Il Patto!

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Il patto

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Rabbrividii al pensiero di quante anime potevo aver condannato con l’accettazione di quel patto.

-Che significa? – dissi.
-Significa che tu non hai nessun controllo e devi comprendere i tuoi limiti umani. Ci fu un tempo in cui qualcuno fece un patto col diavolo, egli voleva sapere prevedere il futuro, ma non specificò quale futuro e il diavolo lo accontentò, consentendogli di poter prevedere solo il giorno della sua morte. Capisci? Ci sono dei limiti alla natura umana e per quanto saggio tu possa essere, non riusciresti mai a ingannare quell’entità che pensi potrebbe risolvere i tuoi guai. O tu puoi prevedere il futuro? – quell’affermazione non poté far altro che procurarmi un nuovo ulteriore brivido, più intenso di tutti quelli provati prima.
Quasi mi sentii illuminare
-Il futuro, è il futuro che volevo prevedere? Se è solo la data della mia morte che posso prevedere allora lo accetto, in cambio che tutte queste clausole siano annullate- scongiurai.
Il diavolo rise, e in quella sincerità improvvisamente potei solo vedere la realtà di un semplice uomo.
-Forse tu sei solo un po’ condizionato. Mi è piaciuto conversare con te e calarmi in questa parte, ma credimi, io non sono ciò che pensi. Figliolo, perché non te ne torni a casa e ti riposi un po’, sembri molto affaticato- mi suggerì.
In quel mentre una donna, forse di quarant’anni si avvicinò a noi. Il treno era fermo da qualche minuto
-Excusez moi, cet endroit est libre? –

La donna molto graziosa dai capelli biondi, gli occhi verdi e il classico naso definito alla francese indicò il posto vicino a Lucifero con una pronuncia che denunciava la sua origine.
-Oui mademoiselle- rispose Lucifero con naturalezza, e io non potei evitare di osservarlo con ribrezzo mentre il viso della giovane si illuminava.
-Vous parlez francais? – domandò preludendo la possibilità di poter condividere il viaggio con qualcuno con cui discutere. Io avrei voluto metterla in guardia su con chi stava per avviare una comunicazione, ma non conoscevo una parola di francese e non potei che restare a osservare l’inevitabile dramma che stavo prefigurando.
-J’ai certainement, été souvent en France- continuò a rispondere, dopo di che non seguii più il loro dialogo, semplicemente mi alzai, comprendendo che per me non vi era più alcuna risposta.
-Ci lascia signor Raimondi? – mi domandò Lucifero.
Lo guardai nervosamente
-Come sa il mio nome? Non mi sembrava ci fossimo presentati- gli dissi, ma lui sorrise.
-Oh sì invece, solo che non se lo ricorda-.
-Devo andare- dissi nervosamente alzandomi di scatto – questa sembra sia la mia fermata-.
Lucifero scosse il capo.
-I treni tornano sempre nelle stazioni da cui sono partiti signor Raimondi- mi disse e io lo colsi come un suggerimento. Osservai dispiaciuto la donna che inconsapevole prese il mio posto.
-Non la inganni come ha fatto come me, Lucifero- gli dissi, consapevole che la donna non poteva comprendere le mie parole.
L’altro sorrise.
-Non si inganni lei signor Raimondi, e non sottovaluti che magari questa signora potrebbe non vedermi nello stesso modo in cui mi vede lei. E poi, come abbiamo già avuto modo di chiarire, siete voi a cercare me, non il contrario- rispose senza darmi tregua. Gli sorrisi a mia volta.
-Già- ammiccai rassegnato -fate buon viaggio- augurai a entrambi, osservando prima lui, poi la signora.
-Tradurrò per lei- mi rassicurò con ironia, – e mi perdoni, ma lei ha posto una domanda a cui io, le ripeto, non posso dare risposte. Io posso solo dirle ciò che potrebbe avvenire. Chi si nasconde dietro illusioni spesso finisce per divenire lui stesso un’illusione. Per questo lei si domanda sovente se è reale o se è lo spirito di un morto che non ha compreso di essere morto. Ma ci sono tanti modi di essere morti, uno di questi è quello di non vivere per ciò che siamo e accettare ciò che si vuole che siamo. Io posso solo consigliarle di rivedere le sue azioni. Annuii
-Ne sono certo- dissi, poi scesi dal treno; ero arrivato all’ultima stazione.
Non sapevo più se era la prima di un nuovo inizio, oppure quella definitiva. Vidi il treno allontanarsi, stancamente lungo le rotaie arrugginite, con quel nuovo carico di umanità che non mi apparteneva più.

L’ultimo pensiero e adieu.

Dedicated on the seashore in front of a harbor!
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83 pensieri su “Il Patto!

