U-Boot XVII

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1Corinthia – Quadrante C25 – 12 gennaio 2010 ore 19.30
Fred stava finendo di fare la sua valigia, secondo il suo addestramento militare stava piegando accuratamente tutto nella maniera più funzionale, poi lo impilava secondo un preciso ordine mentale e infine procedeva ad insaccare tutto.
Aveva provato a spiegare questo sistema anche a Kate, che invece era molto più caotica, ma il suo interessamento era stato oggetto di numerose critiche, a cominciare dal fatto che gli abiti di una donna non potevano essere piegati in quella maniera, perché si stropicciavano, infine le scarpe, che evidentemente per le donne avevano una componente religiosa, non si potevano assolutamente impacchettare e utilizzare per riempire gli spazi vuoti della valigia, ma dovevano essere accuratamente sistemate nella parte superiore per evitare che si rovinassero.
Dopo neanche mezzora la valigia era pronta, sulla sedia erano sistemati gli abiti per il giorno successivo e restava giusto lo spazio per gli ultimi effetti personali che l’indomani avrebbe riposto diligentemente.
Con un po’ di emozione pensò al fatto che l’indomani sarebbe cominciata la loro avventura alla ricerca del sommergibile nazista, mentalmente ripercorse la lista degli indumenti che gli sarebbero serviti, considerando che in Argentina sarebbe stato estate.
Aveva provato a dissuadere Kate, ma la cosa era risultata vana, anzi alla fine si era convinto che averla al fianco in questa missione sarebbe stato fondamentale, malgrado i rischi che avrebbero potuto incontrare.
Fedeli al piano discusso ormai parecchi mesi prima, avevano mantenuto un profilo molto basso in tutto questo tempo e si erano dedicati al recupero del vascello settecentesco nella Manica sperando di farsi dimenticare da chi si era preoccupato per le domande di Sten. Non doveva sembrare che ci fosse ancora un qualche interesse per la faccenda, infine sarebbero partiti da Londra con destinazione Osorno in Cile, cambiando a Madrid e a Santiago.
A Osorno avrebbero trovato un fuoristrada, procurato da Sten tramite una sua società Cilena, con tutto quello che gli sarebbe servito: attrezzature subacquee, tenda, cibo, rice-trasmittenti, telefono satellitare, macchina fotografica subacquea e chissà cosa altro la fervida immaginazione di Sten avrebbe pensato di aggiungere.
Da lì avrebbero viaggiato con il fuoristrada fino alla Caleta di los Loros, circa 1200 chilometri, che comprendevano l’attraversamento delle Ande e della sconfinata pampa Argentina, fino al mare.
Ovviamente Fred aveva pianificato ed organizzato tutto, tappe comprese, non aveva prenotato gli alberghi per non lasciare tracce, sebbene avesse una lista di tutti quelli che avrebbero incontrato lungo la strada, aveva anche una scheda dei ristoranti disponibili nei dintorni, inoltre era molto fiero di questo piano che gli consentiva l’ingresso in Argentina via terra, da un passo montano, dove dogana e controllo passaporti sarebbe stato meno accurato, e sperava quindi di destare meno sospetti.
Un lieve bussare alla sua porta lo riportò alla realtà, con un po’ di sorpresa si diresse ad aprirla temendo per un momento che fosse successo qualcosa al relitto.

