Noi … epilogo

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EPILOGO
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Avanti e indietro. I miei piedi si muovevano con lentezza.
Seduta a bordo piscina osservavo le braccia di mio marito fendere l’acqua come, solo un oro olimpico, avrebbe potuto fare. Le stesse braccia che mi avevano accolto, stretto e coccolata negli ultimi due anni e mezzo. I suoi bicipiti torniti erano il confine, la linea di demarcazione, tra la nostra isola felice e tutto il resto. Tra quelle braccia avevo pianto, sorriso, sospirato ma, soprattutto, avevo scoperto l’amore. L’amore che ha tante facce e molte forme; l’amore che ti ruba l’aria e ti dà respiro.
L’amore, quello vero.
Inspirai a lungo guardandomi attorno.
Le punte degli alberi si riflettevano nell’acqua palpitando a ogni bracciata, mentre il sole si rifugiava dietro alle dolci curve dei Colli Albani. Nell’aria c’era un miscuglio di profumi diversi, erba tagliata, cloro e un variegato bouquet di fiori.
Spostai lo sguardo sui roseti di Bianca: erano ogni anno più belli e lussureggianti. Quella donna riusciva a trasformare un insignificante arbusto spinoso in un’opera di incredibile bellezza. Aveva delle varietà di rose talmente pregiate e particolari che, probabilmente, la maggior parte dei comuni mortali ne ignorava perfino l’esistenza.
Sciami di api operose erano intente a suggere il nettare dai cespugli di rose damascene. Svolazzavano da un fiore all’altro introducendosi all’interno dei petali con delicatezza come avrebbe fatto la bocca di un amante accorto e premuroso; si fermavano, lambivano e poi ripartivano ronzando alla volta di quello successivo.
Ero incantata dal laborioso affaccendarsi di quei minuscoli insetti, ligi e instancabili nel portare a termine il loro lavoro.
“Che cosa attrae, così tanto, la tua attenzione?”
Anthy mi afferrò un piede all’improvviso e io sobbalzai.
“Ti ho spaventata?”
“Ero solo sovrappensiero”, mormorai. I miei occhi si adagiarono nei suoi. Neri. Nerissimi. Erano così belli che ancora oggi, a distanza di anni, riescono ad artigliarmi il petto e ad aggrapparsi magneticamente ai miei. Il suo sorriso sghembo apparve non appena si passò le dita fra le roride ciocche corvine, si avvicinò facendosi spazio fra le mie gambe riscaldate dal sole e mi accarezzò. Quel contatto madido mi fece trattenere il respiro, la sua pelle era imperlata da minuscole goccioline ghiacciate mentre la mia, stava andando letteralmente a fuoco.
“Che c’è?”
“Ho avuto un brivido, sei completamente bagnato”.
Inarcò un sopracciglio e da sghembo, il suo sorriso divenne abbacinante. “È strano…” disse disegnando il perimetro dei miei slip con le dita.
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“Cosa?”
“Di solito sono io ad eccitarmi per quanto tu sia bagnata, non il contrario”.
Le mie dita si strinsero a pizzicargli il fianco e lui sobbalzò. “Questo non dovevi farlo, signorina!”
Mi afferrò per i fianchi e nonostante cercassi di divincolarmi, le sue mani grandi e abbronzate mi abbrancarono saldamente.
“Non ci provare!” strillai.
“Troppo tardi”.
Mi trascinò in acqua con un unico potente strattone.
“Questa me la paghi!” lo minacciai sfilandomi gli occhiali da sole per appoggiarli sul bordo della piscina.
“Lasciami!” strillai ancora, mentre la sua presa si faceva sempre più serrata.
Mi teneva per la vita circondandomi con quel bicipite scolpito all’interno del quale campeggiava un nuovo meraviglioso tatuaggio: Andy.
“Dove credi di andare?”, mormorò mordicchiandomi la pelle della spalla. I suoi palmi si aprirono come un enorme ventaglio a solleticarmi la schiena, mi teneva incollata a sé, petto contro petto martellando all’unisono come ogni volta che i nostri cuori si avvicinavano. Scese a strizzarmi il sedere e mi fece aderire alla sua erezione in rapido accrescimento. Si strofinò, più volte, contro di me prima di oltrepassare la barriera del costume, insinuandosi all’interno con le dita.
“Uhm adesso sei tutta bagnata anche tu, amore…” ammiccò con soddisfazione.
“Anthy”, lo ammonii, anche se il mio tono era tutt’altro che intimidatorio.
“Che c’è?” domandò innocentemente. Le sue dita continuavano a muoversi imperterrite sotto al manto d’acqua che ci avvolgeva.
“Non mi sembra il caso…” mugugnai piegando la testa di lato ed esponendo il collo al suo assalto.
“Non c’è nessuno”.
“Sì ma… potrebbero arrivare”.
“Shhh”, sibilò stuzzicandomi il lobo dell’orecchio con la lingua prima di addentarlo delicatamente. “Goditi questo raro momento di tranquillità, amore, perché non credo che durerà per molto”.
Sospirai perché sì, aveva perfettamente ragione. Negli ultimi due anni, gli attimi come quelli erano stati sempre più rari e fugaci, un morso veloce e via, perché allargare la famiglia ti cambia la vita, soprattutto quando ti ritrovi per casa un piccolo uragano che sgattaiola nel letto, ciuccio alla bocca e la stessa determinazione di un giaguaro negli occhi.
Andy era un piccolo terremoto dalle iridi azzurre come il cobalto e i capelli corvini. L’essere più testardo e indomito che avessi mai conosciuto, ma quando quella boccuccia si spalancava in un sorriso, il mio cuore si rompeva e ricomponeva in modo quasi inspiegabile.
La prima volta che incrociai i suoi occhietti assonnati e circospetti, ero letteralmente esausta. Gocce di sudore mi imperlavano la fronte, la pelle del viso bruciava per lo sforzo e tutto il corpo era ancora percorso da scariche formicolanti. Ero uno straccio, ma nonostante tutto, lo sguardo spaesato della creatura adagiata sul mio petto mi strappò il cuore.
Avevo sempre creduto che l’amore fosse qualcosa che avesse un’origine inspiegabile, che nascesse dall’incontro di due anime fatte per stare insieme, io lo avevo provato sulla mia pelle, lo avevo vissuto. L’amore era potente, dirompente, inevitabile, ma quello… quello non era solo amore, quello era qualcosa di infinito, d’inconcepibile. Era impalpabile eppure presente, nuovo eppure antico, era un sentimento in grado di minare tutte le certezze e scardinare ogni convinzione, perché tentare di spiegarlo era umanamente impossibile. Impossibile come travasare il mare in una bottiglia o catturare il vento.
Il suono più bello del mondo interruppe quel raro attimo di solitudine. Una risata. La sua.
“Ti prendo, principessa!”
Ancora risa gioiose e contagiose come solo quelle di una bambina possono essere. “Presa!”
Mi voltai appoggiando i gomiti sul bordo della piscina mentre mio marito sfiorava col mento la mia spalla.
Sorrisi. Sorrisi perché il mio cuore stava per scoppiare, perché ero una persona terribilmente fortunata e perché in quel momento, la mia vita era assolutamente perfetta.

