Una storia 4

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2Una settimana più tardi un altro colloquio tra figlio e genitore aveva luogo in una sede molto diversa, una residenza grande ed elegante situata in Mount Street, la strada che da Mount Gate portava dritto dentro Hyde Park. Qui Lord Randolph di Redesdale sedeva accanto al fuoco nella biblioteca, mentre George, il suo primogenito, era in piedi, appoggiato alla mensola elegantemente scolpita del camino. Di ritorno in patria dopo una permanenza di sei anni all’estero, George era a casa da tre ore esatte, il tempo necessario per rinfrescarsi dopo il lungo viaggio e cambiarsi d’abito.
— Bene, signore, vedo che ben lungi dal trovarvi con un piede nella fossa, siete in ottima salute, cosa di cui mi compiaccio.
Suo padre gli lanciò un’occhiata acida. — Mi spiace doverti deludere ma, come puoi notare, senza dubbio a causa della mia natura perversa, sono vivo e vegeto. Credi forse che non lo sappia che non saresti mai tornato se non avessi avuto notizie allarmanti su di me da quello stupido ficcanaso di Warburton, oltre al parere pessimistico del dottore? — Il gesto di diniego di George fu ignorato come una semplice formalità e il vecchio continuò imperterrito la sua tirata. — Fosse stato per me, non ti avrei certo fatto chiamare così precipitosamente.
— Su questo non ho dubbi. — George si allontanò leggermente dal camino, disturbato dal calore e dalla mancanza d’aria della stanza. — Ma molto tempo è trascorso da quando abbiamo litigato. Non è il caso di provare a seppellire l’ascia di guerra e fumare il calumet della pace?
Lord Randolph, gli occhi fissi sulla brace, spostò con il bastone un ciocco fuori posto. — Sei stato tu a causare uno spiacevole scandalo, trascinando in tribunale il nostro nome. Non c’era che un rimedio a tutto questo, che tu ti allontanassi… e per un lungo periodo di tempo.
George inarcò un sopracciglio. — Direi che un’assenza di sei anni può sembrare eccessiva. Non mi avete mai chiesto di tornare. Sono certo che vi sarebbe piaciuto potermi diseredare, lasciando tutto a Maurice, invece che a me.
— Tuo fratello non ha niente a che fare con tutto ciò. Inoltre è in mare, nelle Isole del Sud, a due anni di navigazione dall’Inghilterra. Comunque non sembra essere cambiato molto, e quando è sulla terraferma è più frivolo e spendaccione che mai. Non fa che correre dietro alle donne e combinare non so che altri pasticci. Tra l’uno e l’altro di voi due…
— Oh, vi prego, non considerateci come se fossimo fatti tutti e due della stessa pasta. Non siamo uguali. Anch’io ho miei difetti, ma sono diversi.
— È probabile. Il fatto che tu mi abbia scritto, anche se le tue lettere non erano più lunghe di due o tre righe appena, almeno rivela l’esistenza in te di un minimo di senso del dovere di cui finora non mi ero mai accorto.
— Quanto a questo, da voi io ho ricevuto una sola lettera, in cui mi informaatei della morte di zio Henry.
Lord Randolph ignorò del tutto la replica di suo figlio. — Ho sentito che l’ultimo tuo soggiorno è stato a Gibilterra.
— Avevo un impiego presso il governatore. È una persona perbene e comunque qualsiasi destinazione sarebbe5 stata più tollerabile che la nostra ambasciata a San Pietroburgo dove mi avevate esiliato voi.
— Ti avevo trovato un posto migliore di quel che meritavi.
— Troppo fredda la Russia. — George si avvicinò a un tavolino. — Un brandy, signore? — Versò il liquore in due bicchieri e ne diede uno al vecchio. — Se però dobbiamo continuare a litigare è inutile che io sia ritornato. Non vedo il motivo di andare a rivangare il passato e recriminare su vecchie questioni. E trovo che voi dobbiate darmi atto che sono diventato un po’ più saggio con l’età.
