Garthander XIV

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1– Ebbene, che cosa ne pensate?
Clancy era rimasto solo con Kate nel laboratorio. Mary Stoner, su suggerimento dell’investigatrice, era stata accompagnata nella camera di Robert Dennon, dove c’era un comodo letto. Una cameriera anziana era stata incaricata di sorvegliarla. Scott era uscito con lei.
Questa rispose alla domanda di Clancy con un’altra domanda: – Che cosa ne pensate voi?
Lui sollevò una mano e la lasciò ricadere. – Bisogna vedere se dice la verità.
– Io credo di sì, Daniel.
La voce di Clancy ebbe un’inflessione sardonica. – Anche riguardo a tutta quella storia della spilla presa in prestito per farne uno schizzo?
– Oh, no, naturalmente no. Quello era solo fumo negli occhi. Ha rubato la spilla del signor Dennon, ma sono sicura che non l’ha ucciso.
– Avete qualche ragione per esserne così sicura?
– Mio caro Daniel, questo delitto è stato scrupolosamente, abilmente ideato. L’assassino ha dimostrato di essere una persona astuta e spietata, pronta ad approfittare della minima occasione che gli si presentasse. Vi sembra possibile che si tratti della signorina Stoner? Vi prego di pensare alla posizione in cui quest’ultima è venuta a trovarsi. Aveva derubato il signor Dennon ed era stata scoperta. Il signor Dennon le aveva telefonato per dirle di restituire la spilla e lei ha ubbidito. Potete pensare anche solo per un istante che si sia armata di una rivoltella e sia venuta qui con l’intenzione di sparargli? Non credo che in vita sua abbia mai maneggiato un’arma da fuoco. Si aspettava certo una scena spiacevole, ma non che lui arrivasse alla denuncia. Se si fosse convinta di essere realmente in pericolo, sarebbe ricorsa, non alla rivoltella del maggiore Geary, ma al maggiore stesso. Lo avrebbe informato, tra un diluvio di lacrime, del crudele e incomprensivo atteggiamento assunto dal signor Dennon. Posso assicurarvi, Daniel, che la signorina Stoner è incapace quanto me, sebbene per ragioni differenti, di uccidere una persona. La vista del cadavere del signor Dennon l’ha terrorizzata, e lei, dato il suo carattere, ha ritenuto opportuno fingere che non fosse accaduto niente. Anche in circostanze normali, non pensa mai in modo chiaro e razionale: sotto l’urto di una violenta emozione, non riesce addirittura più a connettere. Agisce semplicemente per istinto, per abitudine. Non le è nemmeno passato per la mente, ne sono sicura, che, affermando di aver lasciato il signor Dennon vivo, avrebbe fatto ricadere i sospetti sul maggiore Geary.
Clancy osservò seccamente: – Era tuttavia in grado di ragionare, quando si è trattato di distruggere il testamento.
Kate scosse il capo con decisione. – Non si tratta di ragione, Daniel, ma di istinto. Il suo modo di comportarsi lo dimostra chiaramente. Ha letto il testamento e ha visto che il signor Dennon aveva lasciato tutto alla signora McQueen. Per riparare a quella che le deve esser sembrata una mostruosa ingiustizia, non aveva che da accendere un fiammifero. Voi l’avete vista e l’avete sentita parlare: non è evidente che avrebbe considerato un tale modo d’agire perfettamente giustificato?
– Oh, per questo credo che riuscirebbe a giustificare qualsiasi cosa.
– Proprio così.
– Se accettiamo la sua versione, possiamo escludere Albert dal numero delle persone sospette, è per questo che siete venuta qui, non è vero?
Kate non si irritò. Rispose tranquillamente:
– Sono venuta qui per servire la giustizia e per scoprire la verità. Mi conoscete troppo bene per credere che io possa avere degli altri motivi.
Lui sorrise. – Avete appena pronunciato un’abilissima perorazione.
– Mi avete chiesto la mia opinione e ve l’ho data.

