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L’indomani mattina
Suor Chantal aveva fatto tutto il possibile per portare a termine il suo dovere. Ma, proprio adesso che stava per passare il suo pesante fardello a qualcun altro, tutto era perduto. Dopo quello che aveva dovuto sopportare, era davvero troppo.
Alle infermiere del Sacro Cuore aveva detto che voleva pregare per Lauren Kelly, ma quando la vide distesa sul letto, attaccata a cannule e tubi, sentì il desiderio di pregare solo per se stessa. Si avvicinò al capezzale, crollò in ginocchio e pianse. Per la prima volta nella sua lunga veglia, provò una vera disperazione. Tuttavia non si mise a pregare e si concentrò sul da farsi. Non poteva finire così. C’era un unico modo per mettere a posto le cose. Ma, persino con quel pensiero nella mente, abbassò il capo incredula e piena di rimpianto.
“Se solo non fossi stata così sciocca”, disse con amarezza, guardando prima la valigia e poi il sondino gastrico di Lauren. “Se solo l’avessi tenuta tutta in serbo!” Si guardò alle spalle e controllò il corridoio. Poi aprì la valigia e recuperò la sacca di pelle. Quando vide quanto poco ne rimaneva, si rese conto che il suo gesto sarebbe stato vano. Eppure doveva fare qualcosa.
Ci vollero sei minuti. Poi, non appena rimise la sacca ormai vuota nella valigia, sentì la porta aprirsi.
A eccezione dei sogni sinistri che riguardavano Lauren, il dottor Greenbloom e il prete, Ross aveva passato la notte precedente quasi in bianco.
Non si era ancora abituato ad avere il letto che divideva con Lauren tutto per sé. Negli anni della loro vita coniugale era stato spesso in viaggio per lavoro, ma ricordava appena un paio di notti in cui aveva dormito in casa da solo.
La notte passata, incapace di prendere sonno, si era scolato una bottiglia di vino e aveva fatto le ore piccole a guardare la TV, badando a non disturbare suo padre, che dormiva di sopra in una delle camere degli ospiti.
Libero di guardare qualsiasi canale, Ross aveva finito per addormentarsi davanti a uno dei programmi spazzatura che tanto piacevano a Lauren e al mattino si era ritrovato rannicchiato dalla parte del letto della moglie. Dopo colazione, suo padre si era recato a Manhattan a trovare la madre di Lauren, e Ross aveva compiuto il suo quotidiano pellegrinaggio all’ospedale. Quand’era arrivato, con la testa ancora annebbiata dai postumi della sbornia, l’ultima cosa che si sarebbe aspettato di trovare era una suora inginocchiata al capezzale di sua moglie.
“Chi è lei? Cosa ci fa qui?”
Quando si voltò, Ross vide che la donna aveva pianto. Il suo volto sfoggiava una bellezza serena, senza età, e gli occhi più straordinari che avesse mai visto: due penetranti iridi azzurro cielo cerchiate di viola. Oltre alla valigia, teneva in mano un bastone.
“Mi chiamo suor Chantal. Sono venuta a trovare la dottoressa Lauren Kelly.” Parlava l’inglese impeccabile di certi europei ben istruiti. “Lei chi è?”
“Ross Kelly, il marito di Lauren. È venuta col padre generale Leonardo Torino?”
Il terrore baluginò negli occhi della religiosa.
“Il padre generale? No.”
“Allora come fa a conoscere Lauren?”
“Grazie al suo lavoro. Non ci siamo mai incontrate, ma sento di conoscerla, perché lei ha penetrato la mente di un uomo che ammiro molto.”
Cercò di alzarsi e Ross le offrì il suo sostegno. “Cos’è successo?” Ross le spiegò del furto e, quando le raccontò che l’intruso era stato nello studio di Lauren, i suoi bellissimi occhi fiammeggiarono di nuovo. “È stato portato via nulla?”
“La polizia non ne è sicura. Può darsi che sia stato scaricato qualcosa dal computer. Perché?”
“L’ha contattata qualcun altro per il manoscritto di padre Orlando?”
“Il manoscritto di chi?”
“Il libro che lei conosce come Voynich. Ha fatto il nome del padre generale. È venuto da lei per la traduzione?”
