Il Mondo Parallelo: La verità

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1Nella camera tutto era confortevole, perfino la luce che entrava dalla grande vetrata illuminava “discretamente“ tutto l’ambiente. Si capiva che era una camera vissuta, sulle pareti ricoperte da una carta da parati primeggiavano numerosissime fotografie, attaccate solamente da piccole puntine dalla capocchia bianca. Esse ritraevano dapprima un bambino sui tre anni, in seguito, prendeva forma un adolescente per poi terminare con un giovane uomo.
Era sempre sorridente, intento a fare ogni sorta di attività sportiva, dal baseball al basket, dalla corsa al nuoto. In alcune comparivano anche altri giovani, ma solo in una era ritratto con i suoi “presunti” genitori.
Il letto praticamente intatto era un modello alla francese, con lenzuola bianche candide. Era troppo perfetto, probabilmente da molto tempo non veniva utilizzato. La libreria era ben fornita: testi di filosofia, storia, arte e altri volumi impressionanti di archeologia e storia antica. Accatastati sulle mensole, si notavano perfino dei raccoglitori ordinati, chiusi da corde di cotone legate al centro, una vera e propria forma arcaica di archiviazione. Forse erano ricerche e studi relazionati molto importanti, anche se parevano stare lì da diversi anni.
Tutto era tragicamente muto in quella stanza, non tanto perché non vi erano persone all’interno, ma piuttosto per come appariva: immobile, inutilizzata, statica, sembrava la camera di una persona che non c’era più, che era defunta da parecchi anni.
“È la sua stanza!” disse la graziosa vecchietta, che nonostante gli ottant’anni aveva fatto la rampa di scale come fosse una ragazzina. “Lo avevo capito” rispose l’uomo sulla sessantina, un po’ brizzolato che non faceva altro che segnare sul blocco tutti gli appunti che riteneva opportuno.
“È rimasto tutto come prima? “ribatté Duilio Svevia, medico e ricercatore del Centro Studi SALUS ubicato a soli due chilometri da lì. “Si! Da allora nessun oggetto è stato spostato solo la polvere ho rimosso!” Quella vecchietta sorrise tristemente, facendo trapelare un dolore mai rimarginato, una ferita ancora sanguinante.
“Come le avevamo anticipato la terapia è iniziata circa due mesi fa e abbiamo captato delle vibrazioni nel cervello!” La vecchietta si sedette sul letto intatto, prestando attenzione a non sgualcire quel copriletto ancora nuovo “Crede che funzionerà? Insomma avremo qualche segno? C’è ancora una minima speranza?” il medico la osservò attentamente, il volto segnato e quegli occhi imploranti lo avevano messo a disagio “C’è sempre la possibilità che…” “Non intendevo quello, io parlavo invece di qualche certezza! “
“No!” rispose, anche se reticente, ma poi cercò di rimediare “Tuttavia non siamo certi di nulla! Sappiamo solo che è un nuovo farmaco e forse darà qualche risultato apprezzabile, ma nei casi come il suo è tutto nelle mani di Dio!” “Capisco!” rispose lei “Venga Dottore, l’accompagno al piano di sotto devo mostrarle qualcosa!”

2Il medico la seguì senza fare domande. Uscirono dalla casa diretti nel casolare adiacente, imboccando il vialetto che divideva in due il giardino.
Prese una chiave dalla tasca del grembiule ed aprì la porta serrata da un lucchetto.
Il cigolio dei cardini sprigionò polvere che andò a finire sul bel completo del Dottore “Oh mi dispiace! Sono tanti anni che non entro qui, non pensavo …” “Non si preoccupi. Non fa nulla. Ma cosa stiamo cercando?” la domanda ovvia era arrivata e la vecchietta pronta rispose “Adesso vedrà!” si diresse verso il centro della grande stanza ricolma di mobilio e vecchi oggetti, dopodiché sollevò una grossa coperta che liberò un quantitativo enorme di polvere. “Volevo farle vedere questi!!” Il medico si avvicinò e non credette ai propri occhi.
Davanti a lui c’era una collezione introvabile di riproduzioni di Picasso, Van Gogh, qualche Caravaggio e diversi dipinti fiamminghi.
“Mio Dio! Ma cosa sono queste riproduzioni? Sono incredibili “La vecchietta sorrise “Riproduzioni? Ne è sicuro?” Il medico la guardò ma non riuscì a trattenere la risata che chiara e scortese uscì all’improvviso “Andiamo è impossibile! Nessuno può possedere quadri originali di pittori quotati, per di più conservati in uno stato tanto pietoso!” “Si è vero lei ha ragione ma deve sapere che queste “riproduzioni” sono apparse quasi dal nulla!
Intendo dire che qualcuno le ha nascoste qui, lasciando anche un biglietto. Solo poche righe, certo ma citavano le seguenti parole ‘ Ritrovati in antiche dimore fatiscenti che conservano cunicoli e scantinati mai esplorati. Queste opere “dimenticate” rappresentano antichi tesori!’ Io non so dare una spiegazione a tutto questo!” La vecchietta ricoprì il tutto con un gesto improvviso lasciando il medico senza parole “Perché mi ha mostrato questo?”
“Perché deve fare tutto il possibile affinché la cura funzioni! Io credo che lui non sia veramente in quel letto! Io avverto che è in un altro mondo, universo, dimensione, lui stia vivendo un’altra esistenza, una vita parallela! Questi oggetti sono il frutto del suo lavoro! Le sembro pazza?” Il medico si appoggiò ad una vecchia credenza malconcia e rispose “Mi sta spiazzando, signora, io non sono in grado di formulare ipotesi! Lei sta parlando della…trasposizione! Non ci sono ancora prove che essa possa verificarsi!”

