Una storia 18

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1a

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2Al suo arrivo a casa George fu festosamente e rumorosamente accolto da Brandy, un cucciolo di setter che Charlie Layton gli aveva regalato e che doveva il suo nome al pelame color miele. Dopo aver consegnato il cappotto a James, il nuovo cameriere, stava accarezzando il cane quando Sophie uscì dal salotto per vedere che cosa stesse succedendo.
— George, come sono contenta che tu sia tornato! — fece allegramente. — Ho tante cose da dirti. Ho trovato una stoffa che è perfetta per le tende e il copriletto della stanza di tuo padre, i Layton sono venuti qui per il tè, e anche il pastore, e domani arriva Althea: la portano qui mamma e papà.
Grazie anche all’intervento di Brandy, non ci furono recriminazioni per l’eccessiva durata della sua permanenza a Londra. George avrebbe preferito una scenata da parte sua per avere la scusa di sfogare su di lei la propria infelicità. Invece le diede un bacio distratto sulla guancia. — Andiamo in biblioteca?
— Fa più caldo nel salotto. James, facci portare un vassoio con del caffè; il padrone sarà gelato dopo il suo viaggio… Spero che tu abbia sbrigato tutti i tuoi affari in maniera soddisfacente — disse poi a George, quando furono entrati in quella stanza, che era più piccola ma più accogliente della biblioteca.
Lui si lasciò cadere nella poltrona accanto al fuoco. — In parte — rispose, pensando a che cosa sarebbe successo se Emily gli avesse ceduto. Poi tornò al presente. — Allora i tuoi genitori saranno qui domani? — domandò, e avendo finalmente trovato un motivo legittimo di malumore, aggiunse: — Credevo che avessimo concordato di posporre la loro visita fino a Natale.
— Be’, sì, ma la settimana ventura sarà già novembre e io voglio avere qui Althea per una lunga visita.
— Come vuoi tu, ma sarebbe stato meglio aspettare fino a che io fossi tornato. Immagino che se non fossi stato qui a ricevere tutti loro, tuo padre avrebbe trovato la cosa molto strana.
— Io pensavo che ci saresti stato — gli rispose con calma Sophie mentre gli versava il caffè. — Quando ho scritto per invitare Thea, papà l’ha trovato un buon pretesto per allontanarsi alcuni giorni da casa, e poi tu avevi detto che Althea sarebbe stata la benvenuta.
— Ma certo. — George, rendendosi conto che stava protestando per qualcosa che era soprattutto colpa sua, si dedicò al suo caffè, ringraziando il cielo che Sophie non potesse leggergli nel pensiero né tanto meno indovinare che non aveva la minima voglia di ospitare suoceri e cognata in un momento in cui stava così male per la separazione di Emily. Ma sottovalutava la percezione di sua moglie.
Dal momento stesso in cui George aveva messo piede in casa, Sophie aveva sentito che non era particolarmente contento di vederla, né di essere di nuovo a Plummers, e adesso si chiedeva che cosa lo disturbasse tanto. Lì tutto andava così bene! Ma lei cominciava a conoscere meglio suo marito e sapeva che l’ultima cosa che lui avrebbe tollerato sarebbe stato un interrogatorio: l’avrebbe considerato un’invasione nella sua privacy. Se c’era qualcosa che voleva dirle, l’avrebbe fatto a tempo debito, anche se non era un tipo facile alle confidenze.
George posò la tazza e le chiese se i Layton fossero venuti per qualche motivo particolare.
— Oh, sì, mi hanno detto che alla fine della prossima settimana ci sarebbe stata un’Esposizione di aeromobili vicino a Oxford e mi hanno proposto di andare a vederla con loro. Naturalmente ho accettato e so che anche Thea verrà con entusiasmo. Sarai dei nostri?
— Non credo, ho molte cose a cui provvedere, visto che sono stato assente per una settimana, e poi quegli arnesi mi interessano poco. Immagino che possano avere qualche utilità per scopi di osservazione scientifica, ma al momento mi sembrano semplicemente dei trucchi da baraccone per gli ingenui.
— Mio Dio, eccoci catalogati.
— Oh, be’, vai se lo desideri — fece George, imbarazzato. — Ma non sono sicuri, sai? Quando ero a Parigi c’è stato un brutto incidente durante un’ascensione e sono morti in parecchi, compresa la moglie del pilota.
— Spero che non succedano incidenti — ribatté Sophie senza lasciarsi scoraggiare. — Sarà emozionante vedere uno di quei palloni sollevarsi in volo. E come hai trovato tuo padre?
Poiché si aspettava quella domanda, la stessa che gli aveva fatto Jack, George rispose in tono noncurante: — Abbastanza bene, immagino. — Non era una vera e propria bugia, dopotutto.
— Credi che verrà a Natale?
— È difficile a dirsi. Dipende da come si sentirà allora. — Poi cambiando argomento, osservò che sicuramente Maurice li avrebbe presto favoriti di una visita quando fosse tornato dallo Shropshire, se la Marina non avesse avuto bisogno di lui.
— Spero proprio che verrà. Quanto ad Althea, non vede l’ora di essere qui e soprattutto di fare delle galoppate in giro per la campagna.
— Mi ero scordato che è molto diversa da te. Cercherò di trovare il tempo per portarla un po’ in giro. Comunque potrà uscire a cavallo con Hedges e Maurice, quando verrà. Potrà montare la giumenta che ho comprato per te. Ha bisogno di muoversi.
— Non era necessario che tu toccassi questo argomento — fece Sophie senza tradire la propria irritazione, poi raccolse la carta da lettera e il necessario per scrivere e si spostò nel salotto nuovo, dove riprese a sbrigare la corrispondenza sul suo piccolo scrittoio portatile.
George ebbe la buona grazia di seguirla e di scusarsi. — Ti chiedo perdono, Sophie, hai ragione, sono proprio uno zoticone.
— Non ho detto questo, ma mi sembra che tu sia tornato a casa di pessimo umore — replicò lei, in tono noncurante.
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5— Sono solo molto stanco, penso che andrò a letto presto. — Uscì dalla stanza, seguito da Brandy. Sophie rimase seduta accanto al fuoco: dopo essersi chiesta come mai lui tardasse tanto a tornare a casa e averlo aspettato con ansia giorno dopo giorno, adesso che finalmente era arrivato aveva perso tutte le speranze di vederlo felice di essere di nuovo a Plummers, con lei. Le era bastato vederlo entrare dalla porta. Ma già fin dal principio le cose non erano andate come lei avrebbe desiderato, in fondo; per fortuna cominciava ad affezionarsi sempre più a quella casa, al paese e ai suoi abitanti, agli amici che si stava facendo, che erano molti di più di quanto non immaginasse, perché le sue visite ai malati e la sua generosità verso i bisognosi le stavano attirando rispetto e simpatia. La signora Box aveva espresso l’opinione che la nuova padrona di Plummers era “una persona a posto”, mentre suo fratello rimpiangeva non essere più in grado di rimanere al servizio di George.
E c’era così tanto da tenerla occupata che Sophie aveva deciso che avrebbe comunque avuto una vita piena: essendo vissuta in casa di un dottore non ignorava certo l’esistenza della fame e della povertà nel mondo; sapeva che in quel piacevole luogo esistevano persone con le mani bucate, uomini che spendevano tutto il loro salario nell’alcol, invece di provvedere al sostentamento della moglie e dei figli, ed erano appunto queste misere e magre creature, spesso scalze e insufficientemente coperte, che suscitavano la sua compassione. C’era molto da fare lì, molta gente da aiutare. Se soltanto…
Facendosi forza si alzò e andò a letto. Trovò George apparentemente addormentato e rimase per un po’ a fissarlo. Era impossibile non accorgersi che, per qualche motivo misterioso, era tutt’altro che felice. Perché mai si illudeva che solo lei fosse in grado di aiutarlo? Non aveva nessun motivo di crederlo, ma era certa che a sua volta solo lui avrebbe potuto dare un senso alla vita che lei si era scelta. Ma suo marito si ostinava a non lasciarsi andare e si rifiutava di aprirsi a lei. Sopraffatta da una grande ondata di amore e di desiderio, Sophie si chinò a posargli le labbra sulla fronte.
Fu un bacio leggero come l’ala di una farfalla, ma George non dormiva. Fingeva soltanto, perché non aveva più voglia di parlare e se ne stava là a occhi chiusi. Era però sufficientemente sveglio da essere sbigottito. E rimase in preda a un subbuglio di emozioni contrastanti per un pezzo, dopo che Sophie si fu svestita e fu entrata nel letto. Emily gli aveva riservato un trattamento durissimo, mentre Sophie lo aveva anche baciato!

