Una storia 3

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2All’ora di ritirarsi lei e Althea salirono di sopra insieme come al solito, ma quella sera Althea la seguì in camera. La sua irritazione era in parte alleviata dal pensiero di avere una sorella maggiore che avrebbe avuto molto denaro liquido a disposizione. — Hai già pensato a quello che farai, adesso che sei un’ereditiera, Sophie? Io sono molto grata al papà per la somma che mi ha assegnato da quando non studio più con l’istitutrice, ma non è che con quella tu ci possa fare molto, non ti pare? O perlomeno io non riesco a farla bastare per tutte le cose che desidero. L’altro giorno, per esempio, ho visto da Patterson parecchi collettini di pizzo e non ce n’era uno che potessi permettermi. Secondo me il signor Patterson dovrebbe farci uno sconto, comunque.
Sophie si mise a ridere. — È un commerciante e non può abbassare i prezzi per tutti i suoi amici.
— Sì, certo. Be’, allora, quando prenderai il tuo primo appannaggio mensile me ne comprerai uno tu? E ho tanta voglia anche di un taglio di seta blu per un abito da sera, con dei nastri di velluto in tinta. Ho bene in mente il modello che voglio e se ne faccio uno schizzo per la signorina Sedley può darsi che riesca a copiarmelo bene, anche se non ha molta fantasia. O magari potremmo anche cercare una sarta migliore, anche se un po’ più cara.
— Come corri! — Sophie si sedette al suo tavolino da toilette e si sciolse i capelli. — È ancora tutto molto lontano. Papà dice che ci vorrà un bel po’ di tempo prima che gli avvocati facciano una valutazione esatta del patrimonio.
— Ma ci penserai, vero? La mamma dirà sicuramente che di vestiti ne ho a sufficienza, ma sono così stufa di continuare a mettere quello di raso giallo, o quello rosa.
— O quello bianco con la cintura blu — la punzecchiò Sophie. — La mamma ha perfettamente ragione. Com’è3 che io riesco a farmi bastare la metà degli abiti che secondo te sono essenziali? E papà ci ha sempre dato tutto quello di cui avevamo bisogno.
— Sì, lo stretto necessario. Ma che lusso per una volta avere qualcosa in più, tanto per cambiare! E tu non vorrai certo portare ancora quel tuo vecchio vestito blu per la prossima festa del signor Willsher, spero! Lo sai come sono splendidi i balli che dà per l’anno nuovo.
— Be’, può anche darsi che debba accontentarmi di quello, invece. Non credo che potrò avere del denaro prima di quella data. In ogni caso, se anche volessi un vestito nuovo mi sono rimasti ancora dei soldi miei per un taglio di seta, anche se non particolarmente di lusso. E papà è molto generoso con noi, lo sai bene, Althea.
— Ma certo, anche se non fa altro che dire che dobbiamo imparare a cavarcela coi soldi che abbiamo e così diventa un problema spiegargli i motivi per cui mi serve qualcosa: poi mi guarda con un’aria da prendere in giro, come se fossi una bambina che gli chiede un leccalecca.
— Sei una bambina, dopo tutto.
Alethea saltò giù dal letto. — Vedo che farai un mucchio di storie anche tu. Spero che non diventi come la prozia Adela, sempre avara e di malumore.
4Sophie sospirò. — Non hai mai provato a cercare di capirla.
— Perché mi trattava come una bambina di sei anni! Se il signor Dennis Willsher chiederà la mia mano, questo dimostrerà finalmente che sono adulta. In fondo a Natale compirò diciotto anni.
— E questo farà di me una vecchia zitella a ventuno, immagino. E tu lo accetteresti?
— No, per l’amore del cielo! È abbastanza simpatico e di bell’aspetto, ma la mamma spera in qualcosa di meglio per me, e anche per te, naturalmente — si affrettò ad aggiungere. — Papà si metterà in contatto con Lord Randolph, e chissà che cosa può venirne fuori.
— Chi lo sa — ribatté distrattamente Sophie. — Ma adesso vai a letto, Alethea. Sono stanca.
Ma una volta a letto non riuscì a dormire. Quello che altri avrebbero potuto considerare un colpo di fortuna lei non se l’era mai cercato, e ancor meno le piaceva l’idea di essere stata scelta a spese dei suoi fratelli. Frank era un tipo accomodante e troppo preso dalla sua nuova carriera per preoccuparsi della sua esclusione, ma Althea era tutt’altra faccenda. La sua eredità non doveva creare una frattura tra loro due e nemmeno causare il minimo dispiacere alla mamma.
