Solitude

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Solitude rewind

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Solitude

Quanta pioggia!
Sembra non voglia smettere mai. Ho gli abiti inzuppati e il corpo freddo. Fulmini però non ce ne sono più. E’ stato un fulmine a svegliarmi, almeno credo. Ho i ricordi confusi, ma sono certo di aver visto un segno di luce nel cielo, come una lingua di serpente. Anzi no; non una lingua di serpente: era una croce. Probabilmente è stato un sogno mentre giacevo disteso nel fango. Come sia finito qui non lo ricordo. Forse qualcuno mi ha aggredito per derubarmi e mi ha lasciato a terra finché la pioggia non mi ha fatto riprendere i sensi. La testa non mi duole. Invece sento un dolore acuto e lancinante alla spalla. No, non mi hanno derubato: ho ancora il mio anello e il denaro. Potessi ricordare quel che mi è successo ma, se provo a pensare, il mio cervello si blocca.
Devo dormire.
E’ come se una parte di me non volesse ricordare. Perché? No, ecco, adesso è svanito. Doveva essere un altro sogno. Certo doveva essere così. E’ così orribile. Ho acceso il fuoco e sto facendo asciugare i miei vestiti. Avevo ragione: ricordavo la mia casa; ora ricordo anche chi sono. Ricordo di avere molti nomi, ma il primo che mi viene in mente è Antonio, per gli amici più semplicemente Ninni e domani andrò in centro e cercherò di sapere che cosa mi è successo; qui sono tutti amici miei. Quando non faccio sforzi deliberati per pensare, ho qualche lampo di ricordo.
Devo dormire.
Domani andrò. Anche per fare qualche provvista: in casa non ho trovato nulla. Questo, però, è strano. Quando sono arrivato, ho trovato porte e finestre chiuse con assi inchiodate e per un’ora ho cercato inutilmente di entrare. La casa è in sfacelo.
Devo dormire.
Dappertutto c’è polvere e i mobili stanno andando in pezzi. E’ come se da un secolo nessuno l’avesse abitata. Devo essere stato via per molto tempo, lontano da qui. Come ho fatto a “vivere” tanto a lungo, mentre succedeva tutto questo? Si, lo so, vivo a Bologna, ma quà manco da …. non lo so! Quanto tempo è passato? Devo trovare uno specchio. Ce n’era uno lì, su quella parete, ma non lo vedo più. Non importa, basterà un po’ d’acqua in una ciotola. Come mai non c’è più uno specchio in casa? Mi piaceva specchiarmi, avevo un volto fine e aristocratico. Ora sono cambiato. Il mio volto è di poco più vecchio, ma gli occhi son duri, le labbra sottili, tirate, rosa profondo e tutta l’espressione non è piacevole. Quando sorrido, i muscoli tendono a contrarsi in un ghigno strano, prima di riprendere il mio solito sorriso. Piaceva molto il mio sorriso a mia sorella. Già, mia sorella. La vedo mentre, sorridendo, tende la mano verso la Mamma per dirle… Ma la Mamma non c’è più. Anche mia sorella non c’è più.
Devo dormire.
Faccio fatica a tenere gli occhi aperti, ma devo arrivare al letto. Sono più stanco di quanto credessi, perché è quasi l’alba e la stanchezza quando è tanta genera sempre incubi. Adesso sono svaniti, ma devono essere stati orrendi, a giudicare dalla profonda impressione che mi hanno lasciato. Lo specchio: eccolo. Cristo, rivedo tutta la stanza illuminata dalla luce fioca dell’alba mentre spegne le ultime ombre della notte.
Devo dormire.
Anche li su quel divano di cuoio marrone dove c’è la Mamma e mia sorella che mi salutano, sorridendo. Mi volto di scatto e l’immagine dello specchio diventa la cruda realtà: Quel divano è vuoto, vuota è la stanza, vuota la casa. Rimane un ferro da lana ed un vecchio libro di preghiere accanto una rosa appassita.
“Ninni puoi accendere il riscaldamento? Per piacere ho freddo, tanto freddo“.
Si Mammina.
Buona notte e copriti.
Fuori fa tanto freddo.

Questa è una riedizione di un post pubblicato in data 15 Settembre 2012.
Tenemmo a questa riedizione per i significati intrinseci ed estrinseci.
Corre l’obbligo di precisare che, quanto raccontato rispecchiava un nostro preciso stato d’animo che,

a tutt’oggi è felicemente superato con profonda e profittevole soddisfazione. 
Grazie
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54 pensieri su “Solitude

  1. Una guerra contro il passato e il presente. Il futuro, incognito, mi lascia serena. non ho nulla da rimproverarmi.
    Se, un giorno, però, dovessi essere straniera nella mia casa ecco che, forse, non esiterei a parlare davanti ad uno specchio per conoscermi e riconoscermi.

    Tanto blu, da sembrare nera!! Mi piace Chet Baker

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    • Grazie, signora Anneliese, per la citazione. Rispolvero un vecchio scritto;
      Lo dedico a lei, ai gentili ospiti di Ninni e al padrone di casa.

      [Almost Blue]
      E’ quasi blu quest’alba che mi gratta gli angoli sporgenti.
      Il castello, dormiente,dalle vetrate nebbiose mi saluta.
      Sembra immobile, ma pulsa di cuori congelati.
      Anime affamate d’amore e vestite di dolore.
      Sulle labbra il gusto del caffè e dei baci mai dati.

