Garthander IX

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1Pressappoco alla stessa ora in cui Albert e Juliet si trovavano insieme a Rosbury, Daniel Clancy scendeva dalla sua macchina davanti a Styles Hedingham House ed entrava nel vestibolo, chiedendo della signorina Kate Scarlets.
Decisero di rifugiarsi nello studio ove nessuno li avrebbe disturbati Clancy prese posto di fronte a Kate.
– Ebbene? – le chiese.
Lei ebbe un piccolo colpo di tosse. – Ebbene, Daniel?
Lui rise. – E va bene, comincerò io. Mi piacerebbe vedere la lettera di Dennon.
La lettera fu estratta dalle profondità della borsa da lavoro.
Clancy si chinò in avanti per prenderla e ne scorse le brevi righe. Quindi sollevò gli occhi. – Quali sono questi nuovi fatti? – chiese.
– Non ne ho la minima idea.
– Lo avete visto una volta sola?
– Proprio cosi.
– Volete ripetermi quello che vi ha detto?
Per un momento, Kate sembrò completamente assorta nel suo lavoro. Poi si decise a rispondere: – Sì, credo che sia mio dovere. Con la massima esattezza, ripeté parola per parola la conversazione che aveva avuto con Robert Dennon.

– Ebbene – osservò Clancy – mi sembra che si sia meritato quello che gli è successo: le cose si mettono piuttosto male per Barret. Ma forse vorrete prendere qualche appunto. Ho qui un resoconto particolareggiato di tutto quel che è successo ieri, fino al momento del delitto. – Si volse per prendere una matita e della carta dal piccolo scrittoio al suo fianco. Kate depose il lavoro e impugnò la matita. Lui trasse dei fogli dalla borsa, ne scelse uno e cominciò:
– Dunque, Dennon ha preso l’autobus delle nove e trenta per Hedingham Court. Alle dieci e un quarto è entrato alla Southern Bank, ha chiedo di vedere il direttore e ha firmato un testamento davanti a lui e a un impiegato. Pare che abbia accennato a un suo prossimo matrimonio. Una signora rispondente al nome di Eve McQueen afferma che la sera precedente Dennon le aveva chiesto di sposarlo.
Kate chinò il capo. – Il maggiore Geary mi ha parlato della signora McQueen. Mi ha anche detto la lista delle persone che si sono recate dai signor Dennon nel pomeriggio di ieri, con l’ora esatta.
– Bene, questo semplifica le cose. Basterà che io vi metta al corrente di quello che è avvenuto la mattina. Dunque, alle undici e mezzo, Dennon è tornato e si è recato nel suo studio: lo sapete, immagino.
– Sì.
– Vi si è trattenuto per una mezz’ora circa. George Barret era con lui. Uno dei camerieri ha sentito una parte della conversazione. Dice che stava portando a Dennon delle lettere arrivate con la seconda posta e che non sapeva se entrare o meno, perché stavano litigando. Naturalmente non c’è il minimo dubbio che, avendo sentito le voci concitate, sia rimasto deliberatamente ad ascoltare; con tutta probabilità deve anche aver aperto un po’ la porta. A ogni modo, è disposto a giurare di aver udito Barret che diceva: “Non posso e non voglio continuare così”. Al che Dennon ha riso in modo irritante e ha risposto: “Ho paura che non potrete farne a meno”. Barret ha ripreso: “Ho detto che non ho intenzione di continuare, e non cambierò idea!”. Dennon ha riso di nuovo e gli ha chiesto cosa avrebbe fatto e Barret ha risposto: “Lo vedrete!”. A questo punto, sembra, il nostro uomo, Owen, ha bussato ed è entrato. Dice che Dennon era seduto al tavolo, mentre Barret era in piedi accanto alla finestra e guardava fuori. Barret ammette che c’è stata una discussione. – Clancy depose il foglio che aveva finito di leggere e ne prese un altro. – Questa è la sua deposizione:
Alle undici e mezzo mi trovavo nello studio, quando è entrato il signor Dennon. Ne ho approfittato per dirgli che avevo intenzione di rassegnare le mie dimissioni, e questo non a causa di dissensi o malcontenti, ma perché mi ero accorto che la mia salute risentiva delle innaturali condizioni in cui ero costretto a vivere. La maggior parte del mio lavoro si svolge nella nuova costruzione, dove debbo anche dormire. E la mancanza d’aria e di luce danneggiavano la mia salute. Il signor Dennon si è arrabbiato e mi ha detto che non mi avrebbe permesso di lasciarlo. Quanto Owen asserisce di aver udito è sostanzialmente vero, ma non stavamo litigando: lui era seccato del fatto che io volessi lasciarlo. Alle dodici meno cinque il signor Dennon si è ritirato nella sua casa. Dopo un minuto o due l’ho seguito, aprendo la porta con la mia chiave. Ho sentito che stava telefonando dalla sua camera da letto, così sono rimasto dov’ero, cioè in fondo al corridoio sul quale danno la sua stanza e il laboratorio. Ero troppo distante per sentire quello che diceva. Quando ha finito di parlare, mi sono avviato per andare da lui, ma stava già componendo un altro numero. Non potevo distinguere le parole. ma solo il tono della sua voce: sembrava molto irritato. Alla fine ho sentito che diceva con enfasi: “Faresti meglio”. Poi ha interrotto la comunicazione e io sono entrato e gli ho detto che non potevo ritirare le mie dimissioni, ma che naturalmente sarei rimasto finché gli avrebbe fatto comodo. Poi sono tornato nello studio e di lì sono andato a tavola. Dopo aver finito di mangiare, il signor Dennon è venuto al mio tavolo e mi ha detto che, per quel pomeriggio ero libero, dato che non aveva bisogno di me.
Clancy sollevò un attimo gli occhi dal foglio.
– Pare che consumassero tutti i pasti al club. Gli ho chiesto se avevano l’abitudine di mangiare a due tavoli separati e mi ha risposto di sì, che i loro orari erano diversi e che ambedue preferivano essere indipendenti. Il personale ha confermato questo fatto. Bene, andiamo avanti. Non è rimasto molto.
Ho lasciato la sala da pranzo poco più tardi e mi sono recato nella mia camera per prendere un libro. La porta d’acciaio era chiusa, come al solito, e ho dovuto usare la mia chiave per aprirla. Quando, dopo pochi minuti, sono tornato al club, mi sono assicurato di averla richiusa, come faccio sempre. Si chiude automaticamente quando la si accosta, e sono sicuro di averla lasciata ben chiusa. Mi sono recato nello studio e sono rimasto lì tutto il pomeriggio a leggere. Circa dieci minuti dopo che avevo sentito suonare le tre, la signorina Freer ha aperte la porta e, vedendo che ero solo, è entrata. Siamo rimasti seduti lì a chiacchierare fino a quando il maggiore Geary non ha dato l’allarme. Siamo stati insieme tutto il tempo: nessuno dei due si è allontanato dalla stanza.

