Il viaggio

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Il viaggio

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Il signor Biagi si stava preparando una dose moderata di Martini quando una fragorosa esplosione scosse la casa dalle fondamenta, rovesciando la bottiglia stappata del vermouth. Dopo aver salvato la bottiglia di gin e mentre i cubetti tintinnavano ancora nel portaghiaccio, si precipitò fuori. Una luce abbagliante, a un chilometro circa dalla casa, deturpava il tramonto dorato che aveva ammirato non più di cinque minuti prima. — Mio Dio! — farfugliò, e corse dentro a telefonare alla polizia.
Mentre si concedeva una rincuorante sorsata di gin direttamente dalla bottiglia, un sibilo impetuoso e uniforme venne ad allarmarlo ulteriormente dalla porta d’ingresso aperta. Dopo che per un minuto intero lo strano rumore non volle saperne di scomparire, si diresse cautamente verso la veranda, per scoprire una densa nebbia proveniente dall’area della cosa fiammeggiante che aveva visto poco prima. Un po’ incuriosito e molto spaventato rimase a guardare lo strano fenomeno per cinque o sei minuti. Stava proprio per rientrare per un’altra dose di gin, quando un uomo uscì tranquillamente dal nebbione e disse: — Buona sera.
— Buona sera — rispose Biagi educatamente. — Lei è della polizia?
— Oh no — disse lo straniero. — Vengo di là — aggiunse, indicando la nube di vapore. — Il mio impianto di raffreddamento finalmente si è messo a funzionare come si deve.
— Allora lei è un astronauta — disse Biagi.
— Ho solo percorso qualche centinaio di chilometri — replicò modestamente lo straniero, stringendosi nelle spalle. — Sono soprattutto un viaggiatore del tempo. — Fece una pausa per accendere un mozzicone nero di sigaro. — Il solo e unico viaggiatore del tempo — aggiunse, con una punta d’orgoglio.
— Diffidate delle imitazioni, eh? Beh, venga dentro a bere qualcosa. Il Martini se n’è andato, ma ho salvato il gin.

— Passato o futuro? — chiese Biagi, porgendo la bottiglia all’ospite.
— Dal futuro — rispose il viaggiatore dopo una pausa soddisfatta. — Ne avevo proprio bisogno — sorrise, restituendo la bottiglia.
— E ora — disse Biagi, sedendo nella poltrona e mettendosi a proprio agio — immagino che avrà voglia di raccontarmi tutta la storia.
— Sinceramente, un po’ di voglia l’avrei.
— Parli liberamente — disse Biagi, passandogli ancora la bottiglia.
— Ecco, avevo ultimato finalmente i miei calcoli, con il solito margine in più o in meno, — fece una pausa per un altro sorso di gin. — E naturalmente era “il meno” che mi preoccupava un po’.
— Ma ha corso il rischio — intervenne Biagi.
— Naturalmente. E per come sono andate le cose, c’era qualche piccola cifra in meno. Giusto quel tanto da distruggere il mondo.
— Questa sì che si chiama sfortuna! — commentò Biagi, recuperando la bottiglia.
— Può dirlo forte. Vede, c’è stato un tale consumo di energia da annientare completamente la Terra del mio tempo. L’esplosione del pianeta mi ha proiettato attraverso lo spazio fin qui. Anzi, mi creda, sono molto spiacente di averla disturbato tanto.
— Non ne parli nemmeno. Non ci pensi più.
— Bene. In ogni caso, ho corso il rischio e non ne sono pentito. Un rischio calcolato, ma ho dimostrato il mio punto. Nonostante tutto, penso ancora che comunque ne sia valsa la pena. E lei, che ne pensa?
— Ecco, come ha detto lei, ha corso il rischio; ha dimostrato il suo punto di vista. Forse ne è valsa la pena. — Biagi bevve un’ultima sorsata, lasciando qualche goccia solitaria per l’ospite. — Per inciso, da che distanza nel futuro proviene?
Il viaggiatore nel tempo afferrò la bottiglia di gin e consultò l’orologio. — Diciotto minuti circa — rispose.
– No, amico mio, non ne è valsa la pena — disse Biagi, consultando nuovamente l’orologio.
– Mancano meno di tre minuti, da quando lei è arrivato, all’esplosione finale della Terra.
Sollevò il bicchiere un’ultima volta e bevve.
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Un grazie, particolare, a tutti i lettori che con parole, presenza e messaggi privati ci sostennero in questa piacevole scommessa con noi stessi.
MILLE PICCOLI AGHI: MILLE PICCOLE STORIE.
Grazie per aver letto queste storie

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44 pensieri su “Il viaggio

  1. oh mon Dieu, come può essere arrogante l’uomo.
    Pensa riflette per il bene degli altri, ma riesce soltanto a fare danni.
    Grazie a te milord.
    Una settimana bellissima con delle storie brevissime che mi hanno fatto riflettere.
    Peccato, mi sarebbe piaciuta un’altra settimana magari.
    Ma non sono io che scrivo.
    Grazie grazie grazie merci.