      [Almost Blue]
      E’ quasi blu l’odore del sangue nei ricordi.
      Amalgama d’erba verde bagnata e di giallo
      sole violato.
      Mi manca il mare e il respirare delle barche
      Ho poche ali con le quali volare, ma forse per domani bastano.

      [Almost Blue]
      E’ quasi blu, che forse tra un attimo si muore per sempre.
      E’ così semplice da dire che sembra una canzoncina per bambini.
      Tornerò da te e avrò un po’ di silenzio da smaltire,
      assieme a sogni che sono la mia sola compagnia.
      Granitica solitudine.

      [Almost Blu]
      E’ tutto quasi blu, che sembra immacolato e perfetto,
      rendendo affilata la nostalgia che mi spinge a camminare.
      E mi perdo un attimo tra volute di fumo.
      Serafico mortale abbraccio.

      [Quasi blu]
      Come le stele dei miei palmi crocifissi,
      anelli di congiunzione tra la mia labile gioia,
      e la fottuta mia disperazione.
      Così Blu da sembrare Nero.

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  2. Lungo questa giornata di grigiore e di stupore (fatti internazionali permettendo) riesco, forse, a farmi una ragione della vita.
    Come un incubo viviamo il nostro tempo verso l’applicazione di una sentenza agitata alle nostre spalle. Difficile non ‘sentire’ quanto il tuo cuore sta urlando. Difficile è non capire. Forse, perché, alcune volte non riusciamo a comprendere noi stessi, oppure non ci rendiamo conto che, come diceva il buon Lucio Battisti, la vità è ‘andata e ritorno’.

    Un abbraccio

    Francesco

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    • Sir Spillo

      I fatti internazionali, mio Signore. Ecco che, oltre ai fatti avemmo i “fattacci”. Tutta roba da dimenticare e da ri-analzzare, oltre il pensiero di un qualsiasi ritorno e oltre il Tempo che,despota, ci lascia soli! Non riusciamo a comprenderci? Probabile, ma proprio, all’unisono del buon Lucio Battisti, sosteniamo che la vita è: “Andata e ritorno”.
      Grazie

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  3. Un passaggio questo, caro Ninni, che viaggia dentro le vene e sottotraccia mette i nostri ricordi, le coscienze su un piatto, pronte per essere servite ai nostri occhi.
    Se ce ne fosse bisogno, la visone falsa di un mondo riflesso, ti sveglia e ti porta lontano con la memoria.
    E’ pericoloso, forse. Quella memoria che hai tradito tanto tempo fa per “altro”, ti tradisce a sua volta regalandoti dei “quadri” adattati e pericolosi.

    Le cronache sono piene di quella pericolosità.
    Un saluto sincero e a gamba tesa (ti so molto occupato).
    Lascio un saluto per tutti.

    Luis

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    • Sir Gianluigi

      Amico mio, magari mettesse su un piatto tutti i sottotraccia del mondo. Queste due parole vorrebbero evidenziare, ma in effetti, nulla si evidenzia se non l’evidenza stessa.
      Un po’ contorto come pensiero, giusto? Beh, prova a renderlo semplice, per tradurlo in parole correnti c’é sempre tempo.
      Grazie e cordialità

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  4. E’ forte, Milord, questo racconto.
    Autobiografico e forte.
    Tenero e duro.
    Sicuramente profondo e non banale.

    Io non ho letto mai banalità, ma confronto, emozione e altro. Potrei parlare delle mie lacrime, dei miei specchi e di tutto quello che il mondo mi ha negato, ma che spero possa trovarsi dentro il mondo accanto.

    Sto crescendo Milord e sto crescendo con la convinzione di tutto quello che in queti anni ho imparato dai miei genitori e da te.
    Dal babbo e mamma nelle giornate di calma, a scuola con i tuoi racconti e poesie stampati (quante volte) e discussi in classe dalla Prof di Italiano (aveva una raccolta veramente corposa).
    Di tutto questo esiste un fiume in piena che mi sta abbattendo gli argini della estrema fanciullezza, pronti per essere sostuiti da quelli della ragione. Un fiume ben canalizzato cresciuto sulla riga di fiumi ben precisi e tu Milord (come da consiglio scolastico) eri presente.
    (Il ciclo dell’Antica dama lo abbiamo studiato in stilistica e lingua e letteratura: significati, forme e struttura e ogni tanto mi vado a rileggere tutto, sicché, respiro permanentemente l’aria del sentimento, unica arma che rimane per combattere la morte. All’Istituto Cicognini di Firenze).

    Milord, quest’anno, per me, sarà un anno di compimenti.
    Grazie a tutti, ma soprattutto, grazie a te.

    Un saluto con sincerità

    Eleonora
    la tua ammiratrice innamorata!

    🙂

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    • Miss Eleonora Bisi

      Le Vostre parole ci sorpresero a tal punto che … andammo indietro con la memoria e trovammo una “antica Dama” che, tanto impaurita (o forse inconsapevole di esser piombata nella fossa dei leoni) un pomeriggio scrisse:

      Bello questo blog. Mi piace tutto quello che si dice qua dentro. Ciao.
      Firmato Asteria,
      no scusa, Elisa.
      Va bene, mi chiamo Eleonora e sono stata promossa in terza media
      “.

