Una storia 11

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2Nel pomeriggio Sophie tornò a casa carica di doni: guanti, pizzo e della graziosa mussolina estiva regalatale da Lady Louisa.
Ma il dono che aveva più gradito era una scatolina che Lord Randolph le aveva dato quando si era congedata da lui. Vi aveva trovato una spilla di opali di squisita fattura.
— Apparteneva alla mia defunta moglie — le disse lui — e io l’ho tenuta in serbo per mia nuora. Era il suo gioiello preferito.
Sophie lo baciò, bisbigliandogli: — Siete molto caro con me. Cercherò di essere una buona moglie per George.
Quest’ultimo tornò in tempo per accompagnarla a Clapham nel suo calesse aperto e la sola cosa che le disse fu che sperava che le fosse piaciuto suo fratello. — Non so dirti che cosa significhi per me averlo qui per le nostre nozze — aggiunse.
— Come potrebbe non piacere a qualcuno? — ribatté Sophie in tono allegro.
— È vero, ma dovresti conoscere meglio Maurice. Tu lo vedi così brioso, ma questo è solo il lato più superficiale della sua personalità. Il suo primo amore è la Marina. Nient’altro ha la stessa importanza per lui e so di certo che all’Ammiragliato lo stimano molto. A terra, invece, è tutt’altra storia. È come se perdesse ogni freno e si dà alla pazza gioia come un ragazzo di diciotto anni. Almeno è così che io lo vedo, anche se forse è cambiato dall’ultima volta che ci siamo incontrati. Ma ne dubito.
— Però l’hai visto molto poco in questi ultimi anni, non è vero?
— Sì, hai ragione. Non fraintendermi, gli voglio molto bene. Come dici tu, chi potrebbe non volergliene? Ma questo non mi impedisce di conoscerlo a fondo. In mare, mi ha detto il primo tenente di vascello della sua ultima nave, è preciso, anzi addirittura meticoloso, e sa farsi ubbidire dagli uomini dell’equipaggio. È anche un marinaio di prima classe. Il risultato di queste doti è che sa governare splendidamente una nave e mi aspetto di vederlo in breve ammiraglio. Ma quando è a terra in permesso… — Non completò la frase.
— In che senso è diverso?
— Be’, quando l’ho visto a Napoli ho scoperto che è facile preda del fascino femminile e l’ho visto perdere la testa e impegolarsi in storie appassionate, ma senza sostanza. E poi gioca, soprattutto scommette sui cavalli… anche se lo faccio anch’io, quando posso permettermelo, e non dovrei quindi dire niente a questo proposito. Però a volte mi chiedo quanto del suo stipendio riesca effettivamente a mettere da parte. E, conoscendolo, temo che quando vedrà Althea non resisterà alla sua bellezza e probabilmente le farà girare la testa, senza che dalla cosa possa venire niente di buono.
Sophie meditò su queste notizie. Lei li vedeva bene insieme: Maurice vitale e affascinante, Thea così graziosa e la testa piena di sogni romantici… — Oh, spero, spero proprio che… — mormorò, presa da cattivi presentimenti, ma non era ben sicura di che speranza si trattasse.
Lui accostò al bordo della strada, permettendo al cavallo di brucare qualche ciuffo d’erba, e le prese la mano. — Quei due potrebbero farci sembrare una coppia molto seriosa, vero? Ma dubito che si arrivi a questo. Maurice non è ancora pronto a sistemarsi e Althea avrà tutto il tempo di farsi spezzare il cuore per una decina di volte, prima di accettare qualcuno.
Sophie sorrise. — Comunque io preferirei sposare una solida quercia che una tromba d’aria.
George scoppiò a ridere e portò una mano alle labbra, prima di riprendere le redini e ripartire. Subito Sophie dimenticò la sorella e il fratello di lui, al pensiero che in meno di una settimana sarebbe diventata la moglie di George.
