Una storia 9

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Con l’avvicinarsi della primavera, George divenne un visitatore abituale della casa che si affacciava sul parco di Clapham. Era cortese, anche se un po’ distante con la signora Sterling, parlava dei suoi viaggi con il dottore, 2che fu impressionato dalla maturità che queste esperienze gli avevano conferito, e usciva spesso per portare fuori il cane insieme alle due ragazze. A queste ultime propose di chiamarlo cugino George, rivolgendosi a sua volta a loro con lo stesso appellativo. Scherzava con Althea trattandola da sorella in un modo che Sophie trovava eccessivamente confidenziale. Thea naturalmente reagiva rimpiangendo di non essere nei panni di sua sorella.
— È così bello — sospirò una sera. — Come ti invidio, Sophie.
— Perché mai? — fece brusca l’altra. — Non vedi che è solo l’eredità che lo porta qui?
— Sciocchezze! È chiaro che gli piace la nostra famiglia.
— Ne sei sicura? Be’, forse questo vale per il papà. Ma mi ricordo di averlo visto con un’espressione, come dire, un po’ disgustata quando l’altro giorno la mamma insisteva a parlare di presentazioni a Corte e nell’alta società in generale ed era così invadente… No, Thea, la verità è che tollera certe cose per un solo scopo preciso.
Tormentata dalla consapevolezza che se davvero lui avesse chiesto la sua mano l’avrebbe fatto per i motivi sbagliati, Sophie non sapeva davvero che risposta avrebbe potuto dargli.
— Anche se questo fosse vero — insistette Althea, molto più interessata a quell’argomento che non al ricamo che aveva messo da parte — non capisci che matrimonio vantaggioso sarebbe questo per te? E pensa ai benefici che ne potrei trarre io! Per non parlare del fatto che lui ti piace, lo so. Ho visto come sei arrossita quando lui ha ammirato quell’acquarello del giardino che hai dipinto per papà e la mamma gli ha detto che l’hai fatto tu.
Chiedendosi in che modo avrebbe potuto evitare quei rossori così significativi, Sophie si concentrò brevemente su un disegno che stava copiando da un libro di viaggi. Ma le piaceva davvero quell’uomo? Certe volte sapeva essere così chiuso e distante da rasentare la scortesia; era spesso cinico nei suoi commenti su quello che si leggeva sui giornali; c’era una grande arroganza in molti dei suoi discorsi. Certo, lei intravedeva parecchi tratti negativi in lui… ma allora perché, quando entrava in una stanza, le pareva che la sua presenza la riempisse tutta? E come mai quando le stringeva la mano, il solo tocco delle sue dita riusciva a turbarla? E come mai dopo che se n’era andato lei non aspettava altro che di sentirlo suonare di nuovo il campanello alla sua prossima visita? Certo era la sua dote che voleva e se lui l’avesse chiesta in moglie be’, lei avrebbe dovuto rifiutarlo sdegnosamente. Ma ne sarebbe stata capace?
Un giorno però successe qualcosa che glielo fece vedere sotto una nuova luce. Come succedeva spesso, George stava accompagnando lei e Thea a portare Dash a fare la sua solita passeggiata. A qualche centinaio di metri dalla casa c’erano dei campi e un boschetto in cui il cane amava addentrarsi in caccia di odori particolarmente interessanti. In genere era un animale piuttosto obbediente, ma quella mattina inspiegabilmente si allontanò di corsa verso l’altra estremità del campo.
Sophie lo chiamò subito, ma il cane non le obbedì.
— Deve avere visto un coniglio — suggerì George e Thea aggiunse: — Non fa che vedere conigli, in effetti, e spesso se li immagina soltanto.
Ma quando sentirono un improvviso guaito e videro il cane seduto accanto al sentiero che portava nel bosco, si precipitarono là e fu George a inginocchiarsi accanto al cane terrorizzato e ansimante.
— Guardate! — esclamò. — C’era una trappola che si è chiusa sulla sua zampa. Dio come odio questi affari! — Con entrambe le mani aprì i due lati della crudele morsa metallica mentre Sophie, inginocchiata accanto a lui, liberò la zampa della povera bestia.