3Kate osservò: – La finestra dello studio dà sul corridoio a vetri. Avete chiesto se il signor Barret dal suo posto poteva vederlo e se ha notato qualcuna delle persone che si sono recate dal signor Dennon?
– Sì, gliel’ho chiesto, ma non mi ha saputo dire niente di particolare. Pare che abbia sentito della gente che andava e veniva, ma era assorto nella lettura e non ci ha fatto caso. L’unico visitatore che ha notato è stato il maggiore Griffiths. Dice che ha sentito qualcuno che correva, ha alzato gli occhi e lo ha visto passare lungo il corridoio a vetri, con qualcosa di bianco in mano.
– La borsetta della signorina McQueen?
– Si, un affare di plastica bianca, piuttosto grosso per essere una borsetta, contenente il suo costume da bagno. Mi sembra abbastanza chiaro che Griffiths stava tornando con la borsa, quando Barret l’ha visto. Dite che il maggiore Geary vi ha informato di tutto questo andirivieni?
– Sì, mi è stato molto utile.
– Bene, Barret dice di non aver notato nessun altro fino all’arrivo della signorina Freer. E dopo sono rimasti lì a parlare.
– E la signorina Freer che cosa dice?
– Che è rimasta con la madre fino alle tre, poi è andata a mettere in ordine la sua camera ed è scesa nel vestibolo mentre Mary Stoner stava lasciando il club: quindi è andata nello studio e ha passio il resto del tempo parlando con Barret, proprio come dice lui.
– Quando ho chiesto al maggiore Geary se quei due erano amici, mi ha risposto che non gli risultava che la signorina Freer avesse molti amici. Ora lo studio era del signor Dennon: a meno che non lo avesse saputo in precedenza, lei non poteva aspettarsi di trovar li il signor Barret solo. Lo sapeva? Era diretta da lui o cercava il signor Dennon? Quello era il suo studio.
Clancy fece un gesto d’impazienza. – Che importa?
– Potrebbe importare, Daniel.
– Ambedue sono d’accordo nel dire che sono stati insieme fra le tre e dieci e le tre e mezzo. Non è escludere che uno di loro stia mentendo, se non tutti e due. In effetti posso dire che Barret mi sembra piuttosto sospetto: nel qual caso la signorina Freer avrebbe mentito per proteggerlo, a meno che non abbia sbagliato a calcolare il tempo.
– Non mi sembra molto probabile. La signorina Genas ha preso nota dell’ora d’uscita della signorina Stoner e dell’arrivo del maggiore Geary, dieci minuti dopo. La signorina Freer deve ben ricordarsi se il signor Barret era nello studio quando lei è entrata e se vi è rimasto nei dieci minuti seguenti. Suppongo infatti che vogliate farmi notare che è proprio in quel periodo di tempo che il signor Barret avrebbe avuto l’opportunità di uscire e uccidere il signor Dennon.

