Una storia 2

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2A nessuno degli altri, tranne che a Sophie, era mai importato molto dei loro lontani parenti del Northumberland. La nonna Mary, sorella del Lord Randolph di allora, aveva sposato Hugh Sterling, un gentiluomo di Alnwick. Questi era entrato nel commercio dei vini ed era vissuto felicemente là nel nord con la moglie e la numerosa prole. Nessuna delle sue cinque figlie si era però sposata e dei due maschi, uno era morto in un naufragio; così era rimasto solo il giovane David Sterling, che aveva studiato medicina a Edimburgo. Al termine dei suoi studi era venuto a Londra per fare esperienza in un grande ospedale londinese e non aveva più fatto ritorno lassù nel Nord. Quando aveva conosciuto Rose Mayfield, la figlia di un farmacista, aveva pensato che quell’avvenente ragazza sarebbe stata la moglie ideale per un dottore. In effetti, mentre lui non era affatto portato per la contabilità e l’amministrazione, l’efficienza della moglie aveva soddisfatto tutte le sue aspettative in quel campo. E di ciò le era grato. Se poi lei era diventata alquanto autoritaria e ostinata, questo era in fondo un inconveniente di poco conto. I suoi figli erano una grande gioia per lui. E poi amava il suo lavoro, amava occuparsi dei suoi pazienti, sia quelli benestanti che abitavano nella zona intorno al Parco, sia quelli più poveri e bisognosi che vivevano nelle misere stradine dell’estrema periferia. Da tempo aveva perso di vista il cugino titolato, Lord Randolph, tanto più che non era tipo da tenere vivi certi rapporti per motivi venali. Sua signoria aveva una tenuta nell’Oxfordshire, oltre che una residenza a Londra, ma da adulti le loro strade non si erano più incrociate prima del funerale della loro comune zia, l’unico legame che li univa. Quanto ad Adela Crabtree, essa aveva trascorso la maggior parte della sua vita adulta in India, col marito. Quando ne era tornata vedova inconsolabile, si era chiusa nella sua casa di Kensington, riempendola di ricordi della sua vita all’estero. La signora Sterling aveva rinunciato da un pezzo a pregare suo marito di mantenere i contatti con i suoi parenti titolati.
— Be’, ora che Sophie è erede della prozia Adela, forse sua signoria si degnerà di accorgersi della nostra esistenza — si limitò a osservare adesso.
In quel momento suonò un campanello e il dottor Sterling fu lieto di avere la scusa di potersi alzare. — Questo dev’essere il mio primo paziente. Posso suggerire a voi tutti un atteggiamento un po’ più caritatevole? Il vostro modo di accogliere la notizia di questa eredità non vi fa certo credito. — E pur non volendo fomentare maggiormente l’irritazione degli altri escludendo Sophie da quel rimprovero, le rivolse comunque un rapido sorriso, prima di aggiungere: — E un’altra cosa. Non voglio che la notizia esca da queste mura, è una cosa che deve restare tra noi. Mi sono spiegato?
Quando la porta si fu chiusa alle sue spalle, Althea esplose di nuovo. — Be’, sono ancora convinta che è orribile che io non riceva nemmeno un penny, e neanche Frank.
Sophie ne aveva abbastanza. — Se potessi fare a metà con te, lo farei, purtroppo non è in mio potere. Adesso però smettila di parlarne, per favore.
Ignorando quella preghiera la madre intervenne: — Quando ti sposerai, sarai certamente in grado di fare qualcosa per tuo fratello e tua sorella. Sono sicura che tuo marito, al quale naturalmente spetterà l’amministrazione della tua fortuna, non avrà obiezioni.
— E questo non è affatto giusto! — fece in tono petulante Althea. — Chissà perché il marito deve diventare il3 proprietario di tutto quanto possiede la donna che prende in moglie. Se fossi un membro del Parlamento proporrei una legge su questa faccenda.
Frank scoppiò a ridere. — Se fosse mai permesso alle donne, specialmente quelle che hanno idee sciocche come le tue, di entrare in Parlamento, andrei a vivere all’estero, te l’assicuro!
— Non sarebbe certo una grande perdita — fu la risposta della sorella. — Le donne possono continuare a studiare, adesso, e frequentare l’università, quindi non è improbabile che tu finisca per trasferirti.
La signora Sterling li rimproverò per quello stupido battibecco. — Non so proprio perché una donna di buona famiglia debba voler scegliere di fare una cosa del genere — aggiunse. — Comunque è il matrimonio la meta a cui aspiro per voi ragazze. Sophie fece un sorrisetto amaro. — Considerando che non ho un solo corteggiatore, mamma, immagino che il matrimonio per me sia una prospettiva ancora molto remota. È molto più probabile che si sposi Thea per prima.