— Oh, sta sanguinando! — esclamò sua sorella, mentre Sophie osservava che non aveva mai visto una trappola di quel genere prima di allora.
— Qualche maledetto bracconiere, senza dubbio. — George aveva tirato fuori il fazzoletto di tasca e stava fasciando la zampa del cane. — Giuro che non permetterò mai l’uso di questi aggeggi sulla mia terra.
— Questo è terreno di tutti — mormorò Sophie. — Immagino che la trappola sia stata messa qui da qualche poveraccio che voleva nutrire la sua famiglia.
George alzò gli occhi su di lei. — E pensate che questo possa essere considerato una scusante per una cosa del genere?
— No, oh no — fece lei alzandosi in piedi. — Solo che cerco sempre di trovare una ragione per le cose.
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Sophie legò la benda improvvisata e Dash, che se ne era rimasto tranquillo durante l’operazione, emettendo3 solo un piccolo guaito quando il suo salvatore lo prese in braccio.
— Lasciate fare a me — si affrettò a dire Sophie. — Non è la prima volta che lo porto in braccio e potreste sporcarvi di sangue.
Lui le rivolse un rapido sorriso. — Anche voi potreste sporcarvi di sangue il vestito. Per di più è piuttosto pesante. Comunque sembra che si trovi bene con me, non è vero, vecchio mio?
Arrivati a casa Althea disse: — Ci dev’essere una pomata che ha fatto papà, nella stanza dei finimenti. Pensate che…
— Darò un’occhiata. — Quando furono là George mise il cane sul tavolo. Sulle pareti della stanza, che odorava di paglia e di cavalli, erano appese bardature di riserva e altri finimenti. Sophie rimase a osservare George che riempiva una ciotola d’acqua e lavava la ferita, prima di applicare la pomata, mentre Althea correva in casa a cercare una benda. Quell’uomo che dolcemente cercava di calmare il povero Dash e gli bendava con cura la zampa sembrava assomigliare molto poco alla persona che aveva mostrato tanto sarcasmo durante il loro primo incontro. Poi George portò Dash nel suo cestino in biblioteca e il dottor Sterling promise di informare dell’accaduto il poliziotto locale.
— Avete il panciotto sporco di sangue — esclamò Sophie. — Lasciate che ve lo lavi.
— Se ne occuperà il mio domestico quando tornerò a casa — rispose noncurante George.
Durante tutto il pranzo Sophie rimase pensierosa e parlò poco, e quando George se ne fu andato e Thea si sedette sul tappeto a nutrire Dash con dei pezzetti di carne, salì di sopra, nella vecchia nursery dove adesso teneva la sua attrezzatura per dipingere. Ma non aveva voglia di lavorare e se ne stette seduta a guardare i cespugli di alloro. Ripensando a come George era stato attento a toccare Dash per non farlo soffrire, le venne in mente che fin dal principio il cane era parso fidarsi di lui. Evidentemente ci sapeva fare con gli animali. Forse, pensò ironicamente, era solo con la razza umana che non si mostrava nella sua veste migliore. Comunque, come Sophie confidò alla sua amica Verity, quell’episodio glielo aveva mostrato sotto una luce diversa. L’altra si mise a ridere, dicendole che pensava di conoscere già la risposta che Sophie avrebbe dato alla domanda di George Randolph.
— Se mai me la farà — ribatté seria Sophie.
Alla fine di marzo, quando ormai la primavera era nell’aria e i narcisi cominciavano a spuntare dal terreno indurito del giardino, un giorno George arrivò nel suo calesse a due cavalli, dichiarò che era una giornata calda e chiese alla signora Sterling il permesso di portare la cugina Sophie a fare un giro. Le tre donne erano intente a preparare dei pacchi di vestiti smessi da dare ai poveri e la signora Sterling si dichiarò subito entusiasta di quell’idea.
— Copriti bene, Sophie, cerca di non prendere freddo. Forse è meglio che tu porti con te il mio scialle grande di cashmere.
Sophie mormorò qualcosa a proposito di Althea, suggerendo che venisse anche lei, ma nonostante l’evidente desiderio dell’altra di unirsi ai due, la madre si oppose con fermezza. — Stamattina ho bisogno dell’aiuto di tua sorella. E dato che voi siete cugini, potete anche andarvene da soli, mia cara. Inoltre non mi pare che ci sia posto per tre nel calesse, non è vero?