Il giorno previsto arrivarono gli Sterling. Come Sophie al suo arrivo a Plummers, nemmeno la signora Sterling si aspettava una residenza di tali dimensioni. — Mia cara — disse a Sophie, quando furono salite nella sua camera dal maestoso scalone — puoi fare di questa dimora l’orgoglio della contea.
— Ho intenzione di farne semplicemente una casa piacevole da viverci — rispose Sophie. — Spero che ti troverai bene, mamma.
— Come non potrei? Tutto qui è di buon gusto. Come sono contenta per te, bambina mia cara! E dimmi un po’, hai conosciuto molte persone? Sei soddisfatta della servitù? Entrare in un posto del genere…
Sophie si lasciò sfuggire un sorriso. — Be’, non era proprio così quando sono arrivata. Abbiamo avuto settimane piene di rumore e di operai, e c’è ancora molto da fare. Però il peggio è passato. Comunque sì, grazie a Lady Louisa… anzi, a proposito, devo ricordarmi di chiamarla zia Louisa, adesso, abbiamo una cuoca eccellente che ci incute un po’ soggezione e un maggiordomo impeccabile. E quanto alla tua prima domanda, abbiamo conosciuto molte persone, tutte molto cordiali. Pensa — continuò, cedendo a un impulso malizioso — abbiamo persino cenato al palazzo di Blenheim, con il duca e la duchessa di Marlborough.
Questo superava persino le più sfrenate ambizioni della signora Sterling. — Oh, mia cara, che cosa splendida! Che cosa non potrai fare per tua sorella!
Sophie si mise a ridere, ma non fece commenti, chiedendosi che cosa ne pensasse sua madre delle visite di Maurice. — Carissima mamma, come sono felice di avervi tutti qui.
E sua sorella fu ancora più entusiasta della madre. — Non ci posso credere — fece mentre scendevano insieme a cena. — Possedere questa casa meravigliosa, diventare un giorno Lady Randolph… Oh, Sophie, è tutto così grandioso, qui.
Ridendo Sophie la prese a braccetto. — Sì, capisco che possa fare impressione, ma in realtà è una casa da dirigere come tutte le altre, anche se su più larga scala.
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4— Immagino che tu sia felice e che benedica la zia Adela. Giusto l’altro giorno Maurice mi diceva che era stata lei a ricostituire le fortune della famiglia, perché in un certo senso tutti noi ne facciamo parte.
Sophie le lanciò un’occhiata interrogativa. — È tornato dallo Shropshire, allora?
— Oh sì, più di una settimana fa. Ha intenzione di venire qui sabato, non lo sapevi?
— No — rispose Sophie. — Nessuno mi aveva informata.
— Ma, che strano. Deve averlo pur detto a George quando l’ha visto. Non mi avevi raccontato che George era a Londra? Be’, non importa. Passeremo un bellissimo periodo insieme.
Dopo un pasto eccellente, zuppa di tartaruga, salmone, lepre in tegame e sella di montone, seguito da numerosi dessert, la signora Sterling, che era una buona forchetta, decretò che Sophie aveva una cuoca che valeva un tesoro. Mentre erano tutti a tavola ci fu un vivace scambio di notizie; Althea era brillante e allegra come al solito, mentre George faceva di tutto per essere un buon padrone di casa, cosa che non gli costò eccessivamente, visto che il dottor Sterling gli era piuttosto simpatico. Dopo, mentre i due uomini rimanevano seduti a bere il loro porto, le signore si recarono in salotto a chiacchierare e Sophie mostrò le cose che aveva portato dall’Olanda. Non ebbe modo di parlare a tu per tu con suo padre né d’altra parte avrebbe potuto avere con lui il dialogo franco che aveva sempre avuto, perché adesso aveva pensieri e problemi che doveva tenergli nascosti. Più tardi, quando accompagnò Althea nella sua stanza, Sophie chiuse la porta e ritornò alla conversazione che avevano avuto sulle scale. — A quanto pare hai visto spesso Maurice dal giorno del mio matrimonio.
— Sì, è così — rispose l’altra arrossendo. Quel rossore ne accentuava ancora di più la bellezza. — Siamo usciti a cavallo, abbiamo fatto passeggiate in carrozza, di solito con Daisy o con qualche altro chaperon; tutto è stato molto corretto, sai, anche se Maurice trova ridicole certe convenzioni a cui la mamma tiene tanto, e dice che ormai noi due siamo fratello e sorella. Viene spesso a cena da noi e ci intrattiene raccontandoci le sue storie di mare.
— Sei innamorata di lui, Thea? — Vedendola arrossire Sophie si mise a ridere. — Be’, mi hai già risposto. Evidentemente non nutri sentimenti molto fraterni nei suoi confronti. Ha parlato al papà?
— Non ancora, ma lo farà, ne sono certa. — Althea era tutta raggomitolata nel letto.
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3— Che grazioso copriletto! Prima pensavo che sarebbe stato così emozionante se fosse diventato ammiraglio, ma adesso, naturalmente, penso che se davvero ci sposiamo dovrà lasciare la Marina. Non potrebbe certo andarsene via per quei suoi lunghi viaggi e lasciarmi sola per due o tre anni. Sono sicura che nemmeno lui lo vorrebbe.