Nessuno ebbe a che ridire su questa ipotesi e la ragazza salì nella sua camera con la scusa di una lettera da scrivere alla sua amica Verity Willsher. Una volta sola nella stanza, però, si sedette a guardarsi allo specchio. Sapeva bene di non essere una bellezza, ma questa volta esaminò la propria immagine allo specchio con un’attenzione diversa e più critica. Che un uomo la sposasse per i suoi soldi era l’ultima cosa che desiderava al mondo, eppure adesso questa prospettiva odiosa sembrava prendere corpo. Si sarebbe arrivati a un accordo vantaggioso per entrambe le parti, senza dubbio, anche se, ne era certa, suo padre non avrebbe permesso alla madre di costringerla a una sistemazione che lei avesse trovato sgradevole. Fino a quel momento Sophie non aveva ancora ricevuto offerte. La sua vita sociale consisteva in pranzi con i vicini e gli amici di famiglia, qualche ballo pubblico di tanto in tanto, o i ricevimenti del signor Willsher.
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Questi abitava con la moglie in una casa molto più grande della loro, che dava sul Parco di Clapham e, avendo figli di entrambi i sessi, amava vedere danzare i giovani. Dennis Willsher faceva la corte ad Althea, ma lei, da 7quella civetta che era e incoraggiata da sua madre, puntava molto più in alto che non uno sbarbatello figlio di un semplice avvocato. In quelle occasioni comunque Sophie veniva invitata a ballare, ma mai così spesso quanto Althea, che fluttuava nella sala gratificando di rapide occhiate dei suoi limpidi occhi azzurri i suoi compagni di danza, il bel viso illuminato di piacere, i capelli biondi acconciati all’ultima moda.
La signora Sterling profetizzava per lei un gran matrimonio, se solo qualcuno l’avesse introdotta nella buona società londinese. Ma Althea obiettava che tale profezia avesse poche probabilità di avverarsi, dato che la loro cerchia di conoscenze era limitata a Clapham, con i suoi commercianti, avvocati e proprietari terrieri. La signora Sterling però riteneva che, con due figlie da maritare, dovesse essere suo marito a muoversi, contattando i suoi parenti danarosi e trovando qualcuno che presentasse in società le due ragazze. Una stagione dei balli a Londra avrebbe certo permesso ad Althea di accalappiare un gentiluomo provvisto di titolo. A Sophie tutta questa storia non interessava affatto; anzi, pur non esprimendo il suo pensiero, trovava che erano un mucchio di sciocchezze pretenziose.
Guardandosi allo specchio, vide una faccia piuttosto lunga dal naso dritto, la bocca ben formata, tutto sommato non di una bellezza travolgente. Solo i suoi occhi grigi, grandi e ben distanziati, potevano essere definiti belli. Aveva i capelli castani (ahimè, niente riccioli d’oro per lei) pettinati con una scriminatura centrale e ordinatamente raccolti ai due lati in un ciuffo di ricci. In verità l’effetto del suo viso era molto più piacevole di quello che lei pensava.
L’alterco di quella mattina l’aveva turbata. Sophie amava la sua famiglia, anche se non era cieca ai suoi difetti, ed era sinceramente affezionata alla sorella: lei stessa aveva contribuito a viziare quella bambinetta adorabile, anche se forse, pensandoci adesso, non era stato molto saggio da parte sua. Che cosa ne avrebbe fatto di tutti quei soldi? Era una fortuna che non potesse toccarli prima del matrimonio. Senza dubbio d’ora in poi avrebbe avuto una rendita più sostanziosa del suo appannaggio attuale, ma le pareva improbabile che questo potesse cambiare di molto il suo tenore di vita.
Era forse segno di poca personalità il fatto di stare bene a casa sua, in particolare in compagnia di suo padre quando lui aveva del tempo libero o usciva a visitare i suoi pazienti? Non le dispiaceva nemmeno aiutare sua madre a dirigere la casa. Althea, che aveva appena finito i suoi studi sotto la guida di un’istitutrice che veniva tutti i giorni a dare lezione a lei e a Daisy Patterson, della casa accanto, adesso era irrequieta e insofferente della routine quotidiana. Desiderava tanto un diversivo che era riuscita a persuadere suo padre a comprarle un pony, da sistemare nella stalla insieme al cavallo che tirava la carrozza. Aveva imparato a cavalcare con la stessa facilità con cui riusciva ad avere successo in tutto quello che si intestardiva a voler fare e aveva cercato di convincere anche Sophie a provare, dicendole che era un’esperienza esilarante. Ma a Sophie un cavallo pareva un animale troppo grosso e imponente, con l’ulteriore difetto di essere dotato di una volontà propria, e non aveva nessuna voglia di montargli in groppa, visto che poteva recarsi dovunque volesse sia a piedi sia a bordo di una carrozza.
