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— Cerchiamo di non dire stupidaggini — disse il Diavolo, senza scomporsi. — Non le occorre nessuna prova, e neppure la vorrà mai, se ci pensa un momento.
Il generale White annuì, molto lentamente. — Ha ragione — mormorò dopo un poco. — È come un… un’emanazione, una sensazione. Qualcosa d’insolito…
— Certo che è insolito — disse il Diavolo. — Non mi ha mai visto prima di adesso. Non direttamente almeno. — Il generale pensò a un certo incidente in Corea … ad altri episodi della sua vita di soldato …, ma il Diavolo stava proseguendo. — Non perdiamo tempo — disse. — Vado di fretta, e vorrei sistemare questa faccenda.
A guardarlo direttamente il Diavolo non aveva proprio quello che si suole dire un bell’aspetto. Anzi, era decisamente orribile. Il generale cercò di guardare altrove e non ci riuscì. Finalmente venne al sodo. — Benissimo! — urlò. — E qual è la faccenda che vorrebbe sistemare? E perché è venuto da me? Io certamente non… e soprattutto non l’ho fatta chiamare.
— No — disse il Diavolo, scuotendo quello che spacciava per una testa. — Ma un uomo di nome Miloslav Pomarev lo ha fatto.
— Pomarev? — sussultò il generale. — Quello che …
— Il capo della Sezione Servizi Speciali dell’Armata rossa, per usare la vostra terminologia.
Il generale sorrise quasi. — Be’, lei rientra sicuramente nei servizi speciali — osservò. Aveva le labbra secche: questo, pensò furioso, è il trucco più maledettamente sleale … Trasse un profondo respiro, e s’impose una calma quasi perfetta. — E che cosa ha fatto? L’ha spedito da me? Perché non potrà funzionare, sa? Qui da noi …
— Non è stato lui a mandarmi — lo interruppe il Diavolo. — In realtà, sarebbe molto seccato se sapesse che sono qui.
— E allora che cosa diavolo …
— Ehi, piano con le offese — disse il Diavolo, e sogghignò. Quel ghigno fece quasi perdere al generale White la calma conquistata a duro prezzo. Era un ghigno assolutamente sconvolgente. — È solo che il compagno Pomarev mi ha offerto un affare.
Il generale chiuse gli occhi. In questo modo, disse tra sé, dava l’impressione di stare riflettendo, e non era costretto a guardare quella creatura che era improvvisamente apparsa, nel suo privatissimo ufficio blindato, per far conversazione. — Non è sorprendente trovarla dalla parte dei nostri amici comunisti …
— Oh, ora si sbaglia sul mio conto — disse il Diavolo soavemente. — Io non prendo le parti di nessuno. Non ne ho bisogno. Voi umani lo fate già abbastanza da tenermi anche fin troppo occupato. No. Come ho detto, il compagno Pomarev si irriterebbe molto, se …
Era sorprendente quanta freddezza il generale riuscisse a trovare con gli occhi chiusi. — E’ lei ora che perde tempo — sbottò. — Che cosa ci fa qui?
— Ah — sospirò il Diavolo — la mentalità militare! Efficienza, forza, raziocinio. — L’eco d’una risata soffocata sembrò aleggiare nella stanza. — Comunque, per farla breve, mio caro generale, il compagno Pomarev mi ha offerto un affare. Mi ha proposto un contratto abbastanza vantaggioso per la sua morte.
— Per la mia … — Il generale quasi aprì gli occhi per la sorpresa.
— Precisamente — disse il Diavolo con calma.
— Mi ha promesso di bruciare vivi tutti gli abitanti della città di Belovo. Circa diecimila persone. Non è una città molto grande, d’accordo, ma in fin dei conti … non è una brutta offerta per un solo uomo.
— Bruciare vivi … — Il generale White si leccò le labbra, aprì gli occhi, li richiuse di scatto. — Intende dire…
— Lui provvederà a far sì che la popolazione della cittadina bruci viva, se io provvederò a far sì che lei muoia rapidamente, efficientemente e completamente.
Si udì ancora l’eco della risata.
— Il modo, naturalmente, è a mia discrezione… e ho già alcune idee piuttosto interessanti.
— Allora lei sta per… sta per … ammazzarmi? Qui? Ora?
Il terrore si impadronì del petto possente del generale.
— Oh no! — disse il Diavolo. — Io sono venuto qui, in realtà, per farle una domanda.
