Accadde oggi

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Senza titolo-1

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23 Marzo 1944

L’attentato di via Rasella è emblematico perché rivela la strategia dei partigiani comunisti
Si tratta infatti di un’operazione dal valore assolutamente nullo dal punto di vista militare, ma di grande impatto emotivo per la reazione che avrebbe provocato dopo la scontata rappresaglia tedesca.
Era inoltre un’operazione priva di pericoli e che quindi non avrebbe messo in difficoltà coloro che l’avessero eseguita.
Sorto all’indomani della caduta del regime fascista al 25 luglio 1943, il governo Badoglio, aveva dichiarato unilateralmente Roma “città aperta” solo trenta ore dopo il secondo bombardamento che l’aveva sconvolta. L’attacco, eseguito da bombardieri statunitensi il 13 agosto 1943, aveva causato danni forse ancora maggiori del primo, che l’aveva colpita il 19 luglio: nei due bombardamenti morirono oltre 2.000 civili innocenti e parecchie altre migliaia rimasero feriti, senza casa e lavoro.
In città venivano così a mancare servizi essenziali, mentre la fame si diffondeva e la capitale si faceva invivibile.
La città fu nuovamente bombardata numerose volte, sino alla liberazione il 4 giugno 1944. È in questo quadro, segnato dai bombardamenti alleati, dalle retate contro i partigiani effettuate dai tedeschi e dalla deportazione di circa 1.000 ebrei del ghetto di Roma, che si arriva alla fatidica data del 23 marzo 1944, scelta perché 25esimo anniversario della fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento.

I partigiani che eseguirono l’attacco facevano parte dei Gruppi di Azione Patriottica (GAP) che dipendevano dalla Giunta Militare, a sua volta dipendente dal Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), i cui responsabili erano: il socialista Sandro Pertini, il comunista Giorgio Amendola e Riccardo Bauer del Partito d’Azione.
L’ordine di eseguire l’attacco fu dato dai responsabili della Giunta militare. Anni dopo sia Pertini sia Bauer dichiararono di non essere a conoscenza della preparazione dell’imboscata e che l’ordine venne dato da Amendola senza che fossero stati avvertiti. Amendola confermò tutto e rivendicò alla sua persona la responsabilità di aver dato l’ordine operativo ai gappisti.
Per l’esecuzione dell’attacco furono impiegati i GAP centrali che già dal periodo successivo all’8 settembre 1943 avevano compiuto numerose azioni di guerriglia urbana nella zona del centro storico. Numerosi quindi furono i partigiani che avrebbero partecipato all’azione, dei quali uno di essi, travestito da spazzino, avrebbe dovuto innescare un ordigno nascosto all’interno di un carrettino della nettezza urbana, mentre gli altri, ad esplosione avvenuta, avrebbero dovuto attaccare con pistole e bombe a mano la compagnia.
Il compito di far brillare l’esplosivo fu affidato al partigiano Rosario Bentivegna (“Paolo”), studente in medicina, il quale il 23 marzo si avviò travestito da spazzino dal deposito gappista nei pressi del Colosseo verso via Rasella, con il carretto contenente l’ordigno. Dopo essersi appostato ed aver atteso circa due ore in più, rispetto alla consueta ora di transito della compagnia nella via, alle 15.52 accese con il fornello di una pipa la miccia, preparata per far avvenire l’esplosione dopo circa 50 secondi, tempo necessario ai tedeschi per percorrere il tratto di strada compreso tra un punto a valle usato per la segnalazione, ed il carretto, posizionato in alto davanti a Palazzo Tittoni.
Poco dopo l’esplosione due squadre dei GAP, una composta da sette uomini l’altra da sei, sotto il comando di Franco Calamandrei detto “Cola” e Carlo Salinari detto “Spartaco”, lanciarono bombe a mano e fecero fuoco sui sopravvissuti all’esplosione.
Nell’immediatezza dell’evento rimasero uccisi 32 militari tedeschi e 110 rimasero feriti, oltre a 2 vittime civili (Antonio Chiaretti ed il tredicenne Pietro Zuccheretti). Dei feriti, uno morì poco dopo il ricovero, mentre era in corso la preparazione della rappresaglia, che fu dunque calcolata in base a 33 vittime germaniche. Nei giorni seguenti sarebbero deceduti altri 9 militari feriti, portando così a 42 il totale dei caduti.
La decisione del comando nazista fu la conta di 10 ostaggi fucilati per ogni tedesco ucciso. La fucilazione di 10 ostaggi per ogni tedesco ucciso fu ordinata personalmente da Adolf Hitler, nonostante la convenzione dell’Aia del 1907 e la Convenzione di Ginevra del 1929 nel contemplare il concetto di rappresaglia ne limitassero fortemente l’ampiezza secondo i criteri della proporzionalità rispetto all’entità dell’offesa subita, nella selezione degli ostaggi (non indiscriminata) e della salvaguardia delle popolazioni civili.
L’ordine di esecuzione riguardò 320 persone, poiché inizialmente erano morti 32 soldati tedeschi. Durante la notte successiva all’attacco di via Rasella morì un altro soldato tedesco e Kappler, di sua iniziativa, decise di uccidere altre 10 persone. Erroneamente, causa la “fretta” di completare il numero delle vittime e di eseguire la rappresaglia, furono aggiunte 5 persone in più nell’ elenco ed i tedeschi, per eliminare scomodi testimoni, uccisero anche loro.
Nel dopoguerra, Herbert Kappler venne processato e condannato all’ergastolo da un tribunale italiano e rinchiuso in carcere. La condanna riguardò i 15 giustiziati non compresi nell’ordine di rappresaglia datogli per vie gerarchiche. La rappresaglia infatti doveva riguardare secondo l’accusa i soli 32 militari morti sul colpo e no quelli morti successivamente che portarono a 33 i morti il giorno dopo e men che meno i successivi 9 che morirono nei giorni successivi.