La situazione si stava facendo alquanto bizzarra. “Cosa sta succedendo?
Voglio sapere la verità.”
Quegli occhi straordinari lo guardarono fissi, impassibili, penetranti.
“Ho bisogno del suo aiuto.” Indicò Lauren. “E lei ha bisogno del mio.”
Dietro la sua fragile serenità c’era una violenta disperazione. “Il tempo sta per scadere. Io mi sento sempre più debole e c’è ancora molto che dobbiamo fare.”
“Dobbiamo?”
“Sì. Io, lei e sua moglie.”
“Mia moglie? Di cosa sta parlando? Lei è…”
Sollevò una gracile mano e afferrò il suo braccio con una forza sorprendente. “Mi lasci spiegare. È importante. Per tutti noi. C’è un posto dove possiamo parlare senza essere disturbati?”
Adesso stava a Ross prendere in mano la situazione. Mentre scrutava quegli occhi stupefacenti, ogni istinto razionale gli suggerì di chiederle di andarsene in modo educato ma risoluto. Eppure la disperazione appassionata della suora coincideva in parte con la sua. Dopotutto cosa aveva da perdere? Così prese una decisione che avrebbe cambiato per sempre la sua vita già a pezzi. “Mi segua.”
Più tardi, quello stesso giorno
Avviandosi lungo il vialetto di ghiaia di casa Kelly, il padre generale Leonardo Torino si sentiva sicuro del proprio successo. Si vantava di conoscere le menti e i cuori degli uomini e il suo incontro con Ross nella cappella dell’ospedale era andato meglio di quanto sperasse. Si era allontanato con la convinzione che, se l’uomo avesse creduto che sua moglie avrebbe ricevuto il pieno riconoscimento per il suo lavoro, gli avrebbe ceduto una copia dei file. Torino contava persino di portarseli via quella sera stessa.
Suonò il campanello e aspettò. Sentì qualcuno parlare ad alta voce, poi la porta si aprì. Quando Torino strinse la mano a Ross e scorse un’espressione guardinga sul volto del geologo, la sua sicurezza si dileguò. Ross lo condusse in cucina, dove Torino si sorprese di trovare un’anziana suora seduta al tavolo con dinanzi a sé una tazza di caffè vuota. La sorpresa di quella presenza fu aggravata da un lampo di panico che vide balenare negli occhi della donna quando Ross gliela presentò.
Mentre gli frullavano per la testa quei pensieri, la intravide far scivolare una busta di plastica opaca nella valigia al suo fianco.
“Buonasera, sorella.”
“Buonasera, padre generale.”
La mano destra tastava nervosamente il grosso crocifisso appeso al collo, poi la suora abbassò il capo e si alzò dalla sedia. “Scusate, sono esausta. Devo proprio andare.”
Ross si spostò verso di lei con fare protettivo e i due si scambiarono uno sguardo. “Suor Chantal, l’accompagno in salotto. Può riposare lì mentre io parlo col padre generale.”
Suor Chantal si mise in piedi vacillando, impugnò la piccola valigia e prese Ross sottobraccio.
Il nome della religiosa destò la curiosità di Torino.
Era sicuro di averlo sentito di recente, ma non ricordava dove.
Sostò in cucina finché Ross non fece ritorno.
“Mi sorprende di trovare una suora in visita da lei, che non crede in nulla.”
“Come lei stesso ha detto, tutti hanno bisogno di credere in qualcosa.”
Lo sguardo di Ross si fece torvo. “Mi dica, padre generale, qual è il vero motivo del suo interesse per la traduzione di mia moglie?”
“Pensavo di essere stato chiaro, ieri. È stato scritto da un membro del nostro ordine. Consideriamo quel documento di nostra proprietà e vogliamo completarne la traduzione.”
“Perché?”
“Perché fa parte del nostro retaggio. Inoltre non dimentichiamo che è un mistero. Ed è per questo che sua moglie voleva tradurlo.”
“Ieri ha sostenuto che il manoscritto fosse una parabola, una semplice
storiella. Lo crede sul serio?”