Sophie era esterrefatta. — Ma ne avete parlato?
— Oh, no — le rispose ingenuamente Althea. — Ma di certo vorrà rimanere con me, non ti pare? Non vorrà stare dall’altra parte del globo, dopo sposato.
Ricordando quello che George le aveva detto delle ambizioni del fratello, Sophie non riusciva a immaginarsi una cosa del genere. — Sai — disse alla fine — se ami un uomo, devi anche accettare il suo lavoro e la sua carriera.
— Ma George ha rinunciato al servizio diplomatico.
— Non per me, ma per amore di suo padre e per Plummers. È stato prima ancora che mi conoscesse. — Althea era un po’ imbronciata. “Che graziosa ragazza” pensò Sophie “ma ancora così immatura.” — Forse non dovresti farti tante illusioni — aggiunse. — Non pensi di chiedergli troppo?
Riprendendosi un po’, Althea disse allegramente: — Non credo proprio, mi ama e farebbe qualsiasi cosa per me.
— Ne sei proprio sicura? Non stai forse scambiando per un sentimento più profondo quella che è semplicemente la sua spontanea galanteria e il suo piacere di avere una sorella?
— Come potrei ingannarmi? Non fare la guastafeste, Sophie. Aspetta che venga e vedrai. Ma non dire nulla a George, per favore. Lascia che glielo dica Maurice.
— D’accordo. — Se George poteva avere dei segreti, lo stesso poteva fare lei. C’era però qualcosa che non intendeva far passare sotto silenzio.
Quando finalmente lui venne a letto, lei era ancora seduta alla sua toilette e non pensava più alla sorella. Sarebbe forse stato più saggio non affrontare l’argomento quella sera stessa, ma non riusciva a trattenersi. Dopo aver congedato Phoebe, disse a George: — Mi sorprende che tu non mi abbia detto che Maurice era a casa e che pensava di venire molto presto da noi.
George entrò nel letto e rimase a fissare il soffitto, rendendosi conto che era molto più difficile reagire con prontezza, in posizione distesa: si sentiva intrappolato, in un certo senso. — Non ero in Mount Street — ammise finalmente. — Mi sono fermato al mio club.
— E perché non me l’hai detto?
— Non pensavo che avesse molta importanza.
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6— Ah, davvero? Dici che vai via per due giorni e rimani a Londra una settimana, ti fermi al tuo club invece che da tuo padre, a quel che sento, e non credi opportuno dirmelo?
— Scusami. — George si rivoltò inquieto nel letto. — Immagino che avrei dovuto informarti. — In realtà non gli era nemmeno passato per la testa che lei potesse preoccuparsi, tanto era preso dai suoi angosciosi pensieri. — Vieni a letto adesso, è tardi.
— Non sei nemmeno andato a trovare tuo padre?
— No. — Non poteva mentire a una domanda così diretta.
— Ma a me hai fatto intendere che c’eri stato.
George si sentì arrossire dall’irritazione. Tutto era andato disastrosamente, laggiù, ma non poteva certo spiegarglielo. Così, in un tono di voce reso gelido dalla sua stessa infelicità, le rispose: — Non succederà più. Avevo delle ragioni personali per volere un minimo di privacy a Londra, ma non voglio parlarne. Non è la prima volta che sono costretto a ricordarti che sarebbe bene conservare un certo margine di indipendenza l’uno dall’altra.
— Molto bene — fece lei spegnendo la candela, e si sdraiò sul letto, separata da lui dalle fredde lenzuola. — Ma continuo a chiedermi che cos’avessi di tanto segreto per non poter stare a Mount Street.
— Lascia perdere, Sophie! Uno dei tuoi peggiori difetti è quello di ostinarti a discutere anche quando l’argomento è chiuso. Ti ho già detto che non succederà più. Buona notte. — E poi, sentendosi per un attimo rimordere la coscienza per la sua imperdonabile scortesia proprio nei confronti della parte lesa di quel miserabile triangolo, si chinò a darle un bacio leggero. — Mi hai perdonato, spero?
Con gli occhi pieni di lacrime e quasi incapace di rispondere al suo bacio, Sophie mormorò: — Non pensarci più, per favore. — Poi si voltò sul fianco, girandogli la schiena e serrando le palpebre per frenare il pianto. Era comodo chiedere perdono, ma per che cosa? Che cos’aveva fatto a Londra di tanto misterioso? Di qualsiasi cosa si fosse trattato, non aveva intenzione di dirglielo. Si era forse incontrato con un’altra donna? Anche se quel pensiero non le era mai venuto in mente, prima, poteva spiegare la sua strana condotta. Almeno la signora che era stata la causa di quel processo era morta, ma come poteva essere sicura che non ce ne fosse un’altra? Che avesse trovato con un’altra donna quell’amore che non aveva mai ammesso di provare per lei?