— No — rispose con fermezza George. Si era ripreso dall’umore tetro del suo ritorno a casa, avendo trascorso il più possibile del suo tempo insieme alla piacevole compagnia di Jack e, mentre attraversavano la campagna del Surrey, pensò distrattamente che quando avesse avuto i soldi avrebbe dovuto sostituire i cavalli di suo padre, ai quali non poteva chiedere di trottare più veloci.
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5Dopo avergli indicato la direzione per Brixton Hill, dove si trovava il mulino che costituiva la meta della loro gita, Sophie rimase in silenzio. George fece un paio di tentativi di iniziare una conversazione, ma capì che la ragazza era intimidita dall’occasione, dato che era la prima volta in cui si trovavano soli, il che era esattamente lo scopo che aveva in mente lui proponendo quella passeggiata.
Fu solo quando passarono accanto a una distesa di narcisi selvatici che Sophie si animò inaspettatamente. — Oh, che belli! — esclamò. — Mi piacerebbe dipingere questo paesaggio.
— Troverete paesaggi incantevoli degni del vostro pennello a Plummers — le rispose lui, senza voltare la testa. — È circondato da boschi e prati e c’è anche un grande lago su cui si può andare in barca. I giardini adesso sono molto trascurati, ma potrebbero facilmente tornare a essere quelli che erano sotto una mano competente. Quando mi sono recato là ho visto che ci sarebbe molto da fare, anche se il mio scopo era semplicemente quello di assicurarmi che i miei cavalli fossero in buone mani. Per mia fortuna posso fidarmi di Hedges, il mio stalliere. Vi ho detto che mi sono portato qui tre cavalli arabi?
— Sì, me ne avete parlato.
— E forse anche più di una volta! Li ho trovati che brucavano l’erba fresca nel recinto, ma le stalle hanno bisogno di molte riparazioni e il tetto perde. Ho dato disposizioni perché venga riparato, perché non posso permettere che i miei arabi prendano freddo di notte. E Hedges ha bisogno di un mozzo di stalla che lo aiuti e la stanza dei finimenti è in condizioni vergognose. Sono anni che mio padre trascura quel posto e, anche se non ho potuto fermarmi troppo a lungo e ho dormito presso degli amici che stanno nelle vicinanze, questo mi è bastato per farmi un’idea del lavoro enorme che c’è da fare.
“Ecco che ci risiamo con l’eredità” pensò amaramente Sophie, e si richiuse nel suo mutismo fino a quando non arrivarono al mulino. In quella giornata senza vento le pale erano ferme e il mugnaio non si vedeva da nessuna parte. C’erano solo poche galline che razzolavano nella polvere, in attesa che il vento soffiasse qualche spiga di grano nella loro direzione.
Sophie era convinta che il mugnaio, il signor Jones, non avrebbe avuto obiezioni a che loro entrassero. Era un mulino a torre, alto e costruito in mattoni, e George le aprì la porta per darle poi il braccio durante la salita per i gradini di legno. Una volta dentro, esaminò la ruota, la macina e lo scivolo con grande interesse.
Lei attraversò il locale per guardare fuori della minuscola finestra, che era molto sporca. L’aria odorava intensamente di grano, farina e polvere. Dopo parecchie osservazioni sulla differenza tra questo e i tipi di mulino che aveva visto sul continente, George si chinò tutt’a un tratto verso di lei. Sophie che voltava la schiena alla finestra e non aveva modo di indietreggiare oltre, girò la testa di lato, mormorando: — Se salite in cima alla scala a pioli, cugino George, troverete…
Lui le lanciò un’occhiata divertita. — Temevate che volessi baciarvi? Vi chiedo scusa, ma avevate un enorme ragno che vi camminava sulla spalla sinistra. Ecco. E con un lieve colpo della mano, le spazzò via dalla spalla il colpevole insetto, che cadde a terra e strisciò rapido in cerca di un nascondiglio. Sophie si spostò di colpo, le guance di fuoco. — Oh, se c’è una cosa che odio, sono i ragni, specie quelli grossi.
Lui aveva ancora l’aria molto divertita. — Non vi piacciono gli animali in generale? Non vi vanno i cavalli e i ragni. Che altro?