      Beh, nostra graziosissima signorina, dal quel lontano dì, foste la prima ad aver meritato un posto di rilievo fra tutti i Sigg. affiliati e iscritti all’Albo d’Oro di questo umile Blog.

      Diventaste la moderatrice e nei fatti, ci moderammo tutti, tentando (ma non sempre ci si riuscì) di essere anche comprensibili.

      Imparammo, un po’ tutti da Voi, soprattutto la semplicità.
      Che bella lezione che avete dato a tutti.
      Grazie

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  5. La solitudine fa parte delle nostre vite. Io mi ripeto sempre che si nasce soli e si muore soli…

    Tra i tuoi ricordi una rosa appassita.
    Da bambina mi piaceva conservare le rose dentro i libri. Sì le facevo appassire in quella sorta di “sottovuoto” e anche se diventavano quasi una velina di carta, mantenevano inalterato nel tempo il loro splendido colore.

    Buona giornata Milord

    Cari saluti

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    • Lady Giorgia Mattei

      Sì, è vero, la solitudine fa parte del nostro “ego”. Anche se, come animali sociali, abbiamo bisogno degli altri per rapportarci o forse vivere.
      Alcune volte una rosa appassita può rappresentare una traccia oppure una cicatrice, oltre la quale è il nulla.
      Oltre la quale non esiste mondo, ma un ricordo he può portare fino all’estrema dimora.
      Un ricordo che infrange tutte le regole della vita.

      Grazie, mia Signora.

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  6. Difficile se non impossibile poter descrivere la devastazione di una emozione quando, fermandosi per qualche attimo, il passato torna con estremo vigore e pesantezza.
    Gli antichi ricordi, dolci, cari e amari curvano le proprie spalle fino ad accorgersi che, ormai, quelle spalle, non torneranno più come prima. Non torneranno più.
    Il ricordo si siede accanto consolando e accarezzando gli ultimi giorni rimasti.

    Un bellissimo brano Dott. Raimondi.
    Un brano che fa sostare e fa riflettere in tutta la sua irruente immediatezza.
    Ho letto molte cose di spessore, qui.

    Saluto i suoi lettori, ormai compagni di viaggio e la saluto Dott. Raimondi augurandole una serena giornata.

    Amedeo

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    • N.H Don Amedeo d’A.

      Viviamo momenti belluini, che ci ricordano – attimo per attimo – la caducità della vita.
      Almeno, in qualche anfratto dei nostri ricordi, quella stessa caducità riveste un unica importanza: la memoria.
      Essa ci accompagna indicandoci, molto spesso, le varie strade da seguire.
      Essa ci fa compiere gesti e negarne altri.
      Essa, grazie alle nostre mani, decide per il nostro futuro.

      Grazie.

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      • Preg.mo dott. Raimondi,

        ha scritto una risposta che per profondità e sagacia può essere definita come un assunto importante.
        Un qualcosa che vada oltre e che illumini una conoscenza mirata.
        La caducità della vita è un passaggio che lei, molto intelligentemente sottolinea.
        E’ vero, dobbiamo farvi attenzione.
        La vita, spesso non da altre alternative.
        Abbia una buona serata

        Con profonda stima

        Amedeo

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  7. Ci sono alcuni momenti, nella Vita in cui ti accorgi che piove talmente forte da svegliarti nel cuore della notte e sentire che sei in un mondo estraneo e che sei estraneo perfino a te stesso … momenti precisi e ben delineati che si chiamano per nome, facendosi scudo con i giorni meno presenti.
    Sono i momenti del Dolore e del Ricordo e per quanto il desiderio di un abbraccio o di una parola sia davvero necessario per riportare a galla almeno la speranza di non essere soli; quelli sono i momenti più importanti … dove puoi ritrovare il volto e le mani di chi ha condiviso con te il mondo e l’Abisso, anche mentre ti accorgi che il tempo è trascorso così velocemente da non averne coscienza, anche se puoi vederli solo attraverso una superficie di specchio che ti regala un’Illusione.

    ” Non può piovere per sempre ”
    … così recitava un vecchio film di tanti anni fa e ad oggi quella frase andrebbe riscritta nella misura in cui possiamo fidarci delle sensazioni, legati alla memoria di ciò che siamo stati e di quei momenti in cui dire Grazie o supplicare al cielo un Perché che sembra inascoltato solo all’apparenza.

    I momenti dove anche nel buio e nel silenzio c’è il Senso di una Presenza che non si spegne nel ricordo.
    I momenti del’Addio e della Rabbia, quando la ferita è così profonda da non versare nemmeno una lacrima … eppure c’è una Fiamma a cui poter chiedere di restare, senza temere risposta o rifiuto … la Fiamma Inestinguibile della Memoria, dove Tutto è intatto come durante l’infanzia … buono, dolce e pieno di profumi.
    _________
    il dolore resta Milord, quello non può spegnersi e forse è giusto così. senza il dolore nemmeno il senso più profondo di un affetto perduto resterebbe intanto come da bambini. Attraverso il dolore camminiamo verso ciò che non c’è più e ci ritroviamo in ciò che ci prepara al futuro, al domani senza pioggia, all’incognita di un nuovo corso.
    Questo brano mi è sempre piaciuto, ed ogni volta ho scoperto una consapevolezza ritrovata, ed aveva quel sapore dolce-amaro che l’Amore lascia nell’ombra di rugiada su una rosa appassita … piano mi sono ri-avvicinata ad un’ emozione da vivere e Ri-Vivere nel mondo e nei ricordi … come dopo un risveglio improvviso.
    Grazie per ogni Nuova Opportunità.