Comunque, per quanto fosse affezionata a sua madre, Sophie doveva ammettere che essa era, per dirla chiaramente, una snob. Lei stessa in verità si sentiva molto più a suo agio con suo padre che, essendo di famiglia aristocratica, non aveva bisogno di fare lo snob per sentirsi qualcuno. Sophie si alzò a sedere sul letto,5 abbracciandosi le ginocchia e, guardando nel buio, cercò di abituarsi all’idea di essere un’ereditiera. L’indomani avrebbe fatto tutte le cose che faceva di solito: spolverare i soprammobili del salotto, un compito che non era affidato alla cameriera, portare fuori a passeggio il cane, uscire con il padre; ma anche se tutto apparentemente era come prima, in realtà tutto era cambiato: certe notizie non si possono tenere nascoste e, quale ereditiera, lei sarebbe stata molto richiesta. Sophie aveva sempre desiderato una casa e dei bambini, ma aveva anche sperato di incontrare un uomo che avrebbe potuto amare e che a sua volta l’avrebbe amata per quello che era. Ma adesso come avrebbe potuto sapere se volevano solo lei o la desideravano per la sua fortuna? — Oh papà! — bisbigliò. — Aiutami a scegliere con saggezza, quando… se succederà.
Perché mai la sua prozia le aveva fatto questo, si chiese con rabbia improvvisa. Non voleva tutti quei soldi. Naturalmente nelle intenzioni della defunta questo voleva essere un generoso regalo. Ma lei non lo voleva e non poteva nemmeno darlo ai poveri o alle missioni, perché nessuno glielo avrebbe permesso, meno di tutti sua madre, a cui sarebbe venuto un colpo apoplettico al solo pensiero.
La settimana seguente passò come se nulla fosse successo. Frank ritornò alla sua nave e, benché di tanto in tanto Alethea sollevasse l’argomento, Sophie non le dava retta e tanto meno suo padre. Anzi, a un certo punto Sophie le disse senza mezzi termini che era stanca di parlarne. Al che sua sorella mise il broncio e, dimentica degli ordini di suo padre, se ne andò a raccontare tutto alla sua amica Daisy. Al sentire quello che era successo, la madre di Daisy, che aveva un figlio di ventitré anni che faceva pratica di avvocato al Temple, venne a fare visita alla sua cara amica, la signora Sterling, per farle le congratulazioni.
“La cara Sophie” comunque non si lasciò trascinare in quel discorso, mentre la signora Sterling spiegava che anche se la cosa li aveva stupiti tutti, in fondo con le loro parentele altolocate non c’era da aspettarsi niente di meno. L’allusione era chiarissima, e Sophie uscì imbarazzata e disgustata dalla stanza, con la scusa di andare a ordinare del tè. Nessuno di loro, pensò amareggiata, aveva badato all’ordine di suo padre di non diffondere la notizia. Certo la signora Sterling non pareva pensare che l’ordine si riferisse a lei e ne aveva già parlato “in confidenza” a parecchie signore al tavolo di whist.
Dopo avere fatto mandare il tè alle due signore, Sophie si recò nello studio dove suo padre stava elaborando una serie di suggerimenti per migliorare il servizio dell’ospedale locale, dove si recava a visitare i malati due volte alla settimana.
6— Allora? — fece lui alzando gli occhi e sorridendole. — Che cosa c’è, mia cara? Hai l’aria irritata.
— Lo sono, papà. Li odio questi soldi. Rendono tutti… non so, diversi. — Guardando fuori della finestra sul giardino vide sua sorella e Daisy che passeggiavano a braccetto avanti e indietro, la testa bionda vicinissima a quella castana: non era difficile indovinare di che cosa stessero parlando. — E Thea continua a parlarne e la mamma, pur tra mille sorrisi, adesso tratta dall’alto in basso la signora Patterson. Come vorrei…
— Vorresti che la zia Adela non avesse scelto te, vero?
— È vero.
Suo padre le prese la mano. — Non preoccuparti, tesoro mio, non lascerò che questo ti rovini la vita e nemmeno permetterò a qualche cacciatore di dote di portarti via a noi. Checché ne pensi la mamma. Noi punteremo i piedi, vero?
— Oh, caro papà, che cosa farei senza di te? — bisbigliò Sophie, appoggiandosi a lui.
Proprio in quel momento si sentì suonare un campanello e il dottor Sterling sospirò. — Un paziente, immagino. Come vorrei che si attenessero ai miei giorni di ambulatorio. Lo sanno bene che se si tratta di una cosa urgente vado io da loro.
Sophie guardò fuori dalla finestra. — Papà, è una carrozza con uno stemma sulla portiera!
— Chi può essere? – poi, voltandosi di scatto –  Sì, William? — chiese al valletto che era entrato.
— Lord Randolph, signore. Ha chiesto specificamente di voi, così l’ho fatto entrare nella sala da pranzo, poiché la signora Sterling ha compagnia in salotto.
— Molto bene. — Il dottor Sterling si alzò dalla sedia e scambiò un’occhiata stupita con la figlia prima di attraversare il vestibolo ed entrare nella sala da pranzo. Sophie sentì soltanto: — Be’, caro John, è da molto tempo che… — prima che la porta si chiudesse.