2Era Kate che quando lo vide gli gettò le braccia al collo e gli strappò un bacio appassionato, poi lo spinse dentro richiudendo la porta alle sue spalle.
Sebbene la loro relazione stesse andando per il meglio e si stesse approfondendo a un livello superiore a quello dell’attrazione, avevano deciso di stare in stanze diverse, un po’ per rispetto dei loro colleghi, un po’ perché si vergognavano a fare ‘gli sposini’ durante una trasferta di lavoro.
Così, in questi mesi a bordo della Regina delle stelle, avevano continuato a stare insieme come colleghi durante il giorno, limitando le effusioni al minimo, e di sera a sgattaiolare nella stanza di uno o dell’altra.
“Non mi dirai che sei riuscito a far stare tutta la tua roba dentro quella valigina” commentò Kate non appena ebbero finito di baciarsi
“Io sono riuscita appena a far entrare tutto nel set di valigie Luis Vuitton” scherzò ancora Kate riferendosi al famoso metodo di Fred per fare i bagagli.
“Tranquillo, stavo scherzando ho una sacca poco più grande della tua e uno zaino” aggiunse di fretta, vedendo lo sguardo preoccupato di lui che la prese dolcemente per un braccio e la tirò a se per baciarla nuovamente.
Un paio di ore dopo Fred guardava il soffitto della sua camera, mentre Kate stava facendo la doccia, e ripensava a questi ultimi mesi di lavoro frenetico in cui avevano recuperato praticamente tutto ciò che restava della HMS Victory dal fondo del mare, si ricordò l’emozione di aver scoperto con il nuovo strumento, il magnetometro accoppiato al sonar, tutti i suppellettili da cucina, che erano rimasti sepolti sotto il sedimento e che altrimenti non avrebbero mai trovato, tra cui i piatti in argento con le iniziali della marina di sua maestà e anche un bollitore per fare il the.
Con tutti quegli oggetti, tra musei e collezionisti privati si erano abbondantemente ripagati tutti gli sforzi per scoprire il relitto e così Fred si era fatto forza e aveva chiamato John Merryan, l’armatore, per chiedergli una vacanza.
Del resto aveva obbiettato di fronte al silenzio imbarazzato di John, per Natale e San Silvestro lui e Kate si erano concessi solo due giorni a Londra.
Fred divagò su quei due giorni a Londra, aveva portato Kate a cena, per l’ultimo dell’anno, in un ristorante favoloso: il Blue Elephant, molto elegante ed intimo, arredato con piante, ruscelletti d’acqua e ponticelli e che aveva tavoli ben distanziati che permettevano una certa intimità, inoltre la cucina piccante piaceva ad entrambi e il menù di fine anno era stato veramente sontuoso.
Molto probabilmente John aveva capito che in realtà la loro vacanza era finalizzata alla ricerca del sommergibile, ma non aveva detto o chiesto nulla, aveva acconsentito, con la raccomandazione di stare attenti e di tornare per il giorno convenuto.
Kate si infilò completamente nuda sotto le coperte e gli si accoccolò accanto. Lo baciò e gli augurò la buona notte.
Il mattino seguente si svegliarono presto, Kate si accomiatò con un bacio per tornare nella sua stanza e finire di prepararsi; un’ora dopo erano entrambi in mensa a consumare la colazione, il loro elicottero partiva tra novanta minuti: Fred aveva fatto in modo di far coincidere il loro viaggio con il trasporto degli oggetti più preziosi che viaggiavano con Rey, prima in elicottero fino a Londra, dove loro si sarebbero accomiatati, i reperti poi in aereo fino a Miami.

