Garthander XVI

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1Erano quasi le nove, quando Albert Geary fu chiamato al telefono. A Styles Hedingham House erano continuate ad arrivare voci diverse da quando la polizia era partita in tutta fretta. Sembrava che il maggiore Griffiths e la signora McQueen fossero morti. La loro macchina era precipitata dalla strada della scogliera, andando a fracassarsi sulle rocce sottostanti. Era stato un vero suicidio.
– Qui è Clancy. Sto parlando dall’ospedale di Hedingham Court: non potreste venire subito qui? Credo che sappiate chi ha ucciso Dennon. Hanno tentato di scappare con una macchina della polizia, ma sono stati bloccati sulla strada della scogliera. Griffiths ha fatto precipitare la macchina. Lui è morto sul colpo: lei no. Abbiamo bisogno della sua confessione, ma non vuole parlare se non ci siete voi. Fate più presto che potete: non credo che ne abbia per molto tempo ancora.
Trovò Clancy che lo stava aspettando all’ospedale.
– Si è rotta la spina dorsale: è lucidissima e non sente alcun dolore. Dicono che non arriverà al mattino: può mancare da un momento all’altro. Dobbiamo avere la sua confessione, ma non ha voluto dire una parola, prima del vostro arrivo.
Segui Clancy su per una scala, lungo un freddo corridoio d’ospedale, oltre un paravento: sul cuscino si notavano i rossi capelli di Eve. Nel viso intatto gli occhi sembravano fissare il vuoto: tornarono alla realtà per guardare lui.
Lei disse, appena lo vide: – Albert…
Mosse leggermente una mano. Lui la prese: era gelida. Eve prosegui: – Vogliono che firmi una confessione.
– Sì. Volete farlo?
– Ho voluto aspettare che ci foste anche voi, non mi fido di loro. Ditemi la verità: Francis è morto?
– Sì, è morto sul colpo.
– E io sto per… morire?
– Sì.
– Sul serio? Non è un tranello?
– È la verità.
Lei chiuse gli occhi per un istante.
– Va bene…

