Una storia 7

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Detestava anche lui dunque questa faccenda dell’eredità, oppure stava cercando di farsela amica proprio con quello scopo in testa? Sophie desiderava solo scappare da lui, farsi riaccompagnare a casa e dimenticare quello che le aveva fatto la prozia Adela, ma lui la teneva saldamente per la mano. Era un uomo di grande forza e dotato di una forte personalità a cui era difficile resistere, Sophie questo lo avvertiva distintamente. Cercando di mettere nella voce un tono scherzoso, lanciò un’occhiata alla grande pendola dorata sopra il camino, che segnava le undici e venti. — Per quel che mi riguarda, signor Randolph sono soltanto le undici e dieci — disse, e alzò gli occhi a guardarlo in faccia.
2La musica cessò e lui scelse proprio quel momento per risponderle con il suo intrigante sorriso, che in passato aveva conquistato molte donne: infatti fece lo stesso effetto devastante su Sophie, che fu assalita da una sensazione sconosciuta e stranissima. “Che cosa mi prende”, si disse, mentre ritornava verso sua madre insieme a lui. “Che stupida sono!”
— Non volete dimostrarmi che avete perdonato la mia goffaggine, venendo a fare una cavalcata con me, un giorno o l’altro? — le chiese lui in quel momento.
— Mi spiace — rispose lei a bassa voce — ma non so cavalcare.
— Oh! — Gli pareva incredibile che una donna non sapesse cavalcare. — Forse mi permetterete di insegnarvelo, allora?
— Io… io ho paura dei cavalli, a meno che non siano ben assicurati tra le stanghe di una carrozza.
Lui si mise a ridere. — Un giro in carrozza, allora?
Sophie chinò la testa in segno di assenso. Quando ebbero raggiunto la signora Sterling, seduta in felice compagnia di altre matrone, lui non aggiunse altro e si limitò a congedarsi da lei con un rapido inchino.
— Hai l’aria un po’ troppo accaldata, tesoro — osservò sua madre. — Devo dire che qui dentro c’è una grande ressa. — E fece cenno a un cameriere di portar loro della limonata.
Per tutto il resto della serata, Sophie si sentì confusa e frastornata. Mentre ballava con altri giovani, di tanto in tanto il suo sguardo andava oltre la pista da ballo per vedere se lui fosse ancora là. Una volta lo vide ballare una polka con Althea: sua sorella lo guardava con gli occhi scintillanti e le labbra dischiuse mentre saltellava nella danza, riuscendo a strappare una risata al suo compagno. Che civetta, pensò Sophie. Non sapeva proprio fare a meno di flirtare. Fino a quella sera non si era mai sentita gelosa di Thea e del suo fascino sfavillante. Dote di cui lei era priva.
George ricondusse la ragazza alla signora Sterling al termine della danza e, dopo avere avuto una risposta affermativa alla sua richiesta di poter far loro visita tra breve, se ne andò in cerca di un posto in cui poter fumare un sigaro in pace. Trovò una piccola stanza che sembrava quasi del tutto occupata da una scrivania piena di libri contabili e, appoggiando la schiena contro questo mobile, tirò fuori un sigaro dall’astuccio e si accinse ad accenderlo. Mentre era intento a questa operazione si sentì chiamare con un appellativo che non sentiva da parecchio tempo.
— Randy! Non ci posso credere… come diavolo sei arrivato fin qui?
— Jack! Mio caro amico, nemmeno io mi sarei mai aspettato di trovarti qui — disse George, e staccandosi dalla scrivania si diresse verso l’altro a braccia tese. — Che diavolo stai facendo in quest’accozzaglia di gente di periferia?
— Sono qui perché conosco bene i Willsher, ma tu? Quando sei tornato?
— Martedì scorso, insieme a uno stallone arabo, due giumente, una gran quantità di bagagli e pochissimi soldi. Credevo che mio padre fosse in punto di morte.
— Oh, mi spiace molto…
— Puoi pure toglierti quell’espressione costernata dalla faccia, amico mio — ribatté George. — È ancora tra noi, vivo e vegeto, e non la smette di scusarsi per esserlo, quel vecchio ipocrita, anche se in realtà se la gode.
— Che modo di parlare del proprio genitore! Sì, grazie, accetterò un sigaro. Ma, parlando seriamente, vuoi dire che non saresti tornato in Inghilterra se avessi saputo che si era ripreso?
George si strinse nelle spalle. — Non lo so. Cominciavo a stancarmi di andarmene in giro per l’Europa e il Nord Africa, in questi due ultimi mesi. Voglio allevare cavalli arabi, e questo mi ha fatto pensare a Plummers. Sarò il primo qui a farlo.
— Non conosco quella razza — fece l’altro accettando il sigaro.
— Non mi stupisce, non sei mai stato un intenditore di cavalli.
— A me basta che siano in grado di portarmi…