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40 pensieri su “Una storia 3

  1. mio signore, avete riempito di gioia il mio cuore con un racconto così bello, profondo e completo nelle sue parti.
    Mi sono messa a sognarare dentro quel salotto, alla presenza del medico e delle figlie, quasi partecipe della discussione familiare.
    In tre puntate, ecellenti nella forma e nei contenuti, ci avete ragalato pagine di vera letteratura.
    La ricostruzione.
    La ricostruzione degli eventi, ecco, è eccezionale e piena di spessore. Quindi, se ho ben capito, la fortuita eredità di Sophie è l’elemento scatenante della storia raccontata.
    I temi umani che ci sono tutti e sono quei temi sociali che hanno fatto l’Umanità.
    Un brano bellissimo.
    Ho scadenzato domenica. Sarò seduta ai primi posti e assisterò nuovamente al sipario.
    Sono sorridente.
    Grazie.
    Buona giornata.

    Vostra lady Giorgia

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    • Giorgia Mattei

      Vi ringraziammo, milady, per le espressioni gentili e generosissime.
      In tre capitoli, ovviamente, fu estremamente difficile poter descrivere e dare, seppur una parvenza, una spiegazione logica al sistema.
      Noi Viviamo in una società che ci regala, giorno per giorno,una serie di meccanismi di conoscenza. La vita, le amicizie, il sociale.
      Ne deriva che, alcune volte, quanto sogniamo non si possa realizzare perché, memori delle esperienze altrui, non ci lasciamo abbandonbare sufficientemente.
      nel caso specifico Sophie, donna dall’altissimo senso della dignotà, non si affida a “terzi” (a ragione a quanto pare), ma preferisce il prezioso suggerimento del padre.
      Certo la situazione, che si è creata, non è di facile soluzione.
      Tutto quel denaro che fluirà fra le sue mani, accresce la sua propria diffidenza verso un mondo avido e triste.
      Vi invitammo a segurne le vicessitudini.
      Avrete di che lasciarvi trasportare dagli eventi.
      Abbiate le nostre migliori cordialità

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  2. Ninni.
    Questo è proprio un romanzo.
    C’è tutto: la tesi, l’antitesi e lo svolgimento che stai curando con una precisione certosina. Proprio in questa veste si nota che ci tieni.
    Stai sviluppando, con una precisione meticolosa, la storia nelle sue variabili sfumature.
    Mi piace anche perchè mi hai distratto, sul serio, dai miei impegni.
    Per un attimo ho vissuto in quella dimensione … con gioia.
    Il tuo incedere serrato mi fa capire quanto stai profondendo a questa storia.
    Ciao.