    I Miei Rispetti
    Ni’Ghail

    Slàn

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    • A Bhean Uasal NìGhail

      Come rispondere, a Bhean Uasal, alla Vostra lirica se non con alcuni versi dell’amato “William Butler Yeats”?

      Ti porto con mani religiose
      i libri dei miei sogni innumerevoli,
      o bianca donna che la passione ha consumato
      come la spiaggia bigia consuma la marea,
      e con cuore più vecchio del corno
      colmato dal pallido fuoco del tempo:
      o bianca donna dei sogni innumerevoli.

      (W.B. Yeats, I cigni selvatici di Coole – Musicata da Angelo Branduardi in un celebre album dedicato a Yeats -)

      Cairdiúlacht

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  8. C’è sempre solitudine nel cuore d’un uomo, più solitudine di quanto sia già stata la sua vita e più di quanto questa possa ancor esser lunga, proiettata verso il futuro.
    Ninni, posso così chiamarti, così come farei con un fratello?
    Ninni, questo sei tu, sei l’uomo che sei diventato, un uomo che ha conosciuto in questi anni il Bene e il Male, ma forse è di più il Male e la sofferenza che hai incontrato lungo la tua via.
    Qualcuno disse che se si è disposti ad amare allora si deve esser disposti anche a soffrire.

    Perché?
    Non ci sono cure né per il troppo amore dato e non ricambiato né per quella sofferenza che ci portiamo dentro sino alla fine dei nostri giorni e che nasce con noi dando il primo natale vagito.
    Ninni, caro Ninni, non ho mai conosciuto un uomo che non fosse in solitudine anche quando felice, né credo che sia mai esistito uomo che non abbia sofferto, che non abbia fatto rientro in casa per scoprire d’esser invecchiato e d’aver un po’ d’argento sulle tempie là dove prima c’era l’oro.
    Eppur non sembra lontano quel tempo in cui nostra madre ci baciava sulle tempie, con protettiva timidezza, prima di rimboccarci le coperte e consegnarci ai nostri sogni. Ieri, noi ingenui pargoli, sognavamo di diventare astronauti o degli eroi invitti, e i più arditi di noi sognavano di crescere in fretta per andar incontro alla vita, per diventare giornalisti, per smascherare le brutture del mondo.
    Ieri, caro Ninni, eravamo ingenui, dolcemente persi nel nostro ‘paradiso’ che nel tempo d’un batter di ciglia s’è fatto ‘paradiso perduto’.
    Hai amato e sei stato amato, caro Ninni, ma non è stato sufficiente a colmare la misura della solitudine, e temo che tu sia ben consapevole che finché la tua nobiltà d’animo continuerà a resistere alle intemperie della Storia non ci sarà una soluzione che ti riporterà a quella serenità dei primissimi anni di vita, di quando si era angeli perché ancor non invischiati nella Conoscenza che eppur si dice renda gli uomini liberi.
    Ti abbraccio, caro Ninni.
    Semplicemente così.
    Un caro saluto alle mie amiche presenti e a tutte le tue lettrici e lettori che mi conoscono.
    Grazie e buon sabato

    Anna

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    • Lady Anna Blu

      oltre le vostre parole esiste l’empatia dell’essere. Un’empatia che è difficile nascondere o sublimare in qualcosa d’altro.
      Mi fate comprendere d’essere compresa e questo lo accettiamo in pieno quando (Vi) leggemmo: [ … ] “Ieri, noi ingenui pargoli, sognavamo di diventare astronauti o degli eroi invitti, e i più arditi di noi sognavano di crescere in fretta per andar incontro alla vita, per diventare giornalisti, per smascherare le brutture del mondo [ … ] .

      In quel momento, fra quelle righe, oltre a voi, leggemmo l’evoluzione del mondo fra le nostre mani. Tutto quello che “era” e che “è stato”.
      Grazie per aver scritto.
      Cordialità

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  9. Gentile Milord

    Senza voler generalizzare le Vostre Sensazioni (nessuno può permettersi di valutare e di comparare gli stati d’ animo altrui), ma quanti di noi si ritroveranno nel significato di questo brano, almeno secondo la mia umile interpretazione.
    Di pene e delusioni, pare che la vita non ne risparmi a nessuno, altresì di furti di Sogni e Desideri.
    Ciò che in gioventù illude, molto frequentemente delude poi. E spesso non rimane che il rifugio dei ricordi, magari dell’ infanzia per chi ha goduto dell’ Amore e delle attenzioni che si devono ai bambini.
    Ci si vuole riportare nel passato, ma rivivere è impossibile ciò che un tempo riempiva il Cuore e appagava l’ Anima e, soprattutto, non annulla ciò che di doloroso vorremmo far svanire.
    Tuttavia, è nella natura stessa degli esseri umani, che l’istinto di sopravvivere non ci abbandoni e, più o meno fortunatamente e lungamente, ci sollevano nuovi eventi: le occasioni per essere felici capitano a tutti nella vita, volerle cogliere e decidere quanto farle durare dipende solo da noi.
    Sempre grazie per l’ opportunità di leggerVi.
    Nell’ augurarVi un sereno avvenire che riscatti più possibile la ‘solitude’ che motivò a suo tempo questo straordinario brano,
    con Stima e Affetto Vi saluto