Le critiche che vengono mosse alla vicenda sono:
Secondo i critici, e secondo alcuni militari tedeschi sopravvissuti, i 156 uomini della 11ª compagnia del battaglione Bozen coinvolti nell’attacco, comandati dal maggiore Helmut Dobbrick, non erano un reparto operativo ma solo riservisti altoatesini entrati nell’esercito tedesco per affinità etniche ed aggregati al Polizei Regiment della Wehrmacht, con compiti di semplice vigilanza urbana.
L’esplosione non uccise solo trentatre militari tedeschi, ma anche due civili italiani (di cui un bambino di 13 anni), ferendone anche altri quattro.
Ai familiari dei due civili morti nell’attentato non è mai stato riconosciuto alcun risarcimento dalla magistratura italiana, in quanto l’attacco è stato catalogato come legittimo atto di guerra.
L’attentato fu perpetrato dai partigiani nonostante fosse noto che i tedeschi applicassero sommariamente la rappresaglia per ogni attacco subito, come in numerosi altri casi.
La rappresaglia di 330 prigionieri si sarebbe potuta evitare (secondo quanto affermato dallo stesso generale Kappler che la ordinò), se gli attentatori si fossero consegnati alle autorità tedesche, come nel noto caso di Salvo D’Acquisto.

Dall’accaduto si possono trarre alcune conclusioni:
in sé e per sé la rappresaglia era assolutamente giustificata e legale (Convenzione dell’Aja e Tribunale di Norimberga). Quello che non tornava era il numero dei morti: 335 invece dei 320 (o 330 tenendo conto del soldato morto prima della rappresaglia stessa). Sui 15 (o 5) morti in più c’è chi sostiene si trattasse di soldato tedeschi che si erano rifiutati di sparare e che Kappler non avrebbe nominato per non infangare l’esercito tedesco.
Lo scopo, tutt’altro che militare di tutta l’operazione, fu raggiunto in pieno.
Mi dispiace, ma fu una strage che provocò un eccidio, sapendo che sarebbe successo comunque.
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Risposta generale, dedicata a tutti e in particolare:

Gianluigi Top
Spillo
Annelise Baum
Giorgia Mattei
PickWick
Veni Vici Vintrix
Seamur
Amedeo d’A.
Hilde Strauß
Circe
Alessandra Bianchi
Sonia Liverani
Manuela Rovati
Lady Nadia (*) aggiunta risposta particolare

Processo Kappler.