2Clancy la studiò per un po’ in silenzio, col mento appoggiato a una mano. – Non avete pensato che potrebbe esserci una spiegazione ben diversa per questa variazione apportata alla dichiarazione originale della signorina Stoner?
– E cioè?
– La signorina Stoner è sorella adottiva di Geary e si può quindi supporre che gli sia affezionata. Come voi avete rilevato, la signorina non ha una mente molto pronta. Quando ha fatto la sua dichiarazione, non si è resa conto che, dicendo di aver lasciato Dennon vivo alle tre e dieci, faceva ricadere i maggiori sospetti su Geary, il quale dice di averlo trovato morto alle tre e venti. Quando poi ha capito quello che aveva fatto, si è spaventata e, saputo che Geary stava per essere arrestato, ha pensato bene di dire che Dennon era già morto quando lei è arrivata qui, subito prima delle tre.
– È una supposizione molto ingegnosa, Daniel, ma assurda. In primo luogo non credo che la signorina Stoner sapesse che il maggiore Geary correva pericolo di essere arrestato. in secondo luogo non ha detto volontariamente di aver trovalo il signor Dennon morto, ma è stata colta alla sprovvista e costretta ad ammetterlo. E infine non riesco a credere che la signorina Stoner, in caso di emergenza, sia capace di pensare ad altri piuttosto che a sé stessa.
– Voi pensate che sia stata colta alla sprovvista, quando ha fatto quell’ammissione?
– Proprio così. Quando è entrata, l’ho osservata attentamente. Non avete notato come si è arrestata di colpo alla vista della scrivania? È rimasta lì a guardarvi con gli occhi sbarrati, senza riuscire a fare un passo avanti. In quel momento è come se avesse visto il signor Dennon che giaceva li morto. Mi avete chiesto se penso che dicesse la verità quando ha ammesso la cosa: ebbene, se così non fosse, come avrebbe fatto a conoscere l’esatta posizione del cadavere? Perché era esatta, non è vero?
Egli annuì.
– Geary potrebbe avergliene parlato.
– Non è molto probabile che abbia descritto una scena cosi impressionante a una persona nervosa come la signorina Stoner.
– In questo caso sono d’accordo con voi. E non sono sicuro di non essere d’accordo con voi anche in tutto il resto, nel qual caso Geary verrebbe a trovarsi al disopra di ogni sospetto. – Sorrise. – Siete un avvocato formidabile.
– Il maggiore Geary non ha bisogno di avvocati: i fatti parlano chiaro. Avete considerato, Daniel, che lo scambio delle rivoltelle è in effetti una prova della sua innocenza?
– Mia cara signorina Scarlets!
– Eppure è proprio così. Tutti quelli che si sono recati dal signor Dennon, in quel pomeriggio di venerdì, provenivano da Rosbury. Ognuno di loro avrebbe potuto impossessarsi della rivoltella del maggiore Geary, e fare in modo che fosse scambiata per quella che era stata data al signor Dennon e che recava le sue iniziali. Dal momento che la rivoltella del signor Dennon si trovava sul posto, come era a tutti noto, perché non è stata usata per commettere il delitto? Poiché, si è tentato di far pensare a un suicidio, dobbiamo convenire che se la rivoltella del signor Dennon non è stata usata, ciò è avvenuto soltanto perché non poteva essere usata. Infatti, l’assassino non poteva prenderla dal cassetto senza destare i sospetti di Dennon. Lui, o lei, doveva quindi procurarsi un’altra arma e, al caso, adoperarla. Ma il maggiore Geary era l’unico che non avesse bisogno di procurarsi un’altra arma. Avrebbe potuto semplicemente andare accanto al cugino, portare il discorso sulla rivoltella che gli aveva dato, e trovare un pretesto qualsiasi per aprire il cassetto e tirarla fuori. Tutto si sarebbe svolto nel modo più semplice e naturale. Il maggiore Geary avrebbe potuto uccidere il cugino senza destare il minimo sospetto. Non aveva bisogno della sua rivoltella e inoltre era troppo intelligente per pensare di usarla.
Clancy la stava fissando con intensità. – Ma qualcuno l’ha usata: chi pensate che sia stato?
– Qualcuno che non poteva servirsi della rivoltella del signor Dennon. Qualcuno che aveva progettato accuratamente il delitto, ma che ha dovuto agire con tanta fretta che le impronte, le quali dovevano servire a convincere la polizia del suicidio dei signor Dennon, sono risultate in posizione sbagliata. Qualcuno che è stato costretto a portar via la rivoltella del signor Dennon, lasciando qui l’altra, perché quella del signor Dennon era carica e in questa stanza non c’era modo di scaricarla.
Clancy sollevò una mano. – Mia cara signorina Scarlets!

