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Cheyenne
I Cheyenne sono una popolazione indiana dell’area delle Grandi Pianure, situate nell’America Settentrionale. La Nazione Cheyenne si compone di due tribù unite, quella dei Só’taa’e (conosciuti come Sutai) e dei Tsé-tsêhéstâhese (al singolare: Tsêhéstáno; conosciuti come Tsitsistas). La popolazione totale, composta di 6.591 individui, si trova oggi nei 2 stati federali statunitensi dell’Oklahoma e del Montana. I Cheyenne sono parte del grande guppo linguistico nordamericano degli algonchini, assieme con le tribù degli Abenachi, Piedi Neri, Mohegan, Mohicani, Cree, Fox, Arapaho, Kickapoo, Lenape (o Delaware), Passamaquoddy, Miami, Micmac, Narragansett, Ojibway, Ottawa, Pequot, Potawatomi e Shawnee. Sulla origine del loro nome, vi sono varie interpretazioni, tra le quali, quella più accreditata presso gli etnologi è di “piccoli rossi-parlanti”, oppure altri ritengono che Cheyenne derivi dalla parola francese “chien” (cane).un’altra versione dice che il significato del termine cheyenne sia ” il popolo degli uomini” come loro si riferivano a se stessi. Nonostante le tribù di indiani Sioux e dei Cheyenne non parlassero la stessa lingua erano amici da sempre avendo in comune parecchi aspetti culturali, storici e provenendo entrambi dalla regione dei Grandi Laghi che avevano lasciato parecchio tempo addietro per diventare guerrieri e cacciatori nelle Grandi Praterie. Il nome ai Cheyenne lo diedero proprio i Sioux che li chiamavano “Shahi-ye-na” ovvero “popolo dalla lingua straniera” anche se non esistevano problemi di comprensione infatti per capirsi bastava il linguaggio dei segni una specie di lingua che usava la mimica usata da tutte le tribù degli indiani delle praterie.
Per quanto li riguardava i Cheyenne preferivano chiamarsi ‘Tsis-Tis-Tas” che significa “Popolo Magnifico”. Un mercante francese dei XIX secolo, in affari con loro, diceva che i Cheyenne erano il popolo più indipendente e felice di tutte le tribù a est delle Montagne Rocciose. Le tribù delle grandi pianure spesso avevano delle “società dei guerrieri” divise per specializzazione un pò come le forze speciali dei vari Paesi del mondo. Tra di essi vi erano i “Soldati dei Cane”, i “Soldati della Corda d’Arco”, i “Soldati delle Lance Ricurve” e altre ancora che svolgevano un servizio di polizia armata all’interno dei villaggi e garantivano la difesa nei momenti di pericolo. C’era anche un gruppo dei tutto particolare, quello della “Società dei Contrari” nella quale entravano individui invasati da forze soprannaturali che avevano deciso di vivere capovolgendo le normali consuetudini della vita quotidiana: si lavavano con la sabbia e si asciugavano con l’acqua, dicevano sì se volevano dire no, cavalcavano con il volto verso la coda del cavallo, impugnavano l’arco con la freccia puntata contro se stessi. Essere un Contrario era considerato un onore anche perché per gli indiani i matti e le persone bizzarre erano in diretto contatto con la divinità e venivano rispettati come tali non provando nemmeno ad avvicinarsi per paura di non essere abbastanza puri da poterlo fare senza far adirare gli spiriti, in ogni caso non lo si diventava che per un certo periodo di tempo. I Cheyenne furono al centro degli episodi più drammatici delle guerre indiane come accadde per il massacro di Sand Creek, la strage dei Washita, l’eccidio di Summit Spring, la battaglia di Littie Big Horn.
Nonostante questo la tribù degli indiani Cheyenne non avevano accettato di partecipare alla battaglia nel 1862 scatenata dai Santee del Minnesota perché fino a quel momento non c’erano stati che piccoli scrontri tra questa tribù e i bianchi e solo per via dell’attraversamento della diligenza sui loro territori ma poiché lo spazio era per tutti molto esteso non esisteva ragione per scendere in guerra, infatti addirittura il Presidente Lincoln consegnò nelle mani di capo Caldaia Nera la bandiera americana dicendo la frase:”Se vi manterrete in pace alla sua ombra nessuno vi farà del male”. Ma l’uomo bianco non ha mai mantenuto la parola con gli indiani nativi americani e quindi per via di pochi scalmanati appartenenti ad entrambe le fazioni, il colonnello Chivington che non aveva scrupoli creò l’incidente perfetto anche per fare carriera in campo politico, facendo strage sia degli indiani amici che di quelli sbandati, grazie all’impiego di 800 uomini ai suoi ordini. Il 29 novembre del 1864 raggiunse l’accampamento di Caldaia Nera e scaglio i soldati in quella che (purtroppo non fu l’unico episodio vergognoso dell’esercito americano) passò per essere come una carneficina dove si squoiarono i poveri nativi e si preseso i loro scalpi. Vennero uccisi più di 300 indiani della tribù dei Cherokee, donne, vecchi e bambini, solo 75 di loro erano guerrieri. Ben presto quell’infamia si sarebbe rivelata la miccia che diede il via a un gigantesco incendio che avrebbe divampato a lungo infatti nemmeno dopo un mese dall’accaduto tutte le tribù dell’Ovest si unirono alla tribù degli indiani Cheyenne che chiedevano vendetta. Iniziò quindi una guerra dalle fasi alterne, con trattati infranti e battaglie vinte e perse da ambo le parti. Nel 1868, il generale Sherman scrisse al segretario alla guerra Edwin Stanton: “Se permetteremo anche a solo 50 indiani di rimanere tra il Platte e l’Arkansas, dovremo proteggere ogni cantoniera, ogni treno, ogni gruppo di persone. In altre parole, 50 indiani ostili possono immobilizzare 3000 soldati. Meglio buttarli fuori al più presto possibile e non fa molta differenza se ciò avverrà mediante l’imbroglio e uccidendoli.”