Tribunale Militare di Roma, 20 luglio 1948.
Momento drammatico di alta tensione in aula quando, nel corso dell’udienza, esce dal pubblico una voce straziante di donna che investe violentemente Rosario Bentivegna presente in aula in qualità di testimone: “Assassino, codardo! Ho la mia creatura alle Fosse Ardeatine, perché non ti sei presentato, vigliacco?“. È un’invettiva che esce dal cuore lacerato di una madre. Scottante, crudele. Essa pone il problema morale della guerriglia e solleva un dubbio atroce: si poteva evitare la rappresaglia dei tedeschi? In altre parole, se i responsabili materiali dell’attentato si fossero presentati, il Comando tedesco avrebbe ugualmente deciso la rappresaglia?
Il presidente del Tribunale, gen. Euclide Fantoni, pone la domanda a uno dei protagonisti presenti, Rosario Bentivegna, appunto. Il teste risponde che la presentazione degli attentatori non fu esplicitamente richiesta dai tedeschi. “Se ci fosse stata – afferma – mi sarei presentato“. E aggiunge: “la colonna tedesca costituiva un obiettivo militare. Facevano rastrellamenti e operavano arresti. Erano soldati. Ho avuto l’ordine di attaccarli e li ho attaccati“.
No, – ribatte Kappler – l’eccidio avrebbe potuto essere evitato se si fosse presentato l’attentatore o se fosse venuta un’offerta della popolazione. D’altra parte, da mesi erano affissi manifesti per gli attentati con l’indicazione della rappresaglia da uno a dieci“.
No, – dice l’accusa – i manifesti di cui parla l’imputato Kappler erano stati affissi due mesi prima e lasciati esposti per soli due giorni“.
Il punto da chiarire, quindi, non era tanto quello di sapere se la rappresaglia ci sarebbe stata oppure no. Era noto alle autorità politiche e amministrative, e a larga parte della popolazione, che ad ogni attentato le rappresaglie c’erano sempre, puntualmente. Quello che bisognava appurare era se un avviso, un comunicato fosse stato diramato dal Comando tedesco agli esecutori dell’attentato per invitarli a presentarsi onde evitare una strage di persone innocenti. Come abbiamo visto dagli atti del processo, Bentivegna lo esclude.
In una lettera al settimanale “Panorama” del 28 marzo 1974, un testimone afferma: “Senza voler entrare nella polemica sulle responsabilità della strage delle Fosse Ardeatine, desidero testimoniare che la sera prima dell’attentato di via Rasella è stato affisso sui muri di Roma, e io l’ho letto, un manifesto preannunciante che il Comando tedesco avrebbe fatto uccidere dieci «comunisti badogliani» per ogni militare tedesco morto” .
In una intervista Bentivegna dichiara: “Non credo che se mi fossi costituito la rappresaglia non sarebbe avvenuta…”
I testimoni dell’attentato raccontano:
Era ormai cosa nota a tutti che per ogni tedesco ucciso, dieci italiani venivano sacrificati. L’attentato di via Rasella non ha nulla di glorioso“.

Rosario Bentivegna, autore dell’attentato di via Rasella, addirittura decorato di medaglia d’argento per la sua gloriosa fuga, divenne docente di medicina del lavoro, non esitando a dichiarare che avrebbe rifatto tutto.
Perchè i vigliacchi attentatori rimasero nascosti nell’ombra nonostante sapessero cosa sarebbe successo a persone innocenti?
Perchè hanno permesso che pagassero altri la loro eroica vigliaccata?

Processo al Feldmaresciallo Kesserling – parla il Magistrato inglese che lo assolse dalle accuse relative alla rappresaglia delle Ardeatine:
ciò che il feldmaresciallo Kesserling doveva affrontare, non era uno stato organizzato, ma alcune persone irresponsabili con le quali non poteva negoziare, persone con le quali non poteva accordarsi e ai cui capi non poteva dire: signori, controllate i vostri uomini. Di conseuenza, se ci sono mai state delle circostanze in cui era necessario ricorrere alla rappresaglia dopo l’avere invano ricercato i colpevoli, quelle che ho descritto sono proprio le circostanze in cui la rappresaglia è cosa appropriata. E non esprimo queste considerazioni solo da soldato, in quanto esse nascono soprattutto dal buon senso.
Le rappresaglie sono ammissibili come indispensabile mezzo per assicurare che la guerra rimanga nella legittimità. Il semplice fatto che esse siano previste in caso di violazioni della legge di guerra agisce ampiamente come deterrente. Le rappresaglie non sono mezzi di punizione o di arbitraria vendetta, ma sono strumenti di coercizione.
E proprio perché infliggono sofferenze a persone innocenti le rappresaglie hanno forza coercitiva e sono indispensabili come ultima risorsa. Atti illegittimi possono essere commessi da persone che è impossibile arrestare e punire.
E ciò è quanto accadde a Roma.
La rappresaglia andava eseguita ed andava eseguita velocemente, altrimenti sarebbe stata inutile dal punto di vista militare. Un crimine di guerra è una deliberata violazione delle leggi di guerra: pertanto una rappresaglia, come prevista dal diritto internazionale, non può essere considerata un crimine di guerra“.

