Una storia 13

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2Durante la sua ultima sera a casa, Sophie fu presa da un senso di incertezza e di paura: per il futuro che l’aspettava, completamente sconosciuto, per il radicale mutamento del suo modo di vivere, per la fine della sua vita da ragazza. Erano sensazioni che dovevano provare quasi tutte le altre spose, immaginò. Ma le bastava dare un’occhiata a Jack e Verity per vedere che cosa potesse essere la felicità del matrimonio. Certo un matrimonio di convenienza poteva essere tutt’altra cosa: George non era innamorato di lei, o almeno non aveva mai dato a vedere di esserlo, ma adesso le era affezionato, ne era sicura. Ricordò come alcuni giorni prima, mentre la riaccompagnava a casa, le aveva sorriso e si era portato la sua mano alle labbra. Certamente l’amore sarebbe arrivato col tempo. Da parte sua era già nato.
Quando ebbe terminato di fare i bagagli e rimase sola con sua madre provò a introdurre il discorso con lei: — Che cambiamento sarà sposarmi, non credi? Voglio proprio che il mio sia un matrimonio riuscito.
— Che strano modo di mettere le cose — fece la signora Sterling con una risatina, cercando di sottrarsi a quelle che avrebbero potuto essere delle domande imbarazzanti. Certe volte Sophie era talmente esplicita! — Be’, tesoro mio, il matrimonio è il matrimonio e ha i suoi momenti buoni e quelli cattivi, come tutto il resto.
— Ma condividere così tanto… voglio dire…
— Mia cara, imparerai anche tu che certe cose sono un’esigenza degli uomini e noi donne dobbiamo accettarli come sono. A noi toccano la casa e i figli, questo è il nostro compito nella vita. Allora, dove ho messo i tuoi guanti bianchi? Ah, eccoli. Devo dire che sono contenta che siamo andati a Londra a far fare il tuo abito nuziale. La signora Sedley non sarebbe certo riuscita a raggiungere un effetto di tale raffinatezza.
Continuò a blaterare in questo modo mentre Sophie l’ascoltava solo a metà, fissando il vestito appeso con cura. Era di uno splendido raso bianco e lucente, con boccioli di rosa dello stesso materiale all’orlo e il corpetto decorato da una gran quantità di pizzo. L’acconciatura era di leggerissima mussolina, con un nodo di fiori d’arancio artificiali ai lati per tenerla fissata al capo.
La signora Sterling se ne andò a sbrigare le sue faccende e Sophie si sedette per scrivere altre lettere di ringraziamento per i doni che lei e George avevano ricevuto, tutti esposti nel salotto perché gli ospiti li potessero vedere. Dopo una sola lettera, però, posò la penna e scese dabbasso. Suo padre stava discutendo l’ordine con cui le varie carrozze a nolo avrebbero portato il corteo nuziale alla chiesa della Santa Trinità, ma quando la vide congedò il cocchiere e le tese le mani.
— Hai l’aria molto seria, tesoro mio.
Lei scese l’ultimo gradino. — Sto pensando a cose molto serie, papà. È un passo così importante…
Lui l’accompagnò nello studio e chiuse la porta. — Non è ancora troppo tardi, sai, nemmeno adesso, se non te la senti di sposare George.
Lei fece una risatina. — Oh, no, papà. Immagina quello che direbbe la mamma dopo tutti questi preparativi. Le verrebbe un colpo!
— Non hai tutti i torti, credo — fece lui sorridendole. — Ma tu sei felice, vero? Almeno ho sempre pensato che tu lo fossi.
— Sì, papà, certo. Desidero sposare George e gli voglio molto bene. È solo che… sono tanto ignorante su certe cose e la mamma si limita a dirmi che per una donna nel matrimonio quello che conta sono la casa e i figli.
Suo padre scoppiò a ridere. — Be’, forse… ma scommetto che se tu insistessi, tua madre aggiungerebbe alla lista l’amore per il proprio marito. Ma parlando seriamente, figliola, la mia professione di medico mi aiuta a capire molte cose di cui normalmente non si parla. Per cui vorrei rassicurarti: il matrimonio, che sperabilmente produrrà dei figli, comporta l’unione tra te e tuo marito, cosa che è la più naturale di questo mondo. Non c’è da averne paura.
Sophie, che aveva solo un’idea vaga e confusa di come ciò avvenisse, posò la testa sulla spalla del padre. — Come vorrei non doverti lasciare, papà!
Carezzandole i capelli lui mormorò: — Sì, siamo sempre stati molto felici insieme noi due, vero? Ma questo è un passo che dovevi fare, perché io non sarò sempre qui su questo mondo e voglio vederti felicemente sistemata con un buon marito. Ricorda quello che dice la Bibbia: “Così l’uomo lascerà i genitori e si unirà alla sposa, e diverranno una carne sola…”. Questo vale anche per la donna. George si prenderà cura di te e, grazie alla zia Adela, avrete la sicurezza economica e non vi mancherà mai niente. Spero di non sbagliarmi, ma credo che il vostro matrimonio sarà coronato dall’amore.
— Oh, lo spero anch’io — bisbigliò lei, tenendo la faccia premuta contro la sua giacca. — Pensavo… credevo che George sarebbe venuto qui oggi. Aveva detto…
Il dottor Sterling sorrise. — Dubito proprio che tua madre l’avrebbe fatto entrare. E sono certo che anche lui avrà avuto un mucchio di faccende da sbrigare e parenti da intrattenere, proprio come noi qui – e voltandosi di scatto – Sì, Perks, che cosa c’è?
— È arrivato il vino per la cena di stasera, signore. Avevate detto…
— Povero papà — lo prese in giro Sophie. — Non avrai pace fino a quando tutto non sarà finito. E poi dovrai ricominciare con Althea.
— Non subito, spero.
Le era parso impossibile riuscire a riposare quella notte, ma con sua grande sorpresa dormì saporitamente e non si svegliò fino a quando Phoebe non tirò le tende e Althea si chinò su di lei, gridando: — Sveglia! Oggi ti sposi e splende il sole.
— Che ore sono?
— Sono le sette e mezzo e Phoebe ti ha portato la colazione a letto.