3“Io non so cosa significhi quel termine, ehm, trasposizione, ma non voglio tralasciare nulla d’intentato! A volte se desideriamo fortemente qualcosa si accende una lampadina, che illumina idee innovative che vanno al di là della normalità, non crede?” Il medico la guardò come se la vedesse per la prima volta, il suo linguaggio, la sua naturalezza, erano quasi non naturali; fuori era una vecchietta arzilla ma dentro era un fuoco mai spento, con un giovane cuore grande ed un coraggio da leonessa.
“Lei mi sorprende sa?” “Lo so! Sono anch’io sorpresa da me stessa il più delle volte, ma vede con quello che ho passato e sto passando non ho più paura di nulla, penso, decido e agisco, tutto qui! Pensi che ho speso una fortuna per la videosorveglianza, sono convinta che se qualcuno è stato qui forse potrebbe tornare” “Capisco” rispose dubbioso il medico. Era ovvio che non commentasse, per lui non aveva alcun senso, erano stati soldi gettati al vento!
Chiuse la vecchia porta con la chiave e se la rimise nel grembiule poi girandosi verso il dottore disse “Mi faccia sapere se ci sono stati miglioramenti, la prego” “Non dubiti, lo farò” rispose secco, quindi imboccò il vialetto diretto all’uscita, mentre la donna rincasò frettolosamente. Doveva andare da lui. Tutti i giorni alla stessa ora. Per trent’anni. Sempre.
Svevia ritornò all’ospedale, entrò nel suo ufficio e si accasciò sulla morbida poltrona in pelle. Era esausto ma allo stesso tempo ansioso, preoccupato, apprensivo, quella anziana donna lo aveva colpito, folgorato, com’era possibile che avesse ‘partorito’ una così bizzarra idea? Trasposizione! Roba da matti. Forse a causa dei tragici eventi che aveva passato, la sua mente si era difesa in qualche modo, elaborando idee al di fuori della realtà. In ogni caso chiunque avrebbe desiderato per il proprio figlio un’altra alternativa.
Eppure Svevia avvertiva nell’aria qualcosa di strano, di veramente incredibile! Erano quasi due mesi che mancava dall’ospedale. Il viaggio all’estero era stato davvero molto impegnativo.
7Sentì bussare.” Avanti! “la sua voce risultò solo un lieve sussurro. Una giovane donna entrò inondando la stanza di dolci fragranze, sembravano fiori. Nadia era sempre gradevolmente profumata dalla mattina alla sera, probabilmente faceva il bagno con qualche essenza speciale, perché lasciava la scia ogni volta che si recava al lavoro. “Devo parlarti! È molto molto importante!” “Accomodati pure!” la invitò Svevia indicandole la poltrona di fianco alla sua. “Abbiamo i risultati del farmaco! Sono incredibili!“ li mostrò al medico che incredulo esclamò “Oh Mio Dio, c’è attività celebrale!” Lei continuò eccitata” Sono due mesi che si ripetono e sono sempre più forti. Ma, da una settimana si ripetono ogni notte; poi durante il giorno cessano!” il medico sfogliò il fascicolo attentamente, osservando i diagrammi punto per punto. “Sta lentamente ritornando! È incredibile! Dovremmo attenderci da un momento all’altro degli spasmi dei movimenti del corpo riferiti agli occhi alla bocca, alle braccia!” Lei lo guardò attentamente poi disse “Sono due mesi che manchi vero?”

Lui stupito rispose “Si! Sono rientrato solo ieri e oggi sono andato da …” “Si, lo so dove sei andato ma allora non sai?” “Cosa non so?” lei continuò “Gli spasmi ci sono già stati! “Si alzò di scatto, si diresse verso la propria scrivania, prese un blocco di carta e disse “Raccontami, ti prego!”.
Nadia lo aggiornò “Il primo circa due mesi fa! Ha aperto la bocca improvvisamente come se stesse soffocando! Abbiamo dovuto inserirgli il morso di metallo per evitare che si arricciasse la lingua!”
‘Quella mano mi stringe il collo come una morsa, sento un sapore strano quasi di metallo nella bocca, mi sembra un arnese freddo e liscio. ‘
Nadia fece una pausa, ma l’ansia di Svevia la esortò a continuare. “Subito dopo il suo braccio ha cominciato a muoversi ritmicamente staccando tutti gli aghi della flebo, non ti dico l’ematoma che, grazie a Dio si è assorbito!! L’ultimo spasmo, però, circa una settimana fa ci ha lasciati esterrefatti, ha tentato improvvisamente di, come dire, alzarsi con la schiena! Abbiamo dovuto tenerlo giù con le mani. Eravamo in cinque a farlo!”

‘Sono scioccato, tento di divincolarmi ma non riesco a liberarsi da quelle mani viscide che sembrano moltiplicarsi. Mi tengono e mi costringono lontano da quel letto e da quel viso che invece voglio vedere, conoscere.’
Nadia aveva le mani che tremavano nel mostrargli l’ultimo spasmo “E poi all’improvviso ha spalancato gli occhi e ha sussurrato qualcosa!!”
‘Improvvisamente gli occhi chiusi di quell’uomo che ha la mia faccia, si spalancano, sono vitrei e inumani’
“Non sei ancora arrivato!“, mi sussurra, poi di nuovo il nulla!