Le pareva che ci fosse sempre un mucchio di cose da fare: visite, passeggiate per prendere o riportare libri alla biblioteca, riparazioni e rammendi. Tutte le volte che il dottore trovava una famiglia bisognosa pregava la 4moglie e le figlie di provvedere a che ricevesse cibo e abiti smessi. Questo compito veniva generalmente affidato a Sophie, ma a lei non dispiaceva. Accompagnata dalla loro cameriera, Minnie, accorreva senza lasciarsi spaventare dalla lontananza, in aiuto di bambini malati o affamati, impietosita dagli sforzi di certe povere donne costrette a tirare avanti con livelli minimi di sussistenza, o con un marito ubriaco. Una volta la signora Sterling aveva protestato che visitare certe persone non era un’incombenza adatta alle sue ragazze, al che il dottore aveva replicato che soccorrere malati e poveri era un dovere di carità cristiana.
— Ma prenderanno qualche orribile malattia, ricordatelo — aveva insistito sua moglie.
— Lascia che di questo mi preoccupi io.
Così le giornate trascorrevano in molteplici occupazioni e Sophie non si annoiava mai. Aveva delle amicizie tra le famiglie della zona e la sua più cara amica, Verity, si era da poco fidanzata con un gentiluomo del Ministero degli Esteri. Verity sembrava così felice che Sophie si chiedeva se sarebbe mai capitata anche a lei una tale fortuna. Ma adesso questa enorme quantità di denaro avrebbe complicato le cose, escludendo con tutta probabilità un uomo di condizioni modeste quale il fratello di Dorothy, per esempio, anche se, per la verità, non aveva mai nutrito qualche interesse per lui. Come avrebbe preferito che l’eredità fosse stata divisa tra loro tre, invece.
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Ma la sua prozia non aveva avuto peli sulla lingua, a proposito degli altri due fratelli. Sophie ripensò alla conversazione che si era svolta tra di loro un pomeriggio dello scorso autunno, nel buio salotto della signora Crabtree.
— Ho l’impressione che Althea finirà per mettersi nei guai — aveva dichiarato la zia Adela. — A meno che io non stia prendendo una grossa cantonata. Ma è una sventata ed è troppo graziosa.
— Lo so — aveva sospirato Sophie. — È una dote di cui sono del tutto sprovvista.
— Sciocchezze. — Adela Crabtree era una donna minuscola e senza peso, quasi un uccellino, la faccia abbronzata8 e asciugata dai lunghi anni trascorsi al calore dell’India. Era intelligente e perspicace, insofferente della stupidità altrui. Al tempo di quella conversazione aveva superato i novant’anni e, non essendo più in grado di andare in società, doveva accontentarsi di lanciare frecciate caustiche a destra e a sinistra, dalla giovane Regina Vittoria, al governo e al sistema giudiziario, fino alla più infima figura pubblica che veniva nominata sul “Times”. Aveva uno sguardo penetrante che ben pochi riuscivano a sostenere a lungo, e in quell’occasione lo abbassò sulla pronipote. — Anche tu hai delle doti, bambina mia, non pensare di non averne. Anche se non sei maestra nell’arte di disporre i fiori nei vasi o di legare un fiocco in maniera elegante e simmetrica, sai comunque dipingere molto bene e suonare il piano.
— Senza grande abilità.
— Abbastanza bene, mia cara. Comunque più che a queste tue doti, io sto pensando alla tua personalità. Per ora non hai ancora dovuto metterti alla prova, ma vedrai. La vita potrebbe esigere parecchio da te, perché hai dei valori morali molto alti, tuttavia sono convinta che quando verrai messa alla prova troverai in te delle risorse insospettabili.
Sophie aveva riso, scuotendo la testa, ma la zia aveva continuato. — Oh, non mi sbaglio. Althea è brillante e ti incanta con le sue allegre chiacchiere, ma è superficiale, temo. Quanto a Frank, sono convinta che i giovani debbano farsi strada da soli. Un’eredità ricevuta troppo giovani può essere pericolosa, e io l’ho visto spesso. Quel ragazzo avrà successo se si darà da fare. Sarebbe controproducente per lui ricevere un mucchio di denaro senza dover muovere un dito.
Ripensando a quella conversazione, Sophie adesso temette che quelle spietate definizioni dei suoi fratelli fossero fin troppo veritiere. Il fatto che lei li amasse non le impediva di essere pienamente consapevole dei loro difetti. Durante le sue visite lei e la zia non si erano limitate a parlare della famiglia, ma avevano toccato un’ampia gamma di argomenti. Sophie amava quelle conversazioni serali e trovava estremamente ingiusta l’accusa di aver voluto in questo modo ingraziarsi la vecchia signora. Solo suo padre poteva capirla e prima di cena, certa di trovarlo nel suo studio, Sophie bussò alla sua porta. Nessuno, nemmeno la signora Sterling entrava in quel sancta sanctorum senza bussare.