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SALVO D’ACQUISTO: UN VERO EROE NAZIONALE!
Avendo i tedeschi catturato ventidue ostaggi per consumare su di essi la rappresaglia in seguito allo scoppio di una bomba nella locale caserma, il vicebrigadiere dei Carabinieri, Salvo d’Acquisto, con grande eroismo e coraggio si presentò al Comando tedesco dichiarandosi, sebbene innocente, autore dell’attentato.
Venne fucilato, ma col suo sacrificio salvò la vita di ventidue innocenti che stavano per essere fucilati;

Medaglia d’oro al valor militare.
FIESOLE (FI) agosto 1944
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LA GIUSTIFICAZIONE AD UN ATTO DEPLOREVOLE
“Corriere della sera” del 25 marzo 1994:

“L’agguato di via Rasella è stato quindi un vero e proprio atto di guerra, coraggioso e ben condotto”, concludendo “Nessun soldato ha mai dovuto provare la necessità di espiare per le morti seminate in battaglia”:
Ma quale macroscopica mistificazione, quale vera presa in giro è mai questa?
Soldato è quello in divisa, è quello che si riconosce e in battaglia si trova di fronte a un soldato nemico a sua volta in divisa, e i due sono uno contro l’altro, cioè tu cerchi di prevalere su di me ed io cerco di fare altrettanto su di te.
Il partigiano assassino invece è in abiti borghesi e ti ammazza perché tu non sai che è un assassino, altro che “morti seminate in battaglia”!
Oggi, l’attentato di Via Rasella, viene visto come un Atto Eroico dovuto e necessario.
Gli esecutori, vengono ricordati come salvatori della patria e coraggiosi patrioti!
Gli stessi “coraggiosi patrioti” che rimasero nascosti nell’ombra e mandarono a morire 335 persone innocenti al loro posto!!!

L’unica che ha accennato al Vice Brigadiere, M.O. al V.Militare, Salvo D’Acquisto è stata Alessandra Bianchi.
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A quanti non condividono i pensieri descritti in questo articolo e dunque mal tollerati, suggerisco di saltarne le pagine.
Personalmente è sempre preferibile stimare il peggiore nemico, se leale, e molto meno il migliore amico, se non sincero.

Grazie a tutti e buona notte
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69 pensieri su “Accadde oggi

  1. Sì, conosco il tuo punto di vista ed è inattaccabile.
    Come facciamo a definire il male minore?
    Non si può fare, assolutamente, di tutta un’erba un fascio perché sarebbe sbagliato.
    Un lato oscuro della nostra storia che ci fa male.
    Le nuove generazioni hanno bisogno di chiarezza e come si inizia se, quella chiarezza, non gliela diamo? I padri fondatori dell’Italia non sono stati molto onesti.

    Ciao

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  2. Sì, è una di quelle cose che ti fa andare in bestia.
    Mi inquieta perché di questa schifezza ne abbiamo scoperto gli altarini, ma delle altre schifezze che con gli anni passate sotto gamba?
    Lo so, la particolarità della tua estrazione …
    Ci vuole onestà.
    Punto e cerchiamo di mettercene dai ..
    Ciao e buona giornata

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  3. Ne parlammo l’anno scorso e due anni fa.
    Un argomento che brucia e fa male.
    Un argomento che mi fa stare male sul serio e che mi fa cadere tutte quelle convinzioni precise che avevo.
    Non esiste tutto il male di la e di qua, come non esiste lo stesso, ma inteso come bene.
    Grazie milord, per ricordarcelo. Grazie.
    Ci vuole coraggio … senza strafare.