Due giorni prima del matrimonio, mentre attraversava il nuovo quartiere di Belgravia diretto a casa attraverso il parco, George si sentiva ottimista sul suo imminente matrimonio. In quei tre mesi di fidanzamento aveva imparato a vedere Sophie sotto una nuova luce: di lei gli piaceva il senso pratico, il senso dell’umorismo, la tranquilla dignità con la quale aveva saputo affrontare la società in cui l’avrebbe introdotta il suo imminente matrimonio. Sperava che si sarebbe impegnata con passione nella cura di Plummers e, a tempo debito, dei bambini che avrebbero avuto, lasciandolo libero di realizzare i suoi piani per il restauro, i cavalli arabi e la caccia.
Stava appunto decidendo se andare o meno a una vendita di cavalli a Tattersalls, il giorno seguente, quando si fermò per lasciar passare una donna che si apprestava a salire i bassi gradini davanti al portone di una casa. Era alta e aveva una massa di capelli color rame seminascosti da una cuffia di paglia che le ombreggiava il viso, un viso molto bello e attraente. La donna voltò la testa e poi rimase immobile quando lo vide.
Anche George si irrigidì dallo shock, poi si aggrappò alla ringhiera delle scale.
— Emily? Buon Dio, credevo… mi avevano detto… ma sei davvero tu?
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Anche per lei era stata una sorpresa vederlo, ma certo la cosa l’aveva colpita molto meno di lui. — Sì, sono io.3 Che piacevole sorpresa, caro George. Ma tu hai l’aria di avere visto un fantasma.
— L’ho visto infatti… e sei tu. Mio padre mi aveva detto che eri morta, aveva letto l’annuncio sul “Times” … — Era là, fermo, aggrappato alla ringhiera, dimentico dei passanti. — Mio Dio, non posso crederci. Ma mi ha detto che l’aveva visto…
Lei rise piano. — Oh, si sono sbagliati. Forse tu non ti ricordi, e lui di sicuro lo ignorava, che anche la zia nubile di mio marito si chiamava Emily Horton. È lei che è morta.
Lui tolse le mani dalla ringhiera per stringerle la mano libera. — Pensavo che non ti avrei più rivista… tutti questi mesi, convinto che tu fossi… — Gli mancarono le parole.
— Bene, e invece eccomi qui. Adesso però lasciami libera la mano, George, non possiamo parlare qui per strada. Vieni dentro, io abito qui.
In silenzio, la testa in subbuglio, sforzandosi di accettare quell’incredibile novità, lui la seguì. In cima alla prima rampa di scale lei lo fece entrare in un piccolo vestibolo e poi in un’ampia stanza, arredata in modo confortevole e con alte finestre che davano sulla strada.
— Ecco — disse, togliendosi la cuffia. — Fatti guardare, adesso.
Come risposta lui le prese di nuovo la mano. — Emily, sei ancora più bella di quanto ricordavo.
— Su, siediti — fece lei, indicandogli una poltrona a braccioli. — Abbiamo tante cose da dirci. Chiamerò la mia cameriera per farci portare del tè.
— Non voglio il tè. Emily…
— Comunque del tè è quello che avrai — replicò lei e liberandosi dalla sua stretta tirò il nastro del campanello. Prima che fosse arrivata la cameriera, lo aveva spinto su una poltrona e si era seduta di fronte a lui.
Fu portato il tè con dei biscottini e, non appena furono di nuovo soli, lui cominciò: — Dimmi, dove sei stata e che cos’hai fatto dopo la nostra drammatica separazione? Se solo tu fossi venuta via con me!
— Per fare cosa? Non sono la persona adatta per vivere in una soffitta, George, e tuo padre non ti avrebbe certo procurato quel posto all’ambasciata se tu gli avessi chiesto il permesso di portarti dietro la tua amante. In tal caso è più che probabile che se ne sarebbe lavato le mani di te, non credi?
