un sonnifero.
– Non ho detto niente di tutto ciò.
– Implicitamente, sì. Posso chiedervi che cosa avevate in mente quando mi avete chiesto di ricevervi? In che modo pensavate che potessi esservi utile?
– Pensavo che non sarebbe stato male far sorvegliare Barret – rispose Dennon.

7Kate aveva ripreso a sferruzzare.
– In questo caso, credo di non potervi essere d’aiuto. Nella mia attività, non rientrano cose di questo genere. Potrei darvi qualche consiglio, ma prima vorrei rivolgervi una domanda
– E cioè?
– Il vostro segretario, il signor Barret, vi ha mai chiesto di rendergli la sua libertà
– Me lo ha chiesto.
– Recentemente?
– Oh, sì.
– Con insistenza?
– Sì. E ora, qual è il vostro consiglio?
– Lasciatelo andare.
– Temo che non mi convenga.
Lei insistette: – Lasciatelo andare, signor Dennon. Io non so quali siano i vostri motivi, ma voi trattenete un uomo contro la sua volontà, e lo fate, in un certo senso, mediante un ricatto. Ora, ciò non solo è sbagliato, ma anche pericoloso. Ve l’ho già detto. Se lo ripeto è perché credo mio dovere mettervi in guardia. Il risentimento si muta facilmente in odio e, in un’atmosfera di odio, qualsiasi cosa può accadere. La soluzione migliore per voi sarebbe di mettere la collezione in un museo e condurre una vita più normale.
– Davvero? Questo è tutto?
– La resistenza ottiene l’effetto d’irrigidirvi, è vero, signor Dennon? Siete venuto da me per questo? Avevate forse bisogno di qualcosa che vi rafforzasse nel vostro proposito? In tal caso, avete fatto un viaggio inutile.
Depose il lavoro a maglia sul tavolino al suo fianco e si alzò. Il colloquio era terminato.
A Robert Dennon non restò che congedarsi e uscire.
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28 pensieri su “Garthander

  1. Ecco un altro romanzo del bravo Milord.
    Bello e che mi ha appassionato fin dalle primissime battute. Stile vecchia inghilterra,
    Non volevo credere, ne ho contati sette romanzi in sette mesi.
    Bello.

    Seguirò Kate
    Buona domenica milord

    🙂

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    • Mia signora, certamente l’aria del racconto che vi proponemmo, è una delle più british che provammo a descrivere.
      Si svolge in una improbabile Contea, di una zona in assoluta invenzione.
      La nostra protagonista, Kate Scarlets, investigatrice privata, malgrado l’età che imponemmo in oltre la cinquantina, è donna di sicura avvenenza ma britannica.
      Anzi, per meglio identificarla, inglese provinciale…
      Il quadro che ne esce è una donna, almeno per noi europei del sud, impossibile.
      Carattere freddo, misurato, parco nelle esternazioni, rigidamente logica e poco propensa ai cardiacismi.
      Il resto, se avrete voglia di seguirci, vi verrà propinat … offerto con nostro sommo piacere.
      Vi ringraziammo fin da adesso e vogliate gradire, mia signora, i sensi della nostra stima.

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  2. Molto british-
    E’ riuscito a ricreare l’aria e diciamolo, le ossessioni inglesi.
    La Scarlets sembra uscita, realmente, dalle nebbie di una contea inglese.
    Ha reso l’idea e … l’interesse.
    In attesa del fattaccio le auguro una buona domenica

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    • Lady Giovanna
      la vostra presenza presso queste pagine ci rallegrano onorandoci.
      Si, effettivamente, qualcosa ha iniziato a covare sotto la cenere che, bollente, mantiene vive alcune braci.
      Il tempo le spegnerà, oppure le vivificherà portando e scatenando un incendio di portata enorme?
      (Gli incendi da braci nascoste, statisticamente parlando, sono sempre i più tremendi).