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  4. Un periodo storico che ha fatto male a tutti.
    Sei sempre e da sempre impegnato nella ricerca della verità e molti tuoi articoli sono orientati a questo.
    Le convenzioni e le mezze verità non fanno bene.
    L’abitudine, tutta italiana (ma anche all’estero non si scherza) di mettere etichette e bollare le persone.
    Viviamo in un mondo ingiusto e cattivo. Un mondo che fa male. Come ha detto la brava Eleonora Bisi, non tutto il male è sempre da un lato o dall’altro.
    Ti so molto attento su questo.
    Essere di parte fa male.
    Fa male soprattutto a quelli che, con onestà e convinzione, hanno operato per il bene del popolo.
    Con convinzione e onestà.
    Ciao e grazie: io ti capisco.

    Ciao

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  5. Sì, è vero. Un capitolo doloroso, molto doloroso per l’Italia e gli italiani.
    La verità non sta mai tutta da una parte o dall’altra. Tutto è verità e tutto è menzogna.
    Grazie, dottore, per aver portato alla ribalta una trasposizione di giustizia.
    Buona giornata

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  6. Ma figurati se qualcuno si assume la responsabilità dell’abominio che ha compiuto.
    Erano poliziotti altoatesini, italianissimi. anziani, che non avevano mai preso parte ad azioni di guerra.
    Ci sono delle grosse pecche e infamie nascoste sotto il tappeto della Repubblica.

    Ciao Nì

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  7. Non avevo neanche un anno e successe così all’improvviso e imprevisto.
    Caro dottore le garantisco che lo stupore fu grande in quanto era stato perpetrato da italiani e in modo così cruento.
    Obiettivo militare?
    Erano delle persone anziane che avrebbero potuto, benissimo, godersi la pensione che per i tempi di guerra era già tanto.
    Svolgevano funzione di Polizia (erano tutti italiani e nello specifico altoatesini o comunque di Bolzano) e scrivendo di “Polizia” non intendo la pienezza dei poteri, ma una semplice condizione di verifica e controllo. Una specie di Vigili Urbani ante litteram.

    Mai partecipato ad azioni di guerra.
    Tutti morti e nei morti c’erano dei civili e bimbi.
    Nessuno condannò nessuno.
    Che ricordi dolorosi.

    La ringrazio per la sua opera di resoconto storico, prendendo le dovute distanze dall’una all’altra parte.
    Come sempre ho potuto vedere, leggere e verificare.
    La stimo molto.
    Buona giornata

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  8. Scrivo, non scrivo. Scrivo, non scrivo … scrivo!
    E scrivo del dolore che il popolo italiano, per un verso o per l’altro ha dovuto subire.
    Sto male per chi ha vinto e per chi ha perso e viceversa.

    un ricordo di dolore da qualunque parte la si legga.
    Un dolore che fa male, sempre.
    Ciao Ninni
    … e grazie per esserci sempre…

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  9. Difficile poter dire Mea Culpa.
    Ci hanno abituati, cresciuti nell’odio. Odio culturale, odio per il diverso, odio per quello che era, odio per quello che è…
    Ma dico, non si vede subito da quale parta si va a sbattere e ci si fa male?
    Onestà, rispetto e valori, li devo leggere nei libri.

    Grazie Nì per riempirci di schiaffoni con i tuoi articoli, sempre presente.

    Salut

    Manuraffreddataconunmaldigolacheteloraccomando

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  10. Io non riesco nemmeno a leggere i libri sul nazismo. Nutro rabbia e desolazione.
    Purtroppo la storia non ci ha nemmeno insegnato, alla luce dei fatti odierni.
    Gli stessi errori/orrori si ripetono oggi. ( o quasi )
    Buona serata.

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    • Amica carissima, Lady Nadia, sul nazismo niente da dire o da aggiungere: orrore e basta!
      Qui, però, si tratta di un argomento “italiano”. La nostra vigliaccheria congenita!
      Prima guerra mondiale: eravamo alleati dell’Austria e della Germania, e poi?
      Seconda guerra mondiale: gli americani mettono un piede in Sicilia e noi non solo ci arrendiamo ma ci rivoltiamo verso gli ex Alleati.
      Mi sembra, e dispiace dirlo, di notare una CERTA differenza con il Regno Unito, l’Unione Sovietica e la stessa Germania, dove lottavano ancora a Berlino.
      Guicciardini! Mai fidarsi degli italiani!