Lui posò impaziente la tazza sul tavolino accanto a sé. — Non ci saremmo dovuti preoccupare di questo, avrei trovato un lavoro a Parigi, magari avrei dato lezioni, non so… Comunque fra tutti e due ce la saremmo cavata.
— Santo cielo, no — ribatté lei, scuotendo la testa. — Non avremmo fatto altro che prolungare lo scandalo. E comunque non avrebbe funzionato. Io avevo superato la trentina e tu eri poco più che un ragazzo. No, sarebbe stato l’errore più grande che avremmo potuto fare.
— Tu mi hai spezzato il cuore.
Lei gli sorrise maliziosamente. — Oh, è un organo molto più resistente di quello che si suppone. Né il mio né il tuo cuore si sono spezzati, anche se ci amavamo molto.
— Mio Dio, quanto! Non ho mai più provato per una donna quello che sentivo per te. — Irrigidito dalla tensione, George continuò. — In tutti questi anni non facevo che vedermi davanti la tua faccia. — E su quel volto stupendo ritrovò in un primo tempo tutta la bellezza che aveva affascinato il ragazzo romantico che era stato, poi cominciò a notare alcune tracce che quella drammatica storia aveva lasciato su di lei: una piccola ruga qui e là, la bocca un po’ tirata, come se adesso Emily vedesse il mondo con occhi privi di illusioni. Ma ciononostante la sua bellezza non era scomparsa. — Quando mi sentivo solo e molto amareggiato a San Pietroburgo e altrove, ero ossessionato dal ricordo di te. Non facevo che rivederti, con quel tuo sorriso… Non so come ho fatto a sopportarlo. Mi sarei fatto saltare le cervella se non ci fosse stato Jack Fleming.
Lei gli versò un’altra tazza di tè. — Mi ricordo di lui. Ma non sarebbe stato il caso, non valevo tanto. Anch’io ho fatto fatica a dimenticarti. E poi quel processo — rabbrividì — è stato una cosa tremenda, tremenda! Non gliel’ho mai perdonata, a Lawrence. Certo, un divorzio era fuori questione, visto che entrambi eravamo di famiglia cattolica. Ma costringendolo a portare la faccenda in tribunale e chiedere la separazione e i danni l’abbiamo ferito nell’orgoglio. Ed era così infuriato che ha perso la testa.
.2— È stato diabolico! Che cosa ti ha fatto passare! — esclamò George con voce tremante, pieno di odio per l’uomo che aveva rovinato la vita a entrambi. — Che cos’hai fatto poi? — chiese con un certo sforzo. — Non sarai tornata da lui, spero…
— No di certo, anche se il suo avvocato aveva suggerito una riconciliazione. No, sono fuggita in Irlanda, da una zia e uno zio che sono stati la gentilezza in persona. I miei genitori erano morti… Non che mio padre mi avrebbe accolta di nuovo nella famiglia, che secondo lui avevo disonorato. Ma la zia era una donna meravigliosa, generosa e comprensiva, e io sono rimasta a lungo con lei. Poi è morto mio zio e lei si è ritirata in un convento. Era una donna profondamente religiosa. Forse avrei dovuto seguirla — fece una risatina — ma non si può dire che fossi portata per quel tipo di vita, non ti pare? Comunque mio zio mi ha lasciato una discreta sommetta e, mentre stavo cercando un appartamento a Dublino, ho ricevuto una lettera dal maggiore Bryce. Te lo ricordi?
— Bryce? No, credo di no. — Ma poi, frugando nei recessi della memoria, gli venne in mente qualcosa. — Aspetta un momento, non era quel dannato ufficiale che ha testimoniato in favore di Horton, affermando di avermi visto lasciare casa tua alle tre del mattino?
— Proprio lui — confermò Emily, e le sue labbra si stirarono in una specie di smorfia. — Edgar Bryce. Hai mai sentito parlare dei palloni di Bryce? No, forse sei stato via troppo a lungo. Comunque ha lasciato l’esercito e ha cominciato a dare spettacoli con due o tre aiutanti e un mucchio di aeromobili colorati. Con questi gira tutto il paese.
