Il biscotto

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bis

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Con la disinvoltura derivata da una lunga pratica, Sandro Banco spezzò il biscotto cinese e ne estrasse la strisciolina di carta. La distese sulla tavola e ne lesse il messaggio:
INCONTRERAI UN VECCHIO AMICO!

Sandro sogghignò. Era inevitabile che incontrasse qualche vecchio amico. Ne incontrava ogni giorno, lungo la strada per andare al lavoro, in ufficio, in ascensore tornando a casa, persino nei vari ristoranti cinesi che era solito frequentare.
Addentò il biscotto, sgranocchiò le briciole rimaste tra i denti, e si sciacquò la bocca con una buona sorsata di tè ormai tiepido. Il biscotto della fortuna gli piaceva almeno quanto la fortuna stessa. D’altronde gli piaceva tutto della cucina cinese, che frequentava non appena gli era possibile, senza mai stancarsene. Il Ciau mein, il Ciop Sui, il Won ton, il pollo fritto farcito col riso, le uova Fu yung, il… ma perché farla lunga? Basterà dire che il paradiso, per Sandro, era mangiare in un ristorante cinese.
E, appena uscito da quel luogo di delizie, Sandro incontrò un vecchio amico.
Era in realtà una vecchia amica, di nome Diana Fava, o per lo meno si chiamava così prima di sposarsi. E non era vecchia in senso cronologico, non avendo ancora varcato la soglia dei quaranta. Sandro conservava teneri ricordi della tempestosa relazione avuta con lei quando erano molto giovani, e spesso i suoi sogni erano ravvivati da quei ricordi appassionati.
— Diana! — esclamò lui, sorpreso ma compiaciuto.
— Sandro! — gridò lei, e lacrime di gioia le inumidirono gli occhi verde-nocciola.
E Sandro seppe che, malgrado fossero entrambi irrimediabilmente sposati, stava per iniziare con lei una nuova relazione.
Quando in seguito ebbe occasione di ripensarci, Sandro si meravigliò di avere incontrato quella vecchia amica immediatamente dopo che un biscotto della fortuna gli aveva preannunciato tale evento. Si trattava di una coincidenza, naturalmente, poiché non poteva essere nient’altro. Sandro si divertiva a leggere i messaggi (scritti, aveva sempre immaginato, da qualche “coolie” cinese nella lontana Hong Kong), ma non credeva che potessero contenere neppure un briciolo di verità. Non lo credeva allora, per lo meno.
Luogo e scenario dei suoi appuntamenti romantici con Diana furono, manco a dirlo, pittoreschi ristoranti cinesi. Suo marito, lo informò lei, era un bruto che le aveva reso la vita insopportabile. Sua moglie, la mise al corrente lui, era una strega che lo aveva reso profondamente infelice. In uno di questi teneri incontri, dopo un pranzo delizioso a base di cotolette di maiale agrodolci, Sandro spezzò il suo biscotto della fortuna, trovandoci questo messaggio:
GUARDATI ALLE SPALLE: QUALCUNO TI STA SEGUENDO!

Fece appena in tempo ad alzare la testa per scorgere attraverso la vetrata il marito di Diana che, furibondo, stava entrando nel locale. Ci fu appena il tempo di farla uscire dalla porta posteriore. Ma non se la sarebbero cavata, se il biscotto cinese non l’avesse avvertito del pericolo imminente.
Ancora una singolare coincidenza, stabilì Sandro … Finché non ricevette un messaggio analogo un attimo prima che sua moglie, che odiava ferocemente la cucina cinese, piombasse nel ristorante dove si trovava con Diana. Ancora una volta Sandro riuscì a cavarsela.
Da quel momento cominciò a tenere quei messaggi in maggior considerazione. Per un certo tempo sperò in qualche preziosa indiscrezione sulle quotazioni in borsa o sui cavalli vincenti, ma non trovò mai nessuna informazione del genere. Tranne situazioni di emergenza, i messaggi erano per lo più soavi brani di saggezza popolare o consigli generici.
Con una vistosa eccezione.
Si verificò mentre Sandro e Diana, che amava quanto lui la cucina cinese, stavano assaporando gli ultimi bocconi di un’anatra alla mandarina, e lei gli stava raccontando quanto sospettoso stesse diventando suo marito, e quanto fosse certa che la moglie di Sandro non ignorasse i loro appuntamenti segreti. In quel preciso momento Sandro spezzò un biscotto della fortuna, liberò la strisciolina di carta e lesse:
STAI PER MORIRE!