— Incompetente! Comunque, forse non sai che la mia prozia Crabtree è morta, lasciando un’enorme fortuna.
— Per Giove, davvero? A te?
— No, maledizione, alla signorina Sophie Sterling.
La faccia amabile e lentigginosa di Jack era una maschera di stupore. — Non ci posso credere! Non sapevo nemmeno che la vecchia fosse spirata. Sai che non frequento ambienti mondani e nemmeno ho l’abitudine di leggere gli annunci mortuari sul giornale. E così ha lasciato il suo denaro alla signorina Sterling. Come mai ha fatto una cosa così strana, ne hai un’idea?
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George gli diede una dettagliata spiegazione. — E così, sfortunatamente, mio padre vuole che io sposi la ragazza. Siamo solo cugini in terzo grado, quindi non ci sono problemi da questo punto di vista. E se posso fidarmi delle3 mie prime impressioni, alla signora Sterling non dispiacerebbe un titolo nobiliare per la figlia e, di conseguenza, anche un facile accesso alla buona società londinese. La conosci tu, per caso?
— Sì, conosco lei e la famiglia, anche se non molto bene. Però sono convinto che tu abbia inquadrato al meglio la signora Sterling. E che cosa ne pensa il dottor Sterling della faccenda? È molto diverso dalla moglie, sai?
— Non ho ancora avuto modo di parlare con lui, anche se l’ha già fatto mio padre, invadente come al solito. Non ho idea di che cosa fare, ma immagino che non ci sia nulla di male nel cercare di conoscere meglio la signorina Sterling. Pensa soltanto a quello che potrei fare con ventimila all’anno, Jack!
— Già, farebbero gola a chiunque! Così adesso sei partito alla conquista della signorina Sophie? Immagino che lo faresti anche se fosse strabica e di pessimo carattere. Ma non lo è, per tua fortuna. È un tipo piuttosto tranquillo, ma tutto sommato è una ragazza molto piacevole e ha più personalità di quanto non si possa sospettare a una conoscenza superficiale.
— Dopo avere fatto un solo ballo con lei mi sono subito accorto che non è certo una persona molle e senza carattere. Mi ha aggredito senza la minima esitazione.
— Oh! — Jack si mise a ridere. — Avete già incrociato le lame? Non è questo il modo di guadagnarti le ventimila d’oro all’anno.
— Hai intenzione di concorrere anche tu?
— Per l’amor del cielo, no di certo. Ma ci saranno altri che lo faranno.
George soffiò una nuvola di fumo. — Be’, devo dire che non mi ha mai fatto tanto piacere incontrare un vecchio amico. Ho cercato di ripescarne un paio, ma non ho avuto fortuna fino a questo momento. C’è qualche possibilità di trovare del vino decente qui?
Senza smettere di ridere, Jack lo ammonì: — Un giorno o l’altro scoprirai di aver esagerato nel guardare tutti così dall’alto in basso. I Willsher sono persone molto a posto. Certo, per me è naturale pensarla in questo modo: vedi, sono fidanzato alla loro figlia, Verity. E per una strana combinazione, Sophie Sterling è la sua migliore amica.
George inarcò le sopracciglia senza fare commenti e si limitò a chiedergli: — E che cosa ne pensano i tuoi di questo fidanzamento?
— Mia madre, che Dio la benedica, si è proprio affezionata alla mia deliziosa Verity. Il mio futuro suocero, anche se non ha una goccia di sangue blu nelle vene, è una persona maledettamente in gamba. Ha dato ottimi consigli su un certo investimento a mio padre, che ci ha guadagnato una bella sommetta. E la cosa gli ha fatto vedere il mio futuro matrimonio sotto una luce favorevole.
— Ci credo. E a quando le nozze?
— Il mese prossimo. Adesso sto ancora lavorando per il ministero degli Esteri. Ho un buon impiego a Whitehall. Vuoi farmi da testimone?
— Con piacere. Ma non l’avevi forse già chiesto a qualcun altro?
— Solo a mio cugino Timothy, che rinuncerà volentieri a questo privilegio per te. Così, se tu mi farai da testimone e Sophie sarà una delle damigelle di Verity, la cosa potrà anche spianarti la strada. Si direbbe che questa è proprio una coincidenza molto fortunata per te.
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George fissò cupo un orribile dipinto che rappresentava un’anatra. Be’, nonostante l’attraente prospettiva delle ventimila sterline d’oro all’anno, non aveva intenzione di fare le cose con troppa precipitazione. È vero che avrebbe potuto fare miracoli con Plummers e i cavalli, ma era comunque un affare che gli ripugnava. Era ancora troppo presto per capire se la ragazza avrebbe potuto piacergli, e lui a lei. E gli Sterling sapevano di quel vecchio scandalo di sei anni prima? Sarebbe stato molto meglio se non fosse venuto a galla. L’orgoglio aveva convinto suo padre a tacere quell’episodio? Comunque non era il tipo di cose che il dottor Sterling avrebbe discusso con la moglie e le figlie. Ma a parte questo, perché mai Sophie avrebbe dovuto accettarlo?