3Lei sorrise gentilmente, ma con una certa gravità. – È tutto vero, no? Mentre ci pensate, io vi suggerirei di mandare a chiamare il signor Barret.
– Barret?
– Vorrei fargli qualche domanda. Ho aspettato a interrogarlo perché foste presente anche voi.
– Barret! … Oh, bene, penso che non sia male vederlo. In questo momento deve essere spaventato e può darsi che riusciamo a farlo parlare. Ho l’impressione che sappia qualcosa.
Sollevò il ricevitore del telefono e ordinò di mandargli Barret. Ciò fatto, si girò di nuovo con un leggero sorriso e disse: – Notate: prima lo mando a chiamare e poi vi chiedo schiarimenti. Che cosa volete chiedergli?
– Voglio interrogarlo a proposito delle lettere arrivate venerdì con la seconda posta.
– Quali lettere?
– Vi ricorderete la ragione per cui il cameriere ha detto di aver ascoltato parte della conversazione tra il signor Dennon e il signor Barret: ha detto che stava portando delle lettere al signor Dennon.
Lui la guardò leggermente sorpreso. – C’è qualche ragione di supporre…
– Credo di sì. – Stava lavorando rapidamente coi lineamenti composti e l’aspetto deciso. – Vedete, una di quelle lettere era della signora McQueen.
– Come fate a saperlo?
– Ho interrogato il cameriere.
– Ha riconosciuto la calligrafia?
– Oh, sì. Sembra che gli fosse familiare. Lei è stata spesso qui. Ha scritto delle lettere dandole poi al cameriere per imbucarle.
– Ma…
– Lo so, Daniel: la signora McQueen è rimasta qui fino a tardi, giovedì sera. Faceva parte del gruppo al quale il signor Dennon ha mostrato la collezione, ed è tornata a casa con il maggiore Geary. Questa lettera dev’essere stata scritta dopo il suo arrivo a Rosbury. È perciò che m’interessa.
Lui osservò: – Dopotutto erano fidanzati. La gente fa questo genere di cose.
– Penso che ci sia qualcosa di più. La signora McQueen è tornata a casa in compagnia del maggiore Geary. Stando a quanto dice il maggiore, lei gli ha raccontato che il signor Dennon gli aveva chiesto di sposarlo e aveva steso un testamento in suo favore. Notate che ha detto solo che le aveva chiesto di sposarlo: ritengo che lei non gli avesse ancora dato una risposta definitiva.
– Lui non avrebbe firmato un testamento in suo favore, se lei non l’avesse accettato,
– Allora, forse, era solo lei che non era ben decisa. Devo dirvi che la signora Freer, la quale è molto perspicace, e la signorina Dale, la quale è un’instancabile chiacchierona, si sono sforzate di farmi capire che la signora McQueen ha una spiccata simpatia per il maggiore Geary.