    Maria Silvia

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    • Maria Silvia

      Un commento/apporto gentile e diretto.
      Ho letto molto nella mia vita e sono pochi i pezzi che sono così scorrevoli.
      In una corrispondenza precorsa, Milord, al quale avevo chiesto “lumi” mi aveva risposto che la sua penna valeva tanto oro quanto pesava.
      Oggi, mi creda, devo dargli ragione (E’ sempre stato bravissimo come talent scout, ma non immaginavo così bravo).
      Anch’io, dunque, come molti presso questo qualificatissimo luogo di letteratura, la seguirò con moltissimo interesse.
      Le auguro molte cose belle

      L.

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      • Gentile Signora Hilde

        Già precedentemente Le avevo manifestato stima, La seguo non solo qui.
        Dunque, che anche Lei ne abbia nei miei confronti, è di grande orgoglio.
        Grazie di cuore.
        Ricambio l’ augurio e Le auspico una bella serata.

        Maria Silvia

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    • Preg.ma Donna Maria Silvia,

      Entro gli oscuri disegni di un mondo antico che, oltre i ricordi, mostra i veli, i tendaggi e le forme nascoste, attraverso i propri strappi.
      Siamo soli.
      Soli con il mistero dell’essere; soli con la nostra coscienza.
      Siamo questo istante unico, questa finestra, quel tutto sull’eternità.
      Alcune volte tre parole bastano a colmare tutti i silenzi.
      Alcune volte, un silenzio non basta per udire e ascoltare poche parole.
      La vittoria dell’uomo contro l’uomo. Come una battaglia combattuta ad armi pari, per una guerra impari. L’unico animale che riesce ad odiare fino all’autodistruzione e riesce a distruggere con una frase, una parola …
      Si deve lasciare quella superficie, levigata e lucida, che contraddistingue il nostro mondo fatto di specchi che ci fa osservare, questo mondo, sbiadito dentro una giornata di pioggia.

      Sugli antichi ricordi creiamo le nostre vite e lavoriamo ai nostri perché.
      Ecco, però, che un giorno, come esseri alieni, navighiamo oltre i nostri destini per affrontare, corridoio dopo corridoio, la nostra vita e le nostre paure.
      Forse è proprio questa analisi introspettica che dà il via ad una concatenazione di eventi che ci porterà inevitabilmente alla morte, ma alla conseguente illuminante e meravigliosa rinascita.
      Vergini di un Creato non benevolo, aperti al mondo con la voglia di conoscere e ammirare tutto.
      L’uomo nuovo, nato dal dolore e che, con consapevolezza, vive il suo tempo bello, meraviglioso e sublime.
      Ecco diventare, tramite le Vostre parole, vero e reale quel concetto che esponemmo e che si riflette nelle Vostre parole.

      Giocate col silenzio
      voi che potete,
      segnando ogni passo,
      come un tempo ormai finito.

      Qui, è tempo, e lo licenzio,
      di furor d’anima che scuotete,
      oltre le parole e il lor fracasso,
      di note al pensier, ormai, brunito.

      Vorrei il mondo da abbracciare,
      duro e aspro da ritrovare.
      Vorrei essere, del vento, il sospiro
      per dormire e distruggere il raggiro
      di questa esistenza,
      specchio del pensiero,
      dolore e apparenza
      di ogni mio desiderio.

      Vorrei dormire
      e svegliarmi,
      per poi dormire
      e dal mondo allontanarmi.

      La solitudine
      sembra meno sola,
      se la accompagniamo
      con se stessa.

      Come una Monna Lisa
      ricamata a festa
      e ridipinta
      tra antiche forme
      e nuovi versi.

      Si dirada la nebbia in figure danzanti.
      Un gabbiano d’argento si stacca dal tramonto.
      A volte una vela. Alte, alte stelle.

      O la croce nera di una nave. Solo.
      A volte mi alzo all’alba e persino la mia anima è umida.
      Suona, risuona il mare lontano.
      Questo è un porto.

      Sono più tristi le banchine quando ormeggia la sera.
      Si stanca la mia vita inutilmente affamata.
      Amo quel che non ho.
      La mia noia lotta con lenti crepuscoli.
      Ma poi giunge la notte e inizia a cantarmi.
      La luna proietta la sua pellicola di sogno.

      Una luna dorata,
      oltre le onde del mare,
      nei suoi luminari argentei,
      che dorati,
      riflettono il tuo sguardo
      sereno e assopito.

      (nr)

      Nota bene: Mia signora, ci preme informarVi che, nelle more della presente, ispiraste la nota indicata e aggiunta in calce al presente post.