Mio padre lanciava in aria il mio piccolo terremoto.
Andy De Sangre Raineri, l’unico essere di genere femminile che era riuscita a far perdere contemporaneamente la testa a tutti gli uomini della mia famiglia.
Famiglia.
Era strano pronunciare quella parola, fino a qualche anno fa non lo ritenevo possibile. Non ne avevo più una alle spalle e non ne immaginavo nessuna davanti, invece…
Invece la vita è imprevedibile, una partita a poker dove per quanto tu sia bravo a contare le carte, non si può sapere che mano ti verrà servita. La mia era stata una mano fortunata e vincente, come diceva sempre mio padre. In un colpo solo avevo trovato l’amore della mia vita, un fratello, una nuova famiglia e quell’esserino minuscolo che sgusciava via a piedi nudi sul prato.
Papà la inseguiva facendo finta di acchiapparla e lei scappava pestando l’erba e ridendo a crepapelle. I suoi movimenti erano ancora poco fluidi a causa del pannolino ingombrante ma ci stavamo lavorando. Ogni giorno la lasciavamo libera per qualche ora da quel marchingegno che ormai, avevo imparato a mettere e togliere più velocemente di quanto facessi con la biancheria femminile ai tempi d’oro.
Scossi la testa sorridendo e baciai la spalla di mia moglie.
Mia moglie.
Erano passati due anni e mezzo, ma ancora quel suono faceva uno strano effetto; come faceva uno strano effetto avere qualcuno che ti aspettasse a casa, che dormisse con te ogni notte, qualcuno che ti guardasse come se il suo cuore stesse per scoppiare ogni volta.
Conoscevo quella sensazione, la conoscevo benissimo, perché l’avevo provata anch’io. Anch’io avevo intuito che il mio muscolo cardiaco fosse sull’orlo dell’esplosione una marea di volte, ma quel rumore, quello dello scoppio vero e proprio, non avrei mai potuto dimenticarlo… perché sì, il mio povero cuore, dopo numerose sollecitazioni continue alla fine aveva ceduto.
Era esploso a maggio di due anni prima, quando per la prima volta, con le mani ancora tremanti, avevo preso in braccio mia figlia.
In quel momento piangevo. Piangevo come un coglione perché la sua minuscola manina paffuta si stringeva come una morsa intorno al mio dito. Lei mi scrutava attenta, con due grandi occhi che sembravano trasparenti tanto erano chiari e i capelli neri e foltissimi che le incorniciavano il viso. Mi guardava attentamente senza lasciarmi l’indice e imbronciando le labbra proprio come faceva sempre sua madre.
Fu allora che lo sentii.
La detonazione e poi la disintegrazione.
Era a pezzi.
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Il mio cuore era completamente a pezzi perché non era stato in grado di contenere quel sentimento così enorme che si agitava al suo interno.
Nella mia vita avevo sempre amato solo me stesso, stavo bene in quella maniera, una retta solitaria che procedeva spedita all’infinito. Poi avevo conosciuto Susan e la linea regolare si era trasformata in un moto continuo di curve, un’onda sinusoidale che aveva momenti di discesa ma anche di risalita. Si compensavano in modo perfetto, ma da quando c’era anche la nostra bambina, tutte le variabili dell’equazione erano completamente impazzite. C’erano incognite moltiplicate all’ennesima potenza, addizioni, sottrazioni e un risultato impossibile da rappresentare.
Non esisteva in natura qualcosa che potesse definire quello che provavo per quell’essere indifeso e perfetto, era un sentimento dilaniante e totalizzante, inconcepibile e nello stesso tempo reale. Lei era un miscuglio dei sorrisi di sua madre e delle mie espressioni determinate, la fusione di due caratteri ma nello stesso tempo un pezzo unico e raro, lei era…
Amore puro.
“Guardali!”
Susan girò leggermente la testa verso di me mentre la tenevo ancora stretta per la vita. Alcune ciocche di capelli le sfuggirono dallo chignon improvvisato che le lasciava scoperto il collo e sorrise.