5Clancy annuì. – Secondo la signorina Stoner, Dennon alle tre e dieci era vivo. Secondo Geary alle tre e venti era morto. Secondo loro stessi, la signorina Freer e George Barret, fra le tre e dieci e le tre e venti, sono rimasti insieme nello studio. Secondo Susan Genas, infine, in quello stesso periodo nessuno è passato dal vestibolo. Dal momento che voi sapete sempre tutto, immagino che sarete al corrente del fatto che l’unica altra stanza che dia su quel breve tratto di corridoio, e cioè la sala del biliardo, è rimasta chiusa a chiave per tutto il giorno.
– Sì – approvò Kate. – Il maggiore Geary, molto gentilmente, ha verificato tale circostanza.
– La direttrice, signorina Peters, dice che l’unica chiave della stanza è sempre rimasta in suo possesso. Ho provato ad aprire la porta della sala da biliardo usando le chiavi delle altre stanze, ma nessuna di esse va bene. Quindi la situazione è la seguente: Robert Dennon era vivo alle tre e dieci e morto alle tre e venti. In questo intervallo di tempo è stato ucciso da una delle seguenti persone: la signorina Stoner, George Barret, la signorina Freer, Albert Geary, Susan Genas o Dennon stesso. Alcune di esse sono troppo improbabili per essere prese in considerazione. Incominciamo da Dennon stesso: la sua morte doveva sembrare un suicidio, ma Scott ha avuto dei sospetti fin dal primo momento. Vi ricorderete di Scott in relazione al caso della Girandola: ha il fiuto di un terrier e, appena hanno rilevato le impronte digitali sulla rivoltella. ha eletto che non poteva trattarsi di suicidio, è molto difficile ottenere impronte naturali usando la mano di un morto. L’assassino ha tentato, ma non c’è riuscito.
“Possiamo quindi escludere Robert Dennon. E adesso passiamo a un’altra fra le persone meno sospette, Susan Genas. Fin qui ci siamo basati sulla sua testimonianza per quanto riguarda l’andirivieni di tutti gli altri. Ma anche lei avrebbe potuto percorrere il corridoio e, ammesso che la porta d’acciaio fosse aperta, penetrare nel padiglione, arrivare nel laboratorio e uccidere Robert Dennon. Ma credo che non occorra nemmeno prenderla in considerazione. Si tratta di un’ottima ragazza, in procinto di fidanzarsi con un buon giovanotto. Non figurava nel testamento di Dennon e non era in rapporti con lui più che con qualsiasi altro ospite del club. In effetti non aveva nessun motivo di ucciderlo e se l’ho menzionata è solo perché avrebbe avuto la possibilità materiale di farlo.”
– Precisamente.
– Dopo di lei viene la signorina Stoner che potremmo ugualmente escludere per mancanza di motivo: ci siamo messi in comunicazione coi legali di Dennon ed è risultato che non era menzionata nel suo testamento. I genitori di Albert Geary l’avevano adottata credendo di non poter aver figli. Dato che la madre di Dennon era una Geary, suppongo che fossero in un certo senso cugini, ma si sa come vanno queste cose. Lei e Dennon hanno vissuto praticamente per trent’anni uscio a uscio, mantenendo quel genere di rapporti che non permette il sorgere di una vera amicizia, né di un reale disaccordo: o meglio non sono mai stati così amici da arrivare a litigare.
– Siete un ottimo psicologo.