Suo padre si dimenò a disagio sulla poltrona. Era sempre vestito di nero, e la sua finanziera e il fazzoletto da collo non facevano altro che evidenziare il pallore del viso affilato, da uccello rapace. — Può darsi. Ma ho saputo che ti sei dato da fare, provando diverse occupazioni e senza dubbio sprecando il tuo tempo in tutte le capitali dell’Europa. Le tue lettere mi giungevano ogni volta da un paese diverso: a quanto pare non hai mai trovato niente a cui valesse la pena dedicarti.
— Non pensate che essere un dilettante abbia dei vantaggi?
— Non giocare con le parole, George. Sai benissimo quello che intendo dire. Però trovo che tu abbia perfettamente ragione dicendo che è inutile adesso andare a rivangare il passato. Delle persone coinvolte nella faccenda, il capitano Horton è ormai da tempo in America e la signora Horton è morta. Non lo sapevi? — chiese poi, vedendo che il figlio aveva d’improvviso cambiato espressione.
— No, nessuno si è degnato di informarmi. — Senza dubbio di quello scandalo, ormai morto e sepolto da tempo, nessuno a Londra si ricordava più, ma Emily Horton aveva lasciato una profonda cicatrice nel cuore del ventunenne che George era stato. — E come…
— C’era un annuncio sul “Times” un anno fa o giù di lì, se ben ricordo. Si è trattato di una malattia improvvisa, mi pare. Quindi, dicevo, non occorre più rimestare quella vecchia storia. Da allora si sono avuti molti altri scandali e la società si sarà certo dimenticata dei tuoi. — La voce del vecchio prese un tono più duro quando vide come si era subito rabbuiata la faccia del figlio.
Ma George si limitò chiedergli in tono privo di espressione: — Andate ancora in società in questi giorni?
— No, non molto. Mi manca Melbourne, naturalmente. Era il mio più vecchio amico e se n’è andato ormai da due anni. Di tanto in tanto ceno con Sir Robert Peel. Come parlamentare ha preso parecchia gente di mira, ma in privato è un eccellente commensale. Pranzo anche con Wellington, parliamo dei nostri ricordi di vecchi. Ogni tanto faccio una partita di whist al mio club, e talvolta vado anche a Corte. Sua Maestà è sempre molto affabile con un vecchio come me. Il principe è molto colto ed è interessante parlare con lui, ma io ci vado sempre meno in questi giorni. — Si interruppe, stringendo forte una mano sul bracciolo della poltrona: l’ultima cosa che aveva voglia di fare era parlare di sé. Pur essendo assolutamente privo di sentimentalismo, in quel momento nel suo intimo egli provava un senso di panico all’idea di poter perdere di nuovo il suo primogenito. — Bene, ora che sei qui, dobbiamo pensare al futuro — continuò. — Tu sei mio erede e io ho visto la morte in faccia. Ci sono parecchie cose a cui pensare. Plummers…
George posò il bicchiere, cercando di scacciare dai suoi pensieri la defunta Emily Horton. — Sì, devo ammettere3 che ho dei progetti. Se voi… — Si affrettò a trasformare la formulazione del suo piano da “se voi foste morto” a “se voi approvate” — mi piacerebbe impiantare qui un allevamento di cavalli. Ho portato uno stallone e due giumente. Sono cavalli arabi e l’impresa potrebbe rivelarsi proficua.
Lord Randolph lo fissò stupefatto.
— Arabi? Non ne ho mai visti di quella razza.
— Lo supponevo. Credo di essere il primo a portarla in questo paese. Sono delle bestie splendide, di razza purissima.