La voce di Jack interruppe il corso dei suoi pensieri. — Randy — lo pregò. — Cerca almeno di essere un po’ amabile. So che se ti ci metti, riesci a esserlo.
Questa preghiera gli strappò un riluttante sorriso. — Credo proprio che tu abbia ragione, ma è una seccatura.
— Sciocchezze. Io ho quasi trent’anni, per cui tu devi averne quasi ventotto. Uno non può continuare a scherzare e correre dietro alle ragazze vita natural durante! Allora verrai al mio matrimonio e mi farai da testimone?
— Non mancherei per nulla al mondo. Come sta il resto della tua famiglia, i tuoi genitori e le tue sorelle?
— Tutti bene. Mary è sposata con un deputato e Helena ha tre figli, ormai, uno all’anno da quando ha sposato John Trumbull, il figlio di Sir Harvey. Io sono l’ultimo a uscire di casa. Febbraio non è il mese migliore per un matrimonio, ma grazie a uno dei tanti regali di nozze del mio futuro suocero, potrò portarmi via la mia sposa in Italia.
Per un attimo George provò una fitta d’invidia per l’entusiasmo con cui Jack parlava del suo matrimonio: evidentemente era molto innamorato di Verity. Un matrimonio di convenienza sarebbe invece stato tutt’altra cosa. Anche se, doveva ammetterlo, la gente si sposava spesso per soldi… e che cosa non sarebbe stato disposto a fare lui per quell’enorme somma che gli avevano sventolato davanti agli occhi? Ma la cosa non gli piaceva. Doveva comunque cercare di conoscere meglio la signorina Sophie, per vedere se c’era almeno una vaga possibilità che si piacessero, senza dover fingere sentimenti più profondi, il che era assolutamente improponibile! Ma lui era partito male. Che diavolo gli era saltato in mente di parlare in quel modo? Che idiota privo di tatto era stato!
4Mentre l’altro era assorto in questi pensieri, Jack lo osservava attentamente, prendendo nota dei mutamenti che erano avvenuti in George da quella volta, sei anni prima, in cui si era recato da lui a Parigi, interrompendo il suo viaggio alla volta di San Pietroburgo. Amareggiato e scontroso, profondamente ferito da quel terribile processo e ancora di più dalla defezione della bellissima Emily Horton, era stato da Jack che si era rifugiato, ed era stato Jack che era riuscito a rimetterlo in sesto in quei primi mesi e a ricondurlo alla ragione. Che strana coincidenza che loro due si fossero ritrovati in questo momento in cui lui si trovava di nuovo davanti a una svolta decisiva nella sua vita!
— Datti tempo, Randy — gli disse alla fine. — Tutto questo ti è piovuto in testa troppo all’improvviso. Ma sono certo che potresti arrivare ad apprezzare Sophie, se ti prendessi la briga di conoscerla meglio.
— Dici? Purtroppo sono partito con il piede sbagliato con lei. — In poche parole gli descrisse il suo primo incontro con la ragazza.
Dall’alto della sua posizione privilegiata, Jack provò un moto di pietà per l’amico rimpiangendo, e non per la prima volta, che l’avvenente Emily avesse mai posato lo sguardo sul giovane George. — E immagino — gli disse piano — che se la cosa va in porto, racconterai a Sophie il tuo passato?
— Buon Dio, no! Perché dovrei? È una storia morta e sepolta.
— Faresti un grosso errore se glielo nascondessi. Stai pur sicuro che ci sarà sempre qualche impiccione che si preoccuperà di metterla al corrente, se pure i suoi genitori non ne sono già informati. Devi essere onesto, Randy.
— Che moralista sei diventato! — ribatté caustico George. — Non mi sembra il caso di rivangare quella vecchia storia.
— Be’, vivere nella menzogna può essere intollerabile. Dovresti saperlo per esperienza.
Gli occhi scuri di George si accesero di una scintilla di rabbia. — Non occorre che me lo ricordi tu! Lawrence Horton era un essere diabolico, possessivo e maligno, e la vita insieme a lui dev’essere stata un inferno per Emily. Lo sapevi che è morta?
— No. Mi spiace, ma forse per te è un bene. Su, cerca di conoscere meglio Sophie. Se ce la metti tutta, potresti convincerla che sei una persona quasi decente.
George fece un risolino. — Ne dubito, dopo questa sera.
A questo punto uscirono dalla stanza e si diressero verso il salone da ballo. Qui George vide il suo amico cercare con lo sguardo la sua fidanzata, la faccia lentigginosa illuminata d’amore. Sarebbe mai successo anche a lui, si chiese George, di guardare mai in questo modo una donna… una donna qualsiasi, per non dire Sophie Sterling?
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30 pensieri su “Una storia 7