44 pensieri su “Una storia 18

    • Annelise Baum

      La fantasia e la realtà sono due componenti, della nostra vita, importanti. Ci aiutano a discernere ciò che è bene da ciò che è male aiutandoci a vivere.
      Lo stesso si può dire di George e Sophie.
      Grazie per aver scritto
      Augurammo serene festività

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    • Spillo

      Il capitolo di riferimento, è uno dei fari di luce che costellano il romanzo.
      Un passaggio obbligato, per essere più appropriati.
      grazie per avere scritto.
      Cordialità con l’invito a trascorrere serene festività

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  1. Mi piace da morire il tuo modo di scrivere ….
    Un bel capitolo pieno si fascino e letteratura, sublime, perfetto, con un incipit di rara bellezza..
    The ability of description and dialogue are superlative.
    E’ proprio il piglio che mi piace, di questa storia. Una perfezione per il particolare che è bellissima.
    La proprietà e tutto l’impianto della storia, è perfetto. Bella storia supportata da quel calore emozionale che avvince.
    E avvince sul serio.
    Sul taglio basso, poi, sei fantastico.
    Voglio rileggerlo, merita.
    Ciao e buona giornata

    Grande e buona giornata

    1050

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    • Maria Luisa

      Ciao milady come va? Era da un pezzo che non ci si leggeva. Ho visto che ti sei segnata come “ex-giornalista”…
      Finalmente l’hai capita di mollare. Ma ti hanno minacciata?
      (Dai scherzo)
      Ciao sei carina come sempre..

      Enrico

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      • Ciao Enrico.
        Non vorrei approfittar di Ninni.
        Tutto bene grazie. Sono rientrata dall’Irlanda da dieci mesi e mi trovo abbastanza bene in Italia. Sai, dopo vent’anni di Irlanda…
        E ritrovo i miei più grandi amici, Ninni e te e pochi altri..
        Ninni lo trovo sempre elegante, colto, di classe, raffinato.
        Insomma quell’uomo che ho sempre apprezzato (e ammirato).
        Si ex-giornalista e adesso mi godo la vita.
        Ciao Enrico, un caro saluto e un five.