7Due giorni dopo e quasi ventiquattro ore di viaggio, erano finalmente in Cile. I voli erano andati bene, Fred aveva preso la classe Business per il volo tra Madrid e Santiago ed erano riusciti perfino a dormire.
A Osorno il clima era caldo, visto che erano nell’emisfero sud, e la cosa fu estremamente piacevole: passare dall’umido freddo e nebbioso della Manica al caldo soleggiato e ventilato delle Ande Cilene.
Il fuoristrada che Sten gli aveva messo a disposizione era un Land Rover Defender completamente equipaggiato, Fred e Kate erano troppo stanchi per controllare nei particolari la dotazione e si fidarono dell’amico comune.
Ringraziarono il suo dipendente che era venuto a prenderli all’aeroporto e che gli aveva consegnato le chiavi del fuoristrada e si misero subito in marcia con destinazione San Carlos de Bariloche, che distava 260 chilometri, ed era la prima vera città dopo il confine tra Cile e Argentina.
“Che spettacolo il vulcano Osorno, mi piacerebbe tanto visitare un po’ i dintorni” disse Kate indicando la montagna con la punta innevata che sovrastava la pianura Cilena
“Già è molto bello e romantico, ma ricordati che siamo qui per lavoro e non per turismo anche se vogliamo dare l’impressione opposta” tagliò corto Fred e notò che Kate gli sorrise di rimando con una smorfia complice.
Dopo circa settanta chilometri stavano costeggiando lo splendido lago Puyehue, contornato da alte cime la cui sommità era ancora coperta di neve o forse era sempre coperta di neve, pensò Fred, visto che il passo che si stavano apprestando a passare superava i 1300 metri di altezza.
Dopo il lago attraversarono il parco nazionale di Puyehue, con l’omonimo vulcano e le sorgenti calde e infine raggiunsero una nota località sciistica.
Kate sembrava divertirsi molto, con la guida in mano, a leggergli tutto ciò che c’era scritto sulla zona e Fred lo apprezzò perché, in effetti, il tempo e la strada volarono e gli sembrò veramente di essere un turista che si stava godendo le meritate vacanze sulle Ande.
“Kate, ci siamo quasi, tra tre miglia c’è il confine”
“Rilassati, credi che ci saranno i corpi speciali, in tenuta anti-terrorismo, ad aspettare noi?”
Fred rifletté che, in effetti, Kate aveva ragione, nessuno sapeva che erano lì e con un po’ di fortuna nessuno si sarebbe accorto del loro passaggio.
Pochi minuti dopo erano in coda per passare la frontiera, una struttura che ricordava un enorme granaio con al centro, sotto il colmo, il blocco degli uffici e ai due lati l’ingresso o l’uscita dall’Argentina.
“Documenti per favore” chiese lo zelante doganiere Argentino in spagnolo.
La dogana Cilena era stata una formalità perché dalla finestra dell’ufficio si era sporto solo un braccio che stancamente aveva fatto loro cenno di proseguire: evidentemente al Cile non interessava chi usciva dal paese.
Fred passò i loro passaporti con un’espressione sorridente e vagamente conciliante.

8“Turisti?” chiese il doganiere in inglese e quando Fred e Kate gli risposero affermativamente, sorrise ed annuì vigorosamente con la testa.
Espletò le formalità di dogana, gli restituì i passaporti e portandosi la mano destra alla tesa del cappello li salutò augurandogli una buona vacanza.
Fred tirò un sospiro di sollievo e per i chilometri successivi della strada nazionale 231 guidò con il cuore più leggero e con un sorriso stampato sul volto: erano finalmente in Argentina e in pochi giorni sarebbero giunti al ‘suo’ sommergibile, sempre che ce ne fosse uno si schernì Fred.
La strada nazionale 231 era la denominazione Argentina della strada Panamericana, ma a differenza del tratto Cileno, la manutenzione era stata molto più latitante se non addirittura completamente assente.
Sicuramente, su tutta quella tratta, il traffico era intenso con parecchi camion e molti turisti come loro.
La strada costeggiava un lago e poi si inoltrava in una foresta fitta e molto suggestiva, il tutto incorniciato dalle alte vette delle Ande ancora innevate.
Ormai stava imbrunendo e presto sarebbe stata sera, Fred vide un cartello che indicava San Carlos de Bariloche a venti chilometri.
“Tra meno di mezzora sarai con le gambe sotto un tavolo, a mangiare una bistecca della migliore carne Argentina” disse a Kate con fare un po’ confidente
“Ti dirò, vada per la bistecca, ma non possiamo non ordinare anche un Malbec tipico, magari un Santa Julia” rispose lei con fare professionale, consapevole che era anche l’unico vino argentino che conosceva.
Venti minuti dopo Fred stava sistemando il fuoristrada nel parcheggio riservato dell’albergo e, dopo essersi registrati, finalmente entravano nella camera matrimoniale mansardata che avevano preso per quella notte.
Come promesso, nel ristorante annesso, ordinarono due sontuose bistecche con una bottiglia di Santa Julia, un Malbec argentino dal profumo molto fruttato e particolare.
Infine si ritirarono in stanza e si addormentarono beati, sopraffatti dalla stanchezza del viaggio e dalla piacevole sensazione dello stomaco pieno e del Malbec.
Il giorno successivo fecero un breve tour della città che era molto bella e caratteristica: la guida la definiva la Svizzera Argentina e in effetti gli edifici erano di chiara impronta centro europea, con elementi architettonici austriaci e tedeschi.
Prima di pranzo erano già di nuovo in marcia diretti verso la costa atlantica.
Si fermarono per pranzo e per fare rifornimento di gasolio, poi si rimisero in viaggio fino a sera. La conversazione dapprima entusiasta per i bei posti che stavano vedendo lentamente si ridusse fino al silenzio quando, verso sera, la noia e la stanchezza presero il sopravvento
“Stasera dovrai trovare qualcosa di meglio di una bistecca e del buon vino” provocò Kate
“Capretto al forno e hierba mate ti ispirano di più? Stavo giusto pensando che ho in lista un ristorantino da queste parti”
“Hierba mate? Sarà mica un intruglio fatto con chissà quali cose vero?” chiese curiosa Kate
“Tranquilla, è una specie di tè locale che fanno usando un’erba che cresce solo in Patagonia.”