“Non so se sia più eccitato mio padre o mia figlia”.
“Secondo me tuo padre”.
Annuii senza riuscire a trattenere una risata. “Hai ragione, sembra tornato bambino”.
In quel preciso istante, quelle mani che mi avevano sollevato in aria da piccolo fecero la stessa cosa con Andy. La tirò fin sopra alla testa e la fece volteggiare mentre lei si abbandonava a uno dei sorrisi più raggianti di cui era capace.
“Ancora! Ancora!” gridava svolazzando come una farfalla avvolta nel merletto.
“Vuoi rifarlo, principessa?” papà sorrideva completamente ammaliato dalla mia piccola fatina.
“Sì!” strillò alzando in aria le manine mentre il vestitino traforato si sollevava a scoprirle il pannolino.
“Sei pronta?”
“Sì!” gridò di nuovo levandosi sulle punte dei piedini per tornare a volare ancora una volta.
“E allora vieni qui!”
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Un altro urletto divertito e riprese a volteggiare sopra le nostre teste.
“Non le farà male tutto questo scuotimento?” Susan incuneò le sopracciglia con un’espressione lievemente preoccupata.
“Naa! Guarda come si diverte”.
“Hai ragione”, replicò tornando a voltarsi verso di me. Eravamo al punto di partenza, uno di fronte all’altra mentre l’acqua tiepida della piscina ci lambiva dolcemente. “E se ci divertissimo un po’ anche noi?”
La sua voce era un sussurro che serpeggiò come un brivido fino al centro del mio corpo.
“Che cosa avevi in mente esattamente?”
“Questo…” mi sfiorò il naso con il suo prima di baciarmi con lentezza, occhi aperti e fissi dentro ai miei. “E anche questo…” sibilò mordicchiandomi il collo e l’orecchio prima di strofinarsi sulla mia erezione in crescente ascesa.
“Trovo che sia…” ansimai “un’ottima idea, ma… la bambina?”
“Bianca ci ha dato la serata libera, se ne occuperanno lei, tuo padre e Lorenzo”.
“Lorenzo?” domandai scuotendo la testa con disapprovazione. “Non se ne parla! Non gli permetterò di usare ancora mia figlia come esca per attirare le donne!”
“Ma smettila, tuo fratello adora Andy”.
“Certo, perché quando va in giro con lei ogni essere dotato di ovaie impazzisce e gli salta addosso più di quanto non succeda normalmente!”
Mio fratello era… beh, era proprio mio fratello non c’era altro da aggiungere, da quando lo avevo conosciuto non aveva fatto altro che consumare stragi di cuori, perché diciamola tutta, aveva pur sempre i miei geni in corpo.
Lorenzo era stata una delle sorprese più belle che mi avessero riservato gli ultimi anni. Ricostruire un rapporto dopo tutto quel tempo non era stato affatto facile, ma noi c’eravamo riusciti egregiamente, cercando di conoscerci e frequentarci il più possibile. Gli avevo perfino proposto di entrare in affari con me, ma si era rifiutato; diceva che il suo posto era all’università perché amava ciò che faceva lì e io non avevo potuto contraddirlo, visto che in fondo, era anche quello che diceva sempre mia moglie.
Mia moglie, o meglio la bellissima donna che stavo accarezzando in quel momento. L’unica che volevo al mio fianco per il resto dei miei giorni e che mi ero impegnato a rendere felice per sempre.
A proposito del suo lavoro, l’avevo spinta ad accettare una richiesta di collaborazione da parte del professor De Sanctis. L’università di Roma le aveva offerto un contratto che non poteva essere rifiutato così, c’eravamo trasferiti in pianta stabile poco dopo la nascita di Andy. Eravamo tornati a San Francisco di tanto in tanto perché comunque, avevo pur sempre una compagnia da mandare avanti ma visti i miei trascorsi, avevo deciso di voler passare la maggior parte del tempo con la mia famiglia. Avevo finalmente imparato a delegare e a seguire le cose da lontano circondandomi solo delle persone di cui mi fidavo veramente.