— Che cosa strana.
— Può darsi, ma gli rende bene. La gente accorre in massa a vedere i suoi spettacoli e addirittura per volare insieme a lui su quegli aggeggi. Era il più caro amico di Lawrence e immagino che non potesse fare a meno di sostenerlo. L’anno scorso è andato in America e lo ha visto. Mi ha mandato una lettera all’indirizzo di mio fratello. Devi sapere che Lawrence è morto.
— Morto? — esclamò George. — Non lo sapevo. D’altra parte chi avrebbe potuto informarmi?
— Si era trasferito a New York parecchi anni fa. Credo che sia apparso un trafiletto su un giornale, naturalmente rievocando anche quello scandalo, anche se io non l’ho visto. Si è suicidato, sai, si è sparato. Oh — si affrettò a spiegare, notando l’espressione di George — non a causa mia, o di noi due. Soffriva di gotta e il dolore lo faceva impazzire. Secondo me era già mezzo pazzo per conto suo e forse è di questo che dovrei sentirmi responsabile.
— Non sono affatto d’accordo — intervenne in tono brusco George. — Quell’uomo non è mai stato molto equilibrato. Jack mi ha raccontato che è stato costretto a lasciare l’esercito a causa di una lite con qualcuno.
— Sì, è vero, anzi credo che sia stato appunto quello il motivo per cui si è trasferito in America. Il maggiore Bryce mi ha scritto in quella lettera che ormai era quasi impazzito. Povero Lawrence. Un tempo era così… così diverso.
— Accidenti a lui — borbottò George. — Quanto a me, invece, sono felice che sia morto. Ti ha fatto soffrire in maniera imperdonabile, Emily. Mi ricordo che una volta avevi il braccio pieno di lividi. Era stato lui, non è vero? Anche se allora non avevi voluto ammetterlo. Emily! — esclamò poi, quando tutt’a un tratto gli venne in mente una cosa. — Adesso allora sei libera!
— Sì, sono vedova. E tu dimmi un po’, mio caro, che cos’hai fatto dopo che si è conclusa quella faccenda? Te ne sei andato all’estero, mi sembra, vero?
George le diede un rapido resoconto di quegli anni, spiegandole alla fine il motivo per cui era tornato a casa.
— Sono così contenta che ti sia riconciliato con tuo padre. Mi sono sempre sentita in colpa per quella frattura tra voi due. E ti sei sposato?
Lui balzò in piedi di scatto, rovesciando il tavolino accanto a lui e la tazza di tè quasi piena. — No.. Sì! — Ignorando il guaio che aveva combinato, continuò appassionatamente: — E rivederti adesso… Oh Dio, Emily, mi sposo dopodomani!
Lei rimase immobile. — Che strano. Per tutti quegli anni sei stato tu libero e io no… e adesso che sono libera io, non lo sei più tu.
Lui mandò un gemito e si appoggiò sul ripiano del caminetto con un gomito. — Dio che situazione intollerabile, Emily, amore mio. — Le prese le mani e la fece alzare, attirandola tra le sue braccia, poi la baciò con una passione che Sophie non avrebbe riconosciuto. Tutto il suo ardore stava tornando in lui e il bacio si fece più intenso. Sentì il suo corpo reagire come ben ricordava.
Ma alla fine lei si liberò e girò la testa. — Questo è assurdo, George. Lasciami, per favore. Adesso siediti e raccontami della tua futura sposa. Sei innamorato di lei?
— Cielo, no! — esclamò lui. — Come puoi farmi una domanda del genere dopo quello che è successo in questi minuti? No, è un matrimonio di convenienza — aggiunse, mentre raccoglieva da terra tazza e piattino e rimetteva in piedi il tavolino. — I Randolph hanno bisogno di soldi e gli Sterling, che sono nostri cugini, gradirebbero un titolo. Almeno la madre di Sophie. Suo padre è tutt’altro tipo e mi piace molto di più.
— È una famiglia ricca, allora?
