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Cronache dal Mondo Accanto
Nobile è la gara che avete intrapreso con gli anacoreti
dell’Egitto: diventare simili a loro, o addirittura superarli,
se questo è possibile, con l’esercizio delle vostre virtù. Presso
di voi già esistono anacoreti, e il nome stesso è entrato nell’uso
quotidiano. Perciò si loderà forse a ragione la vostra
maniera di vivere …
Le parole mi uscirono di bocca da sole, come se il loro flusso obbedisse a una volontà divina e stendendo le braccia al cielo urlai:
-Ti chiamo col tuo nome, Dio di tutti gli Dei. Se lo pronunciassi per intero la terra sarebbe scossa da un violentissimo terremoto; il sole si arresterebbe e i mari comincerebbero ad evaporare.
Per cui mi limito a non chiamarti e a chiederti di essere per me lince, aquila, fenice, vita, potere, necessità, immagine di Dio, degli Dei, serpente.
Rinasca attraverso di te il serpente ouroboros e si addenti la coda, congiungendo Iside a Horus, Ecate a Giove, Selene ad Apollo, Cristo a Barbelo, Danae a Kerkumno: La quiete alla forza, l’amore alla ragione, la notte al giorno!
Nell’alto del cosmo tutti i demoni lanciarono un lamento stridente e lacerante.
Le stelle dell’Orsa, nel loro vorticare, stavano disegnando un titanico serpente luminoso, con i denti affondati nella propria coda. Simultaneamente riapparvero le immagini traslucide ed evanescenti, che disegnarono un’immagine nuova. Le esili figure femminili non fuggivano più; anzi si sarebbe detto che si inseguissero gioiose lungo le venature del corpo dell’Universo..
Il sangue non colava più da una vasca all’altra, ma risaliva verso la donna archetipica che, sul baldacchino in alto, reggeva un caduceo ornato da fiamme .
Il cagastro si tramutava in iliastro, divenendo fluido vitale nel cui scorrere la materia pesante si faceva sottile. Mephisto tossì e s’interruppe; nel cielo mostri e demoni scomparvero dopo un ultimo rauco lamento.
Ebbi l’impressione di rivedere l’eclissi della mia nascita, solo che ora la luna si scostava dal sole, schiarendosi fino a scomparire. I due astri si sarebbero spartiti la scansione del tempo.
Ma anche l’occhio di Dio imprigionato nella terra, investito dalla luce, parve spegnersi, sebbene i conflitti continuassero feroci. Forse il Re di “Ciò che è il male”, riflesso in cielo dalla terra, aveva perduto una delle sue armi.
Vi fu un lunghissimo silenzio, tanto che credetti di essere precipitato in una dimensione irreale.
Poi il calore delle fiamme infernali mi riportarono all’Esistente. Mi trovavo su un mondo fatto non più di ghiaccio, bensì di terriccio, alberi e sassi.
Era notte, ma una notte benigna e illuminata dal serpente circolare che vorticava sulle nostre teste.
Mephisto tossì di nuovo e questa volta si piegò in due.
-Credi di avere vinto? T’inganni! Vedi anche tu che nella sfera terrestre Marte continuerà a regnare, eclissi o non eclissi.
E’ la guerra che fa scorrere il tempo all’indietro. Tornerà l’era della forza bruta. Con essa tornerò io!-
-Forse hai ragione – risposi – ma non c’è forza che prima o poi non s’imbatta in una forza superiore. Ne hai appena avuto un esempio.
L’unione di più volontà ha sventato i tuoi piani. Spero che divenga la regola.-
-E io spero di no.-
Mephisto non aggiunse altro. Si volse e stava allontanandosi lentamente quando lo richiamai.
-Come si dice in questi casi?-
-Che cosa vuoi dire?-
-Come si saluta un demone?-
Mephisto incupì lo sguardo. Parve che la collera tornasse a invaderlo, poi la spossatezza ebbe il sopravvento. Chinò il capo.
– Arrivederci mio Signore che l’Alba d’oro e il cerchio rimangano tra Voi.-
-Addio-
Attesi che fosse scomparso in un orizzonte indefinito e poi rivolgendomi alla mia immagine riflessa in una pozza d’acqua dissi: Ha ragione. Non è affatto sconfitto.
Ma neanche io lo sono anche se non posso più controllarlo: io sono morto. Questo mondo mi è completamente estraneo.
Potrei modellare dei sogni, ma dopo? Sarei sempre a disperarmi.
Osservai il cielo e….
Tanti astri, prima di brillare come stelle, erano degli esseri umani. Magari vale anche per me. Magari.
Scrutai gli abissi siderali alla ricerca di una risposta.