3Mezzora dopo stavano consumando uno squisito pasto nel ristorante selezionato da Fred. La hierba mate era in effetti una specie di tè, ma il fatto che fosse calda era stato molto apprezzato visto che la temperatura, la sera, scendeva a valori non proprio estivi.
“Domani dovremmo arrivare a destinazione. Sei emozionata?”
“Un po’, o meglio sono un po’ preoccupata, non so bene cosa troveremo, se ci saranno insidie e cosa ci aspetterà dopo” la serietà di Kate fece preoccupare Fred, quando lei se ne accorse si affrettò a sorridergli e baciarlo teneramente.
Poi lui la consolò, tutte le preoccupazioni svanirono e l’unica cosa che avrebbe voluto Kate era restare in quell’abbraccio per sempre.
Il mattino seguente Fred era visibilmente eccitato ed iperattivo, come se avesse bevuto un paio di caffè espresso di fila.
Lasciarono di buon’ora l’albergo e fecero solo sosta per rifornirsi di carburante e mangiare panini al punto di ristoro annesso, infine a metà pomeriggio cominciarono a scorgere l’Oceano Atlantico, blu cupo punteggiato di bianco a causa delle creste delle onde che il vento sollevava.
Kate guardò Fred
“Ci siamo quasi”
“Già, stasera dormiremo in tenda, sarà molto romantico” disse Fred sollevando ripetutamente le sopracciglia
“Stupido” commentò lei ridendo
Giunsero a San Antonio Oeste e presero la strada che si dirigeva verso l’oceano. Costeggiarono per il resto del pomeriggio la costa atlantica della regione Rio Negro, dove lunghe spiagge sabbiose, frammiste a steppa, erano lambite dal mare lievemente increspato. La pampa era molto verde e ciò poteva solo significare che malgrado fossero nella stagione estiva, le precipitazioni dovevano essere abbondanti. Fortunatamente loro avevano trovato bel tempo e potevano anche godersi il magnifico paesaggio ma, man mano che si avvicinavano alla Caleta de los Loros, la loro inquietudine cresceva tanto che non avrebbero saputo raccontare se avessero incontrato abitazioni o altre vetture negli ultimi chilometri.
La strada girava verso l’interno e Kate rintracciò la loro posizione sulla mappa e seppe che stavano per costeggiare la Caleta
“Tra pochi chilometri ci sarà una strada a destra, credo sterrata, che costeggia tutta la Caleta de los Loros fino al punto che mi hai indicato dove monteremo il campo” la sua voce tradiva emozione
“Perfetto” rispose Fred lapidario
In effetti, poco dopo, trovarono la deviazione sterrata indicata e la imboccarono, con il fuoristrada a bassa velocità, per evitare di forare.
Dopo pochi chilometri la strada sterrata spariva, a tratti, tra le dune di sabbia e sterpaglia, finché queste ebbero il sopravvento e la strada divenne una traccia appena percettibile che serpeggiava costeggiando quello che sembrava essere un lago alpino o un fiordo.
La Caleta de los Loros alternava tratti di mare di un color blu turchese ad altri dove il mare era grigio, la costa era circondata da dune e sterpaglie ma in alcuni punti, dove il mare era poco profondo, foreste di giunchi nascondevano la riva.
La cosa che più li stupì e li emozionò fu la fauna, infatti, in più occasioni si trovarono a costeggiare tratti della Caleta popolati da fenicotteri rosa che si godevano indisturbati il mare e i giunchi.
Infine, poco prima del tramonto, raggiunsero una piccola cala e lasciarono la strada, avventurandosi tra le dune per preparare il campo da cui sarebbero partiti l’indomani per la loro immersione.