Il 23 novembre dello stesso anno, al colonnello Custer venne ordinato di mettersi in marcia con il settantesimo Cavalleria dove la consegna era: scovare gli indiani e distruggerli. Custer li trovò nele vicinanze del fiume Washita dove era accampata una grossa banda di Cheyenne meridionali. Ancora una volta si trattava di gente pacifica avevano addirittura inviato una delegazione a Fort Cobb per convincere i militari a escludere il loro campo dagli obiettivi da colpire. All’alba dei 27 novembre, il settantesimo Cavalleria attaccò da ogni lato massacrando tutti lasciando solo alcuni pellerossa molti dei quali donne e bambini. Quindi prima di riconoscere come “eroi” quegli esaltati dell’esercito americano del Farwest meglio pensarci poiché si trattava spesso solo di assassini senza arte nè parte che agivano come veri e propri razzisti e le cose non sono cambiate poi molto oggigiorno.
Cordialità
Cordialità
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Tutto terribilmente vero!
Una ferita ancora aperta…
Grazie per aver scritto!
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EmanuelaRL
Si, avete ben detto: tutto terribilmente vero.
Grazie per aver commentato
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Anche da
me!
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Torno dopo.
Ho dato uno sguardo e mi è piaciuto.
So, milord, quanto ci tenete agli indiani d’america.
Buon pomeriggio
Annelise
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Annelise Baum
Febbraio è la data della memoria per ricordarsi delle atrocità e dello sterminio che i bianchi invasori fecero nelle culture dei nativi americani.
Era il 1 febbraio 1876 quando Il Ministro degli Interni degli Stati Uniti d’America dichiarava guerra ai Sioux “ostili”, quelli cioè che non avevano accettato di trasferirsi nelle riserve, dopo che era stato scoperto l’oro nelle Black Hills, il cuore del territorio Lakota.
La causa della guerra fu proprio il rifiuto di trasferimento nelle riserve da parte degli indiani ordinato dagli Interni degli Stati Uniti d’America.
Grazie a voi per per scritto
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Perché l’uomo bianco sottovalutò la forza del legame tra gli indiani e la loro terra e non comprese, né si sforzò di farlo, quanto fossero radicate in loro tradizioni e religione.
Chi ha reso giustizia alla memoria dei nativi?
Di certo nessuna letteratura o cnsiderazione.
Le cause di una tragedia di così ampie dimensioni sono molteplici, ma la principale fu la sete di potere e la bramosia di ricchezza degli europei sbarcati in America, si parla di persone che erano per lo più avventurieri senza scrupoli e che con tutti i mezzi cercarono di far fortune a scapito degli indigeni che invece non avevano la minima idea di cosa gli stava accadendo.
È solo dal 1600 che si colgono i segni di una vera e propria aggressione.
100 milioni di morti non trovano nessuna giustificazione di ineluttabilità dei tempi.
Grazie Milord per queste pagine che, tra di noi purtroppo, rendono giustizia a questo popolo umilato e distrutto.
Grazie davvero
Annelise
(avec D. et L.)
Cannes 3/8
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Il governo americano ha chiesto ufficialmente scusa a tutti i superstiti nativi d’ america per il genocidio le deportazioni di massa e lo stermino compiuto fino al 1930 in tutto il territorio ” americano”.
Il governo ha usato proprio queste parole.
Ciononostante il governo Trump ha tagliato drasticamente i fondi previsti per le riserve che già versano in gravissime condizioni igenico sanitarie peraltro la questione razzista a cui pure fa riferimento il mea culpa americano continua a persistere.
Grazie milord e ai vostri pezzi che ci illuminano un po’ di più
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Spillo
Era l’inizio del massacro degli indiani d’America che culminerà con l’eccidio di Wounded Knee il 29 dicembre 1890, ricordato grazie a canzoni, libri e film.
La tribù di Miniconjou guidata da Piede Grosso, appresa la notizia dell’assassinio di Toro Seduto, partì dall’accampamento sul torrente Cherry, sperando nella protezione di Nuvola Rossa.
Il 28 dicembre furono intercettati dal Settimo Reggimento, che aveva il compito di guidarli in un accampamento sul Wounded Knee: 120 uomini e 230 tra donne e bambini furono condotti sulla riva del torrente, accerchiati e trucidati.
Grazie per aver scritto
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Ecco uno dei tuoi temi preferiti, Milord.
Mi sono sempre chiesta..: ma come si fa a dimenticare un genocidio così Grave?
Dagli states, poi che hanno la pretesa di essere “umani” arrogandosi il diritto di insegnare la pace quando,proprio loro sono i primi assassini?
Hai reso ampio spazio con quella dovizia che ci è nota.
Ci sono mille e mille spunti di riflessione.
Grazie Milord.
Buona serata
Babi
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Babi
I Sioux sono oggi la principale tribù degli Stati Uniti, con 25.000 membri.
Ora vivono in riserve nei loro antichi territori.
Grazie per aver scritto
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Grazie Milorderrimo dal fascino che prende il cuore.
Analisi profonda la tua che fa sperare in un mondo migliore.
Ciao
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Perchè secondo voi la pulizia etnica degli indiani d’ america non ha avuto la stessa risonanza dello sterminio degli ebrei ?
Grazie Ninni buona serata
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Gianluigi Top
Continuare a raccontare la loro storia è un modo per non dimenticare di cosa è stato capace l’uomo nel corso della storia e fare in modo che episodi simili non si ripetano.