      Cogliemmo l’occasione per lasciare, fra le vostre dita, i sensi più caldi della nostra considerazione.
      Cordialità

      Antonmaria

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      • Caro Antonmaria

        Mi avete pregiata di un commento che, qualunque forma di ringraziamento, potrebbe essere riduttiva per manifestarVi la mia riconoscenza. Sappiate, comunque, che mi ha emozionato per Sentimento, per Dolcezza, per Bellezza letteraria. GRAZIE!
        Efficace la similitudine dell’ uomo con la finestra. Una finestra si affaccia sempre su qualcosa, pure è una via di scampo.
        Alle spalle, una stanza più o meno rabbuiata, più o meno illuminata. Il nostro passato. E i nostri ricordi, che ci frenano o ci spingono.
        C’ è sempre un orizzonte, le risorse sono dentro noi, la via è sempre dentro noi. Dobbiamo riuscire a disingannare gli specchi intorno.
        Il Coraggio, prima o poi, premia sempre. Il coraggio di disancorarci dalla rassegnazione per affrontare quella navigazione che è la vita; magari non sarà sempre con i venti favorevoli, ma il mare insegna che possono cambiare all’ improvviso, quando meno ce lo si aspetta.
        E finalmente…
        ‘Una luna dorata,
        oltre le onde del mare,
        nei suoi luminari argentei,
        che dorati,
        riflettono il tuo sguardo
        sereno e assopito’.

        Su Vostra indicazione, ho considerato la nota in calce al Vostro post. Sono felice che abbiate superato lo stato che lo ispirò, e che ne viviate finalmente e definitivamente un altro di profonda e profittevole soddisfazione.
        Grazie!

        Sempre con tanta Stima e Sincero Affetto,

        Maria Silvia

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      • Gentilissima Lady Theresa Elizabeth Warren

        Io e Milord stavamo avvertendo la mancanza della Sua partecipazione, dunque grazie per essere di nuovo qui a pregiare questo spazio con un commento tanto sentito.
        Io personalmente sono a ringraziarLa per avermi espresso un apprezzamento così generoso.
        Ricambiando di cuore Stima e Simpatia, Le auguro una bella giornata.

        Maria Silvia

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  10. “Le storie sono persone
    sedute sulla soglia di casa
    della mia mente“.

    Comincia così una breve poesia di Sherwood Anderson, l’autore dei Racconti dell’Ohio.
    E continua dicendo che le storie siedono al freddo e bisogna vestirle.
    La tua vocazione è quella di accogliere le storie che siedono fuori della tua porta, di vestirle e di presentarle ai tuoi ospiti, i lettori.
    Attento, dolce Milord, a non guardare mai in basso per evitare cadute.

    Un bacio e un abbraccio con grandissima stima e ti mando un bacio casto …
    Buon pomeriggio/note/mattino …

    Lilli

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  11. Carissimo Milord,
    l’emozione di leggere queste vostre righe è grandissima. Le ricordavo bene, mi erano rimasta nel cuore già la prima volta che le postaste.
    Ricordi, ricordi e ancora ricordi che abitano la nostra vita quasi come sogni ancora da sognare. Eppure tutto è già compiuto lasciando solo la sua ombra nella nostra anima.
    Quanta bellezza Milord in questa pagina. Le parole sono quasi un’offesa a tanto splendore.
    Taccio e torno a leggere questo vostro ammirevole tempo che torna dal passato.
    Inutile dirvi quanto ho sempre amato il vostro scrivere..
    un abbraccio rispettoso e affettuoso

    Giovanna

    La storia siamo noi

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  12. La vita è fatta così ci sono momenti di entusiasmi e di felicità; ci sono momenti che feriamo le persone con fare taglienti. Il nostro cuore è cieco, gli occhi sono freddi come ghiaccio secco. Siamo invidiosi ed accidiosi, amorfi quasi automi impegnati a vivere egoisticamente.
    Altri momenti siamo tormentati da paure, da sensazioni di solitudine da ansie e da incertezze; in poche parole dovremmo essere più equilibrati.

    In qualche posto ho letto:

    … ma tu che continui a sorridermi, perché hai l’animo gentile, ti prego continua a farlo, qualcosa di divino che non riusciamo ad accettare ha comunque deciso che non siamo impenetrabili. E’ la nostra unica immeritata e immensa fortuna…

    […The dice decide my fate
    that’s a shame
    In these trembling hands my faith
    tells me to react
    “I don’t care”
    Maybe it’s unkind if I should change
    a feeling that we share.
    It’s a shame…]

    Talk Talk – Such a Shame

    (1984)
    (quando sei un po’ giù di morale questo passaggio può consolarti)
    Ciao!! ♥

    Isy

    Buongiorno a Maria Silvia..
    😉

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  13. Leggere di questa emozione, mi emoziona.
    Ho letto con grandissima attenzione tutti i passaggi e i commenti. milord siete una grande meraviglia.
    Avete portato e riportato, con la vostra bellezza stilistica, un raggio di luce nella descrizione del sentimento umano.
    Grazie e buongiorno


    🙂

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  14. Una fonte emozionale importante e profonda.
    Come del resto fai da sempre milord mio signore.
    Hai un innato senso della Classe e della Raffinatezza, te lo riconosco. Un senso importante che ti fa eccellere in ogni caso.
    Veramente un gran signore.

    Buona giornata a te

    Melissa

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  15. Caro Ninni, caro amico mio,

    Se non riesco a dirti con le parole ciò che vorrei dirti,
    se non riesco a dirti con gli occhi ciò che vorrei trasmetterti,
    se non riesco a dirti con la mia carezza ciò che vorrei comunicare.
    Se non riesco a dirti con i miei silenzi ciò che vorrei darti, allora guardami almeno un istante… Ho bisogno di te.