— Una… domanda?
— Esattamente — disse il Diavolo. — Per farla breve, generale: Lei è in grado di fare un’offerta migliore?
Seguì un periodo di silenzio.
Il generale, alla fine, riuscì a trovare qualche parola: — Un’offerta… e che genere di offerta?
La voce del Diavolo era la quintessenza della noncuranza.
— Oh — sussurrò, — lei sa bene quali sono i miei gusti. O almeno dovrebbe saperlo. Per fama, se non altro. E per analogia con il tipo di contratto stipulato con il compagno Pomarev.
Una città, pensò il generale, bruciata viva… gli urli e i rantoli dei moribondi… — Suppongo — azzardò cautamente, — che non serva fare appello…
— Alla parte migliore di me? — chiese il Diavolo. — Temo di no. Per il semplice fatto che non ne ho alcuna. La mia natura è integralmente falsa, bugiarda, cialtrona, vigliacca, infida e cattiva: un pagliaccio insomma. In una parola, diabolica.
— Oh! Ma … insomma, il genere di offerta che chiede, io… io non riesco neppure a pensarci. Non mi è possibile.
— Allora il compagno Pomarev riuscirà ad avere quel che vuole? È questo quello che vuol dirmi? — chiese il Diavolo.
— Ma io…
— L’avverto generale — continuò il Diavolo — le mie idee sono veramente interessanti. Benché dubito fortemente che lei avrà mai modo di apprezzarle. E bisognerebbe poi riflettere sul fatto che sta consegnando su un piatto d’argento, al bravo compagno Pomarev, la possibilità di realizzare il suo più ardente desiderio.
Ebbene, si chiese severamente il generale, c’era o no la guerra fredda e sotterranea? Gli uomini devono sacrificarsi in guerra… e lui era prezioso, lo sapeva bene: aveva la testa sulle spalle, era capace di pensare, di comandare, di dirigere… e non era puro egocentrismo. Pomarev lo voleva morto, e Pomarev non era certo famoso per agire senza motivo.
Certo, era prezioso. Forse, dopotutto, li valeva quei … quei circa diecimila individui comuni e poco dotati per questa guerra.
Ma condannare tanta gente a morte …
E consegnarli poi al Diavolo …
La propria morte, a essere obiettivi, il generale White riusciva a considerarla con sufficiente freddezza, dopo un secondo o due. Gli uomini prima o poi muoiono: questo era tutto. Ma dare un vantaggio a Pomarev, concedergli la soddisfazione (come aveva detto il Diavolo) del suo più ardente desiderio…
Era proprio un bel dilemma, pensò amaramente. Ancora una volta fini e mezzi, proprio come a scuola… quanto tempo era passato?
— Allora? — chiese il Diavolo.
Il generale aprì gli occhi. — Aspetti un momento — disse bruscamente. — Ragioniamoci su un po’.
— Ha un’offerta da fare?
— Mi stia a sentire. — Anche il Diavolo non era poi così brutto come sembrava. La voce del generale si fece pressante. — Pomarev mi vuole morto. Perché?
— È un russo — disse il Diavolo. — A prima vista, questo sembra un motivo più che sufficiente. Un motivo stupido, naturalmente ma, sa, così va il mondo.
— Mi vuole morto perché io sono prezioso per gli Stati Uniti — disse il generale. — Perché, finché ci sono in giro io, non gli sarà troppo facile escogitare un piano di conquista.
— E con ciò? — Il Diavolo sembrava sempre più impaziente. La coda, immaginò il generale, doveva contorcerglisi dietro la schiena.
— Con ciò, se mi fa fuori — disse il generale con tono deciso, quasi ammiccando un sorriso — e scoppia una guerra, questa sarà molto più corta, e quindi non in sintonia con i suoi gusti, non le pare?
Sembrò che tutto si fermasse in un attimo.
Il Diavolo sogghignò, poi annuì e sembrò riflettere per un po’. Quindi annuì di nuovo.
— Così… questo è il suo contratto, generale?
— Non il mio — disse il generale. — è nella natura stessa delle cose. Se muoio, e scoppia la guerra…
— Io ne trarrò minor profitto — disse il Diavolo — e diecimila anime non compensano neppure lontanamente una simile perdita. Ho capito. — Fece una breve pausa e poi ripeté: — D’accordo, ho capito.