Svevia si alzò di scatto, gocce di sudore scendevano come rigagnoli sulle gote color porpora, alzò gli occhi, guardò Nadia diritto nelle iridi ed esclamò” È quasi un miracolo! Ti rendi conto che quell’uomo sta lentamente tornando?” Lei lo calmò, gli mise le sue esili mani sulle spalle, cercando di riportare l’atmosfera nuovamente a qualche attimo prima, ciò che doveva rivelargli concludeva quella strana esperienza “Adesso però è di nuovo muto! Succede solo dopo la somministrazione del farmaco! “Svevia annuì, prese il grafico e osservò le dosi somministrate “Dobbiamo aumentarle so che è pericoloso ma so anche che se lo bombardiamo forse è la volta buona! Dobbiamo avvertire …”
“Lo sa già! “lui sorrise “Ora capisco tutto! Lei lo sapeva lo sapeva!” “Ha già firmato la liberatoria in bianco per qualsiasi azione tu voglia fare col farmaco, è stata molto esplicita in questo!” “Già” rispose semplicemente Svevia. “Da domani aumentiamo le dosi fino al massimo consentito e vediamo cosa succede!!”.
Entrambi si accodarono per i turni, pianificando il da farsi.

4Il mio aereo è atterrato puntuale, non ho mai veduto Firenze prima d’ora! Mi sono impegnato a non assopirmi, ho letto, ho lavorato col portatile ed ora sono davvero esausto. Ho preso un taxi per arrivare al paesino, ora dal finestrino guardo il cielo, è quasi crepuscolo. Prima di raggiungere l’Hotel decido di recarmi presso l’indirizzo dei coniugi Bertani, almeno vedrò il luogo in cui dovrò recarmi in seguito. Il tassista si ferma proprio davanti alla casa circondata da un giardino. “È quella!” m’informa “Grazie! Ora mi porti in Hotel!!” rispondo col cuore a mille! Sono sollevato, non ha niente a che vedere con il mio maledetto sogno!
Sistemo l’unico bagaglio che ho, il resto è rimasto a Roma, tanto mi fermo solo un giorno.
Ho deciso che questa notte non dormirò affatto. Sono tre notti che si ripetono quegli orrendi incubi e non ho nessuna intenzione di fare l’esperienza anche per la quarta volta.
Ho voglia di rinfrescarmi, poi farò una passeggiata.
Imbocco la strada centrale della cittadina, quella che la gente percorre la domenica! Ah, certe consuetudini non cambiano mai! L’aria è frizzante, mi tiene sveglio, di tanto in tanto mi frusta il viso, ma non dà fastidio. All’inizio di questa strada, completamente muta, isolata, quasi immobile, mi si ‘apre’ un universo conosciuto, vissuto, ripetuto; guardo le numerose vetrine dei negozi, ormai chiusi, che espongono tutti i gadget delle auto che hanno partecipato alla famosa corsa di Firenze. Mi vedo riflesso nel vetro ho come l’impressione di assistere ad un déjà-vu.
Man mano che passeggio una lieve inquietudine comincia ad impadronirsi di me, non comprendo il motivo ma so esattamente il nome del negozio successivo e poi di quello dopo, ancora e ancora. Mi fermo un attimo, sono sconvolto io ci sono già stato qui!
Faccio ancora qualche passo e mi ritrovo nella via laterale in cui risiedono i coniugi Bertani. Vedo in lontananza la casa. È una costruzione particolare, noto che all’interno del giardino c’è anche un vecchio rustico malconcio. Tutte le luci sono spente, evidentemente sono già a dormire data l’ora tarda. Passo oltre e mi fermo davanti alla vecchia biblioteca. Ho come un sussulto, una sensazione mi pervade improvvisa, cosa mi sta accadendo ancora? Davanti ai miei occhi, esposto in una bacheca piuttosto malconcia, c’è un vecchio trafiletto di un giornale d’epoca, raffigurante un simbolo scolpito sulla base di una Coppa Premio.
È un trofeo assegnato al miglior studente della provincia. Quell’emblema è esattamente uguale al logo che ho scelto per pubblicizzare la mia attività. Raffigura un’aquila in volo, che tiene tra gli artigli affilati una sottile striscia di seta rossa. Mi appoggio alla parete, mi sento accaldato e cominciò a sudare. “Sono solo coincidenze! Dannate coincidenze! Non devo andare in paranoia! Non ora!” mi ripeto ad alta voce.
Decido di tornare in albergo, avverto più che mai il desiderio di dormire ma so che se cederò, avrò sicuramente un ennesimo incubo, e i miei sogni non sono certamente piacevoli.
Entro nell’atrio dell’albergo e mi accomodo nella sala comune. Molte persone stanno seguendo una delle tante gare di Firenze, che trasmettono in diretta. Lo schermo non è certo l’ultimo ritrovato della tecnologia, tuttavia le immagini sono chiare e nitide.