    • Gentile Milord…
      Brano breve, ma che continua a far risuonare in me una infinita eco.
      Voi non scendete mai ad una stazione, dovete sempre continuare…Voi potreste davvero sapere dell’Infinito: avete una mente immensa, cuore generoso e coraggio sovrumano.
      Mi limito a questo pensiero, insignificante rispetto a quanto di più meritereste Vi dicesssi. Mi intimorisce esternare troppo in pubblico, anche se dovsse trattarsi di complimenti fini a se stessi.
      Con illimitata stima, sempre
      Maria Silvia

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      • Lady Maria Silvia

        Conosciamo, noi, le volute del destino che beffardo, attorniano l’essere umano spingendolo oltre i confini delle proprie realtà?
        Sappiamo come, la scorciatoia di tutto inteso, alla lunga possa essere fallace e triste.
        Assistiamo, in questo dramma della persona, al fatto compiuto del proprio “io” avverso il prossimo. Le scelte che, nel tempo, vennero operate si ripresentano – insolenti chiedendone atto e corso.
        La caducità della vita, la sua ciclicità, ci porta, come porta, ad operare delle scelte quasi mai risolutive. Scelte che fanno male.
        Scelte che diventano, esse stesse, oggetto e soggetto nel contesto della propria esistenza.

        -I treni tornano sempre nelle stazioni da cui sono partiti signor Raimondi-
        -Non si inganni lei signor Raimondi, e non sottovaluti che magari questa signora potrebbe non vedermi nello stesso modo in cui mi vede lei. E poi, come abbiamo già avuto modo di chiarire, siete voi a cercare me, non il contrario- …

        (Autocit.)

        Vi ringraziammo, mia signora, delle generosissime espressioni dedicateci.

        Cordialità

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      • Gentile Milord…
        Mi trovate d’ accordo. Ci sono scelte..che sono violenze a se stessi, ma la propria Dignità ed Onorabilità vengono prima di qualsiasi altra cosa. Sì…spesso son tutt’altro che risolutive.
        Vi ringrazio e Vi saluto con un sorriso.
        Maria Silvia

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      • Maria Silvia

        Dignità ed Onorabilità sono i primi baluardi contro la violenza delle idee.
        Alcune volte, però, rimangono sottomesse al fattore tempo.
        Che potrebbe essere non breve.

        Buona sera

        Anna

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      • Maria Silvia

        la brevità di un brano, ritengo, non sia inficiante del messaggio che, comunque, viene rilasciato e ne convengo.
        Ungaretti ci ha abituati all’ermetismo. Quell’ermetismo magico, da lei osservato, che dà una forza espressiva all’incedere vitale dello stesso.
        Ci maceriamo nell’appunto dell’adesso, aprendo orizzonti e perdiamo di vista i valori essenziali.
        Buona sera

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      • Signora Anna…perché volete sabotare ciò che ho detto. Il fatto che sia breve di certo non minimizza i contenuti. Appunto tanto rilevanti da aver comportato una infinita eco nelle mie riflessioni.
        Vogliate valutare ciò che scrivo con visione più serena ed obiettiva.
        La saluto

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      • Signora Maria Silvia,

        infatti concordo con lei.
        Anzi, i contenuti vengono bene evidenziati proprio dalla misura operata nel racconto.
        E infatti come le ho scritto, molto chiaramente, ne convengo. Credo di avere osservato (non valuto gli apporti “validi” come il suo) il suo apporto, rendendogliene merito al riferimento dell’ermetismo magico.
        Probabilmente c’è stato un equivoco, di cui non vedo la radice però. La prego, signora, mi dia un cenno su cosa non le è chiaro, sarò ben felice di aiutarla.
        Con grande amicizia e un sorriso, la saluto

        Anna

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      • Signora Isabella,
        no, non mi sembra eccessivo proprio perché di eccessivo non c’é nulla.
        E guardi che io ho letto bene. So leggere, non come certi soggetti che vanno in giro a dispensare amabili parole o illimitate stime, oppure che vogliono “tanto bene” che abbracciano e che baciano…
        Io sono concreta, reale e soprattutto esperiente.
        Lei Isabella, probabilmente non conosce Milord.
        Probabilmente non ha la più lontana idea di che tipo sia e di cosa sia capace.
        Quindi, si fidi, lasci perdere e buona serata

        Anna

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      • Signora Anna

        e invece è eccessiva lei.
        Lei con le sue parole, il suo parolaio che offende e indispone; lei con i suoi sistemi da Kapo.
        Lei che arriva e dispensa frasi, frasine e frasette a tutti con accondiscendenza o con saccenza. Da come si esprime mi fa stare male.
        Adesso le dico.
        Conosco Ninni, BENISSIMO DAL 2000. Un uomo che lei con conoscerà o potrà mai frequentare nemmeno in cartolina. Un uomo buono, giusto, capace e comprensivo.
        Un uomo al quale devo la vita, la salute e la famiglia.
        Un uomo al quale, per mettersi in pari, non basterebbero tre milioni di grazie.
        Un uomo che per non far soffrire, ha affrontato atroci sofferenze, tenendosele tutte dentro. Ingoiando bocconi amari e soffrendo come un cane, da solo senza mai chiedere nulla. E cosa poteva chiedere se non è il tipo che chiede o si fa ammazzare per un profondo senso di giustizia?
        Lei non sa cosa dice!!!
        Lei non può capire uno spirito di onestà e di sacrificio portati all’eccesso!!!
        Solo averlo come conoscente è una realizzazione per la vita!
        Un uomo immenso.

        A me, quel commento quello di MSilvia mi piace e piace immensamente!
        E se ne deve fare una ragione,
        Certamente non vorrei averle fatto l’impressione di essere arrogante. Si tranquillizzi, non riuscirei ad essere arrogante, con lei, nemmeno se volessi.
        Mi ispira, soltanto, una fragorosa risata.