        Regards

        1050

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    • Maria Luisa

      ma tu guarda chi ritorna in vita!
      Anche tu qua dentro? Ci si sta bene vero? Io vengo quando ho due minutini liberi e mi voglio rifare gli occhi, oppure prendere qualche spunto…
      Un capitolo, questo, davvero importante e soprattutto bello e scritto bene.
      Dimmi di te…
      Leggo e vedo che sei in formissima (foto recente? Sempre carina …)
      Ritirata? Meno male. 😀
      Ciao e allora ci conto a leggerti qua.
      Stammi bene

      Louis

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      • Ciao Glg,

        che carino (ovviamente non parlo fisicamente 😀 )
        Grazie.
        Tutte le risposte alle tue domande le trovi nel form su che ho scritto a Enrico.
        Per il resto tutto bene.
        Sì, mi vedrai spessissimo, anche perché Ninni, come sempre, è un grande scrittore e gli spunti per discussioni o altro li trovi, sempre, nascosti fra le sue parole.
        La foto è della fine di agosto di quest’anno,ero in Toscana.
        Poi vorrei ricordarti che Ninni ha una “Natiquette, un galateo e un regolamento” e non vorrei urtarlo.
        Ti ringrazio, ma non mi sento di rovinargli il capitolo…
        Ciao, grazie, sei gentile.
        Buona giornata

        1050

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    • Maria Luisa Ranieri

      Vi ringraziammo per l’espressione generosa, lasciata al nostro indirizzo.
      Voi, professionista della parola, conoscete bene l’uso delle descrizioni in materia.
      Vi porgemmo il benvenuto presso queste umili pagine, compiacendoci di vedervi in salute e sistemata, in Italia.
      Nel ringraziarVi per l’intervento, Vi augurammo serene Festività

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  2. Caro Milord,
    leggo con entusiasmo questo nuovo capitolo. Un dipanarsi suggestivo e coinvolgente di questa vita coniugale così complessa che rispecchia il vivere di quei tempi. Ben di rado ci si poteva sposare per Amore. Le famiglie decidevano per i figli ( sia maschi che femmine ). La cosa principale era un posto adeguato in Società, un titolo e molto denaro. i sentimenti personali passavano sempre in secondo piano fino ad essere annullati. Il conoscersi bene tra i futuri sposi non aveva importanza. Le madri dicevano alle figlie : ” Con il tempo imparerai ad amarlo…” e con questo il discorso era chiuso. Per gli uomini c’era sempre la scappatoia di farsi un’amante a loro congeniale ma con l’attenzione alle dovute conseguenze.
    Nel vostro mirabile testo ritrovo ciò che ha scritto la mia bisnonna, in alcuni suoi diari che conservo gelosamente. Vi assicuro, sembra, li abbiate dettati voi anche se portano la data del 1848.
    Trovo i vostri personaggi delle persone magnifiche, ma Sophie è la Donna per antonomasia. Ama, sopporta e cerca di essere sempre amabile con il marito. Non chiede, non domanda….cerca di riempire la sua vita con l’amore per la casa e aiutando il prossimo.
    Per secoli è stato così, in tutte le classi sociali. I nobili , almeno, avevano una vita agiata che poteva, in parte compensare la mancanza del sentimento profondo.
    Avete scritto una vera meraviglia Milord. Grazie
    Un caro saluto con l’ammirazione che sempre vi porto

    Giovanna

    La storia siamo noi

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    • Orofiorentino – Lady Giovanna

      La vostra disamina sulle esegesi delle fonti, dell’argomento trattato nel presente Capitolo, ci colpì per profondità e asserzione.
      Si, è vero, la classi decisorie d’epoca, in ogni epoca decisero, declinandole, quelle regole civili e morali che poi hanno scandagliatoo l’animo umano.
      Le situazioni familiari sono tante.
      In questa, nello specifico, ne attuammo la trasposizione.
      RingraziandoVi per la generosià nell’intervento, augurammo a Voi e al Vostro consorte le migliori festività.
      Abbiate le nostre cordialità

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  3. Un capitolo che è bellezza e forza a un tempo.
    L’impresa era disperata e non sarebbe stata di facile esecuzione se tu non avessi preso di mira carta e penna e avessi dato “aria e fuoco” a tutto.
    Bravo come sempre.
    Un eletto dal Signore.
    Un abbraccio Ninni con un augurio grande da un tuo grande amico.
    Ciao

    Enrico

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    • Vintrix

      Vi ringraziammo per le espressioni gentili e cortesi, rilasciate al nostro indirizzo.
      Gentilezza e cortesia che Vi appartengono e che Vi fecero e faranno lustro, nel prosieguo dell’esistenza che Vi augurammo sempre piena di soddisfazioni.
      Grazie per esserci e cordialità