Grazie per aver scritto
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Perchè non ha scandalizzato mai nessuno ?,
Perchè continiuamo a considerare gli americani portatori di democrazia e di libertà quando in casa loro gli indiani d’ america sono trattati come dei reclusi vittima di discriminazioni razziali e confinati nelle riserve ?
Riserve tsè, manco fossero bestie.
Grazie Milord, qua ne avremo da parlare
Buona serata a voi
Eleonora
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Eleonora Bisi
Prima dell’arrivo dell’uomo bianco, l’America del Nord era in una situazione ecologica equilibrata. In pochi secoli le immense foreste all’est del Mississippi sono state distrutte, vallate e colline dissodate.
Crediamo di aver spiegato, dunque, con un’immagine scritta, il perché nessuno si scandalizzi.
Chi dovrebbe scandalizzarsi se gli attuali fruitori furono i primi saccheggiatori di tutto?
Grazie per aver scritto
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Con quale cecità possiamo accettare l’ idea che un paese che ha un conflitto interno cosi’ evidente di usurpatori prepotenti e arroganti saccheggiatori si professi come modello di civiltà ?
Grazie a voi supremissimo milordissimo
🙂
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Giorgia Mattei
L’indiano d’America, desiderando poche cose, lavorava solo in funzione di esse.
La sua società non era basata, come pensava la maggioranza dei bianchi, su un’economia di sussistenza, ossessionata dalla scarsezza.
Grazie per aver scritto
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E’ da tempo che mi ribolle dentro questa ansia di giustizia.
Potrà mai rinascere la fierezza di un popolo disintegrato sotto gli occhi distratti di tutti ?
E’ vero i conquistatori spagnoli sono stati i primi, ma eravamo in un epoca in cui il concetto di giustizia non era ancora nato.
Lo sterminio degli indiani è avvenuto nello stesso tempo in cui, nel resto del mondo, si fondavano i diritti fondamentali dell’ individuo.
Grazie, caro Raimondi, per essere sempre così impegnato socialmente anche dove, la memoria, difetta.
Bruno
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PickWick
Prima dell’uomo bianco la selvaggina era abbondante, l’indiano ne uccideva abbastanza per soddisfare i suoi bisogni alimentari e di vestiario.
Quando la terra veniva sfruttata dalle donne indiane, bastava spostarsi per trovare un altro suolo fertile’.
Nella società bianca alcuni erano ricchi altri poveri, il negro ridotto in schiavitù e l’uomo rosso non esisteva. Presso gli indiani nessuno lavorava a servizio di qualcun altro; quando un bianco sposava una squaw poteva partecipare al Consiglio della tribù e vivere con essa come ogni altro indiano.
Mentre i bianchi deridevano i suoi costumi e la sua religione, l’indiano accoglieva missionari e ne rispettava il credo.
Mentre nessun indiano scappava dalla tribù per rifugiarsi dal bianco, questi andava spesso a convivere con lui. I bianchi erano comandati da un solo uomo che tutti temevano.
Vi ringraziammo per il vostro intervento
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Appena “staccato” e sono passato da qua, caro Ninni Milord e bello a scoprisri, ecco un tuo pezzo che, come una violenta sassata, inizia a scuotere gli animi.
Me l gusterò tutta.
Intanto, per gradire, beccati le mie congratulazioni anche per il pezzo di oggi (su Logos).
Un argomento che, come è tuo costume, inizia a “bollire”.
Ciao
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Veni Vici Vintrix
Vi ringraziammo per il vostro interessamento.
Grazie per aver scritto
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Un po’ troppo tardi il governo americano ci poteva pensare prima.
Il numero di vittime, anche se i propositi erano diversi,sempre stermini di massa sono stati
Olocausto su olcausto
Tornerò grazie e buona sera
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Eliana
L’indiano d’America invece seguiva il suo capo perché era un eccellente cacciatore e un uomo generoso, ma in caso di gravi problemi si riuniva il Consiglio della tribù e tutti potevano intervenire.
Ditemi, dunque, perché sterminarli?
Grazie per aver scritto
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Perchè gli ebrei hanno ricevuto da tutto il mondo appoggio e sostegno anche nel crearsi un loro stato indipendente mentre gli indiani sono stati relegati nel mondo dei fumetti di zagor ?.
Non crediamo che ci voglia la stessa cattiveria e spietatezza a perseguitare gli indiani d’ america o gli ebrei?
Le due cose sono avvenute a pochi anni di distanza, .la tragedia dei nativi americani è ancora oggi in atto.
Perchè due pesi e due misure…
Grazie per il suo pezzo, caro dott. Raimondi.
Brillante e d esaustivo
VF
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Seamur
Mai l’indiano s’imponeva agli altri con la forza o la violenza.
L’indiano d’America assisteva alla crescita di una società e non aveva nessuna voglia di unirvisi, mentre i bianchi volevano forzarlo ad adottare il loro costume di vita, a diventare sedentario e a lavorare.
Grazie a voi per aver scritto
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La persecuzione degli indiani desta meno sgomento perché esiste un meccanismo ben radicato che ha fatto, e fa, apparire gli americani come salvatori, sempre e comunque.
Un bel gioco di lavaggio del cervello che passa attraverso tutto, televisione, cinema, informazione, politica, messaggi che provengono da tutte le parti…bombardati da un falsa democrazia che cela in realtà una vera e propria dittatura.
Il punto fondamentale è che i nazisti non hanno mascherato il sangue versato con fandonie o scuse in nome di una falsa democrazia, gli americani invece lo fanno da sempre.
Ecco perché i nazisti sono cattivi e i gli americani “buoni”, i nazisti hanno detto la loro verità delirante gli americani hanno raccontato bugie.
E purtroppo la gente crede alle balle.