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A Sophie sarebbe piaciuto iniziare la giornata con qualche minuto di quiete, ma vide subito che non c’era3 speranza. Adesso era arrivata anche sua madre, radiosa in un’ampia vestaglia rosa, seguita da un domestico che portava una tinozza, e da una servetta che, dopo aver versato una grande brocca d’acqua calda nella tinozza, corse subito via a prenderne dell’altra. Dopodiché fu coinvolta nella frenetica attività dei preparativi, in un’atmosfera piena di eccitazione. E alle nove, terminato il bagno e acconciati i capelli prima di infilarsi il suo bell’abito nuziale, Sophie era pronta.
— Sono così contenta che la Regina abbia introdotto la moda del bianco — esclamò la signora Sterling, sistemando il drappeggio sulle spalle. — Questo pizzo è delizioso.
Althea era andata a prepararsi con Daisy Patterson e le altre damigelle, ma adesso tutti si radunarono nel vestibolo. Poi a piccoli gruppi entrarono nelle varie carrozze, Sophie prese il braccio del padre e i due furono portati alla chiesa della Santa Trinità, poco distante dalla casa. La chiesa pareva piena di ospiti e curiosi locali, perché il dottor Sterling era molto noto anche nei dintorni, e molte teste si voltarono a guardare la sposa. Sophie, che aveva assistito alle funzioni di quella chiesa quasi tutte le domeniche della sua vita, si congratulò con se stessa per aver insistito a volersi sposare in quel luogo così familiare, nonostante i suoi difetti. Ma adesso era arrivato il momento: suo padre le strinse la mano in un gesto d’incoraggiamento e la salutò mormorando: — Dio ti benedica, tesoro.
Sophie si incamminò decisa verso l’altare. Là l’attendevano due figure, quei due fratelli così diversi, Maurice in grande uniforme, alto, elegante, sorridente, e George, tanto più scuro di lui, ma senza dubbio uno sposo molto distinto.
Mentre le si avvicinava, lui girò lievemente la testa, ma Maurice si voltò del tutto per rivolgerle un largo sorriso di benvenuto. Se anche nutriva dei dubbi su quel matrimonio, cercò di spazzarli via dalla mente col suo solito buonumore, fiducioso che il fratello avrebbe seguito il suo consiglio di farsi forza e buttare a mare il passato.
Jack, molto più percettivo, era relativamente preoccupato, ma non aveva detto niente a sua moglie, per non rovinarle la gioia che provava per le nozze dell’amica, così vicine alle sue. Comunque, mentre se ne stava là seduto al suo posto, nel terzo banco, nutriva pochissime speranze che George riuscisse a dimenticare gli eventi delle ultime quarantott’ore e tornasse all’ottimismo che aveva di recente riconquistato. Bastava solo guardarlo in faccia per capire quanto profondamente fosse stato colpito.
Mentre raggiungeva i gradini e veniva affidata a George, Sophie gli lanciò una rapida occhiata e rimase sconvolta da quello che vide: aveva l’aria stanca e tirata, e se anche le sue labbra erano riuscite a produrre un breve sorriso, gli occhi rimanevano seri. Sophie ebbe un momento di panico. Possibile che si fosse già pentito? Il giorno prima non era venuto, forse avrebbe voluto tirarsi indietro? Per un attimo fu presa dal terrore, ma poi prevalse il buon senso. Molto probabilmente stava soltanto prendendo la cerimonia con la giusta gravità. Ma avrebbe voluto essere a casa nella sua stanza adesso, piuttosto di essere il centro di una cerimonia così importante, in mezzo a tutta quella gente!
Ma poiché nessuno si fece avanti per produrre motivi di impedimento al matrimonio, Sophie, la mano stretta in quella di George, lo sentì pronunciare a bassa voce le formule rituali. Così si riprese, ripeté le parole di rito e sentì l’anello d’oro scivolarle senza difficoltà sul dito. Nel bene e nel male, era fatta! Nella sagrestia firmò per l’ultima volta con il suo nome da ragazza e il vicario, che la conosceva da molti anni, le fece le sue congratulazioni. Poi, come Sophie Randolph, percorse di nuovo la navata della chiesa al braccio di suo marito.