— Non hai proprio perso tempo nel trovare una destinazione per Plummers, mi sembra!
Suo figlio si strinse nelle spalle. — Non era stato programmato. Mentre ero in Marocco mi sono stati offerti questi cavalli. Erano un’occasione troppo buona perché me la lasciassi sfuggire. Poi sono tornato a Gibilterra e ho trovato là ad aspettarmi la lettera di Warburton, così mi sono portato dietro anche loro in Inghilterra. Lo sapete bene anche voi che i cavalli sono sempre stati la mia grande passione… Be’, adesso voglio che questa passione non si limiti più a essere un semplice hobby.
— Non vorrai dirmi che intendevi impiantare il tuo allevamento sulla Rocca di Gibilterra?
— Oh, Dio, questo no. Avevo comunque l’intenzione di mandarli qui in Inghilterra e scrivervi. Volevo proporvi di lasciarmi usare Plummers. Voi non ci andate mai, dopo tutto, non è vero?
— No, non ci vado. È un posto maledettamente grande, troppo grande per essere confortevole, pieno di correnti e di finestre che non chiudono bene. — Ma gli vennero in mente i giorni più felici di tanto tempo prima, quando pieno di speranze aveva portato là la sua giovane sposa, e gli anni idilliaci che aveva trascorso in quella casa. Se ne era allontanato solo dopo la morte di sua moglie, affidandone la gestione al suo amministratore. Non se l’era sentita di continuare a viverci. Ma ricordava ancora i due bambini che giocavano in quel posto splendido e si arrampicavano sul vecchissimo cedro, o facevano navigare una barchetta sull’acqua bassa del laghetto. — Sei cambiato, George — osservò, guardando la figura solida e ben fatta del figlio.
— Non c’è da stupirsene, signore. È passato parecchio tempo.
6— Sì, era proprio ora che tu tornassi — fece il vecchio in tono pensoso. Puoi occuparti tu di Plummers. Io invece me ne resto qui in questa casa, dove posso avere tutti i comfort, almeno fino a quando sono ancora al mondo.
George ignorò quest’ultimo commento e passò a un tema che gli stava molto a cuore. — Warburton mi ha accennato che dal punto di vista finanziario la situazione non è troppo brillante e che mi aspettava un compito arduo. — Vide suo padre agitarsi di nuovo sulla poltrona, le mani rugose che si stringevano spasmodicamente sul bastone di ebano da cui ormai era inseparabile; così, in tono più pacato, aggiunse: — Di che cosa si tratta, padre? Che cos’è andato male?
— Gli investimenti. Quella maledetta Borsa. È stata colpa di Warburton, che si è fidato dei pessimi consigli del mio agente e me li ha trasmessi, quel vecchio idiota!
Il prudente Warburton, un uomo dalle spalle molto larghe, aveva tutta la comprensione di George. — Dovevano essergli parsi molto sensati, a quel tempo. Di che cosa si trattava?
— Oh, di un’altra di quelle panzanate dei Mari del Sud, o roba del genere. Sempre meglio investire in patria. Però anni fa io ho comprato le azioni di un’impresa di spedizioni che commerciava lungo le nostre coste. Allora sembrava un investimento solido, ma adesso la merce viaggia per treno, quegli affari sporchi e rumorosi. Sai che possono viaggiare a una velocità di novanta chilometri all’ora? La navigazione costiera ha subito un brutto colpo e io ho perso parecchio denaro. Probabilmente dovrò vendere questa casa.
— Venderla? Ma dove andreste ad abitare? Non certo a Plummers, immagino.
Lord Randolph rabbrividì. — No, se appena riesco a evitarlo. Immagino che dovrò trovare uno squallido8 alloggio grande abbastanza da ospitare me e Harper, almeno.
George non riuscì a trattenere una risata. — Che profeta di disgrazie e sfortuna siete. Non credo affatto che la situazione sia così nera. Dovete permettermi di esaminarla a fondo. Domani andrò a parlare con Warburton.