Gli americani mascherano la violenza cercando di far passare genocidi e guerre come gli unici mezzi per liberare, per salvare da oppressioni, per portare democrazia, enormità di cui si sono sempre riempiti la bocca per “stupire” la gente.
Peccato che anche in Italia molti hanno creduto che la guerra sia stata necessaria per combattere il terrorismo, per liberare una popolazione dalla dittatura!
(Non saprei dire se quella di Saddam era più dittatura di quella che gli americani abilmente, da sempre, dipingono come democrazia).
Peccato che non si sono resi conto che chi realmente stava generando violenza era chi illudeva di poter salvare… è un gioco subdolo:
I cattivi pagano gli stupidi per fare i cattivi in modo tale che i cattivi diventano buoni e salvatori.
Sempre.
La ringrazio per la schiettezza del suo articolo e la bontà dell’esposizione.
Abbia una serena serata.
Amedeo
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Amedeo d’A.
Gli europei si sono comportati in Africa e in Asia esattamente come in America.
Hanno provocato il crollo e la scomparsa di numerose civiltà che ognuna a suo modo possedeva un equilibrio da essi disprezzato, convinti come erano della superiorità della loro civilizzazione.
Già da molti secoli l’occidente tende a distruggere nel mondo le radici stesse del pluralismo’.
Per gli occidentali ogni società è tenuta a muoversi a tappe, per raggiungere la via del progresso e della civilizzazione di cui l’Europa e poi gli Stati Uniti incarnano il modello migliore.
Vale a dire una società basata sul consumo, che porta allo sperpero più sfrenato delle risorse naturali.
Per convenzione, con il nome di Guerre Indiane vengono indicate tutte le campagne militari volte a garantire l’espansione della sovranità americana sui territori del West.
Lungo tutto il periodo che va dal 1860, anno della caduta della frontiera occidentale al dicembre 1890, il giorno del massacro di Wounded Knee si susseguirono numerose deportazioni, scontri e massacri che portarono, con pesanti perdite in termini di vite umane,
Una vigliacca sottomissione completa alla sovranità statunitense delle tribù dei nativi.
Grazie a voi, Don Amedeo, per gli interessantissimi interventi qualificanti di questo modesto blog.
Abbiate le nostre cordialità
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Nel 1868 i Cheyenne di Pentola Nera, che era sopravvissuto a Sand Creek e si era battuto per la pace fra bianchi e Indiani d’America, vengono attaccati di sorpresa da Custer sul Washita River: è un’altra strage.
Non si salverà nessuno.
Donne e bambini vengono trucidati per non vere futuri nemici o testimoni.
Un’onta grave che macchia l’uomo.
La ringrazio, A.I., per aver voluto arricchirci con tale facondia.
Abbia una giornata serena e uno splendido fine settimana
Amedeo
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Letto e commentato!
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Emanuela Rocchi Lanoir
Vi ringraziammo, prendendo nota.
Cordialità
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Il concetto per me è fondamentale: gli americani mascherano una dittatura i dittatori nella loro follia non mascherano proprio niente. Naturalmente c’è chi vuole vedere la realtà e chi invece preferisce schierasi dietro ad un modello di falsa democrazia, razzismo e abuso di potere.
Di genocidi passati nel dimenticatoio e sottovalutati c’è n’è purtroppo tanti, nel 1994 in Ruwanda sono morte più di 800.000 persone, un vero e proprio sterminio, anche di questo nessuno parla, perché la gente preferisce tapparsi gli occhi, perchè l’informazione è filtrata e pilotata, perché a nessuno fregava niente se 800.000 uomini neri si uccidevano l’un con l’altro, nemmeno all’Onu glie nè fragato nulla, in Iraq si …come mai????
Sldi…e poi vengono a parlare di democrazia e di guerre per salvare una popolazione dall’oppressione…
mi viene da ridere…
con molta rabbia.
Grande Milord, come sempre.
Una garanzia e che garanzia!
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Loredana Simoncelli
Il problema della convivenza fra i pellerossa, i colonizzatori europei prima ed i cittadini americani in seguito ha segnato in maniera drammatica la storia degli Stati Uniti d’America.
Dai rapporti commerciali fra i primi coloni e le tribù costiere degli inizi del Diciassettesimo Secolo si giunse definitivamente allo scontro di civiltà nella seconda metà del Diciannovesimo Secolo.
Si vide la sconfitta definitiva della parte più debole e meno numerosa da parte di quella più “civile” e meglio organizzata.
Gli indigeni che abitavano il continente americano, all’arrivo dei primi coloni europei, erano divisi in un numero incredibile di tribù adattate perfettamente all’ambiente nel quale vivevano, che tuttora presenta caratteristiche climatiche e geografiche fortemente eterogenee da nord a sud e da est ad ovest.
Grazie a voi per aver scritto
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Gli ebrei si sono salvati grazie alla caduta del nazismo.
Gli indiani d’ america no la loro persecuzione non ha conosciuto una fine.
Hanno subito le stesse deportazioni gli stessi massacri le stesse discriminazioni .. io aggiungo moltiplicate per mille.
Io non riesco a non associare le due cose.
Pero’ nei confronti degli ebrei è avvenuto un tentativo di sterminio da parte di un dittatore folle e dei suoi folli seguaci, nei confronti dei pellerossa è avvenuto uno sterminio da parte di quella che si dichiara essere la democratica America.
Allora dico solo perchè americani gli perdoniamo tutto ?.
Hiroshima e Nagasaki ci pare uno scherzo
Lo sterminio dei nativi americani ci pare uno scherzo
Perchè non riusciamo a vedere con chiarezza questi fatti drammatici perchè davanti a noi la parola OLOCAUSTO cala come un sipario a nascondere ogni altro misfatto
Grazie Ninni
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Valerio B.