Dovrei trovare il giusto mezzo o forse una causa..
Chissà quante ere passeranno.
Con gesto lento, chiusi il libro d’argento e riposi i sigilli entro il cerchio di pietra.
Il profumo dei rami di quercia appena bruciati, forte e persistente, faceva tornare alla mente altri ricordi.
Rapidamente estrassi il pugnale sacrificale e sollevando la lama dorata, inspirai e sorridendo la conficcai nel mio cuore.
Nessun gemito.
Nessun dolore.
Finalmente il silenzio.
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Ecco qua.
Appuntamento a domani, dopo le ore 14.00
Cordialità
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Cordialità
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Mi arrendo!
Bellissimo, hai toccato mle corde dell’intimo meglio di qualsiasi discorso. Il Mondo Accanto. Le paure
Ciao amico mio e … buon lavoro.
Ci sarò, domani
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Grazie.
Tra le onde cupe del mare, perdute tra i sogni, abiamo scrigni segreti innominabili.
Buon pomeriggio
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Un numero unico per davvero.
Bello bellissimo. Un dolore intimo che non si può raccontare se non con “il silenzio”.
Bello sul serio
Appuntamento a domani allora.
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Visto?
L’unicità del singolo pensiero che, solitario, rivolge le sue innumerevoli parole a chi le sa ascoltarre.
Cordialità mia signora
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Si sente il calore delle lacrime che carezza no le guance e i singhiozzi strozzati che, a fatica, escono dalle labbra.
Ninni milord, stai giocando con le corde tese del cuore e dell’anima, questa sconosciuta.
Un brano che è poesia, è bellezza, delicatezza e forza.
pulizia e umanità, malgrado il demone.
Un bacio.
A domani
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Un calore, ahime, molto triste ma sincero.
Difficile descrivere un’emozione se non la si prova. Il demone, quella brutta bestia che corrompe la nostra vita, a sua volta è corrotto.
Non per sua volontà, però.
Grazie
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La forza del cuore.
La forza e la sensibilità
Domani ci sarò con un bacio milord
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la forza della gentilezza, cara miladina
Cordialità
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Una splendida nota emozionale, caro dottore.
L’immagine è superba: sottolinea la persona ma anche la solitudine.
Buona giornata
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Grazie per l’espressione gentilissima.
Cercammo, sempre (quando riuscito) di esprimere un’emozione con le parole di un bambino.
Abbiate le nostre cordialità
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Eccome, tutto quel che abbiamo o che siamo deriva dal conflitto tra noi stessi e il demone che ci governa.
Alcune volte viviamo, tante altre …
A domani
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Un demone che ci governa …
Ecco, finalmente, una verità.
Inutile mascherarsi dietro il sentimento sociale che “accomuna tutti gli uomini di buona volontà”.
Quella stessa volontà è disattesa sempre a nostro vantaggio. E allora? Allora basta prendersi in giro.
Grazie
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Mi auguro che questo nuovo anno possa essere bello e profondo per tutti e soprattutto per Maria Silvia che rispetto e che ho avuto l’onore di conoscere e di apprezzare.
Una donna fuori dal comune che mi affascina e che prende il mio cuore.
lo ufficializzo con rispetto, stima e profondo affetto.
Con devozione a te Maria Silvia
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Bellissimo … non so perché ma mi ha rimandato alla memoria il replicante di Blade Runner, Roy Batty …
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Grazie mia signora e … un grazie per aver osservato oltre quella cortina allegorica che ci fece creare questo e diversi altri personaggi.,
Si, l’ispiratore fu, proprio, Roy Batty, il più umano e meritevole del genere umano, non umano.
Cerchiamo, o almeno tentiamo, di trovare strade e/o sbocchi ai nostri problemi, improntando la nostra vita al voler insegnare in quanto “socialmente avanzati“.
Finquanto un non-umano, un androide, ci darà lezioni così profonde dal basso della sua povera condizione, moi e tutto il genere umano non abbiamo compreso nulla della terra che calpestiamo.
A tal fine vorremmo ricordare un’espressione di Mark Twain:
“I due giorni più importanti della tua vita sono il giorno della tua nascita e il giorno in cui ne hai capito il motivo“.
Siete un terremoto mia signora.
Cordialità
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Un terremoto? Quale grado nella scala Mercalli, oppure che magnitudo se preferisci Richter?
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-Ti chiamo col tuo nome. Se lo pronunciassi per intero la terra sarebbe scossa da un violentissimo terremoto; il sole si arresterebbe e i mari comincerebbero ad evaporare.
Per cui mi limito a non chiamarti e a chiederti di essere per me lince, aquila, fenice, vita, potere, necessità.
Questa la parte che piu’ mi ha colpito.
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