Quella domanda le strappò un sorriso riluttante. — Mi fraintendete. Non è che mi dispiacciano i cavalli, e sono ben contenta dei due che abbiamo. Solo che non desidero montare in sella a un cavallo. E sono molto affezionata a Dash, come avrete capito dalle nostre passeggiate.
— Sì, è vero. Stavo solo scherzando.
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4Pensando a quanto sembrava più rilassato in quelle ultime settimane, tanto da arrivare a prenderla in giro, Sophie aggiunse a voce bassa: — Mi troverete molto stupida, ma i ragni grossi, quelli con le zampe pelose, che si mettono a correre quando sono snidati, quelli non li sopporto davvero.
Lui le si avvicinò — Avete lo scialle tutto infarinato; permettetemi di dargli una scrollata. — Glielo tolse, e dopo avere spazzato via il grosso della polvere con la mano, lo scrollò energicamente, ma prima di rimetterglielo a posto si soffermò un lungo istante con le mani sulle sue spalle. — Un bacio non è poi una cosa così spaventosa, sapete? Guardatemi, Sophie. — E quando lei alzò gli occhi, George decise in fretta che era quello il momento, che doveva farlo. Anche se in quelle ultime settimane era arrivato alla conclusione che, se pure Sophie non possedeva la bellezza della sorella, era comunque dotata di una grande personalità. Sapeva conversare con garbo e vivacità in qualsiasi compagnia si trovasse e possedeva un innato buon senso, oltre a qualità che si addicevano perfettamente a una moglie: e lui doveva sposarsi, e sposarsi con una donna ricca.
Tirò mentalmente un grande respiro e continuò: — So che prima dovrei parlare con vostro padre, ma volevo risparmiarmi una fatica inutile in caso voi mi rifiutaste. Ma lo farete? Adesso noi due ci conosciamo meglio. Non pensate che potremmo vivere piacevolmente insieme?
Sophie, colta alla sprovvista da questo approccio frontale, rimase senza fiato. I suoi motivi le erano noti da tempo, ormai, ma era stata solo l’eredità a spingerlo a fare quella richiesta? Lei gli era davvero indifferente del tutto?
Alla fine a voce bassa e turbata mormorò: — Non so che cosa dire. Sì, è vero che in questi ultimi tre mesi abbiamo passato dei momenti piacevoli insieme, ma voi non mi amate, non potete amarmi. Non ho mai pensato che…
Lui si mise a passeggiare avanti e indietro in quell’ambiente angusto, diviso tra la tentazione di risponderle con un discorso forbito e convenzionale o cedere al suo desiderio di onestà. — No — ammise alla fine, dandole del tu. — No, non posso fingere di essere innamorato di te, Sophie, proprio come tu non lo sei di me…
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2Turbata, Sophie tenne gli occhi fissi a terra, mentre lui continuava. — La sola cosa che posso dire è che noi due potremo arrivare a volerci ragionevolmente bene, il che può costituire un buon fondamento per un matrimonio. Ma prima che tu mi risponda, credo di dovere essere assolutamente sincero con te. Se non lo sarò ci sarà sempre qualcuno amante dei pettegolezzi che provvederà a informarti. — Vedendo l’espressione improvvisamente allarmata che le si dipingeva sul volto si chiese se Jack non avesse avuto torto nel consigliargli di essere franco con lei. Ma adesso che aveva iniziato non poteva più tacere, per quanto doloroso fosse.
Quella confessione fu uno shock per Sophie; George non era entrato nei dettagli, ma rimaneva il fatto che era stato coinvolto in una storia con un’altra donna, anche se molti anni prima. — E lei è… — cominciò incerta.
— Ho saputo al mio ritorno a casa che è morta uno o due anni fa — la interruppe lui in tono inespressivo. — Quindi questo capitolo è chiuso per sempre. Anche se, ti assicuro, non sarei tornato a cercarla.
Sophie gli posò una mano esitante sul braccio. — Mi spiace molto, deve avervi… averti reso molto infelice.