Ovunque l’uomo bianco lo incontrasse, l’indiano aveva adeguato il suo modo di vivere e le sue abitudini all’ambiente circostante.
La vita del nativo si svolgeva in stretto rapporto con la natura dalla quale dipendeva direttamente per la sopravvivenza.
Di questo rapporto di dipendenza l’indiano era consapevole e le religioni delle diverse tribù avevano tutte una forte connotazione naturale in cui tutto era regolato dal Grande Spirito che reggeva l’ordine del creato, fonte di vita e di morte, di punizioni o ricompense.
Grazie per aver scritto
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Con il cuore colmo di vita e di amore camminerò.
Felice seguirò la mia strada.
Felice invocherò le grandi nuvole cariche d’acqua.
Felice invocherò la pioggia che placa la sete.
Felice invocherò i germogli sulle piante.
Felice invocherò polline in abbondanza.
Felice invocherò una coperta di rugiada.
Voglio muovermi nella bellezza e nell’armonia.
La bellezza e l’armonia siano davanti a me.
La bellezza e l’armonia siano dietro di me.
La bellezza e l’armonia siano sotto di me.
La bellezza e l’armonia siano sopra di me.
Che la bellezza e l’armonia siano ovunque,
sul mio cammino.
Nella bellezza e nell’armonia tutto si compie.
Il canto della notte Cheyenne
Questo canto ha una lunga tradizione
Grazie Milord per il vostro articolo sempre bello e mai banali grazie
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Elena Simonin
Era forte l’identificazione totale fra cacciatore e preda che si manifestava con la preghiera che il cacciatore indiano recitava sull’animale ucciso per giustificare la necessità della sua morte e il bisogno umano che l’aveva resa necessaria.
L’atteggiamento nei confronti della natura e la religiosità degli indiani rappresentavano e rappresentano tuttora alcune delle innumerevoli differenze della cultura tribale rispetto a quella dell’americano “civilizzato”.
Grazie per il vostro apporto
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E’ un dolore che ti prende l’anima e il cuore.
Grazie
Elena
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Gli indiani sapevano esprimersi anche in silenzio, con il solo gesticolare delle mani, riuscendo così a coinvolgere nelle conversazione i sordi e gli anziani. I Cheyenne, facilitati da una lingua con una cadenza lenta, riuscivano a comprendere un discorso leggendo il labiale del loro interlocutore.
Grazie Ninni sei riuscito a farmi approfondire u argomento da me sempre sentito.
Buona giornata
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Silvia
La famiglia non rappresentava una istituzione forte, la comunità, il gruppo era la sola istituzione che garantisse la sopravvivenza.
Nel sistema tribale predominavano scopi collettivi invece che privati.
Le società indiane erano culture orali, in cui predominava la tradizione, ovvero la conoscenza basata sull’esperienza tramandata direttamente dagli altri membri del gruppo, narratori di storie ed oratori.
L’apprendimento era un processo collettivo, come le azioni che ne risultavano.
Da questo aspetto fondamentale della civiltà indiana derivavano gli elementi di primo piano della vita sociale, come la passione per l’unanimità dei consigli tribali oppure il modo di impostare le trattative con gli europei prima e con gli americani poi nei termini di avvenimenti noti a tutti quelli che partecipavano alla tradizione orale.
Grazie per aver scritto
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Gli indiani d’America non avevano mai espresso una rigorosa definizione della normalità, non avevano mai creato quindi il binomio “normale” e “anormale”.
Pertanto si può dedurre che le loro erano comunità assolutamente inclusive.
Non solo.
La cosa più sorprendente infatti era la grande tolleranza verso gli individui con disabilità intellettiva perché era profonda la convinzione che le persone con stati mentali alterati potessero vivere un rapporto migliore con il mondo spirituale.
C’erano delle persone quindi che avevano avuto il “dono” di una realtà diversa” dal resto della tribù.
Erano chiamati Heyoka e avevano ricevuto una quantità indescrivibile di wakan, un potere santo, misterioso o incomprensibile.
Erano personaggi sacri, temuti e rispettati. Il termine significava letteralmente clown sacro, ma in realtà era una persona capace di vedere il mondo in modo differente, in maniera opposta al normale. Si diceva che potessero controllare la pioggia, il vento e il tuono; potevano intervenire nella guarigione delle malattie e aiutare nella caccia.
Per raggiungere un diverso livello di coscienza è da sottolineare inoltre quanto fosse largamente praticato (masticato o bevuto come tè) il consumo del peyote, un piccolo cactus da cui si estrae una sostanza allucinogena (mescal) che era in grado sia di eliminare dolori e sofferenze che di far guadagnare l’immortalità.
Come è bello poterti rileggere, caro Ninni, dopo tanto tempo.
Mi sembra di aver visto che l nostra piccola comunità è sempre coesa e piena.
Che bello poterti leggere, caro Ninni.
Grazie per avermi “svegliato” e fatto documentare con molto interesse, dire.
Abbi una serena giornata con affetto
Anna
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Anna Blu
La cultura dei bianchi era ed è scritta e la parola stampata permette un rapporto individuale con la cultura. Il sapere viene fissato su carta e il progresso del pensiero avviene spesso in maniera accademica, dialettica, ovvero poco pratica e più teoretica.
Questo atteggiamento nei confronti della cultura è più astratto rispetto a quello orale e meno ricco di risvolti concreti e pratici. L’apprendimento è un atteggiamento individuale. Individuale come l’iniziativa economica, la ricerca del successo e la lotta per la sopravvivenza.
Il conflitto fra queste due visioni è durato per tutto il corso della storia americana ed ha prodotto una tragedia prolungata, frutto della reciproca incapacità di capire la visione opposta e di modificare la propria.
Grazie per aver scritto
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Per secoli è stata celebrata come se fosse una storia di successo per l’intero pianeta.