— Allora, tesoro, che cosa c’è? — le chiese lui sorridendole. — Hai l’aria preoccupata. Si tratta di quel denaro?
— Sì, papà. — Sedette sulla poltrona di fronte a lui, quella riservata ai pazienti. — È una somma enorme. Avrei preferito che fosse stato qualcosa come cinquecento sterline o giù di lì.
— Sì, sono d’accordo con te, una somma di quell’entità sarebbe certo stata più facile da gestire, ma le cose5 stanno altrimenti. Capisco che quando ti piove addosso un patrimonio come quello l’effetto può essere sconvolgente e provocare reazioni sgradevoli in chi ti è vicino. D’altra parte la prozia ti voleva molto bene e le tue visite le davano grande gioia. — Il dottor Sterling era un uomo non molto alto, quasi calvo ormai, con un bel paio di baffoni e occhi azzurri dallo sguardo dolce. Era molto amato nella zona, specie dai suoi pazienti più poveri che avevano avuto modo di conoscere, oltre alla sua abilità professionale, anche la sua generosità sempre molto discreta. — Ti ricordi come le ha fatto piacere il dipinto del Mulino di Brixton che le hai regalato? Non era certo tipo da farlo incorniciare e appenderlo nel suo tinello solo per farti cosa gradita, non credi?
Sophie fece un risolino. — No, papà, non sarebbe stato nel suo stile. Però sono contenta di essere stata tenuta all’oscuro delle sue intenzioni, perché altrimenti non mi sarei più sentita a mio agio con lei.
— Cerca di non preoccuparti troppo, anche se, devo ammetterlo, quei soldi mi sembrano più una pietra al collo che un piacere. Naturalmente non potrai toccare un soldo fino a quando non ti sposerai, oppure avrai compiuto venticinque anni. Ma il signor Patten ormai amministra i nostri affari da talmente tanto tempo che conosce noi tutti a sufficienza, e con l’aiuto dell’avvocato della zia Adela sarà in grado di occuparsi di tutto nel modo migliore. Non è certo tipo da fare investimenti avventati. Gli interessi entreranno nel capitale, ma ti frutteranno anche una rendita trimestrale che può arrivare fino alle cento sterline.
— Oh, papà, sarò in grado di comprare regali per tutti!
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Il dottor Sterling si mise a ridere. — Ti aprirò un conto in banca. Non lasciarti vincere dalla tentazione di spendere troppo per i tuoi fratelli, e tanto meno per tua madre e per me. È meglio che tu lasci il tuo denaro a fruttare interessi fino a quando non ti servirà veramente.
— Sì, papà, hai proprio ragione. Però mi sarà utile in casi di emergenza.
— Per esempio per un certo vestito da sera per te, o, più probabilmente, per Althea. Non vorrei però che prendesse l’abitudine di venire a chiederti quel tipo di favori. Mandala da me, se lo facesse. Non ti dico di non essere generosa, ti chiedo soltanto di avere un po’ di buon senso. Be’, sotto questo aspetto ci si può fidare di te, non ne ho il minimo dubbio. Mio padre mi ha insegnato a stare attento ai soldi e credo che tu abbia ereditato questa dote.
Sophie gli sorrise.
6Naturalmente a cena fu ripreso l’argomento dell’eredità, fino a che il dottor Sterling non dichiarò con fermezza che se ne era parlato a sufficienza e portò il discorso sulla nuova Esposizione che si sarebbe tenuta a Londra l’anno dopo o quello successivo, quando fosse stato reperito il sito adatto per ospitarla.
— Non sempre le Esposizioni sono interessanti — osservò Althea. — Quella a cui ci hai portato l’anno scorso è stata una delle cose più noiose che abbia mai visto.
— Devo ammettere che non era stata organizzata molto bene, e che gli ultimi ritrovati della tecnica per risparmiare lavoro in cucina forse non sono il massimo dell’interesse per le signorine, ma questa sarà molto grande e coprirà ogni possibile attività e commercio umano. Tutti i paesi sono invitati a mandare materiale da esporre e, dato che il principe Alberto è particolarmente interessato alla cosa, questo progetto non rimarrà certo sulla carta. E naturalmente, visto che lui ne è così entusiasta, sarà molto interessata anche la Regina.
— Che meraviglioso esempio è la nostra Regina per tutti! — esclamò la signora Sterling. — Che lieta vita familiare conducono lei e il suo sposo e come sono desiderosi di fare il bene del paese. Potrei giurare che più della metà dei bambini che nascono in questo periodo vengono battezzati Vittoria o Alberto.
Fu un grande sollievo per Sophie vedere che la conversazione era stata finalmente dirottata dalla sua eredità.
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Fine secondo capitolo