5Comincio a seguire l’evento resistendo al sonno.
“Signore! Signore! Si svegli” mi scuoto trafelato, apro gli occhi. Ma ho passato la notte su questa poltrona? Mi sembra che siano passati solo pochi minuti “Mi scusi …” tento di riprendermi dal mio imbarazzo, due cameriere mi osservano ridendo sotto i baffi. “È mattina e noi dobbiamo pulire!” Mi alzo e senza dire nulla mi dirigo verso la mia camera. Non è successo. Non ho avuto incubi! Sono certo di aver dormito qualche ora! Mi faccio una doccia, mi rado, mi vesto di tutto punto, quindi esco, diretto verso la casa dei Bertani. Sono quasi felice! È la prima notte che non sogno!
Quando arrivo in prossimità dell’abitazione mi sento ancora più sollevato. Avevo visto bene! È decisamente diversa rispetto alla casa che ho veduto nel mio incubo. Sorrido, mi viene così spontaneo. Basta poco per stare meglio. Entro dal cancelletto che è semi aperto, salgo i due gradini e mi trovo di fronte alla porta. Sono emozionato, ansioso, fra poco avrò notizie di mio figlio. Suono. Nulla. Suono ancora. Nessuno. Mi giro verso il rustico, lì provengono dei rumori. Forse stanno sistemando gli interni” C’è qualcuno là?” alzo il tono della voce.
Nessuna risposta, ma i rumori continuano. Prendo la decisione di avviarmi verso lo stesso.
Man mano che percorro i metri che mi separano dall’ingresso, i rumori si fanno più forti. Una leggera folata di vento muove la vecchia porta, facendola cigolare sonoramente. I cardini sono arrugginiti. “C’è qualcuno dentro?” mantengo il tono alto della voce. Nulla. Improvvisamente il vento si alza, da queste parti il tempo è davvero bizzarro! Entro timoroso “Sono, sono, Tony Di Raimondo c’è qualcuno li?”. I rumori continuano, così varco la soglia lasciandomi la vecchia porta alle spalle. Ad un tratto il vento la chiude, provocando un fortissimo rumore. L’istinto mi dice che forse…si è bloccata, ho sentito il chiavistello abbassarsi inavvertitamente.
Mi giro di scatto per riaprirla ma essa è sbarrata. Dannazione, son chiuso dentro! Spintono con le spalle ma mi accorgo che…non ce la faccio ad aprire! “Accidenti è adesso?” mi giro spaventato, se mi scambiano per un ladro sarebbe davvero imbarazzante! Meglio urlare, così qualcuno potrebbe sentirmi. Apro la bocca per dar fiato, alzando il tono al massimo, quando all’improvviso mi blocco. Davanti a me una grande stanza, ricolma di cimeli e vecchio mobilio, cattura tutta la mia attenzione. C’è polvere ovunque, la poca luce trapela dai vetri di quelle finestre, opache dal tempo e logorate dallo sporco.
La fonte di quei rumori si trova proprio lì. Mi dirigo verso l’origine degli stessi, ma ad un tratto un mugolio mi sorprende! Sembra umano! Accelero il passo, forse qualcuno è in pericolo! È bloccato qua dentro, proprio come me! Sotto due travi, incastrata e malconcia, c’è una vecchietta in ginocchio, le sue mani sono aperte e le coprono completamente il viso. “Mio Dio!” mi avvicino tanto da poterla toccare “Non si muova! Adesso la libero” La vecchietta mugugna, ma non è un lamento né un pianto, è uno strano verso. Riesco a raggiungerla, le sono praticamente inginocchiato davanti, chino tra le due travi cedute, ora posso soccorrerla!
Toglie le mani dal viso, i suoi occhi sembrano quasi felici “Sei arrivato finalmente!” quel volto, solcato da profonde rughe, mi colpisce come un gelido vento invernale. I suoi occhi brillano di una strana luce. Sento l’aria diventare pesante, quasi mancarmi improvvisamente. Quell’espressione, quegli occhi, quella voce…non può essere! Mi scuoto, rifiuto ciò che mi si para d’innanzi! È una visione, non è reale! Spezzo quella strana immagine, dando fiato alla mia richiesta “Sto cercando Lorenzo Bertani! Sto solo cercando Lorenzo Bertani!”