– Sono onorato del complimento. Bene, con questo abbiamo escluso anche la signorina Stoner. – Si chinò in avanti e vi fu un percettibile cambiamento nei suoi modi, quando disse: – Poi viene il maggiore Geary. Scott sospetta di lui. È un individuo molto zelante, l’ispettore Scott. Secondo lui Geary avrebbe avuto un ottimo motivo per uccidere il cugino. Le finanze dei Geary hanno avuto un brutto colpo, come del resto quelle di quasi tutti i proprietari terrieri. Albert è riuscito a mantenersi a galla dividendo la casa in appartamenti e dandola in affitto. Il padre di Dennon invece ha accumulato una fortuna col commercio. Una parte di questa è investita nella collezione, ma è rimasto ancora parecchio denaro liquido. E, secondo il primo testamento, Albert Geary sarebbe l’unico erede. Il matrimonio di Dennon e il suo nuovo testamento sarebbero stati un brutto colpo per lui. Scott sottolinea il fatto che Dennon è stato ucciso non appena ha cambiato il testamento e ha rivelato l’intenzione di sposarsi; e il secondo testamento è stato distrutto. Secondo lui tutto ciò è molto semplice. Io non arrivo a tanto, ma ci sono delle circostanze sospette. E poi tutt’a un tratto salta fuori questa storia del passato di Barret. Cosi anche lui viene ad avere un movente. Scott non ne sarà molto soddisfatto. Quello del denaro è un motivo più logico e naturale.
“Devo confessare che, secondo me, Barret ha un motivo molto più plausibile. Dennon lo ricattava, per anni aveva desiderato di andarsene ed era stato obbligato a rimanere. Non è molto piacevole essere incatenati al proprio passato sotto gli occhi di qualcuno che ne è al corrente e non si fa scrupolo di approfittare di quello che sa. Può essere un ottimo motivo per uccidere. Dipende però anche dal carattere di Barret, dal suo temperamento e dal desiderio che aveva di essere libero e incominciare una nuova vita. Devo dirvi sinceramente che, secondo me, le probabilità vanno suddivise in ugual modo tra lui e Geary.”
– Il maggiore Geary sostiene che il signor Barret non “farebbe male a una mosca” – spiegò Kate. – Era perfettamente informato dei suoi trascorsi e del fatto che il signor Dennon se ne serviva per ricattarlo, ma credo che non me ne avrebbe mai parlato, se io stessa non gli avessi riferito quello che il signor Dennon mi aveva detto al riguardo. Secondo me, è realmente convinto che il signor Barret non abbia niente a che vedere con la morte di suo cugino.
Clancy rise. – Non potrebbe essere altrimenti, se l’avesse ucciso lui. E potrebbe anche averlo ucciso lui e tuttavia non desiderare di mandare alla forca un innocente. Sono sempre convinto che l’assassino sia uno di loro due. Ma c’è una cosa che depone a svantaggio di Geary.
– La distruzione del testamento?
– Geary era l’unico che avesse interesse a distruggerlo. Ma, volendo considerare tutte le possibilità, anche Barret potrebbe aver avuto qualche ragione particolare per bruciare il testamento. Per esempio poteva sperare in un aiuto finanziario da parte di Geary, che gli era amico, mentre non avrebbe avuto niente da aspettarsi da Eve McQueen. Non vale un gran che, come tesi, io ammetto, tuttavia un Albert Geary danaroso avrebbe potuto fare qualcosa per lui.
– Questo è vero.
– E sono cinque: l’ultima persona sospetta è la signorina Freer. Non riesco a credere che sia lei l’assassina. Al massimo può cercare di proteggere Barret. Per il momento non sappiamo se abbia alcun motivo per farlo, ma non si può mai dire. Ad ogni modo se è vero che lei e Barret sono rimasti nello studio durante i dieci minuti trascorsi fra l’uscita della signorina Stoner e l’arrivo di Geary, ebbene, allora Barret è innocente e Geary l’assassino. Dobbiamo continuare a indagare per vedere cosa salta fuori.
– Non manca nessun pezzo della collezione?
– No, Dennon aveva catalogato tutto e non manca niente. Nel secondo cassetto della scrivania, quello che è stato trovato aperto, c’era una spilla di brillanti molto bella. Che cosa ne pensate?
– Cerano impronte digitali?
– No, non presentava una superficie sufficiente per rilevarle.
– Se Dennon si era appena fidanzato con la signora McQueen, poteva essere destinata a lei.

