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Roma
La Sala Clementina del Vaticano era una stanza alta col pavimento di marmo; la parte superiore delle pareti e il soffitto imponente erano decorati con affreschi che sembravano protendersi fino al cielo. La Congregazione per le cause dei santi la usava spesso per perorare la canonizzazione dei candidati. Quel giorno, solo tre uomini occupavano l’ampia sala: i cosiddetti tre papi, gli uomini più potenti della cristianità.
A sinistra, rifulgente nella veste porpora del suo ufficio, sedeva il cardinale prefetto Guido Vasari, il papa rosso. Alto ed esile, col naso aquilino e con occhi scuri da cane bastonato, Vasari era il capo della Congregazione per la dottrina della fede, la più antica e potente delle nove congregazioni della Curia. Originariamente chiamata Inquisizione e investita del compito di difendere a ogni costo la Santa Madre Chiesa dall’eresia, il suo ruolo era passato al promuovere e salvaguardare la dottrina cattolica nel mondo.
Molti, però, si rivolgevano al cardinale prefetto col suo titolo originale: Grande Inquisitore.
A destra, in una sobria veste nera, sedeva il padre generale Leonardo Torino, il papa nero, il Preposito generale della Compagnia di Gesù, l’ordine fondato da Ignazio di Loyola e celebre per il suo rigore intellettuale e il suo ascetismo. Secoli prima, durante la Controriforma, quando l’Inquisizione era ricorsa al terrore e alla tortura per arginare la diffusione del protestantesimo, la Compagnia di Gesù aveva optato per l’intelletto e l’argomentazione. I gesuiti si pregiavano di comprendere le credenze, i costumi, le usanze e la lingua di potenziali proseliti meglio di altri. Ciò comprendeva la religione più innovativa di tutte: la scienza.
Seduto a capotavola, tra Vasari e Torino, c’era un uomo corpulento vestito di bianco: il pontefice, il vero papa.
Torino guardò i due uomini e sentì un impeto di compassione per Orlando Falcon. Immaginò il confratello gesuita di fronte ai predecessori di quegli uomini e al proprio, che cercava di spiegare quello che aveva scoperto.
Un’impresa impossibile. Gli emissari di Dio in Terra avrebbero dovuto essere dei visionari, non anziani guardinghi che vedevano solo impedimenti.
Torino posava le mani sul portatile e sul classificatore davanti a sé, sperando di disporre di prove sufficienti per convincerli a compiere il necessario per invertire l’inevitabile declino della Santa Madre Chiesa nel mondo.
I lacrimosi occhi azzurri del Santo Padre indugiarono nei suoi. “Avete richiesto questa udienza, padre generale. Perché?”
Torino aprì il classificatore e poggiò l’archivio dell’Inquisizione del processo e della testimonianza di padre Orlando davanti a loro. “Quattrocentocinquanta anni fa, i nostri predecessori condannarono al rogo uno stimato padre gesuita. Il suo crimine? Sosteneva di aver scoperto un giardino miracoloso per la Santa Madre Chiesa.” Proseguì col resoconto del processo e della testimonianza di Falcon, evidenziando il ritrovamento del giardino.
“Non capisco, padre generale”, il papa aggrottò la fronte quando Torino ebbe finito. “Da quando siete entrato a capo dell’Istituto dei miracoli, vi siete dimostrato spietato nei confronti di qualsiasi istanza. Non fate che ricordarmi che, sebbene la Chiesa abbia bisogno di miracoli per dimostrare l’azione della mano divina nel mondo, deve trattarsi di casi dimostrati scientificamente che nessuno possa contestare. Per tutta la durata del vostro mandato, non avete ratificato un solo miracolo, perciò perché mai siete interessato alle vecchie dichiarazioni di questo religioso?”
“Perché non credo che la Santa Madre Chiesa debba essere costretta ad andare a caccia di miracoli, come un segugio tra i rifiuti. Dovrebbe invece essere la loro fonte di ispirazione, la sorgente da cui zampillano.” Torino aprì il classificatore e tirò fuori una stampata del lavoro di Lauren Kelly.
“Questa è la traduzione di una studiosa di Yale del cosiddetto manoscritto Voynich.”
“Il Voynich?”