4Clancy rise. – E voi credete a tutto quello che vi dicono?
Senza scomporsi, Kate rispose: – Non ho alcuna difficoltà a credere una cosa simile: il maggiore Geary è un uomo molto attraente.
– E quali conclusioni trarreste da ciò?
– Nessuna, per il momento. Ma spero che il signor Barret possa esserci utile a questo riguardo. La signora McQueen ha fatto quella passeggiata col maggiore Geary e poi ha scritto e impostato una lettera per il signor Dennon. Dopo averla ricevuta, questi ha fatto due telefonate con voce irata. Sappiamo che una di esse era diretta alla signorina Stoner, ma non sappiamo se l’altra fosse per la signora McQueen. Io sospetto che la lettera di questa contenesse o un rifiuto o una conferma definitiva. Ma nessuna delle due alternative spiega ciò che è avvenuto in seguito.
Clancy annuì. – Ascoltate, io penso che sarà meglio parlare con Geary prima di interrogare Barret. – Parlò nuovamente al telefono. – Trattenete il signor Barret finché non vi richiamerò. E dite al maggiore Geary di venire qui.
Albert Geary entrò nella stanza chiedendosi che cosa lo attendesse. Scott se n’era andato già da un po’, ma gli aveva ordinato di non muoversi dalla sala di scrittura e lui aveva ubbidito. Sembrava che ci fosse stato un notevole movimento: dalla finestra aperta gli era arrivata l’eco di un continuo andirivieni. Una volta che aveva aperto la porta, aveva visto un agente di guardia al telefono interno: di Juliet invece nessuna traccia. Così aveva richiuso la porta ed era rimasto solo coi suoi pensieri, fino a quando non era stato convocato nel laboratorio.
L’ultima cosa che si sarebbe atteso era di essere interrogato su quell’imbarazzante passeggiata con Eve; tuttavia riuscì a cavarsela abbastanza bene, senza aggiungere nulla a quanto aveva già detto nella sua deposizione.
Kate chiese: – Sapevate che la signora McQueen aveva intenzione di scrivere al signor Dennon quella sera?
Albert non capiva dove volessero arrivare. – So che gli ha scritto.
Clancy intervenne: – Come fate a saperlo?
– Ho imbucato io stesso la lettera.
– Vi dispiacerebbe dirci che cosa è accaduto di preciso?
Albert lasciò trasparire la sorpresa. – Non è successo niente di speciale. Dopo essere tornato a casa ho scritto anch’io una lettera e stavo uscendo per imbucarla, quando ho incontrato Eve sulle scale con un paio di lettere in mano. Mi sono offerto di imbucargliele e lei me le ha date: questo è tutto.
– Vi ha detto qualcosa?
Albert rifletté. Gli sembrò che non ci fosse niente di male a ripetere quello che Eve gli aveva detto. – Mi ha dato semplicemente le lettere e ha detto: “E così sto per diventare vostra cugina” e io ho risposto: “E una bella cugina per di più”.
– Siete sicuro che abbia detto proprio così?
– Oh, sì
– Quindi voi avete pensato che la lettera contenesse una risposta affermativa alla domanda di Dennon?
– Naturalmente.

5Clancy pensò: “E così siamo tornati al punto di partenza. Se non è stata la sua lettera a far uscire dai gangheri Dennon, vuol dire che abbiamo seguito un’altra falsa pista”.
Con un colpetto di tosse, Kate passò a un’altra domanda: – Le lettere erano due, maggiore Geary?
– Sì, due.
– Non avete per caso notato a chi fosse diretta la seconda lettera?
– Oh, sì. A una sua amica, una certa signora Stevens.
– Vi ricordate l’indirizzo?
– Oh, è una londinese: è stata qui una volta o due. L’indirizzo preciso non lo so, ma se volete posso chiederlo a Eve.
– La signora Stevens è un’amica intima della signora McQueen?
Albert rise. – Oh, credo di sì. È una di quelle persone con cui si fa amicizia in meno di cinque minuti: cordiale ed espansiva più o meno con tutti.
A questo punto Clancy pensò che era ora di porre termine all’intervista. – Bene, penso che questo sia tutto. Sarà meglio che vi informi che ci sono stati dei fatti nuovi. Per il momento devo chiedervi di voler rimanere al club, ma, a parte questo, non c’è ragione che vi comportiate diversamente dal solito.
Albert lo guardò. – Il che significa che non sono più in stato d’arresto?
– Significa esattamente quello che ho detto.
– Sapete, una spiegazione non mi dispiacerebbe.
Clancy corrugò le sopracciglia. – La signorina Stoner ha cambiato la sua deposizione.
Il viso di Albert si indurì. – Che cosa ha detto?
– Che Dennon era già morto quando lei è entrata qui.
Che Albert fosse stato colto alla sprovvista era fuori di dubbio. – Che cosa?
Clancy annuì. – Questo è quanto dice. Se le cose stanno così, voi siete liberato da ogni sospetto.
– Robert era morto, quando lei è arrivata…
– Adesso andate e pensateci con calma.
Albert si alzò. – Dov’è?
Fu Kate a rispondergli: – È andata a sdraiarsi, perché era un po’ sconvolta. C’è una cameriera che si occupa di lei.
Albert uscì dalla stanza assorto nei suoi pensieri.