6La vecchietta si alza improvvisamente, liberandosi senza sforzo dalle travi che la tengono prigioniera, si avvicina a me, mi accarezza i capelli delicatamente, poi passa la sua mano rugosa sul mio viso ed infine mi zittisce, mettendomi due dita sulla bocca “Tu sei Lorenzo Bertani!!” “No! Io sono Tony Di Raimondo!”. La trave cede all’improvviso ed un ammasso di legni marciti, tegole e cemento si riversa sopra i nostri corpi. Poi più niente.
“Signore! Mio Dio si è fatto male?” sono riversato sul pavimento dell’atrio dell’albergo. La poltrona sulla quale mi sono addormentato è capovolta. Una decina di persone mi circondano, incuriosite dall’evento. Sono esausto, ho sognato di nuovo! Mi alzo in piedi ancora barcollante. Uno dei tanti, che mi sta guardando, mi aiuta a recuperare l’equilibrio. Ho creduto di aver passato indenne la nottata, ma non è stato così. Mi dirigo verso la mia camera. Non riesco più a decifrare cosa è reale e cosa non lo è. Sento che sto perdendo la ragione! Devo prepararmi per andare a trovare i coniugi Bertani. Mi guardo allo specchio. Nulla è mutato in me.
Ma perché ho come l’impressione di sentirmi sospeso tra realtà ed incubo? La mia vita sembra una farsa, una messa in scena, sempre in bilico tra realtà e finzione, fatta solo di bugie…di scartoffie fasulle, che mentono spudoratamente. Ora, però, si sono aggiunti anche questi incubi! Non so se ce la farò. A volte credo che l’unica soluzione possibile a questa mia tragedia sia il salto! Certo è tragico pensarlo, ma sarebbe una soluzione! Forse quando tornerò a Roma prenderò una decisione. La più importante. Eppure spero nell’esito di quest’incontro. Sapere di avere un figlio mi dà uno scopo per andare avanti, forse per un po’.
Questo sogno è stato assurdo, bizzarro, da ‘fuori di testa’. Per un attimo ho creduto di rivedere…non riesco nemmeno a pronunciare il suo nome! I sogni sono irreali, è vero, ma mi sono anche accorto che mi stanno portando verso un’unica direzione. Ci penso spesso, molto spesso. Forse è arrivato il momento di decidere! Sessanta piani in meno di dieci secondi, o forse ci vuole anche molto meno. Chissà se lo scoprirò presto.
Sono di fronte alla stessa porta del mio incubo, ma a differenza dello stesso, qualcuno mi risponde.
La giovane donna apre la porta “Chi desidera?” “Sono, Tony Di Raimondo! Sto cercando i coniugi Bertani!” La donna impiega qualche secondo, prima di rispondermi, quella pausa non è di buon auspicio “Lei non è di qui vero?” “No” inizio a sudare “Tutti sanno che la signora è vedova!” “Ah mi dispiace! E posso parlarle?” la donna esce completamente, chiudendosi la porta alle spalle “No al momento non è qui! È all’ospedale!” di nuovo il mancamento mi coglie. Ma sono sveglio, ne sono sicuro! Il capogiro inizia a farmi barcollare. “Si sente bene?” ce la metto tutta per riprendermi “Si. Ma penso di tornare un altro giorno” tento di liquidarla, ma lei aggiunge “La signora va tutti i giorni all’ospedale a..” alzo la mano, per zittirla “Non me lo dica! La prego!” quella donna tuttavia non si ferma “Ma lo sanno tutti! Suo figlio ha avuto un incidente trent’anni fa e da allora è in coma!”
Mi tappo le orecchie con le mani ma è troppo tardi! Prima che la donna mi giudichi un folle, un pazzo, corro lontano, per guadagnare metri il più presto possibile. È assurdo, mio figlio è davvero in coma! È finita. Mi dirigo in albergo, preparo i bagagli, chiamo un taxi e mi precipito all’aeroporto. Fra meno di un’ora sarò già in volo diretto a Roma!
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N.B.: Tutte le immagini, a corredo, sono di produzione nostra.
Grazie

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56 pensieri su “Il Mondo Parallelo: La verità

    • Annelise baum

      Certo, mia signora, no erano questi i termini con cui ci volemmo rapportare con i lettori.
      Se vi fece, però, questo effetto, più o meno era quello che speravamo.
      Grazie e cordialità

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  1. eccoci Ninni.
    Mi esalti quando leggo delle pagine così belle, forti ed evocative.
    Mi fai scoprire il piacere della lettura e perdermi.
    Un’analisi comportamentale degna di un filosofo della parola quale tu sei.
    Qua, effettivamente, ci prendi a schiaffi e poi ci sbatti giù per terra. Leggo tanta angoscia e dolore.
    Mamma.

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    • Gianluigi Top

      L’esaltazione fa parte delle miserie umane, come per esempio, esaltarsi nel “sentirsi” umili, quando si tratta per lo più, di una posa ad uso e consumo degli altri.
      Grazie milord

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  2. La cosa più tremenda al mondo è l’incapacità della mente umana a mettere in correlazione tutti i suoi contenuti.
    Viviamo su una placida isola di ignoranza nel mezzo del nero mare dell’infinito, e non era destino che navigassimo lontano.
    Ninni milord mio signore, mi avete scioccata e avvilita.
    Parole e pagina forte, molto forte. Parole non per tutti. Parole di disperazione e angoscia che toccano le punte più alte del parossismo e ti trascinano, berso il basso, del nero più profondo.
    Quanto sei profondo milord?

    Grazie per quello che scrivi, ci scrivo, cosa scrivi e come.

    Un bacio

    Eleonora

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    • Eleonora Bisi

      Esatto.
      Noi non siamo alla ricerca dei Like fine a se stessi, né minacciamo chiusure e guerre mondiali se, dopo due ore dalla pubblicazione di un post, (che, ricordiamolo pure, in un Blog, si parla di diario personale e si dovrebbe pubblicare al livello personale) non ci sono commenti.
      Non anteponiamo l’Ego alle amicizie; il malessere alle storie; il dimostrare, alla verità.

      La vita è già tanto complessa che, aggravarla con le stupidate e le cretinate virtuali ci sembra proprio eccessivo.
      Prendiamo, fermamente, le distanze dagli stupidi!
      Grazie milady e cordialità

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  3. Sì, è vero, molto coinvolgente, ma non agghiacciante.
    Più che altro lo trobo profondo, molto sentito.
    Una descrizione umana, con i suoi incubi, le sue paure, molto profonda. Non un’analisi mite e ponderata: qua siamo alla disperazione e addirittura mi è parso di vedere l’incubo della paura … di avere paura.
    Fuggi, Tony, fuggi, ma non saprai mai la verità.
    Un finale di capitolo che mi ha lasciata con il fiato a mezz’aria.

    Ciao milord, sempre affascinata dalle tue parole che mandano e spandono, tutto intorno soltanto umanità e profondità umana.
    Un uomo sensibilissimo e forse, poco compreso. Altro che burbero.
    Ciao

    Giorgia

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    • Giorgia Mattei

      La verità, questa sconosciuta, soprattutto quando la si ottenebra con i desidarata che mal si conciliano con l’essere.
      Per divenire? Una sana lezione a chi si crede indispensabile.