Nel breve viaggio nella carrozza aperta fu lei che ruppe il silenzio. — È stata una bella funzione, vero?
— Immagino che fosse la solita di tutti i matrimoni — fu la poco promettente risposta. — Pensavo che tua zia non avrebbe più smesso di piangere — aggiunse George dopo un momento.
— Se fossi sposata con lo zio Mayfield credo che potrei mettermi a piangere anch’io assistendo a un matrimonio — ribatté Sophie, ed ebbe la soddisfazione di veder comparire un fuggevole sorriso sulla faccia di George. Ma non riuscì a togliersi dalla testa la convinzione che ci fosse qualcosa che non andava.
Il ricevimento trascorse in un turbinio di saluti, discorsi, tentativi di parlare con tutti gli ospiti e di ricordarsi quale regalo avesse ricevuto dall’uno e quale dall’altro. Lord Randolph le prese la mano e la baciò sulle guance.
— Nessun giorno potrebbe essere più felice di questo per me — le disse con grande affetto. — Né potrei desiderare una figlia che ami di più. E spero proprio, cara figliola, che tu mi permetterai di essere un secondo padre per te.
Commossa da queste tenere espressioni Sophie provò un moto di caldo affetto e lo abbracciò. — Oh sì, ne sarò lieta — sussurrò prima di venire catturata da Lady Louisa, che promise di farle visita a Plummers non appena lei se la fosse sentita di invitare gente, prospettiva che la terrorizzò. Mentre girava tra la folla degli ospiti, lanciando di tanto in tanto un’occhiata di sfuggita a George che intratteneva altri invitati, avvertì distintamente il suo cambiamento di umore e di atteggiamento. Era come se tentasse di estraniarsi da quello che stava succedendo. Come lo conosceva poco! La prospettiva di passare le prossime settimane sola con lui tutt’a un tratto la sgomentò, suscitando in lei una paura indefinibile.
Maurice propose un brindisi alla loro salute in un divertente discorso che fece ridere tutti; George le tenne la mano per aiutarla a tagliare la candida torta a tre piani, e poi tutto finì. Dopo aver indossato un grazioso vestito da passeggio azzurro, Sophie prese posto nella carrozza che li avrebbe accompagnati alla stazione, dove avrebbero preso il treno per Dover. Con un’ultima occhiata alla folla che salutava, Sophie scorse Althea che guardava sorridendo Maurice, divertita per qualcosa che aveva detto, poi la signora Sterling in lacrime e la figuretta del dottor Sterling che si allontanava mentre la carrozza partiva. Dovette resistere all’improvviso impulso di saltare giù dalla carrozza e ritornare indietro. Ma ormai era la signora Randolph. Voltandosi verso George gli disse in tono scherzoso: — Hai notato Maurice e Althea?
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4— Sì — rispose lui. — È stato come avvicinare la paglia al fuoco, non ti pare? Lei non riusciva quasi a togliergli gli occhi di dosso.
— Già. Non faceva che dire com’era contenta di avere un altro fratello, ma non lo guardava certo con l’espressione di una sorella!
— Be’, spero che non si faccia illusioni in questo senso.
— Perché? Si vedeva benissimo che anche Maurice era attratto da lei, e non c’è da stupirsi. Era molto bella e anche lui era affascinante in uniforme.
— Sono state molte le ragazze da cui Maurice è stato attratto in vita sua, ma a quel che ne so io, per ora non ha la minima intenzione di accasarsi.
— Quanto a questo — replicò lei — temo che la mamma punti più in alto per Althea. Non ha che diciotto anni e ci vorrebbe una grande pazienza per far cambiare idea alla mamma. Anche se, naturalmente, si potrebbe convincerla facendole notare che Maurice un giorno potrebbe essere nominato ammiraglio.
— Non mi hai capito. — George adesso aveva lo sguardo fisso sulle strade che sfilavano fuori del finestrino. — Conosco bene Maurice — continuò senza guardarla. — Il suo unico interesse nella vita è la Marina, non vuole niente che lo distragga da questa passione. Ed è fermamente intenzionato a diventare ammiraglio, un giorno.
— Ma se dovessero innamorarsi, allora lui potrebbe cambiare idea, non credi? Sarebbe così bello, noi quattro… — Ma la voce le morì in gola quando si accorse di non ricevere nemmeno un sorriso in risposta.