6George Barret entrò nel laboratorio con l’aria di un uomo preparato al peggio. La sua figura, di solito un po’ curva, era in quel momento rigidamente eretta. Kate gli sorrise.
– Accomodatevi, prego, signor Barret. Sono sicura che anche voi desiderate che questa spiacevole faccenda sia risolta al più presto. Ritengo che voi siate in grado di aiutarci, e il capo della polizia mi ha concesso molto gentilmente di rivolgervi alcune domande in sua presenza. Venerdì mattina, subito prima di mezzogiorno, il signor Dennon ha avuto una discussione con voi nello studio.
– Ho già detto tutto quello che c’era da dire riguardo a quella discussione: non ho nulla da aggiungere.
– La vostra conversazione col signor Dennon è stata interrotta perché hanno bussato alla porta: un cameriere di nome Owen è entrato recando due lettere, arrivate con la seconda posta. Non avete per caso notato che lettere fossero?
– Sì. Il signor Dennon era seduto al tavolo: quando mi sono avvicinato ho potuto vederle: una aveva l’aspetto di una fattura e l’altra era della signora McQueen.
Clancy chiese: – Ne siete sicuro? Conoscete la sua calligrafia?
– Sì, è facilmente riconoscibile.
– Il signor Dennon ha aperto le lettere in vostra presenza?
– No. Ha portato di nuovo il discorso sulle mie dimissioni, dicendo: “Non voglio più sentirne parlare: l’argomento è chiuso”. Poi ha preso la lettera della signora McQueen e si è recato nel laboratorio.
Kate intervenne: – Voi l’avete seguito, non è vero? Dopo quanto tempo?
– Dopo cinque o dieci minuti: non potevo accontentarmi della sua risposta e non parlare più della cosa. L’ho seguito per dirglielo e per avvertirlo che naturalmente sarei rimasto ancora per un periodo di tempo ragionevole, finché lui avesse avuto bisogno di me.
– E gli avete detto tutto ciò?
Lui esitò in preda a un nervosismo sempre più evidente. Alla fine disse: – Non ne ho avuto l’opportunità.
– Nella vostra deposizione dite che quando siete entrato, il signor Dennon stava telefonando dalla sua camera da letto, la cui porta era aperta. Dite che vi siete ritirato all’estremità del corridoio, per evitare di ascoltare la conversazione: perché non siete entrato più semplicemente nel laboratorio?
Gli occhi di Barret guardarono oltre Kate. – Non lo so.
Lei depose per un momento il lavoro e si protese verso di lui. – Signor Barret, devo pregarvi di essere franco. Nella vostra deposizione asserite che il signor Dennon ha fatto due telefonate, che il tono della sua voce era irato e che le uniche parole arrivate fino a voi sono state: “Faresti meglio!”. Non credete che sia giunto il momento di dirci tutto quello che avete sentito?
– Signorina Scarlets… – La sua voce si spense in un gemito.
– La verità è sempre la cosa migliore, signor Barret: so che avete sentito più di quanto non vogliate ammettere.