Negli ultimi due anni avevo riscoperto mio padre e insieme a lui avevo dato il via al nostro progetto “Oinos”.
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Grazie alla competenza di Bianca e all’intuito di papà, avevamo creato una miscela di uve top secret in grado di produrre uno dei vini più intensi che avessi mai assaporato.
Le prime forniture erano già state imbottigliate e stavamo preparando il lancio sul mercato con una campagna marketing da migliaia di dollari. Gemma stava impazzendo per organizzare una serie di eventi mondani in cui avremmo fatto degustare per la prima volta la nostra preziosa creazione. Ascanio e Chris, la sua socia in affari, le davano una mano ovviamente ma non erano i soli. Il mio piccolo drago sputafuoco si era finalmente trasformata in una principessa e forse, aveva trovato davvero il suo cavaliere.
Anche il resto delle attività della LGP Ltd andavano alla grande, i locali erano sempre in cima alla lista dei più frequentati e dopo essermi messo in affari con mio cognato, avevamo deciso di rilevare altri due immobili che Alex avrebbe provveduto a progettare dall’inizio alla fine.
Lui e Ollie continuavano a darsi del filo da torcere ma fondamentalmente, si amavano alla follia. Che altro dire? Pareva che ogni cosa col tempo, fosse andata a posto, anche quelle che sembravano impossibili da aggiustare…
“Tua madre arriva domani?”
La voce di Susan arrivò come un fulmine fra i miei pensieri.
“Sì, domani in mattinata insieme a Roger, papà ha chiesto a Lorenzo di andare a prenderli all’aeroporto e di portarli qui alla tenuta”.
Sembrava quasi impossibile, ma mia madre e mio padre avevano ripreso a frequentarsi. Forse, dopo averlo visto quasi morire, Margaret si era resa conto che in fondo l’odio che diceva di provare per lui era solamente frutto della sua ostinazione.
“Finalmente ce lo farà conoscere!”
“Già…”
Mia madre stava venendo a Roma e stavolta non era sola ma con il famoso Roger, l’uomo che dopo tutti quegli anni era riuscito in un’impresa che avrebbe potuto essere annoverata insieme alle dodici fatiche di Ercole: far innamorare ancora Margaret De Sangre.
Solo per questo quell’uomo avrebbe meritato un’effigie scolpita nella roccia.
“Allora…” sussurrò tracciando il contorno dei miei pettorali con la punta dell’indice, “credi che potremmo sparire per qualche ora io e te da soli?”
Appoggiai entrambe le mani al bordo della piscina imprigionandola tra le mie braccia prima di baciarla. “Immagino che si possa fare”.
“Bene…” disse soddisfatta, mi regalò uno dei suoi splendidi sorrisi che arrivavano fino agli occhi e sgattaiolò via nuotando verso l’altra sponda della piscina.
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Mi fermai un istate a osservarla. Scivolava attraverso l’acqua come una sirena, le gambe che disegnavano cerchi in accordo con le braccia e la testa sollevata a guardarsi intorno.
“Mamma! Mamma!” la chiamò Andy non appena la vide uscire da quel lato della vasca.
“Tesoro, vieni dalla mamma!”
Susan allargò le mani e lei, come se non esistesse nient’altro di più bello, si lanciò correndo tra le sue braccia.
Rimasi incantato a guardarle ancora una volta senza fiato.
Battiti.
Battiti accelerati che rimbombavano nella cassa toracica senza sosta.
Credevo che quei rintocchi dentro al petto potessero sparire col passare del tempo.
Ma mi ero sbagliato.
Quel suono era sempre uguale, sempre presente, perché un cuore che scoppia d’amore farà sempre lo stesso identico rumore.
Un sussurro lieve e potente che invade le corde vocali di tre sole semplici parole:
Io vi amo!
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NOI
Grazie per aver letto questa storia
(NB: tutte le immagini in movimento – gif -, cappello compreso, sono state da noi create con Photoshop CC 2017)