2Uno stenografo della polizia uscì da dietro il paravento e sedette dall’altra parte del letto preparando il blocco degli appunti. Eve riaprì gli occhi e incominciò: – Ho ucciso io Robert… lo sapete. Non avrei sparato, se lui non avesse parlato in quel modo. Avevamo progettato la cosa… dopo aver saputo della lettera… ma non so se l’avrei fatto… realmente… quando fosse arrivato il momento buono… non lo so. Lui ha detto… oh, bene, io ho un brutto carattere… avevo la rivoltella nella borsa… mi sono avvicinata e gli ho sparato. Lui ha creduto che volessi leggere il testamento… era lì sul tavolo… invece gli ho sparato.
La sua voce era bassa e ferma, ma non riusciva a pronunciare più di poche parole per volta. Teneva sempre la mano di Albert. Dopo un momento chiese: – Stanno scrivendo tutto?
– Sì.
– Non importa… non importa più ormai. È stata un’idea di Francis fin dal principio. Avevamo fatto insieme altri lavori del genere. Io sono venuta giù… per mettermi in contatto con Robert… per la collezione. Questa era l’idea iniziale… rubare i gioielli. Poi Robert… si è innamorato di me… sul serio. Ho detto a Francis che avrei potuto sposarlo… sarebbe stato meglio così. Non ne voleva sapere… in principio… ma poi ha acconsentito. Mi voleva bene… anche lui. – Chiuse di nuovo gli occhi. – Voi siete arrivato… e vi ho amato. Se aveste corrisposto al mio amore… avremmo potuto… fare un tentativo. Avrei lasciato Francis… e avrei mandato al diavolo Robert… e la sua collezione. Ve l’ho quasi detto… quando abbiamo fatto insieme quella passeggiata… giovedì sera. Ma non avete voluto capire. E a causa di quella ragazza, credo… quella che… avevate sposato…
Albert rispose: – Sì.
Sul viso di Eve apparve l’ombra di un sorriso. – Succede sempre così. Adesso non importa più… ma ero come pazza… allora. Sono andata a casa… e mi sono sfogata… scrivendo quelle due lettere. Una a Robert dicendo… che l’avrei sposato… e l’altra a Holly Stevens dicendo… quello che… provavo. Ed ho scambiato le buste. Ero furiosa con voi. Robert ha ricevuto la mia lettera con la seconda posta… venerdì. Mi ha telefonato. Era furioso. Ha detto che aveva… firmato il testamento e che io avrei fatto bene ad andare… per “assistere alla sua distruzione”. Ho pensato che non l’avrebbe distrutto… finché non fossi arrivata. Pensavo che… forse… avrei potuto calmarlo… ma Francis ha detto di no. Lui… ha fatto il piano. Tutto… si è… svolto… senza… incidenti…
Ci fu una lunga pausa, durante la quale Eve giacque con gli occhi spalancati, che sembravano guardare oltre Albert. L’infermiera tornò, questa volta per restare. La confessione fu letta ad alta voce a Eve che la firmò. Albert e l’infermiera fecero da testimoni. Lo stenografo e l’infermiera se ne andarono, cercando di non far rumore. Gli occhi di Eve fissarono Albert. – Vorrei… che mi foste vicino fino all’ultimo. La vostra mano… è calda.
Erano le tre del mattino quando Albert tornò a Rosbury.
L’inchiesta era terminata. La sentenza era stata: assassinio premeditato e suicidio nel caso di Francis Griffiths. Assassinio premeditato e morte accidentale nel caso di Eve McQueen. Albert dovette andare a deporre, poi dovette parlare con gli avvocati, con George Barret, e con Kate Scarlets.
– Non so cosa fare con Mary.
Kate lo guardò con benevolenza.
Erano nel salotto e la signorina stava lavorando di lena a un terzo vestitino di lana rosa.
– Ha avuto una dura lezione; credo che in futuro sarà molto più cauta. Ho parlato con lei e spero che la nostra conversazione sia servita a qualcosa.
Albert chiese: – Credo che abbiate ragione: ma che rimedio mi suggerireste?
La signorina Scarlets tossì in modo incoraggiante. – La signorina Stoner ha bisogno di avere degli interessi, delle occupazioni, qualcosa che te permetta di ottenere la stima altrui in modo onesto e pulito. Se ha qualche talento, qualche attitudine particolare, aiutatela a svilupparli e a metterli al servizio degli altri.
L’unica cosa che venne in mente a Albert in quel momento gli sembrò inadeguata.
– Durante la guerra era nella Croce Rossa, ma ormai lì non c’è più molto da fare. E prima di questo frequentava una scuola di ballo, giù in paese, non so bene…
Kate si illuminò. – Questo sarebbe l’ideale per incominciare. Datele tutto l’incoraggiamento possibile. E ora, se non avete più bisogno di me, andrò a trovare la signora Clancy, una persona veramente affascinante.
– Sì, l’ho conosciuta.
Kate Scarlets stava riponendo il suo lavoro. – Partirò domani mattina: non so se questo sia un saluto definitivo.
Nemmeno Albert lo sapeva. Non aveva ancora visto Juliet: aveva voluto vedere tutti gli altri e liberarsi di loro, prima di trovarsi con lei, e poi… bene, poi non sapeva che cosa sarebbe accaduto.
Kate stava accennando con gratitudine e dignità al “vostro generosissimo assegno”. Doveva risponderle qualcosa: lo fece con tutta sincerità.
– Non potrei mai ripagare tutto quello che avete fatto per me: Clancy non ne ha fatto mistero.