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36 pensieri su “Una storia 2

  1. Buongiorno Ninni.
    E’ un buongiorno per me e che lo sia per te.
    Tutta questa tenerezza e serenità? Sto leggendo un romanzo che mi piace e mi prende. Una storia che si sta presentando bene, anzi meglio.

    Un capitolo denso di promesse.
    Sophie si delinea in quel personaggio che è.
    Una ragazza, donna, che è seriamente matura e umilmente presente.
    Molto bello caro Ninni milord.
    Un capitolo che promette tanto davvero.
    Mi ricordo.
    Quando lo pubblicasti la prima volta, il tuo parlare dell’Expo a Londra fu un vero miracolo di scrittura.
    Certe cose non si dimenticano per profondità e per bellezza.
    Bravo sul serio.

    Un caro saluto e buona giornata
    Da Parigi

    Annelise

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    • Annelise Baum

      Vi ringraziammo milady per le parole generose che ci dedicaste.
      Le promesse in una storia sono, quasi, importante come la storia stessa. Raccontare di eventi è difficile soprattutto se, tali eventi, sono molto lontani nella memoria.
      Grazie per aver scritto.

      Cordialità

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  2. Buongiorno.
    Non ti nascondo che ci pensavo ieri sera.
    Eccomi qua che, dopo essermi soffermato sui personaggi e sulla storia, sto assaporando il “tempo bello” vittoriano.
    Dimmi la verità, ma tu eri già lì?😉
    Buona giornata.

    PS: Mi piace Sophie.🙂

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    • Spillo

      I personaggi del Tempo bello, si esprimono quasi sempre, con la preponderanza di chi ha compreso sia il periodo trattato, sia la forza e la vis dramatica da trattare.
      Grazie, Francesco.
      Abbiate un sereno pomeriggio.

      Cordialità

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  3. Veramente molto bello Milord, una storia che si annuncia ricca di particolari e penso anche di sorpresa. Scritta in maniera molto delicata e coinvolgente.
    Prosa e ambientazioni squisite; personaggi molto ben inquadrati.
    Complimenti, attendo con impazienza il seguito.

    (Ti scrivo una mail. Mi serve qualche “tua” domandina)

    Buona giornata

    Louis

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    • Gianluigi Top

      I personaggi, quando inquadrati, non hanno più bisogno di un cronachista che ne parli.
      parlano da soli; si esprimono da soli; si confrontano da soli.
      Un silenzio che regala la serenità nell’ascolto, è proprio quello che si può avere quando, in assoluta semplicità, parliamo con i personaggi.

      (Sì, ho letto la mail e ho risposto dettagliatamente.)

      Grazie e cordialità

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  4. caro Milord,
    un capitolo così soltanto dentro a un professionismo sfrenato si può leggere.
    Un professionismo che prende il cuore.
    Sophie è una ragazza, ma per come si pone, è una donna.
    Una umiltà e una proprietà che la fanno apparire bella e sicuramente di grande classe.

    Leggo un capitolo che, sicuramente preparatorio, si dipana in un viale perfettamente coerente.