— A quel tempo sì, ma adesso è tutto passato. Comunque credo che fosse necessario farti capire il motivo della mia lunga assenza. Mio padre e io non abbiamo mai avuto molta facilità di rapporti, anche se mi pare che ora andiamo più d’accordo. So che ti vorrebbe come nuora, e non soltanto per la tua eredità. Ma forse quello che ti ho raccontato ti ha fatto cambiare idea su di me… se mai hai preso in considerazione l’idea di accettarmi. — E abbassò gli occhi su di lei, senza sorridere, ma cercando di leggere nel suo sguardo.
— Non vedo perché questo dovrebbe cambiare alcunché adesso — disse lei scegliendo con cura le parole, per evitare di dire troppo o troppo poco. — Come mi hai fatto notare, è stato tanto tempo fa. Ma io non ho mai detto…
— No, questo è vero. Allora mi vuoi un po’ di bene, Sophie?
Lei fece un tentativo di deviare il discorso coinvolgendo la famiglia: — Ma sì, sì, molto. Tutti noi siamo…
— È te che intendo. Allora, vuoi prendere in considerazione la mia richiesta? Non voglio imbrogliarti dicendoti che sono del tutto indifferente ai soldi della prozia, perché non sarebbe la verità: certo che mi interessano, ne ho un disperato bisogno, ma tu e io siamo legati da vincoli familiari e se ci sposeremo potremo farne buon uso e provvedere adeguatamente ai futuri Randolph. — Sophie guardò fuori dalla finestra, senza rispondere subito. — Ebbene? — le chiese lui in tono piuttosto brusco.
Le guance color porpora, lei rifiutava ostinatamente di guardarlo negli occhi. Finalmente rispose: — Credo, signore… cugino George, che tu debba chiederlo a mio padre.
— Andiamo, su — fece lui tutt’a un tratto impaziente. — Tu non sei certo Althea. Da lei sì che potrei avere una risposta così reticente. Ma da te pensavo di potermi aspettare la stessa franchezza che ho usato io nei tuoi confronti.
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2Com’era difficile dargli una risposta sensata, quella che sua madre suggeriva di dare a tutti i corteggiatori importuni. E non si doveva mai mostrare sentimenti: quelli non potevano che nascere in seguito, dopo il matrimonio, ma nello stesso tempo lei provava una sensazione completamente sconosciuta che urlava dentro di lei: “Sì, sì, ti sposerei anche domani stesso, ti accetterei a qualsiasi condizione…” e il pensiero le faceva paura. Alla fine si costrinse a parlare. — Grazie, sono cosciente del senso della tua offerta e alla luce di quello che mi dici…
— Sophie! Tremenda ragazza che sei, allora è sì o no?
Improvvisamente entrambi scoppiarono a ridere, il che alleggerì la tensione. — Allora deve essere sì.
Ignorando l’espressione soddisfatta che era subito comparsa sulla faccia di George, lei precisò in fretta: — Tu mi piaci molto e credo che mi piacerebbe aiutarti a risistemare Plummers. Anche se non l’ho mai visto, ne ho sentito molto parlare da papà.
— Sono contento — replicò lui con semplicità. — E adesso penso proprio che sia ora di baciarci, non ti pare?
Le loro labbra si sfiorarono appena, ma quel contatto provocò un tremito in tutto il corpo di Sophie, che non era mai stata baciata. Le parve perfetto: così doveva essere un bacio.
Poi lui la scostò da sé. — Adesso parlerò a tuo padre. Che risposta mi darà, secondo te?
— Vuole solo la mia felicità e…. e io gli dirò che quella la posso affidare a te, cugino George. — Aveva una luce nuova negli occhi e il suo volto illuminato di felicità brillava di un’inaspettata bellezza.
George fu preso da un senso di apprensione, ma almeno era stato sincero con lei, seguendo il consiglio di Jack. E con sua sorpresa, provava una grande soddisfazione nel sapere di avere agito correttamente. Emily apparteneva al passato. Il futuro si stendeva luminoso davanti a lui e il suo cattivo umore del dicembre scorso era svanito. Plummers avrebbe compiuto il miracolo con la sua magia e sicuramente loro due avrebbero imparato a conoscersi bene e avrebbero fatto molte cose insieme.
— Farò di tutto per renderti felice — le disse, e prendendola per mano la portò fuori dal polveroso mulino nella luce splendente di quella giornata primaverile.
Quanto a Sophie, il mondo non le era mai parso tanto bello.
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51 pensieri su “Una storia 9