        Buona sera

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      • Guardi, se lei scrive queste cose sicuramente lo conosce molto bene.
        Particolari della sua vita, qua, non li raccontiamo.
        Si è una persona come dice lei e non so cosa ci possa essere di così … di quello che diice.
        Mi scusi, sono morificata.
        Buona sera.

        Ciao Ninni

        Anna

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      • Signora Anna,

        Anch’io lo conosco dal 2000 e confermo tutto quanto detto da Isabella.
        Nessuno può parlare o scaraventare in faccia tutta la propria acredine quando, per esempio, si sente messa da parte, senza aver conosciuto o conoscere l’oggetto del discorso.
        La prego …

        Buona serata

        Manuela

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      • Ma brutta!
        Hai approfittato dell’educazione e pulizia delle persone e cerchi di fare e disfare tutto?
        Guarda che qua dentro quasi tutti conosciamo il Milord.
        E tutti gli vogliamo bene.
        E’ un uomo buono, giusto, profondo e soprattutto ONESTO: Ma con chi credi di avere a che fare?
        Vattene da dove sei venuta e non rompere.

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  1. Un’immagine sbiadita e volutamente offuscata da tantissima emozione. Un’emozione grande, profonda, come soltanto tu sai trasmettere, caro Ninni.
    L’ho riletta e non mi capacito della fatalità di quello che ho letto.
    Il mondo rotola nelle illusioni e quelladonna bionda, figgente intercalare, rappresenta un nuovo ciclo di illusioni il cuoi inizio è lontano.
    Molto lontano.

    Bellissimo brano.
    Grazie per questa bellezza.
    Grazie

    Lilly

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    • Lady Lilly Simoncelli

      La fatalità del caso, in quest’ambientazione, è estrinseca (si esplicò nella fermata) ed intrinseca alla fatalità stessa.
      Però e vorremmo sottolinearvelo. la forza delle idee, la dignità e il mondo che circonda, sono e ne sono il Leit Motiv.
      Abbiamo, dunque, che nella evoluzione ogno parte separata, diventi un uono e ricominciare.

      Grazie mia signora e cordialità

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  2. Ecco un brano di quelli che mi riempiono il cuore di bellezza e meraviglia.
    Quanta umanità avete, mio signore e quanto sentimento palpitante e profondo.
    Le vostre storie le riconoscerei dappertutto.
    Anche senza firma.
    Anche scritte o sussurrate la notte davanti a un falò.
    Incredibilmente bella.

    Buona giornata con un abbraccio

    Giorgia

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    • lady Giorgia Mattei

      Vi ringraziammo per averci accreditato un sentimento umano. Credeteci, molte persone (alcune presenti) non la pensano, esattamente, come voi.
      Anzi …

      Abbiate le nostre migliori cordialità

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  3. ” La Verità era uno specchio
    che cadendo dal cielo
    si ruppe.

    Ciascuno ne prese un pezzo
    e vedendo riflessa in essa la propria immagine
    credette di possedere
    l’intera Verità ”
    ( Jalal al-Din Rumi )

    Non so perché ma ho intravisto in questo brano una ricerca di Verità che però sfugge alla piena coscienza dell’uomo che si relazione e si confronta con Lucifero. Un dialogo con tante sfumature non-dette … quasi un dialogo silenzioso che tale deve rimanere, per suscitare quella scintilla di ragione utile al pensiero per divenire riflessione.

    L’Anima dell’uomo su quel treno è Posseduta dal Tempo, dalle vicende e dalle emozioni; il viaggio stesso sembra rappresentare la sua intera esistenza e nelle diverse stazioni possono ravvedersi tutti gli eventi importanti di una Vita … con le domande e le paure e le esitazioni che fanno parte proprio di ogni cammino.
    L’ultima stazione può essere la Morte o la Ri-Nascita a Nuova Vita.
    Il fatto importante ( e questa è solo una mia personalissima interpretazione ) è che Egli non può che dare Voce a quel “ Demone” che lo Incalza e lo sprona, affinché l’artiglio dell’ Oblio non Dissolva la Speranza del Ricordo.

    Milord,
    Mi piace il viaggio di quest’Anima alla ricerca di un significato che non sia solo l’Illusione di aver vissuto o di essere semplicemente un Sopravvissuto della Vita.
    Un brano che mostra molte porte e molte possibilità.
    ___
    I Miei Rispetti
    Ni’Ghail
    Slàn

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    • A Bhean Uasal NìGhail

      Un vissuto, sopravvissuto e sopravvivente.
      Un senso che è nascosto e conservato sotto le antiche pietre, oltre le nebbie circolari, di un mare in tempesta.
      Grazie per esserci…

      Slàn

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  4. Hai colpito nel cuore e nei miei silenzi, tutto quello che era sedimentato e coperto dal tempo.
    Questa tua ricerca, caro Ninni Direttore, mi prende alla gola, mi stringe e mi toglie l’aria e il respiro. Mi porta a cercare ancora ossigeno e ossigeno.
    Una ricerca spasmodica di libertà e di verità…
    Che belle cose riesci a creare con quella tua penna meravigliosa.
    Con tanta stima, mio signore…
    Tua
    Manuela

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  5. Questo è un brano pieno d’intensità e pieno di umanità.
    Ci stai, anzi, ci hai abituati male. Come una strada, dentro un paesino assolato e perso nella memorie, che ci faccia tornare il sapore delle cose buone.
    Qua di buono c’é la presa di coscienza e l’ineluttabilità del destino.