“Il documento che padre Orlando Falcon scrisse durante la prigionia oltre quattro secoli fa. Lo stesso Libro di Satana che la Chiesa, nella fattispecie i tre uomini che ricoprivano le nostre cariche a quel tempo, incriminò come i vaneggiamenti di un posseduto. La traduzione è quasi identica alla testimonianza originale di Falcon conservata negli Archivi dell’Inquisizione. A quanto pare il testo che scrisse a quel tempo è in una lingua crittata che è stata tradotta solo oggi. Il punto è: perché padre Orlando si diede la pena d’inventare un linguaggio complesso se era tutta una bugia, un’eresia?”
“Vi aggirate in territori pericolosi, padre generale”, ammonì il papa.
“Non è tempo di esitare, Santità. È tempo di osare. Se questo miracoloso Giardino di Dio di cui Falcon cercò di parlare ai nostri predecessori esistesse davvero, le ripercussioni per la Chiesa sarebbero enormi.”
“Ma non può esistere”, replicò il cardinale prefetto Vasari, allungando la mano per prendere la testimonianza di Falcon. “Padre Orlando dichiarò di aver scoperto il giardino dell’Eden in una foresta primitiva, in mezzo ai selvaggi. L’Eden non può trovarsi nel Nuovo Mondo, tra i miscredenti. E il suo giardino di strane creature e piante stravaganti è ben lungi dalle descrizioni bibliche. Cercò di riscrivere la Genesi.”
Torino annuì.
“Se esistesse, però, i suoi poteri potrebbero riabilitare la posizione della Santa Madre Chiesa nel mondo.”
“Non può esistere”, incalzò il cardinale prefetto. “Va contro la dottrina, getta discredito sulle Scritture e minaccia la nostra Chiesa.”
“Ragione in più per non lasciare che altri lo trovino”, replicò Torino. Si rivolse al papa. “Santo Padre, la gente oggi crede che il Voynich sia un mito inoffensivo. Ma se sapessero che è stato scritto da un padre gesuita, unico reduce di una vera missione alla ricerca di Eldorado, torturato perché ciò che sosteneva di aver scoperto alla lunga avrebbe minato le basi della Chiesa…” Un attimo di silenzio. “Nella peggiore delle ipotesi potrebbe incoraggiare qualcun altro a partire alla ricerca del giardino.” Scosse il capo.
“Esitare adesso non solo potrebbe scardinare le Scritture e la dottrina, ma sgretolare il prestigio già compromesso della Chiesa. Pensate ai miracolosi poteri di guarigione che Falcon attribuisce al giardino. Chi avrà bisogno della Chiesa se non dovrà più temere la morte o la malattia?” Alzò un dito.
“Ma, se fossimo noi a trovarlo, potremmo plasmarlo, conformarlo alla nostra dottrina e portarne la gloria a Roma. Potremmo avvalerci dei suoi poteri. La Santa Madre Chiesa non dovrebbe più cercare i miracoli per dimostrare l’intervento divino, ne avrebbe il pieno controllo. Roma tornerebbe a essere una potenza mondiale dominante.”
Il papa socchiuse gli occhi. “Come fate a essere così sicuro che quel posto esista?”
“Perché Orlando Falcon ha lasciato le indicazioni per il giardino in un libretto distinto che sfortunatamente si trova nelle mani di un ateo, un geologo di nome Ross Kelly, il marito della studiosa che ha decifrato il Voynich. Il dottor Kelly è già in volo per il Perú per trovare il giardino.”
“Cosa?” Il papa e il cardinale prefetto sussultarono come un sol uomo.
Torino si strinse nelle spalle. “Ovviamente lo scienziato potrebbe anche non trovare nulla. Ma se invece così non fosse? Cosa succederà?”
Torino li ragguagliò velocemente su quello che sapeva, omettendo ogni riferimento a Raimo. Aveva sempre tenuto segreta l’esistenza del fratellastro, e quello non era proprio il momento di rivelare quel legame. Spiegò che Lauren Kelly aveva tradotto tutto il manoscritto Voynich, tranne una sezione chiave che credeva contenesse una mappa. Poi li informò che la donna era rimasta gravemente ferita durante un furto che aveva pregiudicato la pubblicazione della traduzione integrale e che in seguito lui si era rivolto al marito e aveva ottenuto il permesso verbale di vedere gli appunti.
“Poi la suora gli ha fatto cambiare idea.”
“Che suora?”
“Suor Chantal. Si è presentata da Kelly e lo ha persuaso che il giardino di Falcon non è un’invenzione e che poteva nascondere una cura per la moglie. Gli ha dato il libretto di padre Orlando.”