3Lei sorrise. – È sempre più che gentile. Posso dirvi, maggiore Geary, che vi auguro di cuore ogni felicità?
Albert attese che fosse uscita, poi suonò il campanello. Il cameriere che rispose alla chiamata era Owen. Gli disse: – Potete cercare la signorina Keslar e chiederle se può dedicarmi cinque minuti?
La porta si richiuse, lasciandolo solo coi suoi pensieri.
Juliet entrò. Il vestito bianco la faceva sembrare pallida. Ma forse non era il vestito…
Albert era in piedi davanti alla finestra. Lei gli andò vicino e rimase così in attesa che egli le parlasse. Erano uniti da un senso di calma tristezza. Infine Albert disse: – Ebbene, tutto è finito.
– Sì, la signorina Scarlets me l’ha detto.
– Pare che la polizia non farà niente per quanto riguarda il testamento. Anche se Eve fosse vissuta e non fosse stata sospettata di aver avuto a che fare con la morte di Robert, non c’era nessuno oltre a lei che avesse letto il testamento. Credo che le sarebbe stato comunque difficile far valere i suoi diritti… Mary ha praticamente ammesso di aver bruciato il testamento, ma non ha firmato niente e al caso non avrebbe che da negare l’intera faccenda. Tutti sanno che è stata lei a bruciarlo, ma lei potrebbe sempre sostenere di essere stata spaventata dalla polizia fino al punto di aver avuto una crisi isterica e di aver parlato senza rendersi conto di quello che diceva. La difesa potrebbe sostenere la tesi che il testamento sia stato distrutto da Robert o da me. Non ne faranno niente. Dal momento che non c’è nessuno direttamente interessato alla cosa, penseranno bene di lasciar perdere.
Seguì un lungo silenzio, poi Juliet disse: – Albert, hai un aspetto cosi stanco.
– Sono rimasto alzato quasi tutta la notte.
– Con lei?
– Sì. Come lo sai?
– La sorella di Susan Genas è infermiera all’ospedale di Hedingham Court.
– Vedo.
Cosi Juliet doveva sapere che lui era rimasto seduto un’ora dopo l’altra tenendo fra le sue la mano di Eve, finché non era morta. Fu conscio ad un tratto che in quel momento si sarebbe deciso il loro destino. Fra lui e Juliet non c’era alcuna emozione: solo stanchezza e come un brancolare nel buio. Se lei avesse capito, le loro mani brancolanti si sarebbero incontrate, se non avesse capito le loro strade si sarebbero separate per sempre.
Juliet domandò: – Le volevi bene?
– Non nel modo a cui tu pensi.
– Lei ti voleva bene: sono contenta che tu fossi lì.

4Avevano finito di brancolare nel buio: tutto si era chiarito. Lui disse: – Non ha sofferto. Le ho tenuto una mano…
Juliet ripeté: – Sono contenta.
La circondò con un braccio e rimasero così a lungo. La vita cominciò a rifluire in loro: la vita e la sensibilità. Come il sangue che torna a scorrere in un arto intorpidito. Alla fine Albert parlò:
– Perché non hai mai voluto vedermi?
– Mi vergognavo.
– Di che cosa?
– Ti amavo… tanto.
– Una ragione piuttosto strana, no?
Le tolse il braccio dalle spalle. La sua mano cercò quella di Juliet, sentendo che tremava.
– Se ti avessi visto – disse lei – se tu mi avessi toccata, non mi sarebbe importato che avessi rubato anche un milione di collane. E questo che mi faceva vergognare.
La mano di Albert si serrò sulla sua in una stretta dolorosa.
– Ebbene, e adesso? Abbiamo sprecato abbastanza tempo, o no? E che accadrà la prossima volta che Mary inventerà delle sciocchezze sul mio conto? Ti affretterai a crederle e chiederai un altro divorzio? – Lasciò la sua mano e le mise le braccia intorno alla persona. – Ebbene?
– Albert…
– Sì, io sono Albert e tu sei Juliet: ma il problema è questo: sei Juliet Keslar o Juliet Geary? Tutte le volte che qualcuno ti chiamava signorina Keslar, mi veniva voglia di picchiarlo.
Juliet smise di tremare: era consolante sentire di nuovo Albert che diceva cose simili. Poi lo immaginò nell’atto di picchiare un cameriere.
– Oh, Albert! – E rise mentre le lacrime le scorrevano lungo le guance. Poi si baciarono e si abbracciarono strettamente: gli anni vuoti erano terminati.
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GARTHANDER
Grazie per aver letto questa storia.
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39 pensieri su “Garthander XVI

  1. Grazie a te amico mio.
    Un bel romanzo, pieno e soprattutto geniale per storia e ragionamenti. Hai avuto un profondo impatto, almeno su di me: Mi hai fatto leggere un bel po’ di romanzi, almeno quelli tuoi perchè ti ho seguito. Quanti, tre o quattro.
    Non avevo mai letto così tanto, giuro.
    Ciao, buona domenica, buon lavoro e in bocca al lupo per tutto.