Ancora nel 1992, in occasione del cinquecentenario, in tutto il mondo si sono organizzate celebrazioni solenni. Il 12 ottobre rimane conosciuto nel mondo come il Columbus Day, ricorrenza che negli Usa è festa nazionale.
Tra le tante pagine oscure della storia poche hanno goduto di una falsificazione tanto sfacciata quanto il genocidio dei nativi americani, dove i crimini commessi sono stati non solo rimossi ma anzi invertiti di senso e glorificati.
Solo da pochi anni, a oltre mezzo millennio di distanza, si fa luce sulla vera storia della conquista delle americhe. La pagina più nera nella storia della civiltà occidentale.
Grazie Ninni, sei un’illuminazione continua e riposo per l’anima.
Grazie davvero per essere così.
Anna
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E’ ormai una storia infinita, o meglio, una vergogna infinita: nel 1988 il Congresso degli Stati Uniti autorizzò la creazione di un osservatorio astronomico richiesto dall’Università dell’Arizona e la costruzione di tre mega-telescopi commissionati dal Vaticano.
Sono inseguiti e perseguitati anche adesso
Grazie per tutto quello che hai espresso … non scrivendolo.
Ciao Milord
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Elena Stiglio
All’interno dei numerosi gruppi tribali del Nord America erano presenti alcune caratteristiche differenti per quanto riguarda la struttura sociale e politica.
Numerosi popoli indigeni delle regioni subartiche, della costa nord-occidentale, del Plateau, dell’ attuale California e del Sud-Ovest erano organizzate, in base al territorio o al regime economico, in gruppi famigliari, bande, mini-tribù e tribù vere e proprie.
Grazie per aver scritto
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Che bel pezzo, Ninni, non potevamo leggere diversamente da tutto quelloche ci hai regalato.
Grazie
Gli indiani erano convinti che la realtà fosse inerentemente caotica e che la vera salute risiedesse nel trovare equilibrio nel caos.
La verità non era considerata un punto fisso, ma piuttosto un punto di equilibrio sempre in evoluzione, creato perpetuo e perpetuamente nuovo.
Queste credenze chiaramente negano l’esistenza di una singola prospettiva o interpretazione.
Poi ci hanno pensato gli americani a dissuaderli.
Che oena
Ciao Nì
🙂
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Maria Luisa Ranieri
La complessità della struttura organizzativa cresceva con la disponibilità di ampi spazi da abitare e nei gruppi dediti all’agricoltura che presentavano degli ordinamenti molto più articolati rispetto a quelli che trovavano fonte di sostentamento nella caccia e nella raccolta.
Ciascuna organizzazione era guidata da un capo , scelto in vari modi, in base alle sue capacità più spesso che per carica ereditaria. I capi militari, della guerra, si distinguevano nettamente dai capi civili.
Il coraggio in guerra non era una qualifica indispensabile del capo di tutte le tribù indiane.
Grazie per aver scritto
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Gli indiani consideravano la natura come un fenomeno in costante mutamento.
Non avevano previsto, nel loro candore, che gli Yankees li avrebbero dissuasi a vita.
Milord siete uno spettacolo.
Buona giornata
:*
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Micaela B.
I capi civili rivestivano il ruolo fondamentale degli arbitri e dei pacieri in caso di liti interne all’organizzazione, erano i garanti della pace e difendevano il principio di accordo pacifico con i gruppi estranei.
La responsabilità di organizzare e dirigere le spedizioni in tempo di guerra era affidata ai capi militari. Non erano rare le alleanze fra più gruppi e tribù per far fronte a compiti o eventi straordinari come spostamenti, la caccia e di solito esistevano associazioni maschili che elaboravano regolamenti in merito a tali questioni, elaborati a vantaggio dell’intera società.
Tali consuetudini hanno continuato a caratterizzare le popolazioni indigene anche in seguito all’arrivo dei bianchi.
Alleanze e partecipazione corale alla stipula di trattati, alle assemblee ed agli incontri con i delegati dei governi coloniali ed americani erano una consuetudine consolidata di tutti i nativi nord americani.
Grazie per aver scritto
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Tantissimi secoli fa, in un’altra era geologica, il continente americano e quello asiatico non erano separati dal mare, come lo sono oggi tra l’Alaska e la Siberia .
Erano invece uniti da una striscia di terra chiamato Beringia.
Oggi la Beringia non esiste più, è una terra sommersa, e il tratto di mare che separa America e Asia si chiama stretto di Bering
Lungo quella terra gli antenati degli indiani, partiti dalla Mongolia 20mila anni fa, hanno raggiunto l’America, dando origine alle popolazioni pellerossa.
Poveretti, rubati anche della propriaidentità da, un inconsapevole (per la verità) cristoforo Colombo convinto di aver raggiunto le indie.
Il resto è storia e sangue.
Grazie a lei per averci “illuminati”.
Buona giornata
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Iribarne
Nell’attuale territorio degli Stati Uniti, era raro trovare forme di potere assoluto come quello di cui si avvalevano i sovrani e le oligarchie degli imperi Aztechi ed Inca di Messico e Perù.
L’eccezione era rappresentata dall’autorità esercitata dai capi delle tribù Nachez che abitavano la zona del Golfo del Messico, dove si faceva sentire l’influenza degli stati teocratici aztechi.
In misura minore, la “monarchia centralizzata” di re Powhatan in Virginia e i capi Calusa della Florida si avvalevano di un forte potere sulle decisioni delle loro comunità.
Grazie per aver scritto
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nn interessano a nessuno le scuse a posteriori, bagnate di sangue.
leggo che questo genocidio compiuto scientemente costò più di 100.000.000 di morti.
Centomilioni!
E quelli che bbaino sono sempre gli americani.