    Dalla partenope Capitale

    Dudù

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    • Diadumeno

      E’ abbastanza ovvio che si tratti di un romanzo.
      La descrizione di un mondo, un pianeta, ai margini del racconto, ci porta ad una considerazione.
      Lasciamo intatti i nostri bisogni oppure riusciamo a comprendere quanto siamo distanti da quelli “reali”?
      Rimane lo spirito di un argonauta: la scoperta e l’aiuto.
      Chissà.
      Riuscirà la voglia d “riuscire” a combattere e placare il “muro contro muro che si è creato?
      Grazie

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  3. Ed ecco che i soldi attirano gente, golosità ed invidia si fanno avanti e la povera Sophie ne paga le conseguenza, lei che è rimasta uguale e non si è messa grilli per la testa, al contrario della sorella arrivista e della madre. Bene bene Milord, il racconto continua a tessere la sua trama, in maniera sempre più allettante e questa puntata si chiude con un’incognita.
    Che vorrà Lord Randolph??? Verrà in totale sincerità oppure….. beh non c’è altro modo di saperlo che aspettare la prossima parte. Complimenti vivissimi Milord, veramente bravo.
    I miei Ossequi milord e l’augurio di una serena giornata.

    L.

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    • Hilde Strauss

      Il denaro, Milady.
      Una delle poche leve che fanno uovere i grattacieli e esplodere le guerre.
      Noi viviamo per ottenere il meglio dalla vita.
      E’, assolutamente, il modo con cui questo “meglio” viene ottenuto.
      Lo vedremo più avanti.
      Grazie milady e cordialità

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  4. Ho assistito a una composizione veramente poderosa come ambientazione e fine e raffinata come i dialoghi.
    In base a questa, modestissima, mia analisi prevedo che tali prodromi porteranno a un dispiegamento della vis letteraria in modo pieno già dalla prossima puntata, o al massimo a quella successiva. I limiti sono stati valicati e l’impronta classica del periodo è, ormai, palese.
    Ne viene un lavoro di profondo rispetto.
    Un lavoro che, nel suo impegno e profonda cultura caro dottore, fa onore alle lettere e alle arti.
    Veramente soddisfatto.
    Un lavoro notevole.
    A domenica dunque

    Bruno V.

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    • PickWick

      La ringrazio per la generosa considerazione racchiusa nelle sue parole ponendoci, in subordine, nella speranza che vorrete essere dei nostri all’alba del prossimo capitolo.
      Grazie e cordialità

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    • Spillo

      Alcune volte le pieghe sono quelle che non lasciano spazio all’immaginazione.
      Pensate a qualcosa di complicato.
      Non riuscireste a comprendere un altro significato che, tra poco, verrà fuori nella e dalla storia.
      Una storia complessa, se rapportata al periodo in cui è ambientata.
      Un secolo di scoperte e novità.
      Un secolo a cavallo tra l’antico e il moderno.
      Grazie e cordialità.

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  5. Ci sono stati dei problemi, immagino, sul sito, perché ogni volta che ho lanciato un “invio” non mi ha preso il commento.
    Quindi sto scrivendo per la quinta volta.
    Mi piace il capitolo e come si sta svolgendo.
    Un taglio romantico, ma alternato a spaccati ottocenteschi raccontati con mirabile maestria.
    Bene caro Ninni..
    Un abbraccio

    Louis

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    • Gianluigi Top

      Sì, è vero, ci risultaro dei problemi. Alcune volte dei problemi belli grossi (Notifiche mancate, non notifiche, notifiche doppie e triple, notifiche in differita).
      Vi ringraziammo per le parole generose.
      Cordialità

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  6. Bella puntata, soprattutto è introduttiva al clima familiare.
    L’avevo vista iniziare, questa storia, un po’ sotto tono, ma, la tua maestria sta compiendo il lavoro di merletto.
    Qualcosa di frettoloso, ovvero racchiuso in una puntata non avrebbe reso l’idea. Introduzione a una famiglia e soprattutto esserci.
    Alla prossima.
    Ciao
    🙂