      Cordialità

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  4. un episodio molto forte, molto sofferto e che denota una pienezza di racconto non comune.
    Lei è riuscito a costruire un episodio, in una serie di episodi, dentro una storia perfettamente a se stante.
    L’animo umano ne esce, così, analizzato nelle sfumature più recondite.
    Cosa succede quando la disperazione tocca le nostre corde esistenziali?
    Molto bello, mi creda.

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    • PickWick

      La ringrazio per avermi descritto, nelle sue parole, le episodiche di questa storia.
      La sua complessità, credo, è data dall’enunciazione di un dato: L’uomo non si accontenta.

      Grazie e cordialità

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  5. Un evoluzione che colpisce e dimora nelle nostre coscienze: E’ lecito pensare o sperare in una vita eterna, comunque distante dalla morte?
    Quanto riusciremmo a sopportare un dato di fatto legato a questa non vita che, annullando il termine fine, che ci esporrebbe al sentimento, non più sentimento, di una contnuità grigia?
    Molto bello e coinvolgente.
    Ciao Ninni

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    • Veni Vici Vintrix

      Le nostre coscienze …
      Quando se ne ha una, si passa dallo spavaldo all’infischiamento.
      Quando ci si crede superiori, allora, si pontificano sciocchezze e stupidate.
      Sta a noi non ascoltarle in quanto superiori.

      Grazie Enrico.
      Cordialità

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  6. Sto ascoltando:
    Annie Lennox
    Memphis in June

    dopo sarà Giorgia

    Poi sarà la volta di No More ‘I Love You’s’ in versione live

    e per concludere When Tomorrow Comes

    Grazie a tutti e cordialità

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  7. Glielo riconosco, dottore, un passaggio notevole nell’analisi umana.
    Un passaggio che la qualifica un fine psicologo e un acuto professionista.
    Grande e vasta cultura.
    La seguo.
    Buona giornata

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  8. Viviamo, giusto per vivere, dentro una forte e profonda scienza emozionale che non lasciamo o non tentiamo, nemmeno, di conoscere.
    Ci si ritrova, dopo, nel più assoluto oscurantismo dettato dagli egoismi più bassi.
    Questo episodio è una analisi dell’uomo in bilico tra la decisione e l’essere avulso.

    Buona giornata

    Amedeo

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  9. Ottimo.
    Non saprei scegliere tra il romanzo U-Booy o quest’altro che ci regali con questa bellezza narrativa che colpisce e prende fin dalla bocca dello stomaco…
    Oh, mio signore …

    Buona giornata

    Susi

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  10. Un bel capitolo questo che prelude a una transizione molto molto violenta.
    Il nostro Tony sta per rinascere. Ma purtroppo, per rinascere, bisogna morire e alcune volte, si deve morire nel peggiore dei modi, ovvero “dentro”.
    Ti ammiro Ninni mio signore, sia per la tua ssensibilità, che per lo spirito con cui ci regali certe perle.
    Difficile che tutti possano comprendere.

    PS: Ti rispetto e per questo non commento i precedenti pugnalamenti alle spalle. Lo so, fanno male, anzi malissimo, soprattutto se arrivano da dove meno te l’aspetti.
    Che schifo.
    La tua reazione mi ha fatto capire quanto ci tenessi.
    Ciao Nì, ti voglio bene.

    Manuela

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    • Vedi cosa mi piace/non mi piace di te?
      Prima provochi in modo sconsiderato una reazione e poi fai toc toc.
      Vabbé vabbè
      🙂

      Ma la prossima volta, per favore, intromettiti pure quanto ti pare, ma almeno leggi di cosa si parla e non estrapolare l’una parola partendo con delle filippiche assurde.
      Qua dentro siamo tutte persone serie e rodate e non certo al livello basso sia di qualità, sia di cultura.
      Ok?

      Buona notte

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      • Nadia, credimi, sono più stupito di te, Un battibecco, o meglio, un botta e risposta, da te creato in quanto non hai letto e fermandoti alle apparenze.
        La cosa m’imbestialisce perché sei una donna educata che si applica. Se tu avessi letto, te ne saresti accorta.
        Vabbé, vediamo il lato positivo: nulla accade per caso. Se non ci fosse stato questo botta e risposta, non avresti avuto modo di avere una conferma su chi è la tua tanto affezionata amica.
        Senza che lei c’entri qualcosa, ha iniziato a pontificare diffamandomi.
        Ribadisco: sono un professionista molto serio e quando mi relaziono cerco, quasi sempre, di non deridere il prossimo.
        La tua ineducata amichetta (che sta facendo di tutto, o almeno ci ha provato … e qua mi fermo) è un peso di cattiva educazione, cialtrona e decisamente arrogante e presuntuosa.
        presume un mondo di cose e con arroganza si occupa di quello che non le compete.
        Questa, per me, è la terza volta e lo sai bene.

        Iniziò da te, continuò-da vigliacca- con un post (chiamandomi in molti modi e che tanti si ricordano, ridendole alle spalle) e inseguito cancellato da vigliacca.
        Vedi Nadia, la vita non è generosa con nessuno, perdersi in certe cose, in internet, la dice lunga sulle sue tare mentali.
        Tu sei apprezzata, molto (dovresti tenerti un po’, però). Lei se ne è accorta e non ti sta facendo un buon servizio: per la terza volta, sbattendo in faccia che siete amicissime, continua a farti fare figure da pena.
        Al posto tuo, personalmente ci penserei …
        Ok, per me l’argomento è chiuso.
        Da questo momento la singorina, qua un piede non ce lo mette più.
        Denunciai la Blatta in nero (querela ritirata il giorno 10 Febbraio 2014) e fatto notificare a L. Ber., comunicato a voce, (ci siamo incontrati de visu e aveva portato e smorzato i toni sottoterra, a prima querela per diffamazione a mezzo stampa, con il Foro competente di Bologna) unicamente perché ebbe il buonsenso di chiudere la boccuccia.
        Non vorrei fare Bingo con la calunniatrice.
        E’ pericolosa anche per te.