    Grazie Nì

    Francesco

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  6. Avevo raccolto il foglio logoro dal pavimento.

    “Adieu”

    Arrotolai con cura la lettera con mani tremanti. Ricordai. Avevo scritto, cancellato, strappato fogli, riscritto. Nessuna frase, non una virgola era fluita dal mio animo in modo naturale. Ogni singolo maledetto carattere sembrava un macigno di dolore, traslato su di un fragile pezzo di carta. Parole vergate rabbiosamente, affilate dal dolore e dalla nostalgia di qualcosa che non conoscevo; o forse, non volevo ricordare.

    Nascosta anche a me stessa, osservavo quel foglio candido.

    La pregiata carta pergamena sottile e leggermente rugosa, aveva assorbito l’inchiostro nero dei miei pensieri, mischiandosi all’oscurità del luogo che mi ospitava. Vivevo da qualche tempo in una soffitta di pochi metri quadrati. Lasciai scorrere lo sguardo sulle pareti disadorne e mi soffermai a guardare il grande oblò di vetro, da cui proveniva l’unico segno di vita che c’era in quella stanza. Un sottile fascio luminoso, dalle sfumature indaco e rosa, filtrava trasversalmente dal lucernaio aperto, illuminando piccoli granelli di pulviscolo, che vorticavano per aria simili a impercettibili coriandoli bianchi. Leggeri e danzanti, li vedevo precipitare a terra, per poi scomparire nel nulla. Li osservai per un lungo frangente di tempo, tramutandomi in essi.

    Sospirai, lasciandomi coinvolgere in quel lento valzer.

    E mi sentii viva e leggera, come un granello di polvere che danza in un raggio di luce alabastrina.

    Nella scarsa luminescenza della stanza arredata poveramente, spiccavano lisce superfici impolverate, scatole accatastate una sull’altra, vecchi mobili e centinaia di vecchi libri sparpagliati un pò ovunque. I giochi chiaroscuri rendevano più tenebrosi gli angoli bui, conferendo argentei riflessi ai filamenti delle tante ragnatele che pendevano distratte dalle travi tarlate. Le osservai stupita, pensando che non ne avevo mai visto così tante tutte assieme.

    Ora sapevo che cosa dovevo fare. Sarei ritornata a vedere il mare, e avrei portato con me la lettera.

    L’avrei infilata in una bottiglia, insieme al cerchio d’oro e diamanti che Milord mi aveva regalato nel giorno della mia nascita, o forse nel giorno della mia morte. La quiete asincrona divenne frenesia.

    Nella penombra che si vestiva dei colori dell’alba, iniziai a rovistare alla ricerca di una bottiglia vuota. In fondo alla vecchia credenza ne trovai una piccola, di vetro trasparente con un tappo di sughero consumato. Legai la lettera con un lungo nastro rosso e la infilai nella bottiglia. Mi sfilai dalle dita smagrite la vera di diamanti, la baciai e la feci scivolare all’interno della bottiglia. Lo scrigno di vetro sembrava perfetto, fatto apposta per accogliere i pensieri e i frammenti della mia esistenza appena passata.

    Uscii nel mattino carico di pioggia. Direzione mare.

    “Faro di Punta S. Matteo”. Furono le prime e le ultime parole che dissi al tassista. Forse fu il mio tono, il mio aspetto, il mio volto pallido trincerato dietro i neri occhiali o le varie banconote da cinquanta euro, lanciate sul sedile anteriore a non far replicare l’uomo. Mi lasciai avvolgere dal silenzio, rotto dal vago gracchiare della radio. Non ho ricordi del tragitto; penso di essermi addormentata nel taxi che mi portava all’antico faro.

    Sognai. Spezzoni in bianco e nero, fotogrammi fluttuanti di braccia e labbra, di mani che si ergevano da placide onde, immobili e rossastre. Le stesse onde che si chiudevano sopra di me. Un sussurro invocava il mio nome, facendomi precipitare a fondo mentre l’acqua salata riempiva i miei polmoni. Mi abbandonai alla forza degli elementi e lasciai fuoriuscire l’ultima boccata d’ossigeno in quel ventre marino salato e denso. Rividi Milord nell’ultimo, mio, salto verso il nulla.

    Poi, il silenzio e il gelo mi addobbarono e tutto quel nero mi accolse.

    Una vita vita per una vita.
    Un amore per un amore.

    Un patto con l’eterno… che forse non esiste.

    Porgo i miei saluti.

    EVFD

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    • Lady Emma Vittoria Francesca dall’Armellina

      Ben tornata mia signora.
      La vostra presenza è sempre stata e considerata un valore aggiunto a questo umilissimo spazio web.
      Il vostro brano, a pieno titolo, viaggi oltre le righe sella poesia filosofica.,

      Grazie per averci deposto questa, indiscutibile, perla.