    Credimi, milord, non vedo l’ora di leggere il numero 3, dove immagino si inizi “il ballo”.
    Buona giornata
    Manuela

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    • Manuela Rovati

      Il professionismo consiste nell’immaginare una storia e confezionarla, sulla base delle nostre esperienze, con calma, discrezione e proprietà di linguaggio.
      Certo è che, un capitolo a carattere storico, non è di primo acchito, un fattore facile. vari sono i momenti da ricordare.
      Vari sono i momenti da raccontare.
      Vedo che capiste.
      Grazie e cordialità

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  5. Caro Antonmaria

    Continua la narrazione col secondo capitolo che ci fa addentrare (sì perché, come ogni volta che Vi fate leggere, Antonmaria, avete il talento letterario di coinvolgerci a tal punto da renderci visibilmente reali le immagini, quasi stessimo assistendo ad un film) nell’avvicendarsi di situazioni e sentimenti di una famiglia che sta passando per un periodo particolare: i figli sono abbastanza grandi per ipotizzare il futuro e, particolarmente le ragazze, sono in età da marito.
    Continua a distinguersi positivamente Sophie: i valori basilari del matrimonio non dovrebbero essere mai sviliti da calcoli, convenienze e scelte conseguenti.

    Sophie sente abominevole l’ ipotesi di essere ‘catturata’ solo per le ricchezze capitatele in eredità, mentre madre e sorella sembrano valutare esclusivamente un matrimonio d’affari.

    Sophie sarà pur meno appariscente fisicamente rispetto Althea, ma ha la bellezza imperturbabile al passare del tempo della umiltà, della discrezione, della giustizia. Ha la bellezza della bontà a prescindere, non si incattivisce prendendosela col mondo e con chiunque per la natura che non è stata molto generosa con lei. Queste sono le più belle persone, quelle di cui puoi fidarti: hanno l’ obiettività di valutare e valorizzare le proprie risorse e riconoscere i propri limiti: non fanno dipendere la propria esistenza nel cercare di sembrare e imitare qualcun altro; sono se stesse coerentemente con le proprie possibilità non perdendo mai di vista i valori di coscienza più importanti; di gran lunga, questi, col tempo rendono una persona migliore più dell’ avvenenza fisica o di qualsiasi maquillage.

    Sempre grazie, Antonmaria.
    Questo pregiato spazio che avete creato è di grande soddisfazione.
    Con Stima e Affetto,

    Maria Silvia

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    • Maria Silvia,

      sono profondamente colpita dal suo commento che è, oltre che preciso, è perfetto.
      Mi creda, signora, l’ho letto tre volte e la sensazione di profondità, di completezza è autentico e coinvolgente.
      Mi ha fatto, in due parole, rileggere tutto il capitolo per meglio gustarlo con quell’attenzione che meritano tutti i lavori di Lord Ninni.

      La ringrazio, signora Maria Silvia.
      Uno scritto che, se me lo permette, stamperò in calce al capitolo stesso, proprio come una recensione.
      La seguo sempre.
      Buona sera

      Eleonora Bisi

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      • Gentile Eleonora

        È facile essere ispirati nel commentare le pubblicazioni di Milord, di rara bellezza stilistica e sempre significative di Valori e Sentimenti.
        Infatti, è Milord l’ ispirazione per i tanti che replicano. Ho avuto modo di apprezzare anche Lei, Eleonora.
        E’ motivo di soddisfazione, per me, che Lei abbia intenzione di conservare il mio commento, stampandolo.
        La ringrazio per la Sua generosità e Le auguro buon pomeriggio.

        Maria Silvia

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    • Donna Maria Silvia

      Vi ringraziammo, innanzi tutto, per essere passata presso queste umili pagine.

      Vi ringraziammo per le affermazioni generosissime sul primo e secondo capitolo che, tutto sommato, non ha dato molto se non introdurre la storia, il periodo storico (tardo vittoriano) e la sceneggiatura.
      Frasi, intendimenti e buona volontà pervasero, nelle famiglie per bene i cuori di quelli che avrebbero condotto il mondo verso l’attiuale evoluzione.
      Le famiglie patriarcali di impianto e stampo consolidato nella tradizione; i buoni propositi, l’amore per la Patria caratterizzarono, compiutamente, l’inizio del 1900. Buoni propositi che vennero manipolati dalla natura umana in tutta la sua bestialità funesta.
      L’umanità, offesa, subì due guerre mondiali e di quel mondo pieno e pervaso nulla rimase se non il ricordo, dal sapore antico, che a voce ci giunse dalle nostre bisnonne.
      Una voce che non venne mai udita, ma che, nel sangue del tempo e registrato nei caratteri genitoriali, ci risuona dentro e ci racconta di quel mondo che era e non fu; che poteva essere, ma si assopì.