— Non è mai una cosa saggia mettersi a organizzare matrimoni — commentò George. — E in questo caso dubito che ci sia niente di più di un allegro flirt, attività che è molto congeniale a mio fratello e in cui Althea non è da meno.
Sophie si chiuse in se stessa. Non era questo il modo di iniziare una luna di miele. George, anche se non lo vedeva bene in faccia, aveva un’espressione cupa. Quando lui riprese a parlare, facendo uno sforzo evidente, fu per osservare che il figlio di Amabel, che aveva fatto loro da paggetto, si era comportato meglio del previsto.
Quando furono a Dover era piuttosto tardi. Qui, mentre salivano a bordo del postale dell’Ammiragliato diretto a Ostenda, Sophie era in uno stato di grande turbamento, incapace di capire il suo compagno: era un uomo completamente diverso da quello che tre mesi prima le aveva infilato l’anello di fidanzamento al dito. La sua brillante conversazione si era fatta stentata e il suo atteggiamento sempre più aperto e affettuoso era quasi ridiventato quello di quando l’aveva conosciuto per la prima volta, dandole l’impressione di voler essere altrove. Avrebbe voluto non trovarsi là con lei anche in quel momento, mentre salivano sulla passerella nella fresca aria della sera? All’orizzonte calava il sole in un cielo limpido tutto rosa e oro.
— Avrete una traversata tranquilla, signora — disse un giovane ufficiale mentre salivano a bordo — anche se potrà alzarsi il vento più tardi.
Non avendo mai messo piede su una nave prima di allora, Sophie si tenne ben stretta al braccio di George mentre attraversava il ponte. Rimase senza fiato, ammirando lo spettacolo insolito della vasta distesa del mare, la luminosità del cielo in alto riflessa nell’acqua ai suoi piedi, la piccola nave dall’aria solida e robusta, l’equipaggio al lavoro.
— Ero stata una sola volta al mare — esclamò. — Eravamo in vacanza con la mamma ad Hastings: Althea e io avevamo avuto il morbillo e papà pensava che l’aria di mare ci avrebbe fatto bene. Ma un vero viaggio sul mare è una cosa emozionante.
George fu toccato dal suo entusiasmo. Lui l’aveva sposata nel bene e nel male mentre desiderava disperatamente un’altra donna, il che era stato una cosa spregevole da parte sua. D’altra parte che alternativa aveva? Comunque avesse agito l’avrebbe resa infelice, e la stessa infelicità avrebbe causato a se stesso. Adesso quindi doveva fare in modo che lei soffrisse il meno possibile. — Sii gentile con lei, George — gli aveva consigliato Jack. — La gentilezza e la dolcezza sono ciò che più conta. — Bene, avrebbe fatto del suo meglio. Lei non sarebbe mai venuta a sapere quanto gli costasse comportarsi in modo normale, fingere che Emily Horton non fosse ritornata dal mondo dei morti.
Non si rendeva conto di quanto l’avrebbe logorato questo sforzo.
Riuscì comunque a tirare fuori un sorriso e le chiese se pensava che sarebbe stata un bravo marinaio, al che lei si mise a ridere e rispose che era troppo presto per rispondergli.
Vedendo la minuscola cabina che era loro stata assegnata, George volle lasciare quella tana da conigli a lei e a Phoebe, mentre lui avrebbe dormito nella sala di prima classe.
Segretamente sollevata, Sophie accettò la sua proposta, considerandola segno di grande sensibilità: dover stare così a stretto contatto con il suo nuovo marito poteva essere imbarazzante per una sposa. Dormì molto bene, cullata dal dolce rollio delle onde, e la mattina seguente scacciò tutti i dubbi e i cattivi presentimenti del giorno prima. Era naturale che George avvertisse la gravità della situazione e dell’impegno preso, com’era successo a lei. Tutto qui. “Chissà” pensò ingenuamente “se era intimidito come lo era lei.” Mentre sbarcava dalla nave e metteva piede sul primo paese straniero che avesse mai visitato in vita sua, Sophie si sentì risollevare il morale. Non poteva immaginare che, mentre la loro vita insieme iniziava, George provava esattamente la sensazione opposta.