 

32 pensieri su “Noi … epilogo

  1. Complimentarsi con Voi, Caro Antonmaria, per le Vostre produzioni letterarie – d’ informazione e per la persona che siete, è istintivo e facile (perché l’ onestà personale e professionale, il talento, la genialità, l’ originalità, la purezza di valori e sentimenti sono immancabilmente onorati) e, nel contempo, difficile perché si potrebbe cadere nella pedanteria del ripetere, ogni volta, quanto siate sempre sempre sempre straordinariamente bravo, eccellente in tutto, sia nella professione che nella condotta con gli altri (mi prendo il permesso di poterlo affermare, pur sapendo che Voi, per l’ umiltà che Vi è propria, magari preferireste che mi limitassi nelle espressioni. La Vostra grandiosità sta anche, appunto, nella Vostra umiltà. Date e trasmettete tanto senza nulla in cambio pretendere).
    La commozione, dopo aver letto e già riletto l’ epilogo di ‘Noi’, è stata in me straordinaria.
    Nei Vostri romanzi, il Vostro talento è geniale ed impareggiabile: davvero ai personaggi date vita ed alle vicende realtà. Ognuno, nel proprio, le sente e un po’ si immagina inserito nelle pagine che legge.
    Questo romanzo, assolutamente attuale per situazioni e personaggi, ci ha proposto dinamiche davvero coinvolgenti.
    Questa fase finale è l’ apoteosi della Bellezza, fin Meraviglia, dei Sentimenti, quelli dei rapporti creatisi ed evolutisi nel corso del romanzo. Il trionfo dei Sentimenti più importanti, quelli esistenziali, costituenti il valore della vita, la loro mancanza o carenza può essere solo insoddisfazione od inquietudine di vivere e, a mio avviso, spreco dell’ unica vita che ci è concesso di vivere.
    Ripetendomi, non posso evitare di sottolineare nuovamente le immagini con cui le emozioni dei protagonisti sono rese. Questo romanzo è stato abbondanza di emozioni per chi ha letto, appunto per la Vostra superlativa capacità di trasmettere quelle dei protagonisti e personaggi.