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  4. Caro Antonmaria

    Di Meraviglia in meraviglia! Un capitolo, questo, in cui ci fate percepire quanto sia splendida Sophie, perfetta nel suo ruolo di moglie, nonostante la sufficienza con cui George la tratta. Però è confortante che, questi, si stia accorgendo dei pregi della moglie e ci stia più riflettendo. Precedentemente, nei primi tempi in cui aveva ripreso i contatti con Emily, pareva ignorarli. Anche se una parte di se stesso oppone ancora resistenza, si avverte che potrebbe ravvedersi. Sta prendendo coscienza dello stato delle cose: Sophie, la bella persona e la moglie dedita che è, Emily, la femmina fatale inaffidabile ed opportunista che è.
    Molto efficacemente è descritta Sophie, dignitosa nel suo comportamento calmo, controllato e discreto, nonostante i motivi che potrebbe avere per lamentarsi e pretendere ciò a cui un marito dovrebbe sentirsi tenuto: presenza, premure ed affettuosità (ciò che dovrebbe essere istintivo in entrambi quando i coniugi si sentono uniti dall’ Amore).

    La Vostra bravura, Antonmaria, è al massimo tono. Come sempre, d’ altronde. La Vostra ricerca della perfezione per una scrittura al massimo dello Stile, della Espressività e della Appropriatezza, è sempre soddisfatta. Non è solo mera ricerca di forma, ma è studio preventivo per rendere al meglio verosimili ambientazioni, situazioni e personaggi; storiografo, esteta, psicologo e tanto altro per realizzare i Vostri capolavori.
    Per quel che mi riguarda, è proprio piacevole e costruttivo leggerVi. Grazie.
    Con Stima, Affetto e Devozione per sempre,

    Maria Silvia

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    • Sig.ra Maria Silvia,

      ho letto il suo commento e non posso fare altro che condividerne analisi e ragionamento.
      Lei è riuscita a focalizzare la parte principale del discorso, molto intensamente, raccontato dal “nostro” Milord.
      Ninni è riuscito in una impresa disperata per chiunque si occupi di scrittura, ovvero mettere d’accordo tutte le componenti morali e umane, in un racconto, ottenendo il massimo.
      Quel massimo che, poi, porta a far levare, in un’unica voce, il coro di lettori che convergono in un’unica voce.
      Una analisi delle persone, quella di Ninni che, questo pomeriggio, mi porta a relazionarmi, da una contrapposizione, verso una “giustapposizione” finale, la Sua. Difficile poter descrivere un lavoro cosi intenso e profondo offertoci da Ninni, ma è oltremodo imperativo riconoscerLe, Sig.ra Maria Silvia, il merito di avere evidenziato tutto questo, analizzandolo e facendocelo leggere.
      Come detto in altri momenti le rinnovo la mia simpatia, seguendoLa con molta attenzione.
      Un bel lavoro davvero il suo, profondo e particolareggiato.
      Abbia tutta la mia considerazione.
      Buona sera

      L.

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      • Gent.ma Signora Hilde

        Mi ha pregiato di un commento che mi ha fatto davvero molto piacere. Grazie.
        Solo persone con sensibilità profonda, quale Lei è, possono leggere con tanta attenzione, analizzando parola per parola, e capire che, dietro alle bellissime pagine scritte da Ninni, c’ è un lavoro preparatorio che ha richiesto un impegno straordinario per il massimo risultato, che è sempre assicurato.

        La ringrazio per la Simpatia e la Stima, ampiamente ricambiate.
        Le auguro buona notte.

        Maria Silvia

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    • Donna Maria Silvia

      la vostra gentilezza è proverbiale, quasi quanto la proprietà di linguaggio che vi appartiene.
      Avete affrontato, con immediatezza, adeguatezza e opportunità l’argomento.
      Ad una analisi siuperficie, abbiamo l’opportunita di osservare uno spaccato sociale che è interconnesso con la situazione storica in cui si svolge.
      Certo, le conquiste popolari, sono ben lontane dal presentarsi, ma abbiamo comunque una visione utile di quanto offerto.
      Questa utilità, a cui ci riferimmo, è demandata al lettore abbinarla ai propri bisogni.
      Ma andiamo con ordine.
      George, il nostro co-protagonista, apparentemente, si trova ad affrontare due ordini di problemi esistenziali.
      L’essere investito della responsabilità di risollevare le sorti del suo casato (secondo l’usanza consolidata del tempo) attraverso il sacrificio di un matrimonio di convenienza che, nelle intenzioni originarie, rappresentava quasi una “Ragion di Stato”.
      I fattori sono molteplici, sui perché e sui modi attuativi. Sicuramente giocarono i vili costumi nobiliari d’Epoca. Sperpero del denaro e voluttuosi ( e dispendiosi) passatempi portarono, come portano, oltre che al dissesto finanziario, alla scomparsa di intere famiglie.
      Non è il caso di George, ma ci si avvicina parecchio.
      Il secondo ordine di problema, per George, è costituito dalla sua personale emozionalità. Il protagonista vive una esistenza parallela che ha voluto mantenere in vita.
      Le motivazioni possono essere molteplici, ma sostanzialmente si traducono nell’innamoramento di essere innamorato.
      Non dimentichiamo che George visse una storia travolgente, con una donna infelicemente sposata. In periodi non sospetti, George si lasciò andare a considerazioni, anche lodevoli, su quell’amore.
      Ma gli eventi lo travolsero.
      Un processo, un esilio indotto, la notizia della morte della donna in questione, fecero il seguito emozionale.
      Un uomo investito in tal modo, è difficile che possa gestire, al meglio, situazioni particolari. Situazioni complesse di questa portata, tanto più che una analisi, dei fatti, è pervicacemente difficile.
      I fattori di studio diventano molteplici quali: adattabilità, uso, educazione, momento di attuazione, inclinazione. … ecc. ecc.
      Capite da voi stessa, mia signora, che una analisi ricostruttiva del fatto e delle circostanze è davvero difficile, ma non impossibile.
      Poi abbiamo Sophie.
      Una donna per la quale vale la pena di spendere due parole.