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35 pensieri su “Una storia 13

  1. Solitaria, in questo amore nascosto che urla, appunto, amore ma è in ombra dal male estremo: il meglio per la distruzione di entrambi.
    Il destino si mette di traverso quando, con la buona volontà, tutto potrebbe aggiustarsi.
    Non c’è pace.
    Se morisse george…
    Dovrebbe morire, magari con quella poco seria di Emily.
    Che schifo il mondo.
    Buona giornata

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  2. Un sentimento di odio furioso per quello stronzo di George.
    Sono incazzata nera.
    Ma possibile che sia riuscito, in un attimo, a rovinare la vita alla sua famiglia, alla moglie, alla famiglia della moglie e a quelli che lo circondano?

    E cosa fa quella puttana di Emily … la poverina?
    Che schifo.

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    • Lilly Simoncelli

      Vorrei stigmatizzare che certi toni e certe situazioni descritte sono bandite.
      Lilly, questo è uh mio uultimo avviso.
      Non tollero, assolutamente, che vengano usati certi toni qui dentro.
      Siccome, ultimamente, ti sei abbandonata ad alcune intemperanze, vorrei ricordarti che la mia regola di correttezza e serietà, nei confronti di “tutti” i lettori e lettrici è sempre valida e soprattutyto verso gli amici, ti invito a fare la massima attenzione.