— E allora…
— Lei è — disse il Diavolo — un perfetto gentiluomo. Revocherò il precedente contratto. Il suo è decisamente migliore. Milioni di morti … Sì, decisamente migliore.
— Ma io…
Il generale si accorse a quel punto di parlare al vuoto.
Non c’era più niente o nessuno nella stanza, eccetto lui e la sua scrivania. E, naturalmente, i suoi pensieri preoccupati.
Passarono cinque minuti prima che il generale sussurrasse, a voce bassissima:
— Mio Dio, ma cosa ho fatto? Che cosa ho fatto, veramente?
Una risata echeggiò lontana, nei corridoi …
MILLE AGHI: 1 e 2
Grazie per aver letto queste storie
.
Cordialità
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Anche a te
😀
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Le azioni sono mostruose, ma chi le fa è pressoché normale, ne demoniaco ne mostruoso”.
La percezione del generale White, sembra essere quella di un uomo comune, caratterizzato dalla sua presenza e mediocrità che lasciano stupiti nel considerare il male commesso da lui, come una consecuzione inconsapevole di atti più grandi.
Un emerito e tronfio esecutore che, volendo passare per intelligente, distrugge il pianeta.
Uno stupido che stupisce, anche, il diavolo. Ma la caratteristica non è neanche stupidità, ma qualcosa di completamente negativo: l’incapacità di pensare.
Quanto è banale il male e quanto ci si basa sempre, con risultati catastrofici, peggio del male stesso.
Il discorso, a questo punto, è vasto molto
Non si può essere mai sereni.
Una bella riflessione indotta la tua, caro Ninni.
Una storia che fa pensare molto.
Ovviamente per immagini. Ma se penso che persone così, nella realtà, dietro la loro sicura maschera, e senza accorgersene, fanno danni incredibili…
Mah.
Una chiusura di serie, milord, degnissima del tuo nome.
Bella bella.
Che vena che hai.
Ciao e grazie a te
Louis
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Sospeso il Voi
Gianluigi
Esprimo il mio personale punto di vista, senza voler denigrare nessuno.
Il male non esiste, se non come punto di vista relativo e contrapposto dualmente al bene, entrambi creati da noi.
Uccido e mangio un animale: bene per me, male per lui.
Sono un cacciatore e uccido un animale per poi portarlo al macello e quindi nei supermercati, lo faccio tutti i giorni, però stavolta vengo videoregistrato mentre lo faccio. Sono il male perchè vengo maledetto da chiunque su youtube, sono il bene perchè le persone al supermercato prendono le confezioni di carne di cui hanno bisogno e che proviene dal mio lavoro.
Ci sarà sempre qualcuno che considererà qualcosa un bene, e qualcun’altro che la considererà un male. Ci sono sempre punti di vista complementari per osservare e giudicare ogni azione.
Senza il giudizio forzato, non esisterebbe la dicotomia tra bene e male.
Quindi il male non attira per niente, come non attira il bene. le scelte vengono fatte dagli uomini, al di sopra del bene e del male
Mettiamoci d’accordo.
Grazie per esserci
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Sembra, quasi, la rappresentazione plastica del Teatro di Goldoni.
Il soggetto, il predicato e di nuovo il complemento oggetto che diventa soggetto.
L’accusativo che diventa nominativo e torna accusativo per morire ablativo.
Un’opera di cervello e di costruzione minuzuosa.
Dialoghi all’apparenza fluidi, diretti, istintivi ma con una precisa metrica.
Me ne sono accorta subito milord.
La tua passione per il teatro ti ha tradito.
Una scena, un atto, il dialogo poca scena per non confondere lo spettatore e il finale in proscenio.
Apertura in “atto”, svolgimento e sipario.
Hai chiuso in bellezza proprio.
Per pochi palati … e raffinati.
Grazie a te Ninni, grazie per quello che ci regali e per la sua altissima qualità.
Ciao
Lilly
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Lilly
Sembrerebbe, in apparenza, che non ti si possa nascondere nulla.
Effettivamente l’esposizione l’ho creata in forma teatrale rappresentativa.
Ma il principio, però, resta.
La tentazione (nel nostro caso i demonio che pone una domanda con il fine del dubbio) è peccato?
La tentazione è la volontà di soddisfare un bisogno, o il bisogno di soddisfare una volontà, che dir si voglia.
Mal dipinta dalle religioni, è semplicemente l’anarchica espressione della nostra libertà: voglio fare una cosa, la faccio.
