I raggi del mattino: L’Austro

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Alto, nel cielo,
il gelido austro osserva,
volgendo alla sera
un ultimo sospiro.

Sale in silenzio
quel suono soave
che, tranquillo, passa
e incede sereno.

Ecco, è sera.
In silenzio il ricordo,
abbraccia il sorriso
che ultimo, visse,
tra queste braccia,
amandoci nel nuovo destino.

Adesso …

14 pensieri su “I raggi del mattino: L’Austro

  1. Il fascino di questi versi è pari a quello della Luna alla quale sono dedicati.
    Alta in cielo, è vero che sembra osservi. Osserva chi la nota. Chi la nota è quasi certamente innamorato.
    Ad essa si possono confidare i sospiri dei sentimenti, i silenzi dei desideri, i sorrisi delle speranze.
    Di fronte la Luna, avendo li cuore innamorato, ciò che si desiderebbe sembra sempre possibile.

    Del Tuo cuore, Kren, quanta Bellezza questa poesia rivela!
    Grazie per questo bel momento di lettura.
    Con immensa Stima e profondo Affetto,

    Maria Silvia
    Tua Sil

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    • Maria Silvia

      Senti l’ultimo raggio di luna
      che alto, si frange e rifrange sul mondo.
      Un raggio solitario,
      tenue e di liquido argento,
      accarezza, adesso,
      i tuoi silenzi
      e il mondo.

      Un mondo, ultimo e immortale,
      un mondo silenzioso,
      chiuso in una frase.
      Un mondo silente,
      che parla ai cuori
      e fuori
      regala pace e un sorriso ardente.

      Ferma il tempo,
      oltre le bianche colline
      e ascolta il vento
      portato dall’ultimo raggio di luna,
      oltre gli occhi, adesso
      in un bacio.

      Adesso …

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  2. L’amore è un bisogno, una necessità.

    L’amore è un sentimento che trasforma, che rende il mondo più bello di quanto abbiamo sempre sognato. Quando ci innamoriamo “abbiamo l’impressione che tutto l’universo sia d’accordo”.

    Oh Ninni che poesia bellissima

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  3. E so molto bene che non ci sarai.
    Non ci sarai nella strada,
    non nel mormorio che sgorga di notte
    dai pali che la illuminano,
    neppure nel gesto di scegliere il menù,
    o nel sorriso che alleggerisce il “tutto completo” delle sotterranee,
    nei libri prestati e nell’arrivederci a domani.

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  4. Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
    e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
    Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
    Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
    le coincidenze, le prenotazioni,
    le trappole, gli scorni di chi crede
    che la realtà sia quella che si vede.

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  5. Ho bisogno di sentimenti,
    di parole, di parole scelte sapientemente,
    di fiori detti pensieri,
    di rose dette presenze,
    di sogni che abitino gli alberi,
    di canzoni che facciano danzare le statue,
    di stelle che mormorino all’ orecchio degli amanti.
    Ho bisogno di poesia,
    questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
    che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

    La mia poesia è alacre come il fuoco
    trascorre tra le mie dita come un rosario
    Non prego perché sono un poeta della sventura
    che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
    sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
    sono il poeta che canta e non trova parole,
    sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
    sono la ninnanànna che fa piangere i figli,
    sono la vanagloria che si lascia cadere,
    il manto di metallo di una lunga preghiera
    del passato cordoglio che non vede la luce.

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