      Cordialità

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  7. Milord

    Lucifero è un’espressione del teismo, al di là di qualsiasi discorso
    Dimostrare che noi siamo eterni e che Dio non solo esiste ma è certo al 100% sembra essere impresa disperata. Eppure quella che propongo è proprio una dimostrazione rigorosa di questi obiettivi, che può essere riassunta nei seguenti punti:

    1)L’esistenza è certa al 100% perché perlomeno esistono le nostre percezioni.
    2)L’esistenza è presente perlomeno in tutte le forme e le dinamiche dell’universo.
    3)L’esistenza trascende tutte le forme e le dinamiche dell’universo, in quanto tali forme e dinamiche non sono in grado di definirla.
    4)L’esistenza risulta immanente e trascendente all’universo, e quindi coinciderà con Dio, che in quanto tale sarà certo.
    5)Se l’esistenza trascende le forme e le dinamiche dell’universo, pur essendo in esse, allora tali forme e dinamiche rappresentano i modi con cui l’esistenza di esprime.
    6)Se l’universo appare ricco e variegato nonostante l’esistenza sia sempre uguale a sé stessa, è perché l’esistenza è ricca intrinsecamente e usa la sua ricchezza intrinseca per “comporre” ogni cosa.
    7)Ciò che noi siamo davvero è una ricchezza irriducibile, che quindi appartiene all’esistenza nella sua dimensione al di là del tempo e dello spazio.

    Io sono credente e questa analisi fatta da “Sig.Raimondi” e questo Lucifero mi porta ad analizzare, confutando, che non esiste alcuna divinità.
    Cosa che, caro milord del mio cuore, non è vera, come detto.

    Un bacino
    Buona giornata mio signore

    Anna

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    • Lady Anna Blu

      Il fatto di manifestarvi in quanto credente, è positivo. Non fuggite…
      Non comprendemmo il vostro assunto, però, nel contesto del post.
      Perdonateci…
      Abbiate le nostre più sincere cordialità

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      • Milord
        E’ conoscenza

        Era un modo per differenziare il carattere laico del racconto, con una dissacrazione a carattere religioso alla conoscenza.
        Il nostro assunto è un po’ nebuloso in effetti, per cui prendiamo per buono quanto diceste voi.
        Grazie milord

        Anna

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      • La conoscenza di sè è così al di fuori della nostra portata; conoscermi vorrebbe dire conoscere la mia causa, la causa delle mie azioni, quindi del mio volere, di ciò che sta alla base di ogni cosa in me, cioè ciò che io voglio; ma vorrebbe dire conoscere non ciò che voglio nel senso di desiderare e poi ottenere o non ottenere, ma di ciò che io voglio al punto tale da attuarlo.
        La conoscenza di sè non è possibile, ma la prova del volere davvero una cosa è l’arrivare all’attuazione della cosa stessa. E’ giusto che, di fronte ad una scelta, di fronte alle diverse possibilità della vita, un uomo ci pensi su, ci rifletta, sia indeciso – fino al tormento -, ma alla fine le sue azioni non possono che derivare da se stesso, da una combinazioni di desideri, di tormenti, contrastanti l’uno con l’altro, che alla fine portano alla decisione finale, la possibilità che si attua.

        Domandarsi “Cosa dovrei fare ora?” è inutile (nel senso che porsi o meno la domanda e trarne le rispettive risposte non determinano la scelta che si attuerà) ma è anche necessario (nel senso che l’uomo, cosciente di sè, non può fare a meno di domandarsi quale sia la scelta giusta per sè, quale possibilità fra le tante lo possano condurre ad un stato di benessere migliore).
        Il “pensarci su”, riferito ad una cosa qualsiasi, ad una scelta qualsiasi, è solo un riflesso di ciò che succede effettivamente in me, è la parte di me stessa che rendo cosciente, che conosco superficialmente, parzialmente per esperienza di me. Io, come individuo, come qualcosa di unico, chiuso, non posso che agire secondo me stesso. Secondo cosa o chi altro dovrei agire?

        E’ necessario che il comportamento di un individuo, come anche di ciascun essere vivente, sia indirizzato esclusivamente a se stesso. Non esiste nient’altro, per me, all’infuori di me. Non esiste nel senso che il mio corpo è un sistema chiuso, che è finalizzato a se stesso, al proprio sostentamento, al proprio star-bene. E io, come mio corpo, non posso che pensare a me stesso.
        Io la conoscenza la intendo così, milady

        Cordialità

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  8. Caro Milord, come sempre sono costretta a ripetermi: i vostri scritti sono ciò di cui ogni cuore sincero ha bisogno. In questo breve racconto avete fatto comprendere tutto. Quel bisogno disperato di comprendere il significato della vita che ci viene affidata alla nascita. Un libro bianco che il destino ha già scritto ma che potremo leggere solo dopo aver compiuto l’esperienza di ogni giorno. Sarà così? Forse, forse no, non ci è dato sapere.
    Incontreremo Lucifero mille e mille volte con le sue parole può fuorviarci. Sono convinta che: se l’Onore è la base del nostro essere, potremo parlare con lui per molto tempo ma sarà costretto a cercare altre anime da consolare e certo non gli manca la scelta.
    Da quando comincia la nostra vita? Dal nostro primo antenato che inizia a tracciare la strada.
    Dove andremo? Dove ci porta il senso dell’Onore e del Dovere. Anche dell’Amore.
    Di vita in vita arriveremo a noi, nei giorni nostri così faticosi che regalano qualche gioia e tante difficoltà.
    Quando arriveremo all’ultima stazione? Come la potremo riconoscere?
    Per quanto mi riguarda penso che lì ci saranno gli antenati ad attendermi: pronti ad accettarmi o rifiutarmi. Quello credo, sarà il momento più difficile…altro che Lucifero ! Ci guarderemo negli occhi e solo allora saprò se la mia vita ha avuto un senso giusto di cui andar fiera. Se ci sarà un sorriso sarà la completezza. Se sarà un rifiuto, sarà veramente un Addio che non permette ritorno. Vi sembrerà un discorso del tutto sconclusionato ma ho avuto sempre questa sensazione.
    Voi, con la vostra profonda onestà e chiarezza d’animo avrete altre mille vite da vivere, non le ricorderete ma fanno già parte di voi perchè di animi così belli il mondo ha bisogno.