      Abbiate la nostra cordialità più grande

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  3. Sono qui a leggere l’inizio di un altro romanzo di milord. Mi reputo fortunata.
    Fortunata e confortata.
    Da sempre ti leggo, caro lord e da sempre, di nascosto, seguo i tuoi passi che mi conducono a te.
    Quanto ti ho letto e letto e letto.
    Una passione sul serio.
    Scarlets sembra l’investigatrice che vorrei essere io.
    Fredda, superiore.
    Inglese.

    Qundo ci sarà il prossimo capitolo? Voglio sapere cosa succede.
    Un bacio milord, stringandoti sul mio seno.
    Ciao

    LMR

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    • lady Maga Rossa

      Leggemmo, con piacere, le righe a noi riservateci e che ci elargiste con gentilezza.
      Vorreste somigliare a lady Scarlets? Forse è u po’ presto per ambire a certe somiglianza. Non la conoscete, o almeno così intuimmo.
      Sì, del versamenti caratteriali tipicissimi delle zone già descritte.

      Ci dicono (ambasciator non porta pena) che, tali signore, sotto le lenzuola non siano seconde a nessuna. Anzi …
      nel ringraziarvi della simpatica visita, vi congedammo cordialmente

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  4. Già mi interessa. Lo sai che il mondo british mi piace a differenza tua che ami quello Scottish e Irish.
    E’ il tuo stile: Kate è fredda, logica e compassata. Come te, senza la tua irruenza, esplosività e valanghismo.
    Mi piace e so che hai in serbo, ancora, tanto.
    Bacio.
    isy

    PS: Quando parti?

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    • Lady Isabella,
      sì, la vostra particolare propensione per tutto quello che è british è a noi nota.
      (Ci siamo sempre chiesti: ma come fate?)
      La nostra tendenza è sempre quella: Stile spagnolo, carattere scozzese, temperamento irlandese
      (Non dimenticatevi del bardo Krenneg).

      Grazie.
      _______________
      Prestissimo mia signora
      Adieu

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    • Sir Diadumeno,
      certamente che la Sig.na Kate è infastidita. Quell’uomo si presenta, impertinentemente, con delle richieste e parlando in continuazione.
      Figuratevi…
      Grazie.
      _________________
      Sì, in partenza a brevissimo e per lidi lontanissimi.
      ( … quanti issimi
      🙂

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  5. A lume di naso, questa mi sembra la vostra opera migliore, perlomeno considerando questo ottimo primo capitolo, perfetto nei dialoghi, nel climax e soprattutto nella caratterizzazione dei due personaggi fin qui introdotti.
    Un applauso da Lady Alessandra.

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    • lady Alessandra,

      al lume di naso” vi ringraziammo anticipatamente anche se, la nostra eroina, lady Kate, al momento parlò poco.
      Molto poco.
      La migliore? Beh, come un padre amoroso dei propri pargoli non esistette, almeno per noi, un’opera migliore o peggiore. Convissero varie anime.
      I risultati, per quello che ci riguardò, saranno sempre ottimi.
      Grazie e buona giornata.
      Un controapplauso a voi

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  6. Si. Mi piace molto. Bella l’ambientazione, elegante … e bello anche il pezzo che ha il sapore di un giallo di Agatha Christie… ma forse rivelera’ qualche sorpresa … chissa’… la seguo con gioia!

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  7. questo dipinto e’ meraviglioso… sa dirmi di piu’? E’ un’atmosfera che in me incrocia ricordi della mia infanzia con un immagine di campagna che tanto mi appartiene. A caso nel web, pittore noto o pittore sconosciuto? In ogni caso complimenti per questo abbinamento e …per altri che utilizza dentro alle sue storie. Qualche altro sassolino me lo togliero’ dalle scarpe piu’ avanti. Sono molto curiosa io!😊

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    • I livelli dei sassolini?
      Grazie per le gentili espressioni, mia signora.
      Il dipinto è un … “Milord” autentico. venne dipinto all’età di dodici anni, vivente la nostra genitrice, con l’intento di imitarla (Ella si dilettava nella pittura impressionista e noi provammo ad impressionarla).
      Vi ringraziammo del passaggio e cordialità

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