— È come dico io — ribadì suo padre. — Ci sono pochissimi soldi. Forse venderò Plummers.
— Non potete. È vincolato e deve restare in famiglia.
— È vero, me n’ero dimenticato. — Il vecchio rimase seduto a guardare il fuoco, mentre il figlio lo osservava.
Alla fine George riprese a parlare. — A quanto pare ho fatto bene a tornare: devo cercare di sistemare le cose.
— Oh, davvero? Allora sei tornato con enormi mezzi finanziari. Questo mi stupirebbe molto.
— No.
Lord Randolph lo squadrò da capo a piedi, soffermandosi sulla giacca di taglio elegante, il panciotto giallo rossiccio, i pantaloni a scacchi e la bella camicia di lino che spuntava dal collo e dai polsi. — Non sembri in miseria. Devi avere le tasche ben fornite se puoi permetterti di vestirti bene e comprare dei cavalli indubbiamente costosi.
4George si strinse nelle spalle. — Non sono alla fame, se è quello che volete sapere, ma non sono nemmeno in condizioni particolarmente floride, al momento.
— Be’, se non sei tornato a casa con una fortuna, siamo nei guai. L’unico sistema per tirarcene fuori è che tu sposi un’ereditiera. Ridi pure, se vuoi, ma sarebbe una soluzione.
— Credete? Che fantasia avete! E come potrei conoscere un’ereditiera, secondo voi?
— Non è una cosa facile, devo ammetterlo, ma per puro caso io ne conosco una. — Il vecchio guardò il viso stupito del figlio. — Parlo sul serio. Probabilmente non sai che la tua prozia Adela è morta.
— No, non lo sapevo. A quel che mi ricordo era una vecchia strega che viveva in una casa piena di ninnoli e oggetti rari e aveva una lingua velenosa.
— Solo con quelli che la irritavano. Ha lasciato una fortuna che dà una rendita di ventimila all’anno.
— Buon Dio, non avevo idea! — George era sbigottito. — E a chi diavolo l’ha lasciata? E da dove le venivano tutti questi soldi?
— Il vecchio Crabtree, che aveva fatto fortuna in India, ha investito oculatamente il suo denaro, molto più di me, devo dire, moltiplicando così il suo capitale.
— Allora a chi l’ha… be’ non certo a me, suppongo, vero?
— No di certo! Ti ricordava come un ragazzino impertinente che catturava ranocchi nel suo giardino per liberarli nel suo salotto quando aveva ospiti.
— A Maurice, allora?
7— Non era certo migliore di te.
E tacque. — Per amore del cielo — lo incalzò George, rispondete alla mia domanda, signore!
— Ha lasciato tutte le sue sostanze alla signorina Sophie Sterling.
— E chi diavolo è costei? — La faccia di George tradiva un grande stupore.
— Il dottor Sterling, suo padre, è mio cugino in seconda: mio nonno e il suo erano fratelli e Adela era loro sorella. Un’altra sorella, la zia Mary, ha sposato uno Sterling; gli Sterling sono una buona famiglia originaria del Northumberland e credo che ci siano ancora dei loro parenti che vivono là. Il loro figlio, David, si è laureato in medicina all’Università di Edimburgo. Dopodiché è sceso al sud per lavorare, mi sembra, all’Ospedale St. Bartholomew, si è sposato… con una donna di grado sociale inferiore, secondo la famiglia, e non è più ritornato al nord. Non lo vedevo da parecchi anni, fino a poco fa. Ha due figlie e un figlio maschio. A quanto pare è sempre rimasto in contatto con Adela Crabtree e Sophie, la figlia maggiore, andava a trovarla regolarmente. Probabilmente la vecchia si è affezionata a lei. Comunque il fatto è che tutto va alla ragazza, eccetto la collezione di oggetti rari e curiosi di Crabtree, che è stata destinata al British Museum.