    .-)

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    • Valerio B.

      Beh, lord Valerio la vostra annotazione a margine ci riempì d’rgoglio. Se leggeste, giusto per seguire le nostre storielle e non vi adiraste, ne fummo contentissimi e soddisfatti.
      Grazie

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  2. Un bel capitolo, purtroppo finale, elegante e molto raffinato come te, mio milord. Ti ringrazio per avermi regalato un altro romanzo pieno e bello.
    Mi piacciono tutti e li ho letti tutti, giorno per giorno.
    Sei riuscito a darmi momenti belli e immersi.
    Grazie Ninni.

    Poi … guardo la tua foto … e mi vengono in mente tante cose come le parole di una canzone che amo tanto:
    L’emozione non ha voce

    Ciao, mio signore e buona domenica.

    Lilly

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  3. Un giallo che mi è piaciuto (e sono stitica nelle preferenze).
    Una carezza, caro Ninni, per un romanzo bello e per volere fare tutte le sfide che vuoi e ne esci sempre vincente.
    Lo dico insieme a tutti, è stato un capitolo fine e elegante.
    Bacio

    🙂

    lamanuincazzataperchéèlultimocapitolomariconoscente

    🙂

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  4. Avevo fatto mille congetture, credimi. Anzi, un po’ con cattiveria, mi ero messa a spulciare tutte le caratteristiche e peculirità dell’ultimo capitolo.
    Invece …
    Geniale nel finale e nell’acquisizione. Non ci avrei pensato.
    Vado di fretta.
    Buona giornata

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    • – Sto ascoltando: BOB DYLAN, JOHNNY CASH AND THE NASHVILLE CATS
      ___________________
      * A NEW MUSIC CITY
      ——————–
      – Girl from the North Country (with Johnny Cash)
      (Adesso) Driftin way of life (with Jeff Walker)
      – behind that locked door (with George Harrison)
      – Beacoups of blues (with Ringo Starr)
      – The night they drove old Dixie down (with Joan Baez)
      ___________________

      Lady Hilde

      Grazie per la bella esprtessione e soprattutto per aver “spulciato” con attenzione.
      L’attenzione messa nella costruzione storiografica (ovviamente si può sempre migliorare) è stata notevole, a prova di analisi diremmo.
      (Noi fummo il primo giudice di noi stessi medesimi, con fustigazioni ed affini).
      Buona giornata e grazie

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  5. Che bel finale! Degno di tutta la storia. Molte emozioni e sentimenti, non mi aspettavo da lei un finale così romantico.
    E mi è piaciuto. Complimenti per questo bel giallo dal gusto un pò retrò, dai sapori delicati e fini.
    Cosa comincerà adesso? Curiosa!😊

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    • – Sto ascoltando: BOB DYLAN, JOHNNY CASH AND THE NASHVILLE CATS
      ___________________
      * A NEW MUSIC CITY
      ——————–
      – Girl from the North Country (with Johnny Cash)
      (Adesso) Driftin way of life (with Jeff Walker)
      – behind that locked door (with George Harrison)
      – Beacoups of blues (with Ringo Starr)
      – The night they drove old Dixie down (with Joan Baez)
      ___________________

      Lady Nadia

      Il gusto un po’ retò lo notaste e questo ci inorgoglì in quanto, credeteci sulla parola, venne difficilissimo costruire e ricostruire dei dialoghi in stile anni 1950 della profonda campagna inglese e adattati alla lingua italiana (che è bella, ma fortemente complessa).
      Vi ringraziammo per le gentili espressioni, augurandovi una splendida giornata

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    • – Sto ascoltando: BOB DYLAN, JOHNNY CASH AND THE NASHVILLE CATS
      ___________________
      * A NEW MUSIC CITY
      ——————–
      – Girl from the North Country (with Johnny Cash)
      – Driftin way of life (with Jeff Walker)
      (Adesso) Behind that locked door (with George Harrison)
      – Beacoups of blues (with Ringo Starr)
      – The night they drove old Dixie down (with Joan Baez)
      ___________________