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  7. Caro Milord,

    eccomi qua dopo un’assenza che si è fatta sentire più per me, che per altri.
    Raffreddori e influenza di stagione l’hanno fatta da padroni con un notevole dispendio di energie.
    Ma, per fortuna, ho trovato una lieta sorpresa (Vi confesso Milord che era da tempo che ci speravo).
    Non un racconto, dunque, ma un romanzo. Uno di quei romanzi che fanno sognare e fanno ripensare ai bei tempi andati di quando, bambine., si fantasticava del più e del meno.
    Si fantasticava di un marito o di come sarebbe stata la nostra vita con un uomo che ci avrebbe fatte sentire le regine del mondo.
    Forse un modo per fuggire da altre e ben altre realtà…
    Leggo di una splendida famiglia borghese che si fa corrompere dal denaro
    E’ vero, il denaro serve e alcune volte è abusato. Ma il denaro corrompe e uccide. E io ne so qualcosa. Lo so, purtroppo, per esperienza professionale.
    Come lo so, a mie spese, che può distruggere esperienze sentimentali.

    Sophie è la nostra graziuosa protagonista che, animata dei più alti e nobili ideali, si scontra con la realtà della vita: il denaro.
    Ed ecco che cade, crolla e si sfracella sotto il peso di quelle decisioni che, per fortuna, trovano l’aiuto del padre.
    Sophie, romanticamente, si adentra nel mondo degli ideali comportamentali dove, addirittura, si rammarica di questa grande fortuna capitatale.
    Molto bello.

    Sembra sia uscita dalla vostra voglia di ricerca di una persona così.
    Vi ricordate?
    Si era a Milano (posso accennarlo vero?) e si stava “disquisendo” sul mondo quando il discorso cadde sulla figura femminile “ipotetica” (quella, diciamo, meglio affine al vostro concetto ideale di donna).
    Non potevo immaginare che ne avreste fatto un romanzo, proprio no.
    Ne venne fuori una donna dalle caratteristiche stratosferiche.
    -Bionda.
    -Carina
    -Non troppo alta
    -Con una spiccata attitudine alla scrittura
    -Un forte senso della “Dignità”
    -Una “Classe” specchiata (Una vostra mania proprio), con un bel nesso di “raffinatezza”.
    -Che sapesse e conoscesse, esattamente, il proprio ruolo di donna.
    -Modi gentili
    -Educatissima e perché no, un po’ snob.

    Ricordo la mia risposta: una risata.
    Ricordo, però, la vostra espressione: seria!
    Serissima.
    E quella vostra frase: “Su certe cose non transigo!”.
    Rimasi affascinata da quella vostra espressione leggermente accigliata.
    Eravate preso e compreso, profondamente, in quel vostro assunto.
    Avrei imparato, qualche giorno dopo, che le vostre non erano soltanto chiacchiere, ma erano dei paletti precisi, fermi e imperativi.
    Una fermezza e un’onestà, milord, che Vi riconosco.
    Un senso altissimo della Dignità e dell’Onore che, da che sono al mondo, non avevo mai visto.
    Ve ne rendo merito.
    Ricordo, come fosse ora, il mio volere sprofondare per quella gaffe che avevo fatto: Vi avero riso su un vostro, legittimo desiderio e ideale di donna, mentre voi eravate serissimo.
    Lo capii dopo (me ne scuso ancora adesso)
    E oggi, leggendo queste righe, questi capitoli – 1, 2 e 3 – leggo e vedo trasparire la Vostra persona.
    Quei desiderata che si riversano in quel mondo, un po’ opaco, dell’era vittoriana, per regalarci una “piccola” donna dalla quale imparare come, per esempio, trattare il maleficio del denaro, con Classe e Dignità.
    Questo vostro romanzo, milord, avreste potuto non firmarlo.
    Grida il vostro nome ad ogni sillaba.
    Non trovo altre parole se non il mio più completo plauso per un passaggio così bello e profondo.
    Così perfetto negli intendimenti da permetterci di sperare che possa esistere una donna così.
    Grazie e buona serata. La mia si è risolta con tanta gioia leggendovi