    Grazie, Kren, col significato più ampio.

    Maria Silvia
    Vostra Sil

    p.s. Non sfuggono lo stile, l’ originalità e l’ eleganza, che sono naturalmente nelle vostre caratteristiche, delle pubblicazioni. Ineccepibile autore letterario, sì, ma anche squisito artista figurativo: le immagini a corredo dei capitoli sono veri e propri esercizi stilistici rivolti alla più efficace perfezione dei soggetti da Voi, Antonmaria, creati.

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  2. Una bellezza, quasi, soffocante.
    Ho seguito la storia con quell’attenzione che, Voi milord, meritate.
    un amore, una storia per essere raccontate, hanno bisogno di “essere”. Dunque creare l’antitesi e la tesi e poi … raccontarla.
    Una storia è tale quando si presta a tante pulsioni.
    La pulsione dell’amore e quella del sentimento fanno il resto.

    Oggi, ad esempio, la caratteristica (o le caratteristiche) da voi illustrate in questo bellissimo romanzo, è la semplicità.
    Vi confesserò che, all’inizio, sapere che Anthy e Susan sono “americani” a Roma, mi aveva fatto storcere il naso.
    Ma avete descritto e raccontato tutto l’amore di Anthy per Susan e soprattutto, quanto dolce sia Susan. (La amo…è veramente deliziosa).

    L’apoteosi è, però, la bambina.
    Che paradiso ci avete descritto, milord.
    Grazie davvero e grazie a voi. menestrello e cantore dei più bei sentimenti.
    Grazie

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  3. Avete cantato l’amore, milord.
    Avete descritto o sorriso verso l’amore nelle sue forme più belle pulite e sincere. Il vostro punto di vista, culminato in un romanzo i cui effetti sono devastanti dentro le emozioni, ci ha stregati.
    Cos’é, dunque l’amore?
    Non voglio mettermi in cattedra e tenere una lezione su un tema così complesso, ma condividere con voi (Il milord e gli altri) tutto quello che ho imparato in questi ultimi anni, le lezioni più preziose della mia vita.

    Sono sincera, il vostro romanzo l’ho letto più di una volta e solo in questi giorni, riprendendolo, mi sono resa conto che, tra tutti i vostri lavori letti finora, questo è certamente fra i più belli, se non il più bello.
    Condivido ogni parola di Maria Silvia.
    Penso sia un libro capace di ispirare molto e prendendo spunto dalle molte frasi meravigliose che ci avete saputo scrivere, capiremo la vera natura dell’amore.
    Cos’è che ci rende felici? Essere amati e ricevere attenzioni, gesti e parole che ci aspettiamo e desideriamo.
    Le avete, magistralmente riversate in questo crogiuolo che porta un titolo speciale (Non so se l’avete scelto voi o il vostro Editore): Noi!
    Grazie davvero
    Siete, come siete sempre stato, speciale, unico.
    Unico proprio.

    Grazie a voi per questa lettura bellissima che da un po’ di fiducia nella vita, malgrado questi tempi così bui.
    Grazie.

    Con stima e affetto

    Babi

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  4. Ha descritto, con una maestria non comune, i fatti che una vita propria del quotidiano, diventano sentimento.
    Un sentimento che, dettato da tutti quei motivi che contornano il nostro vivere, inevitabilmente, ci condizionano.
    Nel suo caso molto positivamente.
    Non credo, però, caro dottore, che siamo pronti per ricevere tutto questo bene. I problemi odierni sono di sopravvivenza e di contrasto al declino umano.
    La sua ricetta, però, spicca fra tutte per semplicità, bontà, bellezza e soprattutto, per sincerità.
    Ho atteso pazientemente, ma il risultato (nel suo caso certo) è arrivato.
    Grazie a lei che ci ha regalato l’ennesima prova di umanità.