2Clancy parve leggermente disgustato. – Mi sembra una strana idea, ma dopotutto anche Dennon era un po’ strano. La spilla è un oggetto di grande valore, ma ha una storia poco simpatica, che non la rende certo adatta a un regalo di fidanzamento. È catalogata come “La spilla Marziali: cinque brillanti di quattro carati ciascuno” e poi “Giulia Marziali la portava quando il marito la pugnalò col suo amante, l’8 agosto 1820”.
– Il signor Dennon era una persona molto strana. Immagino che avrete fatto rilevare le impronte digitali. Non è emerso nulla di interessante?
– Pensavate che fosse probabile?
– Francamente no, Daniel.
– Ebbene, avevate ragione. La sera precedente Dennon aveva invitato un’intera comitiva a vedere la collezione. Erano presenti Isabel Freer con le due figlie, Albert Geary, Mary Stoner, il maggiore Griffiths, Eve McQueen, un certo signor Brown con la moglie, un’innocua coppia senza alcuna interesse per Dennon e con un perfetto alibi per l’ora del delitto, Dennon stesso, Barret e una ragazza che è stata sposata con Albert Geary e adesso si fa chiamare Juliet Keslar. Penso che ne abbia sentito parlare.
– L’ho incontrata.
– Mi sembra una brava ragazza. Pare che non ci sia stato alcuno scandalo per il divorzio. Si sono semplicemente separati, restando buoni amici.
– Così mi ha detto il maggiore Geary.
– Era anche lei della partita. E naturalmente ci sono le impronte di tutti, sparse per la stanza.
– Ma non nel laboratorio, suppongo.
– No. Ma la maggior parte di loro ha toccato la porta d’acciaio nel passare e il tavolo e le sedie del salone sono pieni di impronte. Si può facilmente individuare il posto di ognuno: ma ne eravamo già al corrente. Dennon ha tirato fuori i gioielli e ha fatto sedere tutti intorno al tavolo perché potessero osservarli meglio.
– E nelle altre stanze? Nel laboratorio?
– Nelle altre stanze abbiamo trovato solo le impronte di Dennon, di Barret e della donna delle pulizie. Nel laboratorio c’erano quelle di Dennon e di Barret un po’ dappertutto e poi quelle di Griffiths sullo schienale di una sedia dove Eve McQueen dice di essere stata seduta. In effetti è probabile che abbia ragione, dato che la sedia si trovava proprio di fronte alla scrivania di Dennon. Lei dice di aver lasciato lì la borsa ed è naturale che Griffiths si sia appoggiato allo schienale nel chinarsi a prenderla. Ci sono solo le sue impronte. Eve McQueen e Mary Stoner non ne hanno lasciate. Sul piano della scrivania, dalla parte di chi entra, c’è l’impronta della mano destra di Geary: lui dice di essersi chinato sul tavolo per accertarsi che Dennon fosse morto, prima di girare dall’altra parte e toccarlo. C’è un’impronta della sua mano sinistra sullo schienale della sedia di Dennon e delle altre della mano destra sulla scrivania, vicino al punto dove si trovava la testa del morto. E questo è tutto.
– Non c’erano impronte sulla porta?
– Quelle di Dennon e di Barret.
– Nessuna della signora McQueen?
– Nessuna.
– Quindi la porta doveva essere aperta, quando lei è arrivata.
– È probabile. Lui la stava aspettando, e Susan Genas gli aveva telefonato per avvertirlo del suo arrivo. Dennon è andato ad aprirle la porta e l’ha fatta entrare nel laboratorio.
– Vedo. Non c’erano impronte sul portacenere dove è stato bruciato il testamento?
– Geary ve ne ha parlato? No, non c’era nessuna impronta.
– E sulla maniglia del cassetto dove il signor Dennon teneva la rivoltella?
– C’erano solo le sue.
– E le impronte sulla rivoltella?
– Sono state fatte dopo la morte di Dennon.
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44 pensieri su “Garthander IX