7Lui rispose: – Sì. – Con la stessa voce lamentosa. – Quando io sono entrato, il signor Dennon stava parlando con la signora McQueen.
– Come fate a saperlo?
– Ha pronunciato il suo nome.
– Continuate.
– È stata la prima cosa che ho udito: “Mia cara Eve!”. Stavo passando oltre, dato che non avevo intenzione di ascoltare. Ma ho dovuto fermarmi, è stata la sua voce che mi ha trattenuto, perché stava parlando con la signora McQueen, ma la sua voce…
Fino a quel momento era rimasto seduto con le spalle incurvate e le mani tra le ginocchia. Ma a questo punto si raddrizzò leggermente fissandola con uno sguardo pieno di sofferenza. Ripeté le ultime due parole:
– La sua voce: è stata quella che mi ha fatto fermare. Le stava parlando con lo stesso tono che usava con me quando voleva ricordarmi… quando voleva farmi del male. Nello stesso modo in cui mi aveva parlato nello studio, quando gli avevo detto che volevo andarmene.
Kate osservò: – Sì, aveva il gusto della crudeltà.
Lui si volse e la fissò con un’espressione di meraviglia. – Godeva nel far soffrire gli altri, godeva nel vedermi soffrire. Era una cosa che gli dava la misura del suo potere e ne godeva. Ma era innamorato della signora McQueen. Quando ho sentito che le parlava in quel modo, ho avuto paura. Mi sono chiesto che cosa fosse accaduto. Cosi ho ascoltato, non è una bella cosa, ma è quello che ho fatto. Sono rimasto lì e ho ascoltato.
Clancy chiese: – E cos’avete sentito?
– Ve l’ho detto. Ha esclamato: “Mia cara Eve!” con quella voce.
Poi ha fatto una pausa, mentre lei gli diceva qualcosa. E lui le ha risposto: “Tutto questo è molto interessante: ti aspetti forse che ci creda? Puoi venire qui oggi nel pomeriggio a ripeterlo: così giudicherai tu stessa che effetto mi fa”. Poi ha riso di nuovo e ha ripetuto: “Mia cara Eve!” come prima. “Mia cara Eve, hai scambiato le buste di quelle due lettere, e ben ti sta. La tua cara Holly può trovare interessante quello che mi hai scritto, ma ti assicuro che non è niente in confronto all’interesse che provo io per quello che hai scritto a lei. Forse hai dimenticato i termini in cui ti sei compiaciuta di descrivermi. Potrai rinfrescarti la memoria quando ti ridarò la lettera nel pomeriggio. Vorrei inoltre mostrarti il testamento che ho firmato questa mattina e farti assistere alla sua distruzione. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, non lo sapevi?”, Poi ha tolto la comunicazione e ha chiesto il numero della signorina Stoner. A questo punto mi sono allontanato: non volevo sentire quello che le diceva, non ho l’abitudine di origliare. Ho sentito solo che parlava sempre in tono irato e una volta ha detto: “Faresti meglio!”. Questo è tutto.
Clancy domandò: – Siete disposto a mettere per iscritto e firmare tutto quello che avete detto?
– Lo farò senz’altro.
Quando George Barret fu uscito, Clancy si volse a guardare Kate. – Ebbene, a quanto pare, avevate ragione. Faremo venire qui Griffiths con la signora McQueen e li interrogheremo a fondo. Se è stata lei a uccidere Dennon, Griffiths deve esserci dentro anche lui fino al collo.
– Oh, sì, Daniel: tutto dev’essere stato preparato con la massima cura.
– Pensate che sia stata la signora McQueen a sparare?
– Temo di sì: temo che sia venuta qui con quell’intenzione. Il signor Dennon voleva mostrarle il testamento che aveva steso in suo favore, per distruggerlo sotto i suoi occhi, e lei è venuta qui decisa a impedirglielo. Aveva messo la rivoltella del maggiore Geary sotto il suo costume da bagno in quella borsa bianca. Il signor Dennon voleva punirla: voleva farle leggere il testamento prima di distruggerlo. Sarebbe stato naturale che lei gli fosse andata vicino e si fosse sporta in avanti per leggere. Lui non avrebbe avuto il minimo sospetto, desideroso com’era di punirla e umiliarla. Lei gli ha sparato così, poi ha lasciato cadere la rivoltella sul pavimento, ha preso l’altra rivoltella dal cassetto, l’ha messa nella sua borsa e se n’è andata, lasciando la borsa nel laboratorio. Quando è arrivata nel vestibolo del club, ha detto di aver dimenticato la borsa e ha pregato Griffiths di correre a prenderla. Tutto è stato calcolato alla perfezione e ha dovuto essere eseguito in un lampo. Sono sicura che Griffiths non si è fidato della signora McQueen per farle cancellare le sue stesse impronte digitali, e farle lasciare quelle di Dennon sulla rivoltella. Ed è qui che la fretta lo ha tradito, perché le impronte risultano in posizione sbagliata. Deve essersi assicurato che la signora McQueen non avesse dimenticato niente di compromettente. Ha dovuto cancellare le impronte della signora McQueen dal cassetto e dalla rivoltella, per sostituirle con quelle del signor Dennon. E intanto la signora McQueen gli ha telefonato dalla direzione e lui ha dovuto risponderle, imitando la voce del signor Dennon in modo che la signorina Genas lo credesse ancora vivo. Ricorderete che la signorina Genas non ha udito le parole, ma solo una voce d’uomo che rispondeva alla signora McQueen. Sono sicura che questa scena dev’essere stata precedentemente studiata e provata. Il ricevitore del telefono dev’esser stato tenuto con un fazzoletto, perché non rivelasse altre impronte che quelle del signor Dennon. È stato un delitto audace e accuratamente premeditato.
– Ed eseguito con notevole sangue freddo.
– Sì. Tutti i delitti commessi a scopo di lucro sono eseguiti a sangue freddo: in essi c’è sempre un elemento di deliberato calcolo che manca invece in quelli passionali.
– Ma cosa c’entra Griffiths? Era un semplice conoscente.
– Credete? Io non sono dello stesso parere. Non ho visto nessuno dei due, ma da quanto ho potuto capire c’era tra di essi una certa intimità. Il maggiore Geary ha osservato che il suo amico doveva aver “preso una cotta” per la signora McQueen; Juliet Keslar ha detto che sembravano vecchi amici; e la signora Freer ha concluso, piuttosto rudemente, che quei due avevano una relazione. Svolgendo delle indagini troverete di certo che quei due si conoscevano già da prima di venire a Rosbury.
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Le immagini, a corredo, sono rigorosamente made in Ninni Raimondi.
Ricordiamo la definitiva disattivazione dei “Like”.