    Avere un bisogno.
    Tutto nasce da una necessità.
    “Il contatto”, qualsiasi sia l’oggetto animato o non, la necessità di una interazione spinge l’essere vivente a ricercare quella comunicazione che lo porta a dare e a ricevere emozioni.
    Quando conobbi la saggezza mi accorsi di diventare folle, adesso che sono folle conosco la saggezza, non c’è molta differenza tranne che: nella follia ridi, nella saggezza piangi.
    È il dolore che ti lascia in sospeso, non riesci a ridere, non puoi piangere, se puoi dire buon giorno durante la notte, devi dire anche buona notte durante il giorno.
    Anche in queste frasi tante parole esprimono emozioni, ma non ci sono solo le parole parlate o scritte. Tutta al più questo sistema appartiene solo alla razza umana, tutti gli esseri viventi solitamente usano comunicare questo bisogno tramite l’emozione.
    Che cos’é questa intensità? Distinguo le emozioni dai sentimenti e penso che le emozioni hanno durata minore, i sentimenti sono più prolungati nel tempo e sono di dolore o di piacere, l’intensità di una emozione.

    E se un giorno non potessi più sentirti e, se un giorno non potessi più vederti e, se un giorno non potessi più toccarti e, se un giorno non potessi più amarti o odiarti significa che non ho più emozioni.

    Mi ispiri tanto, amico mio, riuscendo a trasformare la noia, l’indifferenza in un valore.
    In un trionfo del sentimento e del cuore,.
    Grazie caro Ninni.
    Un grazie veramente sentito.
    Buon giorno

    Theresa Elizabeth Warren

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  16. Un pezzo bello e pieno, molto sentito.
    Ho letto di una storia emozionale. Una storia che lascia a bocca aperta per la sua bellezza e specie di introspezione. Abbiamo uno status che colpisce.
    Caro Ninni, ho letto e rileto la semplicità di un bambino e mi sono ritrovato travolto.
    Tornerò più tardi per continuare nel viaggio attraverso questo mondo bellissimo che ci proponi.
    Grazie Milord.
    Un abbraccio

    Vale

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  17. Un silenzio per ricordare quei pensieri che mi prendono fortemente.
    Milord, che bel brano hai scritto.
    Sono rimasta affascinata, devo dire, sia dal pezzo sia dai bei commenti..
    Un saluto con affetto …
    Un abbarccio Milord

    Rossana

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  18. Un brano pieno nella sua bellezza e forte nella sua rilevanza emozionale.
    Sono descritte luci e ombre che toccano i livelli più alti della lirica contemporanea.
    Una bellezza cinematografica che si pone e si propone nella sua più pulita essenza: l’uomo.
    Bravo.
    E’ da rilevare la presenza di numeosi commenti che ho letto e che mi sono piaciuti.

    -Il Suo commento alla Sig.ra Maria Silvia e susseguente Suo, della Sig.ra in parola intendo, ritorno (Caro Antonmaria e precedente “Caro Milord”).
    -Il commento della Sig.ra Eleonora Bisi e seguente Sua risposta (le vostre parole …)
    -Il commento del Sig. Amedeo d’A.
    -Il commento della Sig. ra Ni Ghail e seguente Sua risposta
    -Il commento della Sig.ra Hilde Strauss (tutti e due)

    Molto belli e di sicura lettura.
    Buona sera

    Vittorio

    Piace a 4 people

  19. Caro Ninni,

    Sono a integrare il mio esposto di questa mattina che ti ho scritto in fretta, Leggendo e leggendo nuovamente, mi sono accorta della maggiore profondità di questo racconto, che non lascia dubbi di sorta sulla bontà e l’incanto di quanto leggo.
    L’immagine, quasi disperata di un racconto (sembra il resoconto di un incubo) non è affievolita dallo svolgersi dell’azione.
    Il protagonista torna nella sua casa natale con quello spirito di consapevolezza del tempo trascorso e della desolazione per avere perso gli affetti più cari.
    Non siamo in presenza di una semplice perdita. Tutto il racconto ne è pieno .. Siamo in presenza della disperazione di un uomo che, teso e proteso verso il proprio futuro apparente mente ha dimenticato le proprie radici.

    Risolve di ricordare, non senza riconoscere di aver subito il furto della propria giovinezza.
    Mi chiedevo, mentre continuavo a leggere, dove si sarebbe interrotto questo crollo e tracollo della persona “uomo” verso quell’infinito oncognito che è la propria individualità…
    Poi, in un lampo, sei riuscito a farci vedere una strada e la sua conclusione che non è ovvia, ma saggia.
    Il ricordo del tempo andato, del tempo passato che si fonde nell’individuo e che si conclude con l’affermazione che il tempo trascorso è trascorso bene, per quel tempo.
    Adesso è ora di conclusione, analisi, anche davanti a quelle esperienze.
    L’uomo rimane uomo con quella consapevolezza di cui ho parlato e il passato inizia a fare parte dell’esperienza che servirà a creare un futuro migliore e basato sul dolore … presente.