    Buongiorno
    Amedeo

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  5. Una bellezza senza tempo, per una storia d’amore che prende il cuore e l’anima. Le persone sensibili e innamorate, troveranno un motivo per sognare, per sperare. Le vostre parole, Milord, e quello che scrivete, riempiono l’anima di dolcezza, in questo mondo di tristezza, dolore e malattia.
    Ieri sera vi abbiamo letto, con gioia, e tantissimo interesse, io e mio marito. Ma abbiamo fatto di più.
    Abbiamo iniziato a stampare il vostro libro che, grazie alle immagini bellissime e da voi scelte con molta sapienza, capitolo per capitolo, ci permetterà di ottenere un’opera di inimmaginabile bellezza.
    Ci siamo organizzati.
    Mio marito scarica i capitoli e li trasforma in PDF (così si fissano le pagine e le immagini. Io sono alla stampante.)
    Abbiamo realizzato, a colori e in digitale ad alta definizione , la stampa delle prime 70 pagine, in formato libro (davanti e dietro)
    Una volta stampato (Il formato è quello di un volume standard), sceglieremo un’immagine, fra le vostre e creeremo la copertina.
    Lo faremo rilegare e sarà … unico.
    Grazie Milord.
    Siete speciale.
    Buongiorno

    Elena e consorte (Fabio)

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  6. Ninni che bellezza.
    Una potenza in questo capitolo finale che è palpabile e fortemente orientata al sentimento.
    E’ bella questa tua sottolineatura che si pone come primaria nella vita delle persone.
    Moralità e bellezza.
    La rettitudine tutto appiana e fa sorridere il sole.
    Ti ammiro proprio.
    Con grande stima amico mio…

    Vale

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  7. Uno sfacelo Ninni.
    Non mi prende commenti e sembra che il Blog sia immobile.
    Non vedo neanche la mia foto (forse è un bene, magari).
    Ma cos’é? Mi sembra come quando si da l’ordine di “cancellazione”.
    Non t’azzardare a chiudere perché te ne do tante, ma tante, che ti faccio rinsavire.
    Ok?

    Un abbraccio, ma qua non prende un bel niente..
    Guarda tu se alle 8.05 devo stare qua a scrivere a un Milord “fantasma”…

    😀

    Ciao milorderrimo…

    🙂

    Maria Luisa

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  8. Grazie a voi, Milord!
    Un ultimo capitolo fantastico. Scritto benissimo.
    Siete uno scrittore eccelso, Milord: nello stile, nei particolari, nei dialoghi e nella capacità di creare un’atmosfera, viva, vera, palpabile, ché il lettore vi può penetrare a suo perfetto agio, come vedendo un film… o come immergendosi nelle pagine di un capolavoro.
    Congratulazioni.

    (Mi hai fatto sognare come non mai. Contento? Ho usato il VOI)
    Bravo bravo

    1050

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  9. Un capitolo pieno e bello di grande caratteristica e pulizia.
    Abbiamo la forza dell’emozione che matura nel cuore e che si pone a guardia dei sentimenti.
    Un capitolo che parla alle coscienze e pone in risalto l’esserci nella rettitudine e nel fare persona.
    Una grandezza che si manifesta nelle cose e nel racconto stesso.

    E con questo ho detto tutto.
    Grazie caro milord. Sono io che ringrazio te.

    Con grandissima ammirazione..

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  10. caro Ninni,

    ho letto un capitolo pieno di bellezza che non ho potuto fare a meno di rileggerlo.
    Quale la definizione di “reale”?
    Cosa è questa “realtà” che ci dai sottoforma di romanzo?
    Cosa è questa “realtà” che si legge? Quale significato?

    I valori, quel valore importante, che è la famiglia.
    Una famiglia forza e baluardo per un futuro bellissimo.

    Valori morali, caro Ninni, che sono alla base dell’umana convivenza.
    Una convivenza che, adesso, difetta molto.
    Una convivenza di sentimenti per la famiglia, per la fede (per chi crede, ovviamente), per l’onestà e il rispetto.
    Quel rispetto, per la persona, che è capitale e fondamentale in una società passata sulle persone.
    E qua di persone è meglio parlarne.
    Voglio accennarne ad una in particolare.
    Tu.
    Come persona sei quasi un sogno, una meraviglia di persona che riluce in questa società di disvalori.
    Questa Società lontana e distratta che non sa da dove prendere e misurare la propria dimensione.
    Fortunataamente ci sono pesone, uomini, come te, caro Ninni che, dell’onestà, della rettitudine, del coraggio, della dignità, hanno fatto una bandiera.
    Persone come te che, quella bandiera, la brandiscono fieri e quotidiani testimoni di una società,da difendere e da non dare morire.
    Tutti, me compresa, siamo fieri di uomini come te, che non sanno risparmiarsi nel quotidiano, come nella vita.
    E di questo te ne sono riconoscente.
    Ti auguro una serena giornata d’amore e soddisfazione e, credimi, sono io che ti ringrazio per avermi/averci donato un romanzo così bello e indimenticabile.
    Un abbraccio e se me lo permetti, ti bacio.