      Le vostre parole, Donna Maria Silvia, ci riempirono di entusiasmo.
      La vostra analisi porta una luce in più a queste nostre umili parole.
      Il bel tempo vittoriano, nello specifico, è riferimento a questa storia sia per l’ambientazione, sia per quello che era il messaggio (e non troppo nascosto) che tale periodo regalò.
      Pulizia, amore per gli affetti familiari, per la patria che formava e veniva difesa; per l’Umanità intera che osservava.
      Amore per quegli ideali propugnati dai liberi muratori, che tanto diedero all’illuminismo.

      I personaggi vivono, prima, nel nostro intimo (per predisposizione, cultuta, tendenza) e dopo sulla carta. Se voi, mia signora, asserite che “ascoltate” vivere Sophie, non potemmo far altro che ringraziarvi nella speranza di averla fatti vivere sulla carta come voi intendeste.
      Le sorelle sono un po’ complesse e con la speranza di poterle descrivere al meglio affidammo le nostre cordialità a queste pagine, per voi.
      Grazie per le espressioni generose e di indubbia e munificente prodigalità.

      Grazie mia Signora

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      • Ninni,

        un commento che si commenta da solo.
        Un commento che è, al tempo stesso, una analisi e uno sprint a fare analisi e analisi.
        Non è facile raccontare di un mondo per sentito dire..
        Anche perché, l’Epoca vittoriana è stata un momento di grandissimi cambiamenti.
        Dallo stile, alla moda, insomma…

        I personaggi vivono nel nostro intimo…
        Si, è vero…

        Sempre bravissimo.
        Grazie per queste emozioni.
        Grazie

        Elena Simonin

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    • Signora Maria Silvia

      Un pezzo di autentica bravura che lascia il sapore di cose buone.
      Mi è piaciuto il suo passaggio:
      “Sophie sente abominevole l’ ipotesi di essere ‘catturata’ solo per le ricchezze capitatele in eredità,”
      In una frase ha scritto quanto è terribile quella situazione per una persona, una donna, con una profonda dignità.

      La leggo sempre

      Elena Simonin

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      • Gentile Signora Elena

        Come da Lei sottolineato, la donna con Dignità non può accettare un legame che non coinvolga sentimenti leali, quale quello per interessi economici, che è grave quanto l’ accontentarsi pur di non rimanere soli.
        Grazie per l’ apprezzamento e mi onora che mi legga con interesse. La leggo anch’ io con riguardo.
        Le auguro una notte serena.

        Maria Silvia

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  6. Una orribile storiella decadentista che parla di un’epoca decadente e autocelebrativa.
    Una schifezza che, fortunatamente, il mondo operaio ha cancellato (ma non del tutto).

    La leggo, però e mi piace perché scritta bene e reale nell’esposizione del periodo.
    Se, infatti, sei riuscito a suscitarmi tutta questa rabbia dentro, vuol dire che sei bravo a descriverla, coinvolgendomi
    Promosso, sei un grande.
    A venerdì, allora, se ho capito bene.
    Ciao.🙂

    Gab

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    • Iosif Dzugasvili

      “… una orribile storiella decadentista che parla di un’epoca decadente e autocelebrativa“?

      Molto probabile Kompagno.
      Mi consolò, almeno, che scrivemmo bene. Voi, invece sempre lineare, democratico e sereno nelle vostre cose, vero?
      Rilassatevi Kompagno. Il mondo, quando ve ne sarete andato, tirerà un sospiro di sollievo lo stesso.

      Cordialità

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  7. Uno scritto bello, che fa bene al cuore in tutte le sue espressioni.
    Un segreto maturato dentro l’anima. Un futuro che si presenta complicato.
    Siete bravo, mio signore.
    Siete bravissimo.
    Lo devo dire: sono stupita.
    Una storia che si presenta delicata e la cura sia dei particolari, che dell’ambientazione sono uno spettacolo. veramente un racconto sopraffino. Un racconto che mi sta prendendo tanto.
    bello.
    Adesso me lo rileggo.
    Siete riuscito a portarmi in un altro mondo.
    Buona sera

    Giorgia

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  8. Un racconto che, per l’evidente ambientazione e il taglio di alto profilo, viene proposto a puntate.
    Un profilo letterario alto, morbido e direi quasi vellutato che apre uno spaccato, di vita, in quella che fu l’era vittoriana.
    C’è da dire che la controversa vittorianità è stata, spesso, messa in discussione dal rimanente pianeta esterno all’inglesità. Ovviamente la lettura da parte di personaggi “interni” alla vicenda, squisitamente britannica, ci induce a riiflettere su quello e cosa fu l’era vittoriana.