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    • Lady Nadia

      Ho incluso anche te, nella risposta su in alto, ma devo far notare che il “non riuscire a leggere libri sul nazismo, … nemmeno …“, fa di te una fiancheggiatrice. Non è nascondendo la testa nella sabbia, o focalizzando razzisticamente l’attenzione dell’odio da una sola parte, senza essere equivalente con tutte le altre parti, che ti rende democratica. Anzi: promani assolutismo settoriale peggiore dei nazisti. Quei lestofanti, almeno, si orientavano alla luce del sole.

      Cito:
      Purtroppo la storia non ci ha nemmeno insegnato, alla luce dei fatti odierni.
      Fatti odierni? Quali, per piacere, sarebbero i fatti odierni? Se non ci appropriamo, conoscendoli, dei fatti atroci del passato (eppure ero stato chiaro: 23 marzo 1944) come si potrà mai sottolineare che ce li nascondono dei fatti odierni.
      Chi ce li nasconde?

      Cito:
      Gli stessi errori/orrori si ripetono oggi. ( o quasi )
      Gli stessi errori/orrori?
      Compiuti da italiani, in modo vigliacco, ad altri italiani pressocché inermi? Oggi?
      Si ripetono?
      Dove, per piacere?
      Vorrei approfondire per denunciare apertamente e fortemente.
      Se sei a conoscenza di fatti così gravi, per favore rendici edotti: sarò ben lieto di incaricare la Magistratura e avendo palesato questo intendimento in pubblico me ne faccio carico personalmente, informando tutti.

      In ultimo non ho ben compreso il “ o quasi“.
      I fatti odierni, cui fai cenno (Quindi stiamo parlando di vili attentati ai danni di inermi anziani italiani, perpetrati per istigare una reazione violenta e ultimativa da parte di stranieri occupanti e in armi, notoriamente assassini, contro altri italiani) non possono essere “quasi”.
      Non è possibile fare una “quasi” strage, un “quasi” errore, o un “quasi” insulto alla vita umana (da qualsiasi parte possa giungere).
      Almeno io la penso così.

      Sono addolorato Nadia.
      Mi hai addolorato e siccome da te non me lo aspettavo proprio (la colpa è mia e ben mi sta, ma non lo faccio più perché dalla vita s’impara sempre) il dolore è ancora più forte.
      Raddoppiato.
      Auguro, anche a te, una serena nottata, ringraziandoti – comunque – per esser passata.
      Cordialità

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      • Mi scusi, ieri non ho letto. E’ stata una giornata un po’ pesante e pensavo che la vocenda da Lei raccontata si riferisse al Nazismo. Era solo il mio pensiero, ancora scioccata dai fatti di terrorismo. Volevo dire che la storia non ci ha insegnato ad essere migliori. E basta. Chiedo venia. Grazie.

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      • E’ la prima volta che “commento senza leggere” in assoluto! E il mio commento era generico, ho frainteso l’argomento! E prometto che non succederà più. Buona giornata!

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  11. Il Male Assoluto era rimasto un vecchio di cento anni e che abitava alle porte di Roma.
    Si chiamava Erich Priebke e sulle sue spalle ha retto, da solo, il peso cosmico dell’Orrore Universale.
    Celebri torturatori, capi spietati di polizie segrete che hanno compiuto crimini orrendi, truci infoibatori con pensione elargita dallo Stato italiano, capi di Stato che ordinarono milioni di vittime, vissero e morirono serenamente e riposano nelle segrete dell’oblio.

    Rimase, invece solo lui, “nei secoli Imputato”.
    Per lui i processi si fecero e si rifecero, a gentile richiesta del pubblico tra applausi e battimani, dove i tribunali mutarono e rimutarono sentenze.
    (Fra l’altro si considerava italiano e parlava la nostra lingua meglio del tedesco).

    Mio signore, ho letto della sospensione del “voi” e mi adeguo.
    Grazie per averci offerto una pagina così sensibile e ricolma di verità, contro tutte le vendette e tutte le carognate, da qualsiasi parte arrivino.
    Un bacio milord.

    Lilly

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    • Lilly Simoncelli

      Per forza, era il Male Assoluto...
      Rimane un mistero perché ad esempio Paul Tibbets, il pilota di Enola Gay che sganciò la bomba atomica sulla popolazione di Hiroshima, obbedendo a un infame ordine ricevuto, sia morto pochi anni fa da eroe, e un soldato tedesco che obbedendo a un infame ordine ricevuto, eseguì sotto il comando di Kappler la strage delle Fosse Ardeatine per rappresaglia alla strage di via Rasella, incarni il Male Assoluto.