      Il blocco è in agguato.
      detto ciò ti auguro una buona giornata

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  3. Scritto sempre bene tanto da suscitare emozioni forti e sentimenti contrastanti.
    Una pittura a tinte fortissime, caro Milord.
    Una pittura che, ad ogni pennellata, porta uno schiaffo, una reazione che lascia distrutti. Crolla il mondo delle certezze, il mondo d’amore al quale, bene o male, ci si stava preparando ad affrontare.
    Un amore grande stroncato su nascere.
    Quell’amore che sarebbe potuto diventare qualcosa di molto speciale.
    Di grande, di meraviglioso.

    Poi subentrano la testardaggine e quei casi della vita che si insinuano dentro.
    E non si riesce ad uscirne.
    George, George, ma cosa fai?
    Sono completamente solidale con Sophie.
    Una donna chiara, pulita di principi e dignità.
    Un capitolo bellissimo, proprio per quelle emozioni (anche negative) che è riuscito a dare.
    Sei bravo Milord.
    Un caro saluto per una buona giornata.
    Saluto molto caramente le mie amiche di lettura.

    Annelise

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    • Annelise Baum

      Il mondo delle certezze diventa spesso, anzi troppo spesso quello delle incertezze.
      Assistiamo allo scadimento di quei principi morali, alla base della società, che sono faro e tramite, dei nostri sentimenti.
      Purtroppoo, tutto questo, fa parte della vita.
      Ma a fare attenzione, ovvero a qualificare i nostri atti, siamo sempre in tempo.
      Grazie e cordialità

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  4. Un capitolo denso di avvenimenti nascosti dalla scorrevolezza.
    Una scrittura bella e lineare. Vediamo un po’.
    george ha manifestato,da subito, la sua intenzione al bisogno di essere compreso. Ma da chi?
    Una comprensione che manca ai più in quanto lui si è lasciato trasportare dal bisogno di soddisfare “il ricordo” di quello che è stato.
    Sì, caro Ninni, è semplicemente un bisogno.
    Ma Sophie?
    Sophie è quella donna specialissima che è. Pulita, onesta e dignitosa che si pone, da brava donna innamorata, quei dubbi e quelle domande che soltanto una “persona per bene” potrebbe fare.

    Uno spaccato di vita bellissimo e regalato da Milord, con la sua consueta bravura.
    Ma quanto sei bravo Ninni?
    Un mito per davvero.
    Ciao Nì un caro saluto

    La Manuela

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    • Manuela Rovati

      La comprensione, molto spesso, è un viatico proprio per l’incomprensione.
      Non possiamo accettare certe prese di posizione proprio perché inficianti.
      Cosa rimane dopo un tradimento?
      L’amaro in bocca che non ci permette più di vivere.
      george è confuso, a nostro avviso. Ma la sua confusione, apertamente o poco apertamente, venne indotta dalla Sig.ra Horton. Mah, ne siamo convinti. Anche se …
      Grazie per aver commentato…
      Cordialità

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  5. Caro Antonmaria

    Quanto è bella Sophie! A mio avviso, la prima parte del capitolo è straordinaria: la descrizione dell’ animo di Sophie che, la sera precedente il matrimonio, è messo sottosopra da un turbinio di riflessioni, dubbi, paure, desideri. La superficialità non le appartiene proprio, è consapevole dell’ importanza del passo che le cambierà la vita. Ella è certa della sincerità del Suo sentimento per George, ma sapendo che egli la sposerà per motivi diversi dall’ amore, è logico che non viva in totale serenità la vigilia di nozze.
    Altra cosa fu per i suoi amici Verity e Jack, che si sposarono per Amore reciproco.
    Tenerissima la scena in cui padre e figlia conversano. Il Dr. Sterling le somiglia tanto per onestà di sentimenti. Addirittura la invita a valutare bene il passo che sta compiendo ed, eventualmente, a rinunciarvi; la Signora Sterling non lo farebbe mai.
    Sapendo l’ antefatto, leggo con tristezza i passaggi del rito religioso, del pranzo di nozze e dell’ avvio della luna di miele. È perché tanta tristezza traspare in ogni parola di cui, Antonmaria, vi siete avvalso: Sophie che non coglie entusiasmo in George, anzi quasi sembra leggergli in volto pentimento per averla presa in moglie, e George che palesemente è in crisi interiore per ciò che vorrebbe e non vorrebbe fare, tra ciò che ha fatto e non avrebbe voluto fare.
    Agghiacciante la partenza per la luna di miele, senza alcuno scambio di parole affettuose, ma trascorsa a parlare di terzi.
    Non posso immaginare il seguito, attendo dunque con impazienza le prossime pubblicazioni.