Che cani
Buonagiornata
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La Priora
Dalla storia dei Cherokee, la cui organizzazione politica reagì prontamente alle occasioni ed ai pericoli che si presentavano, si evince una documentazione ricca ed articolata sulle strutture politiche delle società indiane più evolute.
Nei primi anni del Diciottesimo secolo non era presente nessun legame formale fra le comunità Cherokee, che si governavano autonomamente.
Grazie per aver scritto
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La storia, è risaputo, la scrivono i vincitori.
Ove c’ è bisogno di dar voce ai vinti, per onorare Verità e Giustizia, ci siete Voi, mio Caro Kren e nessun altro Vi eguaglia per onestà intellettuale e purezza d’ animo nel farlo.
In quest’ occasione, come in altre, date voce ai deboli, agli eroi dimenticati, agli oppressi senza gloria che la ‘storia formale’ ha voluto tralasciare.
Gli USA continuano ad essere emblematici del controsenso: si riempiono la bocca di diritti umani e si arrogano paladini di giustizia, ma non si risparmiano tuttora nei confronti dei più deboli per affermare la propria arroganza e dimostrare la propria superiorità. Dopo il genocidio dei nativi (e non bisogna mai ometterne le vittime quando se ne parla: cento milioni)e dopo le bombe di Nagasaki e Hiroshima, è un succedersi di interventi affatto strategici per non colpire obiettivi in cui periscono malcapitati civili.
Dunque, anche se del tempo è passato e i decisori colpevoli della sorte terribile dei nativi sono morti e nonostante qualche ammissione, il vergognoso genocidio (il più efferato di tutti i tempi) non sembra essere rimasto in memoria e ancor meno rappresenta monito.
La fine del popolo Cheyenne è struggente, comunque pari a quella degli altri nativi. Il loro villaggio fu incendiato senza considerare gli inermi: donne, bambini e anziani.
Se mai si possa trovare senso nelle guerre, che valore hanno quando combattute in maniera impari per disparità di mezzi bellici tra le parti e annientando impotenti donne, bambini e anziani.
Grazie, mio Caro Kren, che mantieni l’ attenzione su questo terribile genocidio e su altre situazioni di ingiustizia che la storia vorrebbe seppellire approfittando del tempo che passa.
Questo, a mio avviso, è più che mai un tempo in cui dovrebbe ritrovar valore la coscienza. Mi sembra, dalla cronaca, che si perda il valore della vita altrui e, talvolta, anche della propria. C’ è bisogno di diffondere quel Bene Superiore che solo la coscienza di ciascuno può generare e divulgare, qualunque posto si occupi in famiglia e in società.
Maria Silvia
Vostra Sil
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ciaooo Mary Silvyyy
It’s really wonder il tuo brano.
Bye amica mia
Kate
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Ciao Kate
Grazie per l’ apprezzamento.
Ben ritrovata
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Un bel brano, amica mia.
Molto preciso e concreto.
Abbi una serena giornata
Theresa Elizabeth
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Cara Theresa Elizabeth
Lieta di rivederLa e onorata del Suo apprezzamento.
Con la Sensibilità e la Classe che La caratterizzano, ogni Suo apporto in questo prezioso luogo è pregio per quanti leggono.
Grazie.
Maria Silvia
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Maria Silvia,
Cara Sil
Fra i Cherokee esistevano sette clan, ognuno rappresentato in ogni comunità.
Le questioni riguardanti la distribuzione della terra, i matrimoni e la vendetta erano oggetto delle decisioni di clan. In questa rete di rapporti, l’omicidio di un membro di un clan esigeva una vendetta di sangue che era responsabilità di tutti i maschi dello stesso.
Se il colpevole fuggiva in casa del sacerdote capo della comunità, non poteva essere punito. Quindi seguiva una specie di udienza in casa del capo dove si incontravano le due parti in causa, ovvero la sezione di clan della vittima e quella dell’assassino, che alla fine giungevano ad un accordo.
Il villaggio Cherokee assumeva un’altra configurazione in occasione del consiglio del villaggio che veniva istituito per prendere le decisioni in merito ai rapporti con le tribù vicine o con le colonie europee.
Per tali questioni tutte le tribù agivano unitariamente, rappresentate dal consiglio degli anziani, i “Beneamati” scelti dai sette clan e tutti i maschi avevano diritto di parola sulle questioni trattate dal consiglio.
In caso di guerra veniva formato un organo decisionale differente, il comitato di guerra eletto dai guerrieri che designavano un capo guerriero, un sacerdote di guerra, un oratore ed un chirurgo, nonché otto ufficiali scelti fra i giovani e sette rappresentanti dei clan.
Le spedizioni di guerra erano composte da bande di circa trenta guerrieri che godevano di autonomia completa nel raggiungere gli obiettivi assegnati dal consiglio di guerra.
Gli anziani non esercitavano alcun controllo su di loro.
Il sacerdote chiedeva il benestare degli spiriti mediante riti appropriati e cercava visioni che prevedessero l’esito delle spedizioni. Al ritorno dalla guerra i soldati pellerossa dovevano subire una purificazione rituale prima del reinserimento nella vita quotidiana della comunità.
La normalità era comunque la pace, la guerra era un eccezione dal momento che l’uomo virtuoso evitava il conflitto, per il pensiero dei Cherokee e di molte tribù del Nord Ovest. Questo atteggiamento era alla base del principio dell’ “unanimità” di molti gruppi indiani che ad ogni prezzo ricercavano armonia e consenso.
Chi aveva opinioni differenti dall’unanimità, si metteva da parte, dal momento che l’uomo virtuoso sapeva evitare gli scontri anche con una ritirata.
Quale più altro segno di civiltà per e nei confronti dei “civilizzatori?