    Theresa Elizabeth Warren
    Boston, Massachusetts, Usa

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  11. Una storia bella e partecipata.
    Completa e profonda nell’ambientazione e nei dialoghi.
    Che bello, mi ha fatto sospirare.
    Se il mondo potesse essere così…
    Grazie milord.
    Grazie

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  12. Molto bello questo romanzo. Il “Classico” della letteratura legato alla cultura britannica.
    Scritto benissimo: hai lavorato molto bene, devo dire.
    Adesso, però, veniamo ad altro.

    Grazie milord.
    Tutto è estremamente perfetto

    Con tantissima ammirazione e stima

    L.

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  13. Viviamo nella pienezza dell’individuo in quanto tale.
    Molto bello come finale. Un finale che è speranza per tutti quelli che leggono.
    Bello proprio, anche, tutto l’impianto.
    Buongiorno dottore.

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  14. Siamo alla teoria di una bellezza esasperante. Una proprietà di linguaggio che colpisce e si trova in armonia con tutto quello che è letteratura e bellezza.
    Caro Ninni, devo segnare un altro passo avanti.
    Proprio bravo e pieno di risorse, nonché di stile e verve letteraria.
    Bello proprio.

    Ciao un abbraccio

    Enrico

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  15. dear Ninni,

    ho letto il capitolo finale che mi ha regalato bests emotions.
    ho capito che l’amore, sincerely, vince su tutto. Anthy è certamente un uomo con delle passioni asolutamente umane.
    Quelle passioni che decidono se e come un rapporto di coppia di stabilizza.

    Susan una donna che sa fare altro e si occupa degli affari di cuore con dolcezza e tanta moralità. Una donna che dice cosa le piace facendo parlare il cuore.
    Una donna perfetta.
    i like she.

    Grazie a te caro Ninni per questo capitolo really bello e potente.
    Un rapporto sull’affetto in modo completo, passando attraverso il grande sentimento that è sbocciato tra loro due.
    Ti ringrazio per avermi fatto scrivere in this side.
    Ho usato, dove era possibile, il traduttore di Google e di questo ti informo.
    Ti lascio un presente con tanta stima e affetto.
    For you and a hug my dearest milord..

    Your

    Kate
    fm Canberra, Aus

    .-D

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  16. Ed eccomi qua, per dire che questa storia è stata veramente fantastica.
    Una storia che ha avuto continui colpi di scena che hanno tenuto con il fiato sospeso, momenti di grande romanticismo, momenti di gioia e dolore ed un finale che è un grande inno all’amore. quell’amore tutto da scoprire e che inizialmente viene come rinnegato, per poi svegliarsi di colpo ed uscire dal cuore con uno scoppio a dir poco assordante.
    Bravissimo Milord, arrivata dopo parecchio tempo, ma arrivata a questo splendido finale. Complimenti vivissimi per questa bellissima storia che mi ha fortemente presa e coinvolta. Scritta benissimo, scorrevole, con punti che hanno creato pathos, altri curiosità, altri ancora antipatie o simpatie per i vari personaggi.
    Cordialità e grazie Milord!

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  17. Noi. Come una speranza. Come una vita nuova, che all’inizio riunisce la famiglia e rivedi il sorriso di tuo padre, lo immagini per sempre, la felicità, quella fatta di momenti, fotografie. Uno scorrere di immagini, sentimenti, sogni, c’è tutto l’ineffabile, eppure vero, concreto, scorrere del vivere. La bellezza, raccontata dai dettagli, e’ un po’ come volerne imprimere l’essenza. Grazie … e i miei più Cordiali Saluti.

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