44 pensieri su “U-Boot XVII

    • Gentile Milord…
      Mi piace leggerVi, tanto.
      Avete la capacità di far immedesimare nelle situazioni raccontate, e i protagonisti si muovono quasi recitassero per il pubblico, noi lettori, in una visione proiettata. Le parole rendono perfettamente le situazioni, cioè le immagini.
      Davvero complimenti.
      Con Stima illimitata
      Maria Silvia

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      • @Maria Silvia

        Voler le silence des Immortels de trouver un nouveau mot, il est ma prérogative. Faites de l’offrir, il est une prérogative de Dieu. Je vous remercie, Madame, pour vos aimables paroles et pour la charge de la sympathie que vous nous avez donné. Cordialité avec des estimations

        Le Milord

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        Rubare il silenzio degli immortali per trovare una nuova parola, è una prerogativa mia. Farlo per offrirvela, è una prerogativa di Dio. Vi ringrazio, mia signora, per le gentili parole e per la carica di simpatia che ci avete regalato.
        Cordialità con stima

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        Robar el silencio de los inmortales para encontrar una nueva palabra, es mi prerrogativa. Hacer para ofrecerlo, es una prerrogativa de Dios. Gracias, mi señora, por sus amables palabras y por la carga de simpatía que nos has dado. La cordialidad con las estimaciones

        🙂

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  1. La nostra collezione del quotidano, un capitolo che brilla per bellezza.
    Adesso è la volta del “presente” e devo dire che la storia si svolge in tutta la sua forza.
    Certo è che mi stai facendo vivere una situazione, sul Corinthia, che è a dir poco presentissima.
    Bella è la descrizione di come Fred si approccia alla ragazza.
    Una potenza evocativa … insomma, me li fai vedere

    Ciao e buona domenica e grazie

    F.

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    • @spillo

      Avemmo la bellezza della parola, per naturale vocazione ed eccone il risultato.
      Il Corinthia è una nave galeotta, sta permettendo una varietà, rispettabile, di scoperte.
      Starà al lettore scoprirne le sfumature.
      Gracias caballero

      El Milord

      🙂

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    • @Eleonora Bisi

      Un momento agradable las palabras salió de la pluma y se formaron en la hoja.
      Aquí nació la historia y de la historia nació el deseo de escribir, como un abrazo fuerte y poderoso.
      Gracias, mi señora y cordialidad

      El Milord

      🙂

      Un bel momento le parole uscirono dalla penna e si formarono nel foglio.
      Ecco che nacque il racconto e nel racconto nacque la voglia di scrivere, come un amplesso forte e possente.
      Grazie, mia signora e cordialità

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  2. Un capitolo che è bellezza pura. I dialoghi, oltre che averli visti molto propri, sono realisti.
    Quasi a vedere le mosse e le smorfie.
    I giochi con le sopracciglia…
    Che genialità di descrizione,me l’avete fatto vedere
    Grande

    Buona domenica

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    • @Giorgia Mattei

      Los juegos, como siempre, se llevan a cabo por los jugadores. Nos queda por la carga o la alegría de hacer evolucionar o recuento.
      ¿Verdad?

      El Milord

      ———————————-

      I giochi, da sempre, sono eseguiti dai giocatori. Rimane a noi l’onere o la gioia di farli evolvere o raccontarli.
      Vero?

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    • @Hilde Stauss

      Una luz que llega al corazón y el intelecto.
      sólo tiene que seguir

      El Milord

      🙂

      ——————————————————

      Una illuminazione che raggiunge il cuore e l’intelletto.
      Basta seguirli

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    • @Amedeo d’A

      En cada historia, que recogen los cuerpos de los actores hacia un bien común.
      En nuestro caso tenemos una búsqueda extenuante, sino también el nacimiento de un amor delicado y fuerte
      gracias

      El Milord

      🙂

      —————————————-

      In ogni racconto, si raccolgono le istanze degli attori verso un bene comune.
      Nel nostro caso abbiamo una strenua ricerca, ma anche la nascita di un amore delicato e forte
      Grazie

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    • @Seamur

      En cada historia que tenemos las marcas de reloj de sol, dos veces al día, el mismo horario.
      Eso es correcto, creo que la importación es capaz de elegir para escribir lo que se ve en los momentos exactos