  1. Devo dire che sei e rimani molto attinente sia all’opera in se stessa, sia al periodo analizzato, sia al proseguimento “intelligente”.
    I dialoghi sono uno spettacolo (mi viene il dubbio che tu abbia sssistito, veramente, a quel colloquio annotando tutto).

    E’ difficile mantenere questo ritmo, come è difficile, anzi difficilissimo, sostenere tutte le “situazioni” del periodo.
    Ciao

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      • Guarda, per questa volta ti sparo un bel LIKE. Te lo sei meritata e invito tutti, in assenza del Milord, a rifornirtene…
        Io mi chiedo: ma certe ragazzine che si credono pulite e acqua e sapone, ma non vedono come sia un peccato a mettere zizzania quando ci sono persone che, con la loro cultura e affetto danno lezioni a tutti sul comportamento?
        Cos’é, è cieca la piccolotta?
        Mah.
        Adesso la saluto pure io…
        (Non preoccuparti Milord e MS, qua non passa lo straniero!!! 😀 )

        la manu

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    • per la piccola bambina Eleonora Bisi

      Vedo che ha apprezzato, dopo aver giocato con le bambole, il Capitolo di Milord.
      Mi trova d’accordo anche se, stringendo troppo certe volte, ci si fa male.
      Il Milord è “notoriamente” ben “soddisfatto” e a quanto mi è sembrato di capire, ampiamente e felicemente corrisposto.
      Per cui ti invito, piccola, a mantenere un contegno decoroso presso queste pagine.
      Qua tutti e dico tutti, siamo adulti e persone notoriamente serie.
      Che dico serie, serissime.
      Buon pomeriggio

      Lilly

      PS: La inviterei ad andare a votare, ma lei è irrimediabilmente una “minorenne” per cui…
      Spero che, almeno, lei possa essere una buona intenditrice ed aver afferrato al volo.
      Qua serietà!
      Punto

      Loredana Simoncelli

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    • Per la piccola Elenora Bisi

      Ciao cara ragazza,
      ti vedo attenta nelle strettoie…
      A parte che potrebbero essere strettoie che “fanno male”, ti consiglio di andare a strettoiare da un’altra parte.
      Come dice la mia amica Lilly, qua siamo persone culturalmente avanzate e non un asilo nido.
      Abbi rispetto per la coppia principe e scrivi senza disturbare.
      Grazie.
      Ti abbraccio con passione, piccola mia

      Emanuela Rovati

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  2. Un passaggio, il suo A. che è degno di lettura in quanto, leggendo, si comprende esattamente il passaggio ad una qualità superiore.
    Un capitolo soddisfacente e pieno di bellezza.
    La ringrazio..