    Non tutto è perduto.
    Non sempre cià che si perde è realmente perduto.
    Ti ringrazio amico caro che vivi nella bellissima Italia.
    Lascio, Ninni, un saluto per tutti quelli che amano la vita e la sanno raccontare.
    Buona sera

    Theresa Elizabeth Warren

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  20. I soliti fiori, i soliti fiori.
    Tutti i giorni i soliti fiori.
    ( margherite)
    Gettai una tanica di benzina e incendiai ogni cosa.
    Tentai di piantare delle rose.
    La terra ormai brulla e secca, troppo secca, impedì alle piante di germogliare.
    No.
    Mi avevano venduto semi di rosa, invece crebbero dei narcisi.
    Peraltro erano anche belli ma mi aspettavo di poterli ammirare anche dalla finestra. Se fossero state rose, sì, anche con le spine, le avrei potute osservare dalla mia finestra. Invece la vista non era mutata, ancora soltanto terreno arido e giallognolo, quei narcisi non si vedevano proprio.
    Pensai di avere un problema personale. Perchè avevo bruciato il giardino? Perchè volevo ribruciarlo ancora?
    Lo ribruciai, per la seconda volta.
    Perchè ora mi mancava persino l’erba con le sue belle margheritine bianche?
    Tornai arrabbiata alla serra. “Non mi vedrete più. Mi avete venduto dei semi di rosa, mi sono cresciuti soltanto narcisi! E, dato che il paese è piccolo, badate bene a non farvi beccare in giro altrimenti… e smettetela di inviarmi tutta quella pubblicità che ormai non mi interessa più!”
    Se l’erano meritata tutta la strigliata!
    Dopo ben due roghi, non uno, nemmeno un fiore osava puntare una mezza fogliolina, un secco germoglio, un rachitico gambo da quella terra diventata così, troppo arida.
    Passò del tempo. Passò l’estate. Passò la pioggia, poi giunse il sole, fu autunno.
    Cercai di porre rimedio a quel giardino malconcio.
    Arai, rastrellai. Rastrellai, arai. Piantai altri semi di erba che avevo acquistato al supermercato.
    Occorsero mesi, pazienza, coerenza, meditazioni e alla fine…
    Alcuni steli verdi ricomparsero timidi dal suolo. Fui felice solo per questo. Poi ancora, giorno dopo giorno, diventarono più forti e ancora più belli. Infine accadde il miracolo. Una mattina, guardando dalla finestra, il prato si era nuovamente riempito di margheritine.
    Allora capii che le adoravo, nella loro semplicità. Compresi che avevo deciso di bruciarle soltanto perchè le davo per scontate e non le notavo neanche più. Poi quelle un po’ storte, quelle mi davano ai nervi! Adesso le comprendevo, sapevo che a stortarle è sempre il vento, quando siffia troppo forte, quando sopraggiunge un temporale. Ma poi si raddrizzano, occorre pazienza ma tornano su.
    (Ora le apprezzo, tutte, storte, dritte, con o senza petali.)
    Improvvisamente ricordai che avevo sfuriato con i tizi della serra. Forse avevo ragione o forse no ma alla fine, se mi avessero venduto delle rose, penso che presto mi sarei stancata anche di quelle, anzi credo che dopo pochi mesi avrei preferito delle margherite, comunque. Davvero mi piacciono le margherite, anche se per osservarle dalla finestra mi devo affacciare, anche d’inverno, quando fa freddo. Devo aprire le serrande, sporgermi scomoda e guardare giù.
    Decisi quindi di tornare alla serra.
    Non mi era piaciuto come mi ero comportata con quei commessi che, alla fine, stavano svolgendo il loro lavoro. Vendere fiori.
    Bussai alla porta.
    “Toc toc!”
    ” Avanti! Anzi indietro! No, avanti!”
    Disse alla fine, un commesso, che era di fondo una persona buona.
    Ed io: “senta, la pubblicità mi dà fastidio e poi non riesco più a leggerla ma sono passata per ringraziarvi.”
    “Ora ci vuole ringraziare?”
    “Bè, in un certo senso sì anche se voi mi avete venduto dei narcisi ma ricordo quando qui compravo anche molte piantine per i miei regali di Natale. Alla fine vi ringrazio per quelle e, questo Natale, dato che in questa festività siamo tutti più buoni, mi piacerebbe comprarne qualcuna ancora, qui da voi. Di tanto in tanto magari tornerò a comprare qualche seme, certo MAI PIÙ ROSE. Ho compreso che il mio giardino è bellissimo con le margherite. E nemmeno più narcisi, si intende!”
    I tizi della serra mi guardarono strano. Uno addirittura si abbassò gli occhialini sul naso, forse lo stesso che mi aveva venduto i narcisi, chissà!
    Il fatto è che non mi risposero. Restarono così, fermi, a guardarmi.
    Io ripetei: “mi raccomando però, niente pubblicità. Niente volantini, niente email, niente di niente perchè quella mi dà molto fastidio. Ma se devo essere sincera, di professionisti della foglia come siete voi, non ce ne sono tanti e mi spiace notare che ultimamente questa serra pare un pochino più vuota.
    Bè, pensateci.
    Torno dalle mie splendide margherite.
    Buona sera, vi auguro tanta fortuna.
    E me ne andai serena. Finalmente in pace con me stessa. “Chissà se quei due terranno ancora ad una discreta cliente come me”. Pensai tornando verso casa.
    Annaffiai subito il mio giardino, era da qualche ora che non pioveva.

    Approfitto per dire che questo pezzo è molto bello. Passavo per caso.

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