  1. Un Capitolo pieno di romanzo e romanticismo.
    i primi sfioramenti e la delicatezza con cui ciu descrivi i “rossori” della giovane Sophie.
    Un grande scrittore.
    Grazie Ninni
    Un abbraccio ovunque tu sia…

    Francesco

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  2. Quando l’amore, quello bello colpisce tramite le frecce di Cupido.
    Hai saputo raccontarlo con quella delicatezza che, un cronista dell’amore, poteva raccontare.
    Oggi, giornata speciale e piena di risorse, ti vede in prima linea. Quel tuo pezzo di ieri, questo mirabile capitolo oggi…
    Sei un grande Ninni. Non riuscirei a tenere i tuoi ritmi neanche se mi pagassi oro.

    OT
    PS: Ieri ho inserito (intutto il contesto) quello che mi avevi inviato e che ti mando nel diario di oggi.
    Ciao e grazie

    Buona giornata
    Glg

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  3. Ecco che leggo di una puntata coinvolgente. Mi piace il sentimento raccontato e la partecipazione.
    Sento, fortemente, il sentimento in tutto quello che.scrivi.
    Tutto quello che ci regali.
    E sono bei regali.
    Buona giornata

    Eleonora

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  4. Ecco la dolcezza.
    Non poteva essere che così.
    In tutta questa storia, l’ingresso del primo incontro 8d’amore) tra George e Sophie, non poteva essere che così. Rispetto e verità per le cose che balzano agli occhi e che si pongono con tutta la forza e la belezza della storia.
    George, in uno spirito di pulizia mentale (affascinante moltissimo) si pone, con moltissima onestà, in una situazione di dignitosa chiarezza.
    Quella che mi ha incantata è Sophie… Una ragazza dai buoni principi e sentimenti.
    Una ragazza che colpisce per la sua bellezza che ce la fa apparire bellissima.
    I tuoi personaggi, Milord, stanno vivendo di vita propria.
    una vita che è amore e pulizia.
    Una vita che incanta per dolcezza.
    Questo romanzo è bellissimo, vivo, umano e soprattutto unica.

    Grazie di cuore.
    Grazie sul serio.
    Buongiorno a tutte e a tutti.
    Abbiate unaserena giornata di amore e affetto.
    Un capitolo ottimo.

    Giorgia

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  5. Ottima l’ambiantazione. Una storia semplice e complessa.
    Una scenografia approrpriata.
    Il Suo più grande pregio è quelo di avermi fatto scrivere qui, oggi.
    E non è poco.
    Trascorra con serenità questa giornata.

    Vittorio

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    • Seamur

      la scenografia, il soggetto sono stati il nostro pensiero più impegnativo.§
      Il periodo in esame fu molto controverso.
      usanze nuove e obsolete.
      Un mondo che ne escludeva un altro.
      Grazie per l’espressione gentile.
      Buon pomeriggio

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  6. Una storia appassionante.
    Notevole sono le pennellate con cui sta dipingendo questa tela piena di chiaro/ scuri e di colori delicati.
    Splendidi i due personaggi George e Sophie.
    L’emblema di come dovrebbe essere l’amore.
    Un sentimento e una grandezza d’anom non comuni.
    Buongiorno e grazie per queste splendide righe