      Sophie e la morale
      La morale in genere ascrive la capacità di distinguere il bene dal male ad alcune facoltà umane: la ragione, l’ispirazione, l’intuizione e la coscienza soprattutto.
      E ascrive la capacità di attualizzare un comportamento etico alla volontà, intesa come capacità di dominare la propria natura e di perseguire delle scelte.
      Tutte queste facoltà, in effetti, funzionano ma a condizione che siano state educate e programmate in modo corretto. A condizione cioè che si sia ricevuto un insegnamento dell’etica e della morale, la cui funzione, è proprio quella di insegnarci “cosa fare e come fare” e di semplificare la nostra esistenza che di per sé presenta una complessità elevata.
      In altre parole di fornirci una “mappa” per poterci orientare. Ecco un primo orientamento “orientativo” di Sophie.
      Ella, forte di questo patrimonio si muove e si orienta nella vita e nella sua propria situazione morale e sentimentale, George compreso.

      La dignità di Sophie
      Dal latino “dignus”, interpretato come “prezioso”, la dignità personale è quel bagaglio di regole morali che danno la misura della volontà e del proprio assunto nel contesto umano in cui si vive.
      Dignità, dunque, bellezza dell’animo da opporre a terzi, nel corso della propria esistenza, basandola nei valori e nei principi morali ed esistenziali canalizzati a questo.
      È lo “stato o condizione di chi (o di ciò che) per qualità intrinseche o per meriti acquisiti, è o si rende meritevole del massimo rispetto”. Quindi la dignità di Sophie, riguarda sia il modo in cui ella vede, sia il modo in cui ci ella tratta. Vari fattori determina l’opinione che ella ha di sé stessa, ma ciò che influisce maggiormente sulla autostima è il modo in cui noi la vediamo o ci trattiamo nella vita di ogni giorno.

      In ogni tipo di società ci sono i poveri, i deboli e gli indifesi. Comunque il loro stato non ne lede necessariamente la dignità. È l’atteggiamento o la reazione altrui che può costituire un’offesa alla dignità dell’individuo.
      La triste realtà è che di solito viene lesa o calpestata proprio la dignità di coloro che si trovano in situazioni sfavorevoli.
      Quante volte, nei casi di maltrattamento, anziani, poveri e persone fisicamente o mentalmente disabili vengono definiti un peso o una nullità!
      Abbiamo bisogno di persone come Sophie.
      ne abbiamo necessità.
      Vi ringraziammo, mia signora, per aver dato modo di analizzare, grazie al Vostro spirito, questa parte del romanzo.
      La Vostra attenzione fu importante.
      Vi augurammo le nostre più sentite cordialità con l’augurio di sane e serene festività.
      Con profonda stima

      Antonmaria

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      • Caro Antonmaria

        Siete Meraviglia ogni volta che scrivete. Specificatamente ora, con la risposta dedicatami, avete superato le già alte aspettative.
        Sono contenta che il mio commento, da me proposto con umiltà, abbia avuto il Vostro come conseguenza, che è un capolavoro di Stile, di Bellezza, di Intelligenza, di Coerenza, di Sensibilità. La Vostra Interiorità nobile e profonda è in esso tutta palesata.
        Spero possano leggerVi, in questo particolare frangente, più persone possibile per la migliore comprensione del romanzo. Una comprensione che possa essere anche spunto di riflessione su se stessi. Viviamo tempi diversi rispetto quelli di ambientazione del romanzo, ma caratteri e situazioni possono essere rapportabili perché valori e principi non mutano mai.

        Ho letto con commozione, affatto passeggera. Momenti indelebili nella memoria e nel cuore, grazie Antonmaria.
        Con Stima Affetto e Devozione

        Maria Silvia

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      • Gentile Signora Maria Luisa Ranieri

        La ringrazio per le generose espressioni di apprezzamento e di Stima.
        Scrivere non è la mia attività principale, ma mi ci dedico abbastanza, per passione.
        Le auguro buone feste.

        Maria Silvia

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      • Maria Silvia

        Congratulazioni proprio. dedicarsi alla scrittura, per passione nel suo caso, è indice di voglia di comunicare. Per foprtuna sostengo io, in questo caso.
        La ringrazio per avermi risposto soprattutto con questa bellezza.
        Conosco Ninni da tanto di quel tempo che potrei scriverne, senza sbagliarm, ad occhi chiusi. Per averLe scritto e dedicato il commento anzidescritto, ha avuto le sue ragioni importantissime. Per cui e per deformazione professionale, sono tornata a leggerLa … e mi reda, dopo il primo stupore iniziale, ho scoperto un mondo di bellezza.
        Lei, Sig.ra Maria Silvia, ha scandagliato l’essenza stessa del capitolo, in questione.
        Lo ha fatto proprio riconsegnandocelo con una proprietà di linguaggio, non comuni.