 

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29 pensieri su “Una storia 4

  1. Una grande puntata milord.
    E che dialoghi. Sembra quasi di assistere, personalmente, al diverbio tra padre e figlio.
    Sei proprio bravo e attinentissimo al racconto.
    Ciao e buona domenica

    Francesco

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  2. Dear Mylord,
    scrivo dopo tantissimo tempo che sono vostra amica.
    Ho letto tre capitoli precedenti e questo (Mi scuso per il mio cattivo italiano).
    Il giovane george si presenta come il secondo protagonista. Sicuramente la storia girerà su di lui altrimenti non ce ne avreste parlato.
    Abbiamo:
    Sophie, una buona e brava ragazza che, cersciuta nello spirito vittoriano, è dedita alle buona maniere ma soprattutto sa stare al suo posto. Per indole, educazione e altro.
    Una brava ragazza come ce ne sono sparse in tutto il mondo.
    Soltanto che questa brava ragazza è presa da un gravissimo sconforto: ha ricevuto tanto denaro e adesso ha paura (giustamente) che l’attenzine e il vero amore siano attaccate a lei perché, appunto ha il denaro.

    Una brutta cosa se è una ragazza dfi buona famiglia e di ideali fermi e sicuri.
    Ideali che vanno dalla dignità alla pulizia dentro.
    E come potrebbe diversamente?
    Poi, adesso, abbiamo l’entrata di george.-

    Dichiaratamente sarà il co-protagonista.
    Ma siamo, ancora all’introduzione.

    Problemi opposti, allora.
    George e suo padre sono inuna brutta situazione di denaro, ma il giovane George hsa l’entusiasmo e la giovane età.
    Sophie, una ragazza irreprensibile, una donna su cui fare affidamento, che si trova con una grandissima responsabilità: il denaro.
    Mi sembra che si sia delinerato questo romanzo.
    Bello proprio.
    Un bel romanzo romantico.

    Ti lascio, my lord, un caro saluto e un bacio.
    Grazie per tutto e buona notte.
    (Ho usato, largamente, il traduttore di Google)..
    Buonanotte a tutti…

    Kate

    😀

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  3. Quattro colpi, quattro centri.
    Bello proprio come capitolo.
    Un passaggio molto ragionato con dei dialoghi che la fanno da padrone.
    Una puntata veramente azzeccatissima.
    Godibile, bella, scorrevole e appropriata.
    Così hai spalancato un mondo, un pianeta con una proprietà stupefacente.
    Sembra che tu abbia acceso un registratore nella storia.
    Incredibile.

    Ciao Ninni e buona domenica.

    G.

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  4. Caro Antonmaria

    Questo romanzo mi sta incantando per quella straordinaria bellezza e perfezione letteraria di cui solo Voi siete capace.
    L’ immedesimazione nel contesto, per chi legge, è incontrollabile.
    Ad intuizione, mi sembra stia emergendo un’ altra, oltre Sophie, bella persona. Molto probabilmente sarà un personaggio, magari anche protagonista, di rilievo: George de Redesdale.
    Già per il fatto che, nonostante il rapporto familiare fosse stato incrinato da un litigio, il figlio abbia voluto mantenere il riguardo di significare la sua presenza per corrispondenza epistolare. (Attenzioni apprezzate dal genitore). Soprattutto, però, che sia accorso dopo la notizia che il padre versava in precarie condizioni di salute ed in dissesto finanziario.
    Non nascondo di essere rimasta così così che il capitolo si sia troncato durante la conversazione familiare sul’ ipotesi di soluzione alla disgrazia finanziaria tramite il matrimonio del giovane con un’ ereditiera.
    Attendo i successivi capitoli con tanta curiosità, sperando nel trionfo di qualcosa di bello. Qualcosa di valore che annienti cose che portano all’ inaridimento interiore delle persone, che è ciò che, conseguentemente, guasta la società.
    Vi rinnovo, Antonmaria, il mio ringraziamento per la gioia di leggere e per la possibilità di esprimere le mie timide riflessioni.
    Con Stima e Affetto,

    Maria Silvia

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  5. Complimenti caro Milord, la storia si sta dipanando veramente bene. Ora c’è l’entrata in scena di chi probabilmente proverà ad irretire la povere Sophie solo ed unicamente in quanto ereditiera.
    Bella e dettagliata la descrizione del futuro corteggiatore, certamente non un gran lavoratore ma amante della bella vita, anche se ha l’intenzione di creare un allevamento di cavalli, quindi non è totalmente fannullone. Bene bene, mi complimento con Voi per come state portando avanti la storia, senza renderla pesante, ma sempre più interessante.

    Resto in attesa di una nuova puntata.
    Ossequi e serena notte Milord.