La domanda preoccupò Torino. Il giorno precedente Ross si fidava di lui. Adesso no. Cosa gli era stato detto? Cosa aveva capito? Pensò alla busta che la suora aveva nascosto e si sentì attraversare da un brivido: cosa aveva visto Ross? “Certo che è una parabola. È escluso che sia una storia vera, se è questo che intende. O sbaglio?”
“Mi parli di questa Fonte, questa radix che ha citato ieri. Cosa pensa che possa essere?”
Torino socchiuse gli occhi. “Perché? Cosa ne sa lei, dottor Kelly?”
Ross sorvolò sulla domanda e continuò col suo interrogatorio. “Mi dica, padre generale, cosa sa a proposito di un religioso di nome Orlando Falcon?”
Torino era più bravo a nascondere i suoi veri pensieri rispetto a gran parte degli uomini, ma sapeva che in quel momento il suo volto lo stava tradendo. Solo lui era a conoscenza di padre Orlando e del suo legame col Voynich. “Come le ho detto ieri, crediamo che un fratello gesuita possa aver scritto il Voynich. E quel religioso potrebbe essere stato padre Orlando Falcon. Cosa sa di lui, dottor Kelly?”
Ross non fiatò.
“Presumo che questo abbia a che fare con la visita di suor Chantal. Perché non mi dice cosa la preoccupa? Potrei rivelarmi un potente alleato.
Come le ho detto ieri, la Chiesa ha molte risorse. Se ritiene che nel Voynich ci sia più di quanto pensava inizialmente, allora dovrebbe essere nel suo interesse condividerlo con noi e mettersi sotto la protezione della Chiesa.”
“Protezione? Da cosa? Non darò a nessuno gli appunti di Lauren finché non scoprirò cosa sta succedendo. Inizio a sospettare che chiunque abbia fatto irruzione in casa nostra e abbia ferito mia moglie volesse proprio quegli appunti, a tutti i costi.” Ross lo fulminò con lo sguardo. “ Lei quanto li vuole, padre?”
Torino, che più di ogni altra cosa teneva in gran conto l’autocontrollo, fu sul punto di perderlo. Essere arrivato a un passo dal possedere ciò che desiderava maggiormente solo per vederselo strappar via all’ultimo momento era intollerabile. La rabbia e la frustrazione strariparono. “Pensa che abbia provato a rubare gli appunti di sua moglie? Non ne ho bisogno. Abbiamo i nostri documenti in Vaticano, Archivi dell’Inquisizione che ci forniscono tutte le informazioni necessarie. Sono venuto qui solo per accelerare il processo di traduzione e per aiutarla.”
“Aiutarmi? Non vorrà certo usare gli appunti di Lauren per i suoi fini personali, qualunque essi siano?”
“Stia attento, dottor Kelly. Non sa in cosa si sta invischiando. Le sto offrendo di condividere il peso di questo fardello prima che sia troppo tardi.
Come può rifiutarsi?”
“Perché no? Cos’ha intenzione di fare?”
Torino serrò le mascelle e permise alla rabbia dirompente di solidificarsi in qualcosa di più stabile. Era inutile continuare a parlare – si era già esposto troppo – e Ross aveva preso la sua decisione. Cosa gli aveva detto o mostrato la misteriosa suor Chantal?
“Se ne pentirà”, minacciò Torino con gelido distacco.
Lasciò la casa e salì sulla limousine. Quando si sedette, ponderando le varie possibilità, d’un tratto si ricordò dove aveva sentito quel nome: suor Chantal. Chiamò l’ufficio a Roma e chiese di essere messo in contatto con padre Seamus Dunleavy all’Istituto dei miracoli. “Padre Seamus, ricorda quella lettera dall’ospedale in Uganda che ha sottoposto alla mia attenzione la scorsa settimana?”
“La guarigione spontanea dei due fratelli malati di AIDS?”
“Sì. Qual era il nome della suora scomparsa nello stesso periodo?”
“Suor Chantal.” Torino annuì e stava quasi per fare una domanda quando padre Seamus proseguì: “Non so se è importante, padre generale, ma l’ospedale ci ha inviato un oggetto associato al caso”.
“Vada avanti.”
“Una scatola di legno intarsiato. I bambini guariti sostengono che sia stata la suora a regalargliela.”