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In poche parole George le raccontò dell’eredità Crabtree e dei maneggi di suo padre. — E Sophie pareva disposta ad accettarmi — continuò — non per il titolo, ne sono certo, ma perché siamo parenti e possiamo fare molto per Plummers, che4 dopo tutto appartiene alla famiglia. Sophie mi piace, devo ammetterlo, ed ero abbastanza felice fino a che… Emily, Emily, che scherzo crudele del destino ritrovarti troppo tardi. Se fosse stato tre mesi fa, prima che la chiedessi in moglie! Adesso se ti proponessi di sposarmi farei del male a troppe persone. E poi, senza l’eredità Crabtree, io ho ben poco; Plummers cadrebbe in rovina e mio padre morirebbe indebitato fino al collo…
— Come hai potuto solo pensarlo? — lo rimproverò lei. — E abbandonare quella povera ragazza, a due giorni dalle nozze! Non puoi fare una cosa simile. E poi tuo padre e tutto il resto… a parte il fatto che non ti avrei accettato in ogni caso.
Lui accennò a un sorriso più simile a una smorfia. — Be’, credo che sarei riuscito a convincerti.
Emily lo guardò con attenzione, ricordando il ragazzo snello, dai luminosi occhi scuri e ardenti d’amore per lei; adesso si era trasformato in un uomo ben vestito e sicuro di sé, addirittura un po’ arrogante. Ma i suoi occhi erano rimasti gli stessi! Peccato che lei non fosse più quella di sette anni prima. — Sì, forse ci riusciresti — ammise in tono esitante. — Ma a che scopo? Sono troppo vecchia per lasciarmi trascinare in un altro disastro.
— Secondo te sposarmi vorrebbe dire un disastro?
— Senza dubbio. Mi hai già detto che i Randolph sarebbero in grossi guai finanziari senza questa ragazza. Quanto a me, possiedo solo una piccola rendita. Dovrei sposarti e lasciar perdere tutto il resto? No, George, non puoi volere questo.
— E che cosa vuoi tu? — le chiese lui tristemente.
— Be’ — mormorò lei, appoggiandosi allo schienale della poltrona. — Sono di nuovo qui a Londra da poche settimane e voglio riprendere a vivere come prima. Ho già cominciato a far visita ai vecchi amici e a farmi vedere in giro. Una donna separata dal marito non ha mercato, lo sai bene, ma una vedova sì. Anch’io come te cercherò un consorte ricco e temo proprio che tu non rientri in questa categoria. Non posso certo permetterti di mandare a monte i miei piani, né sarebbe giusto, date le circostanze. Sposa la tua Sophie e cerca di essere felice.
— Felice! — George si lasciò sprofondare nella poltrona, la testa tra le mani.
Lei non si mosse. — Mi spiace per la tua fidanzata, se la sposi pensando a me. Sentirono bussare alla porta ed Emily disse: — Entra pure. Sì, Millie, che cosa c’è?
— Scusate, signora, ma devo mettere un posto in più a tavola?
Stava per risponderle che il suo visitatore non si sarebbe fermato a cena quando notò lo sguardo implorante di George. — Sì — le rispose con calma. — Il signor Randolph cenerà qui da me.
— Grazie — disse lui a bassa voce dopo che si fu richiusa la porta. — C’è così poco tempo. Poi, dopo la cerimonia, andremo all’Aia. Per una o due settimane, forse ad Amsterdam, ma non staremo via molto, voglio stabilirmi a Plummers al più presto, o almeno è quello che volevo prima di oggi. È stato già predisposto tutto… — Esitò, stringendo forte i braccioli della poltrona. — Oh, Emily, come mi tirerei indietro se potessi, ma… ci sono duecento invitati, un grande padiglione nel giardino degli Sterling e Sophie, con il suo abito da sposa e il suo corredo per la luna di miele… — Per un momento la sua mente si ribellò all’idea delle prossime due settimane solo con Sophie. — Che cosa posso fare?
— Niente — replicò stringendo gli occhi ad una fessura e accennando a un vago e freddo sorrisetto. — Niente.