      El Milord

      🙂

      ————————————–

      In ogni racconto abbiamo la meridiana che segna, due volte al giorno, lo stesso orario.
      Esatto, credo che l’importate sia saper scegliere di annotare quello che si vede nel momenti esatto

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  3. Un gran bel capito. La preparazione del viaggio, il rapporto dei due protagonisti così forte e intenso. Il viaggio stesso minimamente descritto ( sembra di esserci ) L’arrivo tanto agognato…e un’altra settimana da dover scorticare per il continuo ! L’arte della suspace !
    Mi permetto di aggiungere un pezzo della colonna sonora del film U 96 ( bellissimo ) così ci prepariamo al continuo.
    Grazie Milord, con l’affetto di sempre, un abbraccio
    Giovanna

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    • @lady Giovanna Orofiorentino

      Qué hermoso es saber cómo leer las líneas y entre las líneas de una historia, cogiendo los olores que se esconde detrás de los pliegues de los acontecimientos.
      Tenemos la fuerza de oír pero no escuchar; para mirar, pero no ver.
      En el mundo, detrás del humo, siempre hay un incendio.
      Cuanto mayor sea el humo, más fuerte será la hoguera.
      Gracias a mi señora

      El Milord

      🙂

      ————————————————————————–

      Come è bello saper leggere le righe e tra le righe di una storia, carpendone i profumi che nasconde dietro le pieghe delle vicende.
      Abbiamo la forza di udire, ma non ascoltare; quella di guardare, ma non vedere.
      Al mondo, dietro il fumo, c’é sempre un fuoco.
      Più grande è quel fumo, più forte è il falò.
      Grazie mia signora

      ————————————————————————–

      Miroir magique
      Dites-moi si vous êtes la plus belle.
      Flux ma mégalomanie
      me donner la force pour mon ego

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  4. Un brano bello corposo e soprattutto progressivo nella descrizione dei “momenti”.
    sai che è proprio un capolavoro?
    Di tuo, con tale intensità mi ricordo:
    Cuba
    Dvx
    senza nulla togliere agli altri che hai scritto.
    Questi me li ricordo con il cuore, proprio.

    Sei proprio bravo, altro che storie.
    Un capitolo bellissimo

    Ciao

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    • @Veni Vici Vintrix

      Lo que podemos decir?
      Los dos estábamos impresionados por la memoria, ya sea por elección.
      Afferraste dos de los más cálidos.
      Gracias mi amigo.
      cordialidad

      El Milord

      —————————————–

      Cosa riusciamo a raccontare?
      Restammo colpiti sia dalla memoria, sia dalla scelta.
      Afferraste due fra i più sentiti.
      Grazie amico mio.
      Cordialità

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    • @Raffaella

      A menudo cambiamos el foco de lo que tenemos al lado, para observar, con insistencia hasta qué punto todo está muy lejos.
      No se observa, sin embargo, con cuidado, la importancia de lo que está en la mano y muy escuchado lo que, precisamente, está cerca.

      Gracias y cordialidad

      El milord

      ——————————————–

      Spesso noi spostiamo l’attenzione da quello che abbiamo accanto, per osservare, con insistenza quanto sia lontano tutto quello che è lontano.
      Non osserviamo, però, con attenzione, l’importanza di quanto è vicino e molto sentito quello che, appunto, è vicino.

      Grazie e cordialità

      🙂

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  5. A fascinating story that struck me for its beauty.
    Ninni Oh, please, why do not you answer? Are you still angry with me?
    Let’s make peace, will you?

    A kiss with such affection

    Kate

    🙂

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    • @Kate

      A me interessa esclusivamente che l’argomento privato, qualsiasi argomento privato, non venga a dividere o ammorbare soprattutto il pubblico (anche perché con te di privato non c’é nulla e nulla abbiamo in comune se non la passione per la musica).
      E’ una questione di “Classe“!
      Se una donna con me non ne ha, oppure, non è capace di averne, può girare al largo!
      Beh, riprenditi pure.
      Mi dispiace che le cose siano trascese per una questione che non mi competeva e che mi abbia trovato, assolutamente, involontario e non voluto protagonista.