        “Anche se una parte di se stesso oppone ancora resistenza, si avverte che potrebbe ravvedersi. Sta prendendo coscienza dello stato delle cose: Sophie, la bella persona e la moglie dedita che è, Emily, la femmina fatale inaffidabile ed opportunista che è.”

        Faccio mente locale su questo suo passaggio…
        Il Suo possibilismo e pulizia, mi portano a credere che Lei aìhabbia letto almeno tre volte capitolo.
        Molto presente.
        Bello davvero. Dovrebbe scrivere più spesso
        Buone feste

        Maria Luisa Ranieri

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      • Gentile Signora Maria Luisa Ranieri

        Torno a ringraziarla, mi ha riservato un messaggio davvero lusinghiero.
        Ormai da tempo scrivo in questo pregiato spazio di Ninni ed è davvero un onore partecipare.

        Ancora auguri.

        Maria Silvia

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  5. Caro Ninni,

    ecco che mi soffermo su questo capitolo che ci parla di Sophie. Ci parla di una donna che, dalle convenzioni sociali delle famiglie medio borghesi, combia la propria morfologia in donna responsabile e concreta.
    Certo che assistere al declino e fallimento degli intedimenti di George mi ga male comunque. E’ l’uomo che ha perso.
    Ha perso in dignità, perdendo anche quella che, mi piace pensara, la propria dirittura morale.
    Sì, ma quale può essere o si può descrivere come dirittura morale?
    Morale verso chi?
    Ecco che, in questo specifico, ci soccorri fornendoci una spiegazione saliente e sapiente:


    “— Non era necessario che tu toccassi questo argomento — fece Sophie senza tradire la propria irritazione, poi raccolse la carta da lettera e il necessario per scrivere e si spostò nel salotto nuovo, dove riprese a sbrigare la corrispondenza sul suo piccolo scrittoio portatile.
    George ebbe la buona grazia di seguirla e di scusarsi. — Ti chiedo perdono, Sophie, hai ragione, sono proprio uno zoticone.
    — Non ho detto questo, ma mi sembra che tu sia tornato a casa di pessimo umore — replicò lei, in tono noncurante.

    Eccoci, dunque, Sophie assumere, nel pieno rispetto di quella regola morale, non scritta, tra coniugi di mutua comprensione che si occupa, facendolo notare, delle discrepanze che George sta opponendo. Certo potrebbe farne a meno, come potrebbe sorvolare su determinati argomenti, ma non sarebbe quella cara ragazza che stiamo imparando a volere bene.
    Su George sottolineo, inoltre, alcuni spunti. Come per esempio:

    George ebbe la buona grazia di seguirla e di scusarsi. — Ti chiedo perdono, Sophie, hai ragione, sono proprio uno zoticone.

    Ecco quella “buona creanza” invocata anche dalle pietre.
    Sembrava perso nel vizio, ma possiamo nutrire speranza.
    Fin qui la storia e il romanzo.
    Mi vorrei riferire, però, a quello che ho notato e magari non evidenziato (soltanto una cara lettrice si è accorta parlandone. Scrive, infatti, Maria Silvia:
    “… ricerca della perfezione per una scrittura al massimo dello Stile, della Espressività e della Appropriatezza, è sempre soddisfatta. Non è solo mera ricerca di forma, ma è studio preventivo per rendere al meglio verosimili ambientazioni, situazioni e personaggi; storiografo, esteta, psicologo e tanto altro per realizzare i Vostri capolavori.” …)

    La tua ricerca psicologica dei personaggi e loro evoluziuone.
    Una ricerca portata fino all’inverosimile ricostruzione dei dialoghi all’inverso.
    Sì, Ninni, me ne sono accorta.
    Hai invertito i termini per stupire nei dialoghi.
    Scrivere, però, con questa diufficoltà enorme, ovvero costruire e ricostruire dialoghi partendo dalla fine è rischioso.
    Devo dire che il rischio l hai affrontato con perizia e che il Capitolo è riuscito in pieno.
    E come sarebbe potuto essere diversamente?
    Analisi, introspezione e studio del “fatto intrinseco” mi ha fatto sobbalzare dalla sedia: questo Capitolo è un capolavoro di verità. Sembra che tu abbia ascoltato e verificato i fatti.
    Proprio bello.
    Grazie, caro Ninni.
    Un grazie di cuore per quello che ci hai appena regalato.
    Un saluto e un cenno di ammirazione.
    Ciao

    L.

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    • Hilde Strauss

      ci pregiaste di un commento a corredo, veramente notevole.

      Le fasi d’impegno per la realizzazione del presente capitolo furono, sostanzialmente, tre.
      Approntamento, analisi e stesura.
      Vi lasciammo immaginare l’impegno ricostruttivo.
      Molto deciso .

      Vi ringraziammo per le espressioni gentilie nell’augurarVi serene festività, cordialmente salutammo

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