    Anna

    PS: lascio un caro saluto alle mie amiche

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    • Anna Blu

      leggemmo con interesse il Vostro apporto.
      Un resoconto sia sul capitolo in questione, sia sui motivi e notivazioni che Vi spinsero alle Vostre conclusioni.
      E’ vero, rticordammo quel pomeriggio in cui,disquisemmo su quanto aseriste. In verità lo ricordammo a malapena. La visione personale e ideale della Donna (D maiuscola, prego) è conforme, esattamente, a quanto riportaste.
      Fu proprio in merito a questa uniformità che scrivemmo questo romanzo.
      Sophie né rispecchia tali “desiderata” e ne è la propugnatrice dignitosa e attenta.
      Un’eroina.

      Vi ringraziammo, milady, per l’apporto approfondito da Voi portato.
      Abbiate le nostre migliori cordialità

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  8. Caro Antonmaria

    Più Vi si legge e più ci si avvince. Le situazioni sono particolareggiate da parole così ricercate ed appropriate che, immergersi nelle scene, è istintivo.
    Siamo solo al terzo capitolo, ma ormai il carattere dei soggetti, sino ad ora protagonisti, è delineato tramite i dialoghi e gli atteggiamenti descritti.
    Sophie è deliziosa con la sua purezza interiore. Così pulita che ritiene l’ eredità occorsale, anziché una fortuna, un disturbo nella sua vita. Finora le ha portato: l’ invidia dei fratelli, il pericolo di essere trattata in maniera opportunistica da qualcuno che vorrebbe vantaggiarsi della sua generosità, l’ ipotetica disgrazia che qualcuno la voglia sposare per il suo denaro a scapito di un sentimento sincero.
    Sophie, soggetto che potrebbe essere atipico anche per i nostri tempi.
    Quando il denaro conta più del necessario, le persone degenerano in grettezza e la società si ammala. Sophie non può conformarsi ed è dunque palesemente disturbata, preoccupata per la sua vita, se non dovesse più essere la stessa. Trova, per fortuna, conforto nel padre (che sembra somigliarle nella sua integrità di valori) che promette di difenderla dai danni morali che potrebbero conseguire dall’ eredità inaspettata.
    Immagino, avendo intuito la risolutezza di Sophie seppur giovanissima, che la stessa terrà a tutelare il patrimonio interiore più di quello monetario.
    Attendo dunque il seguito del romanzo con molta curiosità.
    Ribadendo che leggerVi e conoscerVi sia una immensa fortuna, Vi saluto.
    Con Stima ed Affetto,

    Maria Silvia

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    • N.D Maria Silvia

      Mia signora, portaste, nel Vostro splendido apporto, la descrizione di Sophire, quale gentile espressione della “Dignità” femminile.
      Andiamo con ordine, dunque…

      Sophie rappresenta quel valore intrinseco dell’esistenza umana che ogni uomo, in quanto persona, è consapevole di rappresentare nei propri principi morali.
      Quasi una necessità di liberamente mantenerli per sé stesso e per gli altri e di tutelarli nei confronti di chi non li rispetta, quei valori, appunto.
      Per Sophie, dunque, dignità e umanità sono termini sovrapponibili e collegati alla propria libertà di potersi esprimere senza vincoli di sorta.

      L’unico e sufficiente titolo necessario per il riconoscimento della dignità di un individuo è la sua partecipazione alla comune umanità.”
      La dignità è quindi un concetto che rinvia all’idea che “quelque chose est dû à l’être humain du fait qu’il est humain
      (essa sia qualcosa che è dovuta all’essere umano per il semplice fatto che egli è umano) .