Non mi tenta nulla: sono io che la voglio fare.
Se non la volessi fare, non mi tenterebbe nemmmeno la più bella visione del mondo. Posso anche fare qualcosa giusto per farla, senza nessun motivo particolare.
Non esiste la tentazione, e nulla è in grado di sedurmi contro la mia volontà, nè esiste qualcosa che lo fa tutti i giorni: un pericolo inventato dalle religioni e dal moralismo.
Quindi non si agisce per tentazione, ma per volontà, intima espressione del proprio essere.
White, quello di cui parla lo voleva fare e lo pensava.
Punto.
Grazie e ciao
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Tutto ha un prezzo e chi non ci crede e’ solo un illuso…🌹
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Arielisolabella . Lea
Sì, c’é del vero nella tua affermazione.
Ma, attenzione:
Chi offre qualcosa a pagamento?
E chi accetta di pagare?
Grazie ciao
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Secondo me è sottolineo la premessa ogni scelta che facciamo per noi stessi o per gli altri magari imponendola a questi o anche solo coinvolgendolo ha un ‘prezzo’.nel senso di un costo che ciascuno deve sostenere per rrealizzare il suo intento: in termini di energie, sacrificio di tempo legami , materiale e tanto altro. leggendo il Tuo Ago 😊Mi sono ricordata di questa verità che solo in apparenza sembra non avere attinenza con la scelta dell esimio predestinato eppure c’è L ha..si lo sento forse ancor prima di capirlo ☺️
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Buongiorno milord,
L’ho letto e l’ho riletto. Interessante è che sotto la leggerezza c’é tanto come se il male si appoggia e impara a essere maligno da chi voleva rovinare.
La vittima è peggiore del carnefice.
C’é altro, molto altro.
Ma torno.
Un bacio bonjour avec café
Annelise
a Paris
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Annelise
Il male, il male.
Si pensa male, ci si comporta male.
Si pensa bene, ci si comporta bene.
Si fa il male a fin di bene.
Senza volere ha fatto male voleva far bene.
Oddio, qualcosa mi sfugge….
Grazie milady
Cordialità
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Una partita con il diavolo.
Una partita vinta, per ferocia, dall’uomo.
Bravo Ninni, una morale lampante: noi siamo il peggio senza bisogno di andare più in là.
Che bello e che profondità. Il messaggio e le intuizioni sono belle da dare ma, Primo bisogna darli, Secondo bisogna sapere come darli.
Ottimo Milord.
Non potevo aspettarmi di meno.
Ti stimo, buongiorno e grazie a te.
Mancheranno i tuoi “sapientissimi” aghi.
(Sono già in catene alla scrivania) 😦
Ciao
Francesco
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Francesco
per ferocia dell’uomo …
Il male proviene dall’invenzione del senso di colpa, il più antico modo di controllare le persone: con la paura di una punizione si induce a fare un’introspezione di tipo pessimista per far individuare sempre il lato negativo di ogni azione compiuta, o addirittura non compiuta.
Non esiste il male e non si può peccare di nulla e di fronte a nulla.
Quindi, il male non è affascinante, perchè oltre a non esistere e quindi a non poter affascinare, è semplicemente un giochetto psicologico in cui ci si crea qualcosa di ok e qualcosa di tabù, per il semplice gusto di provare a entrare nel tabù, facendo il “cattivo ragazzo” confronto alla religione praticata.
Ce ne sarebbe da dire …
Grazie e ciao
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Ho letto tutto e stampato tutto (se è l’ultimo, la raccolta è completa Milord: 72 pagine e devo soltanto creare la copertina e poi me lo rilego)
Alla fine mi sono ricordata di una frase di Emil Cioran:
“Il male, al contrario del bene, ha il duplice privilegio di essere affascinante e contagioso.”
White, nell’essere tronfio e illuso di essere lui stesso una “luce” ha battuto il diavolo in cattiveria dimostrandosi per quello che è. Almeno il diavolo continua a svolgere quello che è la sua cattiveria. Ma White? Fa il buono, il bello, il brutto tempo. Le caratteristiche del diavolo (che lui si descrive) sono invece quelle di White.
E non c’é pezza.
Ma il male, comunque, in questo caso assolve un compito importante, in quanto garantisce la possibilità di poter prendere le distanze da chi ha compiuto effettivamente l’azione aberrante.