“Mi descriva gli intarsi.”
“Faccio una foto e ve la mando.”
Quando l’immagine apparve sul cellulare di Torino, gli si seccò la bocca.
Era la conferma di ciò che fino ad allora aveva solo osato sperare. Il Giardino di Dio di Orlando Falcon e i miracoli che Torino cercava da sempre esistevano. Sapeva pure che suor Chantal – chiunque fosse – era cruciale per individuare quel luogo sacro. “Grazie, padre, molto utile. Un’ultima cosa. Che sappiamo della religiosa, suor Chantal?”
“Non molto.”
“Voglio che scopra tutto il possibile: chi è, da quanto tempo è nell’ordine, da dove viene, tutto quanto.”
Riagganciò con la consapevolezza di dover pianificare la mossa successiva con grande cautela. Se il geologo e la suora avessero agito secondo le sue previsioni, avrebbero potuto rivelarsi pedine inestimabili e inconsapevoli. In caso contrario, Torino non avrebbe avuto altra scelta se non intervenire, in modo deciso e risolutivo.
Digitò il tasto di chiamata rapida sul cellulare. “Nick, sono io. La Chiesa ha bisogno che tu faccia una cosa.”
Ross Kelly non sapeva più cosa pensare. Quello che suor Chantal gli aveva raccontato era così assurdo, così delirante che non poteva crederci.
Quando aveva affrontato Torino, Ross si aspettava che il papa nero confermasse il suo scetticismo nei confronti della donna, ma le minacce velate del prelato avevano sortito esattamente l’effetto contrario. Avevano rinforzato la credibilità della religiosa.
Subito dopo che Torino se ne fu andato, Ross andò a controllare suor Chantal, assopita sul divano. Le mise addosso una coperta, le tolse dalle mani la busta di plastica opaca e salì nell’ufficio di Lauren. Avviò il computer, inserì la password ed esplorò la cartella dedicata al Voynich. Prima di aprire qualsiasi file, comunque, si trovò a fissare la busta della suora.
Massaggiandosi le tempie ripensò a suor Chantal seduta in cucina a sorseggiare un dolce caffè macchiato e si sforzò per ricordare ogni singola parola.
“Ross, lei sa chi ha scritto il Voynich?”
“Non ne ho idea. Ma nessuno lo sa, giusto?”
“È stato redatto da un gesuita, padre Orlando Falcon, nella seconda metà del XVI secolo, alcuni anni dopo che il conquistador spagnolo Pizarro aveva sottomesso l’impero inca, gli attuali Ecuador e Perú. È la cronaca della vana ricerca di Eldorado, la leggendaria città dell’oro, per conto di re Carlo di Spagna. Narra l’impresa di padre Orlando e dei conquistadores.”
“Credevo che il Voynich fosse un’allegoria, finzione insomma.”
La suora scosse la testa. “È il resoconto di una scoperta. Quando Orlando Falcon tornò dal Nuovo Mondo, la Santa Inquisizione era all’apice del suo potere. Non meno di tre Grandi Inquisitori divennero pontefici durante la seconda metà del XVI secolo. Il secondo, Pio V, era in carica quando padre Orlando rientrò a Roma dichiarando di aver trovato un giardino miracoloso la cui esistenza contestava la storia della Genesi. Com’è logico, questo non piacque al papa e ai suoi cardinali. La sua storia gettava dubbi sul dogma imperante e scardinava la validità delle Scritture. Minacciava tutto ciò che la Chiesa stessa propugnava. Poteva esserci un solo Eden e doveva trovarsi nel regno dei cieli o, per lo meno, nella cristianità. Un secondo giardino dei miracoli non poteva esistere nel Nuovo Mondo, tra pagani e selvaggi, a meno che non fosse opera del demonio. La Curia, però, non poteva ignorare padre Orlando, perché era un gesuita rispettato, un protetto del grande Ignazio di Loyola. Perciò lo condannarono per eresia.
Un buon religioso che era stato posseduto mentre era in missione.”
“E cosa gli fecero?”