    Con ammirazione e chiedendovi perdono se sono andata fuori tema
    Vi abbraccio

    Giovanna
    La storia siamo noi

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  9. lady Giovanna Orofiorentino

    Mia signora,

    Il più bello dei mari
    è quello che non navigammo.
    Il più bello dei nostri figli
    non è ancora cresciuto.
    I più belli dei nostri giorni
    non li abbiamo ancora vissuti.
    E quello
    che vorrei dirti di più bello
    non te l’ho ancora detto.

    (Nazim Hikmet)

    Iniziammo introducendo, grazie ad una mirabilissima poesia, la nostra umile risposta al Vostro commento.
    Quanto rimane, da noi, in vita? Potremo mai conoscere, con un sufficiente anticipo, il luogo della nostra ultima dimora, oppure il modo o il motivo?
    Una vita spesa con lo sguardo al prossimo, scandagliando e cercando dei significati, oltre quelli basilari, ne improntò la nostra umile esistenza.
    Un’esistenza votata alla ricerca interiore ed esteriore.
    Alla bellezza intrinseca ed estrinseca dell’animo umano. Quella fiamma che, alimentata dalla nostra compassione, ci portò sempre all’empatia con l’umanità.

    Dante ha assiduamente contemplato il cielo con occhi incantati e pieni di meraviglia.
    Non deve dunque stupire se la sua poesia sia trapuntata di stelle. Innamorato della loro bellezza, le ha osservate, studiate e le ha liricamente immortalate in alcuni dei passi più intensi e suggestivi della sua opera e in particolare della Divina Commedia.

    Ecco che, a tal fine, ci sovvenne il ricordo dei nostri avi antenati i quali, fedeli e rigorosi notai del tempo, chiederanno conto e ragione dei loro meriti, qualora da noi meritati.
    Cosa potrebbero chiedere, se non dall’alto dello scranno meritatissimo, la conferma che vivemmo per
    … seguir virtute e canoscenza.

    Sarà allora che, a loro cospetto, l’armatura cadrà, gli elmi si disferanno e le spade clangheranno al suolo.
    Sarà allora che, serrando gli animi, cingeremo l’alloro dell’onestà, della dignità e magari del martirio, per il bene dell’Umanità e per l’orgoglio di aver contribuito a far crescere il mondo un po’ più buono e un po’ più giusto.
    Permetteteci un abbraccio, mia signora,

    Ninni
    La storia siamo noi

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  10. Una finerstra sul mondo dele emozioni.
    Una finestra sui destini delle persone di buona volotà.
    Milord, ha scritto una delle pagine più belle che abbia mai letto da quando … “vi leggo”.
    Una bellezza incomparabile e dai significati attenti e delicati.

    Bellissimo. Grazie

    Elena

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  11. Milord,

    Dopo aver vissuto un periodo di crisi esistenziale ho fatto molte riflessioni Filosofiche e sono arrivata a un risultato, che non racconta una verità, ma che secondo me ci fa scoprire un trascendenza che deve esistere per forza!
    Tutte le riflessioni logiche che ho fatto e come se in un certo senso si accordassero agli insegnamenti che ho avuto da piccola quando mi veniva insegnata la Bibbia,

    Se si cercasse di creare un cervello identico al mio, esso in realtà non sarebbe identico perchè già nel crearlo si presenterebbe l’ indeterminazione dell’ attimo:
    Ovvero non si riuscirebbe a creare la sincronizzazione perfetta nel tempo, perchè in realtà il tempo è profondo all’infinito, quindi infinitamente distinto, ossia ogni attimo non esiste.
    E’ in quell’attimo che non esiste che risiedo io.

    Se dessi vita a quest’ altra persona col mio cervello lei sarebbe identica a me con tutto il mio vissuto, ma non sarebbe me!
    Sarebbe un altra persona!

    Se veramente si volesse creare una nuova persona identica in tutto e per tutto a me, bè questo sarebbe impossibile, perche si dovrebbe rompere il tempo, ovvero quel fluido dove siamo immersi che è l’infinita stessa, il continuo.

    L’intangibilità è il paradosso: li si ritrovano, e mi ritrovo, nel cercare di dare una razionalità al tempo.

    Chi lo sa quale sarà la fermata del mio treno…

    Salutità

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  12. Un brano bello e soprattutto introspettico che colpisce e onora le persone.
    Ninni, come te e come tuo costume, hai portato una ventata di energia positiva che cresce e si insinua nelle persone dentro le coscienze e fuori dagli occhi.
    La figura di Lucifero è la tua figura rigorosa. Quella che non da scampo a stranezze. La figura del Sig. Raimondi è la figura dell’uomo inteso come tale. Mai stupido.
    Uomo, con le sue virtù e le sue manchevolezze.
    Questo brano e concordo con qualcuno, è uno dei tuoi migliori capolavori.
    Una pulizia che è un piacere sentirla dentro.