    • Vi ringraziammo per esser passata presso queste umili pagine ed aver lasciato, comunque, un commento.
      Se comprendeste poco, ovviamente, ne fummo noi responsabili in quanto fautori.
      possiamo affermare, però, che “forse” vi lasciaste ingannare dalle interruzioni di pagina.
      Come detto varie volte e come sotto gli occhi di tutti, i nostri romanzi vengono pubblicati capitolo per capitolo, seguendo lo Standard di pubblicazione. Come si evincerà, infatti, ogni capitolo è suddiviso in blocchi con un’immagine – a corredo fotografico – in capolinea che ne indica la singola pagina del singolo capitolo.
      Ma, se aveste letto consequenzialmente il brano, vi sareste accorta che era superfluo indicare la seconda persona, nel dialogo, già indicata, peraltro, nella prima e seconda pagina.
      Onde evitare, infatti, delle ripetizioni, proseguimmo nel “dialogo” tra Cancy e kate Scarlets, che sono gli unici personaggi che figurano.
      Non c’é stacco.
      Non c’é soluzione di continuità nel periodo.
      Non c’é backfail o frontend.
      Solo un dialogo e semplicemente un dialogo continuo e intuibile se letto dall’inizio.
      Grazie per esserci stata e cordialità

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    • lady Giorgia, siete la nostra soddisfazione.
      Grazie per essere andata in fondo al capitolo. Effettivamente rendere cronaca e annotare ragionamenti, elucubrazioni e notare i comportamenti e i particolari, culminanto in alcuni capitoli che si rendono necessari.
      Il “Giallo” lo vuole.
      Questo, poi, sull’impronta della migliore tradizione britannica, è reso tale dalla forma teatrale“.
      Stiamo facendo recitare i personaggi su un palcoscenico un po’ più vasto delle usuali tavole.
      Abbiate i sensi delle nostre migliori cordialità.