    Giorgia

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  6. Una puntata questa, caro dottore, che dietro l’apparente tranquillità discorsiva dei dialoghi letti, nasconde due cose, estremamente importanti:
    Una profonda conoscenza della lingua italiana, da parte sua (non è facile condurre un dialogo a due e interpretare i diversi risvolti che, nello specifico, vanno da persona a persona).
    L’attenzione alla forma che, ma qui mi sono messo ad analizzare lo scritto, nasconde l’inizio e l’evoluzione della storia stessa.

    In due parole: ha dichiarato la guerra e il dialogo, a cui abbiamo assistito, ha formalizzato nella forma e nei contenuti, questa guerra.

    Interessante come svolgimento e pieno come struttura.

    Buona serata

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  7. Eccomi. Questa è una puntata seria.
    Una di quelle puntate che gettano le basi al futuro della storia.
    un dialogo realista, tra padre e figlio, che colpisce per la sua freschezza narrativa.
    Bravo Milord.
    Sei un Dio.
    Bacio e buona serata

    Isabella

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  8. Caro Milord, leggo con grande attenzione l’evolversi di questo racconto e già mi trovo davanti un personaggio maschile davvero interessante. Fatto rientrare in tutta fretta perchè si è affacciata all’orizzonte una Donna che ha ereditato una grande fortuna. La nobiltà troppo spesso si trova in avversità economiche e un buon partito ( anche per ragioni politiche ) è meglio non perderlo di vista, anzi. Credo che inizieranno le danze per la conquista della fanciulla. Credo, altrettanto che dovranno faticare non poco per accedere alla sua attenzione. Sophie è una donna troppo intelligente per farsi irretire dalla smancerie. Ha un senso della vita troppo alto per permettere di essere usata come un bel gioiello da sfoggiare in Società per poi dimenticarsi di lei una volta giunti a casa.
    Una Donna dal fascino interiore sublime, dall’educazione e dalla sensibilità uniche.
    Attendo gli sviluppi, sono certa che saranno interessantissimi. Come sempre i vostri scritti sono irrinunciabili.
    Essere qui nella vostre stanze, sempre così ben accetta, è un vero onore e una grande gioia.
    Sono più di dieci anni che vi seguo e la mia ammirazione aumenta sempre.

    Un carissimo saluto, un abbraccio amichevole che spero accettiate.
    Sempre amica

    Giovanna

    La Storia siamo noi

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  9. Un capitolo bello proprio.
    Una storia che prende corpo con una scorrevolezza unica e letterariamente completa.
    Molto fine
    Caro Ninni, tutto bene?
    Immagino di si, anche perché tu sei una garanzia di persona. La migliore persona che abbia mai conosciuto.
    Esagero forse? No, non esagero fidati. Buono, generoso, con una Dignità grande così e con un senso della Giustizia enorme.
    Una bella fortuna, come reputazione, averti come amico.
    Ti stimo veramente tanto. Anzi siamo in tanti.
    Un abbraccio e un bacio, mio dolce Ninni Milord…
    Buona giornata

    Lilli

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  10. Preg.me Ladies e gent.mi Sirs,
    Ci preme lasciarVi un saluto cumulativo che, per motivi contingenti, non verrà seguito da risposte ad hoc.
    Vi ringraziammo per l’affetto e la stima lasciataci presso queste stanze.
    Grazie e cordialità

    PS:: nella giornata di oggi registrammo 3.569 visite.
    Grazie

    Piace a 9 people

    • Caro Ninni, leggo il tuo avviso “cumulativo”.
      E mi riporta alla mente altri tuoi avvisi cumulativi che erano rassicuranti, ma che nascondevano motivi ben più pesanti (corrsispondenze da posti dimenticati e odiati da Dio).
      Ti lascio il mio in bocca al lupo, proprio come da una tua vecchia amica.
      Riguardati.
      So, per esperienza, che continuerai con le pubblicazioni del prossimo capitolo (domani?), perché sei un uomo tutto d’un pezzo!!!
      Come so, che la tua modestia e il tuo profondo senso di umiltà nei confronti di chi ti segue, ti porterà a minimizzare tutto.
      Ti stimo veramente tantissimo e mi auguro che tu possa apprezzare quanto ti scrivo.
      Coloro i / o le quali ti apprezzano o ti amano, sapranno cosa voglio dire.
      Una persona come te non la si incontra per caso.
      In bocca al lupo per tutto, caro “amico” mio. So che non ne parlerai e io tacerò!
      Lascio un saluto a chi ti ama, con tanto affetto.
      da Parigi,

      M.