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31 pensieri su “Una storia 11

  1. Ecco l’agguato.
    Iniziano i guai.
    Magari se la sposa pure alla povera Sophie.
    Questi uomini …
    Possibile che George sia così avventato? ma quando metterete un po’ di sale in zucca?
    Povera Sophie…
    Bello bello Milord.🙂

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    • Giorgia Mattei

      Un agguato è l’anima della cattura.
      Come potremmo definirli, noi, se fossero catturati?
      Vige l’unico principio che chi tardi arriva …
      George sembra essere arrivato a giochi fatti. e ne pagherà le dovute conseguenze.?
      (Post che ci fosse bidogno di coerenze)
      Grazie e cordialità

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  2. Ecco che, piano piano, lentamente e con la classe che ti contraddistingue, s’inizia a serrare i ranghi.
    Come una goccia cinese. A passi lenti, studiati, ma inesorabili. Come il tic tac di un orologio che va piano, ma non si può fermare se non a fine della storia, o della carica a molla.
    Molto interessante.
    Buona domenica
    Ciao und ich umarme dich.

    L.

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    • Hilde Strauß

      passi lenti e studiati dite?
      Possibile. Intanto, però, osserviamo gli avvenimenti a venire.
      Abbiamo un grandissimo imbarazzo: quante cose si stanno scoprendo su una persona…
      Il passato, il passato perché Vi accusa…, dicevail Padre di Alfredo, al secondo atto de La Traviata…
      Grazie milady e cordialità

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    • Eleonora Bisi

      Si, è vero. Noi siamo il nostro passato e tutto quello che ne consegue.
      Dovremmo dedicarci, un po’ di più, all’analisi delle situazioni popolari in alcuni esercizi di stress (Stress test),
      Grazie e cordialità

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  3. Gran bella puntata.
    Con una svolta inquietante.
    Ciao
    (me le sono rilette tutte per aggiornarmi)

    Buona domenica Nì…
    (PS: ma quando fai un salto qua a Torino? Una bella mangiata che è tanto …)

    🙂

    Max

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  4. “Niente”.
    Siamo sicuri di questa affermazione? Io no, Milord.
    Mi è piaciuto molto come George ha parlato del fratello.
    Continua, con inalterata bravura, il vostro GRANDE affresco.

    Vogliate accettare, Milord, i miei complimenti e i miei auguri radiosi per una serena domenica.

    Elena

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    • Elena Stiglio

      Noi fummo sicurissimi, milady.
      D’altro canto George è figlio del suo tempo. L’era vittoriana fu un’era ottusa, è vero, per alcune parti societarie. Ma per altre fu davvero innovativa.
      Grazie per aver apprezzato l’affresco.
      Abbiate le nostre migliori cordialità…

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  5. Caro Antonmaria

    Non è facile commentare questo capitolo. Lo stupore per gli eventi sopraggiunti quasi non mi fa trovare le parole e, più che riflettere su questo capitolo, mi vien la curiosità per i successivi.
    Non so cosa immaginare, so cosa spererei. Spero George riesca a staccarsi dal passato. Le situazioni non si possono ricreare, inoltre Emily sembra avere intenti precisi. Ella calcola di irretire un uomo ricco per farsi sposare e sistemare, dunque George è fuori lizza per la sua precaria condizione economica (che tristezza di considerazioni, aggiungo io). Comunque, di essere opportunista, la donna lo aveva già dimostrato anteponendo, ai tempi della loro tresca, interessi venali al loro amore (che, a questo punto, deduco sia stato sincero solo da parte di George).
    È davvero piacevole leggerVi, Antonmaria. Non solo per l’ avvincente trama, il romanzo rapisce anche per lo stile e per la bellezza della scrittura e, considerando tutto ciò che si è letto sinora, è evidente uno straordinario lavoro di ricerca e documentazione storica per ideare verosimili ambientazioni, situazioni e personaggi.
    Grazie, detto con Stima Affetto e Devozione.