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    • Elena, nostra cara e dolce amica, sedetevi qua accanto a noi e osservate.
      Ecco, vedete? La è seduto Clancy con la sua posatezza, mentre l’imperturbabile Sig.na Scartets lo osserva con discrezione, ma acutezza.
      Basta ascoltarli e vediamo.
      certo è una brutta storia quella di Dennon. Non ci voleva.
      Qualcosa, però, aveva intuito. Non di sicuro che l’avrebbero ucciso, però.
      Mah, stiamo a vedere che succederà.
      un abbraccio e molti auguri per il nuovo anno a voi e famiglia.

      Cordialità

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  1. Bravura e maestria sempre ai massimi livelli. Adesso è interessante sapere cosa salta fuori. Nei ragionamenti io avrei incluso i motivi delle paure di Dennon.
    Ma forse salterà fuori, perché Kate è partita in quarta.
    Ciao Milord

    dalla partenope Capitale

    Dudù

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    • Don Dudù, un caro saluto a voi.
      Escluso i ” motivi delle paure?”.
      Perdonateci Milord: ma se escludiamo i motivi, nella pratica, annulliamo la narrazione.
      lady Kate esiste proprio perché Dannon aveva un po’ di paura.
      Or not?

      Abbiate una serena giornata.

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    • Lady La Maga Rossa
      Probabilmente vi riferiste ad Agatha Christie.
      Notabile, però, che l’indicata autrice di gialli in comune con tale romanzo aveva l’ambientazione in Gran Bretagna e segnatamente in Inghilterra.
      La nostra ambientazione, ad inverso, è collocata in una non meglio identificata Contea Scozzese, o comunque, a tale impronta.
      Vi ringraziammo, augurandovi un sereno fine settimana.
      Cordialità

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  2. Quando si chiude una parentesi, un’altra si apre, magari all’insaputa.
    Dennon è morto e c’era da immaginarlo. L’analisi dei fatti, di quelli piccoli, è condotta con scrupolo. Ho paura che manca qualcosa a quest’analisi ma che abbiamo già vista.
    Mi fai morire milord.
    Belloooooo

    Mamma, quando l’altro capitolo?
    Bacio bacio

    Susi

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    • lady Circe

      La paura che manchi qualcosa non è una paura da poco.
      L’evoluzione dei fatti, cara lady Susanna, ci porta alla serenità che, la nostra conducente Kate, persegue in modo distaccato.
      Grazie per esserci e cordialità

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  3. brrrrrrrr … ma quanto freddo ho preso stanotte? Io mi sono appesa il collant sotto alla stufa a pellet, ma qua non mi hanno lasciato nulla.
    😦

    Un capitolo bellissimo, caro Ninni.
    Un capitolo pieno!

    Ciaooooo

    🙂

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  4. Ma quand’é che hai conosciuto la Kate? Ma ti racconta tutto? Per me qualcosa non l’ha detta.
    E Clancy? Mi sembra quell’Ispettore gonfio nelle sue certezze che non da spazio a nessuno.
    Mi piace proprio Kate.
    Risoluta, acuta e silenziosa.
    Buona Befana. No no no io non svolazzo perché sono troppo figa, altro che Befana, cazzo.

    Ciao milord

    🙂

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  5. Questo pezzo e’ unicamente dialogo. I fatti e le indagini sono molto ben scritte, ma di tutti i pezzi che di Lei ho letto, questo forse e’ quello che secondo la mia opinione e’ stato meno scorrevole. Forse tra i dialoghi non e’ comparsa alcuna emozione, nessun sentimento. E’ stato un po’ come assistere a una partita di Cluedo. Solitamente e’ molto appassionante, credo che abbia dato tantissima importanza alla descrizione del giallo trascurando altri aspetti che consuetamente apprezzo nella sua bellissima scrittura, questo e’ innegabile, lei e’ comunque bravissimo.

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