    Mi unisco al coro dei lettori che, con espressioni diverse, si complimentano con Voi per tanto genio e talento letterario.
    Con Stima Affetto e Devozione,

    Maria Silvia

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    • donna Maria Silvia

      Mia signora, se dovessimo stilare una classifica Voi, oggi, avreste la “Palma d’oro per il miglior commento. Siete riuscita a creare e ricreare quella “situation comedy” che si rifà al romanzo stesso.
      Agghiacciante la partenza per la luna di miele?
      Si, è vero.
      La stessa luna di miele (fatta o meno) rappresentò un punto di arrivo o di partenza?
      Sotto certi aspetti possiamo definire la Luna di Miele come una “stazione di arrivo” di determinati sentimenti. Infatti, in questo passaggio, molte cose si chiariscono.
      Emily Horton , sicura del proprio fascino e dei propri trascorsi, sa di avere campo libero e preponderante anche, nei confronti di George.
      George, inconsapevole di tali tresche (è molto diretto ma, sostanzialmente, un ingenuo…), si ritrova innamorato di quel pseudo amore che c’era stato…
      Ovvero inizia a ricreare tutto quello che, in sei anni di esilio, aveva tenuto dentro.
      E si sa, tutto quello che non si è riuscito ad estrinsecare, viene spesso enfatizzato dal tempo.
      Povero George, aveva creduto a tutto quello che gli veniva raccontato.
      Un uomo perfettamente e tranquillamente innamorato, come un ragazzino proprio.
      Il tempo e i fatti si sono succeduti così velocemente da confonderlo.
      Ma il tasto dolente è rappresentato da Lady Sophie.
      Una ragazza di bontà; di principi e soprattutto con una dignità forte e specchiata.
      Gentile nei modi elegante nel tratto, Sophie riuscirà a risolvere queste situazioni incresciose?
      Lo sperammo proprio.

      Una sistemica tendenza alla tragedia è il non volere accettare le realtà.
      George non l’accetta, ma continua a idealizzare…
      Emily ne approfitta, continuando a dare l’impressione che “passava per caso” …
      Sophie si rifiuta di prenderne atto, soprattutto perché la sua persona, educazione e candore, le impediscono di maturare “il male”. Ma questo potrebbe esserle grave…

      Continuando a manifestarvi tutta la nostra ammirazione,
      Vi ringraziammo nostra unica e meravigliosa signora

      Cordialità
      (Ritenetevi, ampiamente, ammirata, amata, coccolata con contorno di bacini vari … )

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  6. Certo che questo matrimonio, già nato su basi traballanti,
    inizia veramente male.
    Mah, chissà dove ci porterà questo racconto.
    Quali altri risvolti avrà la storia.
    Sono sicura che diventerà sempre più coinvolgente che leggo scatena parecchio vari lettori🙂

    Bravissimo Milord.
    Ossequi e cordialità,

    Raffaella

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  7. Sono entrata nella parte … di Emily.
    Ah ah ah a ah ah ah
    Firmato:
    lega Italiana per Ammazzare quella smorfiosetta di Sophie aiuto che mi spettino l’acconciatura.
    Ah ah ah ah ah ah🙂

    Ciao Ninni😉

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    • Melissa T

      la lega delle cause perdute è ancora aperta?
      Oddio, occhio, qua Vi fanno fuori.
      Emily, nel ringraziarvi, è pronta a coinvolgere anche voi…
      occhio, potrebbe sedurvi il marito…
      🙂

      Abbiate una serena giornata

      The Milorder

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  8. Caro Milord, vi prego di non volermene se non ho commentato da molti giorni, venendo così meno alla mia promessa: Sono altrettanti giorni che mi trovo costretta a letto con una specie di influenza micidiale.
    Non è mancanza di rispetto ma proprio di forze.
    Un caro e sincero saluto

    Giovanna

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