      Don Amedeo

      Sietemolto gentile a definire, quest’ultimo capitolo, per palati esigenti.
      E detto da voi è un sicuro complimento.
      Grazie e abbiate le nostre cordialità più sentite

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    • – Sto ascoltando: BOB DYLAN, JOHNNY CASH AND THE NASHVILLE CATS
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      – Girl from the North Country (with Johnny Cash)
      (Adesso) Driftin way of life (with Jeff Walker)
      – behind that locked door (with George Harrison)
      – Beacoups of blues (with Ringo Starr)
      – The night they drove old Dixie down (with Joan Baez)
      ___________________

      Preg.mo Sig. Seamur

      Visto? Era da tanto che avevamo, in embrione, la disattivazione dell’odioso like e giusto per non far cadere in tentazioni “chi” passa per ottenere un riscontro, adesso “chi” è veramente laikato lo scrive, oppure ‘si accomoda’.
      Grazie per l’attenzione accordata e buona giornata

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  6. Oh milord mio signore, che bel capitolo e che fine degna della più raffinata letteratura.
    Arrivo soltanto adesso, ma, in questi due giorni, ti ho pensato. Pensavo a uno dei probabili finali di questo bellissimo romanzo.
    Incantata davvero.

    Me lo rileggo.
    Abbiate i miei migliori saluti milord.

    Giorgia

    🙂

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    • – Sto ascoltando: BOB DYLAN, JOHNNY CASH AND THE NASHVILLE CATS
      ___________________
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      – The night they drove old Dixie down (with Joan Baez)
      ___________________

      lady Giorgia

      Mia signora vi ringraziammo per i pensieri che sappiamo sinceri e costruttivi.
      Di finali probabili, effettivamente, avrebbero potuto essercene molti, ma preferimmo dar corso agli eventi. (lady Kate ne avrebbe sofferto)
      Abbiate le nostre cordialità

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  7. Una delicatezza, nella chiusura di questo splendido romanzo dai toni gialli, che mi ha affascinata.
    Bello sul serio e seriamente … bello.
    Bravo milord.
    Proprio speciale e grazie, non capita tutti i giorni.
    Buona giornata

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  8. – Sto ascoltando: BOB DYLAN, JOHNNY CASH AND THE NASHVILLE CATS
    ___________________
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    (Adesso) The night they drove old Dixie down (with Joan Baez)
    ___________________

    Miss Eleonora

    i toni gialli, se colpirono, furono contenti … assieme a noi.
    Grazie a voi e buona giornata

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  9. Una fatica non da poco, caro milord e devo dire che mi hai tenuto sempre sulle spine. Adesso che è finita ti confesserò che stavo bene in attesa della fine, c’era pathos e altro.
    Bello.
    La delicatezza delle ultime battute è stata la ciliegina classica.
    Ciao

    🙂

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  10. A volte le parole corrono, più dei pensieri. Io intendevo dire che l’errore di Nadia fu il “Perchè”, ma con questo non intesi sottovalutare le Vostre osservazioni. Lungi da me! perchè litigare quando in realtà ci vogliamo bene da dieci anni?
    Trascorrrerò la nottte all’addiaccio nella speranza di un perdono.

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    • Lady Alessandra Bianchi

      Noi non siamo Enrico IV e voi non siete la Grancontessa Matilde di Canossa.
      Toglietevi dall’addiaccio e copritevi: sareste capace di imputarci pure il malanno indotto.
      Nessuno ha mai litigato.
      Nessuno vuol litigare: noi, molto semplicemente, rispondemmo.
      Sembra che ultimamente, la cadenza dei qui pro quo, duri una media di cinque/sei giorni.
      Noi aborriamo le liti fini a se stesse e non tolleriamo, assolutamente, le ingiustizie. Siamo pronti a prendere le difese addirittura, anche, del peggior nemico dell’umanità … se aggredito alle spalle!

      A volte le parole corrono, più dei pensieri….
      Già!

      Una opportunità si da a tutti, anche una seconda, pur in presenza di profonde ferite alle convinzioni.
      Tertium non datur, però …

      Abbiate, lady Alessandra, le nostre cordialità

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