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37 pensieri su “Garthander XIV

    • – Sto ascoltando: PFM – PREMIATA FORNERIA MARCONI
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      * STORY
      (1993)
      ——————–
      – La carrozza di Hans
      (Adesso)- Impressioni di settembre
      – E’ festa
      – L’isola di niente
      – Dolcissima maria
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      Giorgia Mattei

      vi ringraziammo, mia signora, per le espressioni gentilissime e generose.
      Grazie, la passione si lesse fin dalle prime battute malgrado, i personaggi, possano sembrare freddi.
      Buona giornata a voi.

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    • – Sto ascoltando: PFM – PREMIATA FORNERIA MARCONI
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      * STORY
      (1993)
      ——————–
      – La carrozza di Hans
      (Adesso)- Impressioni di settembre
      – E’ festa
      – L’isola di niente
      – Dolcissima maria
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      Furioc

      I nodi, come in tutte le cose, vengono e saltano fuori, preg.mo Furio.
      La storia stessa ce lo insegna.
      Grazie e buona giornata a voi

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    • – Sto ascoltando: PFM – PREMIATA FORNERIA MARCONI
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      * STORY
      (1993)
      ——————–
      – La carrozza di Hans
      (Adesso)- Impressioni di settembre
      – E’ festa
      – L’isola di niente
      – Dolcissima maria
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      Hilde Strauss

      Grazie per esserci, meine dame. Sappiamo quanto “brigoso” è trovare due minutini per girellare intyorno.
      Un po’ come noi.
      Una pittura?
      Quasi ci venne da sorridere: ma i pennelli e le penne son difficili da estirpare.
      Molti ringraziamenti, dunque

      e … auf viedersehen

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    • – Sto ascoltando: PFM – PREMIATA FORNERIA MARCONI
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      * STORY
      (1993)
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      – La carrozza di Hans
      – Impressioni di settembre
      (Adesso)- E’ festa
      – L’isola di niente
      – Dolcissima maria
      ___________________

      lady Nadia

      Già: si esplicarono entro gli avvenimenti l’innocenza dei “due”. Molte ombre aleggiano, però. (Almeno così ci riferì, molto brevemente, la brava Kate).
      Riconoscemmo la vostra affermazione: ci poniamo, anche noi, in attessa senza pronunciarci.
      Abbiate le nostre cordialità