      Ho capito i tuoi motivi (mica tanto, però), ma i miei motivi e motivazioni, sono validissimi e sicuramente non discutibili da nessuno perché sono personali.
      E non stiamo parlando di musica. Quella l’ascolto quando posso.
      E comunque, se non ti dispiace, per me l’argomento è proprio chiuso.
      Ok?

      Stammi bene
      NB: Per piacere se vuoi scrivere qua dentro fallo in lingua italiana, che conosci alla perfezione. Almeno per rispetto di chi, qua dentro, commenta.
      Grazie

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  6. Lo leggevo ieri dal mare. E leggevo di quanto mi sta prendendo questa storia. Non facile e complessa. Una storia che ha cadenzato le mie domeniche.
    Ieri per esempio, l’avrò letta tre volte e opoi sono andata indietro perché non mi ricordavo alcune cose.
    Diciamo che non vedo l’ora di andare avanti.
    Grande milord.

    Buona giornata e grazie.
    Grazie sul serio

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    • @Elena Stiglio

      Vivir un día lleno, lo que implica un placer de la lectura y seguía siendo muy agradable, es agradable y gratificante.
      Le dimos las gracias por la amabilidad y la presencia.
      cordialidad

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      Vivere un’intensa giornata che comporta una lettura da diporto e comunque piacevole, è piacevole oltre che gratificante.
      Vi ringraziammo per la gentilezza e per la presenza.
      Cordialità

      🙂

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    • @Marirò

      Siempre he creído que con el fin de mantenerse al día con el jugador, debería ver sus esperanzas y expectativas, y teniendo en cuenta el tiempo que quieren ir de vacaciones … de vacaciones hablamos.
      Pero garantizamos que, por el siguiente capítulo, se empieza a bailar flamenco.

      Usted nuestra mejor cordialidad

      El Milord
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      Io ho sempre creduto che, per stare al passo con il lettore, si debba visualizzarne le attese e le aspettative e considerando il momento di voglia di vacanze … di vacanze si parla.
      Ma vi garantimmo che, dal prossimo capitolo, si inizia a ballare il flamrenco.

      Abbiate le nostre migliori cordialità

      🙂

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  7. Questo capitolo mi ha affascinata perché è leggero, vivo e bello nella sua “leggerezza” (già detto).
    Aria di vacanze? Hai messo anche le vacanze delle vacanze e ci siamo e ci restiamo.
    Non sono venuta prima perché anch’io sto facendo una modestissima vacanzina.
    Ma mi hai fatto sognare come altre volte eper tanto e tanto.
    Grazie, ma mi metto in attesa del prossimo che credo sarà molto pieno.
    Ciao milordissimo, un bacio

    lamanudistesaetranquilla

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    • @manuela Rovati

      Nos acercamos al lector a través del ojo, la palabra y el gesto. En la palabra, mantenemos el enfoque y la imagen.
      En el ojo, buscamos la visión que golpea y le dice.
      En el gesto que afecta a la vida cotidiana.

      Gracias por estar ahí Milady

      🙂
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      Ci approcciamo al lettore attraverso l’occhio, la parola e il gesto. Nella parola, osserviamo l’enfasi e l’immagine.
      Nell’occhio, ricerchiamo quella visione d’insieme che colpisce e racconta.
      Nel gesto quella quotidianità che colpisce.

      Grazie per esserci milady

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  8. Un capitolo leggero, elastico, molto fresco e spiritoso.
    Hai calcolato bene la pausa estiva. Una pausa piena e giocosa. Un inserimento nella storia che sottolinea la tua presenza e bravura.
    Adesso che mi sono incantata in questo capitolo bellissimo, puoi dirmi come si fa ad attendere la prossima uscita?

    Mi sono letta anche le virgole…
    Quello che temo è che stiamo arrivando alla dirittura finale di un romanzo che mi piace tantissimo (anche perché dentro ho messo anch’io, nella votazione, i miei desideri come il sottomarino e l’aggancio ai tempi di adesso) e ti sembra poco?
    da arrossire…

    🙂

    Ciao milorderrimo.
    Ti bacio

    Lilly

    🙂

    PS: mi da fastidio ma te lo riferisco. Dice Vasco: salutami Ninni e io lo faccio.
    Ciao

    🙂

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