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    • Ninni, mio profondo amico, ho letto anch’io del tuo messaggio cumulativo.
      Ti auguro tutto il bene del mondo perché so quanto vali e chi sei.
      Una luce per tanti e un’ombra pericolosa per molti.
      Un abbraccio con tutta la migliore stima che conosco.
      Ciao amico e fratello…

      Francesco

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    • So cosa significa prendere di petto il proprio dovere e in questo sei un Maestro. Sei un esempio che ho sempre cercato di imitare.
      Integerrimo fino al sacrificio e persona di grandissimo rispetto fino alla morte.
      Ti auguro, soltanto, un grande in bocca al lupo.
      te lo meriti come spero di avere meritato la tua amicizia.
      Ciao Nì.
      un abbraccio grande. Ti voglio bene.
      Questa “Gabbia” di matti avrà nostalgia.
      Scrivi per piacere. Grazie

      Louis (L’ingabbiato)

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  11. Milord!!!
    Che succede?
    Quanto tempo starai via?
    Il Capitolo?
    Ma, … e Maria Silvia?
    facci sapere, te ne prego.
    Un abbraccio con la più grande stima del mondo

    Eleonora (la poppante che le piacciono i biscotti al Plasmon, così ti metti a ridere un po’. Facci sapere, prego…)

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  12. Ti auguro, Milord, il migliore bene possibile.
    Il capitolo?
    Io, nel mio piccolo (ti seguo da tre anni) posso dire che mi hai affascinata con il tuo essere un grande uomo pieno di Dignità.
    Grazie per tutti i momenti belli che ho letto qua…
    Ti aspetto, come tutti e tutte …
    Un abbraccio sincero …

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  13. Uomo di grande spessore e di profonda umanità, non poteva non avvisare.
    La ringrazio per questo suo essere “fuori dai cardini tradizionali” e dentro i sochi umani da lei tracciati.
    Attenderò, con tantissimo interesse (malgrado il periodo consultivo referendario) i suoi prossimi capitoli.
    Non si dia troppa pena per quelli che leggeranno.
    Noi confidiamo in lei e nella Sua grandissima affidabilità.
    Ha il mio massimo interesse.

    B.V.

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  14. [ … Non cesseremo Mai di esplorare e la fine delle nostre esplorazioni sarà arrivare ala punto di partenza e per la Prima Volta, conoscere quel luogo. ]
    ( T. S. Elliot )
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    La Tua Mano profuma di Miracolo, Milord,
    Umanamente Uomo è ben più di una semplice cornice e ti si riflette come un guanto sulla guancia assorta; da Te non mi sarei aspettata Nulla di meno e certamente hai sommosso le fondamenta stesse del Sentimento di Ognuno, con questi Splendidi Dipinti che hanno per melodia le parole.

    Ad ogni personaggio un quadro ed un Cristallo da sciogliere nel Silenzio di una Sensazione Squisita e Duratura.
    Possiedi in Te la facoltà del Saggio e del Maestro di Parola … qualsiasi esondazione dell’Animo, finisce per appartenerti suo malgrado e nel modo più Naturale.
    Dal Mago hai appreso la Poesia del Gesto Magico, che s’intravede appena oltre la superficie velata di ogni immagine e di ogni dialogo; che hai sapientemente legato, a doppio nodo, con l’Espressione Evocativa e Poetica.
    Del Viandante hai conservato la Nostalgia per il Viaggio e la Malinconia del Ritorno.
    Del Poeta hai l’Anima e il sentimento, la linea costante e Pulita dell’Incedere espressivo, che accompagni; silenziosamente, con una Movenza Fluida e Perfetta.
    LeggerTi è una Gioia.
    ___
    Ti auguro ogni Bene, ovunque tu sia

    I Miei Rispetti … Sempre.
    Ni’Ghail

    Slàn

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