      Chissà come ha vissuto, in cuor suo, questa sua interminabile esistenza arrivando fino all’età di cento anni.
      Lui, il Mostro, se la reputò una beffa del destino, una condanna o una grazia questa sua lunga vita.
      Volevano proibirgli il centenario, quasi domandandosi perché fosse ancora vivo.
      Un provocatore, una strafottenza biologica, una arroganza anagrafica. Vietato parlarne, anzi, venghino pure, tutti, a vituperarlo.
      E invece si doveva tenerselo buono e caro, Priebke, perché morto lui, per le Fosse Ardeatine e per il Male Assoluto ci è rimasto da prendersela con Pippo Baudo, Aldo Giovanni e Giacomo e Paolo Villaggio.
      Viva l’Italia

      Grazie mia signora per questo vostro commento, pardon, “apporto” ben articolato e ragionato.
      Non potevamo attenderci di meno dalla vostra penna e dal vostro cuore.

      Abbiate le nostre migliori cordialità

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  12. Lady Lilly Simoncelli
    (Sì siamo online, sembrerebbe proprio così, mia signora)

    Quanto al male e al bene, è difficile credere ragionevolmente come ad una realtà fuori di noi: forse sono soltanto interpretazioni.

    Si veda, ad es. Sansone, Davide, Pietro Micca etc. per non dire dei kamikaze storici e contemporanei.
    Martiri, eroi, assassini?
    E che dire di Berlusconi?
    E quanti santi, diciamo, “maneschi”?

    Così parliamo anche del bello e del brutto. Di come muta, ad esempio, nei tempi il modello della bellezza femminile!
    Si tende ad assolutizzare l’opinione più diffusa. è… “ così è se vi pare”?

    Vi ringraziammo, mia signora.
    Abbiate una serena giornata

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    • Milord,

      La storia è scritta dai vincitori, per cui ci associamo al relativismo pirandelliano da voi trascritto.
      Il “dott.” Pippo Baudo, da voi portato come esempio, non è evocato fuori posto: sarà l’ultimo obiettivo della “Norimberga de noantri” per aver espresso perplessità sul comportamento degli “eroi” di via Rasella.
      Ce lo ricordiamo ancora in quale triste berlina venne posto l’ex onnipresente presentatore televisivo.
      Grazie milord e cordialità a voi

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      • Lady Lilly Simoncelli

        Concordammo con voi, mia signora, specie nell’espressione di opinioni a carattere storico.
        Quando leggiamo di soggetti che si definiscono “socialista di prima e dopo Craxi”, (sì quel tale che è morto in esilio perché sconfitto dalla “Storia”).
        Voi, però milady, sapete benissimo che “la guerra è guerra” e chi vince scrive e racconta la Storia.
        Il resto sono sofismi, elucubrazioni e astrazioni; in due parole, sono Accademia.

        Grazie per i vostri apporti così precisi.
        Buona e serena giornata

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  13. E perché non si scrive di quei vigliacchi che al comando della sedicente Giunta militare formata da Sandro Pertini, Giorgio Amendola e Riccardo Bauer attuarono il vigliacco attentato di via Rasella facendo esplodere vigliaccamente una bomba in un bidone della spazzatura mentre passava un plotone di altoatesini (italiani) che rientrava con i fucili “scarichi” in caserma?
    Gli ultimi tre signori avevano l’incarico di segnalare al Bentivegna, che mise la bomba nel bidone, il passaggio del plotone.

    Lo stesso Bentivegna lanciò persino un’altra bomba sulla coda del plotone.

    Era prevista la rappresaglia dalle convenzioni internazionali di guerra: 10 ad uno.
    Kappler e Priebke furono condannati solo perché per errore ne furono uccisi 5 in più.
    Sino a quando non verrà tolta la medaglia ai quattro materiali assassini che furono Rosario Bentivegna, Carla Capponi (già nota terrorista), Pasquale Balsami e Fraco Calamandrei non si renderà giustizia alle vittime delle Fosse Ardeatine, dove sarebbe finito anche mio nonno se non fosse riuscito a fuggire nella calca della folla dopo essere stato fermato insieme ad un compagno durante una manifestazione di piazza contro il rincaro del pane.