Questo contribuisce a farlo sentire diverso ma soprattutto migliore dell’altro.
Infatti White nel credersi il migliore, davanti ai fatti del russo, inizia a ragionare per salvarsi ottusamente, anche, dai fatto che sono contro di lui, mandando al macello milioni di persone.
Non pensando, anzi, pensando in ritardo(tronfio del fatto che si crede il più furbo) alle conseguenze.
White alla forca!
🙂
Quanto brutto può essere fare gli schiavi?
Pensare che tutti pensano che lui era un generale, al di sopra di tutti.
Sereno, affidabile e con le passioni controllate, sicura guida.
No, è uno schifoso come il diavolo, anzi, peggio del male stesso.
Non potevi scrivere meglio di così milord.
(Oggi pomeriggio torno a Firenze, sono proprio stanca: Roma è una città che non rieesco a sopportare)
Buongiorno a tutti.
Un bacio a te mio signore…
🙂
Eleonora
😀
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Eleonora
Buon rientro a Firenze dunque.
Condivido la tua riflessione.
Mi riservo, però, qualcosa in più nel prosieguo.
Ciao, grazie
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Un finale agghiacciante .
Queste storie dei mille aghi hanno dimostrato una fantasia e una creatività decisamente spiccate.
Li ho apprezzati quasi tutti, qualcuno più, qualcuno meno, un paio ho faticato a capirli appieno ma nel complesso mi hanno fatta divertire.
Curiosa ora di sapere se si inventerà qualcosa di nuovo… cosa arriverà???
Buon fine settimana.
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Nadia
Grazie.
Sei gentile e particolarmente generosa. Mi dispace però che non tutto ti sia piaciuto, ma d’altronde è nell’ordine delle cose.
Avrei potuto esprimere la parte migliore di me. Ma, come asserisce il Diavolo, mi dispiace ma non ne ho.,,
Per qualcosa di nuovo … vedremo cosa il mio umilissimo estro suggerirà.
Grazie per esserci.
Cordialità
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Già, proprio agghiacciante. Non ci si aspettava un finale così. Proprio agghiacciante. E chi lo poteva immaginare’
Un ago che si è infilato a fondo e ha fatto male.
malissimo.
Milord, ve lo dico: la mattina e qualche volta nell’arco della giornata, passo da qua per leggere sia i commenti che le novità.
E sto bene e mi trovo bene, come tra amiche e amici a osservare il mondo con tanta libertà.
Avevo colorato il mondi di verde e di giallo e nei toni dell’azzurro.
Poi ho letto il rosso, la passione
e il nero il calore
Poi ho letto l’arcobaleno e ho sorriso, ma era il diavolo che mi ha dato la scelta.
Ho scelto tutti i colori del mondo per una guerra.
Terrificante: e diciamo che il male è il diavolo?
bé se ci mettiamo l’uomo, diventiamo imbattibili. Non è da adesso che lo penso: L’Inferno non è altro che la roccaforte del diavolo, per mettersi al riparo e blindarsi dall’uomo.
Buona giornata milord
🙂
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Giorgia
Hai vene poetiche? Questa è una novità, una piacevole novità. Hai usato la sinestesia del colore e mi piace. Molto.
Brava.
Grazie una risposta così vale più di mille parole.
Mi hai stupito. Ciao
Ciao
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la cifra esatta delle pulsioni e delle passioni umane.
Un’interpretazione sopraffine dell’esatta nostra indole.
Purtroppo.
Grazie a lei, caro dott. Raimondi.
Un grazie sentito.
Buona giornata
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PickWick
La cifra delle pulsioni insane è nascosta sotto le foglie del tempo e del quotidiano.
Un numero che ripercorre la nostra vita, sciorinando multipli e sottomultipli in una danza infernale.
Grazie per esserci
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Un gran bello spaccato dell’uomo e delle sue debolezze … che portano alla catastrofe.
Il diavolo? Una nostra vittima.
Lui fa quello che la natura gli ispira.
Noi siamo multiformi: sappiamo sorridere ed essere amici mentre stiamo pugnalando alle spalle.
E’ vero: l’inferno è il rifugio del povero diavolo.
ahah
Ciao Ninni, ti leggo in formissima e con una verve da fare paura.
Grazie a te, per mille volte ancora.
Oggi sono in catene anch’io.
Bye
Enrico
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Enrico
Il diavolo è la vittima sacrificale di tutta l’Umanità.