    Ti voglio tanto bene.
    Un abbraccio e un bacio
    Ciao

    Isy

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  13. Sicuramente parliamo di un brano bello, profondo che viene dettato dal bisogno di comunicare la pulizia, il realismo e la condizione umana che, in quel prospetto è divina.
    Una condizione cadenzata dalle scelte profonde e precise di un sistema interiore che tocchi le corde giuste.
    L’ho riletto con soddisfazione e con quella giusta luce che soddisfa e prende l’emozione.
    Molto profondo davvero.
    Con illimitata stima, un abbraccio e se me lo permettete, un bacio.

    Anna

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  14. [ … Ahimè, ahi vita! domande come queste mi perseguono,
    d’infiniti cortei d’infedeli, di città gremite di stolti,
    di me che sempre rimprovero me stesso, (perché chi più stolto di me, chi di me più infedele?)
    d’occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi, di lotta sempre rinnovata,
    degli infelici risultati di tutto, delle sordide folle che vedo camminare a fatica attorno a me
    degli anni inutili e vacui degli altri, e io che m’intreccio con gli altri,
    la domanda, ahimè, che così triste mi persegue, – Che v’è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita?

    Risposta.
    Che tu sei qui – che la vita esiste e l’individuo,
    che il potente spettacolo continua, e che tu puoi contribuire con un verso. ]

    ( Walt Whitman, Foglie d’erba )

    … Che il potente spettacolo continua e che Tu puoi contribuire con un Verso.
    Ecco Ninni, proprio per questo Meriti ammirazione e Rispetto, per questo EsserCi sempre … per mostrarci il mondo e la nostra interiorità da un punto di vista che prende in esame tutti e due i lati della moneta e ogni sfumatura di ciò che siamo con i nostri sentimenti e le paure e le aspettative e le fragilità e tutte le consapevolezze del nostro essere Umani in questa realtà, spesso, così poco Umana.

    Grazie.
    I Miei Rispetti
    Ni’Ghail

    Slàn

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  15. Sospendo il Voi soltanto per questa sessione e soltanto per comodità

    Odio verso gli altri
    Disprezzo degli altri
    Disprezzo per essere in fondo come gli altri
    Paura degli altri
    Senso di oppressione
    Senso di incomprensione
    Solitudine

    Ecco la Misantropìa.

    Non voglio porre la domanda “che ne pensate, chi lo è, parliamone … ” perchè non avrebbe un qualche senso.
    Vorrei far notare, semplicemente, indipendentemente da quel che sono io e quel che siete voi: come può un essere umano arrivare ad avere l’estremo rigetto degli altri essere umani; come può non riconoscersi in nessun altro; come può rifiutare alcune attività degli esseri umani (per esempio il mangiare, o il riprodursi o altro).
    Questa era e sottolineo era una personale condizione (che in alcuni casi rispolvero) grazie a pregresse esperienze e fattori incidentali.

    Quasi come una sindrome di Stendhal, oppure l’allucinanza di Dorian Grey…
    Come è possibile che un quadro possa divenire vivo?
    Come si possono rompere i confini del nostro Io ed immedesimarsi dentro un’opera ferma?

    ecco che m’immagino, come lo sento ovviamente, un’intesa che possa scaturire dalla coscienza alla … coscienza altrui.
    Lucifero è la coscienza materiale, il sig. Raimondi quella indotta.
    E fin qua, nulla di strano o ecceionale.
    Ma, prima di chiudere questa discussione informale, Vi prego di voler considerare il fulcro del discorso al quale ci siamo, tutti, appoggiati.

    Non una, ma centinaia di volte mi sono domandato: perché esisto?
    La risposta esatta non l’ho ancora trovata, e penso che mai riuscirò a trovarla, però poco fa ho avuto un intuizione e credo di aver trovato una buona risposta a cui, prima di adesso, non avevo mai pensato, e credo che sia buona perché sia nel presente sia nel futuro darà un senso alla mia esistenza, e non mi farà più porre la domanda del perché esisto, almeno non con la frequenza di prima.
    Non che sia un male pensarlo, però non potendo trovare LA risposta …

    Forse,sarebbe meglio chiedersi: come so di esistere ?
    La risposta,poi,ci dà le indicazioni di base che guidano la nostra vita.
    Nel mio caso probabilmente non potrebbe funzionare, avrei la sensazione di ingannarmi decidendo arbitrariamente il senso del mio esistere in quanto essere umano.

    Come si vive la vita?
    Cosa bisogna fare per poter dire stò vivendo la vita?

    Senza risposta?
    Oppure senza un’ulteriore domanda?

    Ringrazio, con illimitata stima, un abbraccio e se lo concedete, un bacio, tutte le persone che, qua, hanno fatto star bene sia chi ha letto, sia chi ha scritto.
    Sorvolo, a volo radente e carico di esecrazione, chi ha tentato di ridicolizzare “chi”?
    Dimenticando che e impossibile ridicolizzare qualcuno, ma è facilissimo rendersi ridicoli. Apertamente ridicoli e soltanto ridicoli.