    Il compagno fu tradotto a Regina Coeli e poi finì alle Fosse Ardeatine.
    Ricada l’infamia della storia su questi vigliacchi e luridi personaggi che sono i responsabili della rappresaglia e che rifiutarono di presentarsi nonostante Roma fosse stata tappezzata di manifesti che annunciavano la rappresaglia se i responsabili dell’attentato di via Rasella non si fossero presentati.
    In tale attentato vi furono anche dei passanti, tra cui un bambino di 12 anni.

    Ricordiamoli gli attentati vigliacchi dei partigiani, mosche cocchiere della Resistenza che sparavano “sempre” alle spalle e rifiutarono di aggregarsi all’esercito regio (governo Badoglio) per cui non furono mai riconosciuti nemmeno dagli angloamericani come parte belligerante.

    Senza i loro attentati “vigliacchi” non vi sarebbero state le stragi di Marzabotto, di sant’Anna di Stazzema ed altre.
    I partigiani (in tutto 10.000) hanno soltanto, nel loro fanatismo ideologico, causato la morte di migliaia di innocenti.
    E qui mi fermo altrimenti m’incazzo!

    Un bacio mio signore bellissimo

    Manuela

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    • Lady Manuela Rovati

      In risposta ad una lettera, pubblicata sul Corriere della sera, da Erich Priebke a Indro Montanelli, decano del giornalismo italiano e uomo di specchiata chiarezza ed equità:


      [ … ]
      Da vecchio soldato, e sia pure di un Esercito molto diverso dal Suo, so benissimo che Lei non poteva fare nulla di diverso da ciò che ha fatto […]
      Il processo si dovrebbe fare alle aberrazioni dei totalitarismi e a certe leggi di guerra che imponevano la rappresaglia.
      Certo: lei, Priebke, poteva non eseguire l’ordine, e in pratica suicidarsi.
      Questo avrebbe fatto di lei un martire.
      Invece, quell’ordine lo eseguì.
      Ma questo non fa di lei un criminale”

      (Indro Montanelli, da una lettera dell’aprile 1996)

      _______________________________

      La vostra presenza presso questo umile spazio web, mia signora bellissima, è un valore aggiunto per tutti quelli che vi apprezzano!
      Siamo incantati.
      Cordialità vivissime

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  14. Una esplicazione esaurientissima, caro dottor Raimondi, che colpisce per la sua lucidità e affermazione storica.
    Sono in tanti ad aver sofferto le brutture di una guerra. Il risolverla, sempre, con il dolore di italiani, contro italiani, macchiandosi dei più efferati delitti non ci illude che la pace pacificata abbia ottenuto il sorriso per tutti.
    Il giogo è rimasto, il dolore pure, le vendette pesanti anche.

    La ringrazio e non la ringrazierò mai abbastanza per la sua attenzione politica e umana.
    Buona giornata

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  15. I carabinieri:

    Vittorio Marandola, Alberto La Rocca e Fulvio Sbarretti,
    della locale stazione, per salvare le vite di dieci innocenti ostaggi si presentarono ai nazisti che li fucilarono immediatamente contro un muro dell’albergo Aurora;

    Medaglie d’oro al valor militare.
    Come mai vengono ricordate le vigliaccate compiute dai partigiani e non gli atti eroici dei veri patrioti?

    Buona serata milord.

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    • lady Circe

      Già, tutti bravi a fare i critici storici da tastiera o i rivoluzionari, compunti, armati di Windows. Così, mentre il mondo ha perso il senso dei valori comuni e civili, si preparano gli scenari da monitor, dietro una tastiera in formato Qwerty.
      Tutti bravi, tutti impegnati mentre le ultime vestigia di amore e rispetto verso il prossimo, si stanno spegnendo definitivamente.

      Grazie Lady Susi per esserci.
      Augurammo una serena notte per tutti.
      Fra qualche minuto pubblicheremo il prossimo articolo che ci venne ispirato da fatti ed eventi … di questa ultima giornata. Lo scrivemmo, terminandolo mezz’ora fa, quasi di getto.
      Sì, è vero, siamo molto reattivi soprattutto quando subiamo un qualcosa/atteggiamento che noi non faremmo mai e che non potremmo giustificare per nessun motivo al mondo.

      Fu proprio ispirato!

      Grazie e cordialità vivissime

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