    Dialoghi speciali, reali e improntati alla serietà narrativa.
    Non potevo attendere di meno dalla sua penna, caro dottore.

    Buona serata

    B

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  9. Ho letto con attenzione sia la puntata precdente, sia questa.
    Un “discorsivo” incredibilmente impareggiabile, caro Ninni.
    So che sei felice per questo, ma non ti sembra troppo serrato il ritmo che ti proponi?
    Un bell’impianto.
    Un gran be regalo per tutti.
    Sono rimasto positivamente colpito dall’ambientazione particolareggiata (dialoghi).
    Ciao.
    Saluto chi conosco

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  10. L’intimità di una famiglia della media borghesia e le chiacchiere tra genitori con i figli, secondo i canoni di una volta, mi mancano.
    Ma ho rivissuto quelli di quando ero piccola, attraverso le tue parole, caro milord.
    Si, devo dire chi mi interessa sapere come continua questa storia.
    Un bacetto sul nasino.
    🙂

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  11. Si, questo è un romanzo in piena regola. Un romanzo con dialoghi, storia “in fieri” e una precisa regia.
    Bello, si legge bene.
    Soprattutto scorre. Eccome se scorre.
    Abbia una serena giornata caro dott. Raimondi.

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  12. Un racconto (lungo? Quindi un romanzo) ambientato nell’era vittoriana o immediatamente post.
    In pieno tuo stile, caro Milord.
    Una storia delicata dove vedo, proprio, l’impegno nello scrivere, con proprietà, nel suo periodo.
    Ho notato che, nei dialoghi, ti soffermi su quelli cui erano, all’epoca, gli indirizzi d’opinione (matrimonio, rigida educazione, bei principii, dote matrimoniale, ecc. ecc. che in alcuni casi è rimasto, come tradizione, nelle terre del sud).
    Attraverso i dialoghi hai descritto tutto quel mondo perduto che tanto improntò l’era moderna a partire dal decadentismo savoiardo d’inizio secolo.
    Certe volte, e ci conosciamo da anni ormai, mi sembri la reincarnaziine di un gentleman d’epoca.
    So che non sei credente, ma mi piace pensarla questa reincarnazione.

    Complimenti, ci attendono pagine di lirica sopraffina.

    Dalla partenope Capitale

    Dudù

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  13. Un secondo passaggio, sotto il profilo squisitamente letterario, importante.
    L’introduzione verso nuovi e più vasti argomenti era quasi d’obbligo. Infatti, ho assistito, durante la lettura, alla Sua professionale qualità letteraria.
    E’ riuscito a regalarci momenti di autentica partecipazione.

    Sophie, una splendida ragazza di fine secolo, manifesta già una connotazione che, immagino, durerà fino alla fine del suo romanzo.
    Le qualità, importanti, vivono, durano e perdurano, profondamente in questi passaggi umani che lei, dott. Raimondi, riesce a rendere magnifici nella loro caratterizzazione.
    Come avrei potuto sperare di meglio?
    La ringrazio per questa lettura elevata che riesce a regalarci rendendo, così, la nostra giornata più bella e più soffice.

    Le auguro un buon giorno felice

    Amedeo

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  14. Scrivo quasi di nascosto e in religioso silenzio.
    Ascolto Sophie che mi parla del suo mondo dei suoi pensieri e delle sue speranze.
    Apro per vedere e richiudo questa finestra per conservare il momento magico, con un sorriso.
    Questo attimo importante che tu, caro milord, ci hai permesso di osservare.
    Inutile significarti la profonda stima che, assieme a quanti ti leggono da anni e a quanti ti conoscono, è profonda.
    Leggerti è sempre un momento di profonda qualità, benessere e gioia.
    Anche adesso che ti leggo (sono a Londra) ti devo ringraziare per avermi regalato un momento di sana evasione.

    Una Storia promette bene.
    Se a fare tale promessa sei tu allora, ne sono sicura, tutto questo ha un senso. Quel senso di pulizia, dignità e rispetto che ci regali da anni.
    Ti ammiro e ti apprezzo milord.
    Un abbraccio con simpatia, salutando i tuoi lettori che seguo con moltissimo interesse.

    Sonia

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