Sandro deglutì e poco mancò non si strozzasse col pezzo di biscotto che aveva in bocca. Lo stupore si mutò ben presto in indignazione. Che dannato messaggio era quello, che un “coolie” sottopagato di Hong Kong si era permesso di infilare in un biscotto della fortuna? Pensò di protestare col gestore, ma cambiò rapidamente idea. Decise invece che non si sentiva bene. Accompagnò Diana a casa, lasciandola sotto il portone.
Stava per allontanarsi dal marciapiede, quando sentì un rumore provenire dalla finestra di fronte. Alzò gli occhi, e vide il marito di Diana che, col braccio teso, gli puntava contro una pistola. Ansimò, spalancò violentemente la portiera della macchina e rotolò fuori … andando a sbattere contro sua moglie, anche lei con una pistola tra le mani.
Sandro corse via. Avvertì confusamente due pistole che sparavano simultaneamente, ma non sentì dolore e non rallentò la corsa. Continuò a correre, fermandosi a prendere fiato solo quando si fu allontanato di quattro isolati buoni. Si appoggiò allora a un muro, aspirando a pieni polmoni, per esaminare la situazione. Non gli sembrava di avere buchi addosso, né c’erano tracce di sangue.
Grazie buon Dio, pensò, per la pessima mira di quei due esaltati.
Ma, anche così, continuava a tremare senza riuscire a controllarsi. Doveva rifugiarsi da qualche parte e rilassarsi. Potevano essergli ancora alle calcagna, e sarebbe stato più sicuro in un posto affollato. Si guardò intorno per vedere dov’era finito.
Era in piedi di fronte a un ristorante cinese.
Caso strano, non l’aveva mai visto prima, e questo ridestò tutta la sua curiosità. E anche il suo appetito, benché avesse ingurgitato un abbondante pasto cinese non più di un’ora prima. E poi, lui si sentiva sempre al sicuro in posti del genere.

Sandro entrò e sedette a un tavolo.
Stranamente, era l’unico cliente.
Quando apparve un cameriere, ordinò il piatto numero 17.
Lo mangiò lentamente, gustando ogni boccone, dimenticando lo spiacevole episodio di poco prima. Spezzò quindi il suo biscotto della fortuna e lesse il messaggio che vi era contenuto.
Le lettere sembravano tremolare sulla carta, in un primo momento. Quando tornarono al loro posto, alzò la testa di scatto, assalito dal panico, trovandosi di fronte il cameriere che sogghignava beffardo con una faccia da teschio. Si guardò intorno selvaggiamente, alla disperata ricerca d’una via d’uscita; ma non c’erano porte né finestre in quel ristorante, nessun modo di uscirne né ora né mai.
Cominciò a urlare.
Quando non ebbe più fiato, si accorse di avere ancora fame. Ordinò un altro pasto e lo divorò. Il messaggio del biscotto della fortuna questa volta era identico al precedente.
Dopo quello ordinò un altro pasto, poi un altro, poi un altro ancora. Ogni volta il messaggio nel biscotto era sempre lo stesso. Si componeva di poche parole:
È INUTILE CHE FUGGI ANCORA: SEI GIA’ MORTO!
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37 pensieri su “Il biscotto

  1. Terrificante.
    Un noir che mi ha tenuta incollata fino alla fine. Fino a quando non ho letto l’ultimo bigliettino.
    E’ così l’Inferno?
    Era morto!!!
    L’ironia era che è stato un biglietto della “fortuna”.
    Quarto racconto di questa bellissima saga che mi ha tenuta qua con il fiato sospeso.
    Bravo
    Un bacio mon cheri

    Annelise pou toi

    a Paris

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    • Annelise Baum

      Un noir che parla di situazioni incresciose.
      Non sempre il dolore e l’angoscia derivano e provengono da quello che ci fa paura.
      Spesso, queste brutte bestie, sono insite nei fattori che consideriamo premianti (nel nostro caso un ristorante cinese. Anche se la componente vigliacca e fedifraga è insita sia in Sandro, sia in Diana).