Almeno nell’accezione “cristiana” del termine. E’, a mio parere, un’accezione infame.
Il male è tutto umano.
Da quando mi sono liberato della religione, vivo molto meglio, più libero.
Trovo che le cose siano solo un modo di controllare le persone accettato dalle persone stesse, che così possono divertirsi a sfidare il loro dio facendo la spola tra la buona azione e la cattiva azione, per provare una sensazione di semilibertà in mancanza di coraggio di provare una sensazione di totale libertà.
Grazie e ciao
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Ora che chiude il giorno
ti stringo
come il giorno e la notte
nella notte del tuo inferno.
Sempre significati da cercare, con bellezze da trovare.
Grazie Ninni, grazie.
I miei rispetti
Ni Ghail
Slàn
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Ni Ghail – M.
L’urlo finale,
entro le correnti dell’anima,
s’infrange sulla linea
delle scogliere.
Grazie, sei preziosa sul serio.
Ciao
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Un racconto sofferto e complesso nella sua esposizione. E’ riuscito a rendere fluido un argomento, un dialogo che si è rivelato nella sua duplice forma. Un’immagine allo specchio che da il suo dritto, ma che uccide con il suo speculo.
Molto bello.
Grazie a lei
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Iribarne
Il racconto, a parte la semplicità espositiva del dialogo, è complesso.
Mantenere il profilo basso, fa parte del “grande tentatore” è difficile sul serio.
Grazie per le sue parole
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Veramente notevole.
Una chiusura di serie degna della serie stessa.
Potrebbe riflettere ad una sua terza edizione.
Buon sabato
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Seamur
… che detto da lei, assume un significato perticolare.
La ringrazio e buon fine settimana
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La bellezza di questa lettura è nelle semplice e non semplicistica, forma di comunicazione con una morale profonda.
Se sono soddisfatto di questa lettura edificante, non lo sono sul fronte della chiusura della serie “Mille Aghi”.
E’ stata una serie fortunata, fortunatissima, dai ritmi serrati-con una storia al giorno- e dall’intelligenza letteraria e morale notevole.
Difficilmente lo dimenticherò.
Abbia un buon fine settimana
Amedeo
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Don Amedeo
Come dirle o esternarle il mio grazie per delle espressioni così belle?
Non so se sia stata una serie particolarmente fortunata, so che l’ho scritta con entusiasmo e tanta serenità.
Questi due stati d’animo sono stati possibili grazie a persone come lei che, non fermandosi alle apparenze, hanno saputo decifrare il mio pensiero.
Un grazie di cuore.
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Sto ascoltando:
Creedence Clearwater Revival –
Have You Ever Seen The Rain
and after
Creedence Clearwater Revival –
Fortunate Son
and after
Paint it Black –
Vietnam War
😀
Cordiality
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Un bel brano.
Una chiusura serie bella potente e dal sapore beffardo. Ci si aspetterebbe che … e invece è proprio l’uomo il più crudele e diabolico.
Ciao un ..
L
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Hilde
La chiusura, nella chiusa è sempre chiuda.
perdonami il gioco di parole.
Ciao milady e buona domenica
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Caro Milord,
come sempre dite pane al pane e vino al vino ed è proprio questa la bellezza dei vostri scritti. Per quanto mi riguarda si fa tentare solo “chi ” vuol farsi tentare. Non accetto chi si trincera dietro a parole come ” Non potevo fare diversamente o simili “.Si può sempre dire no in qualsiasi situazione. La tentazione è poi esclusivamente una prerogativa umana a cui spesso cede (io per prima in certi casi). Non nascondiamoci dietro al Diavolo perfido e malvagio, noi siamo ben peggio di lui.
In questo racconto si parla di un generale che accetta di far scoppiare una guerra terribile ma credo possa essere adattato a chiunque. La cattiveria umana, la voglia di comando, di un’effimera gloria fa commettere turpitudini vergognose. Sono convinta che il <Diavolo può starsene comodamente seduto a guardare: ci pensiamo da soli a fare quello che attribuiamo a lui.
Grazie per questo scritto così profondo.
Un grosso ciaao
Giovanna
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Giovanna
Risponderti e analizzare o vagliare un commento così gentile, articolato è un’impresa.
Per cui lascio perdere, me lo stringo sul cuore e me lo coccolo.
Grazie mia signora e … cordialità.
🙂
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