“Gli ordinarono di abiurare. Quando rifiutò, lo consegnarono agli aguzzini che gli bruciarono i piedi sui carboni ardenti, ma anche allora non si piegò. Il mattino dopo i suoi piedi erano guariti. Sostenne che quel miracolo era la prova della sua scoperta, ma alla fine confermò solo la convinzione del Grande Inquisitore che Satana possedesse la sua anima. I torturatori gli misero i piedi in una morsa di legno e gli frantumarono le ossa. Stavolta le ferite non si risanarono e il Grande Inquisitore concluse che il demonio era stato esorcizzato. Ma padre Orlando continuò a rifiutarsi di sottoscrivere l’abiura dell’Inquisizione. Lo tennero in una cella per molti mesi mentre decidevano del suo destino. In quel periodo padre Orlando non rimase con le mani in mano.” La religiosa tacque per prendere un sorso di caffè e, nonostante il proprio scetticismo, Ross non vedeva l’ora che ricominciasse. “Quando si rese conto di non potersi fidare nemmeno della Chiesa e che la sua miracolosa scoperta sarebbe finita con lui nella tomba, decise di lasciare un memoriale per un futuro migliore in cui il suo lascito sarebbe stato apprezzato e capito. Deve capire una cosa: padre Orlando Falcon era un uomo eccezionale. Per documentare e proteggere la sua scoperta da coloro che volevano strumentalizzarla, inventò una lingua ibrida, dotata di speciali caratteri. Eccetto alcuni simboli privi di significato, inseriti appositamente per ingannare chi avesse provato a decifrare la sua opera, gran parte del testo e dei disegni descrive i prodigi cui aveva assistito. E fece tutto questo affidandosi solo ai ricordi, rinchiuso in una minuscola cella, menomato dalle torture, impiegando materiali che gli venivano procurati di nascosto. Ovviamente alla fine trovarono il manoscritto e il suo destino fu segnato. Lo chiamarono il Libro di Satana per la scrittura inintelligibile e le immagini di un Eden corrotto. Padre Orlando fu condannato al rogo e il manoscritto a essere bruciato con lui.”
“Cosa successe?”
“Fu giustiziato, ma un complice nascose il manoscritto in una delle biblioteche gesuite. Padre Orlando desiderava che il libro venisse lasciato in bella vista affinché un giorno fosse ritrovato, decifrato e il suo giardino miracoloso riscoperto.”
“Crede che il giardino esista davvero?”
Lei lo guardò come una maestra paziente guarda uno scolaro lento di comprendonio. “Esiste.”
“Ma questo cos’ha a che fare con Lauren?”
“Padre Orlando ha scritto gran parte del manoscritto in un ibrido di due lingue esistenti in modo che potesse venire tradotto. Ma solo da un esperto intelligente, dedito e saggio abbastanza da penetrare la sua mente, decifrare la sua opera e cogliere il significato della scoperta. Qualcuno degno di trovare il giardino.”
Ross si ricordò della sera del discorso di Lauren alla Beinecke e di quando lei aveva recitato le parole finali del Voynich: Congratulazioni, saggio compagno, hai letto la mia storia e hai dato perciò dimostrazione di intelligenza, dedizione e saggezza. Di qualsiasi fede o nazione tu sia, Dio ti ha scelto per compiere ciò che non è più in mio potere: proteggere il Suo giardino e far sì che i suoi poteri prodigiosi vengano usati per la Sua gloria.
Ross sentì nascere dentro di sé un improvviso desiderio nostalgico. Alcune ore prima, quello stesso giorno, si era licenziato dalla Xplore e aveva saputo della gravidanza di Lauren. Il suo unico problema era la carriera.
Beata incoscienza!
“Qualcuno come mia moglie?”
“Esattamente. Ma padre Orlando fece sì che una sezione chiave del manoscritto fosse impossibile da tradurre. Benché avesse usato gli stessi caratteri del resto del documento, la lingua di quella sezione è inventata di sana pianta. Non potrebbe mai essere decifrata senza prima conoscerne la grammatica o il lessico.”
“Perciò mia moglie ha già tradotto tutto ciò che è possibile tradurre?”
“Esatto.”