    Abbiate tutti le nostre migliori cordialità
    Grazie

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    • Ho letto a braccio e mi è sembrato di cogliere i vari significati.
      Per cui mi associo alla stima illimitata, ma per piacere non ti sognare che io ti abbracci, o ti baci (che potrei capire se tu fossi una donna e io una silfide).
      Ciao stammi bene.

      G.

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    • Gentile Milord…
      Senza intenzione da parte Vostra, è ormai proverbiale la Vostra umiltà, in questo commento finale si evince una delle Vostre innumerevoli virtù: il senso della Giustizia.
      Con illimitata Stima, sempre. E, Milord se permettete, vogliate gradire un abbraccio ed un bacino.
      Maria Silvia

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    • Una notte insonne e una luna sfacciata fanno da cornice a questo tablet che si illumina di esistenze. Ho letto tutto e molto approfonditamente (sono circa una ora che leggo).
      Per cercare di capire, per avere il bandolo di una matassa che sfuggiva e rotolava chi lo sà dove. Chiedo scusa per questa forma un po’ strana di italiano, una lingua che parlo abbastanza bene (milord dice bene, ma non è vero), ma sono stata aiutata dal traduttore Google.
      Tra queste parole ho letto altre parole dure, cattive e senza senso.
      Parole che non tengono il rispetto di nessuno e soprattutto di chi, come ho visto, ha un ruolo molto vivo e ben preciso.
      Voglio dire e parlare di “chi” ha tanta stima per il milord (e ci sono anche io come voi).
      Non è giusto che una persona, che è a piedi e non sa come camminare ancora, si scagli contro chi, con il suo portamento anche da lontano ha tanto da insegnare. Me compresa.

      In questa notte di luna, dicevo, lancio una grande amirazione per te milord e per questo commento che hai scritto con il cuore e lo spirito di giustizia.
      Come ho apprezzato lo scritto innocente di chi si è subita una coltellata da una donnaccia senza cottura.
      Una persona cattiva che si è lanciata con cattiveria.
      Un caro saluto lo lascio a questa persona che è tanto fortunata.
      Una persona che, lo voglio tanto, sappia che grande fortuna ha.

      Un “via” alle persone cattive.

      Greetings to you, my lord, with a kiss, and you deserve all that admiration for the greatness and beauty and strength.
      I respect you unlimited, hug you and kiss you, my sweet lord

      Con illimitata stimma, abbraccio e bacio

      Kate

      (Che luna strana questa notte, una luna calda, silenziosa …)

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    • La profondità della parola che con garbo, ma con fermezza ha messo dei paletti alla vita senza permettere che la vita possa averne messi agli altri.
      Con riconoscenza (assieme a Manu, Lilly, Isy & co.)

      Con illimitata stima, un abbraccio fraterno, no non ti bacio neanche io.

      🙂

      Francesco

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    • Ecco che mi vendo l’anima per un po’ di pace. Quella pace che mi fa morire, prima di morire e non mi frega niente se morire mi farà finire, i giorni, fuori dal Castello.
      Rimango la castellana abbandonata dal mondo e persa nella vita.
      Un commento esageratamente bello e piuttosto incisivo…
      Quanto lunga può essere questa vita, tanto un giorno dovrà finire..

      Ho capito il messaggio e sperando di non sbagliarmi, metterò il like.
      Un bacio con abbraccio e tanta stima illimitata
      Ciao

      Elena

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    • Noi viviamo nell’illusoria speranza che potremo, un giorno, trasmettere quel tanto o quel poco di conquistato nella vita a chi, un giorno, potreva farne tesoro delle nostre esperienze passate.
      Gli antenati sì, ma anche gli amici che, prendendo a modello i nostri comportamenti, ci imitano.
      E una bella amicizia porta il bene, mai un sentimento maligno e dichiaratamente maligno.
      Decisamente mai.
      Caro dottor Raimondi, leggerla e leggere soprattutto il suo commento di fine articolo, mi ha fatto sentire più vicino, empaticamente, ai suoi splendidi lettori e significativamente alla lettrice che, parrebbe, sia rimasta vittima di una profonda villania vigliacca e assolutamente censurabile.
      La sua persona ne esce rafforzata e la sua lettrice ne esce, sicuramente e giustamente rispettata.
      Accetti dunque la mia stima illimitata da estendere anche alla lettrice in parola e a tutti i suoi pregevoli lettori

      Buona notte

      Amedeo

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  16. Carissimo Ninni, questo tuo commento di chiusura è l’esposizione di quanto sei speciale. Hai saputo donare tutto il tuo rispetto e affetto a chi sa veramente chi sei. Permettimi di dirti e di interpretare il pensiero di tutti che una persona come te è veramente unica e se qualcuno può non aver capito è solo da ignorare.
    La tua amicizia è talmente preziosa che rinfranca l’animo in qualunque momento e non ci fa mai sentir soli.
    Grazie Ninni, un abbraccio grande pieno di stima.

    Giovanna

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  17. Questo brano mi appare come una scheggia di pensiero. Denso eppur breve come un eterno battito di ciglia .il fotogramma del treno scorre e ritorna inesorabile con il suo carico di umanità dolente è ignara ed io li sulla pensilina mi vedo riflessa nella donna che mi saluta dal finestrino.🎬

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