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    • – Sto ascoltando: PFM – PREMIATA FORNERIA MARCONI
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      * STORY
      (1993)
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      – La carrozza di Hans
      (Adesso)- Impressioni di settembre
      – E’ festa
      – L’isola di niente
      – Dolcissima maria
      ___________________

      lady Nadia

      Siete molto gentile, ma il povero McCurry potrebbe urtarsi e non poco.
      Le due ultime immagini, eseguite con Nikon D810 e focale identificata, in post produzione venne manipolata in HDR tramite A.Photoshop CC-2016

      Grazie e cordialità

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    • – Sto ascoltando: PFM – PREMIATA FORNERIA MARCONI
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      * STORY
      (1993)
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      – La carrozza di Hans
      – Impressioni di settembre
      (Adesso)- E’ festa
      – Dolcissima maria
      -L’isola di niente
      ___________________

      Anche noi, mia signora.

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    • – Sto ascoltando: PFM – PREMIATA FORNERIA MARCONI
      ___________________
      * STORY
      (1993)
      ——————–
      – La carrozza di Hans
      – Impressioni di settembre
      – E’ festa
      (Adesso)- Dolcissima Maria
      -L’isola di niente
      ___________________

      Madame Annelise Baum

      perdonate dunque: e malgrado l’oscura presenza nostra nei vostri discorsi, il té fu buono lo stesso?
      Abbiate le nostre migliori cordialità vivissime

      The milorder

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      • Il the era buonissimo, spiritosone, complice un sole caldo e sereno come non c’era da molti giorni.
        la mia amica aveva un tablet, ecco spiegato il motivo e abbiamo letto, insieme.
        Un bacio Milord

        Annelise pour toi.

        Paris, 27/1/2016

        🙂

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  1. Un capitolo che entusiasma.
    Certo che Kate lo sa fare proprio il suo lavoro e con che piglio.
    Un capitolo elegantissimo.
    Vedo, comunque, che il dibattito si fa serratissimo e che ci nascondi qualche colpo si scena.
    Ma capisco, putroppo, che si sta avvicinando alla fine.

    Un bacio e buongiono. milord mio signore.

    🙂

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    • – Sto ascoltando: MARCELA MORENO
      AdessoPara toda la vida
      – Tua boca
      – Baila

      Visto che brava ‘la Kate’?
      Certamente, il dibattito si fa serrato. Qua, fra uno o due capitoli, si arriva all’epilogo.
      Scommettiamo?
      Salutazioni

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    • – Sto ascoltando: MARCELA MORENO
      – Para toda la vida
      AdessoTua boca
      – Baila

      probabilmente un paio di frustate, mia signora, avrebbero prodotto l’effetto immediato, ma dopo si sarebbe lamentata per almeno tre ore, dunque

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    • – Sto ascoltando: MARCELA MORENO
      – Para toda la vida
      AdessoTua boca
      – Baila

      E che fiato, mia signora. L’unico augurio è che facciano in fretta.
      Abbiate le nostre cordialità mia signora.
      Salùt!

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  2. Temo stia finendo. E’ tipico del tuo stile quando inizi a incalzare gli avvenimenti.
    Ho scritto ‘temo’ perché mi piace questo giallo. E’ ben costruito, ma soprattutto non ti fa rimpiangere un’altra casistica gialla.
    Sei stratosferico milord.
    Bacetto?
    Massì bacetto.

    🙂

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    • – Sto ascoltando: MARCELA MORENO
      – Para toda la vida
      – Tua boca
      AdessoCorazon salvaje

      Quando si conosce l’immagine sfocata, si ha la certezza di vedere bene.
      Grazie mia signora, vedeste bene.
      Prestate attenzione: oggi pubblicheremo il penultimo capitolo.
      Cordiality

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