“Quindi non sapremo mai cosa c’è nell’ultima sezione…”
Suor Chantal rimase in silenzio per un secondo, indecisa se proseguire o no. “Quando padre Orlando tornò a Roma, fece voto di confessare soltanto al papa quello che aveva scoperto. Ma, rendendosi conto di non poter confidare i suoi segreti neppure alle più alte autorità ecclesiastiche, disse all’Inquisizione di aver bruciato gli appunti che aveva preso durante il viaggio. Era una menzogna, però. Li aveva messi al sicuro in una scatola insieme coi suoi effetti personali e, prima di venire bruciato vivo, rivelò al
suo complice dove si trovava quella scatola. Dentro c’era un libretto che forniva le indicazioni dettagliate per il giardino e descriveva gli ostacoli naturali che lo proteggevano.”
“Un libretto separato?”
“Un libretto distinto che contiene le coordinate per il giardino, redatto nella madrelingua di padre Orlando.” I suoi occhi imperturbabili non si staccavano da quelli di Ross. “Diede al suo complice anche una traduzione dell’ultima sezione di ciò che lei chiama il Voynich.”
“E cosa conteneva?”
“Il resoconto di un mistero ancor più grande di quello del giardino.
Qualcosa che padre Orlando chiamò la Fonte e cui attribuiva il potere che stava alla base del giardino.”
Accorgendosi di essersi sporto in avanti, sullo scrimolo della sedia, Ross tornò velocemente ad appoggiarsi allo schienale e incrociò le braccia.
“Come fa a sapere tutto questo?”
“Perché io sono la Guardiana.”
“La Guardiana?”
“La Guardiana del giardino. È mio dovere vigilare sulla scoperta di padre Orlando finché qualcuno dotato di abbastanza dedizione, intelligenza e saggezza da capire come disporne non decifri la parte principale del manoscritto. Quando ciò si verificherà, io ho il dovere di incontrare il responsabile, confermarne il merito, consegnargli il libro e passargli il mio fardello.
Padre Orlando profetizzò che sarebbe avvenuto nel momento in cui il giardino si sarebbe trovato sotto la minaccia peggiore, e non è mai stato in pericolo come in questo momento.” La sua voce si fece più appassionata.
“Anno dopo anno l’umanità si avvicina sempre più a scoprire e abusare del giardino e della sua Fonte. Ogni mese al telegiornale vedo taglialegna, contadini, imprese di costruzioni e compagnie petrolifere violare quella che un tempo era una foresta vergine, fuori dalla portata dell’uomo. Disperavo che il manoscritto venisse mai decifrato finché su Internet non ho letto della traduzione di sua moglie, ho fatto ricerche sul suo passato e ho scoperto il suo amore per la conservazione. Ho capito che era lei.”
Suor Chantal frugò nella valigia e ne estrasse una busta di plastica opaca sottovuoto. Nel farlo, una sacca di cuoio cadde per terra. Era impolverata di frammenti di roccia sgretolata. La sua iridescenza metallica ricordò a Ross il campione di schreibersite che aveva regalato a Lauren al ritorno dall’Uzbekistan, ma la traslucidità cristallina era diversa, unica. Esaminò a fondo i frammenti, ma non riuscì a identificare il minerale da cui venivano, e lui i minerali li conosceva quasi tutti. Spostò l’attenzione sulla busta di plastica opaca. Mentre la suora apriva la chiusura ermetica, un leggero odore di muffa ammorbò l’aria.
“Questo è il libretto delle indicazioni per il giardino.” L’anziana tirò fuori un libro e lo aprì con cautela. Le ultime pagine erano di un colore differente e la suora notò che Ross le stava guardando. “Per tenere insieme le pagine, la traduzione della sezione astrologica del Voynich è stata rilegata in fondo, molti anni fa.” Gliela porse. La pelle rugosa del libretto era stata ben conservata, ma era innegabilmente vecchia. “Lo apra. È la dimostrazione delle mie parole. Se sua moglie potesse leggerlo, non avrebbe dubbi.”
Ross aprì il libro.
Le pagine ingiallite erano riempite da una chiara calligrafia. Con sua sorpresa, si rese conto di riuscire a leggere quasi tutto.
“È in spagnolo.”
“La lingua madre di Orlando Falcon. Lo scrisse prima di tornare a Roma, ed è giusto che non sia in latino, la lingua della Chiesa. Dopo essere stato tradito, padre Orlando giurò di non fidarsi mai più del Vaticano. E noi dovremmo seguire il suo esempio.”