“Come lo ha avuto? Chi è questa suor Chantal?”
Torino frugò nel classificatore e ne estrasse una lettera e una piccola scatola intarsiata. “Alcuni giorni fa il mio ufficio ha ricevuto questa istanza da uno dei nostri ospedali in Uganda per malati di AIDS. Volevano che l’Istituto dei miracoli indagasse su un presunto intervento divino. Due gemelli sono guariti insieme in modo spontaneo. Lo stesso giorno una delle sorelle è scomparsa dall’ospedale. Quando sono stati interrogati, i bambini hanno raccontato che la suora ha dato loro del tè prendendo qualcosa da questa scatola.” La porse al papa. “Guardate gli intarsi.”
“Vedo dei fiori.”
“Non sono fiori qualunque. Quei fiori compaiono soltanto nel manoscritto Voynich.”
Silenzio.
“In base alla nostra ricerca, la suora scomparsa ha operato nell’ospedale per dodici anni e in altri due prima ancora, ma il suo ordine non dispone di informazioni sulla sua vita passata. Niente. Il suo nome? Suor Chantal.” I due uomini rimasero in silenzio, ma adesso Torino aveva la loro completa attenzione. “Tutto ciò che sappiamo è che esiste un legame tra lei, padre Orlando e il Voynich. Chiunque sia questa religiosa disobbediente, il dottor Ross Kelly adesso possiede il libretto contenente le indicazioni ed è già in cerca del giardino per salvare sua moglie.”
Avviò il portatile, voltò lo schermo verso i due uomini e per i cinque minuti successivi fece scorrere scene tagliate dai file video di Ross Kelly nella stanza d’ospedale della moglie in coma: Ross che le spiegava che il giardino presente nella sua traduzione del Voynich poteva contenere una
cura; che le diceva che stavano per partire alla ricerca del giardino; che le dava un bacio di addio e le chiedeva di benedirlo.
“Come fate ad avere questi filmati?” chiese Vasari.
“Ho un alleato, un servitore della Chiesa che mi tiene costantemente informato.”
Il Santo Padre lo guardò di sbieco. “Avete messo qualcuno a spiare il dottor Kelly?”
“Preferisco chiamarlo ‘i miei occhi e le mie orecchie’. Vuole semplicemente servire la Chiesa, come tutti noi.”
“Badate a non ricoprire di vergogna il Vaticano, padre generale”, affermò il papa.
“Non farei mai nulla che potesse nuocere alla Santa Madre Chiesa, ma, se Kelly trovasse il giardino e parlasse al mondo della sua esistenza, potrebbe distruggerla.”
Vasari si sporse in avanti. “Pensate davvero che questo geologo riuscirà a trovare una cura miracolosa per sua moglie?”
“Temo che troverà molto di più.”
“Cosa, per esempio?”
Torino socchiuse gli occhi infossati. “Il miracolo della creazione. La risposta scientifica al libro della Genesi.” Si girò di nuovo verso il pontefice.
“Santo Padre, sei mesi fa avete annunciato che la Santa Madre Chiesa ha rivisto la sua posizione sull’evoluzione. Avete respinto la teoria di Darwin e abbracciato il Disegno Divino. Avete custodito nella dottrina il principio della Chiesa cattolica che Dio, e non l’evoluzione, è responsabile della creazione e della nascita della vita.”
Il papa annuì. “E allora?”
“Negli Archivi dell’Inquisizione, padre Orlando parlava di qualcosa che chiamò la radix, la Fonte. Si tratta della luminescenza del giardino che attirò i conquistadores in cerca d’oro, come falene verso la luce, e li condusse tutti alla morte. Falcon rimase sul vago riguardo all’esatta natura di questa Fonte, ma dichiarò che era il potere che aveva generato il giardino miracoloso.”
“E allora?”
“Kelly ha fatto riferimento a una teoria – un’ipotesi – per dare una spiegazione scientifica all’esistenza del giardino prodigioso di padre Orlando.
La teoria è persino più avventata di quella che padre Orlando formulò nella sua testimonianza blasfema: che il Giardino di Dio e la sua Fonte potrebbero essere l’origine della vita sulla Terra. Altro che Darwin e l’evoluzione.