    Maria Silvia

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    • Donna Maria Silvia

      Mia signora,
      leggere un commento, di tale eleganza, classe, raffinatezza e proprietà, non è da tutti i giorni.
      Anzi…

      E’ un commento che ci fa stare bene.
      Che ci qualifica nella semplice lettura, addirittura.
      Avete toccato il fulcro del romanzo in due passaggi, mia signora.
      Non è da tutti, fidatevi.
      Il romanzo si snoda con delle situazioni importanti e impreviste. Un po’ come la vita stessa, non trovate? Ecco che il passato ritorna.
      Come, proprio, in altre realtà.
      Un passato oscuro e incognito.
      Ma veniamo con ordine…

      Emily “appare” davanti a George per caso.
      E “il caso” per noi, non esiste, ma va aiutato.
      George è un uomo che è animato da sani principi di affetto (e dove presente di amore), onestà e integerrimità.
      Si trova, però, a dover affrontare un grosso periodo della propria vita.
      Quel passato, che lo costrinse all’esilio, complesso e complcato, che ritorna all’improvviso si pone, interponendosi, nella sua vita immediata.
      Vacillare è un attimo….
      (Ma è vero vacillare? Veramente George è così banderuola?)

      Una storia che ha iniziato una sua propria variante.
      Una variante che, nel diventare effettiva, ci accompagnerà fino alla fine, con ulteriori risvolti, magari.

      Vi ringraziammo, donna Maria Silvia, per l’interessamento e la proprietà di analisi.
      Siamo affascinati proprio.

      Devotamente vostro, con profonda ammirazione e affetto
      Antonmaria

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      • Ninni

        — Vacillare è un attimo….
        (Ma è vero vacillare? Veramente George è così banderuola?) —

        Scusami, sai, ma lui ha vacillato, mica storie.
        George non sarà una banderuola, ma apparentemente, è cascato tra le braccia della rossa Emily.
        Ti sembra giusto?

        Allora dice giusto Maria Silvia:
        — Comunque, di essere opportunista, la donna lo aveva già dimostrato anteponendo, ai tempi della loro tresca, interessi venali al loro amore (che, a questo punto, deduco sia stato sincero solo da parte di George).—

        Qua più che fregato, sembra un illuso. Emily ha preso la pariglia in mano e
        — … — Niente — replicò stringendo gli occhi ad una fessura e accennando a un vago e freddo sorrisetto. — Niente.- … —

        Il sorrisetto ce l’ha messo la tipa…
        Ho paura che George sia rimasto impantanato con la rossa e si faccia fregare la bionda.
        Non me lo ricordo bene, ma Sophie, con la sua classe, risolve, mi sembra…
        Ninni sei un fenomeno. Anche a distanza di anni fai discutere.
        Che testa…
        Ciao e buona restante domenica (bye bye)

        Salut per tutt

        Lilly

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      • Milord

        scusate se uso una vostra frase usata in risposta per un altro commento:

        “Il romanzo si snoda con delle situazioni importanti e impreviste. Un po’ come la vita stessa, ”

        Chiarificatrice proprio…
        Buona giornata

        Anna

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      • #Lilly Simoncelli

        Probabilmente il discorso è un po’ più complesso e complicato.
        la variante, come la chiamate voi, è una situation comedy necessaria al buon prosieguo della storia.
        Non si hanno fatti nuovi, in nuvi fatti.
        Grazie milady.
        Cordialità

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    • Maria Silvia

      Un commento molto approrpiato, come tutti i suoi scritti.
      Rilevo questa frase, che ritengo illuminante:

      — Comunque, di essere opportunista, la donna lo aveva già dimostrato anteponendo, ai tempi della loro tresca, interessi venali al loro amore (che, a questo punto, deduco sia stato sincero solo da parte di George). —

      Buona giornata

      Anna

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  6. Un capitolo d’impatto.
    me lo ricordavo più soft e invece: sorpresa.
    Mi è piombato tutto addosso, ricordi compreso.