    Amedeo

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  7. Mi piacerebbe conoscere chi vi ha ispirato questa storia.
    Intendo dire: Immagino che George siate voi, o almeno così mi è sembrato.
    Un pezzo di vita, passata, che torna con gioia e felicità sull’onda della vita familiare con le vittorie e le sue miserie.
    Non è poi tanto cambiato il mondo da allora.
    Vero?
    Bacio milord

    🙂

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  8. Bella puntata.
    Affascinanti i personaggi. Sophie mi è simpatica. Poveretta combattuta dentro un mondo che non conosceva.
    Mi prendi per i capelli (ma perché che son andata dal parrucchiere proprio ieri?? 😦 ).
    Ciao🙂

    lamanudivertita

    Buona giornata

    😀

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  9. Mi ha incantata fin dalle sue prime battute.
    Una lirica e un romanticismo che ti spiazzano. Bella storia.
    george è fatto per Sophie, altro che eredità di mezzo.
    Lo si vede lontano un miglio che sono due anime gemelle. Alti valori, grande dignità e onestà li elevano, comunque, sopra a tutto.
    Ciao Milord..

    Giovanna

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  10. Ho dovuto leggere tutti i capitoli precedenti per leggere questo.
    Convengo che il capitolo n.5 è ottimo sotto molti aspetti.
    Questo, mi perdoni Lord Ninni, è semplicemente magnifico. Una bellezza che è impressuionante per la passione, per l’amore e per il romanticismo che racchiude.
    La figura di george, poi è magnifica. Un uomo con valori e ideali che non sono disprezzabili. Mi piacciono questi intendimenti… Anche Sophie è una donna che dimostra dei principi profondi, anche se io, personalmente, mi sarei comportata un po’ diversamente. Forse io avrei accettato, immediatamente, le avances di George,
    Pulizia, educazione, rispettabilità non si escludono, anzi…
    Avrei visto, immediatamente, di che pasta era fatto…
    Ma mi piace moltissimo Sophie.

    Lei ha una scrittura bella, pulita e lineare.
    Una scrittura che regala soddisfazioni nella lettura.
    Mi creda, in altri tempi, non sarei rimasta tutto questo tempo a leggere.
    Le auguro una buona giornata e lascio un salut ai suoi splendidi lettori.
    Buona girnata

    Laura

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  11. Caro Antonmaria

    Questo, sarà un altro capitolo che mi rimarrà nella memoria e nel cuore per il piacere provato nel leggerlo e rileggerlo.
    Sono una romantica e Voi sapete far percepire esattamente, col Vostro talento che è Meraviglia, ogni particolarità degli stati d’ animo e dei sentimenti; in questo caso di Sophie e George.
    Siete così tanto minuziosamente particolareggiato nell’ esprimere situazioni e ambientazioni, che pare esserci dentro.
    Adoro Sophie! Con la sua ritrosia, con i suoi pensieri (vorrebbe che il suo Sentimento, nato da un istinto spassionato del suo cuore, fosse ricambiato altrettanto spassionatamente. Invece c’ è di mezzo la dote della sua eredità), con la sua sincerità, con la sua Dignità. Una vera perla di giovane donna.
    Mi ripugnano, invece, madre e sorella che indelicatamente le parlano di convenienze ed opportunità che potrebbero derivare dal matrimonio con George per se stessa e per i familiari. Lei aspirerebbe solo all’ Amore, cosa è più Bellezza di ciò?! E, Voi Antonmaria, descrivete ben efficacemente le sue emozioni…
    ‘…ma allora perché, quando entrava in una stanza, le pareva che la sua presenza la riempisse tutta? E come mai quando le stringeva la mano, il solo tocco delle sue dita riusciva a turbarla? E come mai dopo che se n’ era andato lei non aspettava altro che di sentirlo suonare di nuovo il campanello alla sua prossima visita?…’

    È meraviglioso questo passo del romanzo che rivela meglio George. Dietro gli apparenti cinismo e arroganza (sicuramente dovuti a particolari esperienze, già vissute nonostante la giovane età), c’ è una bella sensibilità dimostrata non solo nel soccorso al cane infortunato, ma, particolarmente, nel comportarsi nel primo approccio affettuoso con Sophie.
    Da subito, del giovane, ho apprezzato sincerità ed immediatezza. Dunque, visto le doti valoriali importanti ed il comportamento dignitoso di Sophie, che si possa costruire un buon rapporto è verosimilmente probabile.