Se Kelly trovasse quel giardino, non solo sarebbe in grado di salvare sua moglie, dimostrando che i miracoli accadono indipendentemente dalla Chiesa e dalla religione, ma potrebbe anche dimostrare dove, quando e come è nata la vita sulla Terra. Avrebbe la possibilità di provare scientificamente la teoria dell’evoluzione, renderla un dato di fatto. La dottrina andrebbe in mille pezzi. La religione si fonda sul mistero, sulla fede. Queste rivelazioni renderanno superflua la Chiesa per come la conosciamo e la nostra presenza stessa.”
L’espressione di orrore sul volto del papa era quasi comica, ma Torino non rise. “Allora cosa proponete di fare?”
“Di trasformare la minaccia in un’opportunità. Troviamo il giardino per primi e assumiamone il controllo.”
“In che modo?”
Torino aveva già valutato ogni possibilità: dal rapire la suora al rubare il libro e minacciare Ross Kelly. Ma non poteva condividere col papa niente di tutto ciò. Quindi mentì. “I miei esperti sono riusciti a tradurre gran parte della sezione finale del manoscritto. Vi sono le indicazioni per il giardino e, con la vostra benedizione, intendo cercarlo io stesso.”
“Ma avete dei doveri, delle incombenze.”
“Niente è più importante di questo. Impiegherò due mesi, non di più. Ho già dato disposizioni a padre Xavier Alfonso perché adempia a ogni responsabilità in mia assenza.”
Il papa aggrottò la fronte. “Intendete battere il geologo in velocità?”
“Sì.”
“Diciamo che riusciate a trovare il giardino”, intervenne Vasari. “Come ne disporremmo?”
Torino infilò la mano nel classificatore ed estrasse tre copie di un documento. “Questa è una lista di possibilità, a seconda di ciò che scopriremo.”
Sorrise nel guardarli scorrere i punti dell’elenco. Vedeva l’entusiasmo prendere il posto della paura. “Come vedete, le possibilità sono illimitate.
A patto che il tutto venga gestito con prudenza.”
Il papa sollevò lo sguardo e i suoi occhi cerulei ancorarono quelli di Torino. “Vi chiedo solo una cosa, padre generale: a prescindere da quello che troverete, in qualità di Santo Padre non devo sentire né vedere niente che contravvenga alla dottrina. La dottrina dev’essere sacrosanta. Non voglio trovarmi nella posizione di dover negare tutto. L’infallibilità papale non può essere compromessa, capite?”
“Capisco perfettamente. Vi assicuro che, se questo giardino esiste, porterà solo gloria a voi e alla Santa Madre Chiesa.”
Il papa annuì lentamente. “Bene. Allora come faremo a prendere il controllo di questo posto? Di sicuro apparterrà al governo del Paese in cui si trova, no?”
Torino sorrise. “Il cardinale prefetto ci ha già fornito un’eccellente soluzione al problema.”
Vasari inarcò un sopracciglio.
“Davvero?”
“Esatto, il vostro brillante piano per rafforzare la nostra presenza fondando un secondo Stato Vaticano nel Sud del mondo.”
Vasari comprese al volo.
“Potete dichiarare di essere in cerca dell’ubicazione ideale. Anche se il giardino di Falcon non esistesse e voi non trovaste nulla, la Chiesa non ci rimetterebbe la reputazione. Non abbiamo niente da perdere.”
“E tutto da guadagnare”, disse piano il pontefice. “Se troverete qualcosa, potremo incorporarlo nel nuovo Vaticano e rivendicarne il legittimo possesso.” Torino rimase in silenzio, lasciandoli credere di essere gli autori di quel piano. Il papa si rivolse a Vasari, che sollevò le spalle e fece un impercettibile cenno di assenso. Poi il pontefice puntò il suo sguardo pallido e imperturbabile su Torino, come per indagare la sua anima. “Prendete le persone e i mezzi che vi servono. Fate quanto è necessario, ma teneteci sempre informati. E fate attenzione, padre generale. Fate molta attenzione.”
“Capisco, Santità.”
“Andate, ora”, concluse il Santo Padre. “Andate in nome di Dio.”
(Continua)
La vita è così breve che non c’è tempo per litigi, per il rancore e per la guerra.
C’è solamente il tempo per amare e dura solamente un istante.
È un vero peccato che impariamo le lezioni della vita solo quando non ci servono più.
Voglio continuare a essere folle, vivendo la vita nel modo in cui la sogno e non come desiderano gli altri.
Cordialità
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