      Grazie mia signora e cordialità

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  2. L’ho letto quasi con timore reverenziale tra una brutta notizia e qualche amenità della politica italiana.
    Quasi un brutto sogno, quasi una maledizione.
    Come sviluppato dentro alla nebbia e risolto al buio. Mi sembra come un passaggio sulle fobie umane che si realizzano in un incubo e in un nuovo sbocco: lui è morto che racchiuso dentro una spirale infernale, non se ne accorge.
    Notevole proprio.
    Mi piace questa saga dei mille aghi.
    Bella proprio.
    Buona giornata

    Francesco

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    • Spillo

      la morte, condizione ultima del e di tutto il genere umano, potrebbe diventare una liberazione rispetto a tante e tante situazioni incresciose, che la vita ci pone.
      Però, mio signore, qua anche la morte diventa una sofferenza.
      Il “nostro” ne è impigliato senza averne una coscienza pronta per cui, quasi in un corso e ricorso infernale, è costretto a ripetere e rivivere i propri ultimi momenti di vita, con quella ansia e quella angoscia che lo puniranno in eterno.
      Grazie e cordialità

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  3. Questo racconto si tinge di noir.
    Un noir che è racchiuso tra il fatto e la psiche.
    Bello e bella è la tua verve artistica che stupisce caro Ninni.
    proprio bravo.
    Ciao e buongiorno

    PS:al mattino vengo qua per leggere la nuova storia giornaliera.
    Ottimo.
    Ciao

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  4. brrrrr ho vissuto un incubo.
    Un uomo circondato dalle sue paure e che ne viene sopraffatto.ù
    Magari non è morto, ma sta vivenvo la propria suggestione e tra poco si sveglierà dentro una camicia di forza dentro un manicomio.
    Chi può saperlo?

    Mi è piaciuto molto mio signore

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    • Eleonora Bisi

      Le paure, mia signora, sopraffecero l’uomo fin dalla più oscura e remota antichità.
      E’ grazie alla paura che si subiscono le guerre.
      Grazie alla paura che si sopraffanno i popoli, non ultima la fame.
      Fame e paura, dunque. sono la costante di una guerra.
      Con intenti diversi, anche nel nostro caso, fame e paura la fanno da padroni.
      Abbiate le nostre migliori cordialità

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  5. Un incubo che si rivela in tutta la sua potenza.
    Una storia brevissima che è come uno schiaffo.
    Il biscotto della fortuna ….
    Interessante il bigliettino che c’é nella fotografia su in alto.
    Sono i guai che ti vengono a cercare.
    Buon giorno milord

    Giorgia

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    • Giorgia Mattei

      Come detto in un precedente articolo “Mille aghi”, un racconto brevissimo non ha paura di decifrare gli umori, o specificare i fatti.
      Arriva uno schiaffo e via.
      Il biscotto della fortuna… già.
      Grazie per esserci.
      Cordialità

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  6. Molto “addentro” e soprattutto oniricamente presente.
    Il limite tra l’inconscio e il conscio è veramente sottile.
    Come, invece, profondo è il suo senso artistico.
    Buona giornata e complimenti per la storia

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    • PickWick

      Un borderline che appare e riappare entro e sopra le pieghe di un destino piatto che, all’improvviso, diventa tridimensionale nella logica dei disastrosi eventi.

      Grazie e cordialità

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    • arielisolabella – lady Lea

      Vi affidereste, voi mia signora, al vaticinio formulato da un foglietto oscuro e tronfio di frasette d’occasione?
      Baci perugina compresi?
      (tenete ben presente che, per lo scorso anno e per circa tre mesi, anche Capitan Totti scriveva pensieri sui Baci perugina. Da ricovero presso una struttura psichiatrica estrema)

      Grazie per esserci milady e buonanotte

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  7. Una nemesi storica.
    Di ristorante cinese colpisce, in un ristorante cinese perisce.
    Il lato onirico, presente e sviluppato, può riferirsi anche a tante, tantissime cose.
    Sei bravo Nì e appena mi sono liberata ho fatto un salto qua.
    Ciaooo

    🙂

    Susi

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    • Circe – lady Susi

      Il lato onirico, dentro la storia raccontata, probabilmente è la parte più importante.
      Ovvero tutto si svolge come in un sogno.
      Appunto, …come …