      Se la persona, dunque, non può essere separata dalla sua dignità neppure il diritto può prescinderne o abbandonarla.
      Per cui arrivammo alla esatta allocazione di Sophie asserendo che le persone sono meno importanti delle cose che danno profitto a quelli che hanno il potere politico, sociale, economico.
      A che punto siamo arrivati?
      Al punto che non siamo consci di questa dignità della persona; questa dignità del lavoro…
      Dove non c’è lavoro manca la dignità…
      Dove non c’é scrupolo morale manca la dignità …

      Riuscirà, con la sola forza delle idee e dei principi, Sophier, a risolvere alcuni dei problemi?
      Lo vedremo.
      Vogliate accettare, Donna Maria Silvia, le nostre affettuosità più cordiali

      Antonmaria

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      • Caro Antonmaria

        Nessuno meglio di Voi avrebbe potuto più efficacemente rendere a parole il concetto di Dignità. Voi, che la dimostrate continuativamente col Vostro contegno e comportamento, potete realizzarne a parole significato e valore, proprio come avete sopra scritto analizzando la personalità dignitosa di Sophie.
        Grazie, Antonmaria.
        Con Stima e Affetto,

        Maria Silvia

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  9. Mi permetta, dott, Raimondi. Questo capitolo lo definirei “Il taglio dell’artista”.
    Un capitolo geniale di scrittura creativa. Dunque tutto inizierà dal prossimo capitolo?
    Attenderò con pazienza.
    Buon sabato.

    V.

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  10. Milord,
    un capitolo che è sostanza. Un capitolo preparatorio all’ingresso del secondo protagonista.
    Eccolo!
    Dovrebbe affacciarsi lui..
    Sono tutta orecchi, anzi occhi.
    Buonsabato…

    Susi

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  11. Questo capitolo è denso di informazioni e di sentimento.
    Ci introduce alla storia vera e propria. Conosciamo la caratterizzazione di Sophie e ci addentriamo nella filosofia della famiglia Sterling.
    Professionismo all’ennesima potenza, Caro Milord.
    Un professionismo che colpisce e gratifica.
    Molto bello sul serio.
    Ciao milorderrimo e buona giornata.

    Sono d’accordissimo con
    Anna
    Maria Silvia
    Picwik
    che riempio di LIke!

    Buona giornata

    Manuela

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    • Manuela Rovati

      Siete, oltremodo, gentile e molto generosa nelle lodi.
      Io, al posto vostro, attenderei il prosieguo prima delle lodi. Quanti racconti, “durante” si sono rivelati inappropriati?
      Intanto ci appropriammo delle vostre lodi, per periodi di carenza.
      Grazie miladye cordialità

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    • Iosif Dzugasvili

      Kompagno (non scriviamo il nome: troppo difficile)

      Grazie, comunque, per esser passato, aver scritto ed aver tratto delle conclusioni.
      non avete mangiato alcun bambino, oggi?

      Grazie e buona domenica

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  12. Caro Milord,
    in questo vostro capolavoro leggo già tutta un’ulteriore bellezza che ancora ha da venire. Il personaggio della fanciulla così cara a tutti ormai, è l’esempio di come dovrebbe essere realmente una Donna. Quella delicatezza capace di essere sempre se stessa in ogni situazione. L’eleganza semplice che rende ancora più splendente la bellezza.
    In questo racconto, sento vivere già una nuova vita piena di veri e profondi, assoluti sentimenti…attendo il seguito.
    Con la stima e l’affetto di sempre, accettate vi prego tutta la mia stima.

    Giovanna

    La Storia siamo noi

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    • lady Giovanna Orofiorentino

      Grazie per l’interessantissimo apporto che lasciaste presso queste pagine.
      Effettivamente, in Sophie, vedemmo molto alttro ancora.
      I valori morali propugnati, appunto da Sophie, sono princìpi morali (etici) che riteniamo positivi e importanti. Tra questi potremmo annoverare perdono, onestà, libertà, amore, rispetto per la vita e autocontrollo.
      Quei valori che contribuiscono a determinare il nostro comportamento, le nostre priorità, i legami che stringiamo e la guida morale che impartiamo ai nostri figli.
      Grazie per aver letto approfonditamente.
      Abbiate una serena domenica e cordialità.

      La storia siamo noi

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