        Buona notte milady, non ci pensare più.
        Pensa alla salute e la prossima volta rifletti prima di provocare quello che hai provocato: qua dentro nessuno è scemo, siamo tutti persone civili, né tanto meno e Beghino come la tua amica e se non afferri chiedi e se non capisci scrivimi una mail, ma non mi procurare più alcun danno.
        La mia pazienza è in esaurimento.
        Pensaci.
        Ciao, ti abbraccio

        🙂

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      • No dico, questa è la terza volta che per disgrazia mi provochi un danno.
        Hai inficiato due capitoli, questo e l’altro.
        Mi hai arrecato un danno.
        Neanche scusa?
        (Più vado avanti a leggere e più m’innervosisco!

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      • Scusa ma era facile equivocare, anche considerando le mie lacune nei fatti storici da te menzionati. Ho ammesso di aver scritto impulsivamente. spero che ora è tutto ok. buona giornata.

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      • Nadia
        E poi a lui, forse non interessa niente di nessuno visto il suo comportamento. E noi stam qui a litigare. Mah!

        Quale sarebbe il mio comportamento?
        Ha fatto tutto lei senza che aprissi bocca…
        Boh?

        Vedi? Ti mette in imbarazzo, praticamente con tutti. Peggio della Blatta in nero! Molto peggio, ti coinvolge.
        Mah.

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    • A B

      Dunque, partendo dall’assunto che, almeno nel tuo termine, la parola “fascisti” dovrebbe avere un significato ben preciso, per esempio, chessò: arrogante, maleducato, impiccione in affari che non riguardano. Beh devo proprio dire che ti sei e ti comporti proprio come hai la presunzione di etichettarmi, diffamandomi.
      Lo sai che è grave?
      Ma, e qua è soltanto un sospetto, temo che tu faccia tutto questo in quanto soffri di pesanti problemi e col secondo fine di incantare” Nadia (praticamente se ne sono accorti tutti, il fine lo si può intuire) e farti bella. Ti compatisco, sul serio, poveretta: hai fatto la figura da cialtrona e rimani tale.

      Sei, non soltanto ingiusta, oltre che ineducata (avrei potuto scriverti e darti della maleducata-come fai tu- ma in quel caso avrei incolpato tuo padre e tua madre che, poveretti, ci hanno provato a raddrizzarti, ma tu niente), ma anche arrogante e soprattutto una diffamatrice (vorrei ricordarti a mezzo stampa) di un professionista serissimo che in casa d’altri fa poco pollaio.
      Ah, già, ma tu devi colpire Nadia e soprattutto allontanarmi perché non sei ingrado di reggere il confronto. (un confronto stupido, in verità, perché io non ti ho mai confrontata con nessuno).
      Non so, vuoi conquistarla? Vattela a conquistare da un’altra parte e non qua.
      Ridicola.
      Ad ogni buon conto, piccoletta, oltre a fare la parte di quella che… (ma tu che c’entri? Ma cosa vuoi? Ma chi ti fuma?) ti accontento:
      Chiuso?
      Stop?
      Non vuoi avere nulla a che fare?

      Benissimo, ti accontento.
      Credi di poter fare quello che credi? Sei ineducata e personalmente non mi scalfisci.
      Divertiti a fare i post fantasma, i blog fantasma e le tue sciocchezze fantasma. Da un orecchio mi entra e dall’altro mi esce.
      Io tratto solo ed esclusivamente con persone educate e che abbiano un minimo di sentimento.
      Cosa che tu, nella tua profonda arroganza e presunzione, non hai.

      Adesso tu ne vai da qua, e non ci torni più.
      Lascio tutto com’é a riprova che quello che hai scritto sia sotto gli occhi di tutti.
      E siccome sei in casa mia, dove ti ho sempre onorata e rispettata, lascio al pubblico di andarsi a cercare e visualizzare per quale motivo mi aggredisci in questo modo!
      Ovvero nessun motivo se non il tuo arrogante esibizionismo nei confronti di Nadia che invito, sul serio, a riconsiderare un’amicizia (che te la puoi infilare come ti pare) che è deleteria su tutti i fronti.

      Alla buon’ora.
      E’ stato un piacere e ti auguro molta fortuna, soprattutto quando sarai sola!

      Il Milorder

      PS: Sta pur tranquilla che non ti commento e non perché lo dici tu, ma perché con le ineducate, arroganti io non ci parlo.
      Con chi credi di avere a che fare?
      Segnatela questa data.
      Fidati: te la ricorderai, hai detto a tutti quello che sei e forse, spero, hai aperto gli occhi a Nadia.
      Nulla sarà più come prima.
      Chiusa parentesi.
      In bocca al lupo, ne avrai tanto bisogno, sul serio.

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    • Cosa ho negato io? Quando?
      Ti accontento milady.
      Vai a raccontare le tue sciocchezze da un’altra parte, ma non più qua.
      Qua siamo fra persone per bene e tu non lo sei: per niente!

      Buona fortuna, soprattutto per quando sarai sola.
      Stasera, a Nadia, l’hai fatta sfigurare.
      Vabbé.