    Bisoussssss

    Annelise pour toi

    a Paris

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  2. Quando si parla dell’ineluttabilità delle scelte.
    In bellezza caro Ninni. Questo brano è bellissimo e pieno di significati-
    Bravo e grazie a te amico mio. Mi associo ad Annelise, che saluto: egoisticamente mi sarebbe piaciuta un’altra settimana. Qualche racconto dei tuoi, qualche ago in più.
    Comunque sia un grazie per scrivere e per darci e ricordarci il senso dell’umanità e soprattutto che siamo “uomini mortali”.
    Ciao.

    (Oggi mi tocca l’incatenamento alla scrivania… 😦 )

    Francesco

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  3. Bello ed efficace come racconto.
    Un grazie sentito, ma devo associarmi a quanto scritto dai tuoi lettori: un passaggio così efficace di Mille Aghi mi sarebbe piaciuto un po’ più lunghetto.
    Ma ti ringrazio sul serio.
    Grazie a te per aver scritto

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    • Gianluigi

      Raccogliemmo, anche, il vostro voto su un prosieguo di “Mille aghi”.
      Come telefonare al fornaio. Giusto un colpetto di telefono.
      Vabbé milord, vi ringraziammo per le generosissime espressioni.
      Cordialità

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  4. Grazie milord.
    Grazie grazie a te.
    Un racconto che mi ha preso. Il futuro, le nostre azioni non si possono cambiare.
    Assolutamente. Una danza macabra dentro un futuro illusorio.
    Grazie a te
    (Peccato, mi sarebbe piaciuto un’altra settimanina)
    Ciaoooo
    Bacio dalla tua milady Eleonora

    😀

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  5. Una serie di storie belle, secche e dirette ognuna con una morale precisa e di spessore.
    Milord ci avete deliziate, giorno per giorno, con delle pagine che hanno avuto lo spessore a cui ci avete ben abituate.
    Grazie a voi per aver scritto.
    Mi mancheranno, al mattino, con il caffè.
    Ma grazie grazie

    🙂

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  6. Un racconto, quest’ultimo, che mi prende alla sprovvista, ma è molto realistico.
    possibile che non riusciamo a comprendere che da noi dipende il nostro futuro? Che non ci sono chances che tengano?
    Se una distruzione avviene è perché sono le nostre e soltanto nostre azioni che ci uccideranno.
    In quest’ultimo racconto, caro milord, ci ha regalato un ulteriore bellissima visione del suo pensiero.
    Grazie a lei che ha scritto regalandoci un sorriso.
    Cin cin!

    Sua Anna

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  7. Grazie a te amico mio.
    Ho ricevuto una telefonata, mezz’ora fa, sulla tua ultima fatica e la sconsiderata decisione di terminare qua Mille aghi.
    Ovviamente è un punto di vista egoistico il mio e sono, perfettamente, consapevole che l’ideazione e approntamento di una storia – soprattutto in questi termini, secca e diretta e fornita di morale – è molto difficile.
    Ma sai com’é …

    Grazie a te, caro Ninni.
    Buona giornata

    Enrico

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  8. Una serie “Mille aghi” che mi mancherà e alla quale mi ero affezionato.
    Se me lo permette, considerato che leggo i desiderata di molti suoi lettori, mi unisco alle voci per un suo supplemento.
    Ci farebbe davvero contenti.
    Grazie e buon sabato

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  9. La bellezza e un ago infilato nelle carni di chi, con la freddezza e la spocchiosità, continua nell’autocelebrazione e non si rende conto che, L’UOMO questo furfante, ha portato all’esplosione finale la propria dimora.
    Grazie Ninni.
    Mi mancheranno questi aghi, con le punture secche.
    Non potresti fare una piccola, piccolissima, deroghina?

    Grazie a te che le hai scritte milord.
    Buon sabato

    Susi

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  10. Eccomi dopo un po’ che non i faccio vedere, ma non per mia volontà.
    Userò soltanto un’espressione: Divina!
    Divina la storia, ma anche la rassegna di storie che nell’ambito di “Mille aghi” ci hai regalato.
    Forte e decisa e con una morale, non tanto e neanche nascosta.
    Vorrei poterti chiedere, anch’io una proroga. Ma come si fa? Chi scrive sei tu e con quale bravura e maestria.
    Posso limitarmi nel dirti che … sono io che ti ringrazio per tutte le bellezze che ci hai regalato.
    Ti stimo proprio tanto.
    Ciao Nì, e grazie.

    Manu

    🙂

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  11. Io so che la natura umana, non è divina e nemmeno umana: è proprio disumana.
    E sono convinta che la fine arriverà per colpa dell’uomo.
    Ninni, mio signore, per piacere non fermare qui i “Mille aghi”: abbiamo bisogno di essere punzecchiati.
    Bello il racconto, una staffilata.

    Ciaooo

    Giovanna

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  12. C’é un luogo, lontano, dove l’uomo può rifugiarsi dai dolori del mondo, dalla propria iniquità e guarirne.
    Essere sereno e contento mentre la propria vita scorre in un incanto di luci e suoni.
    Quel luogo, milord, è qui.
    Qui dimentichi il mondo e ti concedi alla vita.
    Qui annunci a tutti la bellezza.
    Qui ricevi bellezza.
    Ninni, mio dolcissimo amico, torna sui tuoi passi e regalaci un po’ di storie degli aghi.
    Quelle che schiaffeggiano, ma ti fanno stare bene.
    Con tantissima stima la tua, antica, Isy

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