Vi ringraziammo per il vostro profondo apporto, che dona lustro tra queste stanze.
A voi le nostre cordialità
Kren
Il Milord
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Molto interessante quanto hai scritto cara Maria Silvia.
E’ bello poterti eggere dopo così tanto tempo.
Con un abbraccio
Annelise
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Cara Annelise
Ti ringrazio, sei gentile.
Anche per me, dopo diverso tempo , è stato un piacere ritrovare Te e Tutti gli affezionati lettori del Milord. Egli riesce sempre a coinvolgere ed i dibattiti che con le Sue pubblicazioni suscita sono sempre interessanti invitanti alla riflessione.
Un abbraccio, Ti auguro un bel fine settimana.
Maria Silvia
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Although the history of the indigenous peoples of America is the focal point of the American one, still today many are poorly informed on this subject. In fact, the American and Canadian school systems give only small hints of this rich and interesting culture represented by the Indian heritage.
Focusing on a special race as a central theme, it is necessary to consider the entire span of human history, from prehistory to the present day. In this case too, there are hundreds of different tribes, both existing and extinct, each with its own history, population (lineage) and culture.
dear Ninni being able to read you, after so long, fills me with joy and so much happiness.
Gracie per avere scritto questo articulo.
Sono in the Yachting Club and everyone here is nostalgic about your education and your elegance.
I think of you and think of you often.
Byeeee
Kissessss
Kate
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Kate
There were seven clans among the Cherokee, each represented in each community.
Issues concerning land distribution, marriages and revenge were the subject of clan decisions. In this network of relationships, the murder of a member of a clan demanded a blood feud which was the responsibility of all the males of the same.
If the culprit fled to the home of the chief priest of the community, he could not be punished. Then followed a sort of hearing in the house of the chief where the two parties met, namely the clan section of the victim and that of the murderer, who eventually came to an agreement.
The Cherokee village took on another configuration on the occasion of the village council that was set up to make decisions about relations with neighboring tribes or European colonies.
For these questions all the tribes acted together, represented by the council of elders, the “Beloved” chosen by the seven clans and all the males had the right to speak on the matters dealt with by the council.
In the event of war a different decision-making body was formed, the war committee elected by the warriors who designated a warrior chief, a war priest, a speaker and a surgeon, as well as eight officers chosen from among the youth and seven representatives of the clans.
The war expeditions were composed of bands of about thirty warriors who enjoyed complete autonomy in achieving the goals assigned by the war council.
Best wishes to you, my sweet friend and a warm greeting with a warm affectionate memory to all the friends (whom I always remember with affection) of the Canberra Yachting Club.
Thanks and good luck
Thanks for writing me.
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Una disfatta proprio dell’uomo in quanto tale.
Grazie Ninni
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Maria Sofia
Una disfatta proprio per questo.
Grazie per aver scritto
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La società Americana statunitense che responsabilità?
Una società dominata dall’autoritarismo e dalla repressione, ossessionata dall’ipervalorizzazione del lavoro e del progresso.
Ma l’indiano non è più il Vanishing American, l’americano che va scomparendo; egli si manifesta, ritorna.
L’indiano d’America sa che potrà sopravvivere in tale società solo se manterrà la sua cultura.
L’indiano d’America lotta per acquisire l’autonomia culturale e conservare la sua struttura tribale.
La tribù è in effetti non solo un insieme socio-economico, ma anche un sistema di relazioni e un universo religioso indispensabile alla fioritura della nuova cultura indiana.
Resta da sapere se la tribù è in grado di funzionare in seno a una società di tipo industriale.
Infine, e le recenti manifestazioni lo provano, gli indiani d’America sperano di formare un’unità politica che permetta loro di agire nella società bianca per ottenere, dopo molti secoli di etnocidio, il diritto di formare dei popoli, affinché queste civiltà non corrano più il rischio di scomparire.
da Washington per te amico mio
Theresa Elizabeth
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Theresa Elizabeth Warren
Fin dall’inizio l’incontro fra due culture diametralmente opposte come quella cattolica ed individualista dei coloni europei e quella collettiva e spirituale dei nativi americani portò a grandi incomprensioni ed a forti scontri.
Ciononostante, in principio le relazioni fra i due popoli si basarono su basi paritarie, in modo particolare per quanto riguarda i contatti commerciali che attecchirono da subito grazie alla forte rilevanza dello scambio e del dono nelle civiltà tribali.
Il principio di ospitalità e di mutuo soccorso che caratterizzava le collettività indiane fu sfruttato dal mercante europeo e portò notevoli cambiamenti, non sempre negativi, per le tribù indigene.
I bianchi portarono le armi da fuoco, i cavalli, l’utilizzo delle pentole e degli utensili in ferro che contribuirono a migliorare la qualità di vita degli indiani.
Al contrario, alcolismo e malattie costituirono da subito le prime conseguenze negative per i nativi in questi primi contatti con le civiltà europee. Da subito la convivenza delle due culture portò a scontri violenti e sempre più ricorrenti principalmente per questioni territoriali.
La prima cessione di terra indiana agli inglesi avvenne nel 1625 quando i Pemaquid consegnarono la terra ai coloni con una cerimonia durante la quale fu segnato il primo pezzo di carta da un capo indiano, per assecondare gli usi degli europei.
La maggior parte dei coloni che giunse in seguito non si attenne sempre a questa procedura e la violenza fu subito il metodo più facile e veloce utilizzato dai coloni per occupare nuovi territori.
Nel 1675 i Wampanoag ed i Narraganasset furono sterminati dalle armi da fuoco degli abitanti della Nuova Inghilterra in seguito alla rivolta della prima confederazione indiana guidata da “re Filippo” contro le azioni provocatorie dei bianchi.
Grazie cara amica per averci regalato un bellissimo commento.
Cordialità
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