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      • Io trovo che Alessandra ha usato in malomodo una parola pesante utilizzandola con aggravante come sostantivo e non come aggettivo.
        Avrebbe potuto dire “atteggiamento F” anche se io non l’avrei usata.
        Non l’avrei usata per rispetto a coloro che davvero sono stati cotti, uccisi e perseguitati, torturati. .. bambini compresi.
        Credo che Alessandra sia sincera nei miei confronti e che abbia reagito impulsivamente ma questo atteggiamento da chioccia era fuori luogo e, anche il titolo dato. I motivi…beh, per me discutibili e mi auspico anche per altri. Buona giornata.

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  11. Mi dispiace Nadia più per te.
    Nel tentativo di evitare la pozzanghera … ti stai infangando e l’Ameba Bianca infetta tutto quello che tocca con la sua arroganza e saccenza.

    Tu non avevi compreso?
    Ok, può starci;
    L’Ameba Bianca nemmeno?
    Non ci sta più.
    Tutti hanno capito e lei, invece, ha colto la palla al balzo per fare la scenetta in casa d’altri.
    (Molte sono le mail che mi stanno arrivando, di solidarietà, e come vedi nessuno sta scortilando, presso queste pagine di educazione e rispetto per tutti).

    Ci siamo liberati di una scoria di inettitudine e ineducazione.
    T’invito a leggere, leggere, leggere perché questa è la terza volta e non ce ne sarà una quarta.
    Qua ci regolamentiamo tutti per la più pacifica ed “educata” convivenza.

    No, questa non la cancello.
    Ho avuto rovinato un capitolo che è stata fatica scrivere e che parla di dolore e per il quale attendevo ulteriori commenti!
    L’Ameba Bianca me lo pagherà sangue, puoi scommetterci!

    Voglio che tutti leggano chi è quella grande incivile e ineducata che si spaccia per tua amica, facendoti sfigurare in modo pesante, cretino e incivile.
    Non è un atteggiamento da chioccia; è un altro tipo di atteggiamento che non sto a ripetere, ma che indiscutibilmente esce dal retto della chioccia.
    🙂

    Sono una persona educata io e da quello schifo ambulante, dell’Ameba Bianca intendo, ho già subito troppi attachi di invidia nera, beghina, incivile e ignorante (pensa che, poi, affibbia-consideratone il conportamento- appellativi a destra e a manca in modo ottuso qual’é).
    Se ne andasse da dove è venuta.

    Con questa ho concluso, spero.
    Abbiamo perso tutti e nessuno ha vinto.

    La tua amica ha perso più di tutti e me ne dolgo.
    Sappi, comunque, che non si possono offendere le persone in questo modo.
    Non ci riesce?
    Benissimo, rimanga rintanata nella fogna da cui proviene e si tenga i suoi miasmi.

    Ciao e non se ne parli più, almeno non qua.
    Se ci tieni, ok.
    Se non ci tieni è un altro discorso.
    Ti ringrazio per la mail, sei una persona educata.
    Ho apprezzato!
    Buona giornata

    Ringrazio:

    Nadia
    Hilde Strauss
    Manuela Rovati
    Lilly Simoncelli
    Spillo
    Seamur
    Giorgia Mattei
    Vintrix
    Max
    Umberto
    Filly
    UniMi
    Malcom
    Fede scoppio
    Marcello Fen
    Divina a Mente
    Luisa
    Gialuigi Top
    Amedeo d’A.
    PickWick
    ‘O proffe
    Maga Magonza
    Sabino
    MarcoP
    Filippo Argentini
    Giobertus
    Silvia Parenti
    Eleonora Bisi
    Gioiella
    Siena Night
    Valle dei tOrti
    UniBo
    Stupibartolo
    Giugurgia
    Santillo
    Daniele M.
    Alberto G.
    Elena Simonin
    Sofficino 72
    Daniele B.
    Isabella Ozieri
    Diadumeno
    Massimo Gr
    Furio C.
    Fra Jul
    Valerio Bendinelli
    Sonia Balestri
    Melissa P.

    e (un bel po’ d’altri) che non hanno acconsentito ulteriormente a quell’Osceneggiata; per la loro solidarietà e per l’esecrazione verso quel soggetto incivile e che, per evitare pollaio e diffamazione, hanno preferito scrivere i privato.
    Buona giornata

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  12. un capitolo profondo. Un preludio che, immagino, sia arrivato o arrivando alla sua conclusione.
    Ti ho letto, caro Ninni, con estremo interesse e soprattutto per tutto quello che dai e che la tua profonda sensibilità trasmette.

    Se un uomo per il quale, poter godere della sua amicizia. è onore e vanto.
    Un grande senso dell’umano che, fra le tue mani, diventa divino.
    Ciao e un abbraccio.

    L.

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    • Hilde Strauß

      Grazie, carissima amica, per le tue espressioni.
      Sì, effettivamente ci si avvicina alla conclusione di questo Mondo Parallelo e il penultimo episodio doveva essere pubblicato ieri sera, giusto per dar modo di parlarne in vista del nuovo capitolo di U-Boot di domenica.
      Ma l’imprevisto e il danno sono sempre in agguato.
      Pazienza, Il nuovo episodio non lo pubblichero più, nella uscente settimana, considerata l’esiguità del tempo fisiologico alla lettura e la freschezza dei fatti accaduti.

      Come non ringraziarti per le espressioni di amicizia?
      Un senso umano che diventa divino? Servisse …
      Ti abbraccio anch’io.

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