      Grazie milady.
      Cordialità

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  8. Carissimo Milord, devo chiedervi mille volte scusa per non aver seguito con la solita attenzione in questi ultimi mesi i vostri scritti (Che ben sapete: Adoro qualunque sia l’argomento, la vostra bravura è unica e irrinunciabile ) Perdonatemi. Quest’anno cade il centenario della nascita di mio padre. ho scritto un libro che uscirà in settembre e poi ci sono tre grandi eventi in suo ricordo. Il tempo è stato sempre tanto poco ma nei miei pensieri ci siete sempre con la grande, profonda amicizia che ci lega. Ora che tutto è organizzato a dovere, se vi fa sempre piacere tornerò a seguirvi con gioia.
    Un abbraccio milord sincero

    Giovanna

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    • Orofiorentino – lady Giovanna

      Mia signora è una gioia, per noi, potervi rileggere con quella dolcezza e proprietà che vi hanno sempre e da sempre contraddistinto.
      Quante splendide serato trascorse a chiacchierare, in compagnia di tanti amici, a far tempo – per esempio – della Famiglia Romanov, Anastasia ecc. ecc.
      Le abbiamo scolpite nel cuore e profondissimamente radicate.
      Leggiamo, con molta gioia, che riusciste nelle vostre bellissime e interessantissime proposizioni.
      Avete fatto un ottimo lavoro comunque milady, certissimi che dopo settembre il vostro apporto alla cultura italiana e al suo genio, nello specifico vostro padre, sia e possa essere un passaggio fondamentale per la crescita di tutti.
      Ricambiammo l’abbraccio, mia signora, con la gioia di sapervi, con più serenità, tra noi.
      Vi augurammo una splendida notte.

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      • E’ vero milord, sono veramente scolpite nel cuore quelle serate e ci ripenso. i Romanov è stato forse uno di quelli più sentiti da parte mia.
        Quando una famiglia ha 1000 anni di storia alle spalle vive in modo speciale certe situazioni, come fossero loro, Quando penso che sono l’ultima e definitiva rampolla della mia famiglia mi sento affettuosamente circondata da gli antenati e anche responsabile di chiudere con onestà e rigore ciò ch’è stato per tanto tempo. E’ un obbligo innato.
        So quanto Voi mi possiate capire.
        Una notte dolce vi attenda

        giovanna

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      • Avete detto giusto, confermando quanta ammirazione nutriamo nei vostri confronti.
        Il “Primo” e “l’Ultimo” sono i più importanti.
        Sono quelli che aprono e chiudono il ciclo di una tradizione di famiglia che, nei secoli, fornisce l’esempio per i molti, utilizzando, appunto, l’esempio.
        Ma, come tutte le cose terrene, anche queste hanno un termine.
        I due Cardini, il primo e l’ultimo, sono e rimangono estremamente importanti: costituiscono l’Alfa e l’Omega di un modo di vivere.
        Siete una donna estremamente importante anche in questo frangente.
        Avete una grandissima responsabilità. Sappiamo che sapete onorarla e onorare quegli antenati che, in punta d’orgoglio, stanno osservandovi.
        Sì, mia signora, Vi comprendemmo perfettamente.

        Abbiate una serena notte

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  9. Un finale… da inferno dantesco, direi! 😉
    Qualcuno sostiene che riceviamo in continuazione “avvisi” e indicazioni dalla vita o, se preferisci, dall’universo, anche se non così espliciti come accade al “nostro”, siamo però troppo presi e troppo materialisti per accorgercene e crederci.
    Dall’altra parte c’è Freud che sostiene che una mente ossessionata scorge ovunque l’oggetto della propria ossessione. Presunti messaggi inclusi.
    Chi avrà ragione? 🙂
    http://www.wolfghost.com

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    • Wolfghost

      Gli avvisi, caro amico, provenienti dall’Universo, sono quelle notazioni che ci giungono dalla naturale evoluzione della specie.
      Un’evoluzione che segue strade e vie naturali, non inficiate, dunque, dalla mano (qualsiasi essa possa essere) di un uomo che continua a comportarsi come un virus.
      Nello specifico il nostro eroe dopo aver abusato dell’affetto di due congiunti, è stato travolto dai fatti e non dalla fatalità.
      Ma l’ossessione e il parossismo, in questi casi, amplificano la coscienza macchiata.
      Ecco che spuntano i biscotti della felicità …
      E tutto il resto è accademia…
      Grazie

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