“Ma lei è una suora.”
“Essere una suora mi permette di restare nell’anonimato, di impiegare il mio tempo facendo opere di bene nel mondo. Padre Orlando non perse la fede in Dio, ma in coloro che esercitavano il potere da Roma. Non servivano Dio, solo se stessi e il predominio della Chiesa. Sono pericolosi, Ross. E senza scrupoli.”
“Non sono un ammiratore della Chiesa cattolica, ma non posso credere che…”
“Ci sono persone a Roma che farebbero di tutto pur di proteggere e sostenere la loro adorata Chiesa, persino andare contro la morale cristiana.”
Ross avvertì di nuovo la disperazione dietro quello sguardo sereno. Tornò al libro e voltò le pagine con estrema attenzione. Le prime erano ricoperte da alcune illustrazioni rozze ma molto familiari: un fiore ovale che non somigliava a niente in natura e il disegno di una donna nuda dalle strane fattezze. I disegni erano inusitatamente simili a quelli del Voynich. Persino l’elegante scrittura in spagnolo presentava influssi del bizzarro testo del manoscritto.
Lo sfogliò sino in fondo, alle pagine scombinate: la traduzione della sezione indecifrabile del Voynich per risolvere la quale Lauren aveva inutilmente posticipato la vacanza. Anche quella era in spagnolo e Ross notò le
innumerevoli occorrenze della parola el origen: la Fonte. Più esaminava il libro, più i suoi occhi vedevano quello che la mente si rifiutava di accettare: che il giardino di Orlando Falcon esisteva davvero. Le implicazioni possibili accelerarono i battiti del suo cuore e affollarono la sua testa di domande. “Dove l’ha preso? Chi gliel’ha dato?”
“L’ultimo Guardiano.”
“Da quant’è che ce l’ha?”
Ancora una volta quegli occhi inquietanti penetrarono nei suoi. “Qualsiasi cosa le dirò non le farà cambiare idea. Sappia solo che, se sua moglie vedesse questo libro, saprebbe che è autentico. Accetti il libro a riprova delle mie parole.”
“Vuole che Lauren la succeda come Guardiana? Da quanto tempo ha questo incarico? Quanti ce ne sono stati prima di lei? Come siete stati scelti?”
“Basta con le domande. Scoprirà tutto a tempo debito. Sappia solo che ho promesso di proteggere l’eredità di padre Orlando e non avrò riposo finché non consegnerò questo libretto al traduttore del Voynich, sua moglie.
Ora la profezia si è avverata, il destino di Lauren è di essere la prossima Guardiana, ma, prima di poter assolvere al suo ruolo e aiutare il giardino, i suoi poteri miracolosi devono aiutare lei, guarirla. Soltanto allora potrà sobbarcarsi il fardello e difendere il lascito di padre Orlando. Non vede, Ross? Non c’è scelta. Dobbiamo tornare al giardino.”
Si protese sul tavolo e posò la mano sulla sua.
“Ross, lei e io abbiamo bisogno della stessa cosa.
Lei vuole che Lauren si svegli. E io non avrò pace fino a quel momento.”
(segue)
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La nostra vita è la cosa più preziosa che abbiamo, ma molto spesso non ci pensiamo e viviamo senza quasi neanche accorgercene. Dato che ne abbiamo una sola dovremo cercare di viverla al meglio e non sprecarne neanche un solo istante. Questo non vuol dire concentrarsi su tutto ciò che è strettamente materiale, ma che al contrario è necessario apprezzarne soprattutto il valore più profondo e spirituale.
Che lo vogliamo o meno, dobbiamo accettare il fatto che la vita di tutti noi è costituita da momenti felici, ma anche da altri tristi in cui sembra che tutto ci crolli addosso. Il nostro cammino può incontrare degli ostacoli o subire delle sbandate, l’importante è riuscire a riprendere il controllo e rientrare in carreggiata.
La tragedia della vita è ciò che muore dentro ogni uomo col passar dei giorni.
Puoi dimenticare la persona con cui hai riso, mai quella con la quale hai pianto.
Grazie per aver letto
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