    A questo punto, sappiate Antonmaria, che la mia impazienza per conoscere il seguito è davvero tanta.
    Grazie…detto con Stima, Affetto e Devozione.

    Maria Silvia

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  12. Donna Maria Silvia

    Trasmettiamo quello che il cuore regala nella forma e nella sostanza in cui lo si percepisce.
    In silenzio, durante le uniche parole che la fierezza regala, nutriamo la speranza che i desideri possano realizzarsi.
    Quella speranza è ben serbata fra le mani di Sophie e George, in ogni caso, è viva in ognuno di noi.
    Nella dolcezza della parola, nella semplicità di uno sguardo, nella forza di un sentimento.
    Lo studio della persona, inserita nel proprio contesto, ci interessò per lunghissimo tempo.
    Il sentimento, quando tale, riveste la caratteristica di offrire bellezza e pulizia qualsiasi cosa possa rappresentare.
    Se riveste la bellezza di servire il cuore, allora diventa impellenza.

    Grazie per il passaggio mia signora.
    Cordialità

    Antonmaria

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  13. Il capitolo invoglia a leggere e leggere.
    Ho il rammarico per non averla seguita in questi giorni, ma mi sto riprendendo.
    Effettivamente ho impiegato un po’ per riallinearmi ma, adesso, sono in pari.
    le figure di George e di Sophie sono figure importanti. Sono quelle figure imprtanti che avremmo voluto costellassero le nostre vite.
    Sanità di pensiero e correttezza morale.
    Purtroppo la cattiveria umana è sempre dietro l’angolo e si deve vigilare.

    La ringrazio, dottor Raimondi, per queste pagine dense di cultura e insegnamenti.
    La seguo certamente.
    Buona giornata

    Furio

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  14. Di questo capitolo ho apprezzato soprattutto il Batticuore che ti coglie ad ogni parola, come se fossi lì ad ascoltare in silenzio, magari dietro ad un tendaggio pesante; quella meravigliosa conversazione con tanto di dichiarazione finale che poi tanto dichiarazione non sembra, ma che invece sottende a tante parole non dette, a tanto sentimento timidamente celato fra i dialoghi così ben contenuti. Mai un lasciarsi andare ai pensieri del cuore …
    … che pure bussano insistentemente alla porta della parola di entrambi … come se una voglia impellente di gridare Si! al cuore e al desiderio fosse però impossibile da rendere visibile all’altro. C’é una tensione nel sentimento nascosto che anima Sophie e George che accende i pensieri di chi legge e rende coinvolgente ogni passaggio e ogni sfumatura della vicenda.

    E la Vostra scrittura Milord: pulita; fluida ed evocativa, rende ogni passaggio davvero Emozionante.

    I Miei Rispetti
    Ni’Ghail

    Slàn

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  15. Laura Ricci

    Non le consento di usare certi toni qua dentro. Né con me, né con nessuno, anche se si dovesse trattare di un congiuntoo, fidanzate o affini.
    Per cortesia, la mia ben nota educazione mi impone questo comunicato che le inoltro:

    Faccia ammenda pubblica chiedendo perdono per la sua arroganza mentale e fattiva a:

    – Maria Silvia, alla cui presenza culturale tengo particolarmente,
    – A me, che ho tollerato abbastanza
    -a tutti i lettori che fino adesso hanno e l’hanno letta.

    Esaustivato tutto ciò le consentirò la lettura e l’interazione.
    Ad inverso, la bannerò, cancellandola dal server non consentendole mai più (mi creda, posso farlo) di scrivere presso questo spazio web qualsiasi identità possa assumere.
    Spero abbia compreso.
    Questo avviso rimarrà esposto per la durata di 15 minuti (so esattamente che lei, in questo momento, è sul sito).

    La invito a rispondere comunque!
    Buonasera

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