    Buon pomeriggio

    Amedeo
    (Ho votato tenendo ben presente le sue ragioni esposte, magnificamente, in precedenza con un Suo articolo degnissimo e che mai ho dimenticato)

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  3. Un capitolo che da bellezza, stessa, alla letteratura italiana
    (anche se è ambientato in una Inghilterra di fine secolo).
    Una trasposizione illuminata e piena di realtà socialmente rilevanti.
    La sua, caro dottor Raimondi, è un’analisi “comportamentale” perfetta e sotto molti aspetti, anche, adatta.
    Non ho parole.
    (Se fosse stato per me, la inviterei presso le mie stanze nuovamente a deliziarci dei Suoi punti di vista che, come saprà, mi tengono con il fiato sospeso. Ma la mia paura e timore è che, con l’affrontare, susseguentemente, altre tematiche, lei possa … “alzarsi e andarsene” … come peraltro giustamente fece, un po’ di tempo fa. Come scordarlo?)

    Buon pomeriggio..

    Bruno

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  4. Caro Antonmaria

    Questo romanzo continua a piacermi molto, così tanto da rendermi impaziente l’ attesa del nuovo capitolo non appena letto il corrente.
    Per la mia indole romantica, leggere la ‘scossa emozionale’ di Sophie, così tanto ragazza posata e ragionevole, provocatale dal fascino di George, mi fa sorridere per la tenerezza. Ella è davvero tanto differente da Althea, è insopportabile l’ esuberanza di chi ostenta la propria consapevole bellezza esteriore, che quasi mai collima con la preziosità interiore.
    Confido nell’ affinità dei due giovani, George e Sophie, affinché si interessino a scoprirsi interiormente ed a piacersi su basi che potrebbero garantire il desiderio di stare insieme. Infatti George, pur non disprezzando la convenienza economica conseguente lo sposarsi con Sophie, ne concepisce la realizzazione solo col presupposto di piacersi ed andare d’ accordo,
    Attendo impaziente il secondo incontro che i due giovani hanno ipotizzato.

    George, dopo anni di assenza ed anche per la vicenda giudiziaria che lo coinvolse, è stato dimenticato o è evitato dagli amici di un tempo. Dunque confortante seguire la conversazione tra lui e Jack, l’ unico amico che sembra essergli rimasto tale nonostante il tempo e, soprattutto, nonostante la storia compromettente con una donna sposata che, appunto, gli è costata un processo impiantato dal marito della stessa.
    Anche Jack, pare abbia valori positivi, quale è la Lealtà. Esorta George a parlarne, della vicenda, con Sophie perché ombre, tra Due che progettano una vita Insieme, non dovrebbero essercene. Tanto poi le cose sempre si scoprono, e non è bene che sia da parte di altri. La Fiducia e la Credibilità, basilari in Amore, cederebbero.

    Bella la fine del capitolo con George che, comunque, sente il desiderio di innamorarsi per essere felice al pari di Jack, la cui felicità traspare dallo sguardo nel cercare la propria fidanzata tra gli invitati al ballo. ‘Sarebbe mai successo anche a lui, si chiese George, di guardare mai in questo modo una donna…una donna qualsiasi, per non dire Sophie Sterling?’

    Grazie Antonmaria…leggerVi e poi aspettarVi per il prossimo capitolo, è piacevole delicata Emozione.
    Con Stima e Affetto,

    Maria Silvia

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    • Guardi, non dovrei scriverLe dopo quello che ho letto ieri su di me.
      Ma proprio per dimostrarLe il mio spirito di amicizia non posso non scriverLe che il suo comento, signora, come altre volte ho letto, è veramente bello e approrpiato.
      Molto elegante.
      Per chiuderla qua, le protrei dire tanta e tante cose, ma non lo farò.
      Le posso soltanto esprimerLe che, ieri, ho semplicemente scherzato.
      Ho scherzato con una persona che, praticamente, conosco da sempre e da sempre BONARIAMENTE provocato.

      Io gli dico alcune cose (ridendo certamente) e lui mi risponde per le rime con:
      -Poppante
      – oppure lattante

      Mi creda, tutto si risolve a questo.
      Sono un’amica e vorrei essere trattata in quanto tale.
      Mi dispiacciono i qui pro quo.
      Buon pomeriggio

      Eleonora Bisi

      PS: scrivo soltanto con lei. “Altri”, mi creda, non meritano che io spenda ulteriori parolre.
      Buona serata

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  5. George è il classico inglese di quell’epoca. Dipinto alla perfezione, Milord!
    E la storia si fa sempre più sontuosa. Questo capitolo è un capolavoro, Ninni.
    Sai come rendere attenta una donna. Come mi sarebbe piaciuto essere li. Questa storia è delicata nella forma e nel tratto.
    M’incanta.
    Ciao
    Un applauso.

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