    Le convinzioni, quando presenti, fanno più che le fedi.
    George mi sembra un bravo, ma davanti a Emily gli è scivolata la catena.
    Non se lo aspettava.
    Ma io mi aspettavo, magari, un po’ più autocontrollo.
    Magari così.
    Un’attimino.. che fosse più “presente”…
    Ciao Ninni
    Buona serata

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    • Lilly Simoncelli

      Cosa definiamo convinzione?
      Una presa di posizione che, per venire smentita, dovrebbe essere confutata con “altro”.
      Ma se non abbiamo “altro” come fare? beh, una soluzione ci sarebbe: attendere l’uscita di altri capitoli, no?
      Abbiate le nostre profonde cordialità

      Grazie

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  7. Questo è un buon capitolo.
    Un capitolo che introduce una variante significativa a tutto l’assunto del romanzo.
    Io, come detto in altra occasione, non ero presente alla pubblicazione.
    Non l’ho leto, ma lo sto seguendo.
    certamente la svolta inserita nel romanzo stesso è una svolta importante.
    Una svolta che segna un po’ tutto e porta una nuova luce.
    Convengo che la posizione di george è difficoltosa, ma sicuramente saprà trattare, anche questa avventura, con la dovuta risolutezza.
    Abbia, A., una serena giornata.

    Amedeo

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    • Don Amedeo d’A.

      Vi ringraziammo, caro don Amedeo, per le espressioni gentili accordate al nostro indirizzo.
      Certo è che, quando ci si esprime in meglio, se non si ha quella sensibilità per afferrarlo, il meglio stesso non esiste.
      Grazie per aver scritto.
      Cordialità

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  8. Caro Milord, sono rientrata da alcuni giorni passati a Bologna. Mi scuso per non aver avuto la possibilità di seguire i vostri post ma mi riprometto di leggere tutto e commentare tutto già da domani a mente riposata
    Mi potete perdonare?
    Un caro saluto e un abbraccio sincero, Buona Notte

    Giovanna

    La Storia siamo noi

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  9. Un capitolo che non avevo letto.
    Un capitolo importante.
    Scusa milord se ho letto in ritardo, ma non sono stata presente ultimamente.
    george è un uomo pieno di buoni principi. Pieno di perché e l’ho trovato molto diretto e onesto.
    E proprio per questo è debole e fragile…un po’ come tutto gli uomini….
    Sophie è la mia eroina…
    Buona giornata

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  10. Questo capitolo segna una variazione importante.
    L’idillio vacilla.
    Il passato torna con la sua forza e la sua importanza, per i trascorsi, per i suoi perché e per le lacrime.
    C’era un idillio che, al tempo, segnava e sottolineava tutta la vita, i respiri e anche le parole.
    Poi tutto tace.
    il silenzio porta quell’oblio che guarisce.
    Così George inizia a guarire, dopo tutti quegli anni di esilio.
    Ma il passato, cattivo e insolente torna.
    Non ti abbandona, anzi, alcune volte diventa l’unico consolatore delle tue ore piene di vuoto e piene del nulla.
    Incomprensioni, e altro, segna la propria vita.
    george è prigioniero di una “calcolatrice”.
    Di una donna che, apparentemente senza alcuno scrupolo, sta decidendo della sua vita e del suo futuro…
    Bello proprio.
    Bello e interessante.
    Grazie

    Anna

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    • Anna Blu

      Il passato torna sempre, prepotente, cattivo e imperioso. Chiede il riscatto delle vite passate e vuole che si renda conto dei perché di tutte le vit precedenti
      Il passato è un esattore terribile.
      Grazie per esserci e cordalità

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